Non parliamo di “trading in barca”, ma di espressioni utilizzate nel gergo dagli operatori. Espressioni come “sono in barca”, “mi sono imbarcato”, “ho preso un transatlantico”, “sto remando” o semplicemente mimare con le braccia il gesto di remare in Borsa hanno sempre sottinteso di aver commesso un errore, talvolta anche di ampie proporzioni. Ma torniamo – con Fabrizio Fiorani – alla borsa gridata, cioè a quella che ci piace chiamare come Storia della Borsa.
Le espressioni della borsa: “andare in barca”
Ai tempi della “Borsa gridata” la catena di trasmissione dell’ordine era lunga ed avveniva perlopiù tramite comunicazioni telefoniche quindi qualche incidente di percorso era sempre possibile. Al Banco di Sicilia, dove ho iniziato a lavorare nel lontano 1983, l’iter era solitamente il seguente: l’ordine del cliente veniva raccolto dall’Agenzia che lo comunicava al borsino della Filiale che a sua volta lo trasmetteva telefonicamente a noi operatori di borsa. A questo punto compilavamo un foglietto che veniva consegnato all’agente di cambio per la negoziazione.
L’eseguito procedeva con un percorso esattamente inverso. Una decina di passaggi, dunque, con un iter che, oltre ad allungare i tempi fra il conferimento dell’ordine e la ricezione dell’esito da parte del cliente, presentava rischi dovuti a malintesi.
In Borsa oltretutto era sempre presente un rumore di sottofondo che rendeva difficili le comunicazioni. A tal proposito racconto un aneddoto che rende l’idea della situazione. Una volta telefonai a mia moglie in ufficio e mi rispose una sua collega. Alla mia richiesta di poter parlare con Loredana sentii dire: “un attimo prego, Lory, c’è una persona che chiede di te, fai presto perché credo stia telefonando dalla Stazione Centrale”.
Trader nella borsa alle grida: come ridurre gli errori?

Onde cercare di limitare gli errori noi operatori eravamo soliti porre in essere una serie di accorgimenti.
Per ridurre il disturbo di sottofondo nelle telefonate in Borsa usavamo impugnare la cornetta dello storico Siemens S62 «bigrigio» dal trasmettitore. Quando parlavi sollevavi leggermente le dita mentre quando ascoltavi le serravi onde evitare che il rumore risalisse dal trasmettitore, tramite la cornetta, al ricevitore.
Avevamo inoltre differenziato il colore dei foglietti degli ordini: verdi per le compere, rossi per le vendite. Anche il loro posizionamento era fisso: a sinistra la mazzetta degli acquisti, a destra quella delle vendite. Il tutto al fine di facilitare un riflesso condizionato. Quando sentivi: Comperare (vendere) le sinapsi ti portavano automaticamente a prendere il foglietto verde sulla sinistra (rosso sulla destra).
I prezzi lordi sull’ordine venivano scritti in nero mentre quelli al netto delle commissioni con agente di cambio e cliente in rosso. Un aneddoto. Per avere sempre a portata di mano le due penne e velocizzare il “cambio di colore”, nello scrivere i suddetti importi usavamo congiungere con il nastro adesivo una penna bic nera ad una rossa. C’era chi le univa nello stesso senso e chi capovolte. In quest’ultimo caso però, visto che si lavorava “gomito a gomito”, spesso si correva il rischio di macchiare la giacca del vicino collega.
Commissioni di trading
Una volta concordata la percentuale di commissione con l’agente di cambio (ad esempio lo 0,5%), si condivideva una tabellina che riportava un importo fisso per “forchetta di prezzo” (esempio: da 980 a 1020, importo 5). La commissione da applicare al cliente invece ci veniva comunicata direttamente dalla Filiale credo sulla base dello stesso metodo ma chiaramente con percentuali nettamente superiori (dall’1% in su). All’esecuzione dell’ordine si provvedeva ad aggiungere (sugli acquisti) ed a sottrarre (sulle vendite) detti importi al prezzo lordo. Il tutto era calcolato “a mente” quindi qualche errore veniale poteva capitare.

