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Presto diventerà realtà: ma cosa è l’euro digitale e cosa cambia per le borse? Pagamenti elettronici, geopolitica, sicurezza informatica: focus sul tema euro digitale

Le recenti tensioni commerciali e le minacce di nuovi dazi hanno riportato in primo piano il tema della sovranità monetaria europea. In questo scenario, l’euro digitale si presenterebbe come uno strumento fondamentale per proteggere la capacità del blocco di garantire pagamenti sicuri e autonomi. L’introduzione di una forma digitale del contante mirerebbe a rafforzare la sovranità monetaria e a preparare l’unione monetaria europea ad affrontare le sfide della digitalizzazione.

La diffusione del digitale nei pagamenti fisici

Secondo i dati della Banca centrale europea (BCE), nell’area dell’Euro nei punti vendita fisici la quota di pagamenti in contante è scesa dal 79% delle transazioni nel 2016 al 52% nel 2024. In Italia, la riduzione è stata dall’86% al 61% nello stesso periodo; dal 2022 i pagamenti alternativi al contante al punto vendita fisico si sono attestati al 51% del valore delle transazioni, superando quelli in contante (49%).

Pagamenti digitali: una crescente dipendenza da operatori extraeuropei

Il mercato dei pagamenti digitali al dettaglio nell’area euro rimane frammentato: tredici dei venti Paesi membri sono privi di uno schema di carte di pagamento nazionale e circa due terzi dei pagamenti con carta passano attraverso pochi grandi operatori non europei; una dipendenza aggravata dalla crescita dell’e-commerce nei pagamenti quotidiani.
Tra il 2019 e il 2024, in Europa la quota di pagamenti online (e-commerce) è salita dal 18% al 36% in valore e dal 7% al 21% nel numero; in Italia, rispettivamente dal 16% al 38% e dal 6% al 24%. Per questi pagamenti, il contante non rappresenta un’opzione e si utilizzano soprattutto sistemi non europei come PayPal, Visa e Mastercard.

bce banca centrale europea
Un’immagine suggestiva dell’Eurotower, la sede della BCE.

Perché l’Euro digitale ?

Queste due tendenze, l’aumento dei pagamenti digitali e la dipendenza da operatori extraeuropei, evidenziano la necessità di uno strumento di pagamento digitale universale, sicuro e accessibile, gestito direttamente dalla Banca Centrale Europea. L’euro digitale nascerebbe per offrire una soluzione europea utilizzabile sia online che offline, in tutti i Paesi dell’area euro, e garantirebbe la sovranità monetaria, la tutela dei diritti degli utenti e la stabilità del sistema. Non si tratterebbe di una criptovaluta, ma di una nuova forma di moneta pubblica, stabile e protetta, che affiancando banconote e monete rafforzerebbe la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa nel mercato dei pagamenti digitali.

Vantaggi e opportunità

L’euro digitale potrebbe offrire nuove funzionalità pratiche per cittadini e imprese. Si potrebbe trasferire denaro tra privati senza la necessità di un conto corrente, favorendo inclusività e semplicità. Per gli esercenti commerciali, sarebbe possibile ridurre le commissioni sui pagamenti, ottenere maggiore rapidità nell’incasso e gestire le transazioni in modo più efficiente. Inoltre, si potrebbe pagare offline in qualsiasi luogo abilitato, come mercati all’aperto, aree rurali o località montane, assicurando la fruibilità anche in assenza di connessione internet.

Il sistema potrebbe facilitare l’accesso ai servizi digitali per chi non dispone di competenze o strumenti bancari e promuovere sicurezza e privacy nelle operazioni quotidiane.

Rischi e criticità

L’adozione dell’euro digitale comporterebbe alcune potenziali criticità. Un rischio riguarderebbe la stabilità finanziaria: un massiccio trasferimento di depositi dalle banche potrebbe indebolire il sistema creditizio, per questo si prevederebbero limiti alla quantità detenibile e nessun interesse sulle somme digitali.

Sul fronte della sicurezza informatica, il sistema dovrebbe essere protetto da attacchi cibernetici e tentativi di frode, mentre la privacy dei cittadini dovrebbe essere garantita, bilanciando riservatezza e prevenzione delle attività illecite. Infine, sarebbe fondamentale assicurare l’inclusione digitale di tutti gli utenti, evitando che le fasce più vulnerabili siano escluse dai nuovi strumenti di pagamento.

Conseguenze finanziarie potenziali

Cosa cambia per le borse con l’euro digitale? Difficile dirlo, possiamo soltanto provare a prevederlo. Molto probabilmente, nel breve termine, l’introduzione dell’euro digitale potrebbe avere effetti limitati sui mercati valutari. Ma nel lungo termine? Forse – in caso di buon andamento del progetto si potrebbe rafforzare il ruolo dell’Euro a livello internazionale, grazie a una minore dipendenza dai circuiti di pagamento extraeuropei e dal dollaro.

E per le stocks? Sul fronte azionario, i settori bancario e fintech sarebbero i più coinvolti: le banche dovrebbero affrontare investimenti tecnologici e adattarsi a nuove modalità operative, mentre le aziende più innovative potrebbero trarre vantaggio dalle opportunità offerte, come la crescita dei servizi digitali e dei wallet. Una riduzione delle commissioni sui pagamenti potrebbe favorire la competitività. Certo, come sempre capita, chi non saprà adeguarsi rischierà di essere penalizzato.

