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Le tasse sui trader Usa: quali tasse pagano i trader Usa e quanto pagano di tasse negli Stati Uniti?
I trader italiani si lamentano spesso delle tasse, anche quelli che da tempo hanno varcato i confini nazionali ed europei. Ma in America, nel più grande mercato finanziario del mondo, quali e quante tasse pagano i trader statunitensi?

Sono più alte le tasse nel trading in Usa o in Italian? Il metro di confronto è il 26% che si paga in Italia, la tassazione standard sui profitti che arrivano dal capital gain. Va ricordato che la tassazione scende al 12,50% quando si parla di titoli di Stato, come BOT e BTP. A questo valore andrebbero aggiunti il bollo sul conto deposito e conto titoli e la Tobin tax.

Prima di parlare di tasse americane bisogna però conoscere l’IRS, acronimo di Internal Revenue Service. E’ l’agenzia governativa statunitense responsabile della raccolta delle tasse federali e dell’amministrazione del codice tributario del paese. In poche parole, è la loro agenzia delle entrate e si occupa di assicurarsi che i contribuenti statunitensi paghino le tasse dovute.

Le tasse: funzioni e prerogative dell’IRS

Il compito è quello di sviluppare e interpretare le normative fiscali: L’IRS stabilisce le regole su come devono essere calcolate e pagate le tasse. Poi le tasse vanno raccolte: ci pensa l’IRS che gestisce tutta la riscossione delle imposte sul reddito, delle imposte sulla sicurezza sociale e di altre tasse federali. L’IRS aiutai contribuenti offrendo informazioni e assistenza su come compilare le dichiarazioni dei redditi e adempiere ai propri obblighi fiscali.
Anche l’evasione fiscale è materia sua: l’IRS indaga e persegue i contribuenti che evadono le tasse o che non pagano le tasse dovute.
La funzione dell’IRS è importante per il governo degli Stati Uniti, in quanto le tasse che raccoglie sono una fonte primaria di finanziamento per vari programmi e servizi pubblici. 

Due categorie di reddito: sezione 1256 e 988

Le entrate generate dal trading Forex possono essere suddivise principalmente in due categorie: redditi da capitale (capital gains) e redditi ordinari (ordinary income). La classificazione dipende dal tipo di contratto utilizzato e dalla scelta fiscale fatta dal trader.

I contratti futures e le opzioni sul Forex rientrano nella Section 1256 del Codice Fiscale Statunitense. Questo tipo di contratti prevede un trattamento fiscale misto: il 60% dei profitti è tassato come capital gain a lungo termine, mentre il restante 40% è considerato reddito ordinario. Questo approccio è vantaggioso perché le aliquote sui guadagni a lungo termine sono generalmente più basse rispetto a quelle sui redditi ordinari. Inoltre, le perdite possono essere riportate agli anni successivi per compensare eventuali guadagni futuri.

I contratti di scambio diretti in valuta estera (Forex Spot), rientrano invece nella Section 988. In questo caso, tutti i guadagni vengono tassati come reddito ordinario, a seconda dell’aliquota marginale del contribuente. Il vantaggio principale di questa classificazione è che le perdite possono essere completamente detratte contro altri redditi ordinari, un aspetto utile per i trader che affrontano perdite frequenti.

Queste due sezioni offrono quindi opzioni diverse che i trader possono valutare per ottimizzare la loro posizione fiscale in base alla loro attività di trading e alle loro esigenze personali.

Tasse sui trader che fanno trading sul Forex

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dal trading Forex sono considerate redditi da capitale e tassate come tali. Come vengono tassate le plus e minus valenze?

Tassazione delle plusvalenze: le plusvalenze a breve termine, se detenute per meno di un anno, sono tassate come reddito ordinario, con aliquote che variano dal 10% al 37%; quelle a lungo termine detenute per più di un anno, sono tassate a un’aliquota più bassa, che va dal 0% al 20%.

