fed Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/fed/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Mon, 06 Nov 2023 14:49:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.3 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png fed Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/fed/ 32 32 FED – La Banca Centrale Americana https://www.investire-certificati.it/fed-la-banca-centrale-americana-usa/ Fri, 06 Oct 2023 09:05:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=29483 Cos'è le Fed, cosa fa, a cosa serve, quali obiettivi ha, gli strumenti, la storia della Banca Centrale Americana: una delle Banche Centrali più importanti al mondo.

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Fed: Cosa è la Federal Reserve. Che cosa significa Federal Reserve System? Quali sono gli obiettivi e quali strumenti ha a disposizione la Fed. La storia della Banca Centrale americana, la più importante del mondo.

In questo periodo dove l’inflazione è tornata a crescere dopo oltre un decennio di tassi a zero, le manovre delle Banche Centrali stanno acquisendo un’importanza ancora più significativa. Andiamo a conoscere meglio la maggiore autorità in ambito finanziario americana: la Federal Reserve (Fed), che è attualmente governata da Jerome Powell.

Cosa significa Fed?

La Fed indica la Banca Centrale americana. Letteralmente l’abbreviativo sta ad indicare il “Federal Reserve System” che comprende l’intera struttura della Banca Centrale americana, uno dei pilastri economici degli States, che nei prossimi paragrafi approfondiremo meglio.

L’autonomia della Fed – la Banca Centrale americana

La Fed ha notevole autonomia: basti pensare che le sue decisioni sono indipendenti e non devono essere approvate dal Presidente americano o tantomeno da alcun organo con potere esecutivo. Inoltre non ci sono finanziamenti stanziati dagli enti con potere di governo e la durata della carica non è collegata a quella delle cariche elettive. Il presidente ed il Congresso non sono però del tutto esclusi dal processo decisionale: eleggono infatti numerosi membri della Fed, la Banca Centrale americana, come vedremo meglio in seguito.

Storia della Fed- la Banca Centrale americana

La Banca Centrale venne fondata il 23 dicembre 1913 dal Congresso Americano che emanò il Federal Reserve Act. La firma fu del Presidente dell’epoca: T. W. Wilson. L’operatività non fu immediata: arrivò solamente nel 1916. L’obiettivo era però di importanza fondamentale: l’America era in pieno sviluppo e aveva un importantissimo bisogno di capitale per foraggiare le casse pubbliche a causa della Prima Guerra Mondiale. Necessitava quindi di una Banca Centrale importante che garantisse stabilità al mercato finanziario e monetario.

Le prime banche centrali americane

Non tutti sanno che in realtà la Federal Reserve non è la prima Banca Centrale americana. La prima infatti venne fondata nel 1781 durante la guerra di indipendenza americana, contro il Regno Unito. Questa ebbe un ruolo notevole per il sostentamento delle armate rivoluzionarie americane, riuscendo nel non facile compito di garantire le risorse necessarie ai belligeranti. Non di poco conto fu l’aiuto francese, che contribuì notevolmente ad indebitare le casse regie. Questo supporto alla guerra americana, fu una delle concause della rivoluzione francese che si accese pochi anni dopo. Durante la guerra di liberazione americana vennero emessi anche i primi titoli di debito pubblico degli Stati Uniti.

dollaro

Finita la guerra ed ottenuta l’indipendenza si cercò di sviluppare la Banca Centrale, sulla base del modello inglese. La sua esistenza non sarebbe dovuta essere permanente, ma soltanto ventennale e completamente privata, quindi senza partecipazioni pubbliche. Questa banca perse gradualmente importanza e divenne, negli anni, una banca commerciale.

Una nuova banca centrale

Seguì una nuova Banca Centrale americana nel 1817 che generò dapprima molta inflazione (in quanto emise troppo denaro nel mercato) per poi dover adottare politiche restrittive per contenere i danni fatti al mercato, causando però disoccupazione e crollo del mercato immobiliare. Anche a causa di alcune vicissitudini non piacevoli, come la corruzione, anche questa banca non ebbe fortuna e per alcuni anni non ci fu nessuna Banca Centrale negli States.

Durante la guerra di Secessione americana vennero stampati i primi dollari a sfondo verde. Negli anni seguenti, fino all’alba della Prima Guerra Mondiale si succederanno alcune crisi che evidenzieranno la necessità di un’Autorità in ambito finanziario e monetario.

