Il Mercato dei Premi alle Grida

Mercato alle grida di borsa

Il mercato dei premi alle grida – Nuova avventura nel mondo della Borsa alle grida, questa volta con focus sui premi. Come funzionava la borsa alle grida dei premi? A cura di Fabrizio Fiorani.

Streghe di Borsa

Pubblichiamo l’articolo sul mercato dei Premi nel giorno delle 4 streghe di borsa.

Un tempo a Piazza Affari la “strega” di borsa era soltanto una (sulle azioni), ma rappresentava a suo modo un elemento da non trascurare, anche perchè non vi era marginazione nei premi.

Borsa alle Grida – Il mercato dei premi

C’era una volta “alle grida” il mercato dei premi. Entrando nel Salone di Borsa la Corbeille dei premi si trovava defilata in fondo sulla sinistra quasi sotto il tabellone dei prezzi. Intorno a quel piccolo recinto Agenti di Cambio e Procuratori specializzati stazionavano e concludevano contratti durante la seduta di Borsa. I premi più trattati erano Dont (call) e Put ma, tramite combinazioni di questi ultimi, venivano scambiati anche Stellage (1 dont + 1 put), Strip (1 dont + 2 put) e Strap (2 dont + 1 put).

Un aneddoto. Il mio direttore quando mi spiegò come distinguere il premio strap dallo strip mi disse: “ricordati strap come strappare (e mimò con le mani la lacerazione). Quando viene esercitato, o consegni i titoli, o ne ritiri la metà (nota di redazione: come banca eravamo sempre venditori di premi).

I premi riguardavano principalmente le Blue Chip ma talvolta venivano scambiati anche titoli sottili, warrant o obbligazioni convertibili fra quelli quotati in Borsa. Non venivano trattati invece indici di borsa.

Premi di borsa

I premi erano più intuitivi rispetto a quelli odierni e contemplavano direttamente i titoli oggetto del premio (10.000 Fiat base 16.000 + 800 dont ottobre 1986) e non facevano riferimento ai lotti sottostanti come avviene oggi sulle opzioni.

L’informativa sugli stessi invece era piuttosto carente in quanto i prezzi non venivano riportati dal tabellone di Borsa ma occorreva andare direttamente alla Corbeille per prendere nota degli scambi effettuati. Il giorno successivo sui giornali economici un piccolo specchietto comunque li riportava.

Non esistevano Market Maker obbligati a quotare un pavimento o un tetto al premio di borsa. Non vi erano nemmeno algoritmi per il calcolo del delta, gamma, vega, theta ecc. ma solo l’incontro fra domanda e offerta. Per questo era indispensabile affidarsi a premisti specializzati nel settore ed in grado di valutare a mente la congruità del premio.

Borsa alle grida
Borsa alle grida – Fabrizio Fiorani

Noi avevamo scelto per questa operatività gli studi degli agenti di cambio Rezzaghi e Matturri. Rezzaghi (a volte aiutato da sua figlia) lavorava direttamente gli ordini mentre Matturri si avvaleva di propri procuratori. Fra questi ultimi mi ha sempre impressionato per le sue eccellenti capacità come premista e per un’eccezionale memoria il Bruno. Un signore di mezza età con capelli completamente bianchi che lavorava in Borsa la mattina e nella sua officina di auto il pomeriggio. Incredibile!

Agenti di cambio

L’attività a premio era considerata altamente speculativa (pressoché inesistente l’idea di hedging) e le banche in genere la consentivano solo alla clientela primaria. Gli Agenti di Cambio erano invece più permissivi nell’offrire questo servizio ma, essendo anche meno capitalizzati, erano soggetti ad un maggior rischio di insolvenza.

Non esisteva infatti la Cassa di Compensazione e Garanzia per adeguare i margini al variare dell’esposizione al rischio. La liquidazione dei premi, come anche quella del sottostante, era inoltre a termine. Queste circostanze rendevano il giorno della risposta premi particolarmente delicata in quanto solo in quel momento emergevano tutte le situazioni critiche.

Storie di borsa

Le storie di borsa sono anche storie di persone. Anche in questo settore ho avuto la fortuna di incontrare persone dotate di una grandissima esperienza a partire dal mio Direttore (Condirettore Centrale – Capo Area Finanza). Esperto del mercato azionario, faceva larghissimo ricorso alla vendita a premio per ottimizzare la gestione del portafoglio della banca. Annotava a matita ogni operazione (fissi e premi) su schedine che portava costantemente con se per avere la posizione sempre aggiornata con quantità, prezzi di carico e impegni a premio. La contabilizzazione avveniva infatti con un certo ritardo e serviva più che altro per effettuare la spunta delle schedine in particolare dopo la risposta premi che risultava estremamente impegnativa.

Tutto questo finì nel 1996 quando il mercato dei premi migrò dalle “grida” alla “telematica”. Scomparve definitivamente nel 2003 quando Borsa Italiana ne deliberò la chiusura. I mercati alle grida dei premi segnano altri tempi di borsa e rappresentano uno dei ricordi che rimarranno impressi nel cuore di chi operava in Borsa in quegli anni.

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