Forex trading

Tassazione delle minusvalenze: anche qui si distingue; le minusvalenze a breve termine: possono essere utilizzate per compensare le plusvalenze a breve termine e a lungo termine, riducendo l’importo di tasse da pagare; una compensazione che anche in Italia sarebbe molto apprezzata.

Le minusvalenze a lungo termine possono essere utilizzate per compensare le plusvalenze a breve termine e a lungo termine, e possono anche essere detratte dal reddito ordinario fino a un massimo di $3.000 all’anno ($6.000 per le coppie sposate che presentano la dichiarazione congiunta). Anche questa è una disposizione che sarebbe ben accolta in Italia.

Il trader e la dichiarazione dei redditi:

I Forex trader statunitensi devono compilare il modulo 1040 della dichiarazione dei redditi e includere le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dal trading Forex. Come da noi é importante conservare tutti i documenti relativi al trading, come le ricevute delle transazioni e i riassunti dell’account.

Come gestisce le tasse un Forex trader Usa? Più o meno come un trader italiano.

  • Tiene traccia di tutte le transazioni di trading.
  • Calcola le plusvalenze e le minusvalenze.
  • Sceglie il regime fiscale più vantaggioso.
  • Conserva tutti i documenti relativi al trading.
  • Consulta un commercialista per ricevere assistenza fiscale specifica.

Gli Stati Uniti sono uno dei mercati più importanti al mondo per lo scambio di valute. Il dollaro americano è ampiamente utilizzato come valuta di riserva, il che rende attraente per gli investitori stranieri investire in società statunitensi che utilizzano il dollaro come valuta principale. Il dollaro americano ha anche offerto molte opportunità agli investitori stranieri. Tuttavia, c’è ancora molto da capire sulla valuta, soprattutto per quanto riguarda le leggi statunitensi sulle imposte sul trading Forex.

Il trader Forex, non dovrebbe pensare solo al guadagno, ma anche al rischio e ed alle tasse. La tassa sui trader Forex negli Stati Uniti non è qualcosa da prendere alla leggera, poiché esistono regole stabilite per garantire che ogni trader statunitense paghi le tasse sui propri profitti. Con il fisco non si scherza.

Le basi delle tasse sui trader Forex negli Stati Uniti

Gli Stati Uniti hanno una lunga storia nella regolamentazione del Forex. Il quadro giuridico del Paese per il trading sul Forex è complesso, ma l’IRS ha emesso diverse sentenze per chiarire la propria posizione sulla tassazione nel settore. Come con qualsiasi altro tipo di trading, ci sono alcune regole che devi seguire quando vuoi fare trading sui mercati Forex. 

Come ogni altra negoziazione, devi sempre riportare i tuoi profitti e le tue perdite nella dichiarazione dei redditi. Sia che tu stia acquistando o vendendo valute estere, dovrai dichiarare il reddito derivante da transazioni in valuta estera sul modulo 1040 o modulo 1040NR e dichiarare in dichiarazione un importo pari al profitto lordo totale realizzato dalla transazione. Se utilizzi una qualche forma di protezione fiscale come strategie di copertura o arbitraggio, l’IRS tratterà questi guadagni e perdite in modo diverso rispetto ai redditi e alle perdite ordinari.

Tutti i trader Forex pagano le tasse?

tasse trading
tasse trading

Una delle domande più comuni dei principianti è se si pagano le tasse sul trading Forex negli Usa. La risposta è si. I trader Forex sono tenuti a pagare le tasse sui loro profitti. Il trading sul Forex è considerato un business, quindi i profitti derivanti dal trading sul Forex sono tassabili.

I trader Forex di solito sono soggetti all’imposta sul reddito nel paese in cui vivono; anche negli Stati Uniti. I cittadini americani che tradano utilizzando broker Forex esteri devono anche pagare le tasse sui profitti guadagnati in valuta estera. Ciò è vero anche se il trader non risiede sempre negli Stati Uniti e fa trading solo online con un broker situato all’estero.

Un trader americano può guadagnare denaro in una qualsiasi altra valuta estera; in questo caso il guadagno viene considerato un reddito quando viene convertito in dollari statunitensi. Viceversa il denaro è una spesa quando viene riconvertito in valuta estera. Il tasso di cambio tra le valute determina la quantità di reddito imponibile guadagnato quando si convertono fondi in dollari USA o viceversa.