I primi anni della Fed – la Banca Centrale Americana

Il vero stimolo alla creazione della Federal Reserve venne con la crisi del 1907. In quei giorni, a seguito di speculazioni, la borsa di New York perse circa il 50% del proprio valore. Questo portò la popolazione alla richiesta della creazione di una banca centrale. A differenza delle sue predecessori, i poteri accordati alla nuova Banca Centrale americana erano notevoli. La Banca aveva il potere di immettere moneta nel sistema economico americano, poteva gestire i tassi di interesse e cercare di controllare l’inflazione. La neonata Fed, la nuova Banca Centrale americana, dovette da subito affrontare alcune delle più importanti sfide del Secolo Corto: le due Guerre Mondiali e la Grande Crisi del 1929 (dove la Fed non reagì con immediatezza, anche a causa di visioni differenti sul problema e quindi non limitando correttamente la crisi).

In piena Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, venne firmato l’accordo di Bretton Woods. Questo meccanismo garantiva la convertibilità ad un tasso fisso tra dollaro americano ed oro e rimase attivo fino alla decisione di Nixon di ritirarsi dall’accordo nel 1971, quando di fatto arrivò la fine di Bretton Woods.

Nel corso degli anni le responsabilità e i poteri della Fed sono ulteriormente aumentati e definiti. Per esempio, con il Employment Act del 1946 si arrivò a stabilire tra gli obiettivi a carico della Banca Centrale anche la ricerca del pieno impiego.

Dal dopoguerra alla fine del Novecento: le azioni della Fed

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Dopo aver imposto un basso costo del denaro per tutta la Seconda Guerra Mondiale, per favorire la possibilità di indebitamento pubblico, la Fed decise di proseguire con questa politica per i primissimi anni del dopoguerra. Nel 1951 si decise di dividere la gestione del debito pubblico americano dalla gestione delle politiche monetarie. L’accordo di Bretton Woods condizionò la Fed, che dovette cercare delle soluzioni ai problemi della bilancia commerciale. Inoltre la Banca Centrale americana ritirò il sostegno alla politica per il debito pubblico, anche a seguito di bolle inflattive, salvo alcuni interventi per evitare un terribile default. L’operato non è però sempre stato impeccabile creando alle volte disoccupazione e soprattutto inflazione, come tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta.

Il nuovo secolo: l’operato della Fed – la Banca Centrale Americana

Con la crisi del 2007-2008, causata dalle perdite sui mutui immobiliari la Fed, la Banca Centrale americana si trovò ad affrontare una nuova importantissima sfida. Anche in questo caso la Fed non fu esente da colpe, sbagliando alcuni controlli sul mercato finanziario. I numerosi interventi, tra cui il famoso “quantitative easing” riportarono, lentamente, il mercato a nuovi equilibri. Anche a seguito di questa crisi, la Fed ha inoltre acquisito nuovi poteri di controllo, anche sulle società non bancarie.

Con l’avvento del Covid-19 la risposta della Federal Reserve non si è fatta attendere e ha fornito aiuti consistenti al mercato, contenendo gli effetti, anche grazie alle politiche pubbliche di una crisi che poteva rivelarsi ben più grave.

Purtroppo, le pesanti sfide dei primi anni Venti di questo secolo non sono banali. Con l’invasione russa e la successiva esplosione dei costi energetici, la riapertura post-lockdown e il blocco del canale di Suez si sono create delle forti correnti inflattive. La Federal Reserve attualmente sta rientrando con ritardo dalle politiche monetarie iper-espansive intraprese durante la pandemia. Con gli ultimi aumenti annunciati a luglio 2023, il tasso di interesse americano ha raggiunto la quota del 5,50%. Questa percentuale non si raggiungeva da 22 anni. Il governatore Powell non ha inoltre escluso un aumento ulteriore in un prossimo futuro, assicurando tuttavia che si cercherà di aspettare i risultati di questi primi 11 aumenti consecutivi del tasso di interesse dal 2022.

