Le aspettative erano tutte per la Federal Reserve, la Banca centrale americana, che ha tagliato il costo del denaro dello 0,50%. Dopo tanta attesa è arrivato il primo taglio dei tassi per la Federal Reserve dal 2020. All’epoca fu la pandemia a smuovere la Banca centrale americana, ora i timori per un rallentamento economico, a fronte di un’inflazione che pare ormai (quasi) sotto controllo.
Il punto chiave, però, riguarda l’ampiezza del taglio, pari allo 0,50%. Dopo il nulla di fatto di luglio, la Federal Reserve sembra quasi aver voluto recuperare, per evitare una frenata economica troppo brusca. Netto il voto a favore del maxi taglio, con 11 dei 12 membri del direttivo concordi sulla decisione.
Taglio di 0,50% a tassi: una decisione corretta?
“Riteniamo che questo maxi taglio possa essere stata una scelta un po’ affrettata visto che non esistevano le condizioni macroeconomiche per ridurre il costo del denaro dello 0,50%” ha spiegato Filippo Diodovich, senior strategist presso il trading broker IG. “Come ha ricordato Powell è una mossa che vuole anticipare un pesante rallentamento economico nel mondo del lavoro americano”.
Focalizzandosi sulle previsioni economiche, troviamo una revisione al ribasso delle stime sull’inflazione, altro elemento che avrebbe potuto supportare un taglio dello 0,25%. Inoltre, il tasso di disoccupazione è stato rivisto al rialzo al 4,4% (4,0% in precedenza) e il prodotto interno lordo (PIL) reale è stato leggermente rivisto al ribasso per il 2024.
“Possiamo dire che a livello complessivo le condizioni sembrano essere migliori rispetto alle proiezioni di giugno e non sembrano invocare una recessione imminente” ha proseguito l’analista del broker IG che ha poi commentato il grafico dot-plot. “Il grafico dot-plot, il celebre grafico a puntini della Federal Reserve, è cambiato notevolmente. Ora la mediana dei membri del FOMC è situata sul livello dei tassi a fine anno nel range 4,25%-4,50% che significherebbe altri 50 bps di tagli nei prossimi mesi (probabilmente 25bps sia a novembre che a dicembre). Bisogna anche tenere conto che ci sono ben 9 membri che hanno un’opinione più hawkish rispetto alle prossime scelte di politica monetaria (2 partecipanti vogliono mantenere i livelli dei tassi sui livelli correnti e 7 si aspettano un solo taglio)”.
Quali previsioni per la Federal Reserve?
Le previsioni dei mercati sono per una Federal Reserve accomodante. Da notare come i banchieri della Federal Reserve si attendano tagli per un punto percentuale nel 2025, con un costo del denaro che potrebbe scendere al 3,50% per la fine dell’anno prossimo.
Stando ai numeri del CME FedWatch Tool, invece, il mercato prezza già tagli per due punti entro fine 2025, con un costo del denaro che dovrebbe arrivare al 3,00%. Mezzo punto in meno rispetto al dot plot della Federal Reserve. Quali saranno le previsioni corrette? Se l’economia americana dimostrerà solidità e la Fed riuscirà a seguire il suo percorso il dollaro potrebbe rialzare la testa
Dollaro ancora debole
Sul forex market il dollaro resta debole. “Il dollaro ha evidenziato debolezza rispetto alle altre valute internazionali. Il cambio EUR/USD si è portato a 1,1170 non troppo lontano dalle resistenze a 1,12, livello strategico in ottica di lungo periodo”.
Da notare anche la discesa della banconota verde anche contro la sterlina. Il rapporto dollaro/pound è infatti salito oltre 1,33, ai massimi da circa due anni e mezzo.
Grafico euro/dollaro da piattaforma di trading IG

Oro da record dopo le banche centrali
Come si è mosso l’oro dopo il taglio dei tassi della federal Reserve? Ha ragigunto nuovi record storici per l’oro, balzando sopra quota 2.600 dollari per oncia. La quotazione dei futures sul gold si avvicina ai 2.650 dollari per oncia, testimoniando grande entusiasmo sull’oro. Il prezzo in euro è di circa 75 euro per grammo, anche in questo caso sui record.
Fra i metalli preziosi troviamo saldamente sopra i 30 dollari il prezzo dell’argento, trascinato da una solida domanda in arrivo dall’industria.
Le altre banche centrali
I tassi sono rimasti fermi in Giappone, con la Bank of Japan che ha confermato il costo del denaro allo 0,25%. La Bank of England ha mantenuto il livello del 5,00%, allineando di fatto i tassi a quelli americani.
Taglio dall’8,25% all’8,00% per la Banca centrale del Sudafrica, con il rand sudafricano che sul forex market continua ad apprezzarsi anche dopo la decisione della Banca di Pretoria.