Borsa Italiana Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/borsa-italiana/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Tue, 30 Jul 2024 12:48:36 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Borsa Italiana Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/borsa-italiana/ 32 32 Certificati di investimento su Indici – Marex https://www.investire-certificati.it/certificati-di-investimento-su-indici-marex/ Tue, 30 Jul 2024 12:48:34 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=34200 Arrivano da Marex tre nuovi certificati di investimento su grandi indici azionari. Cedole mensili per un rendimento potenziale che varia fra il 6,20% annuo lordo ed il 9,18%. Decisamente ampie le barriere, collocate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale. In altre parole, si ottiene un profitto a patto che gli indici sottostanti non perdano […]

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Arrivano da Marex tre nuovi certificati di investimento su grandi indici azionari. Cedole mensili per un rendimento potenziale che varia fra il 6,20% annuo lordo ed il 9,18%.

Decisamente ampie le barriere, collocate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale. In altre parole, si ottiene un profitto a patto che gli indici sottostanti non perdano il 50% o più dai prezzi di fixing. Vediamo nel dettaglio il funzionamento dei tre certificates su indici (ed ETF legati al maggiore indice azionario del Brasile e dell’azionario cinese). Da notare come i nuovi prodotti siano quotati in euro, con valore nominale, presentino barriere discrete, con osservazione soltanto a scadenza, e abbiano cedole a memoria.

Investire sugli indici Euro Stoxx 50, S&P 500 e Nikkei con i certificati

investire sugli indici
investire sugli indici

Partiamo dal certificato maggiormente difensivo, ISIN IT0006764879 con gli indici Euro Stoxx 50, S&P 500 e Nikkei per sottostanti. Le barriere sono collocate al 50%, permettendo quindi all’investitore di ottenere un profitto anche in caso di marcati ribassi degli indici. Il certificato paga premi mensili condizionati pari allo 0,517%, per un rendimento potenziale del 6,20% su base annua.

La barriera del 50% vale sia come barriera cedolare che come barriera capitale. L’autocall è attivo dal sesto mese, con trigger dapprima al 100% e successivamente decrescente dell’1% su base mensile.

Se non si attiva l’opzione del richiamo anticipato sono possibili due scenari a scadenza: se gli indici si trovano sopra barriera, l’investitore riceve il rimborso del capitale e la cedola del periodo, con effetto memoria. In caso contrario il rimborso sarebbe proporzionale con la performance del worst of, ossia del sottostante con l’andamento peggiore fra gli indici legati al certificato.

Investire sul Brasile (e su altri indici) con i certificates

Come investire sul Brasile e su altri grandi indici mondiali con i certificates? Il secondo certificato di questa lista (IT0006764721) ha fra i sottostanti MSCI Brazil ETF, oltre ad Euro Stoxx 50, S&P 500 e Nikkei 225. La presenza dell’indice brasiliano, seguito tramite un ETF tematico, permette al certificato di incrementare di circa il 50% il suo rendimento, con cedole mensili condizionate fino allo 0,765% mensile.

In questo caso l’opzione del richiamo anticipato (autocall) è attiva dal quinto mese in poi, ossia da gennaio 2025.

Euro Stoxx, Nikkei e l’indice cinese per un rendimento fino all’8% annuo

Il terzo certificato è l’unico – fra quelli presentati in questo articolo – con cedole trimestrali. I premi possono arrivare fino all’8% annuo (tramite 4 cedole trimestrali del 2%) e i sottostanti sono Nikkei, Euro Stoxx 50, l’indice americano S&P 500 e l’ETF di iShares che segue le azioni a larga capitalizzazione della borsa cinese. Il codice ISIN di questo certificato emesso da Marex è IT0006764713.

Anche questo certificato è quotato in euro, evitando quindi rischio di cambio per l’investitore. E’ presente l’effetto memoria delle cedole e l’autocall è presente dalla fine del secondo trimestre in poi.

Scheda dei nuovi certificati su indici azionari emessi da Marex su Borsa Italiana

I tre certificates possono essere acquistati alla pari (1000 euro) fino a venerdì. Successivamente il prezzo di mercato oscillerà in base all’andamento dei sottostanti. I prodotti sono quotati su Borsa Italiana dove la liquidità è garantita da Marex, emittente dei certificates.

ISINNome ProdottoCedola p.a.Barriera CedolaBarriera CapitaleScadenza
IT0006764879Phoenix Memory Autocall on Euro Stoxx 50®, S&P 500®, Nikkei 225 © Nikkei Inc.6.20%50%50%12 Novembre 2027
IT0006764721Phoenix Memory Autocall on iShares MSCI Brazil ETF, Euro Stoxx 50®, S&P 500®, Nikkei 225 © Nikkei Inc.9.18%50%50%12 Novembre 2027
IT0006764713Phoenix Memory Autocall on Nikkei 225 © Nikkei Inc., Euro Stoxx 50®, S&P 500®, iShares® China Large-Cap ETF8.00%55%50%9 Agosto 2028

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa. I certificates sono prodotti complessi e il capitale investito è a rischio. I rendimenti indicati sono lordi, tassazione 26%.

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Quali sono i certificates più scambiati? https://www.investire-certificati.it/quali-sono-i-certificates-piu-scambiati/ Thu, 06 Jun 2024 07:45:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=33621 Quali sono i certificates più acquistati sui mercati? Non possiamo definire quali siano i migliori certificati di investimento. La risposta varierebbe dalla diversa propensione al rischio di ogni investitore, così come dall’orizzonte temporale e dalla view sui mercati. Possiamo però definire con certezza – grazie ai dati ufficiali di Borsa Italiana – quelli più scambiati. […]

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Quali sono i certificates più acquistati sui mercati? Non possiamo definire quali siano i migliori certificati di investimento. La risposta varierebbe dalla diversa propensione al rischio di ogni investitore, così come dall’orizzonte temporale e dalla view sui mercati. Possiamo però definire con certezza – grazie ai dati ufficiali di Borsa Italiana – quelli più scambiati. In questo articolo ci siamo focalizzati sui prodotti emessi da Leonteq ed EFG International, per capire quali siano quelli preferiti dagli investitori italiani.

Operativamente troviamo un’ampia varietà di sottostanti: si va da panieri azionari, con basket su titoli del FTSE Mib, a certificates legati alle materie prime, con focus sul petrolio e su indici azionari.

Per quanto riguarda i titoli di Piazza Affari la fa ancora da padrone il settore bancario, con numerosi prodotti che hanno fra i sottostanti Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM. Anche STMicroelectronics e Stellantis portano buoni rendimenti e riscuotono un certo successo.

Certificates sul petrolio

L’offerta di certificati di investimento di Leonteq ed EFG International aventi per sottostante il petrolio è decisamente ricca. Nella top ten di quelli più negoziati nell’ultima settimana di maggio ne troviamo ben due.