Gli obiettivi della Banca Centrale americana

Fed banca centrale dollaro

Gli obiettivi della Fed sono principalmente:

  • la stabilità dei prezzi,
  • la stabilità del sistema finanziario, bancario e monetario,
  • l’occupazione negli Stati Uniti ad ottimi livelli,
  • la bassa volatilità del tasso di interesse a lungo periodo,
  • la supervisione e di vigilanza e controllo del mercato finanziario e delle sue istituzioni.

Non è assegnata una gerarchia ai sopra citati obiettivi: questo garantisce un maggior margine d’azione alla Federal Reserve rispetto alla Bce (che ha come obiettivo principale il contenimento dell’inflazione al di sotto della quota del 2% annuo).

Infine la Fed, essendo la Banca Centrale americana, è incaricata anche dell’emissione dei dollari.

Come è strutturata la Fed

La Banca Centrale americana è organizzata secondo questa struttura: è presieduta da un’agenzia centrale indipendente, il Board of Governors, da dodici Federal Reserve Banks regionali, da dodici membri del Federal Open Market Committee (FOMC) e da alcuni economisti.

Il Board of Governors della Fed

Il Board of Governors, con sede a Washington, è composto da sette membri che vengono eletti dal Presidente americano che sono, in seconda battuta, confermati dal Senato. Gli eletti possono rimanere in carica fino a 14 anni. Il Presidente americano ha inoltre il potere di eleggere il governatore e il vice-governatore di questa istituzione. Jerome Powell è l’attuale presidente. Trump lo ha indicato nel 2018, mentre il vice è Philip N. Jefferson.

Le dodici Federal Reserve Banks della Fed – la Banca Centrale Americana

Le dodici Federal Reserve Banks hanno sede a Boston, New York, Philadelphia, Cleveland, Richmond, Atlanta, Chicago, St. Louis, Minneapolis, Kansas City, Dallas e San Francisco. L’elezione dei banchieri delle varie sedi è regolata da normative alquanto complesse.

Distretti FED
Fonte: www.federalreserve.gov

Il FOMC

Il Federal Open Market Committee, spesso abbreviato come FOMC, è costituito da dodici membri. I primi sette sono i membri del Board of Governors, il Presidente della Federal Reserve Banks di New York, mentre gli altri cinque sono eletti, a rotazione, tra i rimanenti membri della Federal Reserve Banks. Si tratta del braccio operativo di politica monetaria della Banca centrale americana.

Gli economisti della Banca Centrale Americana

Gli economisti devono di fornire aggiornamenti al Congresso sulla situazione finanziaria, monetaria ed economica del Paese. Inoltre elaborano alcuni rapporti, tra cui il famoso Beige Book (un report di aggiornamento che viene rilasciato otto volte all’anno).

Gli strumenti a disposizione della Fed

Gli strumenti messi a disposizione della Banca Centrale americana sono numerosi. I principali sono i seguenti: poter effettuare operazioni sui mercati, la gestione dei tassi di sconto e la gestione degli obblighi di riserva a carico delle istituzioni finanziare. La direzione degli ultimi due poteri sono a carico del Board of Governors, mentre il primo è invece a disposizione del FOMC.

Le operazioni a mercato aperto della Fed – la Banca Centrale

Le operazioni a mercato aperto sono uno degli strumenti più potenti a disposizione della Banca Centrale americana. Come detto, queste attività sono gestite dal FOMC che, nelle sue otto sedute annuali, gestisce gli interventi da effettuare. Queste operazioni sono le più efficaci per indirizzare la politica sui tassi di interesse. I principali interventi effettuati riguardano la compravendita dei titoli di Stato. Questo permette di perseguire l’obiettivo di spostare la domanda e l’offerta sui binari del tasso di interesse desiderato.

La gestione dei tassi di sconto

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La gestione dei tassi di sconto, come detto, è uno strumento in carico al Board of Governors. Legiferando in questa materia, come si sta facendo in questo momento di forte inflazione, la Fed sta cercando di contenere questo processo che danneggia l’economia. Le più colpite sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione che non riescono (o almeno non riescono immediatamente) a farsi aumentare proporzionalmente i salari. Ma in cosa consiste praticamente la gestione dei tassi di sconto? Il Board of Governors fissano il tasso di Fed Funds rate, ovvero il tasso di interesse a brevissimo tempo. Questo significa che attraverso le politiche adottate dalla Fed il costo del denaro aumenta o diminuisce. Ovviamente questo è uno strumento utilissimo per la gestione della politica monetaria e finanziaria.

