Spectrum – Traders retail e Bitcoin: come cambia il mercato?

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Intervista a Nicky Maan, CEO di Spectrum

Una borsa paneuropea, un mercato innovativo per il trading che cambia. Ecco, in sintesi gli obiettivi di Spectrum Markets, che abbiamo analizzato con Nicky Maan, CEO dell’azienda. Ovviamente non sono mancati i commenti su bitcoin e criptovalute, uno dei temi del momento

Spectrum vuole rappresentare una risposta concreta per tutti gli investitori privati che vogliono fare trading in maniera innovativa” ha spiegato il CEO di Spectrum Markets “il progetto parte da lontano. Lavoriamo per un mercato paneuropeo dal 2017, per creare una sede di negoziazione a misura di investitore retail. Siamo partiti anche dall’esperienza di IG, che vanta ormai mezzo secolo di storia con i trader retail. Nel tempo abbiamo riscontrato un progressivo cambiamento nel comportamento di questa fascia di investitori.

Anche i piccoli investitori chiedevano maggiore controllo sul proprio denaro e quindi la possibilità di investire direttamente, senza affidarsi a prodotti terzi. Credo possiamo collegare questo a una sorta di cambiamento sociale, nel quale le persone ripongono meno fiducia nelle istituzioni, nei fondi pensione tradizionali, e vogliono agire in prima persona quando si parla dei loro risparmi”. 

Spectrum: focus sugli investitori Privati

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Cosa fa il Trader?

Secondo il CEO di Spectrum, poi, la maggior parte delle aziende erano orientate per il trading B2B, piuttosto che per il trading retail. “Come Gruppo, IG ha voluto quindi valutare quali fossero le opzioni per andare ad arricchire le soluzioni a disposizione di una fascia di investitori che si faceva più esigente. Ci siamo chiesti: quali caratteristiche dovrebbe avere una sede di negoziazione per rispondere alle esigenze degli investitori individuali? Molti dei nostri tratti distintivi derivano da ciò.

Uno dei primi punti è stata la possibilità di scambiare 24 ore su 24, 5 giorni su 7. Il motivo è abbastanza intuitivo: una persona comune normalmente lavora mentre i mercati sono aperti, oppure vuole avere la possibilità di reagire a una notizia o a un fatto che accade a mercati chiusi. Non è pensabile di ideare oggi, con la tecnologia e il flusso di notizie alle quali siamo esposti, una sede di negoziazione per investitori retail che non sia aperta 24 ore al giorno”.

Criptovalute

Uno scenario simile a quello delle criptovalute, dove la negoziazione è possibile 24 ore al giorno senza interruzioni. Le borse esistenti non prevedono questo tipo di apertura, ma ciò è giustificato dal fatto che la maggior parte dei loro volumi non è legata alla clientela retail.

“Fra gli altri elementi chiave su cui Spectrum ha puntato troviamo la velocità di emissione di nuovi prodotti, la rapidità delle operazioni di settlement e quindi di tutte le attività di back office.  Ma soprattutto, volevamo un mercato che fosse già da subito paneuropeo.  Al momento il mercato è frammentato con molte borse nazionali: quelle tedesche, quella italiana, quella francese, ecc. Per noi non aveva senso proseguire nella frammentazione: una Europa, un mercato. La regolamentazione, d’altronde, è concepita per essere una unica a livello europeo e applicata nei diversi Paesi con principi comuni”.

Quali sono gli obiettivi di Spectrum?

Il CEO di Spectrum si è poi focalizzato sugli obiettivi aziendali: “Vogliamo diventare una sede di negoziazione che permetta all’investitore individuale di trovare tutte le soluzioni di investimento che ritiene opportuno inserire all’interno del suo portafoglio di investimento.

Nel lungo termine questo non si limita alle asset class tradizionali. In Spectrum vogliamo continuare a rimanere all’avanguardia, a spingere sull’innovazione. Questo significa andare oltre e permettere l’inserimento di nuove soluzioni, che sia un diverso sottostante o strumenti con profili di rischio differenti. Inoltre, nei prossimi 12/18 mesi vogliamo ampliare la gamma di prodotti disponibili, aggiungendo singole azioni ed ETF. In questo modo andremo a coprire sia il trading di breve periodo, sia un orizzonte temporale di più lungo termine, in linea alle diverse esigenze dell’investitore retail.

Collaborazione con i broker

La crescita passa anche dalla sinergia, ha poi illustrato Nicky Maan “Le nostre ambizioni spaziano inoltre nell’ampliamento della rete di distribuzione. Essendo Spectrum paneuropeo, questo significa coinvolgere broker da più Paesi. I broker italiani sono stati tra i primi a comprendere la visione di Spectrum e a volerne far parte e ad oggi possiamo contare su partner come Equita Sim, Intermonte Sim e Directa Sim. A questi si aggiungeranno presto nuovi nomi di spicco dell’industria, insieme a broker tedeschi e francesi.

È da ricordare che ciascun prodotto disponibile su Spectrum, che siano oggi i securitised derivative e domani le azioni, gli Etf o altri strumenti, sono accessibili in tutti i mercati in cui Spectrum è attiva, con un unico ISIN. Crediamo che l’espansione dell’offerta andrà di pari passo con l’espansione della distribuzione”.

Regolamentazione – Bafin e Esma

Spectrum è regolamentato dalla BaFin, ma anche a livello di Esma. C’è grande interesse in Europa nell’avere una sede di negoziazione che sia paneuropea, focalizzata sugli investitori individuali, e che possa offrire loro nuovi prodotti, ma in maniera tutelata. L’azienda sta lavorando con BaFin e con le altre autorità competenti per capire come diverse asset class possano essere scambiate su un exchange in maniera regolamentata.

