Bank of England – la Storia

Bank of England

Come è nata la Bank of England, ossia la Banca di Inghilterra? Qual è la storia economica della Banca di inghilterra?

In questo articolo ripercorriamo le vicende legate alla Storia della Banca di Inghilterra, oggigiorno banca centrale per il Regno Unito e la sterlina.

La nascita della Bank of England

La Bank of England è stata fondata nel 1694 come società per azioni in seguito ad un prestito fatto dalla neonata banca nei confronti dello Stato inglese.

Il Parlamento concesse alla Bank of England l’emissione di banconote del taglio di 20 sterline sino alla concorrenza del capitale.

Nel 1709 la Banca ottenne il privilegio di poter emettere denaro per l’Inghilterra e per il Galles, unitamente al fatto di diventare tesoreria di Stato. Oltre un secolo più tardi, di fatto, tale privilegio fu ristretto alla regione di Londra. Sul resto del territorio, però, rimae la libertà di emissione. Nonostante ciò, le condizioni decise dal parlamento britannico non erano favorevoli allo sviluppo di una vera e propria concorrenza (soprattutto erano poco favorevoli per la nascita di piccoli istituti di credito).

Nel 1844 il Charter Act divise all’interno della Bank of England il dipartimento che si occupava dell’attività bancaria e quello che seguiva la monetazione. Grazie al divieto della creazione di nuove banche di emissione la Bank of England assunse sostanzialmente il ruolo di unico istituto di emissione nel Regno Unito.

Vediamo le vicende storiche che portarono alla nascita della Banca di Inghilterra.

Come è nata la banca centrale inglese

Nel 1690 le truppe britanniche e olandesi erano state battute dai francesi nella battaglia di Beachy Head. Per riconquistare la predominanza navale, gli inglesi necessitavano di nuovi capitali, di cui però non disponevano. All’epoca i costi militari rappresentavano più del 70% delle spese dello Stato britannico.

Il nuovo sovrano, Guglielmo III d’Orange, subentrato a Giacomo II Stuart necessitava fondi rapidi. Per ottenerli in tempi rapidi accettò l’offerta del mercante e finanziere scozzese William Paterson, capofila di una cordata di banchieri. Lo scozzese godeva anche dell’appoggio del tesoriere dello Scacchiere, Lord Montagu Conte di Halifax.[1]

Lo scozzese, autore nel 1691 del discusso opuscolo A Brief Account of the intended Bank of England, in cui teorizzava la nascita della Banca di Inghilterra, offrì al Re un prestito a debito di 1.200.000 sterline. Il tasso di interesse annuo richiesto era dell’8%. Il tutto a fronte del diritto di emettere cartamoneta fino alla concorrenza del capitale e senza la completa copertura aurea da parte della banca.[2]

Di fatto all’istituto creditizio sarebbe spettato un interesse prossimo alle 100.000 sterline annuali, cui andavano sommate altre 4.000 sterline come imposta amministrativa. Sorse in questo modo, nell’estate del 1694, una nuova azienda bancaria denominata Bank of England. In soli dodici giorni l’ente, originariamente privato,[3] riuscì a raccogliere l’intera cifra richiesta dal sovrano. Oltre metà della somma venne impiegata nella ricostruzione della flotta britannica.

La neonata Banca di Inghilterra incassava gli interessi ricevuti sul denaro creato (oltre alla commissione per la gestione amministrativa) a fronte di una copertura minima. Nel 1696 la Bank of England aveva un valore circolante in banconote di 1.750.000 e una riserva aurea pari a poco più del 2% di questo ammontare (36.000 sterline).

La Banca di Inghilterra nacque quindi come istituzione privata. La fondazione della Banca avvenne con il parlamento spaccato. Vi era una netta opposizione da parte di orefici, prestatori di denaro e piccola borghesia, preoccupati di veder danneggiati i propri affari. Contestualmente il governo introdusse una serie di tasse di vario genere (su navi, birra, liquori e numerosi altri beni e merci). Il tutto per permettere allo Stato il pagamento degli interessi.

Bank of England e l’oro

La Banca di Inghilterra nel tempo assunse anche un ruolo fondamentale nella gestione, nella regolamentazione e nello stimolo del mercato dell’oro. Alla Banca Centrale inglese si dovrà, nell’immediato primo dopoguerra, la nascita del London Gold Fixing. Questa era la quotazione ufficiale del prezzo dell’oro, determinata due volte al giorno da cinque banchieri a Londra. Durò per quasi un secolo, fino alla sua interruzione, pochi anni fa.

Bank of Scotland

La Bank of Scotland nacque nel 1695, soltanto un anno più tardi rispetto alla Bank of England, seguendone il modello. L’istituto londinese sarebbe diventato nei decenni seguenti il modello di riferimento per tutte le altre banche centrali del mondo, fra cui anche quella statunitense.


[1]. Charles Montagu, primo Conte di Halifax (Horton, Northamptonshire, 1661 – Londra, 1715).

[2]. Si veda il sito www.treccani.it/enciclopedia/banca-d-inghilterra.

[3]. La Banca di Inghilterra rimase privata fino alla nazionalizzazione del 1946.


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