Gli obblighi di riserva

Un altro compito a carico del Board of Governors è la gestione degli obblighi di riserva. Questo consente alla Fed di imporre alle banche americane di depositare delle somme all’interno dei conti della Fed, la Banca Centrale americana. Questi depositi hanno la funzione di garantire la stabilità delle istituzioni finanziarie e scongiurare fallimenti e quindi nuove crisi, anche di portata internazionale e mondiale.

Per approfondire

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Previsioni per i Tassi della Federal Reserve https://www.investire-certificati.it/previsioni-per-i-tassi-della-federal-reserve-2/ Wed, 03 May 2023 09:39:37 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28157 Previsioni sui tassi e sulle mosse della Federal Reserve. Le banche centrali sono arrivate agli ultimi rialzi dei tassi? Sono in molti a chiederselo. I mercati sembrano aver assorbito il ciclo di rialzi più rapido degli ultimi decenni. Quali previsioni per i tassi? Per Mirabaud la Fed è pronta per l’ultima stretta monetaria. Ma per […]

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Previsioni sui tassi e sulle mosse della Federal Reserve. Le banche centrali sono arrivate agli ultimi rialzi dei tassi? Sono in molti a chiederselo. I mercati sembrano aver assorbito il ciclo di rialzi più rapido degli ultimi decenni.

Quali previsioni per i tassi? Per Mirabaud la Fed è pronta per l’ultima stretta monetaria. Ma per il taglio dei tassi di interesse bisognerà attendere il 2024.

Gli analisti di Nuveen, invece, parlano di una scalata alpina ormai quasi finita. Tutti d’accordo, di fatto, sulla fine dei rialzi dei tassi. Ma quando inizieranno le banche centrali a tagliarli ancora non si sa

Previsioni sui tassi di interesse della Federal Reserve

Analisi di Mirabaud AM. La Federal Reserve si muove l’ultima stretta da 25 punti base, ma nessun taglio dei tassi è in vista nel 2023. Ecco commento e previsioni sui tassi a cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud.

Quali previsioni per la Federal Reserve? Prevediamo che la Federal Reserve alzerà il suo tasso d’interesse di riferimento di altri 25 punti base nella prossima riunione, segnalando una pausa ma anche chiarendo che non sono probabili tagli dei tassi di interesse nel corso dell’anno.

Contrariamente alle aspettative del mercato, non prevediamo tagli significativi dei tassi nella seconda metà dell’anno. Uno dei motivi principali è che le pressioni sui prezzi rimangono elevate e l’inflazione persistente. La scorsa settimana, il dato sull’inflazione PCE, pur mostrando alcuni segnali di disinflazione, ha suggerito che i progressi sono lenti e richiederanno tempo. Inoltre, questa statistica è di gran lunga superiore all’obiettivo della Fed del 2% e alla proiezione mediana del FOMC per l’ultimo trimestre dell’anno (3,6% t/t). Inoltre, le dinamiche salariali sono forti e suggeriscono che il surriscaldamento del mercato del lavoro statunitense continua. Infatti, la misura più completa della retribuzione del lavoro, l’indice del costo dell’occupazione, ha registrato un’accelerazione nello scorso trimestre.

Previsioni per le borse

Ci spostiamo ora presso l’asset management Nuveen. Ecco le previsioni per i tassi della Federal Reserve. Gli analisti spiegano che “la scalata alla montagna dei tassi è quasi finita”, per poi esaminare le possibili conseguenze per i portafogli. Previsioni di borsa a cura di Saira Malik, CIO di Nuveen.

Tassi Federal Reserve

La Federal Reserve statunitense si prepara a quello che pensiamo sarà l’ultimo passo della sua scalata alla montagna dei rialzi dei tassi. Nel frattempo, gli investitori hanno già messo da parte gli scarponi da trekking per indossare calzature più comode. Guardano a un percorso che sperano sia in discesa da qui in poi.

previsioni di borsa

Mentre scriviamo, mancano poche ore alla riunione di maggio della Fed, con tutti gli occhi puntati sulla prossima decisione sui tassi e su eventuali indicazioni sulla politica futura. Sebbene la lettura di marzo abbia mostrato che l’indice PCE core della spesa per consumi personali – la misura di inflazione preferita dalla Fed – rimane più alto di quanto la banca centrale vorrebbe, riteniamo che potremmo essere vicini al picco dei tassi.