Altra avvedutezza era quella di ripetere l’ordine facendo la massima attenzione ad ogni particolare. Si scandiva sempre il 6 ed il 7. Ad esempio nel ripetere 167 si comunicava: Centosessantasette, Sei, Sette, per non confonderlo con 177 che ribadivamo con Cento settantasette, Sette, Sette o tette tette come diceva qualche buontempone.
Quando si riceveva un ordine in acquisto limitato tipo a 999 (o in vendita a 1001) chiedevamo conferma del segno dell’operazione spiegando che solitamente il limite di 999 era tipico di un ordine in vendita (1001 di uno in acquisto). Nonostante queste ed altre accortezze era sempre possibile “imbarcarsi” e passare momenti non piacevoli.
Errori in borsa e nel trading
Rammento ancora la mia prima “ansia” legata ad un disguido accadutomi nei primissimi giorni di lavoro. Ricevo una telefonata dalla Filiale di Roma che mi trasmette un grosso ordine con tanto di codice cliente e commissione. Una volta ottenuto l’eseguito dall’agente di cambio lo comunico al borsino di Roma ma, con mia sorpresa, l’operatore mi dice di non essere a conoscenza di quell’ordine. Informo il mio capo e provvediamo a chiamare invano tutte le Filiali. Non sapendo più cosa fare, fortunatamente, ci giunge voce che la Filiale di Roma della BNL stava cercando a chi avesse trasmesso quell’ordine. Comprendiamo l’arcano e tutto si risolse positivamente.
Ricordo tante altre situazioni che non hanno avuto lo stesso esito favorevole. Anzi, nella maggior parte dei casi, la chiusura di una “barca” ha comportato una perdita più o meno ingente. Una raccomandazione era comunque quella di sistemare le posizioni, nei limiti del possibile, rapidamente, onde evitare che le condizioni di mercato peggiorassero ulteriormente la situazione.

Nella foto: il trading di una volta. Blocchetti ordini utilizzati dagli Agenti di Cambio per annotare a matita le negoziazioni effettuate. Un esempio di compravendita di 1.000 Fiat acquistate da Fumagalli e vendute da Belloni al prezzo di 5.000 Lire.
Il fattore tempo nel trading
La tempistica ha sempre giocato un ruolo essenziale. Per questo si richiedeva agli operatori delle Filiali di inviare, appena possibile, un telex con tutte le operazioni effettuate. Il back office le spuntava con la nostra “prima nota” e ci evidenziava le differenze. Sulla base di queste indicazioni si appurava se si trattasse di un semplice errore di battitura o effettivo. In quest’ultimo caso si provvedeva a sistemare il tutto tramite l’utilizzo del “conto errori”.
In casi particolari seguiva un’analisi delle motivazioni che avevano portato all’evento e si provvedeva ad implementare procedure atte ad evitare il ripetersi dell’errore in futuro. Nonostante tutti gli accorgimenti posti in essere però, eliminare la possibilità d’imbarcarsi è stata sempre un’utopia.

Nella foto: trader in azione. Ufficio con abituale impugnatura telefono, nessun PC ma solo calcolatrici a rulli o di carta e tabulati
Nella buona e nella cattiva sorte
Il destino è beffardo ed a volte si diverte nel far seguire anche una minima negligenza da una serie di coincidenze negative che permettono di bypassare tutti i controlli e portate allo svarione. Anche nel caso precedentemente citato è incredibile come un contatto telefonico (o la composizione di un numero sbagliato) abbia fatto giungere la telefonata ad un altro operatore di Borsa (se avesse risposto una pizzeria non sarebbe successo nulla), che era solito ricevere chiamate dal borsino di Roma, che utilizzava codici clienti simili ai nostri e che ha messo in contatto due operatori inesperti (se avesse risposto il mio capo, sentendo una voce nuova, gli sarebbe sicuramente sorto un dubbio).
Con l’implementazione di procedure automatiche di trasmissione degli ordini di borsa, il passaggio alla borsa telematica e la diffusione dell’internet banking quel mondo è praticamente scomparso. Ora tutto avviene con la massima rapidità e precisione, la maggior parte dei clienti agisce in autonomia anche nella gestione dei suoi errori e le espressioni: “sono in barca”, “mi sono imbarcato”, “sto remando” ecc. stanno andando in disuso.
E se capita di aver notizia di errori, solitamente sono commessi da grandi operatori ed appartengono alla categoria denominata “Fat finger”.
Storia della Borsa
Una viaggio alla scoperta della “Storia della Borsa”. Una rubrica curata da Fabrizio Fiorani. Qui di seguito i link per accedere alle precedenti puntate in questo avvincente viaggio fra trading e finanza!
- La borsa alle grida
- il terzo mercato di Borsa
- Il mercato dei premi alle grida
- Storie di Borsa – I grandi rialzi degli anni Ottanta
- Spezzature di Azione
- Lo sviluppo dell’analisi tecnica in Italia
- Il lunedì nero in borsa
- Il mese borsistico
- Esistono i pasti gratis in borsa?
- OPA – Offerta di pubblico acquisto
- Azioni Privilegiate e azioni di risparmio
- Speculazione e bolle in borsa
- La Borsa ad Agosto – Estate calda in borsa Agosto 1990
- Mediobanca in Borsa
- Analista finanziario di borsa.