Cosa è l’inflazione in parole semplici? Come si calcola il tasso di inflazione? Perchè l’inflazione sale? Come si comportano le Banche Centrali quando i prezzi salgono? Cosa può fare il consumatore? Ecco alcuni dei temi chiave legati all’inflazione.
Cos’è l’inflazione in parole semplici?
Si definisce inflazione quel processo che porta i prezzi di un’economia ad aumentare nel tempo in maniera stabile e continuativa. Questo comporta una diminuzione del potere di acquisto della valuta, perché con la stessa quantità di soldi si possono comprare una quantità minore di beni.
Come facilmente intuibile una forte inflazione, come quella del 2022 e dei primi mesi del 2023, impatta notevolmente sulla vita quotidiana delle persone, generando malcontenti. Per questo alle volte, le politiche macroeconomiche cercano di contenere l’inflazione. Ma, non sempre, l’inflazione è vista dalle Banche Centrali come un nemico da combattere, anzi per la Banca Centrale Europea (BCE) è un obiettivo chiave. Infatti la BCE ha come scopo primario il mantenimento della stabilità dei prezzi e ha come intento dichiarato il raggiungimento di un’inflazione stabile al 2%.
Sorge spontaneo chiedersi “perché la Banca Centrale Europea vuole un’inflazione del 2% e mantenere i prezzi stabili?” Semplicemente perché spesso, ad una ridotta inflazione si accompagna una crescita economica stabile. Invece una forte inflazione danneggia un’economia in quanto, per esempio, le famiglie perdono potere di acquisto e si riduce la possibilità di accesso al credito.
Come si calcola il tasso di inflazione?
Il modo principale con cui si calcola il tasso di inflazione è attraverso l’indice dei prezzi al consumo (in sigla CPI). Questo indice si basa sulla variazione del prezzo di acquisto di alcuni beni e servizi nel tempo, che fungono da base di calcolo ovvero il cosiddetto paniere. Una volta stabilito il paniere si confronta l’andamento dei prezzi tra l’anno corrente ed un anno usato come base di calcolo, lo si divide per l’indice dell’anno base e si ottiene la variazione percentuale dell’inflazione. La formula sarà quindi la seguente:
Tasso di inflazione = [(CPI anno analizzato – CPI anno base) / indice anno base]*100
Il paniere
Abbiamo visto che il paniere è una componente fondamentale per il calcolo dell’indice inflattivo. I prodotti che in Italia vengono considerati nel paniere sono selezionati ogni anno dall’Istat. Il primo paniere è stato selezionato nel 1928 e la sua composizione si è modificata notevolmente. Basti pensare che il primo era composto da soli 59 prodotti (principalmente alimentari), mentre quello del 2023 è composto da ben 1.885 beni. La sua composizione è varia: si parte da frutta e verdura e si arriva al massaggio estetico, dai servizi di riparazione del sistema di riscaldamento al costo della fornitura dell’acqua, dalle tende per la casa agli e-book reader, dai giochi in scatola ai tatuaggi.
Nella grafica sottostante dell’Istat possiamo approfondire gli ultimi beni e servizi aggiunti nel 2023 e le variazioni dell’inflazione per macrocategorie.
Perché l’inflazione sale?
Le cause dell’inflazione sono molteplici, ma le due principali sono: l’inflazione da eccesso di domanda e l’inflazione da offerta. Ecco una breve analisi su queste tipologie di inflazione.
L’inflazione da eccesso di domanda
L’inflazione da eccesso di domanda si verifica quando la domanda di un bene è superiore all’offerta. In questo caso i consumatori saranno disposti ad offrire un prezzo superiore pur di accaparrarsi il bene e questo porta quindi il prezzo ad aumentare, generando quindi inflazione.
Facciamo un esempio: se nell’unico negozio disponibile sono presenti 300 kg di pane, ma gli abitanti hanno bisogno di 500 kg inizialmente il prezzo aumenterà perchè gli abitanti hanno necessità di pane e sono disposti a pagare una cifra maggiore pur di aggiudicarsene. Col passare del tempo però probabilmente arriveranno dai paesi vicini dei nuovi venditori (attirati dai buoni affari) o in alternativa gli attuali fornitori aumenteranno la produzione e l’economia del pane raggiungerà dei nuovi equilibri probabilmente a prezzi inferiori.