Il primo ha per sottostante il WTI, benchmark del greggio statunitense, l’EuroStoxx 50 e l’indice americano S&P 500. Il codice ISIN è CH1327224759 ed il certificato paga cedole mensili dello 0,75%, per un rendimento cedolare del 9% annuo.

investire sul petrolio

Ha una caratteristica che lo rende un prodotto molto difensivo: la barriera capitale (e cedolare) posizionata al 50%. Numeri veramente ampi, considerando la solidità dei tre sottostanti. Fra il resto sia l’indice Euro Stoxx 50 che l’S&P500 navigano sopra i prezzi di strike, con il solo WTI in frazionale ritardo. La distanza dalla barriera è quindi praticamente intatta, anche se il certificato si acquista leggermente a sconto, con un prezzo in lettera in area 990 a fronte di un valore nominale di 1000. Il prodotto è stato emesso da EFG International ed è un softcallable, quindi con richiamo a discrezione dell’emittente.

Sempre fra i certificati maggiormente scambiati troviamo un secondo prodotto di investimento unicamente focalizzato sul petrolio (CH1336218750). I sottostanti sono infatti WTI e Brent, i due principali benchmark relativi al prezzo dell’oro nero. Le barriere in questo certificato per investire sul petrolio sono collocate al 60%, per un rendimento cedolare che sale all’1% su base mensile.

Certificati più scambiati su basket azionari italiani

Fra i certificates più scambiati troviamo un prodotto su Banco BPM e Unicredit, con ISIN CH1336217778, emesso da EFG International. Decisamente interessante il rendimento potenziale, con cedole mensili condizionate dell’1%. Le barriere sono ampie, in quanto collocate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale. Inoltre, entrambi i sottostanti navigano sopra i prezzi di osservazione iniziale. Nonostante ciò, il certificato scambia appena sotto la pari, per un rendimento potenziale che supera di qualche decimale il 12% annuo.

Si resta su titoli italiani anche con il certificato ISIN CH1283534035, che ha per sottostanti Eni, Intesa Sanpaolo e Stellantis. Il prodotto è stato emesso da Leonteq e prevede cedole mensili condizionate allo 0,75%, a fronte di barriere nominali del 60%. Dallo strike, però, Stellantis ha guadagnato circa il 20% e Intesa il 40%. In verde anche Eni, salita del 2%, a fronte di un prezzo spot in area 990 euro.

Sale il rendimento potenziale con il certificato ISIN CH1336243212. Le azioni sottostanti sono Stellantis, STM e Unicredit. Le barriere sono collocate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale, con la sola Stellantis in ritardo di circa 12 punti percentuali, mentre gli altri due titoli sono in area strike.

Il certificato ha riscontrato un elevato successo per il suo rendimento potenziale, grazie a premi mensili condizionati dell’1,25%, con la possibilità quindi di incassare cedole annue fino al 15% lordo. Come nota ricordiamo che tutti i rendimenti indicati in questo articolo sono lordi, con tassazione al 26%.

Efficienza fiscale dei certificati di investimento

I certificati di investimento sono uno strumento fiscalmente efficiente. Producono infatti reddito che il fisco considera a tutti gli effetti come “diverso”. Pertanto, sia con capital gain da rivendita ad un prezzo superiore a quello di acquisto che tramite le cedole percepite è possibile compensare eventuali minusvalenze pregresse.

A tal proposito ricordiamo anche come Leonteq abbia emesso alcuni certificati maxicedola, con premi davvero importanti, fino al 40%. Fra i certificati con maxicedola che devono ancora staccare il premio ricordiamo ISIN CH1349977657 (su Banco BPM, Eni e Stellantis) e ISIN CH1336243337 (Banco BPM, Stellantis, STM e Unicredit). Entrambi si comprano sotto la pari e pagano una maxicedola del 40% a fronte di un’ampissima barriera cedolare del 35%. Nel primo certificato la barriera capitale è posizionata al 60%; nel secondo al 70%.

I certificates di Leonteq e EFG International più scambiati

Ecco la lista dei codici ISIN dei certificates più scambiati nell’ultima settimana di Maggio 2024 fra quelli emessi da Leonteq ed EFG International.

  1. CH1327224759
  2. CH1336217778
  3. CH1336218750
  4. CH1283534035
  5. CH1336243212
  6. CH1254836625
  7. CH1336220988
  8. CH1290290662
  9. CH1325427792
  10. CH1314023404

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa con certificates o altri prodotti finanziari. 

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Certificates di Borsa Italiana https://www.investire-certificati.it/certificates-di-borsa-italiana/ Sun, 17 Sep 2023 08:00:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=26725 Su Borsa Italiana sono negoziabili oltre diecimila investment certificates. Cosa sono i certificati di investimento e quali sono i mercati su cui comprarli? Nel dettaglio i certificates sono negoziati su Borsa Italiana su SeDex ed EuroTLX. Qui si trovano le principali emissioni di grandi banche come Unicredit Bank, BNP Paribas, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Akros […]

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Su Borsa Italiana sono negoziabili oltre diecimila investment certificates. Cosa sono i certificati di investimento e quali sono i mercati su cui comprarli? Nel dettaglio i certificates sono negoziati su Borsa Italiana su SeDex ed EuroTLX. Qui si trovano le principali emissioni di grandi banche come Unicredit Bank, BNP Paribas, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Akros ed anche i certificati emessi da solidi emittenti come Vontobel, Leonteq o Marex.

Certificati di investimento

I certificati di investimento, spesso definiti investment certificates, sono derivati cartolarizzati legati all’andamento di un’attività sottostante. Il loro valore dipende quindi dall’andamento dell’azione, dell’indice azionario, della materia prima o della coppia di valute cui fanno riferimento. La maggior parte dei certificates fa riferimento a singoli titoli azionari, a panieri di titoli o a indici azionari di borsa. Inoltre, un’ampia fetta di questi prodotti è negoziabile su Borsa Italiana con i tradizionali orari di borsa.  I certificates sono emessi da un’istituzione finanziaria come una banca o un’emittente che si impegna di onorare eventuali cedole periodiche, i premi e garantisce il rimborso del certificato a scadenza.

I certificati acquistabili su Borsa Italiana sono quindi strumenti derivati negoziabili su un mercato regolamentato. L’investimento con i certificates può rappresentare un’alternativa all’investimento diretto nel sottostante. Permettono la creazione di strutture e strategie altrimenti difficilmente realizzabili per un piccolo investitore.

Valore nominale

Generalmente il valore nominale dei certificati su Borsa Italiana è pari a 100 euro o 1000 euro. Si trovano però, anche su Borsa Italiana, certificati denominati in altre valute, in particolare in dollari. In questo caso l’investitore assumerà una posizione lunga nella valuta di denominazione del certificato. Se sono presenti sottostanti esteri ma il certificato è denominato in euro non è invece presente rischio di cambio e si dice che il certificato abbia l’opzione quanto.

Scadenza dei certificates

I certificati hanno di norma una data di emissione ed una data di scadenza. Ci sono però varie eccezioni anche fra i certificates negoziati su Borsa Italiana. Per esempio, troviamo certificates “open end”, appunto senza una data di scadenza prefissata. Anche i tracker o gli strategic certificates possono essere open end, ossia senza una data di scadenza prefissata.

Discorso analogo per i turbo certificates, che una volta emessi possono proseguire la loro vita senza scadenza, salvo venga raggiunto il livello di knock out che azzererebbe il loro valore. Da segnalare, poi, per i certificati di investimento, la presenza in molti prodotti dell’opzione autocallable. Di fatto, al verificarsi di determinate condizioni di prezzo, il derivato strutturato viene richiamato anticipatamente dalla banca o dall’emittente. L’investitore ricevere l’intero valore nominale e tutte le cedole dovute fino a quel momento.