Trader e imposta sul reddito

L’imposta sul reddito del trader Forex è il reddito imponibile guadagnato dal trading di valuta estera. È stato classificato sotto l’imposta sul reddito delle persone fisiche, il che significa che è tassato a un’aliquota più elevata rispetto al normale reddito da stipendio . L’importo dell’imposta sul reddito derivante dal trading Forex che un individuo paga dipende dal guadagno totale annuo in valuta estera e dall’aliquota marginale dell’imposta sul reddito personale.

L’imposta sulle società

L’imposta sulle società è un’imposta sugli utili delle società. Le aziende pagano l’imposta sulle società sui loro profitti dopo che sono state tassate con l’aliquota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. L’imposta sulle società di trading Forex viene imposta a tutti i tipi di organizzazioni impegnate in transazioni di cambio. Viene riscosso con aliquote diverse a seconda della natura dell’attività, della transazione e della fonte da cui viene generato il reddito.

Imposta sulle plusvalenze

La plusvalenza è il profitto che ottieni quando vendi il tuo investimento. È anche ciò che ottieni vendendo un bene per un prezzo superiore a quello per cui lo hai acquistato o ricevendo un pagamento per quel bene. I trader Forex che hanno realizzato profitti sui loro investimenti possono essere soggetti all’imposta sulle plusvalenze quando vendono i propri asset. Questa tassa viene solitamente calcolata come percentuale del profitto ottenuto dalla vendita di un bene. L’aliquota fiscale sulle plusvalenze nella maggior parte dei paesi è compresa tra il 28 e il 35%.

Imposta sulla riserva di bollo

Negli Stati Uniti, l’imposta sulla riserva di bollo Forex è un’imposta imposta sul valore dei contratti finanziari non denominati in dollari statunitensi. L’imposta si applica  a qualsiasi transazione di swap su tassi di interesse, swap di valuta estera e opzioni, incluso se lo swap o l’opzione sono stipulati o meno da una società di investimento registrata ai sensi dell‘Investment Company Act del 1940 . L’imposta si applica anche alle transazioni che coinvolgono commercial paper, obbligazioni e obbligazioni emesse da emittenti stranieri.

Cambi e commissioni

Cambi – Le tasse sui trader che fanno trading valutario tengono conto di tutto. Incluse le commissioni. L’IRS prenderà in considerazione anche la quantità di tempo che il trader dedica al trading per determinare quanto reddito estero ha guadagnato. 
Contratti – L’acquisto e la vendita di contratti valutari è considerato un’attività commerciale nella maggior parte dei paesi, quindi ciò significherebbe che si pagherebbero le tasse su eventuali profitti realizzati dal trading di valute e si pagherebbero anche le tasse su eventuali perdite subite durante l’anno.
Commissioni – Tutte le commissioni e spese versate al broker per scambiare valute saranno considerati reddito imponibile se superano un determinato importo per transazione.
Oltre a ciò, i trader Forex statunitensi possono scegliere di presentare la dichiarazione dei redditi secondo le leggi indicate nella sezione 988 o nella sezione 1256.

Guadagni Forex a lungo e a breve termine

Vale anche la pena ricordare che il codice fiscale degli Stati Uniti distingue chiaramente tra i guadagni Forex a lungo e a breve termine. Ciò significa che verrà addebitato un importo in base ai guadagni annuali. Le plusvalenze fiscali a lungo termine possono variare dallo zero al 20%. Ecco una semplice tabella fiscale sul trading Forex che illustra gli scaglioni fiscali delle tasse sui trader negli Stati Uniti ;

