Speculazione e Bolle in borsa

speculazione in borsa

Il confine fra speculazione in borsa e bolla speculativa è spesso labile. In questo articolo Fabrizio Fiorani ripercorre il tentativo di scalata dell’argento da parte dei fratelli Hunt, ma anche la speculazione sulla soia di Raul Gardini. Focus anche su eventi più recenti, con i casi Gamestop e la corsa sfrenata del prezzo del gas nell’estate 2022. Solitamente queste fiammate dei prezzi si sono concluse con l’intervento del regolatore ed una frenata dei prezzi. Ecco l’analisi di questi casi di speculazioni (e bolle) in borsa.

La salita del prezzo del gas (2022)

Nell’Agosto 2022 abbiamo toccato l’apice di una grave crisi energetica con le quotazioni del Gas al TTF (Title Transfer Facility) di Amsterdam che avevano superato quota 330. Alla base del rialzo i problemi geopolitici che ne limitavano l’offerta, una domanda elevata dei paesi Europei per fare fronte all’inverno ma anche una componente speculativa. “Lo ben so” che il termine speculazione non ha una connotazione negativa. È sinonimo di osservare, guardare avanti, ma in alcuni casi può contribuire ad alimentare fenomeni distorsivi e provocare gravi danni a famiglie ed imprese.

Sul finire di Agosto Ursula von der Leyen annunciò un’imminente riforma del mercato dell’energia. Da quel momento è iniziata una discesa dei corsi del gas fino agli attuali livelli intorno a 55. Il calo è stato attribuito a diversi fattori. Le scorte che avevano superato il 90% della capacità di stoccaggio, un inverno con temperature miti e la riduzione dei consumi da parte di famiglie ed imprese. La bolla speculativa si è sgonfiata.

A me piace pensare che a livello psicologico potrebbe aver influito anche la prospettiva del provvedimento sul tetto al prezzo del gas approvato dall’UE nel dicembre 2022 ed entrato in vigore il 15 febbraio di quest’anno. In passato si sono verificati altri interventi del regolatore volti a normalizzare una bolla speculativa diventata esplosiva.

I fratelli Hunt: speculazione sull’argento

previsioni argento

Siamo negli anni Settanta e i fratelli texani Hunt, al fine di cautelarsi dall’inflazione, iniziano ad acquistare ingenti quantità d’argento. Nel 1980, in seguito al rastrellamento di consistenti quantitativi di contratti futures, i fratelli arrivano a controllare una quantità pari a circa la metà dell’argento disponibile nel mondo per pronta consegna. 

Tale situazione, unitamente agli acquisti da parte di speculatori che intendono sfruttare il rialzo, fanno schizzare le quotazioni rischiando di mettere in crisi i grandi operatori che avevano venduto allo scoperto. A quel punto il Comex introduce una norma per regolarizzare la situazione che aumenta i margini richiesti sulle posizioni a leva. I fratelli Hunt e gli speculatori più fragili sono costretti a chiudere o ridurre le posizioni ed il prezzo inizia a scendere fino al “Silver Thursday” del 27 marzo 1980, quando il prezzo dell’argento crolla del 50% in poche ore. I fratelli Hunt e altri operatori subiscono grosse perdite ma la situazione si ristabilisce ed il prezzo dell’argento torna su livelli “normali”.

Speculazione sulla soia

Siamo nel 1989, Raul Gardini è alla guida del gruppo Ferruzzi che nel mondo è il terzo per dimensioni nella lavorazione dei semi di soia.  Prevedendo nei mesi a venire un rialzo dei prezzi, in primavera alcune filiali del gruppo cominciano ad acquistare ingenti quantitativi di contratti a termine sul Chicago Board of Trade. Altri importanti operatori americani, vedendo i prezzi lievitare ed avendo una visione opposta sull’evoluzione dei prezzi, aprono grosse operazioni allo scoperto. In prossimità della scadenza tecnica del 20 luglio ci si rende conto che le società del gruppo Ferruzzi possiedono contratti futures per un totale di 23 milioni di bushel di soia (quasi il doppio della quantità disponibile nei magazzini autorizzati) e che sono intenzionati ad esigere la consegna della merce. Per gli scopertisti si prospettano perdite enormi. La bolla speculativa non piace al regolatore, che interviene.