Per quanto riguarda i bond, l’arrivo dell’euro digitale non dovrebbe avere impatti diretti sui rendimenti, ma potrebbe facilitare l’azione della BCE nella gestione dei tassi di interesse e della liquidità, rendendo le politiche monetarie più efficienti e reattive.

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EURO https://www.investire-certificati.it/euro/ Sun, 18 Dec 2022 15:55:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=23904 Euro, la storia, monete e banconote in euro. Il simbolo, i vantaggi dell’euro ed i problemi della moneta unica. Analisi sul tema. L’euro è la moneta unica dell’Unione Europea e viene utilizzata da oltre 19 paesi dell’UE. È stata introdotta per la prima volta nel 1999 come moneta virtuale e cartacea, e dal 2002 è […]

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Euro, la storia, monete e banconote in euro. Il simbolo, i vantaggi dell’euro ed i problemi della moneta unica. Analisi sul tema. L’euro è la moneta unica dell’Unione Europea e viene utilizzata da oltre 19 paesi dell’UE. È stata introdotta per la prima volta nel 1999 come moneta virtuale e cartacea, e dal 2002 è diventata la moneta unica per gli scambi commerciali e finanziari all’interno dell’UE. Attualmente l’euro è la seconda moneta più utilizzata al mondo per i pagamenti internazionali, dopo il dollaro statunitense. Il simbolo dell’euro è €, e la moneta viene suddivisa in centesimi.

La Storia

L’euro è la valuta utilizzata nei paesi dell’Eurozona. L’euro viene comunemente definito come la “Moneta Unica”, intendendo il fatto che è quella in uso nella maggior parte dei paesi membri dell’Unione Europea. E’ suddiviso in 100 centesimi ed il simbolo è €. Il codice di riferimento sui mercati valutari è EUR.

Di fatto la moneta europea è nata con il nuovo millennio, entrando ufficialmente in circolazione dal 1° gennaio 2002 in dodici paesi, un numero poi salito negli anni. Chiaramente le radici della moneta unica affondano nella parte finale del secolo scorso; anni di trattative e crescita del progetto, per poi arrivare alla fissazione dei cambi fra le precedenti valute (come lira italiana, franco francese, marco tedesco, etc) e la nuova moneta dell’eurozona. Complessivamente l’euro è attualmente utilizzato da circa 350 milioni di persone come moneta ufficiale di scambio.

Europa

Il compito di amministrare la moneta comunitaria è affidato alla BCE, ossia la Banca Centrale Europea ed al Sistema europeo delle banche centrali.  Da notare come la Banca Centrale Europea si occupa delle politiche monetarie dell’eurozona, definendo fra il resto i tassi di interesse di riferimento.

Il conio e la distribuzione delle monete sono invece attuati in collaborazione con il Sistema Europeo delle banche centrali.

Monete e banconote in euro

Le monete in euro hanno tagli da 1,2,5, 10, 20 e 50 centesimi, oltre a 1 e 2 euro.

Le banconote hanno tagli da 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro. Da notare come alcuni paesi, fra cui l’Italia, abbiano interrotto la produzione delle monete da 1 e 2 centesimi, così come della banconota da 500 euro. Questi tagli restano tuttavia validi ed in circolazione in eurozona.

Criteri di partecipazione alla moneta unica

Chi può entrare a far parte dell’euro? Possono entrare i paesi europei che rispettano i cosiddetti parametri di Maastricht.

Nel dettaglio i parametri di Maastricht sono:

  • un deficit pari o inferiore al 3% del prodotto interno lordo;
  • un rapporto fra il debito pubblico ed il prodotto interno lordo che non superi il 60%;
  • un tasso di inflazione non superiore di oltre 1,5 punti percentuali rispetto a quello medio dei tre stati membri a più bassa inflazione;
  • tassi d’interesse a lungo termine non superiori di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media dei tre stati membri a più bassa inflazione;
  • aver fatto parte per almeno due anni al sistema monetario europeo.

Vantaggi dell’euro

Quali sono i vantaggi dell’euro? Uno dei principali vantaggi è stato quello dell’eliminazione dei rischi di cambio all’interno dell’eurozona (e dei costi annessi). Questo ha in qualche modo facilitato il commercio fra gli stati membri, incrementando le sinergie fra paesi.

Di fatto l’obiettivo era quello di una crescita economica dell’eurozona, in un piano di lungo termine di mercato unico interno all’Unione Europea. Il tutto evitando o riducendo gli attacchi speculativi contro singoli paesi. Un altro effetto dell’euro è stato quello di minori fluttuazioni dei prezzi con un contenimento dell’inflazione fino al 2020. Anche nell’eurozona si sono però verificati fenomeni di crescita dei prezzi significativi fra la fine del 2021 ed il 2022.

Da notare come il sistema monetario europeo non abbia portato soltanto vantaggi, ma anche alcuni effetti collaterali, anche per via di errori politici da parte dei governanti. Fra questi troviamo il fatto di avere cambi fissi fra i paesi a fronte di politiche fiscali diverse fra le varie aree dell’eurozona.

Svantaggi dell’Euro

Nonostante l’euro sia diventata una delle principali valute a livello internazionale, ci sono alcuni svantaggi nell’utilizzo della moneta unica dell’Unione Europea. Ad esempio, la perdita di sovranità monetaria può rendere difficile per i singoli paesi dell’UE gestire la propria economia e prendere decisioni indipendenti in materia di politica monetaria. Inoltre, l’euro potrebbe creare disuguaglianze economiche tra i paesi dell’UE, poiché non tutti hanno la stessa forza economica e la stessa capacità di gestire gli shock economici.

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