ETF Terre Rare

ETF Terre rare

Investire in ETF Terre Rare è possibile perché sono quotate anche presso la Borsa Italiana. Sono rari anche gli ETF disponibili; la scelta si restringe molto. L’ETF tematico sulle terre rare è il VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS.

In certe fasi di mercato il prezzo delle terre rare è salito rapidamente rendendo vantaggioso l’investimento negli ETF dedicati. Però non vanno nascosti anche i rischi dell’investimento in ETF Terre Rare; questi strumenti hanno una bassa capitalizzazione, ed una scarsa differenziazione dei fondi, che si compongono di pochi titoli. Prima però vediamo gli ETF.

Cosa sono gli ETF?

Gli ETF (Exchange-Traded Funds) sono fondi di investimento che replicano l’andamento di un indice di mercato, come ad esempio l’indice azionario S&P 500. Gli ETF sono simili ai fondi comuni di investimento, ma differiscono in quanto possono essere scambiati in borsa come le azioni. Ciò significa che gli investitori possono acquistare e vendere facilmente le quote degli ETF durante la giornata di negoziazione, permettendo loro di beneficiare dei movimenti del mercato in tempo reale. Gli ETF sono spesso considerati un modo conveniente ed efficiente per diversificare un portafoglio di investimenti.

Cosa sono le Terre Rare?

Con il termine Terre Rare (Rare Earth, in inglese) si intende 17 elementi della tavola periodica che sono dei metalli rari. Le terre rare sono un gruppo di metalli di transizione utilizzati in una varietà di applicazioni tecnologiche, come ad esempio nella produzione di dispositivi elettronici, nella realizzazione di materiali per la difesa e nella medicina. Questi metalli sono chiamati “terre rare” perché sono difficili da trovare e da estrarre, e ciò li rende preziosi e rari. Sono presenti in piccole quantità in diverse rocce e minerali, e la loro estrazione richiede tecniche specializzate. Quali sono questi metalli rari? Eccoli:

  • Scandio
  • Ittrio
  • Lantanio
  • Cerio
  • Praseodimio
  • Neodimio
  • Promezio
  • Samario
  • Europio
  • Gadolinio
  • Terbio
  • Disprosio
  • Olmio
  • Erbio
  • Tulio
  • Itterbio
  • Lutezio

Caratteristiche delle Terre Rare

Questi metalli si estraggono con difficoltà e quindi il loro costo di estrazione è molto alto; in più nei prossimi anni la domanda crescente potrebbe superare l’offerta, spingendo il rialzo dei prezzi.

Chi controlla questo mercato è sopra tutto la Cina, anche se gli Stati Uniti stanno cercando di aumentare la produzione e le ricerche. I pochi ETF Terre Rare esistenti infatti si compongono di un numero ristretto di titoli, con la Cina che copre circa il 35% del paniere.

Investimento indiretto

ETF

Un altro aspetto da considerare è che l’investimento in Terre Rare è indiretto, cioè mediante l’acquisto di azioni delle società che le estraggono. Non si investe direttamente sulle materia prima, ma solo su un ETF poco differenziato, perché contiene un piccolo numero di società estrattive; per di più con rischio cambio. Le Terre Rare infatti non hanno una quotazione ufficiale e non esistono quindi contratti future sulle Terre Rare.

Per capire cosa significa osserviamo invece che l’indice Crb, indice delle materie prime, è costruito direttamente sul valore di un paniere di materie prime in base al loro prezzo “future”. Si tratta quindi del prezzo di mercato di 19 commodity tradizionali come alluminio, cacao, caffè, rame, cotone, petrolio, gas naturale, zucchero etc..

ETF: è un fondo passivo

Gli ETF Terre Rare cosa sono? Gli ETF sono dei fondi d’investimento che raccolgono capitale tra i risparmiatori, per investirlo in un paniere di titoli di società i cui profitti derivano da attività sulle terre rare o da altri metalli strategici. Sono società minerarie, raffinerie o imprese di riciclaggio degli elementi. Il vantaggio dell’investimento in un ETF piuttosto che in una singola società sta nella diversificazione; inoltre ci sono i vantaggi propri di un ETF con la sua gestione passiva che ha minori costi.

Su quale ETF Terre Rare investire nel 2023?

Purtroppo l’investitore in un ETF Terre Rare ha una scelta limitata; anzi obbligata perché esiste un solo ETF dedicato a questo piccolo settore. Quotato in dollari anche in Borsa Italiana, il VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS ETF (Isin IE0002PG6CA6, Codice Alfanumerico REMX) comprende titoli di società del settore metalli rari e strategici.

VanEck ETF Terre rare

L’ETF Vaneck sulel terre rare ha come benchmark il MVIS Global Rare Earth/Strategic Metals Index, indice a capitalizzazione, sovra pesato sulle società più capitalizzate del settore. Il peso massimo è comunque all’8%, per ottimizzare il rischio dell’investimento. I titoli del fondo appartengono a società australiane (35%), cinesi (27%), Usa (12%), Canadesi ( 9%). Pilbara Minerals Ltd è la più importante società del fondo, seguita da Rare-Earth ORD A. Il TER, o costo annuo, di questo fondo ad accumulazione, è solo di 0,59%.