Caratteristiche dei certificati di investimento

Una caratteristica dei certificati di investimento è la molteplicità di possibili strutture su cui sono basati. Troviamo in primis certificati a capitale garantito (a volte al 100%, altre volte su percentuali inferiori, come per esempio il 95% o il 90%). L’investitore con acquistando questi prodotti ha la garanzia del rimborso del capitale (o di una parte del capitale) a scadenza indipendentemente dall’andamento dei sottostanti cui fanno riferimento. Questo limita chiaramente il rendimento potenziale di questi derivati strutturati.

certificates

Ci sono poi i certificati di investimento con capitale condizionatamente protetto. L’investitore è protetto a patto che il sottostante (o il worst of in un paniere di sottostanti) non perdano oltre il 40 o il 50% dai prezzi di osservazione iniziale. Ci sono poi certificates a leva, così come prodotti che replicano l’andamento di un indice, come i tracker certificates o gli strategic certificates.

Sono poi molteplici le opzioni che possono essere contenute nei certificati negoziati su Borsa Italiana. Oltre ai certificati a capitale protetto, per chi volesse limitare il rischio troviamo i certificati con airbag o quelli con cedola fissa garantita. Chiaramente l’elemento centrale è la scelta dei sottostanti: anche la presenza dell’airbag servirebbe a poco nel caso in cui uno o più sottostanti perdessero il 90% del proprio valore durante la vita del certificato.

Fiscalità dei certificates su Borsa Italiana

Uno dei punti chiave dei certificati presenti su Borsa Italiana è l’aspetto fiscale. Perché i certificati sono efficienti fiscalmente? Si dice che i certificates siano fiscalmente efficienti perché generano reddito diverso, pertanto in grado di compensare eventuali precedenti minusvalenze. Sia il capital gain che eventuali cedole percepite da questi prodotti possono alleggerire lo zainetto fiscale dell’investitore, compensando minusvalenze. Fanno eccezione soltanto i certificati a capitale protetto con cedole garantite.

 A tal proposito, soprattutto verso fine anno, sono spesso di moda i certificati maxicedola. Si tratta di prodotti finanziari caratterizzati da una ghiotta maxicedola iniziale (spesso fra il 10 ed il 20%). Il valore del certificato scende dopo lo stacco della cedola ed il payoff successivo è generalmente misero, avendo il certificato già staccato la maxicedola iniziale. Da ricordare come il coupon iniziale possa essere garantito o condizionato ad una barriera.

Market Maker su Borsa Italiana

La banca o l’emittente che lista un certificato di investimento su Borsa Italiana si impegna a mantenere la liquidità. Pertanto, dovrà quindi offrire la possibilità di acquistare o vendere i certificati agli investitori garantendo uno spread contenuto sul book di borsa. È quindi compito della banca o dell’emittente esporre prezzi in denaro (bid) e lettera (ask) al fine di facilitare la negoziazione su Borsa Italiana dei certificates.

Nel caso in cui un certificato vada in “bid only” sarà possibile venderlo ma l’emittente non ne vende altri pezzi. Lo si potrà acquistare soltanto se si trovano investitori privati che si pongono sul book di negoziazione di borsa in vendita.

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Come Funzionano i Certificates? https://www.investire-certificati.it/come-funzionano-i-certificates/ Thu, 07 Sep 2023 07:12:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=27228 Come funzionano i certificates o certificati di investimento? Come si costruiscono? Con quali strumenti? Come investire nei certificates? Prima di tutto diciamo cosa sono sono i certificates. Sono “derivati cartolarizzati” emessi da banche o società finanziarie, che replicano passivamente il prezzo di un’azione, di un basket di azioni, di un indice finanziario, di una valuta, […]

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Come funzionano i certificates o certificati di investimento? Come si costruiscono? Con quali strumenti? Come investire nei certificates?

Prima di tutto diciamo cosa sono sono i certificates. Sono “derivati cartolarizzati” emessi da banche o società finanziarie, che replicano passivamente il prezzo di un’azione, di un basket di azioni, di un indice finanziario, di una valuta, di una commodity o di un tasso di interesse.

Ma cosa sono i derivati cartolarizzati?

La cartolarizzazione è una operazione finanziaria che trasforma uno strumento finanziario non trasferibili in un altro strumento trasferibile, negoziabile e liquido. In pratica i certificates sono titoli strutturati e cartolarizzati, ma differiscono dagli altri derivati più noti come futures e opzioni, perché questi ultimi sono meri contratti. Come funzionano i certificates che si possono considerare derivati buoni con profilo di rischio più prudente? Spesso i più graditi ai risparmiatori sono i certificates a capitale protetto e quelli con cedole garantite.

I rischi

L’emittente non ha rischi, perché è coperto, ha solo costi di emissione (i costi legati alla quotazione del prodotto). Anche con i certificates ci sono comunque alcuni rischi per l’acquirente, come in tutti i prodotti finanziari.

Fra i principali rischi dei certificati ricordiamo:

  • Rischio di mercato. Il prezzo del certificato varia sul mercato secondario. Può salire o scendere anche in maniera significativa. Con i certificati si può guadagnare così come perdere denaro.
  • rischio emittente. In caso di default dell’emittente, il certificato è equiparato alle obbligazioni senior non garantite e non privilegiate.
  • eventuale rischio di cambio, la valuta del Certificate può differire dalla valuta del sottostante. Nel caso in cui il certificato sia denominato in euro o se presente l’opzione quanto non vi è rischio cambio.

Profilo di rischio

certificati di investimento con airbag

Vista l’esistenza di rischio in questa tipologia di strumenti finanziari, che spesso i risparmiatori meno evoluti fanno fatica a comprendere, la regola fondamentale da rispettare è che il profilo di rischio del prodotto deve essere adeguato al profilo di rischio dell’investitore. Tuttavia le banche emittenti non hanno adottato un questionario comune per valutare il grado di preparazione di un cliente.

Ciascuna banca fa a modo proprio la profilazione del cliente e la valutazione del rischio adatto. Gli ordini sui certificati sono mediamente pesanti, con cifre cospicue. Si potrebbe pensare ad un certo l’interesse della banca a spingere la sottoscrizione dei certificati di investimento senza adottare criteri troppo restrittivi sul profilo di rischio del cliente e del prodotto. In realtà spesso non è così, perchè molte banche preferiscono spingere i clienti verso il risparmio gestito, che genera commissioni decisamente più elevate. Il tutto, in molti casi, a discapito del cliente.

Un esempio di certificato di investimento

I certificati di investimento sono generati grazie ad una serie di opzioni (call e put), collegate allo strumento in questione; quindi permettono alla società emittente di coprirsi per i certificati di investimento emessi.

Prima di spiegare in modo molto semplice come funzionano i certificates, ripartiamo dall’effetto leva. Ecco un esempio di trading con leva.

