La Banca centrale Neozelandese taglia i tassi

Perchè il dollaro neozelandese scende? Procediamo con ordine: i mercati si attendevano un nulla di fatto dalla RBNZ, la banca centrale della Nuova Zelanda. Invece, a sorpresa, è arrivato un taglio dei tassi. Nulla di eclatante, una sforbiciata dello 0,25%, ma il costo del denaro è sceso dal 5,50% al 5,25%.

Sul forex market la reazione non si è fatta attendere, con il dollaro neozelandese che ha perso circa l’1%. Il cambio contro dollaro (NZD/USD) è sceso da 0,608, fin verso 0,60.

Ecco un focus sul dollaro australiano e sulle principali news in arrivo dal mondo dei cambi a cura di Stefano Gianti (Swissquote). Per non perdere nemmeno una puntata potete registrarvi sul canale youtube di Swissquote.

Dollaro australiano

Oltre al dollaro neozelandese, vediamo cosa capita nella vicina Australia, dove ii tassi di interesse sono già più bassi al 4,35%. Proprio fra le news delle ultime ore, troviamo i dati sul lavoro del principale paese oceanico. Numeri non entusiasmanti, in quanto la disoccupazione destagionalizzata in Australia è aumentata al 4,2% a luglio 2024 rispetto al dato di giugno, superando le previsioni che erano per un 4,1%.

Si tratta del tasso di disoccupazione più alto da gennaio 2022, poiché il numero di disoccupati è salito di 239 mila a 637000 mila, con le persone in cerca di un lavoro a tempo pieno in aumento di 22.900 mila a 428700 e quelle in cerca di un lavoro part-time in crescita di poco meno di mille unità a 208.300.

Il cambio dollaro australiano/dollaro USA, dopo un’iniziale discesa, è salito nuovamente oltre 0,66, confermando di fatto il buon trend della moneta australiana visto in questa prima parte di agosto.

Dollaro USA debole

Il tutto va inserito in un contesto di dollaro debole, con un’inflazione in rallentamento, mentre anche i prezzi alla produzione americani non corrono più. Gli ultimi dati, relativi a luglio, parlano di una crescita dello 0,1%, in ribasso rispetto allo 0,2% di giugno. Addirittura, il core PPI è rimasto invariato rispetto al mese precedente.

Numeri che sostengono le aspettative per una Fed in versione dovish nella riunione in calendario per metà settembre. A questo punto non si tratta di capire se il taglio ci sarà o meno, ma se sarà dello 0,25% o dello 0,50%, con le aspettative per un taglio più ampio che hanno superato il 50%.

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