I tassi di interesse sui depositi in Europa salgono dal 4,25 al 4,50%, muovendo anche l’euro. La Banca Centrale Europea ha, infatti, alzato i tassi di interesse di 25 punti base, come previsto dagli analisti finanziari. Vi proponiamo di seguito un approfondimento sull’euro e sulla situazione ad oggi presente sui mercati finanziari. Questo focus è presente nel video Fast & Forex, realizzato da Stefano Gianti, analista presso Swissquote.
L’euro
Come si è mosso l’Euro dopo la BCE? La reazione dell’euro, al momento, è quella di un deprezzamento. Come mai un deprezzamento e non il contrario? Sembra essere controintuitivo che, nel momento in cui i tassi si apprezzino e convenga avere un’attività in euro, il cambio si deprezzi. In realtà il movimento a ribasso ha radici più profonde. L’approdo in area 1,066 rispetto all’1,07 prima del rialzo dei tassi è funzione anche del rallentamento macroeconomico. Inoltre i mercati vedono come ormai vicino – se non raggiunto – il picco dei tassi per l’Eurozona.
Europa vs Stati Uniti
La liquidità sta migrando verso gli Stati Uniti, che stanno pubblicando dati più rassicuranti e hanno un differenziale positivo verso il Bund. Si prenda per esempio l’indice IPP (indice dei prezzi alla produzione), che aumenta dello 0,7% rispetto a una previsione dello 0,4%. Come anticipato, anche il differenziale gioca un ruolo rilevante nel deflusso di investimenti nel vecchio continente. Lo Spread Usa-Germania ad oggi è di circa 166 bps e significa vedere remunerati meglio i propri investimenti. Questo, avendo un rischio percepito minore derivante da una situazione macro in miglioramento negli USA.
Perché l’innalzamento dei tassi
Potrebbe venire da chiedersi come mai un innalzamento dei tassi proprio in questa congiuntura economica? Certamente Christine Lagarde avrà avuto un occhio di riguardo per obiettivo principe della BCE: ossia il mantenimento dell’inflazione intorno al famoso valore del 2%. Questo valore gli analisti prevedono che venga raggiunto entro la fine 2025. Per contro, nel 2024 l’inflazione potrebbe rimanere oltre il 4%.
Le previsioni per il 2023 sull’inflazione, infatti, erano state di recente ritoccate a rialzo, attorno il 5,6%, con una corrispondente decrescita del Pil. Quest’ultimo fattore, in particolare, è un segnale particolarmente forte, essendo nell’intorno di mezzo punto percentuale. Il raffreddamento del ciclo economico con una combinazione di innalzamento dell’inflazione e ribasso della crescita, ha certamente allarmato la BCE, che ha preso le sue contromisure.
Analisi tecnica sull’euro
Guardando all’analisi tecnica dell’euro/dollaro, ampiamente spiegata nei webinar di Swissquote, si possono notare alcuni indicatori. L’analisi tecnica, se effettuata insieme a quella fondamentale, serve per cercare di “indovinare” il timing giusto dell’investimento e la direzionalità. Ipotizzato un trend in rialzo o in ribasso con l’analisi macroeconomica, quella tecnica ti riferisce quale possa essere la tempistica per entrare sul mercato.
In questo caso, sull’euro/dollaro, nel video vengono individuati due importanti target: uno intorno a quota 1,052 e l’altro a 1,030. Molto dipenderà da cosa succederà nei prossimi giorni, quindi fari puntati sulle dichiarazioni della Fed del 20 settembre. Non dovrebbero esserci sorprese. I tassi potrebbero restare fermi, con possibilità di salir nel successivo incontro del primo Novembre. Non sono previsti tagli dei tassi i interesse fino al 2024, tuttavia quando si riuniscono le Banche Centrali l’effetto “sell on the news” è sempre rilevante.