  • Si parte con un capitale di 100€
  • Si prende a prestito una somma di 900€, ottenendo così un capitale totale di 1000€
  • L’effetto leva finanziaria sarà di 10 a 1 oppure di x10
  • Si investe tutto il capitale in un unico titolo
  • Se il titolo fa un +20%, si riceveranno 1200€, meno i 900€ presi a prestito che devono essere restituiti, generando un profitto di 200€.
  • Pertanto, una prestazione di +20% ha generato una performance di +200%, portando il capitale da 100 a 300 euro (sono da togliere eventuali commissioni)

La copertura

Questo però è un esempio privo di qualsiasi copertura, caratteristica importante dei certificates. Quindi facciamo un esempio che protegga l’equity attraverso l’uso di opzioni. La struttura opzionale di una protezione dell’equity è data da:

  • acquisto di un’opzione call con strike pari a zero
  • acquisto di un’opzione put con strike pari al livello di protezione

Il prezzo della protezione sarà dato dal prodotto tra costo totale delle opzioni e un multiplo risultante dalla divisione di 100 per il valore del titolo sottostante al momento della emissione.

Cap il tetto massimo

Per non rischiare troppo e proteggere l’equity possiamo prevedere anche un “Cap”, ossia un tetto massimo al rimborso in caso di rialzo del sottostante. In questo caso, alla struttura del certificato viene aggiunta la vendita di un’opzione call con strike pari al tetto massimo che si vuole bloccare.

Stiamo vendendo una opzione e quindi l’aggiunta del Cap, se da un lato limita le possibilità di rendimento stabilendo un tetto massimo, dall’altro lato va ad aumentare il rendimento potenzialmente che si potrà ottenere dal certificato di investimento.

Come funzionano i certificates: investimento e finalità

I certificates sono uno strumento molto duttile in mano agli investitori perché ogni tipo di certificato raggiunge un diverso tipo di obbiettivo desiderato dal risparmiatore. Ecco vari tipi di certificates con alcune delle caratteristiche chiave.

  • Benchmark –> Replica passiva e lineare
  • Capitale Protetto/Capitale Garantito –> Protezione del capitale e possibilità di incassare cedole condizionate o premi fissi
  • Bonus/Cash Collect/Express –> Protezione condizionata
  • Digital/ Cash Collect / Phoenix –> Flusso cedolare
  • Express / Cash Collect –> Possibilità di richiamo anticipato del prodotto da parte dell’emittente al verificarsi di determinate condizioni di prezzo
  • Softcallable –> Possibilità di richiamo anticipato discrezionale da parte dell’emittente
  • Leva fissa –> Leva costante per tutta la vita del certificato
  • Minifuture –> Leva dinamica
  • Outperformance –> Partecipazione con leva più che proporzionale alla performance del sottostante
  • Twin win –> Guadagno bidirezionale (entro determinati livelli di ribassi)

Quando acquistiamo un certificato, acquistiamo quindi una strategia che viene strutturata servendosi di alcune opzioni che investono sul sottostante. Gli emittenti comprano, o se preferite “negoziano”, queste opzioni in un mercato OTC (Over The Counter), un mercato non regolamentato.

La strategia operativa messa in piedi da queste opzioni viene “cartolarizzata” e negoziata sul SeDeX o sul Cert-X per un rendimento a scadenza. Un Bonus Cap per esempio si costruisce comprando una opzione call ed una put e vendendo una call. Vediamo ora come si confezionano e come funzionano i certificates.

Come nascono e funzionano i certificates

Vediamo altri dettagli sulla struttura dei certificates, partendo dalla loro creazione e dalla successiva emissione.

Emittente e strutturatore

All’inizio entra in gioco l’emittente, di solito una banca che garantisce cedole e rimborsi. L’emittente procede prima di tutto all’analisi di mercato per verificare che cosa il mercato e la clientela richieda. Quando il certificato è pronto l’emittente lo può vendere direttamente agli investitori istituzionali senza immetterli nel mercato, come invece devono fare i piccoli risparmiatori che possono acquistarli nelle loro banca.

certificati di investimento

Verificata in primis la forte domanda su un tipo di sottostante, si passa alla vera e propria costruzione che è affidata ad uno “strutturatore”, cioè a colui che assembla le opzioni in una struttura solida ed efficace. Questa figura umana viene sempre più sostituita da piattaforme tecnologiche molto avanzate che selezionano rapidamente e combinano gli strumenti più adatti misurando anche i minor costi possibili. Ciò aiuta la grande produzione di certificates per ogni esigenza.

Per verificare la solidità dell’emittente si può valutare il giudizio delle principali agenzie di rating, cioè S&P Global Rating, Moody’s e Fitch. Quasi tutte le emittenti hanno un rating ed offrono quindi garanzie in termini di solidità patrimoniale.

Il trader specialista

Per valutare completamente il nuovo certificato c’è bisogno poi del trader che garantisce la copertura del rischio e opera come “specialista” e market maker del certificati sul mercato. Non è un compito facile, ma nel valutare ogni giorno volatilità e greche delle opzioni si avvale di sofisticati software tecnici che lo aiutano a coprire il rischi operativo e rendono sicuro il pagamento delle cedole, bonus etc..

La Rete

Il certificato pronto, strutturato e appetibile viene distribuito da una rete, un intermediario finanziario che procede alla proposta di vendita. Per questo riceve una (alta) commissione che è compresa nel prodotto strutturato e viene pagata dal cliente. Le reti più avanzate, per vendere senza problemi, selezionano i certificati e chiedono specifici prodotti strutturati a più emittenti.

Il consulente ed il risparmiatore

Siamo all’ultimo step; il consulente finanziario consiglia al risparmiatore il miglior certificato per la propria pianificazione finanziaria ed il proprio portafoglio; da parte sua il risparmiatore vorrà ottenere rendimento, un certo flusso di cedole, oppure usufruire di uno dei maggiori vantaggi dei certificati: recuperare le minusvalenze.

Abbiamo visto come funzionano i certificates, perché investire con i certificati, come nascono e come vengono immessi nel mercato. Alla fine si può considerare che molto spesso investire in un certificato permette di essere sottoposti ad un rischio inferiore ad un investimento sul sottostante.

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Certificates per Investire su Indici di Borsa https://www.investire-certificati.it/certificates-per-investire-su-indici-di-borsa/ Tue, 27 Jun 2023 09:54:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28656 Una serie di certificates per investire su indici di borsa con premi fino all’8% su base annua. Ecco una nuova emissione di BNP Paribas, già negoziabile sul SeDex di Borsa Italiana. Investire sugli indici con i certificates Le borse sono reduci da performance decisamente positive negli ultimi sei mesi. Chi si attende una fase laterale […]

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Una serie di certificates per investire su indici di borsa con premi fino all’8% su base annua. Ecco una nuova emissione di BNP Paribas, già negoziabile sul SeDex di Borsa Italiana.

Investire sugli indici con i certificates

Le borse sono reduci da performance decisamente positive negli ultimi sei mesi. Chi si attende una fase laterale o una modesta correzione può optare su certificates che hanno per sottostanti basket di indici azionari. Di fatto con questi strumenti si incassano cedole periodiche a fronte di una protezione del capitale condizionata a barriere relativamente ampie, soprattutto se consideriamo che i sottostanti sono indici e non singole azioni.

