investire su azioni Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/investire-su-azioni/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Sun, 06 Mar 2022 12:50:25 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png investire su azioni Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/investire-su-azioni/ 32 32 Liquidità di un’Azione https://www.investire-certificati.it/liquidita-mercati-azionari-strumenti-finanziari/ Sun, 24 Apr 2022 16:08:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=3358 Cosa si intende con liquidità di un’azione? Il concetto di liquidità è legato all’attitudine di uno strumento ad essere convertibile in moneta. La liquidità può pertanto essere la facilità o la difficoltà nel caso di scarsa liquidità nel comprare o vendere un determinato bene. Il concetto può essere legato al mondo finanziario. Ci sono infatti […]

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Cosa si intende con liquidità di un’azione?

Il concetto di liquidità è legato all’attitudine di uno strumento ad essere convertibile in moneta. La liquidità può pertanto essere la facilità o la difficoltà nel caso di scarsa liquidità nel comprare o vendere un determinato bene. Il concetto può essere legato al mondo finanziario. Ci sono infatti strumenti molto liquidi, come le coppie valutarie o i titoli azionari ad elevata capitalizzazione. Ma non c’è soltanto la liquidità di un’azione. Infatti il termine può riferirsi ad altri mercati, come a quello delle materie prime o al mercato immobiliare.

Anche nel comparto obbligazionario la liquidità riveste un ruolo significativo, descrivendo la facilità con cui si può compare o vendere l’obbligazione.

Liquidità nei certificati di investimento

La liquidità è un concetto fondamentale anche nel mondo dei certificati di investimento (certificates), in quanto per l’investitore può essere necessario dover chiudere la propria posizione prima della naturale scadenza del contratto. Inoltre, una buona liquidità serve anche per garantire all’investitore di non dover pagare elevati spread fra bid e ask, ossia domanda ed offerta. Vedremo nel dettaglio la liquidità nei certificates nell’ultimo paragrafo di questo articolo.

Cosa è la liquidità di un’azione?

In ambito borsistico con liquidità si intende la facilità con cui si riesce a vendere ed acquistare un prodotto finanziario. La liquidità è determinata dal numero di scambi che avvengono ed anche dallo spread fra denaro e lettera.

Se su un titolo avvengono numerosi scambi, con un elevato controvalore e lo spread fra denaro e lettera (bid e ask) e’ in media basso o molto basso potremo parlare di un titolo liquido.

Viceversa, se su un’azione il numero di scambi è ridotto e lo spread fra denaro e lettera spesso elevato, parleremo di un titolo illiquido.

La liquidità di un’azione favorisce chiaramente l’investitore nell’acquisto e nella vendita, in quanto risulta meno oneroso comprare e vendere il titolo in questione.

Liquidità di un’Azione – Titolo liquido

Un titolo può essere considerato liquido, ossia dotato di una buona liquidità, quando il numero di contratti scambiati durante il giorno è elevato. Fra uno scambio e l’altro passano in genere pochi secondi.  Il controvalore complessivo in un’azione con elevata liquidità sarà in media elevato.

Quando si vuole chiudere una posizione, non vi sono problemi di liquidità. È quindi possibile chiuderla anche per ammontare ingenti in qualsiasi momento in cui i mercati sono aperti, senza incappare in spread denaro/lettera elevati.

L’andamento del prezzo risulta quindi difficilmente influenzabile anche da investitori capitalizzati (o quantomeno più difficilmente influenzabile)

Titolo illiquido

liquidità di un'azione

Un titolo con una scarsa liquidità è caratterizzato da un numero esiguo di scambi, spesso con controvalore esiguo.

Lo spread fra bid e ask, ossia la differenza fra la migliore proposta in acquisto e la migliore proposta in vendita, è in genere ampio. Può arrivare anche a diversi punti percentuali.

Nel caso in cui si volesse liquidare una posizione ingente potrebbero esserci problemi di liquidità. L’ordine, infatti, potrebbe colpire vari livelli del book, non venendo eseguito al prezzo della precedente contrattazione.

Liquidità nei certificates

La liquidità nei certificati di investimento è di norma garantita dall’emittente del certificato stesso. L’emittente si pone sul book con quantitativi relativamente ingenti sia in denaro che in lettera. Questo al fine di garantire di fatto all’investitore la possibilità di poter aprire o chiudere una posizione con uno spread contenuto.

Per esempio, se il valore nominale del certificato è pari a 100 euro, l’emittente spesso si posizionerà sul book con ordini da 1000 pezzi. Potrebbe posizionarsi in acquisto a 99 ed in vendita a 100 euro.  Se il valore nominale dei certificates fosse pari a 1000, l’emittente potrebbe essere sul book con 50 o 100 pezzi sia in denaro che in lettera. La liquidità nei certificati viene garantita dall’emittente, le cui proposte in denaro e lettera si sommano a quelle degli investitori.

Solitamente lo spread è nell’ordine dell’1%, ma tende a salire nelle fasi di maggiore volatilità anche ad alcuni punti percentuali.

In alcuni casi le emittenti possono incrementare lo spread bid/ask, così come possono mettere il certificato in bid only. Si verificano di tanto in tanto anche incrementi non giustificati, nel caso il consiglio è quello di contattare l’emittente chiedendo che venga fornito un prezzo aggiornato.

