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Cosa è l’indicatore ATR (Average True Range)? Come si costruisce l’indicatore ATR? Qual è il ruolo di Welles Wilder nell’analisi tecnica?

Indicatore ATR – Definizione

L’Average True Range (ATR) è un indicatore, ideato da Welles Wilder, che misura la volatilità che si è verificata su una determinata attività finanziaria nel corso di un certo periodo di tempo.

Sotto questo punto di vista l’ATR costituisce una valida alternativa alla classica Deviazione Standard (utilizzata, ad esempio, per la costruzione delle Bande di Bollinger).

La differenza principale è che quest’ultima, per misurare la volatilità, utilizza solo i prezzi di chiusura mentre l’ATR considera anche i prezzi massimi e i prezzi minimi registrati dal mercato.

Come si costruisce l’indicatore ATR

Per costruire l’Iindicatore Average True Range è necessario calcolare il “vero” (True) range giornaliero. Questo vuol dire di includere anche il range che considera anche l’eventuale presenza di gap-up o di gap-down.

Il range giornaliero è l’escursione massima compiuta dai prezzi nel corso di una giornata. In pratica non è altro che la differenza tra il prezzo massimo e il prezzo minimo che sono stati registrati durante una seduta. Questa distanza rappresenta, di fatto, la volatilità giornaliera.

Ma poiché il range giornaliero non considera gli eventuali strappi, al ribasso o al rialzo, che si possono verificare tra una seduta e l’altra (detti movimenti overnight) Wilder ha creato il concetto di “True Range”. L’indicatore ATR mette in relazione il massimo e il minimo di ogni seduta con il prezzo di chiusura della seduta precedente. Il True Range, infatti, è il più ampio tra una di queste tre misure:
a) la differenza tra il massimo e il minimo dell’ultima seduta;
b) la differenza tra il massimo dell’ultima seduta e il prezzo di chiusura della seduta precedente;
c) la differenza tra il prezzo di chiusura della seduta precedente e minimo dell’ultima seduta.

Indicatore Average True Range

Il valore che si ottiene, tuttavia, è molto erratico e difficilmente utilizzabile per finalità operative. Per ottenere un indicatore meno nervoso e più lineare viene calcolata una media mobile di tipo semplice (che prende il nome di Average True Range), degli ultimi X valori (l’arco temporale consigliato da Wilder è 14) del True Range.
Quindi: Average True Range = Media Mobile a 14 osservazioni del True Range.

Strategie di trading con l’Indicatore Average True Range

Per comprendere le indicazioni fornite dall’ATR è sufficiente sapere che:
– se l’ATR aumenta significa che sul mercato c’è stato un aumento della volatilità, situazione che solitamente si verifica quando i prezzi si trovano all’interno di una fase direzionale di trend (rialzista o ribassista);
– se l’ATR diminuisce significa che sul mercato c’è stata una diminuzione della volatilità, situazione che solitamente si verifica quando i prezzi si trovano all’interno di una fase laterale di consolidamento.

L’Average True Range può essere utilizzato anche per finalità speculative.
In particolare, vediamo di seguito due possibili modalità operative.
– se l’indicatore Average True Range registra valori bassi significa che il mercato viene da una prolungata fase di congestione, con la volatilità che si è progressivamente scaricata. Questa è la tipica situazione che precede l’inizio di movimenti direzionali. Per questo motivo occorre prepararsi ad un’accelerazione (molto spesso in breakout) da parte dei prezzi.
– se l’indicatore Average True Range registra valori elevati significa che il mercato viene da un forte movimento impulsivo (in particolare se è stato al ribasso). Questa situazione potrebbe segnalare il raggiungimento di un minimo o di massimo significativo e l’inizio di una fase correttiva. Per questo motivo occorre prepararsi ad impostare una strategia di inversione (Reversal).

È necessario evidenziare che l’Average True Range viene anche utilizzato all’interno di altri indicatori (ad esempio il Supertrend) come trailing-stop di tipo dinamico (in quanto legato all’andamento della volatilità).

TRADING ANALISI TECNICA
Analisi tecnica nel trading ed indicatore ATR. Come si costruisce e perchè può essere utile?

Welles Wilder e l’analisi tecnica

L’indicatore Average True di Wilder è stato creato dall’analista americano partendo dallo studio delle materie prime. Può tuttavia essere utilizzato anche su altri strumenti finanziari, come le valute, le azioni o gli indici.

Va ricordato come l’ingegner Welles Wilder sia stato il creatore di numerosi indicatori su cui oggigiorno si basa l’analisi tecnica. Sono infatti stati ideati da lui indicatori quali il Relative Strenght Index (RSI), l’indicatore ADX e l’indicatore parabolico SAR.

Lo stesso Wilder ha coniato una serie di frasi legate al trading. Fra queste ricordiamo:

 “If you can’t deal with emotion, get out of trading.” Può essere tradotta così: “Se non sai controllare le tue emozioni, lascia perdere il trading”.

