La Politica Monetaria

Dollaro e politica monetaria
Dollaro e politica monetaria

Cosa è la politica monetaria? Cosa si intende quando si parla delle politiche monetarie espansive degli ultimi anni? Qual è il ruolo delle banche centrali nella gestione della politica monetaria?

Vediamo in questo articolo alcuni dei punti chiave legati all’attività delle banche centrali nella gestione dei tassi di interesse attraverso la politica monetaria.

Politica Monetaria – Definizione

La politica monetaria può essere definita come l’insieme delle decisioni e degli strumenti che sono a disposizione di una banca centrale per modificare la quantità e il costo della moneta all’interno del sistema economico.

Agendo su queste variabili, le banche centrali, come la Federal Reserve americana, la Bce europea, la BoJ giapponese, la BoE inglese, giocano un ruolo cruciale nell’indirizzare l’andamento del Pil e delle altre variabili macro. Fra queste ricordiamo in particolare il tasso di disoccupazione ed il tasso di inflazione.

Possiamo quindi affermare:
– la quantità di moneta rappresenta la moneta in circolazione all’interno di un sistema economico. È regolata dall’attività delle banche centrali.
– la base monetaria è quella parte di moneta in circolazione che è sotto il controllo diretto della banca centrale ed è costituita dalla moneta legale in circolazione (banconote, monete e depositi), ma anche dalle attività finanziarie che sono immediatamente convertibili in moneta legale e dalle riserve detenute presso la banca centrale;
– il tasso d’interesse è il costo della moneta. In una situazione di equilibrio la banca centrale offre una certa quantità di moneta che soddisfa la domanda del pubblico, disposto a ottenerla ad un certo tasso d’interesse.

banche centrali e politica monetaria

I tassi di interesse

I tassi di interesse si trasmettono all’economia reale attraverso il canale del credito. Le banche commerciali, infatti, prendono denaro a prestito dalla banca centrale ad un tasso d’interesse da essa stabilito e, di riflesso, prestano denaro alla clientela a un tasso d’interesse. Questo tasso riflette quello che devono pagare alla banca centrale.

La banca centrale attua quindi la sua politica monetaria ordinaria stabilendo il tasso d’interesse da applicare alle operazioni, generalmente di breve-brevissimo termine, in cui presta liquidità agli operatori economici, principalmente alle banche commerciali. Le banche commerciali, per operare, necessitano infatti di liquidità. Possono sia scambiarsela fra loro sul mercato interbancario, sia chiederla direttamente alla banca centrale.

La banca centrale la concede:
a) al tasso d’interesse di riferimento (stabilito dalla banca centrale stessa);
b) in base alle garanzie fornite (chiamate collaterali, generalmente costituite da strumenti finanziari).

Tassi di interesse e politica monetaria

Il tasso d’interesse di riferimento costituisce pertanto il principale strumento di politica monetaria. Determinando il costo delle operazioni di prestito alle banche, la banca centrale influenza a cascata i tassi a breve termine praticati dalle banche per l’erogazione del credito alle famiglie e i prestiti alle imprese.
In situazioni di crisi gli strumenti convenzionali possono non essere sufficienti a ottenere gli obiettivi di politica monetaria. Questo sia perché i tassi sono già attorno allo 0 (si parla di Zirp, ossia di Zero Interest Rate Policy), sia perché quando lo shock coinvolge istituzioni finanziarie, è probabile che esse scelgano di non prestare più liquidità sul mercato interbancario. Potrebbero infatti parcheggiarla sui conti presso la Banca Centrale.

In queste situazioni la banca centrale può ricorrere ad altre misure, la più importante è costituita dall’acquisto di attività finanziarie a medio-lungo termine.
Questo intervento:
– può essere finalizzato a migliorare le condizioni del credito e a tamponare crisi di liquidità delle banche. La banca centrale acquista titoli dagli intermediari finanziari L’obiettivo è quello di aumentare la loro disponibilità di riserve, senza però intaccare la base monetaria (credit easing).
– può riguardare sia attività finanziarie del settore privato sia titoli di Stato. In questo caso, inoltre, l’immissione di liquidità causa un’espansione della base monetaria (alleggerimento quantitativo o Quantitative Easing).

Politica Monetaria Espansiva

La politica monetaria espansiva implica che la banca centrale acquisti titoli di Stato a breve termine per abbassare i tassi d’interesse di mercato di breve termine. Tuttavia, quando i tassi di interesse a breve termine raggiungono o si avvicinano a zero, questo approccio potrebbe non produrre degli effetti sperati. In queste circostanze, quindi, le autorità monetarie possono utilizzare politiche monetarie non convenzionali per stimolare l’economia. Fra queste ricordiamo ad esempio il Quantitative Easing. Potrebbe quindi acquistare attività più rischiose o di maggiore durata rispetto alle obbligazioni governative a breve termine. In tal modo verrebbero ulteriormente ridotti i tassi di interesse sulla curva dei rendimenti.

Politiche monetarie della BCE

Nel corso della crisi del 2010-2011 la BCE, ad esempio, aveva cominciato a distribuire la liquidità attraverso il Longer-term refinancing operation. Spesso queste operazioni sono denominate con l’acronimo “LTRO”. Inizialmente la scadenza era di 3 mesi, poi allungata fino a 3 anni (VLTROs) nel Febbraio 2012.
Nel Maggio 2010 il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea aveva annunciato l’avvio del Securities Markets Programme (SMP). Prevedeva un programma di acquisto di titoli del debito pubblico dei Paesi europei sul mercato secondario.

Successivamente, nel Settembre 2012 la Banca Centrale Europea ha inoltre istituito un nuovo strumento non convenzionale di politica monetaria. Era denominato Outright Monetary Transanctions (OMT). Questo prevedeva l’acquisto diretto da parte della BCE di titoli di Stato a breve termine (tra uno e tre anni) emessi da Paesi in difficoltà. Si trattava dei Paesi che hanno avviato un programma di aiuto finanziario attraverso il Meccanismo europeo di stabilità o il Fondo europeo di stabilità finanziaria.

Nel quadro delle misure non convenzionali, la Bce ha successivamente lanciato (nel 2014) anche il Targeted Longer-Term Refinancing Operations (TLTRO). Questo strumento identificava dei prestiti alle banche ad un tasso di 10 punti base sopra quello di riferimento. Tali misure sono destinate ad aumentare l’offerta di credito nell’economia. Inoltre, scoraggiano le banche a detenere come riserva la liquidità o ad utilizzarla per acquistare titoli di Stato.

La politica monetaria della Banca centrale europea
La politica monetaria della Banca centrale europea

Politica Monetaria: Il Quantitative Easing

Una delle principali risposte delle Banche centrali alla crisi finanziaria ed economica è stato il Quantitative Easing. Si implementa attraverso l’acquisto di specifiche quantità di titoli da banche commerciali e altre istituzioni private. Si cerca in tal modo di da far aumentare il prezzo dei titoli in questione e diminuire il loro rendimento.
Nel Settembre 2014 Mario Draghi ha annunciato un Quantitative easing europeo, attraverso l’acquisto di Asset Back Securities (ABS). Da marzo 2020 è poi iniziato il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP). Il suo obiettivo è quello di contrastare i gravi e crescenti rischi per le prospettive di crescita derivanti dalla diffusione del coronavirus, il Covid-19.


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