L’inflazione da offerta
Lo squilibrio tra domanda ed offerta può anche essere causata da una domanda costante, ma da una diminuzione della quantità offerta o dall’aumento dei costi di produzione dei beni o servizi (come ad esempio un aumento dei salari) o dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. In questo caso si parla di un inflazione da offerta, in quanto è l’offerta la causa scatenante dell’inflazione. Questo può essere causato da numerosi fattori: ad esempio lo scoppio della guerra in Ucraina e le successive sanzioni hanno causato il deterioramento di alcuni mercati energetici (anche per via delle sanzioni imposte alla Russia), generando un sensibile aumento dei prezzi, come quello della benzina.
La correlazione tra inflazione e tasso di interesse
I tassi di interesse sono il costo del denaro presi a prestito. L’aumento da parte delle Banche Centrali del tasso di interesse scoraggia la richiesta di denaro a prestito, riducendo il denaro circolante nell’economia. Questo perchè maggiore sarà il tasso di interesse, minore sarà la convenienza nel chiedere a prestito denaro. Questo semplicemente perchè sarà sempre più difficile trovare degli investimenti che permettano di ottenere un profitto maggiore del tasso di interesse. La diminuzione del denaro preso a prestito causerà dei minori consumi di beni e servizi. Questo farà quindi scendere la domanda, portando quindi l’economia verso nuovi equilibri (tendenzialmente a prezzi minori).
Inoltre l’aumento dei tassi di interesse rende più convenienti gli investimenti e quindi si rimanderanno i consumi attuali per potersi permettere maggiori consumi in futuro, grazie ai benefici che si otterranno dagli investimenti attuali.
Come si comportano le Banche Centrali?
Come abbiamo già anticipato, le Banche Centrali tendono a contenere l’inflazione aumentando i tassi di interesse perchè esiste una forte correlazione tra l’inflazione ed i tassi di interesse.
L’aumento dei tassi di interesse permette di contenere l’aumento dei prezzi, anche se a discapito della crescita economica. Per ovvi motivi, le scelte di politica economica in stagflazione ovvero in contesti di decrescita e di contemporanea inflazione risulteranno particolarmente difficili in quanto se si cercherà di contenere l’inflazione si danneggerà l’economia e viceversa.
Un’ulteriore conseguenza dell’aumento dei tasso di interesse è anche l’apprezzamento della valuta del Paese, che favorirà l’importazione di beni da mercati esteri, anche se a discapito delle esportazioni (questo perchè una valuta forte permetterà di comprare a prezzi minori le merci estere, mentre costeranno di più le produzioni nazionali per gli altri Paesi).
Cosa può fare il consumatore?
Abbiamo detto che l’inflazione causa una diminuzione del potere di acquisto e, quindi, per ridurre ai minimi termini il concetto di inflazione si può dire che l’inflazione significa che oggi posso comprare meno cose di ieri con gli stessi soldi. L’inflazione però non ha effetto solamente sui consumi attuali, ma anche sui risparmi (che non sono altro che dei consumi che, in passato, abbiamo rimandato).
Il consumatore dall’inflazione subisce quindi un attacco su più fronti: sia dal lato dei suoi risparmi che dal lato del suo salario. Il consumatore deve quindi cercare di investire il suo patrimonio, in maniera sicura ed equilibrata.
Abbiamo visto come il consumatore sarà favorito dall’aumento dei tassi di interesse che renderanno maggiormente attrattivi gli investimenti e il prestare denaro, in quanto garantiranno maggiori entrate future a seguito di cedole più profittevoli. Come sempre, consigliamo di confrontarsi con uno specialista del settore prima di effettuare degli investimenti.
Il consumatore dovrà prestare maggiore attenzione al denaro di cui dispone, in quanto indebitarsi diventa più costoso e si rischia di sovraindebitarsi. Dovrà inoltre prestare molta attenzione soprattutto se sottoscrive obbligazioni a tasso variabile. In alcuni casi bisognerà rivedere alcune spese che potrebbero essere diventate antieconomiche.
Shrinkflation
Infine il consumatore deve prestare attenzione ad alcuni trucchi a cui ricorrono le aziende, come per esempio allo shrinkflation. Questo fenomeno consiste nel mantenere costante il prezzo ma diminuendo la quantità di prodotto che viene venduto nella confezione, aumentando quindi in maniera nascosta il costo effettivo del prodotto. Negli ultimi anni si sono verificati numerosi casi di shrinkflation: allo stesso prezzo si ottiene una minore quantità del bene, anche questa è inflazione.