Crollo del NIKKEI

investire sul giappone

Vola lo yen, crolla il NIKKEI, mercati azionari e bitcoin in rosso. Come analizzare lo scenario? Partiamo con un’altra domanda, che forse ci può fornire delle risposte.

È finita l’epoca del carry trade contro lo yen? Forse sì, considerando il netto apprezzamento della divisa nipponica, con il cambio USD/JPY che dai massimi di metà luglio a 162 è sceso fin sotto 142. Un movimento arrivato anche a superare i 2000 pips, roba che tradizionalmente si vede – in un simile arco temporale – su valute esotiche, non certo sul cambio dollaro/yen.

Certo, la Banca centrale giapponese ha alzato i tassi di interesse, dallo 0,10% allo 0,25%, con un altro rialzo che potrebbe arrivare entro fine anno. Uno scenario diametralmente opposto rispetto al mondo occidentale, pronto a ridurre il costo del denaro. Al tempo stesso, però, il differenziale fra i tassi americani e quello giapponese è ancora superiore al 5%. Entro fine anno scenderà, verosimilmente in area 4%, ma resterà ancora significativo. Scenario simile se confrontiamo i tassi giapponesi con quelli europei (al 4,25%) e quelli britannici, al 5,00%.

Borse in discesa – Il commento di GraniteShares

Spicca il crollo del NIKKEI, ma la discesa dei listini nelle ultime sedute è stata generalizzata. Il calo dei mercati azionari (e del bitcoin) segue i dati sul lavoro americani, decisamente sotto le attese, ma in qualche modo è anche legata alla decisione della Bank of Japan di aumentare i tassi dello 0,15%, determinando un progressivo smantellamento del carry trade.

“La decisione della BOJ ha accelerato l’apprezzamento dello yen rispetto al dollaro americano e alle altre valute, spazzando via migliaia di miliardi di investimenti a leva, fra cui trader che avevano preso prestiti in yen e avevano utilizzato i proventi per acquistare azioni statunitensi e altri asset” ha spiegato Gianmarco Roncarlo, sales director di GraniteShares, emittente globale di Exchange Traded Products (ETP). “Ciò ha portato ad uno storico crollo del mercato giapponese lunedì, e ora a una sell off globale, inasprito dalla concomitanza con dati americani sottotono. Al tempo stesso negli Stati Uniti, le richieste di un taglio dei tassi da parte della Fed, anche di emergenza, si stanno facendo più forti, poiché i segnali indicano che l’economia sta rallentando a causa dei tassi alti per troppo tempo”.

Gran parte della volatilità odierna è una funzione naturale dello smantellamento del carry trade sullo yen, ovvero degli operatori che riducono le posizioni short sullo yen” ha proseguito Roncarolo. Per il manager di GraniteShares “lo scenario attuale potrebbe un’opportunità di ingresso nell’azionario, in particolare nei titoli tecnologici di alta qualità”.

Il crollo del NIKKEI

Vediamo i numeri del crollo del NIKKEI 225. L’indice giapponese a luglio era arrivato ai massimi storici, in area 42.000 punti. Chiaramente il forte deprezzamento dello yen aveva reso convenienti le azioni giapponesi, favorendole anche per l’export. In appena tre settimane abbiamo assistito ad una discesa del 25%, con il NIKKEI arrivato a 31.000 punti, per poi provare un rimbalzo. Ecco un grafico del crollo dell’indice giapponese NIKKEI.

Dopo il crollo del NIKKEI sale il VIX

Sui mercati la volatilità è bruscamente aumentata, con l’indice VIX in rapida ascesa. Le prossime settimane ci diranno al reale consistenza della minaccia di recessione. Al momento possiamo dire che le aspettative per una Federal Reserve accomodante – derivanti da dati macroeconomici sotto le attese – non sono state sufficienti a sostenere i mercati, con il timore per i rischi di recessione o quantomeno di un brusco rallentamento economico che ha avuto il sopravvento.

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