Il Terzo Mercato

storia di borsa

Cosa era il terzo mercato negli anni Ottanta, mai riconosciuto dalla CONSOB. Viaggio nella borsa alle grida, con questa nuova puntata, a cura di Fabrizio Fiorani. Per leggere la prima, relativa al mercato di borsa alle grida, ricordiamo l’articolo sul tema.

Cosa è il terzo mercato?

Prima di addentrarci nella storia ripartiamo dalla definizione di terzo mercato. Si tratta di un mercato non ufficiale, non controllato dall’autorità di borsa. Il terzo mercato è spesso anche definito mercato grigio o grey market. Prende vita fra la presentazione di una società e la sua quotazione sul mercato regolamentato (se avviene).

Il terzo mercato

Fra i ricordi dell’affascinante mondo della “Borsa gridata” di Piazza Affari un capitolo pittoresco è rappresentato dal famigerato “terzo mercato”. Negli anni 80 i tempi fra il collocamento di un nuovo titolo e la quotazione al mercato ufficiale erano piuttosto lunghi ed il terzo mercato permetteva una sorta di “rodaggio” per le negoziazioni. Purtroppo, in quella “palestra” nata con buone intenzioni si sono inserite anche società risultate poi delle vere e proprie truffe.  

La Consob non ha mai riconosciuto il terzo mercato ed ha anche più volte invitato gli Agenti di Cambio ad astenersi dal trattare azioni non quotate. In alcuni casi come quello successivo al collocamento Enimont o relativamente ai titoli sospesi dalle negoziazioni è intervenuta vietandone la trattazione ma, a parte sporadici casi, in quel periodo l’attività non si è mai interrotta. 

Borsa Italiana e il terzo mercato

Entrando nel salone di Palazzo Mezzanotte durante una seduta di Borsa rimanevi colpito nel vedere Agenti di Cambio e procuratori accalcati in prossimità delle “corbeille”. Queste erano destinate alla negoziazione di azioni (suddivise fra “listino A B C” e fasi di “avant bourse/dopo listino”), obbligazioni e premi (dont, put, stellage, strip, strap). In alto sullo sfondo ammiravi l’enorme tabellone con le quotazioni dei titoli. Poi, ai lati i banchetti con telefoni che squillavano. E qui gruppi operatori che “gridavano”, “gesticolavano” e correvano per trasmettere gli ordini “volando” ad agenti e procuratori.

In questa atmosfera surreale, nell’angolo “buio” in fondo a destra, c’era anche una stanzetta, antistante i bagni, dove i procuratori effettuavano le negoziazioni sul terzo mercato. Al centro di questo locale c’era un tavolo sul quale era posto un foglio dove gli operatori annotavano tutti i titoli ed i prezzi scambiati. Non essendo un mercato regolamentato non era previsto nessun iter per l’ammissione. Bastava che due procuratori effettuassero uno scambio su un titolo e lo annotassero sul foglio per avviarne la trattazione.

Infatti, a fine seduta, una copia veniva consegnata ai principali quotidiani che il giorno successivo pubblicavano titoli e prezzi in uno specchietto a latere del listino ufficiale. Altri tempi. I clienti dei borsini, vedendo un nuovo titolo, si precipitavano a trasmettere ordini di acquisto con conseguente forte incremento di scambi e quotazioni. Il terzo mercato era anche questo.

Una corsa all’azione…..inesistente!

Aneddoti e storie di Borsa

Il terzo mercato era ovviamente volatile e ricordo vari aneddoti. Un giorno, un “buontempone” annotò sul foglio un fantomatico titolo “menta fredda” con alcuni prezzi. La cosa venne presa sul serio. Nei giorni successivi arrivarono molti ordini da parte di clienti che lo avevano visto sui giornali e che intendevano sfruttare la nuova occasione. Come in tutte le “catene di Sant’Antonio” che si rispettino infatti, i primi ad acquistare il titolo avevano buone probabilità di rivenderlo in guadagno al successivo compratore. Si scatenò la ricerca del venditore o di chi avesse fatto segnare quei prezzi. Ben presto, ci si rese conto della “bufala”, gli ordini rimasero inevasi e nessuno perse soldi.

Nessuno seppe mai l’autore dello scherzo o se un operatore volesse semplicemente una granita o una caramella e lo avesse scritto su un foglio, scatenando i tentativi di acquisti su un’azione inesistente.

Storie e aneddoti sul terzo mercato

Ebbero fortune alterne le imprese degli investitori che seguivano i suggerimenti del Professor Italo Polimeni. L’anaista era solito trasmettere newsletter ai propri abbonati con opinioni sull’andamento dell’economia, dei mercati e delle società quotate al listino ufficiale. Talvolta si parlava anche di quelle trattate al terzo mercato (Alinor, Cibiemme Plast, Cibifin, azioni e warrant Kariba ecc.). Per un certo periodo Italo Polimeni tenne anche una trasmissione locale su una nota TV lombarda che andava in onda il venerdì sera.

storia di borsa

Durante la diretta rispondeva telefonicamente alle domande di Borsa dei telespettatori. Inutile dire che quando il “Guru della Brianza” esprimeva giudizi positivi su un titolo “sottile” o trattato al terzo mercato il lunedì mattina le quotazioni segnavano performance nell’ordine del 30%, 40%, 50%, che venivano di norma rapidamente “riassorbite” nei giorni successivi.

Furono tantissimi i titoli che animarono il terzo mercato negli anni 80 da grandi società che operavano in settori tradizionali. Fra queste Assicurazioni Norditalia, ma anche altre meno note attive in settori “particolari”. Un esempio? Una società del settore agricolo, con il “lumbricus rubellus”, oltre al compostaggio dei rifiuti organici “smaltì” i risparmi di migliaia di più o meno consapevoli risparmiatori. 

Terzo Mercato Exchange

Dal 1987 in poi, in seguito ai lavori di ristrutturazione di Palazzo Mezzanotte ed al graduale passaggio delle negoziazioni dalle grida al telematico, il terzo mercato dovette cambiare ripetutamente ubicazione. Da quella “stanzetta buia” gli scambi si trasferirono progressivamente nel “gabbiotto”, sulla strada o nel bar antistante la Borsa, in un anonimo negozio poco distante da Piazza Affari fino a trovare un periodo di “luce intermittente” nel “sistema di scambio organizzato” Temex (Terzo Mercato Exchange).


Ebook Certificates
Articolo precedenteBanca Akros – Nuovi certificati con cedola mensile sul Cert-X
Articolo successivoETF Terre Rare