Quali sono le previsioni per i tassi di interesse? Se ne parla molto, anche per la relazione inversa fra tassi di interesse e mercato azionario. Ecco un approfondimento sul tema e le previsioni dei tassi per il 2022 e 2023 per la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea e altre banche centrali.
Tassi di interesse e mercati azionari
Il lungo rally dei mercati azionari si sta scontrando con due fattori relativamente nuovi, almeno in tempi recenti. Il primo, ampiamente discusso in questi ultimi mesi, è rappresentato dagli ormai imminenti rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve, la Banca Centrale statunitense. La crescente inflazione ha costretto la banca centrale americana ad iniziare il tapering e a schedulare una serie di rialzi dei tassi.
Il secondo punto sono invece le tensioni geopolitiche legate alla questione Ucraina ed ai rischi di guerra fra Russia ed Ucraina. Questo secondo punto è senz’altro in divenire, con conseguenze difficili da prevedere nel dettaglio, anche se è relativamente facile prevedere – in caso di un’escalation del conflitto, una corsa ai beni rifugio, in particolare l’oro.
Di seguito esaminiamo come si stanno comportando le banche centrali e quali sono le previsioni sui tassi di interesse.
Previsioni tassi Usa
Sul fronte americano fino a qualche settimana fa erano previsti tre rialzi al costo del denaro nel 2022. Si è poi arrivati ad “almeno tre” rialzi ai tassi, per poi spostarsi per previsioni sui tassi maggiormente aggressive. L’ultimo dato relativo ad un’inflazione al 7,5% negli Usa ha portato le grandi banche ad attendersi dei tassi di interesse fra l,150% ed il 2% a fine 2022. Chiaramente, Covid e questioni geopolitiche permettendo.
Le previsioni sui tassi di interesse sono quindi divenute molto più aggressive. Gli investitori si attendevano tassi al 2% a fine 2023, un obiettivo che potrebbe invece essere raggiunto se non a fine 2022, quantomeno nei primi mesi del 2023.
La Fed già nel marzo 2022 potrebbe alzare i tassi dello 0,5% per poi procedere con altri 4 rialzi da 0,25% cadauno entro fine anno. Un’alternativa, ventilata da alcune banche di investimento, potrebbero essere sette rialzi dei tassi di interesse. Uno in ciascun meeting della Fed del 2022. (Nota di redazione, qui trovate un link per vedere le date delle riunioni della Fed nel 2022).
Quali saranno le previsioni sui tassi corrette? Notiamo come dall’analisi del CME Fed Watch Tool i mercati si attendano tassi fra l,15 ed il 2,00% per fine 2022.
Da notare anche la salita dei tassi relativi ai titoli di Stato americani. Il Treasury a 10 anni Usa per la prima volta dopo tre anni è tornato al 2%, ma sono salite soprattutto le scadenze corte, con il titolo ad un anno con un rendimento sopra quota 1%
Previsioni tassi di interesse BCE
Quali previsioni per i tassi della BCE? La Banca Centrale europea – grazie ad un’inflazione in crescita ma ancora su valori più contenuti rispetto a quelli americani – ha potuto mostrare un atteggiamento maggiormente accomodante.
Per quanto riguarda l’Eurozona, infatti, le probabilità di un rialzo dei tassi durante il 2022 sono rimaste basse fino a qualche giorno fa, per poi salire dopo l’ultimo meeting della BCE, in cui Miss Lagarde ha dovuto notare come l’inflazione inizi a sentirsi anche in Europa.
È assai probabile che la BCE debba alzare almeno una volta i tassi nel 2022, vista un’inflazione media dell’Eurozona ormai sopra il 5% (a questo link puoi vedere le date delle riunioni della banca Centrale Europea nel 2022).
Bank of England e altre banche centrali
Si è invece già mossa la Bank of England, che ha portato alzato il costo del denaro due volte, portandolo allo 0,50%. Decisamente attive le banche centrali dei paesi emergenti, che già nei mesi scorsi hanno alzato il costo del denaro. Di fatto, in particolare nelle economie dei paesi emergenti, le banche centrali si sono mostrate decisamente meno disposte ad accettare inflazione, alzando quindi i tassi di interesse.
Quali sono state le conseguenze di questo cambio di rotta della Fed e delle altre banche centrali sui mercati? A livello globale, la reazione è stata relativamente contenuta per i cosiddetti titoli value, mentre si sono visti ribassi spesso a due cifre sul comparto growth. A soffrire è stato soprattutto il NASDAQ, che nelle prime cinque settimane del 2022 ha perso circa 10 punti percentuali. I bilanci trimestrali di alcune aziende (leggasi Netflix, Facebook/Meta, Peloton ma non soltanto) hanno deluso le attese, determinando forti vendite sui titoli.
Va tuttavia ricordato come numerose azioni del comparto tech Usa fossero ormai arrivate a dei multipli difficilmente sostenibili. Con ciò intendiam una capitalizzazione anche 50 o 100 volte superiore agli utili attuali (ben di più nel caso di Tesla). Durante la pandemia – anche a causa dei lockdown – è nettamente cresciuto l’uso della tecnologia. Ma il trend di crescita degli ultimi anni pare non può proseguire con questa velocità, con ovvie ripercussioni sui risultati di bilancio e sulle successive aspettative. Inoltre, rialzi dei tassi di interesse e previsioni per altri rialzi dei tassi tendono a frenare aziende – come quelle del settore tech – che pagano dividendi bassi o nulli.
Analisi e previsioni FTSE Mib 2022
Appare meglio impostato il FTSE Mib, con una maggiore resilienza, anche grazie alla spinta del comparto bancario. I rialzi dei tassi non sono necessariamente negativi per le banche. Anzi, possono aumentare il differenziale fra i tassi di prestito e tassi di deposito, aumentando quindi i margini operativi.
Guardiamo ad alcune azioni del settore italiane. Intesa Sanpaolo da inizio anno è in rialzo di 20 punti percentuali, mentre Unicredit ha messo a segno un +12%. Bene anche l’energetico con Eni e Tenaris e con l’eccezione di Saipem, sprofondata da 1,80 a 1,30 euro dopo il peggioramento dei conti. In negativo, invece, il settore medico, con forti cali per Diasorin ed Amplifon.