Portafoglio 60/40

portafoglio di investimento
Portafoglio di investimento

Il portafoglio 60/40 conviene? Questa allocazione finanziaria può ancora funzionare? Nel 2022 le performance del portafoglio 60-40 sono state decisamente negative, con ribassi sia sull’azionario che sull’obbligazionario.

Ma cosa è il portafoglio 60/40? Solitamente si intende un’allocazione al 60% sull’azionario ed al 40% sull’obbligazionario. Il tutto con ulteriore diversificazione sia sotto il profilo delle azioni scelte che della componente obbligazionaria.

Qual è l’obiettivo di questo portafoglio? La parte obbligazionaria del portafoglio 60/40 mira a fornire una certa stabilità, mentre quella azionaria dovrebbe offrire un maggiore rendimento, almeno in linea teorica. Chiaramente annate come il 2022, in cui sia i listini azionari che le obbligazioni scendono, mettono in crisi molti approcci di portafoglio, fra cui anche il 60/40.

Portafogli e Banche centrali

Le banche centrali sono state additate come una delle cause della crisi del portafoglio 60/40. Qual è lo scenario attuale? Siamo vicini al picco dei tassi, che non è però ancora stato raggiunto. Infatti, quasi tutte le banche centrali continuano ad alzare i tassi di interesse. A giugno la Federal Reserve è rimasta ferma al 5,25%, ma Jerome Powell, governatore della banca centrale americana ha già lasciato intendere che i tassi saliranno ancora nei prossimi mesi. Li ha alzati – addirittura dello 0,50% – la Bank of England. I mercati si attendevano un rialzo dello 0,25%, la banca di Inghilterra li ha sorpresi con un rialzo doppio, portando i tassi al 5,00%.

Anche la Banca centrale europea sta proseguendo con i rialzi al costo del denaro. Non è rimasta a guardare nemmeno la banca centrale svizzera, con un rialzo a 1,75%. In sintesi, con la sola eccezione della Bank of Japan tutte le banche centrali stanno alzando i tassi.

Report su portafoglio 60/40

Presentiamo sul tema portafoglio 60-40, ma anche su tassi di interesse, politica della banca centrale americana ed investimenti un report di Saira Malik, CFA, Chief Investment Officer di Nuveen. In sintesi, il vecchio portafoglio 60/40, può tornare interessante in questo scenario?

Conviene il portafoglio 60/40?

Quando arriverà il momento in cui l’inflazione statunitense sarà abbastanza bassa da giustificare un taglio dei tassi? È probabile che i cambiamenti strutturali manterranno il tasso di inflazione al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2% nel breve-medio periodo. Ciò significa che la strada per un’inversione di rotta della politica monetaria è ancora lunga.

Nonostante ciò, gli investitori possono stare tranquilli: i confronti su base annua dovrebbero esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sui prezzi.

Inflazione e politica della banca centrale americana

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I dati sull’inflazione di giugno, che saranno rilasciati a luglio 2023, potrebbero rappresentare un importante punto di svolta. In particolare, il ritmo degli aumenti dei prezzi delle componenti “persistenti” dell’inflazione, come le abitazioni, potrebbe rallentare sostanzialmente nei prossimi 12 mesi. E a giugno inizierà probabilmente la deflazione del settore delle auto usate. Questo potrebbe comportare un primo calo dei prezzi, non solo aumenti più lenti. Tutto ciò potrebbe influenzare il modo in cui gli investitori si approcciano alla costruzione del portafoglio.

La frenata dell’inflazione sarà abbastanza per cambiare nel breve la politica monetaria della banca centrale? Vediamo le considerazioni di Nuveen, anche sul tema portafoglio 60/40.

Considerazioni sul portafoglio di investimento

In passato si è già dibattuto sulla sostenibilità del tradizionale portafoglio 60/40, ma nel 2022 questo tipo di allocazione di portafoglio ha sofferto l’anno peggiore dalla Crisi finanziaria globale. Questo a causa di un mercato azionario negativo e di un forte aumento dei tassi d’interesse. Con le condizioni economiche e di mercato in continuo mutamento, non ci aspettiamo che nel 2023 si ripeta una performance così negativa.

Ma gli investitori 60/40, che l’anno scorso sono rimasti scottati dall’inflazione troppo alta e dai tassi troppo elevati, potrebbero giungere alla stessa conclusione a cui siamo giunti noi molto prima dell’inizio del ciclo di inasprimento aggressivo della Federal Reserve, la banca centrale americana.

L’incorporazione di investimenti alternativi e l’allocazione in vari settori del credito possono offrire una migliore protezione dai ribassi. Inoltre, possono produrre rendimenti più elevati e creare fonti di rischio più diversificate rispetto al tipico portafoglio 60/40.

Profili di investimento

Sebbene ogni investitore – sia individuale o istituzionale – abbia obiettivi d’investimento e tolleranze al rischio diversi, ci sono alcuni punti di convergenza.

Un’inflazione alta per lungo tempo potrebbe esercitare un notevole freno sui mercati azionari e obbligazionari tradizionali. A nostro avviso, questo è un elemento a favore dell’inclusione in un portafoglio diversificato di asset come le infrastrutture globali e gli immobili privati. Questa considerazione parte dal fatto che entrambe le asset class hanno storicamente fornito un cuscinetto contro l’inflazione. Allo stesso modo, l’allocazione in credito privato e private equity potrebbe potenzialmente migliorare il profilo rischio/rendimento complessivo di un portafoglio, dati i rendimenti storici relativamente elevati e le correlazioni relativamente basse con l’azionario e l’obbligazionario pubblici.

Per quel che riguarda un’allocazione che vada oltre il tradizionale approccio 60/40, potrebbe essere interessante un ipotetico portafoglio 50/30/20 che investa il 50% in azioni, il 30% in obbligazioni e il 20% in strumenti finanziari alternativi per sfruttare i vantaggi che ciascuna asset class offre.

L’inclusione di ulteriori asset class comporta ulteriori rischi specifici (come il rischio di liquidità per molti investimenti privati). Al tempo stesso riteniamo che l’esposizione a più fonti di rischio e a più potenziali fonti di rendimento sia vantaggiosa per la maggior parte degli investitori.

Ecco quindi un focus sulla situazione legata alle bance centrali ed anche al portafoglio di investimento 60/40.

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