Tabella delle leggi fiscali federali sul trading Forex

TAX RATE  Dichiarazione singola Capofamiglia
10% $ 0 – $ 9.876 $ 0 – $ 14.100
12%$ 9876 – $ 40.126 $ 14.100  – $ 53.701
22% $ 40.126 – $ 85.526$ 53.701 – $ 85.501 
24% $ 85.526 – $ 163.301$ 85.501 – $ 9.876
32% $ 163.301 – $ 207.351 $ 163.301 – $ 207.351
35% $ 207.351 – $ 518.401$ 207.351 – $ 518.401 
37% $ 518.401 o superiore $ 518.401 o superiore
La tabella Usa delle tasse sul trading

Non è necessariamente obbligatorio presentare la dichiarazione dei redditi ai sensi della sezione 988. Si può anche utilizzare la sezione 1256 per presentare con successo la dichiarazione dei redditi sugli utili e sulle perdite. In questa sezione, i tuoi guadagni annuali pari al 60% saranno tassati con un’aliquota costante o fissa del 15%. Il 40% sarà invece tassato, a seconda della fascia di reddito. Normalmente, la sezione 1256 è una buona opzione per i trader con una fascia di reddito del 22%.

Tutte qui le tasse sui trader? No, ci sono anche le tasse sui trader dei vari stati americani, con varie distinzioni. Alcuni però non impongono ulteriori tasse.

Le tasse aggiuntive degli stati

Stato% tasse massime sul RedditoNote
California13,3%Aliquota più alta tra gli stati; si applica ai redditi elevati.
New York10,9%Include un’aliquota progressiva con livelli più alti per redditi oltre $25.000.
Texas0%Nessuna imposta statale sul reddito personale; solo imposte federali.
Florida0%Come il Texas, non applica tasse statali sul reddito personale.
Illinois4,95%Aliquota fissa per tutti i redditi.
Washington0%Non applica tasse sul reddito personale, ma impone altre tasse indirette.
Pennsylvania3,07%Aliquota fissa bassa rispetto ad altri stati.
Massachusetts5%Tassa fissa su tutti i redditi, compresi quelli derivanti dal Forex.

Come si vede dalla tabella oltre alle imposte federali, molti stati americani applicano le proprie aliquote fiscali sui guadagni Forex. La California ha aliquote elevate fino al 13,3% per redditi elevati. In California e New York, le imposte statali si sommano a quelle federali, rendendo il carico fiscale significativamente più alto.

Altri stati, come il Texas o la Florida, non applicano imposte sul reddito personale e sono vantaggiosi per i trader. Il trading Forex offre opportunità significative, ma comporta complessità fiscali che richiedono un’attenzione particolare. La scelta tra la Section 1256 e la Section 988, la corretta rendicontazione e una gestione strategica delle perdite e dei guadagni sono fondamentali per massimizzare i profitti netti e rispettare le normative fiscali negli Stati Uniti. Ogni situazione fiscale richiede una valutazione, non è semplice.

Le tasse sui trader Usa richiedono una certa precisione a seconda della propria residenza in America. Alla fine anche negli Stati Uniti è quindi consigliato di rivolgersi ad un commercialista.

Disclaimer: il trading può comportare rischi significativi per il capitale, con perdite che potrebbero in alcuni casi eccedere il capitale iniziale. È pertanto fondamentale assicurarsi di aver compreso tali rischi. Il presente articolo non rappresenta in alcun modo consulenza finanziaria o sollecito all’investimento.

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Cosa cambia sui mercati con il ritiro di Biden? https://www.investire-certificati.it/cosa-cambia-sui-mercati-con-il-ritiro-di-biden/ Mon, 22 Jul 2024 15:21:39 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=34091 Joe Biden si è ritirato dalla corsa per le elezioni americane di novembre 2024. Cosa cambia a questo punto? Sin qui l’impatto sui mercati è stato limitato. Di certo c’è che, dopo il ritiro di Biden, i democratici dovranno scegliere un nuovo candidato alle presidenziali di novembre. Un nome c’è già: Kamala Harris. I nodi […]

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Joe Biden si è ritirato dalla corsa per le elezioni americane di novembre 2024. Cosa cambia a questo punto? Sin qui l’impatto sui mercati è stato limitato. Di certo c’è che, dopo il ritiro di Biden, i democratici dovranno scegliere un nuovo candidato alle presidenziali di novembre. Un nome c’è già: Kamala Harris. I nodi da sciogliere, però, restano parecchi. E bisognerà vedere se la mossa sarà gradita agli americani. Il tutto mentre i sondaggisti ed i bookmakers vedono favorito Donald Trump per la vittoria.