I certificates di BNP Paribas sono scritti su vari indici. Si va da indici come FTSE Mib, Cac e Dax (nel certificato NLBNPIT1R361, alla coppia Euro Stoxx 50 ed indice Euro Stoxx Banks, con il certificato ISIN NLBNPIT1R346  che paga cedole fino all’8% annuo

Come funzionano i certificates su indici

investire su indici
Indici

Ma come investire sugli indici di borsa con i certificates? Fra le nuove emissioni di BNP Paribas troviamo una serie di certificates focalizzati su indici di borsa. Vediamone il funzionamento

I nuovi certificati memory cash collect su panieri di indici permettono agli investitori di incassare premi trimestrali (con la presenza dell’effetto memoria) purché la quotazione del sottostante sia pari o superiore al livello Barriera Premio, posizionate fra il 60% ed il 70% del valore iniziale degli indici sottostanti. I premi trimestrali variano fra l’1,30% ed il 2%, con rendimenti potenziali che oscillano quindi fra il 5,20% e l’8% annuo.

Alla scadenza sono possibili due scenari

La vita dei certificates è lunga, con scadenza giugno 2027. Non è prevista l’opzione del richiamo anticipato, con una vita dei prodotti quindi prefissata e pari a 4 anni. Da notare come la barriera sia discreta, ossia con osservazione soltanto alla scadenza dei certificati- E’ inoltre presente anche l’effetto memoria delle cedole.

Alla scadenza l’investitore si trova di fronte a due possibili scenari:

  • Nel caso in cui la quotazione del sottostante è pari o superiore al livello Barriera a Scadenza, il certificato rimborsa il valore di 100 euro più il premio con Effetto Memoria
  • Nell’ipotesi in cui la quotazione di uno o più indici di borsa sottostanti sia inferiore al livello Barriera a Scadenza, il Certificato paga un importo commisurato alla performance dell’indice con la peggior prestazione.

Scheda dei certificati per investire su indici di borsa

CODICE ISININDICI SOTTOSTANTIVALORE INIZIALELIVELLO BARRIERAPREMIO TRIMESTRALE
NLBNPIT1R346EURO STOXX 504394,822856,633 (65%)2,00% (8,00% p.a.)
 EURO STOXX BANKS104,9768,2305 (65%) 
NLBNPIT1R361FTSE MIB27861,819503,26 (70%)1,55% (6,20% p.a.)
 DAX16357,6311450,341 (70%) 
 CAC 407388,655172,055 (70%) 
NLBNPIT1R395EURO STOXX BANKS104,9762,982 (60%)1,85% (7,45% p.a.)
 STOXX GLOBAL SELECT DIVIDEND2678,181606,908 (60%) 
NLBNPIT1R320EURO STOXX 504394,823076,374 (70%)1,50% (6,00% p.a.)
 S&P 5004409,593086,713 (70%) 
NLBNPIT1R312NASDAQ 10015083,9210558,744 (70%)1,38% (5,52% p.a.)
 S&P 5004409,593086,713 (70%) 
NLBNPIT1R338EURO STOXX OIL & GAS326,99228,893 (70%)1,65% (6,60% p.a.)
 EURO STOXX UTILITIES381,43267,001 (70%) 
NLBNPIT1R387EUROSTOXX CONSTRUCTION & MATERIALS597,65418,355 (70%)1,30% (5,20% p.a.)
 EURO STOXX INDUSTRIAL GOOD & SERVICE1126,47788,529 (70%) 
NLBNPIT1R379EUROSTOXX 50 ESG177,18124,026 (70%)1,40% (5,60% p.a.)
 CAC 40 ESG2290,961603,672 (70%) 
NLBNPIT1R5E3NASDAQ 10015083,9210558,744 (70%)1,65% (6,60% p.a.)
 NIKKEI 22533706,0823594,256 (70%) 
NLBNPIT1R353NASDAQ 10015083,929804,548 (65%)1,70% (6,80% p.a.)
 HANG SENG TECH4233,492751,7685 (65%) 

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta sollecito all’investimento in borsa.

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Indice Nikkei https://www.investire-certificati.it/indice-nikkei/ Fri, 22 Apr 2022 08:13:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=10008 Cosa è l’indice Nikkei? Come si calcola il valore dell’indice azionario Nikkei? Da cosa deriva il nome dell’indice giapponese Nikkei 225? Cosa è l’indice NIKKEI? Il Nikkei è il principale indice azionario giapponese. È composto dai maggiori 225 titoli giapponesi e comprende vari colossi della tecnologia e dell’elettronica. Fra le azioni che compongono il NIKKEI […]

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Cosa è l’indice Nikkei? Come si calcola il valore dell’indice azionario Nikkei? Da cosa deriva il nome dell’indice giapponese Nikkei 225?

Cosa è l’indice NIKKEI?

Il Nikkei è il principale indice azionario giapponese. È composto dai maggiori 225 titoli giapponesi e comprende vari colossi della tecnologia e dell’elettronica. Fra le azioni che compongono il NIKKEI troviamo Sony Corporation, Canon, Nissan Motor Company, Honda Motor Company, Yamaha Corp.
Anche il Nikkei, come la maggior parte dei panieri mondiali, è un indice ponderato, il suo valore è dato dall’andamento medio ponderato (per la capitalizzazione) dei titoli fra i vari titoli che lo compongono. Le azioni che compongono l’indice Nikkei sono ricalcolate una volta l’anno, mentre la divisa con cui sono negoziati è lo yen giapponese.

Indice Nikkey

Da cosa deriva il nome Nikkei?

Il Nikkei era in passato chiamato Nikkei Dow Jones Stock Average (dal 1975 al 1985), mentre oggi è denominato semplicemente Nikkei.
Il nome deriva dal Nihon Keizai Shimbun (o Japan Economics Newspaper), comunemente conosciuto come Nikkei, la maggiore testata finanziaria giapponese e la prima al mondo su base giornaliera per tiratura. La rivista finanziaria, fondata a Tokyo nel 1876, ha iniziato ad occuparsi del calcolo dell’indice giapponese a partire dal 1950.

Valore dell’indice Nikkei

L’indice giapponese ha fatto registrare un vero e proprio boom nella seconda parte degli anni Ottanta del secolo scorso, arrivando in area 40.000 punti. Nei venti anni seguenti l’indice azionario giapponese ha perso i tre quarti del suo valore, scendendo progressivamente verso i 10.000 punti. Il Nikkei 225 ha toccato un minimo a 7.054,98 punti nel marzo 2008. Fra le date da ricordare, poi, vi è il tragico terremoto giapponese del marzo 2011. Alla riapertura (15 marzo 2011), l’indice Nikkei perse oltre 1.000 punti.

Nell’ultimo decennio, però, le cose sono cambiate, con una vera e propria inversione. Il trend rialzista ha progressivamente trovato forza. Questo grazie al buon trend generale delle borse, ma anche per via dei massicci acquisti di titoli ed ETF da parte della Bank of Japan. La banca di Tokyo, infatti, già a inizio 2018 deteneva oltre il 70% di tutti gli ETF sull’azionario giapponese. Di fatto la Bank of Japan era uno dei primi dieci azionisti nel 90% dei componenti dell’indice azionario giapponese.

La ripresa è proseguita anche in questi ultimi anni. Il crollo di inizio 2020 delle borse – derivante dal Covid – è stato presto riassorbito. Il valore del Nikkei è tornato, dopo quasi trent’anni, a superare quota 30.000 punti nel 2021. A trascinare al rialzo il Nikkei è stato ancora il trend di generale crescita delle borse visto negli ultimi anni. il tutto in congiunzione con il rally delle borse di fine 2020 ed inizio 2021, grazie alla grande liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali.

