Oro e Carati – La Purezza dell’Oro

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Oro e Carati - La Purezza dell'Oro

Quando si parla di oro 24 carati e quando di oro 375 oppure di oro 750‰? Come si misura la purezza dell’oro con i carati? Ecco una serie di termini legati alla purezza e quindi al valore dell’oro.  Ecco alcune tematiche che vedremo in questo articolo per gli investitori dei metalli preziosi.

Il carato – definizione

L’unità di misura per la purezza dell’oro è il carato. Si tratta pertanto di un sistema in ventiquattresimi, dove il valore massimo, equivalente a 2424 di oro nel gioiello o nella moneta, è di 24 carati.

L’oro allo stato puro, ossia quello 999‰ è definito oro a 24 carati.

In gioielleria troviamo spesso oro 750‰, si tratta pertanto di oro 18 carati, dove 18 parti su 24, nonché 750 su 1000 sono di oro.

Il carato non deve essere confuso con l’oncia, che è invece l’unità di misura per il peso dell’oro e dei metalli preziosi e corrisponde a poco più di 31 grammi.

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Il carato è la misura per la purezza dell’oro. L’oro a 18 carati è definito oro 750, mentre l’oro pure è 999 millesimi.

Cosa vuol dire oro a 24 carati?

L’oro a 24 carati è allo stato puro, viene tuttavia generalmente utilizzato in gioielleria con una purezza non superiore ai 18 carati. Ciò avviene per questioni pratiche: una proporzione maggiore di oro ne renderebbe difficoltosa la lavorazione, perché l’oro allo stato puro è troppo tenero. Viene pertanto lavorato congiuntamente con altri metalli, per esempio l’oro verde è composto al 75% da oro, al 12,5% da argento e al 12,5% da rame.

Parallelamente al carato, utilizzato prevalentemente negli Stati Uniti, si è diffusa in Europa la misurazione dell’oro in millesimi, indicante le parti d’oro puro contenute nel metallo su base millesimale (12 carati corrisponderanno quindi a 500 ‰, 24 carati ad almeno 999‰ di oro).

 Un carato è quindi corrispondente a 41,666 millesimi di grammo d’oro nella lega (1000‰ /24= 41,66‰).

Cosa è l’oro 750‰?

L’oro a 750‰ è quello a 18 carati, equivalenti alla presenza di 3 parti su 4 di oro, cioè 750‰ di oro e 250‰ di altri metalli, fra cui spesso l’argento, il rame, il nichel o il palladio. La gioielleria italiana è generalmente a 18 carati.

Quando sentiamo parlare di oro 375 si tratta invece di gioielli con una presenza assai più bassa di metallo giallo. Nell’oro 375‰ il gold rappresenta i 9/24 del totale, ossia 375 parti di oro su 1.000 in quello che è appunto definito come oro 375. Equivale a 9 carati.

Il carato – nomenclatura

La purezza dell’oro viene definita in carati. Il termine carato deriva dall’arabo qirat o qerat (a sua volta derivante dal greco kerátion (κερaτιον), diminutivo di kéras, seme della carruba. Nell’antichità i semi di carruba rappresentavano infatti il riferimento per la massa, in quanto si ipotizzava avessero tutti il medesimo peso (circa un quinto di grammo).

Questa credenza è ormai stata smentita da tempo, anche da studi universitari ed il carato è oggigiorno completamente slegato dalle carrube. Nonostante ciò, la nomenclatura greca è rimasta a indicare le leghe auree.

Il carato è stato definito con precisione soltanto nel 1832 in Sudafrica, da sempre paese molto legato all’oro ed ai metalli preziosi.

Carati e carature nei gioielli

La quantità di oro presente nel gioiello o nella moneta determina il numero di carati, che come detto vanno fino ad un massimo di 24 per l’oro puro (999 millesimi di oro).

Per semplicità presentiamo di seguito una lista di quelle che sono le carature più utilizzate per l’oro:

  8 carati = 333 millesimi per grammo;

9 carati = 375 millesimi per grammi;

12 carati = 500 millesimi per grammo;

14 carati = 585 millesimi per grammo;

18 carati = 750 millesimi per grammo;

22 carati = 916 millesimi per grammo;

24 carati = 999 millesimi per grammo.

Questi elementi ed il numero di carati con cui è composta la moneta o il gioiello sono elementi fondamentali per comprendere il suo valore che oscillerà anche in funzione dell’andamento del prezzo dell’oro.


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