Il valore della valuta nativa della blockchain Ethereum ha superato i 3.700 dollari, spinto da una nuova ondata di domanda legata agli ETF e conferma la forte ripresa nel secondo trimestre 2025 capace di annullare le perdite del primo trimestre e aumentando di circa il 175% rispetto ai minimi di aprile.
Decisive le prossime sedute di borsa per vedere se la moneta digitale della seconda blockchain più importante al mondo sarà in grado di sfondare la soglia dei 4.000 dollari e riprendere così la sua corsa verso il suo massimo storico. Un massimo raggiunto ormai quasi 4 anni fa, il 10 novembre 2021, non lontano dai 5.000 dollari.
Bitcoin: moneta digitale. Ethereum: per la finanza decentralizzata
Bitcoin nasce nel 2008. L’idea è di uno sviluppatore informatico anonimo, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Il suo scopo principale? Creare una valuta digitale decentralizzata, pensata come riserva di valore e mezzo di pagamento alternativo alle valute tradizionali. Tutto questo, svincolato dal controllo di governi e istituzioni finanziarie.
Ethereum diventa operativa nel 2015, grazie a Vitalik Buterin. L’approccio è molto diverso. Anche Ethereum usa la tecnologia blockchain, ma nasce come piattaforma programmabile. Serve per ospitare smart contract: contratti digitali auto-esecutivi che rispettano regole prestabilite, senza intermediari. Inoltre, permette applicazioni decentralizzate (dApp) distribuite tra molti partecipanti. Così, Ethereum diventa un’infrastruttura centrale per la finanza decentralizzata (DeFi) e il web3. Offre agli sviluppatori la possibilità di creare servizi innovativi, che vanno oltre il semplice trasferimento di denaro.
Due modi diversi per decentralizzare
Un’altra differenza fondamentale riguarda il meccanismo di consenso delle due reti.
Bitcoin usa ancora oggi il sistema Proof of Work (PoW). I “miner” devono risolvere problemi matematici e consumano molta energia per validare le transazioni e creare nuovi blocchi.
Ethereum, invece, dal 2022 ha abbandonato il Proof of Work e adottato il Proof of Stake (PoS). Qui la sicurezza e la validazione sono affidate ai “validatori”, che bloccano una certa quantità di Ether come garanzia. Il processo diventa così più efficiente dal punto di vista energetico e accessibile a più persone.
Questa evoluzione mostra l’approccio innovativo di Ethereum e la sua attenzione alla sostenibilità, rendendola diversa da Bitcoin.
Ethereum non è una moneta, Ether sì
Spesso nel linguaggio comune si utilizza il termine Ethereum per riferirsi alla criptovaluta, ma questa è una semplificazione impropria. Ethereum, infatti, è il nome della piattaforma decentralizzata basata su blockchain.
La vera moneta digitale utilizzata all’interno di questa piattaforma si chiama Ether (simbolo ETH). Ether funge da mezzo di scambio per pagare le transazioni e le commissioni (gas) necessarie al funzionamento della rete.
10 anni di Ethereum
Il 30 luglio 2025, Ethereum raggiungerà la sua prima decade. Per celebrare questa pietra miliare, ha creato una torcia digitale simbolica sotto forma di NFT (non fungible token), dedicata alla comunità e alla crescita della piattaforma.
La torcia passerà ogni giorno da un wallet all’altro, tra figure importanti dell’ecosistema Ethereum, fino a essere simbolicamente “bruciata” il giorno del decimo compleanno. Il primo a riceverla nel suo portafoglio digitale è stato Joseph Lubin, cofondatore di Ethereum.
Investire in criptovalute: il ruolo della volatilità

La volatilità di Ethereum e Bitcoin, come delle altre criptovalute, è molto alta. I loro prezzi possono subire forti oscillazioni in poco tempo, sia al rialzo che al ribasso.
Questo rende le criptovalute strumenti interessanti ma anche rischiosi per gli investitori meno esperti. I risparmiatori devono essere consapevoli di questi movimenti e valutare attentamente il proprio profilo di rischio prima di entrare nel mercato. Le criptovalute hanno una volatilità mediamente 3-5 volte superiore rispetto ai titoli azionari, agli indici di borsa e ai beni rifugio come oro e argento.
Una possibile soluzione per chi desidera esporsi al settore, pur mitigando il rischio diretto legato alle forti oscillazioni delle criptovalute, è investire in certificati finanziari che hanno come sottostanti azioni di società attive nel mondo della blockchain e delle criptovalute.