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Mercati Azionari – Crollo o Rimbalzo? https://www.investire-certificati.it/mercati-azionari-crollo-o-rimbalzo/ Wed, 04 Mar 2020 21:04:29 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1120 I mercati azionari, crollo o rimbalzo? Cosa c’è da aspettarsi? Ci sono segnali di cedimento in queste ultime settimane. Riusciranno le mosse delle banche centrali a fermare la discesa dei listini azionari? Il mese di febbraio si è chiuso con una violenta correzione degli indici azionari che ha fatto seguito a mesi di continui rialzi, […]

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I mercati azionari, crollo o rimbalzo? Cosa c’è da aspettarsi? Ci sono segnali di cedimento in queste ultime settimane. Riusciranno le mosse delle banche centrali a fermare la discesa dei listini azionari? Il mese di febbraio si è chiuso con una violenta correzione degli indici azionari che ha fatto seguito a mesi di continui rialzi, talvolta forse non del tutto giustificati, che avevano portato numerosi titoli, in particolare negli USA a multipli stratosferici.

A generare questo crollo/correzione nei mercati finanziari sono state le crescenti paure legate al rapido diffondersi del coronavirus e a quelli che saranno gli effetti sull’economia reale nei prossimi mesi, nonché sui bilanci delle aziende.  Appare ormai evidente che i dati macroeconomici in arrivo, quantomeno quelli del primo e del secondo trimestre del 2020, saranno nettamente rivisti al ribasso per via del coronavirus. Traders e investitori hanno pertanto iniziato a prezzare questo scenario, alleggerendo le loro posizioni rialziste accumulate in questi anni.

Indici azionari in difficoltà

Dopo questa discesa delle borse e dei mercati azionari, è il momento di investire su azioni? Come accennato, il mese di febbraio si è pertanto chiuso con una violenta caduta del FTSE Mib, che ha perso oltre cinque punti in una sola seduta. Pochi giorni dopo, quando gli operatori si sono resi conto del fatto che i danni economici si sarebbero abbattuti a livello globale e non soltanto sull’Italia, anche gli altri indici europei ed americani hanno perso terreno.

Nel dettaglio l’indice azionario S&P500, paniere centrale che raggruppa le prime 500 aziende quotate dalla borsa americana, ha perso oltre 13 punti percentuali in appena una settimana, salvo poi provare a recuperare sulle crescenti aspettative per un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (la banca centrale americana).

Tassi di interesse

Queste attese si sono poi concretizzatesi il 3 marzo, con una riduzione dei tassi di interesse da 1,75% a 1,25%. Va tuttavia sottolineato il notevole rally da cui erano reduci i listini americani, i cui storni negli ultimi mesi si sono contati sulle dita di una mano, mentre l’ultimo calo dai massimi di ampiezza superiore al 20% risale ad oltre dieci anni fa, per quello che è stato definito come il bull market più lungo della storia.

Il mese di marzo è dunque iniziato con un tentativo di ripresa da parte del comparto azionario, anche se lo scenario resta quantomeno traballante, in attesa di vedere il reale impatto sull’economia mondiale derivante dal diffondersi del virus.

L’indice azionario FTSE Mib in forte calo

A Milano, il principale indice di Piazza Affari, il FTSE 40, ha proseguito nel suo percorso rialzista fino al 19 febbraio scorso, aggiornando i massimi da oltre dieci anni sopra quota 25.000 punti. Lo scenario, però, è radicalmente cambiato con il diffondersi del coronavirus in Italia. Ne è seguita una violenta correzione che ha fatto sprofondare il FTSE Mib di oltre 15 punti percentuali, con una discesa che si è estesa sino a sfiorare quota 21.000 punti.

Quasi tutti i titoli sono risultati, seppur in percentuali differenti, interessati dalla discesa. Fra i peggiori si segnala Bper Banca, che da inizio anno ha perso il 25% del suo valore, così come Salvatore Ferragamo. In forte rosso anche Juventus, che ha perso il 20% nell’ultimo mese dopo i deludenti dati di bilancio e sulle crescenti aspettative per una serie di partite da disputarsi a porte chiuse, con la perdita degli incassi al botteghino.

Mercati finanziari: petroliferi in difficoltà

La domanda Mercati azionari, crollo o rimbalzo non ha risposta certa e bisogna valutare titolo per titolo. Fra i titoli in sofferenza si segnala anche il comparto petrolifero, che risente sia della discesa del petrolio che delle aspettative per un minore consumo energetico nei prossimi mesi.

Saipem ha proseguito la sua discesa, scivolando dai 4,50 euro di inizio anno sin verso quota 3,30, con un calo pari al 25%, che si avvicina al 30% considerando gli ultimi 12 mesi. Non si è salvato dalla discesa nemmeno il titolo azionario Eni. L’azione del cane a sei teste ad inizio 2020 navigava in area 14 euro, l’indebolimento del settore ha spinto il titolo sino ai minimi degli ultimi 20 anni in area 10,9/11 euro per azione. Questi livelli rappresentano per l’azione Eni un interessante supporto, ossia un’area che tendenzialmente si oppone alla discesa dei prezzi.

Scendono anche le azioni del settore bancario

Il crollo generalizzato dei mercati azionari ha coinvolto anche il settore bancario. A parte la già menzionata discesa del Banco Popolare dell’Emilia, va segnalata la correzione di Azimut (da oltre 24 a 18,5 euro in appena due settimane), così come quella di Intesa, scivolata da 2,50 a 2,15 euro per azione. Anche Unicredit ha accusato il colpo, crollando dai massimi del 19 febbraio a 14,3 euro sino a 10,50 euro per azione. In controtendenza Ubi Banca, per le voci sull’acquisizione da parte di Intesa. Perdite nettamente inferiori per Enel, visto dagli operatori come un titolo conservativo, meno colpito da eventuali effetti del coronavirus. Nei mercati azionari, ogni crollo o rimbalzo è una occasione.

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