Certificati sul settore petrolifero

investire sul petrolio

In queste settimane l’OPEC+ sta tenendo in allerta molti operatori finanziari, prendiamo dunque in esame alcuni certificati sul settore petrolifero. Le strategie dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio più la Russia (OPEC+) avranno una importante ricaduta sul breve termine sui prezzi del greggio. Pertanto, anche i titoli ad esso collegati potrebbero subire apprezzamenti o deprezzamenti sulla base della riunione del cartello petrolifero. Essa è stata spostata dal 26 al 30 novembre e ci si aspetta che ne esca una decisione finale sugli obiettivi di produzione.

Volendo investire in certificati collegati al prezzo del petrolio, è possibile acquistare i certificato di Banca Akros su Eni. In particolare, si tratta due di prodotti dell’emissione Equity Premium Autocallable Certificate, presenti sull’EuroTLX di Borsa Italiana.

I certificati di Akros su ENI

Banca Akros

I due prodotti strutturati con sottostante le azioni di ENI di Banca Akros sono stati emessi il 17 ottobre 2023 e ad oggi sono sotto la pari. Essi hanno entrambi cedole condizionate a cadenza mensile e la durata dei certificati è di due anni. Avendo già pagato solamente il primo premio, ancora hanno 23 premi mensili potenziali da corrispondere.

Il certificato con ISIN IT0005568024 paga lo 0,63% al mese, per un totale annuo del 7,56% e le sue due barriere Premio e a Scadenza sono al 65%, su valori poco sopra quota 10 euro per azione. Il suo prezzo di mercato in lettera al momento è intorno a 98,60 euro per certificato.

Seconda opzione, invece, con il certificato IT0005568040. Ha un prezzo attorno in area 98,5, propone cedole da 0,77 mensili (9,24 p.a.), tuttavia ha barriera Premio e a Scadenza pari al 75% (11,6235 euro). Questa seconda opzione offre un rendimento potenziale più elevato a fronte di una barriera più vicina. Con questi certificati per investire sulle azioni di Eni si può anche ottenere un rendimento extra da capital gain nell’ordine dell’1,50% grazie ad un prezzo di acquisto sotto la pari (per entrambi di circa 98,5 euro).

Cedole con effetto memoria

Visto l’andamento particolarmente volatile di questo periodo sul petrolio, la banca ha deciso di dotare questi certificati dell’effetto memoria. Qualora, pertanto, non venisse corrisposto uno o più premi per via della barriera, sarà possibile riceverli in un secondo momento alla prima valutazione sopra la barriera.

Si va, infine ad aggiungere alle clausole annesse a questi due certificati su Eni la clausola di richiamo anticipato. In particolare, questa potrà essere fatta valere da Banca Akros a partire dal sesto mese di vita del prodotto. Facciamo ora due esempi molto concreti, per capire gli scenari potenziali sui due certificati.

Esempi sui certificati del settore petrolifero

Iniziamo subito col definire il valore di strike del titolo Eni sottostante, che è pari a 15,498 euro. Ipotizzando un investimento di un certificato IT0005568040, bisogna tenere in conto che se il valore di Eni scendesse sotto i 11,6235 euro, non verrebbe corrisposto il premio mensile. Poniamo il caso, pertanto, che il valore rimanga sotto questa soglia per 4 valutazioni consecutive. Se al quinto mese tornasse sopra la barriera Premio verrebbero corrisposte 5 cedole da 0,63 euro cadauna.

E se, invece, per le prossime quattro date di valutazione il certificato fosse sotto la barriera e alla quinta (aprile) il sottostante valesse 15,4980 euro? Farebbe scattare la clausola di richiamo anticipato, essendo il certificato al sesto mese di vita. L’investitore si vedrebbe rimborsati cinque premi e il capitale a valore nominale (100 euro). I rendimenti sarebbero, quindi pari a 3,85 euro da premi e 1,52 euro da capital gain, per un totale lordo di 5,37 euro lordi in 5 mesi.

Il settore petrolifero oggi

Ad oggi la situazione del settore petrolifero porta in dote molte opportunità. L’OPEC+ potrebbe decidere di tagliare la produzione in occasione della riunione di giovedì prossimo, con conseguente benefici sul prezzo del petrolio. Lo scenario, tuttavia, è ancora molto incerto con paesi fortemente sfavorevoli al contingentamento dell’estrazione.

Eni, d’altro canto, ha chiuso venerdì 24 novembre in verde a Piazza affari, mostrando di non risentire particolarmente dell’incertezza del comparto. L’Agenzia di rating Moody’s ha, inoltre, di recente migliorato le prospettive sul rating di Eni, passando da “Negative” a “Stabili”. A questo si va ad aggiungere un EBIT proforma adjusted di 4 miliardi di euro e un free cash flow discrezionale cumulato fino a oggi di circa 6,2 miliardi.


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