Prezzo del Bitcoin: nuovi record oltre quota 120.000 dollari

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Bitcoin e Criptovalute

News dal mondo dei Bitcoin e criptovalute. In questi giorni, possiamo dire nuovamente Bitcoin alla Ribalta: la più famosa criptovaluta risponde alle sfide globali. L’incognita sui numeri finali dei dazi americani ha riportato volatilità sui mercati globali, ma il bitcoin non perde colpi, anzi, il prezzo ha raggiunto nuovi record. Vediamo lo scenario.

Bitcoin – nuovo record storico

Di fronte a questa instabilità, molti investitori sono tornati a cercare sicurezza nei beni rifugio: non solo oro e argento, ma anche Bitcoin, che negli ultimi giorni ha raggiunto il massimo storico di 120.000 dollari, con un balzo del 50% in un solo anno. Non sono solo i dazi a influenzare il recente rally delle criptovalute. Negli Stati Uniti è iniziata oggi quella che molti già chiamano la “settimana delle cripto”, caratterizzata da appuntamenti politici decisivi per la regolamentazione del settore.

Il Congresso americano si prepara infatti a discutere nuove normative, come il Genius Act, che potrebbero fornire finalmente un quadro chiaro e stabile alle criptovalute. Questi eventi hanno alimentato l’attenzione degli investitori (ed anche investitori istituzionali), rafforzando il ruolo del Bitcoin come alternativa agli asset tradizionali.

Il record del prezzo del bitcoin

grafico prezzo bitcoin record

Nel grafico (da piattaforma Swissquote) si vede la salita del prezzo del bitcoin, che dopo essere tornato oltre quota 100.000 dollari ha trovato la forza per arrivare oltre i 120.000 dollari. Da notare, poi, anche la salita di Ethereum, salito oltre i 3.000 dollari.

Bitcoin, un bene sempre più raro

Nonostante sia una moneta virtuale, il Bitcoin è progettato per essere un bene finito. Il suo creatore ha introdotto il meccanismo del “dimezzamento” (halving): ogni circa quattro anni, la ricompensa che i minatori ricevono per validare le transazioni si dimezza.

Il 19 aprile 2024, con il quarto halving, la ricompensa è scesa da 6,25 a 3,125 BTC per blocco. Nel 2028 scenderà ulteriormente a 1,5625 BTC. Questo processo rallenta drasticamente la produzione di nuovi Bitcoin e porterà, intorno al 2140, a raggiungere la quantità massima teorica di 21 milioni di unità. Già nel 2032, però, si stima che sarà stato minato oltre il 99% di tutti i Bitcoin esistenti.

Così, Bitcoin si consolida come asset finito e raro, simile ai metalli preziosi come oro e argento. Certo, le differenze sono notevoli, la storia millenaria dell’oro non può essere paragonata con i pochi lustri di vita del bitcoin, ma la crescita delle criptovalute non va sottovalutata.

Il Bitcoin è più volatile di oro e argento?

Una delle differenze principali tra Bitcoin e beni rifugio tradizionali è la volatilità. Il prezzo del Bitcoin oscilla molto più rapidamente rispetto a oro e argento. Questo aumenta quindi notevolmente i rischi per gli investitori, soprattutto nel breve termine. Anche le correzioni dopo ogni massimo da parte del bitcoin sono spesso state violente, arrivando anche a superare l’80% in passato.

Nel corso degli anni, la criptovaluta ha alternato fasi di crescita esplosiva a correzioni improvvise: variazioni che sarebbero impensabili per i metalli preziosi. Un fattore chiave di questa volatilità è la forte influenza di rumors e notizie non ufficiali, che nel mercato delle criptovalute si diffondono rapidamente e spesso producono effetti immediati sui prezzi.

Basta una dichiarazione di una figura influente o una voce sulla regolamentazione per scatenare forti movimenti. Un esempio lampante è stato Dogecoin (altra criptovaluta) che nel 2021 con un semplice tweet di Elon Musk ha fatto impennare il prezzo di oltre il 20% in poche ore. Questa sensibilità alle voci rappresenta sia un’opportunità di guadagno, sia un rischio notevole per gli investitori meno esperti.

Bitcoin sotto la lente dei regolatori

Oro e argento sono regolamentati e accettati ovunque: il loro valore e il loro utilizzo come riserve sono riconosciuti da banche centrali, governi e mercati finanziari a livello globale, con norme chiare e stabili da secoli.

investire sul Bitcoin

Per le criptovalute il quadro è ben diverso. Il Bitcoin è ancora oggetto di acceso dibattito normativo: in molti Paesi viene considerato un asset da tassare o regolare, mentre in altri – come El Salvador – è diventato addirittura moneta corrente, anche se con risultati sin qui mediocri. La sua posizione legale, però, può cambiare rapidamente: alcuni Stati limitano o vietano l’uso delle criptovalute, altri sperimentano nuove regole. Questo espone il Bitcoin a maggiori incertezze e a oscillazioni di prezzo legate alle decisioni politiche, mentre oro e argento si muovono in un contesto legale molto più prevedibile.

Proprio in questa “settimana delle cripto”, le scelte politiche e legislative negli Stati Uniti potrebbero segnare una svolta storica per l’intero comparto: una regolamentazione più chiara potrebbe consolidare definitivamente il ruolo del Bitcoin come nuovo bene rifugio globale, ma anche introdurre nuove sfide e rischi da monitorare.


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