Mario Draghi – Previsioni per il FTSE Mib

Mario Draghi ed il FTSE Mib
Mario Draghi al Governo - Dove può arrivare il FTSE Mib?

Cosa cambia per il FTSE Mib con l’arrivo di Mario Draghi al Governo? Dove conviene Investire sulla Borsa Italiana? Analisi sul FTSE Mib.

Mario Draghi, dalla BCE al Governo italiano

Il FTSE Mib sopra i 23.000 punti non lo vedevamo dal febbraio 2020. È bastata la nomina di Mario Draghi, ex governatore centrale della BCE per spingere al rialzo il FTSE Mib. L’indice italiano era già impostato al rialzo, avendo messo a segno un +50% dai minimi del marzo 2020, ma l’arrivo di Draghi ha fornito ulteriori spunti rialzisti per il FTSE Mib. In particolare, i titoli bancari sono arrivati altri acquisti sulle azioni dei bancari, come Intesa ed Unicredit.

Mario Draghi ed il FTSE Mib

Le cose non sembravano mettersi troppo bene per il FTSE Mib. Gennaio, infatti, si era chiuso con una crescente incertezza sul mercato azionario. Le mosse di Matteo Renzi e la crisi di governo sembravano destinate ad avere un impatto negativo sulla Borsa, sui titoli bancari ed in generale sul FTSE Mib.

Lo scenario, però, è cambiato nelle ultime sedute. Infatti, la notizia relativa al probabile governo Draghi ha generato un certo entusiasmo sin dai primi minuti. Non appena ha iniziato a circolare il nome dell’ex Governatore della BCE, nella serata di martedì 2 febbraio, la borsa era ormai chiusa. Era però ancora aperto il future del FTSE Mib, dove le negoziazioni sono aperte fino alle 22.00. Gli investitori hanno quindi iniziato a comprare il derivato legato all’indice centrale di Piazza Affari, generando nel giro di una manciata di minuti una salita da circa 22.000 a 22.500 punti.

Questo movimento è stato confermato il giorno dopo, mercoledì, alla riapertura della borsa, con oltre due punti di rialzo. Anche nei giorni seguenti gli acquisti hanno prevalso, spingendo appunto il FTSE MIB oltre i 23.000 punti.

FTSE MIB in rialzo, volano le azioni dei bancari

Quali azioni stanno andando meglio sul FTSE Mib? Tra i titoli che hanno beneficiato maggiormente della news troviamo quelli del comparto bancario. Spicca, per esempio, Intesa SanPaolo, tornata sopra quota 2 euro, con una capitalizzazione di mercato nuovamente vicina ai 40 miliardi. Unicredit dal canto suo ha recuperato gli 8 euro. Le azioni di Fineco valgono oltre 14,50 euro. In rimonta anche BPer, tornata in area 1,75 euro. Sempre fra le azioni dei titoli bancari sul FTSE Mib, Banco BPM ha superato i 2 euro.

Anche il comparto energetico ha mostrato segnali di recupero. Si è arrestata in area 8,20 la correzione di Enel, risalita verso gli 8,50. L’azienda del settore elettrico resta il titolo con la maggior capitalizzazione a Piazza Affari, circa 86 miliardi di euro. Segnali positivi anche da Eni, anch’essa rimbalzata un finale di gennaio segnato dalle vendite. Le azioni di Eni sono risalite a 8,60 euro, con una capitalizzazione di circa 31 miliardi. Il titolo petrolifero vale ancora il 40% in meno rispetto ad un anno fa, quando navigava fra i 14 ed i 15 euro per azione.

Mario Draghi ed i BTP

L’arrivo di Mario Draghi ha generato entusiasmo anche sui titoli di Stato, con ovvie ripercussioni sui BTP, i buoni poliennali del Tesoro. Le aspettative per un Governo Draghi hanno generato una nuova ed ulteriore corsa ai BTP. Lo spread fra i titoli di Stato Italiano e quelli tedeschi è sceso notevolmente.

Il rendimento della maggior parte dei titoli di Stato italiano (per esempio i Bot e le scadenze brevi, così come i BTP a 3 e 5 anni, per esempio) ha ormai un rendimento in territorio negativo. Riassumendo il tutto, l’investitore paga per poter prestare denaro allo Stato italiano. Lo scenario è simile in quasi tutta Europa, basti pensare che nelle scorse settimanale il titolo di Stato decennale spagnolo è sceso in negativo per la prima volta nella storia.

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BTP Italia 2025 – Conviene ancora Investire nei BTP?

Si guadagna con i BTP?

Chi acquista i titoli di Stato in questa fase chiaramente non ottiene grandi rendimenti. Come visto per le scadenze brevi i rendimenti sono negativi. I BTP non sono quindi lo strumento migliore per generare rendimenti e profitti nell’epoca dei tassi a zero.

Per trovare rendimenti positivi occorre cercare scadenze lunghe. È chiaro che, invece, chi aveva acquistato BTP nei mesi o negli anni scorsi ha quindi visto lievitare il valore del proprio portafoglio. I mercati stimano ad un rischio paese per l’Italia in netto calo grazie a Mario Draghi ed alla BCE. Non dobbiamo poi dimenticare il costante intervento della Banca Centrale Europea, che negli ultimi mesi ha massicciamente comprato titoli di stato italiani e di altri paesi. Questo ha di fatto azzerato i rendimenti dei titoli di Stato della gran parte dei paesi europei.

Per quanto riguarda alcune delle recenti emissioni, troviamo i BTP Futura 2028 negoziati a 101,35. Il BTP Italia 2025 IT0005410912 si era mosso al rialzo fin dai primi mesi. Al momento è scambiato in area 106,50, con un rendimento negativo, visto che deve ancora pagare 6,3% di cedole (cui si potrebbe aggiungere un premio per l’inflazione).


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