La discesa dei mercati contestuale alla guerra fra Russia ed Ucraina ha determinato una frenata anche per l’indice Nikkei, tornato in area 27-28.000 punti.

grafico indice Nikkei

Altri indici giapponesi: TOPIX

Oltre al Nikkei 225, un altro indice giapponese rilevante è il TOPIX Index, ossia il Tokyo Stock Price Index. Il TOPIX è composto da oltre 2.000 aziende di dimensioni inferiori ed è calcolato dal TSE (Tokyo Stock Exchange). Anche il TOPIX ha una storia relativamente lunga, essendo stato fondato nel 1968.

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Calendario di Borsa 2022 https://www.investire-certificati.it/calendario-di-borsa-2022/ Thu, 30 Dec 2021 08:07:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=21762 Qual è il calendario di Borsa Italiana per il 2022 Quali sono i giorni in cui Borsa Italiana è chiusa nel 2022? Vediamo di seguito le date del calendario 2022 di Borsa Italiana, soffermandoci anche su alcuni giorni di festa civile ma con borsa aperta. Chiusure di Borsa Italiana 2022 Quando è chiusa Borsa Italiana? […]

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Qual è il calendario di Borsa Italiana per il 2022

Quali sono i giorni in cui Borsa Italiana è chiusa nel 2022? Vediamo di seguito le date del calendario 2022 di Borsa Italiana, soffermandoci anche su alcuni giorni di festa civile ma con borsa aperta.

Chiusure di Borsa Italiana 2022

Quando è chiusa Borsa Italiana? Esaminando il calendario di Borsa Italiana partiamo dalle chiusure. Borsa Italiana resta chiusa il venerdì precedente a Pasqua, a Pasquetta, nel giorno di Ferragosto ed anche a Santo Stefano.

Ecco quindi le date di chiusura nel calendario di Borsa Italiana nel 2022:

  • venerdì 15 aprile (Venerdì Santo)
  • lunedì 18 aprile (Pasquetta / Lunedì dell’Angelo)
  • lunedì 15 agosto (Ferragosto / Festa dell’Assunzione)
  • lunedì 26 dicembre (Festa di Santo Stefano)

 Come da tradizione la borsa è chiusa anche al sabato ed alla domenica, mentre le contrattazioni sono aperte dal lunedì al venerdì.

Borsa aperta

La borsa tradizionalmente apre alle 9:00, anche se già dalle 8:00 è possibile inserire proposte in acquisto ed in vendita per l’asta di preapertura. Fra le date di festa per il calendario civile in cui troviamo invece aperta la borsa italiana vi sono l’Epifania, la Festa della Repubblica, la Festa della Liberazione, I Santi e l’Immacolata.

Borsa Italiana sarà dunque aperta nelle seguenti date, anche se sarà lecito attendersi volumi più bassi, per via di una presenza di trader ed investitori più ridotta.

  • Epifania: 6 gennaio 2022
  • Festa della Liberazione: 25 aprile 2022
  • Festa della Repubblica italiana: 2 giugno 2022
  • Festa di Ognissanti: 1° novembre 2022
  • Festa della Immacolata Concezione: 8 dicembre 2022

Scadenze dei Futures sul FTSE Mib

Il future che ha per sottostante il FTSE Mib e gli altri futures su indici hanno una scadenza tecnica come da tradizione su base trimestrale. Precisamente il terzo venerdì dell’ultimo mese del trimestre. Le scadenze dei futures su indici su Borsa Italiana nel 2022 sono quindi in calendario per il: il 18 marzo, il 17 giugno, il 16 settembre ed infine venerdì 16 dicembre 2022.

Calendario mercato di Borsa After Hours

Qual è il calendario di Borsa per il segmento After Hours?

Una nota a parte, sfogliando il calendario di Borsa Italiana, la merita il segmento After Hours. Si tratta del trading serale, legato all’estensione delle contrattazioni fra le 18 e le 20:30. Una fascia di orario studiata per consentire agli operatori di avere una maggiore operatività nelle ore in cui anche gli indici di borsa americani, come Wall Street e Nasdaq, sono aperti.

Il calendario di Borsa Italiana prevede la chiusura del segmento After Hours per la settimana dal 3 al 7 gennaio, per giovedì 14 aprile, per il 2-3 giugno, per tutto il mese di agosto (da lunedì 1 a mercoledì 31 agosto inclusi). L’after Hours di Borsa Italiana sarà chiuso anche il 31 ottobre 2022, martedì 1° novembre, così come dal 7 al 9 dicembre. Il calendario di Borsa vede altre chiusure sotto Natale, precisamente il 23-27-28-29 e 30 dicembre 2022.

Ecco dunque una sintesi del calendario di borsa, sempre utile per chi investe sui mercati finanziari.

Calendario Borsa Usa e previsioni di Borsa

Abbiamo invece presentato il calendario della borsa americana, ossia il calendario di Wall Street, in un questo articolo. Qui sono invece analizzate le previsioni per le borse nel 2022 di Morgan Stanley

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Indici di Borsa https://www.investire-certificati.it/indici-di-borsa/ Sun, 31 Oct 2021 12:58:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=10592 Focus sugli indici di borsa: da cosa derivano i nomi dei principali indici di Borsa? Vediamo le sigle di alcuni dei principali indici, come il FTSE Mib, il DAX, il CAC in Europa. Ma anche S&P 500, così come il NASDAQ, indice delle azioni legate al settore tecnologico americano. Indici di Borsa Europei FTSE Mib […]

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Focus sugli indici di borsa: da cosa derivano i nomi dei principali indici di Borsa? Vediamo le sigle di alcuni dei principali indici, come il FTSE Mib, il DAX, il CAC in Europa. Ma anche S&P 500, così come il NASDAQ, indice delle azioni legate al settore tecnologico americano.

Indici di Borsa Europei

FTSE Mib

Il FTSE Mib raggruppa le principali 40 azioni italiane, anche se con sede legale all’estero. L’indice raccoglie circa l’80% dell’intera capitalizzazione di Borsa Italiana. La percentuale degli scambi è ancora superiore, collocandosi fra l’85 ed il 90% del totale.
FTSE Mib è l’acronimo di Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa.

Qui troviamo tutte le maggiori azioni italiane, come Enel, Eni, Banca Intesa, Unicredit Bank, Stellantis, STM, Generali Assicurazioni e via dicendo. Altri indici di borsa come quelli per le mid cap, le small cap, l’AIM raccolgono percentuali di scambi nettamente inferiori rispetto al FTSE Mib.

investire sul FTSE MIB

DAX

È il maggiore indice azionario tedesco. La sigla deriva da Deutscher Aktienindex Xchange e qui sono scambiati i principali 40 titoli azionari scambiati nella borsa di Francoforte.

Fino al settembre 2021 si parlava di Dax 30. Dal 22 Settembre 2021 in poi il numero di azioni componenti il Dax è salito a 40. L’indice azionario è pertanto diventato Dax 40.

