Banche Centrali – Chi taglia i tassi di interesse prima?

Previsioni di Borsa
Previsioni di Borsa

Chi taglierà prima i tassi di interesse fra le grandi banche centrali: Federal Reserve, BCE o Bank of England? I dati macroeconomici dei prossimi mesi saranno la chiave di volta. Le tre banche centrali paiono comunque destinate a iniziare il percorso di ribasso dei tassi in rapida successione, nell’arco di pochi mesi e verosimilmente verso metà 2024. I mercati sono saliti nel 2023 e nelle prime settimane del 2024 proprio sulle aspettative per politiche monetarie meno restrittive. La borsa prezza tagli ai tassi di interesse per oltre un punto percentuale nel corso del 2024, per un trend che potrebbe proseguire anche nel 2025.

Quando taglierà i tassi la Federal Reserve?

Banche centrali

L’inflazione è scesa notevolmente negli ultimi mesi, ma il contesto inflazionistico non è ancora del tutto sparito. La crescita dei prezzi sta tornando verso i range desiderati dalle banche centrali, ma è ancora superiore a questi livelli. L’asset management Mirabaud spiega in un report (a cura di Andrew Lake) che probabilmente saranno ancora gli Stati Uniti a tagliare per primi i tassi di interesse, grazie alla solidità dell’economia. Il PIL cresce ad un ritmo più sostenuto rispetto a Eurozona e Regno Unito. Nonostante ciò, a marzo difficilmente ci saranno tagli ai tassi di interesse, visto lo scenario macroeconomico.

“Le previsioni di un primo taglio dei tassi a marzo da parte della Fed si basano sull’analisi dell’indice dei prezzi della spesa per consumi personali, l’indicatore maggiormente utilizzato dalla Federal Reserve per valutare l’inflazione. Il dato semestrale annualizzato è sceso all’1,9% a dicembre, in linea con l’obiettivo di inflazione del 2%, contribuendo a rafforzare l’idea che la battaglia contro l’inflazione sia ormai vinta e che i tagli dei tassi dovrebbero avvenire a breve”.

Previsioni per i tassi nel 2024 e 2025

Tagli ai tassi per le banche centrali: le previsioni degli investitori erano per tagli preventivi al costo del denaro già da marzo in poi, anche considerando l’avvicinarsi delle elezioni americane. Lo scenario, però, sta cambiando. Anche le dichiarazioni dei membri della Federal Reserve fanno capire che bisognerà attendere per un taglio ai tassi di interesse.

“Monitorando i dati nel loro complesso emergono alcune criticità di questa analisi. Sebbene la tendenza a lungo termine sia quella di un rallentamento dell’economia statunitense, i dati mensili mostrano una sorprendente capacità di recupero. Le richieste di disoccupazione di gennaio hanno registrato la lettura più bassa dal settembre 2022 e le vendite al dettaglio hanno battuto le aspettative di dicembre, invece di diminuire come ci si sarebbe aspettato da un’economia in fase di rallentamento.

Complessivamente il mercato del lavoro sta reggendo bene. Poiché l’occupazione e l’inflazione sono indicatori retrospettivi, ci aspetteremmo di vedere questa solidità iniziare a deteriorarsi nei prossimi mesi. Ma con i dati attuali e il PIL ancora intorno al 2%, è improbabile che gli Stati Uniti procedano con un primo taglio prima dell’inizio dell’estate”.

Scenario economico

Lo scenario economico resta quindi complesso. Anche se gli Stati Uniti sono ancora l’economia più forte, sembra probabile che i primi tagli dei tassi di Fed, Banca Centrale Europea (BCE) e Banca d’Inghilterra (BoE) si verificheranno in rapida successione, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro.

La complessità è dovuta al fatto che non mancano i motivi che spingono le tre banche centrali ad una sforbiciata al costo del denaro. Il rischio di recessione è reale in Europa e nel Regno Unito, il che limita il principio dei tassi “più alti più a lungo”, mentre gli Stati Uniti affrontano il potenziale rischio di superare l’obiettivo di inflazione al ribasso e/o di creare un ambiente recessivo mantenendo i tassi troppo alti per troppo tempo. Elementi da non sottovalutare, sempre secondo l’analisi di Mirabaud Asset Management.

Inflazione

L’inflazione sta tornando nei ranghi. La crescita dei prezzi è rallentata, anche se nel Regno Unito è ancora vicina al 4%. Anche qui, però sta finalmente scendendo e si prevede che questa tendenza continui fino all’estate. A supporto potrebbe arrivare un rallentamento dei prezzi di petrolio e benzina e del settore energetico. L’inflazione dei prodotti alimentari si è già ridotta in modo significativo, quindi con i tagli all’energia aggiunti all’attuale scenario, probabilmente vedremo l’inflazione scendere nell’intervallo del 3% quando arriveremo all’estate. Questo scenario potrebbe quindi spingere la Banca centrale inglese a optare per il primo taglio al costo del denaro dopo tanti rialzi.

Il grafico seguente mostra invece l’inflazione americana, nettamente scesa dai massimi del 2022. Il target anche in questo caso non è ancora stato raggiunto.

grafico inflazione americana

Previsioni per i tassi di interesse

Quante volte verranno tagliati i tassi nel 2024? Per i mercati 4-5, ma non a marzo. Le aspettative prezzate dalle borse hanno visto crollare dall’85% al 30% la possibilità di un taglio ai tassi a marzo. La retorica di tutte e tre le banche centrali che ha mitigato le aspettative sulla velocità dei tagli. Federal Reserve, BCE e Banca di Inghilterra sono state chiare nel comunicare che taglieranno, ma nessuna ha fretta di farlo. Vogliono essere

Al tempo stesso il costo del denaro negli Usa a fine 2024 dovrebbe essere intorno al 4,25, secondo quando prezzato dai futures sui tassi Fed. Le previsioni di mercato sono al momento quindi di circa 4-5 tagli ai tassi nel 2024 da parte della Banca centrale americana. Il numero di tagli ai tassi potrebbe essere inferiore, ma il risultato atteso è quello di tagli per 100-125 punti base rispetto al picco del 2023 di 5,50% Nel grafico seguente, estratto dal sito del CME, si vede come ci sia oltre il 60% di possibilità che i tassi siano al 4,25% o inferiori a fine 2024.

Previsioni tassi Federal Reserve

L’analisi sulle banche centrali

Chi taglierà i tassi di interesse prima? L’analisi di Mirabaud punta sulla Federal Reserve. Questo ovviamente potrebbe avere conseguenze anche sul mercato dei bond e sul forex market.

“Il tasso di inflazione non è un fattore indipendente abbastanza forte da innescare tagli anticipati in un contesto caratterizzato da dati statunitensi solidi e messaggi costanti della Fed. Riteniamo che i primi a tagliare i tassi saranno gli Stati Uniti all’inizio dell’estate, seguiti dalla BCE a breve distanza e infine dalla Bank of England.

Va ricordato come la Banca centrale europeo e la Banca d’Inghilterra abbiano come unico parametro l’inflazione. La Federal Reserve, banca centrale americana, invece guarda sia alla stabilità dei prezzi che alla massima occupazione. L’analisi conclude quindi confermando che i tagli estivi ai tassi di interesse arriveranno anche se l’inflazione non scenderà al 2%. Questo perché gli effetti negativi di una stretta troppo prolungata iniziano a farsi sentire sull’economia. La parola, come sempre, spetta ai mercati.


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