Di conseguenza, ci aspettiamo che il presidente della Fed Jerome Powell annunci un aumento dei tassi di 25 punti base questa settimana. A ciò, però, dovrebbe far seguito una pausa nella campagna di inasprimento anti-inflazione della Fed, che dura da 13 mesi.

Possibilità di recessione?

Prevediamo una lieve recessione, causata da questo ciclo aggressivo di rialzi, ma rifiutiamo il vecchio mantra del mercato: “Sell in May and go away”. Continuiamo invece a raccomandare di “rimanere investiti”, sulla base della forza relativa degli utili societari e dell’economia sottostante, unita a dati storici incoraggianti sulla performance degli investimenti dopo una pausa della Fed.

Previsioni per gli utili aziendali

Sebbene le previsioni sugli utili per il 2023 siano state riviste modestamente al ribasso, le valutazioni azionarie stanno rimbalzando grazie ai potenziali cambiamenti di politica monetaria spinti da quella che potrebbe essere la recessione più pronosticata di tutti i tempi. Gli investitori azionari fanno il tifo per un taglio dei tassi entro la fine dell’anno. Nonostante ciò, la stabilità dei tassi potrebbe rivelarsi il più forte catalizzatore di rendimenti positivi per un’ampia gamma di asset class.

Considerazioni di portafoglio

Le previsioni di borsa proseguono poi con un focus sulla gestione dei portafogli. Questo atteso contesto di stabilità dei tassi d’interesse potrebbe creare interessanti opportunità nell’ambito dell’obbligazionario. In particolare, privilegiamo i settori a spread che offrono rendimenti interessanti e che dovrebbero evitare un allargamento eccessivo degli spread, anche durante la lieve recessione che prevediamo si verificherà nel 2023.

Obbligazioni high yield 

Grandi speranze per l’high yield. Le obbligazioni societarie high yield statunitensi rendono oggi in media l’8,5% con una duration inferiore ai quattro anni, il che le rende meno sensibili all’allargamento degli spread rispetto ad altri investimenti a reddito fisso. Anche se la storia potrebbe non ripetersi, pensiamo che la fine dell’attuale ciclo di inasprimento della Fed possa essere un’altra “pausa che reca sollievo”.

Preferire i titoli privilegiati. Un altro settore interessante di titoli da mettere in watchlist è quello dei titoli privilegiati. Questa preferenza si basa meno sulla stabilità dei tassi e più sui recenti movimenti di mercato, che hanno creato valore nel segmento. Le turbolenze del settore bancario di marzo hanno portato gli spread dei titoli preferiti ad allargarsi di 90 punti base. Tuttavia, i rischi di contagio che molti temevano inizialmente non si sono materializzati, e gli spread hanno ritracciato solo un terzo di quell’allargamento.

Dividendi

previsioni tassi di interesse
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Aumentare la crescita dei dividendi e le infrastrutture. Al di fuori delle obbligazioni, mentre le azioni hanno storicamente registrato una ripresa dopo una pausa della Fed, continuiamo a privilegiare un’esposizione difensiva e settori che dovrebbero essere relativamente resistenti se l’inflazione rimane persistente. Diamo risalto alla crescita dei dividendi e alle azioni nel settore delle infrastrutture, che tendono a registrare performance relativamente positive durante i rallentamenti economici e le recessioni. Inoltre, le infrastrutture dovrebbero essere ben isolate dai costi elevati del debito e dall’inflazione.

Privilegiare il credito privato e il settore immobiliare. Nei mercati dei capitali privati, preferiamo allocare i nostri investimenti in asset class che producono reddito e che sono potenzialmente in grado di proteggere dai ribassi. In particolare, vediamo opportunità interessanti in aree selezionate del credito privato e del real estate.

Ecco quindi le previsioni di borsa e sui tassi di interesse della Federal Reserve di Mirabaud e Nuveen.

Focus: Previsioni su Tassi e Borse

Analisi di borsa e previsioni per i mercati finanziari: approfondimenti economici.

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