Pasti Gratis di Borsa

Investire sulla borsa giapponese con i certificates
Investire sulla borsa giapponese con i certificates

Una delle massime più note del mondo finanziario è legata al fatto che “non esistono pasti gratis in borsa”. In realtà, in alcune rare situazioni si trovano ancora occasioni di arbitraggio. Nulla a che vedere, però, con quanto capitava negli anni Novanta, quando il mercato telematico era soltanto agli albori e non esistevano le macchinette.

Di fatto, all’epoca, vi era una minore competizione e non mancavano le occasioni per dei “pasti gratis” sui mercati di borsa. O quantomeno occasioni con un rapporto rischio/rendimento veramente basso. Anche questa volta siamo andati a riscoprire la storia con l’appassionante racconto di Fabrizio Fiorani.

I pasti gratis di Borsa

Non ci sono più in Borsa i “pasti gratis” di una volta.  Dal 1995 al 2003 ho avuto la fortuna di avere riservato, a nome della Società per la quale lavoravo, un “tavolo” privilegiato sui mercati finanziari che offrivano ad “arbitraggisti & scalper” un favorevolissimo rapporto rischio/rendimento.

Nel 1994 nacque il MOT (mercato telematico delle obbligazioni) ed il mio capo fu fra i primi operatori a cogliere una grandissima opportunità di arbitraggio.

borsa

I tassi di interesse sui titoli di stato erano appetibili e sul mercato veniva convogliata un’enorme massa di ordini in acquisto da parte dei “BOT people”. Nelle aste di apertura di metà mattinata i book delle ultime emissioni di BOT, CTZ , BTP e CCT mostravano sbilanci in acquisto nell’ordine di decine di miliardi di lire. Noi arbitraggisti ci ponevamo come controparte sul MOT e ci ricoprivamo sull’MTS (mercato all’ingrosso dei titoli di stato). I tick che restavano attaccati permettevano, su centinaia di miliardi, lauti guadagni. Io operavo sui CTZ a due anni. Emessi dal Tesoro per la prima volta nel febbraio del 1995 avevano riscontrato un grandissimo successo presso i risparmiatori. Il flusso di acquisti in particolare su questi titoli proseguiva anche nella fase di continua fino alla chiusura del mercato.

Pasti gratis in Borsa sull’ordine TON – “Tutte o niente”

Un’altra possibilità di arbitraggio poteva presentarsi all’interno del book di negoziazione stesso al verificarsi di certe condizioni sull’ordine “TON” (tutte o niente). Quest’ultimo veniva inserito per un miliardo di lire o multipli e si applicava per la quantità intera apponendo una “X” di fianco allo stesso. Pur essendo visibile a latere del book l’ordine “TON” non si incrociava con gli altri ordini “normali” anche se di quantità superiori e a prezzi compatibili.

In caso di movimenti di mercato poteva quindi accadere di vedere ad esempio 1 miliardo di ordini “normali” in denaro a 98,10 e un “TON” per 1 miliardo in lettera a 98,00. Noi trader acquistavamo il miliardo TON a 98 e lo rivendevamo immediatamente a 98,10 lucrando la differenza (un milione di lire). Però bisognava stare attenti perché a volte qualche “furbacchione” sulla situazione della citata quantità in denaro sul book a 98,10 metteva in lettera un TON a 99,05 (una figura sopra e 5 cent sotto). Se qualche malcapitato “abboccava” il pasto anziché gratis risultava oltremodo indigesto.

Dopo qualche tempo iniziarono ad arrivare altri competitor ma i pasti, seppur meno abbondanti, continuarono per quel che mi riguarda fino al luglio del 1997 quando fui trasferito al comparto azionario anche per sviluppare il trading in questo settore.

Pasti gratis sul mercato azionario

Sull’MTA gli arbitraggi “chiusi” si limitavano alle operazioni di aumento di capitale (i diritti erano trattati a termine) o alla conversione di warrant eobbligazioni convertibili, ma esistevano grandi opportunità nello “scalping”.

Era appena iniziata la fase di crescita del mercato che avrebbe condotto alla bolla delle dot-com. Il rialzo delle quotazioni attirava un numero sempre maggiore di risparmiatori poco avveduti che trasmettevano ordini “al meglio” sia in acquisto che in vendita per la gioia dei trader.

Sui titoli sottili gli spread fra denaro e lettera erano elevati e potevi tranquillamente usare la “tattica del pescatore”. Posizionavi le “cannette” (PDN – proposte di negoziazione) in acquisto e in vendita. Poi attendevi l’abbocco di un eseguito e cercavi di chiudere la posizione lunga/corta che si era determinata. L’ampiezza dello spread consentiva un buon margine di guadagno o quantomeno di limitare i danni nel caso in cui il mercato ti avesse giocato contro.