Nel giugno del 1978 Welles Wilder ha pubblicato “New Concepts in Technical Trading System”. Nel 1980 Forbes indicava Wells Wilder come il maggior analista tecnico per importanza delle sue pubblicazioni.

Sempre a proposito di Wilder, inventore dell’indicatore ATR e di numerosi altri oscillatori, il Financial World scriveva nel 1985, menzionandolo come l’economista che aveva realizzato il maggior numero di trading system su materie prime.

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Le Medie Mobili nel Trading https://www.investire-certificati.it/le-medie-mobili-nel-trading/ Mon, 17 Aug 2020 06:39:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1871 Cosa sono le medie mobili nel trading? Quali segnali offrono a l’investitore le medie mobili e come possono essere usate per vendere o comprare azioni o altri strumenti di borsa? Medie mobili: cosa sono? Le medie mobili sono uno degli indicatori tecnici più utilizzati per analizzare la situazione tecnica presente sui diversi mercati finanziari e […]

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Cosa sono le medie mobili nel trading? Quali segnali offrono a l’investitore le medie mobili e come possono essere usate per vendere o comprare azioni o altri strumenti di borsa?

Medie mobili: cosa sono?

Le medie mobili sono uno degli indicatori tecnici più utilizzati per analizzare la situazione tecnica presente sui diversi mercati finanziari e ottenere validi segnali operativi di entrata/uscita dal mercato. Le medie mobili calcolano la media di una serie storica di dati (tipicamente i prezzi di chiusura), con l’obiettivo di individuare la tendenza primaria seguita dal mercato, depurandola dalle distorsioni di brevissimo periodo.

Le medie mobili più diffuse per il trading sono:
– la media mobile semplice;
– la media mobile ponderata;
– la media mobile esponenziale.

La media mobile semplice

La media mobile semplice è la media più facile da calcolare. Viene determinata sommando i prezzi di chiusura di un numero “n” di giorni (ad esempio sommando i prezzi di chiusura degli ultimi 20 giorni) e dividendo il risultato totale per il numero totale dei giorni stessi (ossia 20). Uno degli inconvenienti di questo indicatore è quello di tenere in uguale considerazione le quotazioni più remote e quelle più recenti. Si dà di fatto lo stesso peso ai vari prezzi, senza ponderare il fattore temporale. Con questa media mobile il prezzo dell’ultimo giorno ha di fatto il medesimo peso di quello di “n” sessioni di trading prima.

La media mobile ponderata

La media mobile ponderata prova a eliminare il difetto principale della media mobile semplice, in quanto attribuisce un’importanza maggiore ai dati più recenti rispetto a quelli più lontani. Per la sua determinazione viene infatti attribuita una maggiore ponderazione ai prezzi più recenti. Questo perché si presuppone che questi ultimi siano in grado di rappresentare con maggiore precisione e tempestività quello che sta avvenendo sul mercato, cogliendo quindi eventuali tendenze o inversioni dei prezzi.

Si può facilmente notare come la media ponderata tenda a posizionarsi al di sopra della media mobile semplice nelle fasi positive, ossia di uptrend. Sarà invece su valori più bassi nelle fasi ribassiste, di down-trends. Questo deriva appunto dal differente peso assegnato ai valori (prezzi) che compongono la media mobile stessa, attribuendo maggiore peso alle ultime rilevazioni.

investire in borsa

La media mobile esponenziale

La terza tipologia di media mobile è quella esponenziale. Anche in questo caso ai dati più recenti viene attribuita maggiore importanza al fine di individuare la tendenza di breve termine seguita dal mercato. Per il suo calcolo è necessario utilizzare un coefficiente moltiplicativo di tipo esponenziale legato alla lunghezza della media mobile stessa.

Trading e scalping con le medie mobili

Quali segnali ci forniscono le medie mobili? Le modalità di usarle per il trading e lo scalping sono numerose, vediamo alcune metodologie.

Un primo metodo operativo che prevede l’utilizzo di una sola media mobile è il seguente:
– si ha un segnale di acquisto (buy) quando i prezzi incrociano, dal basso verso l’alto, la media mobile.
– si ha un segnale di vendita (sell) quando i prezzi incrociano, dall’alto verso l’alto, la media mobile.

Un secondo metodo operativo prevede invece l’utilizzo di due medie mobili: una media mobile veloce e una media mobile più lenta. Ad esempio, si possono utilizzare una media mobile a 5 giorni ed una più lenta, come quella a 20 giorni.

In questo caso:
– si ha un segnale di acquisto (buy) quando la media mobile veloce incrocia, dal basso verso l’alto, la media mobile più lenta.
– si ha un segnale di vendita (sell) quando la media mobile veloce incrocia, dall’alto verso il basso, la media mobile più lenta.