Pensiamo agli asset digitali. Il lavoro con le autorità si spinge a comprendere come questi asset possano essere liberamente scambiati con un impianto regolatorio ancora relativamente giovane. Come è possibile migliorare la regolamentazione? Quali caratteristiche deve avere una sede di negoziazione affinché gli scambi possano avvenire? Ecco quindi come si sta muovendo Spectrum in ambiti regolamentativi.

Fra le news dei mesi scorsi troviamo il via libera agli ETF su Bitcoin spot da parte della SEC. Lo scenario Europeo è molto diverso e continua a cambiare.

Bitcoin e Criptovalute: come cresce il mercato?

Spectrum è stata la prima a introdurre i certificates su Bitcoin ed Ethereum, in un momento in cui gli unici strumenti accessibili – oltre la possibilità di investire direttamente sul token – erano degli ETC.

Bitcoin e Crypto
Bitcoin e Crypto

“Avremmo potuto lanciare Spectrum nel 2019 includendo già strumenti con Bitcoin come sottostante. Tutto era pronto, ma non lo abbiamo fatto. È stata proprio una mia decisione: un conto è che tutto sia in ordine per emettere lo strumento, un altro è avere la certezza che ci sia il giusto livello di liquidità che permetta la regolarità degli scambi. Non ero certo all’epoca che ci fosse abbastanza liquidità per uno strumento negoziabile 24/5; per lo meno non abbastanza da consentire a un investitore di aprire o vendere una posizione con facilità.

Quando abbiamo deciso di lanciare i certificates con Bitcoin e Ethereum come sottostante eravamo invece sicuri di poter assicurare un trading senza interruzioni. Questo principio deve governare le scelte sull’emettere o no un certo tipo di strumento. Si tratta di responsabilità, soprattutto da parte di un exchange.

Un altro aspetto fondamentale è il fatto che le autorità devono seguire il tutto. Nonostante non ci fosse nulla nella regolamentazione vigente all’epoca (2019) che ci proibisse il lancio di un ETP o di qualsiasi altro strumento avente come sottostante Bitcoin, le conversazioni intrattenute con BaFin ci hanno fatto capire chiaramente che, anche lato loro, non era ancora il momento.

Questo è un esempio di come a volte è giusto trattenere i progressi che la tecnologia permetterebbe di fare per dare ascolto alle preoccupazioni che emergono dal lato regolamentare e/o per tutelare la propria struttura di trading nel medio e lungo termine.

Questa è la stessa filosofia che adotteremo nell’andare a valutare nuove proposte. Siamo coinvolti attivamente nei panel di discussione su Mica, sul suo sviluppo. Proporremo strumenti aventi come base altre criptovalute o asset digitali solo se saranno allineati alla regolamentazione. Deve esserci allineamento tra le normative, l’interesse del cliente finale e la propria struttura per avere un’innovazione effettiva.

Regolamentazione nel settore delle criptovalute

Restando sul tema dei Cripto Asset, il CEO di Spectrum ha spiegato quale pensa sia la prospettiva per questa asset class.

investire criptovalute
investire sulle criptovalute e sul bitcoin conviene?

“Innanzitutto, le criptovalute hanno superato un punto di ritorno. In altre parole, questa asset class non scomparirà. Abbiamo iniziato a sentir parlare di Bitcoin nel 2010 e siamo ormai nel 2024, questo significa un lasso di tempo di quattordici anni. Detto ciò, quando si è alzato il velo sul bitcoin e le criptovalute si è molto parlato della forza rivoluzionaria che portavano con sé. Ci ricordiamo i vari: sostituiranno le normali valute, il contante sparirà, sfideranno le istituzioni, ecc. A conti fatti, non credo che tutto ciò succederà.

Il valore dell’asset class, nel suo complesso, aumenterà. Credo che un aspetto che non viene tenuto particolarmente in considerazione in questo momento sia l’impatto generazionale. L’asset class si espanderà, sì, ma oltre quelle che sono le criptovalute. Diventerà un insieme di asset digitali che prenderà piede man mano che le nuove generazioni, più a loro agio con la tecnologia, e con questo tipo di tecnologie nello specifico, si sentirà a suo agio nell’includerle come investimento nei prossimi 10 o 15 anni.

Investitori moderni

In Europa, e nel mondo occidentale nel suo complesso, molta della ricchezza si concentra su fasce di età over 40. E’ altamente improbabile che questo tipo di investitori sposti la propria allocazione dalle asset class tradizionali per metterle in asset digitali. Le attuali generazioni, però, che adesso sono prossime ai 20 anni, cresceranno e accumuleranno ricchezza. Andando a investire i loro risparmi, si sentiranno a proprio agio nell’allocarne il 20% o il 30% in un paniere di asset digitali.

E’ uno scenario molto diverso rispetto alla fotografia di investitori che possiamo scattare ora, dove ci sono giovani entusiasti della novità e più adulti che riservano una percentuale minima del loro portafogli.

Non ritengo, tuttavia, che gli asset digitali possano soppiantare le asset class tradizionali. Soprattutto non le criptovalute. Le istituzioni non lasceranno che bitcoin arrivi a imporsi come valuta e stiamo già vedendo i passi in avanti che si stanno facendo sulle CBDC. Una sorta di istituzionalizzazione del bitcoin andrà a deludere alcuni che hanno appoggiato l’animo rivoluzionario che il progetto aveva ai suoi albori e a scoraggiare chi è interessato al token per il suo aspetto speculativo. Questo non è un fattore negativo, poiché porterà a una maggiore stabilità della criptovaluta, anche se al momento le dimensioni – se comparate con quelle dei mercati – sono ancora decisamente ridotte. L’infrastruttura è molto giovane e deve crescere. Con la crescita dei volumi ciò potrà avvenire, ma ci vorrà tempo.

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