Certificati di Investimento per il 2020/2021

investire con i certificates

Barriera europea negli investment certificates

Quali certificati di investimento per il 2020/2021? Dove investire in tempo di crisi? Quali investment certificates mettere in portafoglio per il 2020 ed il 2021? Lo scenario sui mercati finanziari resta complesso, con ampi scossoni al ribasso, seguiti da veloci rimbalzi.

Piazza Affari resta su valori nettamente più bassi rispetto a quelli di febbraio, con i mercati che analizzano lo scenario cercando di comprendere quelle che saranno le conseguenze economiche del coronavirus e i danni al tessuto aziendale. In uno scenario altamente volatile è pertanto fondamentale scegliere certificati di investimento con caratteristiche adeguate. Ad esempio, una di queste è la cosiddetta caratteristica airbag (low strike certificates), che fornisce un ulteriore livello di protezione per l’investitore nel caso di un crollo da parte dei sottostanti.

Criteri di scelta

Altri due elementi importanti nella scelta dei certificates da mettere in portafoglio sono la tipologia di barriera del certificato (barriera europea o americana) e la presenza o meno dell’effetto memoria. Infatti, una barriera europea, ossia con osservazione a scadenza e non in ogni momento di negoziazione, aumenta le probabilità di successo del certificato.

I sottostanti potrebbero dunque scendere anche al di sotto del livello barriera durante la vita dell’investment certificate, ma se a scadenza fossero al di sopra di tale valore, il capitale nominale sarebbe salvo.

L’effetto memoria nei certificati di investimento

Va poi ricordato anche l’effetto memoria nei certificates, che fa sì che una cedola non incassata non sia definitivamente persa, ma portata a memoria. Nel caso in cui i sottostanti tornassero al di sopra dei rispettivi livelli di barriera cedolare in una delle successive date di osservazione, l’investitore riceverebbe la cedola dovuta a tale data e tutte quelle precedentemente non incassate e portate a memoria.

Si tratta di un elemento importante nel caso di una crisi transitoria come potrebbe essere quella legata al coronavirus. Se infatti in futuro, entro la scadenza del certificato di investimento, i sottostanti dovessero recuperare risalendo al di sopra della barriera cedolare, l’investitore riceverebbe tutte le cedole precedentemente non incassate.

Un certificato di investimento con cedola mensile crescente (CH0524351134)

Per chi fosse alla ricerca di un certificato di investimento sotto la pari, con una interessante cedola crescente nel tempo (per il 2021 e gli anni seguenti, fino al 2025), segnaliamo un prodotto avente come sottostanti Generali, Intesa e Unicredit.

Una caratteristica centrale di questo certificato, che ha codice ISIN CH0524351134 è la cedola, crescente nel corso della vita del certificato. Il primo anno, infatti, il rendimento offerto è pari circa il 4%, pagato tramite cedole condizionate mensili dello 0,33%. Nel secondo anno di vita il rendimento potenziale sale al 6% (con cedole pari allo 0,50% mensile), per proseguire con l’8% nel terzo anno di vita, il 10% nel quarto anno ed il 12% (ossia un lauto 1% mensile) nell’ultimo anno di vita.

Ipotesi

Considerando che il certificato al momento viaggia in area 615 euro, nel caso in cui tutte le cedole venissero pagate ed a scadenza venisse rimborsato l’intero capitale nominale, l’investitore in 5 anni potrebbe più che raddoppiare il capitale. Infatti, se tutte le cedole venissero incassate si otterrebbe un rendimento cedolare pari al 40%, che sarebbe da sommarsi ad un rimborso nominale di 1.000 euro per certificato.

Il sottostante con il peggior rendimento (Unicredit) attualmente è negoziato a oltre 15 punti percentuali dalla barriera, fissata a 7,99 euro per Generali, 1,07 euro per Intesa e 5,52 per l’azione Unicredit.

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Un Investment certificate su Intesa e Unicredit (ISIN CH0528261503) con airbag

Un certificato di investimento con una cedola condizionata del’1% mensile sulle due maggiori banche italiane: Intesa Sanpaolo e Unicredit, con la presenza dell’airbag nel certificates. Ossia un’opzione volta a proteggere ulteriormente il capitale dell’investitore in caso di crolli azionari, attutendo la possibile perdita, rispetto a quello che farebbe un classico certificato del tipo Phoenix autocallable. Ecco in estrema sintesi un secondo certificato che presentiamo, recentemente emesso da Leonteq con codice ISIN CH0528261503.

Come calcolare la perdita

 Se, per Ipotesi, il peggiore titolo dovesse essere Unicredit, con un calo negativo a scadenza (18 marzo 2022) del 53%, la perdita sarebbe da calcolarsi come 3% x 2 = 6%. L’investitore riceverebbe a scadenza il capitale nominale (1.000 euro) decurtato del 6%, ossia 940 euro, ottenendo una performance nettamente migliore rispetto a quella che avrebbe avuto investendo direttamente nel peggior sottostante.

Se il calo fosse del 65%, la perdita sarebbe invece pari al 30% (15% di eccedenza dal 50% moltiplicato per due). Inoltre, sarebbero salve tutte le cedole ricevute sino a quel momento.

Prezzi di fixing

Molto interessanti i prezzi di fixing iniziale per il certificato, pari a 1,4086 per Intesa e a 7,00 per Unicredit. Grazie ad un livello di strike fissato al 50% dei livelli di fixing iniziale, il capitale dell’investitore è protetto sino a una discesa del 50%. Nel caso in cui Intesa dovesse trovarsi a scadenza al di sotto di 0,7043 euro o Unicredit a meno di 3,50 euro, scatterebbe l’airbag.

La perdita dell’investitore non sarebbe pari a quella del sottostante con la peggiore performance, ma sarebbe calcolata come l’eccedenza della perdita rispetto al 50% fatta registrare dal peggiore sottostante moltiplicata per due.

Se, per ipotesi, il peggiore titolo dovesse essere Unicredit, con un calo a scadenza (18 marzo 2022) del 53%, la perdita sarebbe da calcolarsi come 3% x 2 = 6%. L’investitore riceverebbe a scadenza il capitale nominale (1.000 euro) decurtato del 6%, ossia 940 euro, ottenendo una performance nettamente migliore rispetto a quella che avrebbe avuto investendo direttamente nel peggior sottostante.

Se il calo fosse del 65%, la perdita sarebbe invece pari al 30% (15% di eccedenza dal 50% moltiplicato per due). Inoltre, sarebbero salve tutte le cedole ricevute sino a quel momento.


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