Quando si parla di prodotti finanziari spesso si sente parlare di capitale protetto e capitale garantito. L’elemento chiave è appunto legato alla protezione del capitale a scadenza, ma ci sono vari elementi da mettere in risalto. In primo luogo, bisogna vedere qual è il livello di protezione, che può essere totale (ossia 100%), o una percentuale, come 80 o 90% del valore nominale del prodotto.
Va poi ricordato che la garanzia del capitale la si ha a scadenza, pertanto durante la vita il prodotto potrebbe quotare sotto la pari, anche in maniera significativa. Per esempio, le obbligazioni prevedono la restituzione del capitale a scadenza. Però, se i tassi di interesse salgono, il prezzo spot, ossia quello a pronti, può scendere anche in maniera significativa.
Altro elemento importante è il rischio emittente. Vediamo quindi il tema legato a prodotti finanziari a capitale protetto o garantito.
Capitale protetto o garantito ma a scadenza

Il capitale è garantito a scadenza, con prezzi che possono andare sotto il valore nominale durante la vita del prodotto. Questo è quello che è capitato nelle lunghe scadenze dei titoli di Stato in particolare nel 2022 e 2023, in concomitanza con i rialzi dei tassi da parte delle banche centrali.
Vari BTP, come il BTP 2045, il BTP scadenza 2051 ed anche il BTP 2072, sono arrivati a valere poco più di 50, a fronte di un valore nominale di 100. Il rimborso, salvo fallimento dell’emittente, avverrà a 100, ma la scadenza è decisamente lontana e i tassi inferiori a quelli delle nuove emissioni. Ecco quindi, che il prezzo di allinea.
Discorso simile per i bond secolari austriaci (come Austria 2117 e Austria 2120), scesi sotto 40, sempre a fronte di un valore nominale di 100 e per quasi tutte le obbligazioni con una lunga scadenza. Scenario simile per gli OAT francesi, i Bonos spagnoli, i bund tedeschi e altri titoli di Stato a lunga scadenza, così come per altre obbligazioni societarie.
Per contro, in una fase di tassi bassi, i bond emessi con cedole più elevate possono quotare anche ampiamente sopra la pari (per esempio a 110 o 120, ma anche a 150, in base alla durata dell’obbligazione e alla discesa dei tassi di mercato).
Rischio emittente di un bond
Un secondo elemento da non trascurare è legato al rischio emittente. Nel caso in cui chi ha emesso il prodotto finanziario abbia problemi creditizi (nel caso del BTP quindi lo Stato Italiano, nel caso di un bond corporate l’azienda in questione), il possessore del bond potrebbe non essere in grado di ricevere l’intero ammontare previsto alla nascita del prodotto finanziario.
Certificati a capitale protetto (garantito)
Quando parliamo di certificati di investimento le categorie di prodotti sono varie. Troviamo i certificati a capitale protetto, i certificati a capitale condizionatamente protetto, i certificati a capitale non protetto, i certificates credit linked e i certificati a leva.
Il medesimo discorso fatto poco fa per i bond vale per i certificati di investimento. Anche in questo caso il loro prezzo potrebbe scendere, anche significativamente, sotto la pari. Al tempo stesso, anche con i certificates il possessore del prodotto finanziario è esposto al rischio emittente. Pertanto, nell’eventualità – solitamente remota – in cui la banca o la società finanziaria che ha emesso il prodotto non sia in grado di far fronte ai propri impegni, chi ha in portafoglio il certificato potrebbe ricevere un rimborso inferiore a quello previsto. Ciò non perché i sottostanti del certificato abbiano accusato un calo, ma perché l’emittente non è in grado di rimborsare quanto spetterebbe all’investitore.
Altre tipologie di certificate di investimento
Co sa si intende con certificati a capitale condizionatamente protetto? Il rimborso del capitale è legato alla tenuta di determinati livelli di prezzo. Per esempio, se ci troviamo di fronte ad un certificato con barriera capitale al 55%, il rimborso del capitale a scadenza sarà legato al fatto che l’azione o gli indici o le materie prime sottostanti non perdano il 45% o più dai prezzi di osservazione iniziale.
I certificates credit linked sono invece legati al merito creditizio di entità sottostanti (come grandi aziende o il debito sovrano di un Paese). Pagano premi fissi elargiti all’investitore a patto che l’entità sottostante non abbia eventi credito, ossia non sia in grado di rimborsare un prestito, non vada in fallimento o abbia problematiche simili.