Cosa avvenne nel famoso lunedì nero di borsa, il Black Monday, il 19 ottobre 1987? Ecco la storia del lunedì nero sui mercati finanziari e del crollo di Borsa del 1987. Ma anche la storia del martedì nero di Piazza Affari, il giorno successivo, quando la news del crollo travolse la borsa di Milano. Ce la racconta Fabrizio Fiorani, che l’ha vissuta in prima persona dal trading floor di Borsa Italiana.
Il lunedì nero di Borsa
Ogni anno, quando si avvicina ottobre, il mio pensiero spesso torna al crollo dei mercati del 1987. Da allora si è scritto tantissimo sul “Black Monday”, il lunedì nero di Borsa. Invece, pressoché nulla su quanto avvenne la seduta successiva in Piazza Affari. Purtroppo per moltissimi risparmiatori quel giorno fu un vero e proprio “Martedì Nero”.
Ai tempi le nostre sedute erano più brevi rispetto a quelle odierne, non c’era il mercato After Hour. Solitamente, nemmeno l’After Lunch. Alle 10 un suono annunciava l’avvio della seduta borsistica. Circa 300 titoli (azioni ordinarie, risparmio, privilegiate, warrant e diritti) suddivisi equamente fra le grida “A – B – C” venivano quotati uno dopo l’altro in ordine di chiamata. La fissazione del listino dell’ultimo titolo generalmente sanciva la chiusura della seduta. Ciò, in periodi di normale attività, avveniva intorno alle 13,30. Quindi il mercato di Borsa italiano eventualmente risentiva, salvo casi eccezionali, con un giorno di ritardo dell’andamento di Wall Street.
Lunedì 19 ottobre 1987
Quel lunedì 19 Ottobre del 1987 l’onda ribassista si propagò dai mercati di borsa asiatici. Però, vuoi per la lentezza nella circolazione delle informazioni, vuoi per le tempistiche della raccolta e trasmissione degli ordini, la nostra Borsa registrò una perdita tutto sommato contenuta (-6,4%).
Ben peggio andò ad altri mercati in questo storico lunedì nero. Fra questi la Borsa di Sidney, che crollò del 41,8%, Londra (-26,4%), Madrid (-31%) e “last but not least” Dow Jones, dove il crollo superò i 22 punti percentuali. Ecco il lunedì nero di borsa, un vero Black Monday.

Il martedì nero di Borsa in Italia
Su Borsa Italiana, il tracollo arrivò come visto un giorno dopo rispetto al lunedì nero di borsa, il 19 ottobre 1987. Martedì 20 ottobre, infatti, i giornali uscirono con titoli a caratteri cubitali del tipo: “Crolla Wall Street, peggio che nel 1929”. Ecco che il panico si diffuse anche sul nostro mercato, colpendo Borsa Italiana.
Giunti prestissimo in ufficio, fummo subito sommersi da una grande mole di ordini di vendita “listino al meglio”. Ci affrettammo quindi, come di consueto, a raggiungere Palazzo Mezzanotte dove, i 9 telefoni sul nostro “banchetto”, erano già incandescenti e ci attendevano squillando. Tutti gli operatori intorno erano come noi particolarmente impegnati ed impossibilitati a scambiare qualche battuta se non altro per scaricare la tensione accumulata. Quest’ultima trovò sfogo non appena aprirono le contrattazioni. I decibel si impennarono improvvisamente, le braccia si protesero in avanti nel tipico gesto di vendita e le quotazioni sprofondarono fino alla sospensione dei titoli per eccesso di ribasso.
Fu subito chiaro che avremmo dovuto attendere l’apertura di Wall Street per sperare in uno sblocco della situazione. Con tale consapevolezza i decibel man mano si abbassarono e la tensione lasciò spazio allo sconforto.
Si era creata una situazione surreale. Nelle lunghe ore di attesa continuavano ad arrivare telefonate dagli operatori che, dopo la richiesta di informazioni sulla situazione, proseguivano con la trasmissione di ordini di vendita raccolti anche da Borsini lontanissimi dalla Filiale. Noi trasmettevamo una copia dell’ordine ai Procuratori degli Agenti di Cambio ed inserivamo l’altra, rispettando l’ordine di chiamata, in tre “mazzette” che, non avendo possibilità di ricevere eseguiti, diventavano sempre più alte e rosse (colore da noi utilizzato per l’ordine di vendita).
Wall Street e l’intervento della Banca Centrale
Dopo il lunedì nero delle borse, la successiva apertura di Wall Street non fu delle migliori. L’iniziale sospensione degli scambi, procrastinò ulteriormente la situazione di incertezza. Di fatto allungò i tempi di agonia. Nel frattempo, gli sportelli delle banche chiusero ed in molti casi interruppero il contatto con i clienti che furono da quel momento impossibilitati a ricevere informazioni sull’evolversi della situazione ed a trasmettere o revocare ordini.
Per la maggior parte dei risparmiatori non rimase altro che attendere rassegnati la riapertura delle banche il giorno successivo per conoscere l’esito dei propri ordini. Nel tardo pomeriggio, dopo l’intervento della Federal Reserve volto a tranquillizzare i mercati, gli operatori ripresero fiducia ed il Dow Jones iniziò un rimbalzo che lo portò a concludere la seduta con un +6%.
Il clima più disteso generò anche in Piazza Affari una domanda “professionale”. Questa fece da contropartita, a prezzi stracciati, all’eccezionale massa di ordini di vendita dei Borsini che si erano accumulati durante l’intera seduta del “Martedì Nero” di Piazza Affari. I titoli sospesi vennero richiamati. Uno dopo l’altro iniziarono a fissare il prezzo di listino e la seduta si concluse tardissimo.
Nonostante il rimbalzo di Wall Street quel giorno l’indice Comit, l’indice di Borsa Italiana dell’epoca, perse il 10%. Ancora una volta l’inefficienza nella circolazione delle informazioni e nella raccolta e trasmissione degli ordini favorì pochi investitori istituzionali e danneggiò tantissimi piccoli risparmiatori.
Storia della Borsa
Il 19 Ottobre 1987, il lunedì nero, rimarrà per sempre nella storia della Borsa, con il crollo del 1929. Per leggere le altre puntate relative al mondo di Piazza Affari negli anni Ottanta è possibile visionare i link seguenti. Rubrica a cura di Fabrizio Fiorani.