Per una giusta valutazione e per capire l’andamento del fondo si consiglia di comparare questo ETF Terre Rare con L’ETF MSCI World Materials e l’ETF MSCI World.

Previsioni di prezzo ETF Terre Rare

Il prezzo dei metalli rari oscilla sulla base della richiesta di mercato e sulle notizie di nuovi giacimenti. La maggior parte della produzione si trovava in Sudafrica, Sudamerica e India. Oggi le principali miniere si trovano in Cina (168mila tonnellate), Stati Uniti (48mila tonnellate), Myanmar (26mila tonnellate), Australia (22mila tonnellate), Tailandia (8mila tonnellate) e negli USA. (Dati 2021 di US Geological Survey USGS sulle terre rare).

Questi metalli rari servono nella produzione di semiconduttori, TV, smartphone e nelle batterie elettriche. Anche l’industria green ne fa largo uso, anche se la estrazione è molto inquinante, perché produce rifiuti tossici. Infatti per ogni auto elettrica prodotta serve un quantitativo di metalli da 6 a 8 volte superiore rispetto alla produzione di un’auto tradizionale. Quindi il mercato dell’auto elettrica potrebbe far salire il prezzo dei metalli rari.

Le Quotazioni

Migliori ETF

Le quotazioni dell’ETF Terre Rare partito nel 2021, hanno raggiunto un massimo quest’anno di 21,98 in aprile 2022 e dopo un minimo a 14,72 dollari, è risalito quasi a 18 per poi scendere intorno a 16. Queste oscillazioni sono dovute all’incertezza dei mercati che oscillano tra ripresa post covid, recessione, guerra e notizie di nuovi giacimenti. Bisogna quindi che l’investitore faccia attenzione all’entrata su questo mercato in un momento favorevole, magari usando un oscillatore o l’indicatore StochRsi.

Metalli strategici

Attualmente, la Cina è di gran lunga il maggior produttore mondiale. La produzione cinese di terre rare è nelle mani di sei aziende di proprietà statale; il governo quindi esercita un rigido controllo del mercato. E’ evidente come l’Occidente sia dipendente quasi totalmente dalle terre rare cinesi, in modo particolare nei settori ad alta tecnologia.

Molti pensano che la Cina potrebbe usare i metalli rari come Putin ha usato il gas con intenti ricattatori. Sarebbe un grave errore che potrebbe diventare una minaccia per l’economia ed i mercati. Questo sicuramente provocherebbe grande volatilità. L’Europa intanto prevede che la domanda delle sole terre rare aumenterà di cinque volte entro il 2030, mentre ora dipendiamo per oltre il 90% dalla Cina.

Nuovi giacimenti

Qualche mese fa la Turchia ha annunciato la scoperta del secondo più grande giacimento di Terre Rare al mondo. Si parla di ben 694 mln di tonnellate di riserve di Terre Rare nel distretto Beylikova di Eskişehir, secondo solo al giacimento cinese di Baotou da 800 mln di tonnellate.

Anche in Sardegna hanno scoperto che i graniti di Buddusò contengono elevate percentuali (fino al 15%) di allanite, un minerale magmatico raro che si caratterizza per essere ricco di terre rare (Lantanio, Cerio, Praseodimio, Samario e Neodimio) e interessanti quantità di Ferro, Tantalio, Niobio, Germanio e Gallio. 

ETF Metali Rari: i rischi

Investire in un ETF Terre Rare può essere quindi un buon investimento a patto di farlo nel momento giusto e considerando il rischio. Prima di tutto il rischio cambio dal momento che questo ETF è quotato in dollari. Prima di investire quindi bisogna verificare quanto del proprio portafoglio è già esposto al cambio euro/dollaro per non aumentare troppo la dipendenza del portafoglio dal dollaro Usa.

Un altro rischio è quello della capitalizzazione del fondo. Il fondo dovrebbe avere una capitalizzazione di almeno 100 milioni; nel caso scendesse in maniera stabile sotto i 100 milioni il fondo potrebbe venir delistato, cioè alla gestione del fondo verrebbe recapitata la revoca dalle negoziazioni della borsa valori.

Infine un ulteriore rischio da considerare è quello cinese. Bisogna farsi la domanda: quanto sono esposto sul mercato cinese? Inoltre i metalli strategici possono essere un’arma politica e quindi subire improvvisi scossoni, con possibile repentino aumento della volatilità. La Cina da parte sua ha già chiarito che non fornirà metalli rari a paesi potenzialmente ostili.

Quanto investire?

Dopo aver elencato i rischi da considerare prima di una decisione di investimento, quanto conviene investire nelle Terre Rare? In ogni caso questo settore costituisce una nicchia di mercato, la volatilità è elevata. Quindi per questo motivo il buon senso consiglia di investire in ETF Terre Rare una percentuale modesta del portafoglio.

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