Come fare trading con le medie mobili? Ecco un semplice esempio con gli incroci di medie mobili a 5 e 20 periodi


Alcuni operatori utilizzano un insieme (fascio) di medie mobili per ottenere valide informazioni operative relative ai vari cicli (ognuno con un diverso orizzonte temporale) che interagiscono sul comportamento dei prezzi.
Le medie mobili possono essere utilizzate con varie timeframe e su differenti strumenti finanziari. Sarà chiaramente compito dell’investitore capire quali siano le medie mobili più indicate – nel caso se ne usi più di una – per le varie fasi di trading.

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Cosa sono i Gap in Borsa? https://www.investire-certificati.it/cosa-sono-i-gap-in-borsa/ Wed, 12 Aug 2020 07:26:14 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1853 Cosa sono i gap in borsa? Sentiamo spesso parlare di gap-up o gap-down nel trading e più in generale in ambito borsistico. Quale significato rivestono i gap per l’investitore e per il prezzo dell’azione o dell’indice su cui si verificano? Cosa sono i gap Il gap è una zona, visibile osservando l’andamento dei prezzi da […]

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Cosa sono i gap in borsa? Sentiamo spesso parlare di gap-up o gap-down nel trading e più in generale in ambito borsistico. Quale significato rivestono i gap per l’investitore e per il prezzo dell’azione o dell’indice su cui si verificano?

Cosa sono i gap

Il gap è una zona, visibile osservando l’andamento dei prezzi da un punto di vista grafico tramite le classiche bar chart o con le candele giapponesi, in cui non si sono verificate delle contrattazioni.

Con gap si intende quindi un “salto” delle quotazioni di borsa, che può verificarsi al rialzo (gap-up) oppure al ribasso (gap-down). Spesso avvengono all’apertura delle contrattazioni.

Gap-up e gap-down

Da un punto di vista teorico i gap possono essere di due tipi:
gap-up:si verifica quando i prezziaprono sopra il massimo del giorno precedente. Si crea in questo modo un buco nei prezzi (gap up) tra il prezzo di apertura e il massimo del giorno precedente. Se nel corso della giornata i prezzi non scendono verso questa zona rimane aperto un gap-up.
gap down:si verifica quandoi prezzi aprono al di sotto del minimo del giorno precedente.  Anche in questo caso si crea un buco nei prezzi (gap down) tra il prezzo di apertura e il minimo del giorno precedente. Se nel corso della giornata i prezzi non risalgono verso questa zona rimane aperto un gap-down.

I gap si verificano molto spesso per la diffusione di importanti notizie economiche prima dell’apertura del mercato di borsa:
– se la notizia è positiva in apertura si può verificare un gap-up al rialzo;
– se la notizia è negativa in apertura si può verificare un gap-down al ribasso.

I gap sono molto importanti in quanto consentono di valutare la struttura tecnica dell’attività finanziaria oggetto di analisi. I gap in borsa possono anche fornire segnali per vendita ed acquisto di azioni o altri strumenti finanziari.

Tipologie di gap in borsa

In particolare, possiamo individuare tre tipologie di gap:

1) il gap esplosivo (Breakaway gap). È il gap più importante e può essere:

rialzista: è il gap che segnala l’inizio di una tendenza rialzista. È un gap significativo in quanto molto spesso provoca la rottura di un solido livello di resistenza statico: il breakout rialzista avviene con volumi molto alti, a conferma del fatto che i compratori hanno preso il controllo del mercato che può iniziare un trend positivo;

– ribassista: è il gap che segnala l’inizio di una tendenza ribassista. È un gap significativo in quanto molto spesso provoca la rottura di un solido livello di supporto statico: il breakout ribassista avviene con volumi molto alti, a conferma del fatto che i venditori hanno preso il controllo del mercato e può iniziare un trend negativo.

2) il gap di continuazione (Runaway gap).
E’ il tipico gap che si verifica durante lo sviluppo di un solido movimento rialzista/ribassista e conferma che la tendenza positiva/negativa seguita dai prezzi rimane solida. Non è molto ampio come dimensioni ma molto spesso spinge i prezzi su nuovi massimi/minimi relativi.

3) il gap di esaurimento (Exhaustion gap).
È il gap che si verifica alla fine di una tendenza primaria e può essere individuato sia per le ampie dimensioni sia per i volumi elevati.

Il gap di esaurimento provoca molto spesso un’inversione di tendenza.
In particolare:

– se si verifica alla fine di un movimento rialzista segnala che i prezzi hanno raggiunto un picco significativo. Una volta raggiunto questo massimo, infatti, i compratori riducono i loro acquisti mentre i venditori sfruttano quest’ultimo allungo per liquidare le loro posizioni e, eventualmente, per aprire nuove posizioni short;  

– se si verifica alla fine di un movimento ribassista segnala che i prezzi hanno raggiunto un minimo significativo. Una volta raggiunto questo minimo, infatti, i venditori riducono le loro vendite mentre i compratori sfruttano quest’ultima flessione per aprire nuove posizioni long (o per chiudere posizioni short aperte in precedenza).

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