Brexit e Finanza Islamica

Brexit
Brexit e Islam

La Brexit spinge il Regno Unito a cercare capitali islamici. Il tesoro inglese ha di recente emesso un bond che segue i dettami della sharia. Il secondo “Sukuk” un bond compatibile con la legge islamica. La domanda è stata pari a 625 milioni di sterline, proveniente da Medio Oriente, Asia e Regno Unito. La Brexit ha spinto gli inglesi dopo l’uscita burrascosa dall’Europa a cercare altri capitali. Ora la finanza islamica potrebbe trovare un importante punto di riferimento internazionale.

Dopo la Brexit

Già nel 2014 l’Inghilterra aveva lanciato il suo primo Sukuk sovrano, diventando il primo paese al di fuori del mondo islamico ad emettere Sukuk sovrani. Questa secondo bond ha raddoppiato l’offerta di attività liquide di alta qualità e conformi alla Sharia rispetto alla prima emissione.

Il tasso di profitto (equivalente al rendimento) sul Sukuk, con scadenza il 22 luglio 2026, è stato fissato allo 0,333%, pari al rendimento del Gilt inglese 1,5% con scadenza luglio 2026.

Finanza Islamica – Secondo Sukuk

Come funziona questo bond britannico compatibile con la finanza islamica? Questo secondo Sukuk sovrano utilizzerà la struttura Al-Ijara. L’emissione è collateralizzata dal reddito da locazione di un portafoglio immobiliare di uffici che sono di proprietà governativa. Una struttura quindi perfetta per il mercato inglese ed arabo.

Questo tipo di bond conforme alla legge islamica vieta il prestito per interesse. Al contrario delle obbligazioni i sukuk devono essere, quindi, parte di un investimento, solitamente “immobiliare o infrastrutturale”, di un asset o di un debito, con il profitto rappresentato dagli utili generati dal progetto.

Sterlina e Brexit

Caratteristiche del Sukuk

  • assomiglia a un’obbligazione per i flussi con scadenze fisse come cedole
  • come in un titolo azionario l’investitore ha diritto al rendimento solo se il bene rende
  • sottostante di un sukuk è sempre un bene reale, un immobile, un terreno.

La forte domanda da parte degli investitori significa che abbiamo raggiunto un buon prezzo per i contribuenti e questo ci aiuterà a sviluppare le nostre relazioni con le economie musulmane a livello globale”.

Sunak, cancelliere dello Scacchiere britannico ha spiegato come gli ordini per questo bond abbiano superato quota 600 milioni di sterline, arrivando a 625 milioni. I fondi, inoltre, sono arrivati da “una vasta gamma di investitori istituzionali di alto livello in tutto il mondo”.

Finanza Islamica

Quali sono i principi della finanza islamica? La finanza islamica è basata su alcune interpretazioni di carattere etico del Corano. I principi più importanti consistono nel rispettare le norme della sharia:

E’ chiaro che attività con leva finanziaria, il carry trade, l’utilizzo di derivati e altre forme di speculazione come l’arbitraggio non sono permesse.

Esistono inoltre attività finanziarie come il microcredito e la ḥawāla che, pur non essendo citate nel libro sacro dell’Islam, sono considerate rispettose dei precetti islamici.

Molto interessante la Takaful, una assicurazione che condivide in modo trasparente il rischio, in cui i partecipanti conferiscono le proprie risorse in un fondo comune a vantaggio di tutti.

Finanza Islamica - Brexit

Islam e banche

Con queste premesse è chiaro che chi segue l’Islam rimane lontano dallo sportello bancario. Il credo islamico tiene lontani i credenti da usura o interessi. Tuttavia i musulmani hanno bisogno delle banche ed i loro servizi. Quindi i musulmani non sono contrari al legittimo profitto. L’Islam incoraggia le persone ad utilizzare il denaro in imprese legali in base ai principi islamici. Non incoraggia certo a lasciare i loro fondi inattivi, ma il divieto di addebitare interessi è un punto fermo. Il prestatore al massimo deve dividere i profitti o le perdite derivanti dall’impresa commerciale per cui fu prestato denaro ma il denaro non deve generare altro denaro.

Ancora prima della Brexit l’Inghilterra è il primo paese non islamico ad emettere 200 mln di sterline in bond osservanti i principi della finanza islamica, a fronte di una domanda superiore di 10 volte. Con la seconda emissione la finanza islamica diventerà di casa a Londra. La seconda emissione conferma la leadership del Regno Unito come principale centro occidentale per la finanza islamica dopo la Brexit, conforme ai precetti della Shari’ah. Ma c’è un problema di liquidità.

Rischio di Liquidità

La finanza islamica ovviamente comporta un rischio visto che osserva una normativa diversa. Questo rischio va coperto con una maggiore liquidità. L’emissione di un Sukuk in sterline con rating AAA aiuterebbe le istituzioni finanziarie islamiche attive in Inghilterra a ottenere i requisiti di liquidità previsti in Europa. Le facility di liquidità predisposte al riguardo dalla Bank of England, infatti, non bastano.

La Brexit in Europa ha fatto dell’Inghilterra il centro dell’espansione della finanza islamica. La finanza islamica è attiva con cinque islamic bank (1 retail e 4 wholesale) e numerose istituzioni finanziarie che offrono prodotti e servizi “Shari’ah compliant“.

Finanza Islamica e pochi profitti

Dati alla mano però nonostante la Brexit i profitti non si sono rivelati interessanti. Le più grandi banche islamiche del Regno Unito, infatti, pur aumentando costantemente gli attivi (circa 1,1 miliardi di sterline) negli ultimi anni non sono riuscte ad essere profittevoli. Anche la Brexit non pare affatto aver cambiato questo trend, in un contesto che, anche dopo il Covid-19, resta complesso per le banche (islamiche e non).

Come mai le banche islamiche faticano? Mancano prodotti standard? Forse. Ma all’origine c’è soprattutto, l’incertezza giuridica. Incertezza che frena l’innovazione finanziaria e crea grossi svantaggi per la competitività della finanza islamica.



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