Biden si ritira dalla corsa alle Presidenziali americane

È arrivata la notizia che già molti esperti aspettavano da qualche settimana, ovvero il ritiro del presidente in carica Joe Biden alle elezioni presidenziali di novembre” ha spiegato Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia”.

elezioni americane

Non sarà Biden a sfidare Trump fra qualche mese. In una lettera il presidente ha affermato che: “È stato il più grande onore della mia vita servire come vostro Presidente. E sebbene fosse mia intenzione cercare la rielezione, credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese che io mi dimetta e mi concentri esclusivamente sull’adempimento dei miei doveri di Presidente per il resto del mio mandato”.

La strategia dei democratici passa a questo punto dal nome di Kamala Harris, ex procuratore generale della California. Dopo il ritiro alla corsa alla Casa Bianca Joe Biden ha dato il suo endorsement, il suo sostegno, alla vicepresidente Kamala Harris

Il ritiro di Biden: Qual è stata la reazione dei mercati?

Vedremo la prima donna Presidente degli Stati Uniti oppure un secondo mandato per Donald Trump? Ma soprattutto, come hanno reagito i mercati alla notizia?

“Grafici alla mano, l’impatto sui mercati della decisione di Biden di ritirarsi è stato davvero minimo sia perché gli investitori scontavano questo scenario sia per il fatto che le probabilità di vittoria di Donald Trump non sono al momento diminuite, anzi secondo molti potrebbero aumentare nel breve visto l’incertezza all’interno del partito democratico” ha spiegato l’analista del broker IG Diodovich. “Crediamo che una valutazione più accurata sugli effetti sui mercati possa essere effettuata solamente dopo la conoscenza del ticket completo dei democratici per la corsa alle presidenziali”.

Di fatto anche con un nuovo candidato alla guida dei democratici il programma non cambierà, così come pare ben delineato anche quello di Donald Trump e dei repubblicani. Se volessimo riassumere – davvero per sommi capi – i democratici che mirano a promuovere l’economia green, sostenibile, prevedono tasse più alte per i redditi più elevati, tagli alle tasse per i redditi più bassi e una maggiore regolamentazione in molti settori. Focus anche sulla sanità, tema sempre più scottante negli Stati Uniti. Per Donald Trump, invece, vale lo slogan “Prima gli Americani”, con controllo delle frontiere, una regulation inferiore, anche per la finanza, focus sulla difesa e sugli interessi nazionali. Per entrambi gli schieramenti c’è grande interesse sul tema infrastrutture e sull’innovazione tecnologica. Per Trump, ovviamente, tutta Made in the USA.

Elezioni americane

Quali sono i nomi dei possibili candidati democratici per la presidenza?

“Chiaramente in pole position troviamo Kamala Harris, però sono stati fati vari altri nomi, fra cui Josh Shapiro (Governatore Pennsylvania), Gavin Newsom (Governatore California), Andy Beshear (Governatore Kentucky), Mark Kelly (Senatore Arizona), Gretchen Whitmer (Governatore Michigan), Raphael Warnock (Senatore Georgia) e Pete Buttigieg (Segretario del Dipartimento dei Trasporti).

Rotazione settoriale negli Stati Uniti?

E’ il momento del Russel 2000? Per quanto riguarda i settori dell’economia americana in borsa, Filippo Diodovich ha spiegato: “Quello che continuiamo a notare sulle piazze finanziarie statunitensi è una marcata rotazione settoriale, forti passi indietro per i “magnificent seven” e per il settore tech, significativi rialzi, invece, per le aziende di “piccola” e media capitalizzazione. A luglio l’indice Russell 2000 evidenzia un incremento del 7%, Dow Jones del 3%, poco mosso il Nasdaq 100.

