Diamanti da Investimento

diamanti da investimento

Conviene investire in diamanti da investimento certificati in banca, oppure conviene piuttosto guardare la quotazione dell’oro? Qual è l’investimento più sicuro? Come funziona il mercato dei diamanti? Investire in banca con i diamanti è un buon investimento? Ecco i dettagli su come funzionava la truffa dei diamanti di investimento.

Diamanti da investimento ed oro

Quale è la differenza tra un investimento in diamanti ed uno in oro? La principale è che l’oro è quotato in un mercato ufficiale, che stabilisce ogni giorno il prezzo di ogni grammo d’oro in tutto il mondo. I diamanti invece no.

Per uniformare il prezzo dei diamanti il signor Rapaport commerciante all’ingrosso di New York, dopo aver raccolto i prezzi dei grossisti di diamanti in tutto il mondo pubblica il “Rapaport report” che è un punto di riferimento per tutti i grossisti. Non è una quotazione ufficiale, ma solo un riferimento.

Investire sui diamanti conviene?
Investire sui diamanti o in oro?

Diamanti: prezzi Rapaport

I negozi al dettaglio quindi comprano a prezzi Rapaport, e poi aggiungono la loro parte in base ad una miriade di parametri. Quali? La mancanza di intrusioni, la purezza, il colore, il taglio, i carati. Tutte queste differenze tra i diamanti dimostrano ampiamente che nel mondo non c’è un diamante perfettamente uguale ad un altro. Per questo motivo una quotazione ufficiale e mondiale dei diamanti è praticamente impossibile, anche se ci sono stati nel passato dei tentativi andati a vuoto.

Quindi acquistare un diamante non è un vero investimento, anche se questo è “blisterato” e certificato. Cosa significa? Per certificare le caratteristiche ed il valore di un diamante, quest’ultimo viene chiuso in un contenitore trasparente sigillato con tanto di certificato di autenticità rilasciato da qualche istituto gemmologico di rilevanza mondiale. Salvo scoprire poi che spesso non è proprio del tutto indipendente.

Dove acquistare diamanti

Un diamante quindi si compera in gioielleria e si indossa. Ma quando è incastonato in un gioiello non è più un diamante classificato e con un valore certo. In questo caso stiamo parlando di diamanti con caratura fino a 2 – 4 carati, quelli che di solito si vendono in gioielleria e possono essere correttamente valutati da un gemmologo.

Diamanti da investimento

Quando un diamante diventa un vero investimento dal quale aspettarsi una rivalutazione nel tempo? Quando la caratura diventa importante. Infatti più il diamante è grosso, più incrementa il proprio prezzo sul mercato nel tempo. Grosso è il diamante che ha più di 4 carati. Infatti un diamante da 10 carati può anche raddoppiare in un anno, specialmente se si tratta di un fancy, un diamante colorato naturale. “Naturale”, perché ci sono anche modi per colorarlo artificialmente. Tra i fancy diamond il più pregiato e raro è certamente il diamante blu. Non si tratta certo di un piccolo investimento.

investire sui diamanti

Il diamante è illiquido

Un investimento per essere tale deve anche essere facilmente liquidabile per poter realizzare un guadagno sull’investimento. Ma il problema è proprio qui: mentre comprare un diamante è relativamente facile, venderlo non sempre lo è. Ci sono alcune aziende che acquistano diamanti, ma deprezzano pesantemente i prezzi. Così pure il negoziante dal quale lo avete comprato, se lo riprende ad un prezzo molto basso perché è un diamante usato.

Se avete un diamante di fascia alta, si può cercare di vendere il diamante attraverso le case d’asta, come Christie’s e Sotheby’s che attirano molti investitori di diamanti e collezionisti. Avete quindi capito che un investimento in oro è più liquido, tendenzialmente più sicuro e trasparente.

Investire in società estrattive?

Completamente diverso il discorso sull’investimento in azioni delle società che estraggono diamanti ed hanno quotazioni in borsa. Il 70% dell’industria estrattiva di diamanti è in mano a quattro grandi società: De Beers (a maggioranza detenuta da British Anglo American), Alrosa (la cui maggioranza è patrimonio del governo russo), Rio Tinto e BHP Billiton.

Ma le cose non vanno bene: lo scorso anno  i profitti di De Beers sono crollati dell’87% ad appena 47 milioni di dollari. I produttori di diamanti hanno sofferto prima per i dazi americani, poi per il covid e per la grande produzione di diamanti sintetici, praticamente uguali a quelli naturali. Infine la crisi di liquidità dell’industria del taglio dei diamanti grezzi. Molto meglio sono andati i metalli preziosi come Oro, Palladio e Rodio.

Banche: la truffa dei diamanti

Le banche ed alcune società che vendevano diamanti da investimenti certificati sono state protagoniste di una grande truffa che ha colpito chi voleva investire nei diamanti. Banche come Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti sono state coinvolte in un processo per aver venduto ai propri clienti diamanti che tutto erano meno che un investimento trasparente. Le “quotazioni” erano dei semplici listini.

La proposta fatta ai clienti dalle banche nella loro sede, veniva poi conclusa da società di intermediazione Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI) con una retrocessione alle banche di circa il 20%, un guadagno che ha spinto molte banche a proporre diamanti con una sopravalutazione fino al 50%. I prezzi dei diamanti venivano presentati ai clienti come ‘quotazioni’, mentre venivano fissati autonomamente dai due broker IDB e DPI. Erano dei listini prezzi gonfiati del 100%.

Questi fatti di cronaca hanno per molto tempo fatto i titoli dei giornali e screditato l’investimento in diamanti. Tra i vantaggi dell’investire in diamanti sono stati citati i prezzi sempre in rialzo e la lotta all’inflazione. Entrambe le cose si sono dimostrate alla lunga prive di fondamento.

Truffa dei Diamanti: Banche coinvolte

La vendita di diamanti da investimento è stata una truffa che ha portato a processo a Milano 105 persone, quattro banche e un broker. Le imputazioni: truffa, auto riciclaggio e corruzione fra privati, per un presunto ingiusto profitto ai danni dei piccoli investitori che hanno visto volatilizzarsi i risparmi. Imputati: Banco Bpm (MI:BAMI), la sua controllata Banca Aletti, UniCredit (MI:CRDI), Banca Mps (MI:BMPS) e Idb. Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Dpi (Diamond Private Investment) hanno patteggiato. Tutti i principali istituti di credito qui menzionati risultano aver rimborsato i clienti vittima della truffa dei diamanti.

Le banche incassavano commissioni sulla vendita dei diamanti da un minimo del 12% fino a un massimo del 24,5%. Qualunque altro prodotto finanziario frutta generalmente fra l’1 ed il 3%. In questo caso i diamanti per il malcapitato risparmiatore non erano senz’altro un buon investimento.


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