CAC

Il CAC 40 è l’indice di riferimento francese. Si muove seguendo l’andamento ponderato dei principali 40 titoli della borsa parigina.  È l’acronimo di Cotation Assistée en Continu.

Indici di Borsa Americani

DOW JONES

Il DOW JONES è probabilmente l’indice di borsa più famoso al mondo. Tecnicamente il nome completo è: Dow Jones Industrial Average, con ticker DJIA.
Si tratta di un indice azionario che include 30 società americane a larga capitalizzazione. Nonostante la sua fama, secondo molti analisti il DOW Jones non fornisce una rappresentazione completa dell’andamento del settore azionario statunitense. Indici di borsa con un numero più ampio di titoli ampi, come S&P500 o Russel 3000, sono probabilmente in grado di offrire una migliore rappresentazione.

S&P 500

Lo Standard & Poor’s 500, spesso semplicemente denominato S&P500, è l’indice che raccoglie le principali 500 azioni americane, in base alla loro capitalizzazione di mercato. Il peso di ciascuna azione è proporzionale con il valore di mercato dell’azienda. Lo S&P 500 è stato creato nel 1967 da Standard & Poor’s nel 1957.
In questo indice troviamo azioni negoziate al NYSE, ossia il New York Stock Exchange, sull’AMEX (American Stock Exchange) ed al Nasdaq.

s&p 500

NASDAQ

Il Nasdaq è per antonomasia è il mercato dei titoli tecnologici americani.
Negli ultimi anni, grazie al boom del settore tecnologico, la sua capitalizzazione di mercato è cresciuta esponenzialmente. Titoli come Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google (ora denominata Alphabet) sono infatti quotati sul NASDAQ. L’indice è nato ad inizio anni Settanta, con un valore pari a 100 punti. È arrivato fino a superare quota 5000 con la bolla del Dot.com, per poi crollare. Negli ultimi anni è prepotentemente risalito, arrivando dapprima a superare quota 10.000, per poi portarsi oltre i 14.000 punti. L’acronimo NASDAQ deriva da “National Association of Securities Dealers Automated Quotations”.

Clicca qui per vedere quali sono le azioni con la più grande capitalizzazione al mondo

Indici di Borsa Asiatici

NIKKEY

Il principale indice giapponese è il NIKKEI. Sono inseriti nell’indice NIKKEI i maggiori 225 titoli azionari giapponesi. Si tratta di un indice di borsa ponderato, con un peso delle varie azioni nel computo dell’indice calcolato in base alla capitalizzazione delle azioni medesime.
In passato, dal 1975 al 1985 era denominato Nikkei Dow Jones Stock Average. Oggi è denominato semplicemente Nikkei.
Da dove deriva il nome Nikkei? L’origine è legata al Nihon Keizai Shimbun (o Japan Economics Newspaper), comunemente conosciuto come Nikkei. Si tratta della principale testata economica e finanziaria giapponese, che dal 1950 ha iniziato ad occuparsi del calcolo dell’indice.

nikkei

TOPIX

Un altro indice centrale per il mercato di borsa giapponese è il TOPIX, Tokyo Stock Price Index. Il Topix include oltre 2.000 aziende giapponesi ed è calcolato dal TSE.

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Previsioni sui Mercati Azionari https://www.investire-certificati.it/previsioni-sui-mercati-azionari/ Fri, 04 Dec 2020 08:15:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=3266 Quali previsioni sui mercati azionari? Cosa attendersi dopo i forti rialzi di novembre? Ecco un’analisi dello scenario generale, caratterizzato da un forte risk on a novembre, poi in parte scemato ad inizio dicembre. Quali sono a questo punto le previsioni sui mercati azionari? Quali titoli stanno mostrando maggiore forza sul mercato di borsa? Previsioni ed […]

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Quali previsioni sui mercati azionari? Cosa attendersi dopo i forti rialzi di novembre? Ecco un’analisi dello scenario generale, caratterizzato da un forte risk on a novembre, poi in parte scemato ad inizio dicembre. Quali sono a questo punto le previsioni sui mercati azionari? Quali titoli stanno mostrando maggiore forza sul mercato di borsa?

Previsioni ed Analisi di Borsa

Sui mercati azionari si sono registrati forti rialzi nel mese di novembre. Quasi tutti i comparti ne hanno beneficiato, con forti acquisti su un’ampia parte delle azioni. Il FTSE Mib lo ha archiviato con un progresso superiore ai venti punti percentuali, mentre negli Stati Uniti Wall Street è arrivata a varcare per la prima volta nella storia quota 30.000 punti. Possiamo dire che i mercati siano stati dominati da un generale sentiment “risk on”, ossia da una accentuata propensione al rischio.

Chi guadagna dai Rialzi di Borsa?

In estrema sintesi quasi tutti i comparti si sono mossi al rialzo, soprattutto, però i titoli che negli ultimi mesi erano rimasti maggiormente penalizzati.

A livello generale, possiamo dire che le asset class che hanno tratto maggiore profitto sono quelle considerate come maggiormente rischiose. Fra queste, pertanto, oltre all’azionario, troviamo il petrolio, così come le divise oceaniche, ossia il dollaro australiano ed il dollaro neozelandese. Proprio la valuta di Wellington ha messo a segno significativi progressi, anche grazie alle dichiarazioni contrarie a tassi negativi della Banca Centrale. Hanno invece sofferto il dollaro americano ed il bene rifugio per eccellenza, l’oro.

Per quanto riguarda l’azionario, dopo i rialzi di novembre, dicembre è iniziato con maggiore cautela. Questo forte rialzo chiaramente complica le previsioni per il futuro, con le borse che paiono aver scontato una certa ripresa dell’economia.

previsioni sui mercati azionari
Quali previsioni sui mercati azionari?

Previsioni per i Mercati Azionari nel 2021

Quali previsioni per il 2021 sui mercati azionari? Non è mai facile fare previsioni, lo è ancora meno in un contesto come quello attuale, caratterizzato da forti rialzi, nonostante i tragici numeri del Covid ed i conseguenti lockdown.

Partiamo dall’analisi dello scenario attuale sui mercati azionari. La leggera frenata registrata dopo il rally di novembre può essere considerata, almeno per quanto visto sinora, come fisiologica. Dopo una lunga corsa, le azioni tendono infatti a consolidare i livelli raggiunti. Per vedere altri rialzi potrebbero servire nuovi elementi di ottimismo, come ulteriori mosse delle banche centrali, numeri di contagi da Covid-19 in calo ed altre conferme relativamente all’efficacia dei vaccini contro il virus.

Il trend di fondo appare ancora positivo, anche se, di fatto, i mercati paiono ormai aver prezzato un lento ritorno alla normalità dalla tarda primavera 2021. Se così non fosse, lo scenario (e le previsioni sui mercati azionari) sarebbero chiaramente da rivedere al ribasso. In sintesi, ogni previsione sui mercati azionari per il 2021-2022 passa necessariamente dall’evoluzione del Covid-19 e dall’efficacia dei vaccini. Inoltre, un ruolo centrale lo giocheranno le banche centrali. Gli analisi hanno sin qui ipotizzato e previsto un pieno coinvolgimento anche in futuro dal parte delle banche centrali, chiamate a proseguire con le misure di sostegno all’economia degli ultimi mesi.