Le ragioni di questa rotazione settoriale sono molteplici: un cambio di prospettive su un prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, un aumento delle attese su un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e una situazione di ipercomprato per il settore tecnologico”.

Biden, Trump, la presidenza americana e il dollaro

Cosa cambia dopo il ritiro di Biden sul forex market? Il cambio fra euro e dollaro resta negoziato poco sotto 1,09; di fatto non ci sono state variazioni significative per l’andamento del biglietto verde. L’indice del dollaro, spesso denominato “dollar index”, si attesta a 103,80.

IG spiega che “Nel mese di luglio la valuta statunitense ha perso notevolmente terreno contro le principali divise internazionali sulla scia del cambio di attese degli investitori sulle prossime mosse della Federal Reserve. Al momento il mercato sconta con probabilità superiori al 95% (CME FedWatch Tool) che la FED possa decidere di tagliare il costo del denaro di 25 punti base nella riunione del FOMC del 18 settembre”.

Approfondimenti

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2024 USA – Previsioni nell’anno delle elezioni https://www.investire-certificati.it/2024-lanno-delle-elezioni-usa-previsioni/ Sat, 06 Jan 2024 08:15:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=31783 Previsioni per il mercato americano per il 2024, l'anno delle elezioni USA. Quali effetti su Green, IA e Fed e sui mercati?

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Previsioni per il 2024 economico degli USA: come si muoveranno le borse nell’anno delle elezioni americane? Focus su quali effetti si possono verificare sui mercati a causa delle elezioni degli USA, ripartendo da un report a cura di Nicolas Forest, Chief Investiment Officer di Candriam. Il report fornisce un’analisi e previsioni sui possibili effetti dell’Election Day USA. I seggi si apriranno martedì 5 novembre 2024. Probabilmente si riproporrà la sfida del 2020: Biden contro Trump, ma non ci sono ancora certezze, se non che la campagna presidenziale statunitense impatterà notevolmente i mercati, generando volatilità.

Come si è chiuso il 2023

A poco meno di un anno dalle elezioni presidenziali, la crescita rimane dinamica, anche se lo scenario è complesso anche a causa della difficile situazione in cui è nata e si è sviluppata la legislatura Biden. Dall’elezione durante la pandemia allo scoppio della guerra in Ucraina e i nuovi fronti in Medio Oriente.

Indici a favore di Biden

Come evidenziato dall’analisi di Candriam, nelle scorse settimane l’indice S&P 500 ha raggiunto un livello record. Inoltre le politiche anti-inflazione stanno iniziando a portare i primi frutti, i dati sull’occupazione sono ancora solidi, anche la disparità salariale si è ridotta ed il processo di reindustrializzazione è in corso. I risultati economici dell’amministrazione Biden sono quindi lusinghieri, forse al di sopra delle più ottimistiche previsioni di numerosi economisti.

Facile rielezione? No

La Casa Bianca
La Casa Bianca

Alla luce di questi buoni indici potrebbe venire logico aspettarsi una facile rielezione, ma questo non sarebbe corretto. I sondaggi rivelano come molte famiglie americane non ripongano fiducia verso l’inquilino della Casa Bianca, nonostante gli indicatori favorevoli. Su questo sicuramente pesa l’effetto dell’inflazione: anche se è in calo, i prezzi spesso sono ancora significativamente più alti rispetto a quelli antecedenti alla pandemia. Un ulteriore elemento di sfiducia è l’importante aumento dei tassi di interesse, che è stato varato per contenere l’inflazione.

Infine, visto l’attuale contesto politico difficilmente questa elezione sarà decisa solamente dalle performance economiche e dall’azionariato. Oltre ai fattori di politica estera come le guerre (Ucraina e Medio Oriente), incideranno sicuramente anche gli sviluppi interni. La battaglia legale è già partita: ad esempio Donald Trump è già stato escluso dalla gara nel Maine e nel Colorado e potrebbero arrivare nuove condanne. Non è l’opzione più probabile, ma è comunque possibile che i due sfidanti per la Casa Bianca non saranno Trump e Biden.