L’11 luglio il CBOT emette un ordine d’emergenza in base al quale tutti gli operatori con posizioni superiori ai tre milioni di bushel in acquisto o in vendita hanno tre giorni di tempo per ridurle ad un solo milione. Il gruppo italiano è costretto a vendere, i prezzi della soia crollano ed il gruppo subisce ingenti perdite.

Gamestop: fra speculazione e bolla in borsa

Un caso di speculazione in borsa in tempi recenti che ha conquistato le prime pagine dei giornali è stato quello di Gamestop. Ripercorriamo il nastro su queste vicende.

GameStop Bolla Speculativa in borsa

Siamo nel 2020 e GameStop, società che vende videogiochi tramite negozi fisici, naviga in cattive acque con bilanci in perdita e prospettive incerte. Diversi Hedge Fund, fra i quali Melvin Capital, hanno aperto posizioni corte su circa il 140% del flottante. Keith Gill, un giovane YouTuber conosciuto come “Roaring Kitty”, da tempo ne parla sui social ipotizzando una rivalutazione delle azioni GameStop. La voce viene amplificata su WallStreetBets (forum dedicato agli investimenti). Qui lo stesso Keith Gill e tantissimi altri giovani trader intervengono a supporto della società a cui sono affezionati. La speculazione in borsa continua e si intensificano gli acquisti sul titolo tramite la piattaforma Robinhood che offre gratuitamente un’ampia operatività di trading. Le azioni salgono anche spinte dallo short-squeeze che costringe i grandi investitori a ricoprirsi per arginare le perdite. Ryan Cohen, un giovane imprenditore co-fondatore della società Chewy ed investitore acquista il 13% di GameStop, entra a far parte del CDA e lo esorta a sviluppare l’azienda. Elon Musk twitta “GameStonk!!” e linka WallStreetBets attirando l’attenzione dei suoi follower sulla catena.

La bolla dei prezzi di Gamestop

Una miscela esplosiva che fa schizzare le quotazioni di GameStop nel mese di gennaio 2021 da circa 17 fino ad un massimo di 483 $. La speculazione in borsa continua: appare come la vittoria di Davide contro Golia, ma Robinhood si rivela non essere la “volpe rossa vestita di verde che ruba ai ricchi per donare ai poveri”. Il 28 gennaio 2021 unitamente ad altre piattaforme di trading blocca per un periodo le operazioni di acquisto ai retail. La motivazione ufficiale? Problemi tecnici e la necessità di reperire fondi a garanzia dell’enorme operatività. Le quotazioni precipitano generando ingenti perdite a tantissimi piccoli trader dell’ultima ora. La bolla si sgonfia. Per gli amanti delle statistiche, ad inizio 2023 il prezzo di Gamestop è tornato sotto quota 20 dollari per azione. Considerando che nel 2022 GameStop ha effettuato uno split di 4:1, si tratta di un valore inferiore fra 70 ed 80 dollari ante split. L’azione dai massimi è quindi scesa di circa l’80%.

Speculazioni e bolle in borsa

Bolle e speculazioni: in tutti i casi citati, i provvedimenti intrapresi hanno alimentato accesi dibattiti. Anche la recente disposizione sul tetto del gas è stata al centro di grandi discussioni. Attualmente i prezzi sono lontani dalla soglia di 180 euro per Mega-wattora fissata per un intervento. In assenza di fatti esogeni occorrerà attendere i mesi estivi, quando le necessità di stoccaggio faranno aumentare la domanda di gas, per eventualmente verificarne l’efficacia.

Storia della Borsa

Storia della Borsa è una rubrica a cura di Fabrizio Fiorani. Di seguito i link per accedere alle precedenti puntate.


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