FTSE Mib ed azioni italiane

Gli indici azionari di tutto il mondo hanno messo a segno corposi rialzi. Il FTSE Mib, ha guadagnato circa 23 punti percentuali nel mese di novembre. Si è trattato del maggior movimento percentuale rialzista di sempre per il FTSE Mib. In punti, invece, l’indice aveva fatto meglio in appena due occasioni, nel boom del 1999-2000. Operativamente, l’indice FTSE Mib è passato da meno di 18.000 punti ad oltre 22.000, trascinato al rialzo dalle aspettative per una elevata efficacia da parte dei nuovi vaccini. Ne hanno beneficiato sin modo particolare i comparti azionari che negli ultimi mesi erano rimasti maggiormente penalizzati. Fra questi quello petrolifero (sono salite le azioni di Eni, Tenaris e Saipem) e quello bancario (con Intesa e Unicredit in testa). Due settori che giocano un ruolo importante sul listino azionario del FTSE Mib.

investire su azioni Eni

Analisi e previsioni sui mercati azionari italiani

Fra questi ricordiamo Eni, che ha guadagnato circa 30 punti percentuali, rimbalzando con forza dai minimi degli ultimi vent’anni in area 6 euro per azione, fino a portarsi oltre quota 8 euro. Ancora meglio ha fatto Leonardo-Finmeccanica, il cui valore è risalito da 4 a 6 euro per azione.

Spicca poi il rally di Tenaris, supportato dai numeri di bilancio in ripresa, che hanno spinto il valore del titolo verso i 6,50 euro. Dopo mesi di sofferenza, anche i bancari hanno rialzato la testa. In particolare, Intesa Sanpaolo si è riportata a ridosso di quota 2 euro, con un balzo su base mensile nell’ordine dei venti punti percentuali.

Sotto i riflettori anche Unicredit, volata da 6 a 9 euro, salvo poi stornare nettamente ad inizio dicembre. La discesa delle azioni di Unicredit verso quota 8 euro è arrivata dopo le news societarie, con la non ricandidatura da parte dell’amministratore delegato Jean Pierre Mustier. Non hanno invece brillato le azioni del comparto farmaceutico. Ha ceduto terreno Diasorin (circa il 7%), mentre hanno limitato le perdite Amplifon e Recordati. Attenzione però, le azioni di Diasorin da inizio anno hanno messo a segno un corposo +45%. Il titolo Diasorin ultimi tre anni si è apprezzato del 120%, portando la capitalizzazione da 4 a quasi 10 miliardi di euro.

E le azioni di Amplifon? Negli ultimi tre anni sono salite da 12 a 32 euro per azione. Nel caso delle azioni di Amplifon, la capitalizzazione di mercato è pari ad oltre 7 miliardi di euro.

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Cosa è la CONSOB https://www.investire-certificati.it/cosa-e-la-consob/ Thu, 25 Jun 2020 08:15:01 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1419 Consob Commissione per la Borsa. Cosa è la Consob in Italia? L’ente che si occupa della tutela degli investitori e di garantire trasparenza ed efficienza sui mercati finanziari è la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, meglio nota con l’acronimo CONSOB. Si tratta di un’autorità amministrativa indipendente, con piena autonomia operativa. Spesso opera […]

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Consob Commissione per la Borsa.

Cosa è la Consob in Italia? L’ente che si occupa della tutela degli investitori e di garantire trasparenza ed efficienza sui mercati finanziari è la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, meglio nota con l’acronimo CONSOB. Si tratta di un’autorità amministrativa indipendente, con piena autonomia operativa. Spesso opera in tandem con la Banca d’Italia, in particolare per quanto riguarda la funzione di vigilanza, soprattutto sugli istituti di credito.

La Commissione Nazionale per la Borsa è un organismo che ha una propria personalità giuridica ed è chiamato a compiere un’attività di costante tutela nei confronti dei risparmiatori, garantendo la trasparenza del mercato di borsa, ossia degli scambi mobiliari. Al tempo stesso la CONSOB deve verificare il comportamento delle società finanziarie e degli intermediari, sanzionando eventuali abusi.

La Storia della Consob

La Commissione Nazionale di Borsa è stata istituita con la legge 216 del 1974. Prima della sua istituzione le funzioni di vigilanza sul mercato di borse e dei beni mobili spettavano al Ministero del Tesoro. Ha sede a Roma e Milano e si avvale di un apparato burocratico di circa 600 persone. L’attuale presidente è Paolo Savona, in carica dal 2019. Ha preso il posto del dimissionario Mario Nava. Anche negli altri paesi europei sono presenti organismi con funzioni simili alla CONSOB, si pensi alla BaFin tedesca o all’FCA britannica.

Compiti della Consob

Cosa deve fare la CONSOB? Quali sono i suoi compiti? Le funzioni attribuite dalla legge a questo organismo sono molteplici e vanno ben oltre il controllo della trasparenza dei mercati finanziari borsistici.

La Commissione, infatti, regolamenta la prestazione di servizi di investimento, occupandosi al tempo stesso degli obblighi informativi delle aziende quotate in borsa, nonché delle offerte al pubblico dei prodotti finanziari

La CONSOB autorizza la pubblicazione di prospetti informativi relative a offerte pubbliche di vendita ed anche in merito alle cosiddette OPA, ossia le offerte pubbliche di acquisto e ai vari albi di settore in ambito finanziario.  Fra i suoi ruoli la CONSOB si occupa di vigilare sulle società di gestione dei mercati, nonché sulla trasparenza delle negoziazioni di borsa e sull’ordinato svolgersi delle fasi di scambi e trading in borsa.

Sempre fra gli incarichi della Commissione vi è quello di vigilare anche sul corretto comportamento degli intermediari finanziari, quali banche e broker, così come sui promotori finanziari. Può intervenire con sanzioni e revoche di licenze e permessi per operare nel settore finanziario. È ancora la CONSOB a dover accertare eventuali comportamenti anomali delle quotazioni dei titoli (ossia delle azioni) sui mercati borsistici, nonché a dover compiere atti di verifica per evitare quello che spesso viene definito come insider trading, ossia l’abuso di informazioni privilegiate in borsa.

La Consob ha il compito di vigilare sul corretto funzionamento dei mercati di borsa. I ruoli della Consob sono però molteplici e coprono l’intero mondo finanziario

I presidenti CONSOB

Questi i presidenti della CONSOB nel quasi mezzo secolo di vita:

  • Gastone Miconi (1975-1980)
  • Guido Rossi (1981-1982)
  • Vincenzo Milazzo (1983-1984)
  • Franco Piga (1984-1990)
  • Bruno Pazzi (1990-1992)
  • Enzo Berlanda (1992-1997)
  • Tommaso Padoa-Schioppa (1997-1998)
  • Luigi Spaventa (1998-2003)
  • Lamberto Cardia (2003-2010)
  • Giuseppe Vegas (1° gennaio 2011-30 dicembre 2017)
  • Mario Nava (9 aprile 2018-13 settembre 2018)
  • Paolo Savona (20 marzo 2019-in carica).

Le nomine

Le nomine nella Commissione hanno una durata pari a sette anni, sia per quanto riguarda il presidente che quella dei quattro commissari che collaborano nel mandato. Non vi è la possibilità di acquisire un secondo mandato per questi ruoli all’interno della CONSOB.

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