Sui titoli più liquidi oltre alla tattica del pescatore potevi usare anche quella del “cacciatore”. Sempre con uno sguardo al Dax la mattina ed al Dow Jones il pomeriggio su un movimento repentino o sulla comunicazione di dati economici o societari, colpivi il primo denaro/lettera cercando di chiuderti anche al tick successivo. Del resto i tick di negoziazione erano meno frazionati rispetto agli attuali e garantivano una discreta remunerazione. 

Arbitraggio su azioni Enel

Pasti gratis su azioni Enel? Oggi sembrerebbe impossibile. Eppure ricordo che Enel per un certo periodo trattava con 0,05 tick su un valore di circa 5 Euro, uno sproposito! Alle 8,00 di mattina ci affrettavamo ad inserire ordini su più livelli per acquisire la priorità d’orario. Su supporti/resistenze ed in particolare su “cifre tonde” piazzavamo anche ordini “a revoca”. Dopo qualche minuto e durante la seduta si formavano enormi quantitativi su ogni livello del book. Essere fra i primi in denaro/lettera avrebbe dato buone possibilità di eseguire la compravendita in utile o quantomeno di chiudere la posizione in pari su chi era dietro di te. 

In prossimità dell’apertura e fino alla chiusura della seduta diurna, non restava che gestire attentamente le “scalette”. Ad ogni “giro” da 100.000 titoli corrispondeva un guadagno di 5.000 euro. Gli scambi elevati e la bassa volatilità che caratterizzava il titolo si prestavano a questo tipo di attività che permetteva di effettuare mediamente 3 o 4 “giri’ in utile a seduta.

Ai tempi le PDN presenti sul mercato riportavano inoltre il codice dell’operatore. Quando vedevi operare certe controparti (1415 Morgan Stanley, 581 Credit Agricole, 1505 Euromobiliare, 1517 Caboto ecc.) ti facevi subito un’idea dell’andamento dell’azione o del mercato.

Ognuno di noi era specializzato su qualche titolo. Io seguivo in particolare Telecom e TIM che, grazie al costante interesse sul settore, scalate e O.P.A., hanno sempre offerto ottime opportunità di trading.

Bolla dot.com

Un altro momento è stato quello della bolla dot.com, con forti rally dei titoli tecnologici nel pieno della bolla internet. Ricordo E.Biscom il primo giorno di quotazione. Scambi sbalorditivi, spread ampi ed il book che sembrava una slot machine. I livelli di prezzo si modificavano con una rapidità tale che facevi fatica a vederli. Inserivi ordini a raffica a +/- 1 o 2% rispetto agli ultimi prezzi segnati monitorando la posizione per mantenerla il più possibile pareggiata. Quel giorno inserii migliaia di ordini di importo modesto ma che generarono sul titolo un utile (per la Società) di 60.000 euro.

Pasti gratis sul mercato after hours?

storia di borsa

Nel maggio 2000 debuttò il Trading After Hours che consentì qualche opportunità di guadagno. Dopo la chiusura dell’MTA e fino alle 18,00 si inserivano sul mercato serale proposte di negoziazione in denaro/lettera con un discreto spread.

Data la novità e l’ampia partecipazione di molti trader online alle prime armi, poteva succedere di essere applicati in avvio delle negoziazioni a prezzi favorevoli. Poi si chiudeva la posizione di trading aperta non appena gli spread si restringevano. Solo il 18 aprile 2002 gli spread rimasero ampi. La notizia che un piccolo aereo si era schiantato alle 17,45 contro il grattacielo Pirelli di Milano fece temere un nuovo 11 settembre e scatenò il panico sul mercato. Il giorno successivo, appurato che si era trattato di un incidente non ricollegabile ad atti terroristici, la situazione si normalizzò.

Disallineamenti fra futures e sottostante nel “buio tecnico”

Possiamo poi menzionare anche alcuni disallineamenti fra il valore dei futures ed il sottostante nel “buio tecnico”. Infatti, altre opportunità furono offerte dai differenti orari di negoziazione fra future e cash. Fino al 1° settembre del 1999 i titoli liquidi iniziavano la validazione alle 9,30 e la negoziazione continua alle 10. Quindi sul cash il “buio tecnico” durava 30 minuti durante i quali il futures negoziava e poteva registrare variazioni anche importanti di prezzo creando un disallineamento con le quotazioni dei titoli componenti il paniere.

