L’Oro delle Banche Centrali

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Le banche centrali detengono circa 30.000 tonnellate di oro, un valore notevole, soprattutto se consideriamo che nell’intera storia dell’umanità la quantità di oro estratta non arriva a 200.000 tonnellate. Circa il 15% di tutto il metallo giallo estratto nel corso di millenni è dunque custodito nei caveaux delle banche centrali. L’oro è infatti una delle principali riserve per queste istituzioni. Esaminiamo il tema nel dettaglio, partendo da queste due domande: cosa sono le banche centrali? Perché detengono oro come riserva?

Le banche centrali: cosa sono?

Sentiamo spesso parlare di BCE, acronimo di Banca Centrale Europa, o della Fed, abbreviazione di Federal Reserve, la Banca Centrale Americana. Questi Istituti si occupano di gestire la politica monetaria delle aree economiche che rappresentano, definendo anche il tasso di interesse base.

Sono di norma indipendenti e mirano a garantire una crescita del potere di acquisto dei redditi tramite una certa stabilità dei prezzi e favorendo la crescita economica. Le banche centrali detengono ampie riserve, spesso in oro, emettono denaro e sono pertanto enti di emissione di diritto pubblico. La loro storia ha radici antiche, partendo dalla Bank of England, che sul finire del Seicento iniziò ad emettere cartamoneta.

Le principali banche centrali

Fra le principali ricordiamo appunto la Federal Reserve (Stati Uniti), la Banca Centrale Europea (Area Euro), la Bank of England (Regno Unito), la Swiss National Bank (Svizzera), la Reserve Bank of Australia (Australia), la Reserve Bank of New Zealand (Nuova Zelanda), la Bank of Canada (Canada), la Bank of Japan (Giappone) e la Banca Popolare Cinese (Cina).

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L’oro come riserva monetaria

Le banche centrali sono fra i maggiori detentori al mondo di oro. Ciò che spinge le banche centrali all’acquisto di oro è la funzione di riserva del metallo prezioso. Quando parliamo di riserva monetaria si intende la quantità di metallo (o altro bene) detenuta dagli Istituti Centrali come garanzia del denaro da essi stampato e immesso nel sistema economico.

L’oro delle Banche centrali, come metallo di riserva può essere utilizzato per coniare monete, che assumono un valore tangibile. Oppure, come spesso accade, essere conservato in barre, monete e lingotti nei caveaux delle stesse banche centrali. Per via delle sue tradizionali caratteristiche intrinseche di scarso ingombro, elevato valore e non deperibilità, l’oro rappresenta il metallo ideale per svolgere questa funzione. È inoltre facilmente coniabile in moneta e, quando appositamente certificato, universalmente riconosciuto e accettato.

Le riserve auree

La Banca d’Italia è la terza al mondo per detenzione di oro. A guidare la classifica delle banche centrali che posseggono il maggior quantitativo di oro, sono gli Stati Uniti, con riserve che superano le 8.000 tonnellate. Seguono la Banca Centrale della Germania (3.377,9 tonnellate), l’Italia (Bankitalia detiene 2.451,8 tonnellate di oro) e la Francia (2.435,9).

La Cina e la Russia, che negli ultimi anni sono stabilmente stati acquirenti di oro, sono ancora sotto “quota 2.000”, rispettivamente a 1.842 e 1.680 tonnellate. Fra le detenzioni di oro di enti sovranazionali spicca quella del Fondo Monetario Internazionale, che si attesta a 2.814 tonnellate: una quantità, che lo collocherebbe in terza posizione, davanti all’Italia, nella classifica per nazioni.

La Banca Centrale Europea detiene poco più di 500 tonnellate di oro, occupando la tredicesima posizione, mentre la Banca dei Regolamenti Internazionali possiede 115 tonnellate di lingotti. Va sottolineato come per USA, Germania, Italia e Francia l’oro posseduto dalle rispettive Banche Centrali rappresenta percentuali fra il 64% (Francia) e il 75% (USA) del totale delle riserve. Per la Cina, l’ultimo valore disponibile di 1.842 tonnellate equivale soltanto al 2%. Da segnalare la forte crescita della Russia, la cui Banca Centrale ha incessantemente proseguito il suo percorso di acquisti di oro per le proprie riserve.


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