La Microeconomia

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Cos’è la microeconomia? Cosa tratta la microeconomia? Quali argomenti studia? Quali sono le differenze fra la microeconomia e la macroeconomia? Una spiegazione semplice a queste importanti domande.

Cos’è la microeconomia

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La prima domanda a cui cerchiamo di dare una risposta è “cos’è la microeconomia”? Partiamo con una definizione

La microeconomia è la scienza che studia il comportamento delle singole persone e di come l’insieme di questi comportamenti influenzi l’economia.

Un esempio: quando usciamo di casa per andare a comprare il pane dal panettiere o le verdure dal verduriere stiamo facendo delle azioni che possono essere studiate da un punto di vista microeconomico. Ma come agiscono le varie persone – o meglio la somma delle azioni economiche delle varie persone – sul sistema economico? Per regolamentare questa scienza si sono dovute fare alcune importanti assunzioni.

Le assunzioni principali

Le principali assunzioni alla base della microeconomia sono le seguenti:

  • Le risorse in un mercato sono scarse o comunque limitate e non infinite. Questo comporta un numero di scelte limitate per il consumatore, in quanto neanche le risorse necessarie per soddisfare i vari bisogni sono infinite.
  • Ogni individuo opera in piena razionalità, ovvero prende le sue scelte cercando di massimizzare la propria utilità e le proprie risorse, conoscendo sia le logiche di mercato che i suoi bisogni di beni e servizi.
  • Ogni individuo opera cercando di massimizzare la propria utilità marginale. Con utilità marginale intendiamo il grado di soddisfazione genera in una persona l’aggiunta di un’ulteriore unità di un bene o di un servizio. L’utilità marginale è decrescente.
  • Per chiarire facciamo un esempio: una prima tazzina di caffe genera un’alta utilità marginale, una seconda può continuare ad essere piacevole, ma il sesto ci potrebbe rendere nervosi e quindi raggiunge un’utilità marginale nulla se non negativa. Con il crescere del numero di beni acquisiti cala l’utilità marginale, fino a diventare negativa.

Queste assunzioni fondamentali di tutte le teorie microeconomiche non si verificano però sempre. Le teorie microeconomiche, come tutte le scienze che studiano i comportamenti dell’essere umano, cercano di razionalizzare per ricondurre ad alcuni modelli della realtà. Queste teorie servono per fare delle utili previsioni, che però non sempre si realizzano anche perché il comportamento umano non è sempre razionale. Spesso inoltre l’individuo non conosce appieno i suoi bisogni o le logiche del mercato.

Le teorie microeconomiche sono comunque oggetto di studi e questo ha comportato la revisione ed il superamento di alcune teorie che non hanno superato (in parte o appieno) la prova dei fatti.

Cosa tratta la microeconomia

Come abbiamo accennato in precedenza ogni nostra scelta nel mercato è un’azione che può essere studiata dalla microeconomia. Questo implica che la microeconomia studi tutte le scelte sia del consumatore, che del venditore, che delle varie situazioni che queste interazioni generano sia nel breve che nel lungo periodo.

Il consumatore

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Nelle scelte del consumatore bisognerà quindi includere anche la sua scelta di impiegare il suo tempo nel lavoro, che gli permetterà di incassare un reddito. Questo reddito, assieme al reddito del passato che si è riuscito a risparmiare o ad ottenere in altri modi, ovvero il patrimonio costituirà il suo capitale disponibile. Con il capitale disponibile il consumatore potrà quindi scegliere di acquistare beni e servizi nell’economia oppure, una volta che avrà soddisfatto le sue utilità marginali potrà decidere di risparmiare. Quando l’utilità marginale dell’acquisto di un bene o servizio sarà inferiore a quella del risparmio di risorse per il futuro il consumatore deciderà quindi, in base al principio della piena razionalità di risparmiare.

La microeconomia non valuta solo il singolo mercato: se, per esempio, il prezzo delle patate fritte aumenta ed il prezzo dei popcorn resta invariato, all’aumentare del prezzo delle patate fritte, sempre più consumatori sceglieranno di acquistare dei popcorn. Ecco quindi un effetto di sostituzione dei beni.

Questo perché l’utilità marginale inizialmente sarà maggiore in quanto con la stessa quantità di denaro potranno acquistare una maggiore quantità di popcorn. Dopo un certo periodo però questo fenomeno si interromperà perché l’utilità marginale delle patate fritte tornerà ad essere superiore a quella dei popcorn, questo perché l’utilità marginale dei popcorn scenderà mentre quella delle patate fritte non essendo più comprate rimarrà stabile. In questo esempio abbiamo analizzato il mercato di due beni succedanei.

Il venditore

Sembrerà banale dirlo, ma bisogna ricordare che ogni venditore mira a massimizzare il suo profitto. Questo comporta che il venditore dovrà sia massimizzare il prezzo di vendita, che minimizzare i vari costi di acquisto delle materie prime e dei servizi. Questi costi possono essere fissi (se non variano al variare delle quantità prodotte) o variabili (se all’aumentare delle quantità prodotte variano). Anche alla produzione bisogna applicare il principio dell’utilità marginale: ogni lavoratore che viene aggiunto alla produzione crea dei costi, ma la produzione non aumenta allo stesso modo: per cui per ogni lavoratore che si inserisce ogni unità che si produce aumenta di costo. Si arriva così al concetto di costo marginale. In base alle varie forme di mercato si svilupperanno le varie teorie di produzione per massimizzare il ricavo dell’impresa.

Altre aree della microeconomia

Questi sono solamente alcuni degli aspetti analizzati dalla microeconomia. Infatti, ad esempio, ci sono teorie microeconomiche che si basano anche sul tipo di mercato che si instaura: monopolio, bipolio (ovvero un mercato con due soli venditori), oligopolio, concorrenza imperfetta, concorrenza perfetta, ecc… Non bisogna inoltre trascurare le teorie microeconomiche che studiano gli equilibri, l’ottimo paretiano, la funzione di utilità sociale, le esternalità, i beni pubblici, i fallimenti del mercato e tante altre ancora.

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Differenza tra microeconomia e macroeconomia

Per definire la differenza tra la microeconomia e la macroeconomia è indispensabile specificare cosa si intende con il termine macroeconomia. Questa è l’insieme degli studi degli aggregati economici ovvero il reddito nazionale, l’inflazione, la disoccupazione ecc… La macroeconomia è quindi la somma dei comportamenti e della scelta dei vari attori della microeconomia. Questo confine si sta però sempre più diluendo col passare degli anni in quanto per approfondire le dinamiche degli aggregati economici è necessario analizzare i mercati e la loro composizione.

Conclusioni

Come abbiamo analizzato, tutti i nostri comportamenti nei mercati sono studiabili dalla microeconomia e inquadrabili all’interno di alcuni modelli. Questi modelli matematici condurranno alle soluzioni che massimizzano le varie utilità marginali e spesso regolano (alle volte anche inconsciamente) il mercato. Come detto, queste teorie non sono però infallibili (anche perché le assunzioni alla base della microeconomia raramente si riescono a realizzare), ma sicuramente valgono la pena di essere studiate ed approfondite.

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