In queste occasioni si “scandagliavano” i book di negoziazione alla ricerca di qualche Blue Chips con PDN rimaste a seconda dei casi in denaro o in lettera a prezzi “convenienti” da poter applicare. Una volta individuata “la preda” alle ore 10:00:00 in punto si cercava di colpirla. Chiaramente oltre ad una certa abilità occorreva anche fortuna ma chi si aggiudicava il trade poteva passare immediatamente all’incasso della plusvalenza conseguente al riallineamento dei valori del cash con quelli del future.

Dal 1° settembre 1999 il miglioramento dei livelli di efficienza e funzionalità raggiunto dai sistemi tecnologici permise di ridurre a soli 15 minuti il  “buio tecnico” limitando le possibilità di arbitraggio. La tendenza continuò progressivamente fino alla situazione attuale dove le fasi di validazione, apertura e conclusione dei contratti dei titoli si svolgono tutte nel minuto fra le 9:00.00 alle 9:00.59 in modo casuale. Questo elimina di fatto ogni “disallineamento temporale”.  

Pasti gratis sulle spezzature

Ai tempi dei lotti minimi sulle azioni, in caso di aumenti di capitale, esercizio di warrant, conversione di obbligazioni, assegnazione di azioni gratuite ecc. si formavano numerosissime “spezzature”. Per molti investitori potevano rappresentare un problema o quantomeno un fastidio.

La prima soluzione telematica ideata da Borsa Italiana fu quella di permettere di inserire le spezzature in un circuito dedicato al fine di favorire l’incontro fra domanda e offerta. La conclusione dei contratti avveniva quotidianamente alle ore 12,00 sui prezzi di apertura della mattina. 

trader
Cosa fa il Trader?

Solitamente il book delle spezzature presentava importanti sbilanci in lettera. In caso di un rialzo delle quotazioni di un titolo dopo la fase di apertura, si era soliti, verso mezzogiorno, verificare l’esistenza di quantità sul mercato delle spezzature che consentissero un arbitraggio.  Ad esempio, se lo sbilanciamento in lettera fosse stato di 10.123 su un titolo con minimo 1.000 sarebbe bastato inserire 10 ordini in acquisto da 999 pezzi più un ordine da 10 per accaparrarsi 10.000 azioni al prezzo di apertura e rivenderle immediatamente nella fase di continua a prezzi superiori.  I pasti finirono nel dicembre del 1995 quando la riforma del mercato delle spezzature ne cambiò le modalità di funzionamento ed introdusse la figura dello “Specialist”.

Arbitraggio sui covered warrant

Quali altri pasti gratuiti vale la pena ricordare in borsa? Un tempo era possibile anche fare arbitraggio o trading con basso rischio sui covered warrant. Infatti, in quegli anni altri pasti gratis furono serviti sul mercato dei covered warrant in quanto i market maker a volte adeguavano i prezzi con un certo ritardo rispetto al variare del sottostante. Abili trader ne approfittarono per realizzare importanti guadagni. Purtroppo, a quel tavolo non ebbi mai l’accortezza di sedermi.

Un decennio dedicato al trading, ricco di soddisfazioni ma molto “intenso”, con pasti (questa volta reali) consumati sempre davanti al video. A volte avevi anche difficoltà nel trovare un momento idoneo, come eravamo soliti dire, per “scaricare l’oscillatore”. Fortunatamente la prostata ai tempi garantiva lunghe autonomie. 

Tutte le attività menzionate le ho svolte per la Società per cui lavoravo ma, molte di queste, le avrei potute effettuare anche come privato con risultati simili. Dal 1999 infatti i broker online erano diventati sempre più numerosi, le piattaforme di negoziazione più efficienti. Al tempo stesso le commissioni per il trading online si erano anche ridotte. I facili guadagni e le prospettive di arbitraggi e pasti gratis indussero qualche operatore a mettersi in proprio ma, dopo qualche tempo, la situazione mutò rapidamente.

Le macchinette nel trading

L’avvento delle “macchinette” ridusse gli spread, la maggiore frammentazione dei tick di negoziazione abbassò i margini di guadagno, l’accresciuta competitività dei partecipanti al mercato aumentò la concorrenza. Salvo qualche eccezione finirono i “pasti gratis”. Oggi di fatto, è vero che i pasti gratis in borsa non esistono più. Lo scalping lasciò sempre più spazio al trading che, rispetto al primo, richiede una professionalità ancora maggiore e comporta l’assunzione di rischi nettamente superiori.

Storia della Borsa

Storia della Borsa è una rubrica a cura di Fabrizio Fiorani. Ecco le precedenti puntate.


Ebook Certificates
Articolo precedentePrevisioni Tassi Banca centrale
Articolo successivoI Certificati di Vontobel