Certificati a Capitale Garantito per il 2020/2021

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Cresce la richiesta di certificati a capitale garantito (o protetto). La lunga corsa dei mercati azionari potrebbe essere messa in discussione dal coronavirus, i cui effetti sull’economia sono ancora tutti da decifrare, sia per quanto riguarda il 2020 che per il 2021. La prima immediata conseguenza di questo clima di incertezza è stata quello di uno spostamento dei flussi di investimento verso l’oro, bene rifugio per eccellenza. Per quanto riguarda il mondo degli investment certificates, emerge una crescente richiesta di prodotti studiati apposta per avere incorporata una maggiore tutela del capitale. Fra questi possiamo senz’altro segnalare i certificates con capitale protetto (dove spesso è garantita una quota di capitale compresa fra il 90% ed il 100%) e quelli con airbag, anche definiti certificates low strike, in grado di contenere le perdite nel caso di forti discese dei sottostanti.

Un certificato a capitale garantito sul FTSE100

Fra le nuove emissioni del 2020 con capitale protetto (in questo caso la garanzia del capitale è al 95%) troviamo un certificato legato al FTSE100 di Banca Akros. Questo certificato ha codice ISIN IT0005399206 ed offre una cedola annuale del 3,5%, distribuita a patto che l’indice britannico si trovi al di sopra del valore di fixing iniziale, fissato a fine febbraio 2020. La cedola in questo certificato con capitale garantito non è a memoria. Non è presente l’autocallable, a fronte di una vita del certificato pari a 5 anni.

Come funziona questo certificato a capitale garantito al 95%?

Se ad ogni rilevazione annuale l’indice britannico FTSE 100 dovesse essere su valori pari o superiori rispetto a quelli del fixing iniziale, l’investitore riceverebbe una cedola del 3,5%, non a memoria. Alla scadenza del certificato, a febbraio 2025, l’investitore si troverebbe di fronte a tre possibili scenari.

Se il FTSE 100 dovesse essere al di sopra del 100% rispetto ai valori iniziali, l’investitore riceverebbe l’ultima cedola, pari al 3,5$% più il rimborso dell’intero valore nominale. Se l’indice dovesse essere fra il 95% ed il 100% del valore di fixing iniziale, l’investitore riceverebbe tale percentuale come rimborso (quindi un valore fra il 95% ed il 99,99% del capitale iniziale. Se invece l’indice dovesse essere sceso al di sotto del 95%, grazie al meccanismo della tutela del capitale (con un capitale garantito al 95%), l’investitore riceverebbe un rimborso pari al 95%.

Nel complesso si tratta di un buon prodotto soltanto nel caso in cui i listini azionari tengano nei prossimi anni, viceversa se vi fosse anche soltanto una leggera flessione, il rischio sarebbe quello di dover attendere la scadenza – lontana al 2025 – per avere un rimborso pari al 95% del valore iniziale. Positiva la tutela del capitale (essendo come visto un certificato a capitale garantito al 95%), ma in questo caso limitando notevolmente le probabilità di profitto dell’investitore. Come detto il codice ISIN di questo certificato a capitale garantito è IT0005399206.

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Un certificato a capitale protetto 100% con partecipazione

Fra i certificati di investimento con capitale protetto spiccano anche alcuni prodotti emessi da Leonteq. Fra questi segnaliamo un certificato con codice ISIN CH0451139759 legato ad alcuni big di Piazza Affari. Nel dettaglio si tratta di un certificato con capitale garantito al 100% (a scadenza), con partecipazione al 150% ai rialzi e “cap” massimo al 130%. I titoli cui fa riferimento questo interessante certificato con capitale garantito di Leonteq sono A2A, Generali, Intesa Sanpaolo, Saipem, Snam.

Questo certificato, nonostante sia a capitale garantito, offre pertanto un significativo margine di profitto. La scadenza è fissata al 19 gennaio 2024. Non sono previste cedole intermedie, né l’opzione autocallable. Questo certificato a capitale protetto 100% è denominato in dollari ed è quotato sull’Euro TLX.


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