Con la nuova legge di bilancio il Governo vuole alzare le tasse sull’oro. L’innalzamento della tassazione ha come obiettivo è quello di recuperare quasi duecento milioni di euro da chi vende oro e argento fisico. Non cambiano di fatto le tasse per la detenzione dell’oro, sempre pari a zero, né per chi ha comprato dagli operatori professionali. Per contro, cambia invece il computo della tassazione sull’oro per chi non ha i documenti relativi all’acquisto, di fatto quadruplicando. La tassazione sulla vendita di oro e argento fisico (in monete o lingotti) in questo caso sale dal 6,5% al 26%. Quattro volte tanto.
Gli scambi fra privati sono penalizzati, così come eredità e regali d’oro e d’argento. Una proposta che fa già discutere e che potrebbe finire in un mezzo fallimento, portando alle casse dello Stato numeri ben inferiori a quelli stimati. Proprio come la Tobin Tax qualche anno fa.
Tassazione sulla vendita di oro
Oro, tasse e fisco: vediamo come funzionano le tasse oggi sull’oro e sulla vendita di metalli preziosi in ambito di investimento. Sulla vendita, in caso di capital gain, la tassazione è già da tempo al 26%. Per pagare il 26%, occorre però una prova del prezzo di acquisto. Ben difficile – se non impossibile – da ottenere su monete o lingotti ricevuti in eredità (o anche come regalo di Battesimo o una Prima Comunione, anche se in questo caso il quantitativo di oro è generalmente inferiore). Per questa ragione il Legislatore aveva fissato, nei casi in cui non si avesse una prova del prezzo di acquisto, la tradizionale tassazione al 26% del 25% del valore dell’oro o dell’argento. In altre parole, una tassazione agevolata, al 6,5%.
Ora con la nuova proposta verrebbe considerato l’intero valore dell’oro. In altre parole, la tassazione sarebbe del 26% sul totale della vendita e non del 26% su un quarto del valore dell’oro. Una mazzata per chi avesse ereditato importanti quantitativi di lingotti o monete d’oro e argento. Fra questi troviamo la sterlina d’oro, così come il Marengo e le altre monete di argento.
Ecco quindi che la vendita di monete, lingotti e lamine auree potrebbe diventare decisamente più costosa, anche quando si parla di oro ereditato. Sarebbero invece esclusi bracciali, orecchini e altri prodotti lavorati.
Le previsioni del Governo con la tassa sull’oro
La stima del Governo è di recuperare circa 196 milioni di euro l’anno aggiuntivi. Si parte dai dati del 2022, quando le vendite di oro dichiarate superarono i 3 miliardi di euro. Il rischio è quello di incentivare in questo modo la vendita fra privati in nero, magari a sconto (chiaramente anche il nuovo acquirente poi avrebbe il vincolo di rivendere pagando il 26%). Di fatto l’imponibile, pari a circa 750 milioni di euro (considerando il 25% dell’oro negoziato), salirebbe a 3 miliardi. La Legge di bilancio, considera che la quota di oro che potrebbe essere dichiarato salirebbe a 1,5 miliardi. Da qui i numeri ipotizzati, che appaiono comunque ottimisti.
L’aspetto positivo è quello di incentivare l’utilizzo di aziende registrate, i cosiddetti Operatori Professionali del settore Oro, registrati presso Banca d’Italia. Il tutto renderebbe più difficili truffe e altre problematiche legate all’acquisto da oro fra privati. Al tempo stesso resta il problema per chi ha ereditato o ricevuto in regalo oro, con una tassazione sulla vendita che salirebbe dal 6,5% al 26% (qualora non vi sia documento di acquisto con prezzo).
Tassazione Oro Fisico
La tassazione sull’oro è un tema relativamente giovane in Italia. Ad inizio Millennio, nel gennaio 2000, con apposita legge è stato resa possibile la compravendita di oro con fine investimento per privati. L’oro è esente da imposta sul valore aggiunto. Di fatto la detenzione di oro ed il suo acquisto sono esentasse. Si paga invece una tassa in caso di profitto derivante da una vendita ad un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto. Al momento devono poi essere registrate tutti i movimenti di oro superiori ai 12.500 euro di controvalore (dai 200 grammi di oro in su, considerando un prezzo di circa 60 euro per grammo).
Con la normativa vigente, in caso di vendita di 20.000 euro di oro, senza documentazione sul prezzo di acquisto, si paga una tassazione pari al 26% sul 25% del valore dichiarato, ossia su 5.000 euro. Si pagano pertanto tasse per 1.300 euro. Con la proposta di legge dal gennaio 2024 si pagherà il 26% su ventimila euro: 5.200 euro. La tassa sale di quattro volte. Nel caso in cui si avesse la documentazione dell’acquisto con il prezzo pagato non cambierebbe nulla invece rispetto allo scenario attuale.
Come si registra una plusvalenza su vendita di oro?
Quando si vende oro fisico ottenendo una plusvalenza occorre inserirla nel quadro RT nella sezione II del modello “Reddito delle persone fisiche”. Se l’investimento su oro o argento è stato effettuato all’estero, dovrà essere specificato nel quadro RW della stessa cartella.