Previsioni 2024 USA – il debito pubblico

Nicolas Forest, nella sua analisi, rivela come i mercati presteranno attenzione alle scelte dei candidati in tema di politica fiscale. Anche se le agende sono ancora da chiarire, Trump ha promesso l’estensione dei tagli delle tasse che aveva varato nel 2017. L’attuale scadenza è fissata per il 2025. Secondo il CRFB americano (il Comitato per un Bilancio Federale Responsabile) il costo per il Bilancio USA ammonterebbe a circa 3.300 miliardi di dollari in dieci anni (3.800 miliardi se si include l’aumento degli interessi). Questo impatterebbe notevolmente sul debito pubblico portandolo al 125% del PIL nel 2033, rispetto al 115% se i tagli fiscali non venissero confermati alla scadenza.

La proposta di Trump di finanziare i tagli delle tasse con significativo aumento (+10%) delle tariffe su tutte le importazioni, potrebbe fruttare, teoricamente 2.500 miliardi di dollari in dieci anni. Questa manovra causerebbe però una riduzione delle importazioni, danneggiando la crescita e scatenerebbe una guerra commerciale su vasta scala. Tutti questi fattori farebbero sicuramente diminuire notevolmente i 2.500 miliardi di dollari sopra citati.

Anche queste considerazioni hanno portato l’Agenzia di Rating Moody’s a ribadire i rischi associati alla situazione fiscale degli USA, mettendo il rating AAA sotto “negative watch”.

Impatti sui settori del Green e dell’IA

Vista la situazione dei conti pubblici USA, il margine di manovra fiscale sarà limitato. Per cui le elezioni probabilmente saranno più un problema relativo ai singoli settori dei mercati azionari piuttosto che uno macroeconomico. Il presidente americano Biden ha scommesso sul Green promettendo che il settore dell’elettricità sarà decarbonizzato entro il 2025 ed il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.

Di tutt’altro avviso è Trump. Basti pensare come la sua amministrazione si sia ritirata dall’accordo di Parigi e abbia abrogato diverse leggi e regolamenti sulla protezione ambientale. Nicolas Forest, Chief Investiment Officer di Candriam, è abbastanza sicuro che Trump continuerebbe in questa direzione nel caso venisse rieletto. Inoltre anche il futuro dell’ACA (Affordable Care Act) potrebbe essere seriamente compromesso.

Infine le proposte di regolamentazione dell’intelligenza artificiale (come già verificatosi in Europa) potrebbero avere ripercussioni sui mercati.

Previsioni 2024 USA – la Fed

Federal Reserve

Anche l’indipendenza della Federal Reserve potrebbe preoccupare i mercati. In passato ci sono stati numerosi attacchi da parte di Trump verso la Banca Centrale, a volte in termini violenti.

L’ex Presidente aveva inoltre cercato di nominare all’interno della Federal Reserve Judy Shelton, una feroce oppositrice dell’Istituzione e una convinta sostenitrice del ritorno al sistema del gold standard. Se Trump fosse rieletto, Shelton potrebbe entrare nella Fed (sempre che il Senato non si opponga nuovamente), o addirittura guidare la Fed al posto di Jerome Powell, il cui mandato di Governatore scade a gennaio 2026.

Gli impatti sul mercato

Come detto, al momento non emerge un candidato nettamente favorito. Dopo aver analizzato le diverse visioni, alcune totalmente opposte, dei due favoriti (l’ex Presidente Trump e l’attuale Presidente Biden) è probabile che questa incertezza appesantisca i mercati. Questo genererà inevitabilmente volatilità. Sicuramente il peggiore scenario per i mercati è quello che una mancata chiarezza sugli esiti del confronto elettorale possa protrarsi anche dopo il 5 novembre 2024.

Un previsione certa per il 2024 degli USA, alla luce di quanto analizzato in precedenza, è che le sfide per il prossimo inquilino della Casa Bianca saranno numerose ed al tempo stesso importanti quanto difficili. Impatteranno, alle volte in maniera decisiva, sui mercati mondiali, oltre che sulle vite di milioni di americani.

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