Tassi Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/tassi/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Fri, 08 Aug 2025 11:07:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.3 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Tassi Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/tassi/ 32 32 Outlook mercati globali: tra petrolio, difesa e tecnologia https://www.investire-certificati.it/outlook-mercati-globali-tra-petrolio-difesa-e-tecnologia/ Fri, 08 Aug 2025 11:07:37 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=38317 Quali previsioni per le borse? Come si muoverà il dollaro? Outlook sui mercati finanziari.L’attuale scenario dei mercati globali è segnato da forte volatilità, tra tensioni politiche e commerciali e la continua spinta della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Nonostante il rischio di correzioni stagionali, lo slancio positivo dei listini persiste, con gli investitori sempre alla ricerca […]

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Quali previsioni per le borse? Come si muoverà il dollaro? Outlook sui mercati finanziari.
L’attuale scenario dei mercati globali è segnato da forte volatilità, tra tensioni politiche e commerciali e la continua spinta della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Nonostante il rischio di correzioni stagionali, lo slancio positivo dei listini persiste, con gli investitori sempre alla ricerca di opportunità nei settori più innovativi e resilienti.
Quanto potrà durare la corsa della tecnologia? Le banche centrali resteranno pronte a sostenere la crescita o preverrà la cautela di fronte all’inflazione?
Vediamo nel dettaglio le principali dinamiche che stanno guidando petrolio, difesa, tecnologia e valute sui mercati internazionali.

Europa: tra speranze di dialogo e rischi con i dazi

Le borse europee hanno mostrato segnali di forza, sostenute dalla speranza che Donald Trump possa mediare un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Tuttavia, il leader russo non ha ancora dato disponibilità al dialogo, mantenendo alta l’incertezza geopolitica. Sul fronte delle materie prime, il petrolio statunitense è sceso sotto un livello di supporto chiave, riflettendo la possibilità di progressi diplomatici, anche se la Russia appare meno incline a porre fine al conflitto ucraino rispetto agli auspici americani.

Gli indici azionari come lo Stoxx 600 e lo SMI svizzero hanno chiuso sopra le rispettive medie mobili, ma la solidità dei rialzi rimane fragile, minacciata dai dazi USA sulle esportazioni europee. Questa pressione tariffaria alimenta speculazioni su possibili interventi delle banche centrali, con la Banca Nazionale Svizzera che potrebbe persino valutare tassi negativi nel secondo semestre.

BCE: tassi di interesse fermi a settembre? Quali previsioni per la Banca centrale europea? Sul fronte della politica monetaria, la BCE dovrebbe mantenere i tassi invariati nel prossimo incontro, pur lasciando aperta la porta a ulteriori tagli entro l’anno. L’inflazione europea resta sotto controllo, ma la crescente divergenza tra i Paesi membri rischia di complicare le scelte future. La tendenza rimane comunque accomodante, per evitare ulteriori stress sulle economie più deboli.

Difesa: rally e correzioni tra risultati misti

Il settore della difesa europea ha vissuto una seduta difficile dopo i risultati deludenti di Rheinmetall. Il nuovo governo tedesco ha ritardato l’approvazione del bilancio, e la coincidenza con il vertice NATO ha causato lo slittamento di diversi ordini al secondo semestre. Gli investitori non hanno accolto positivamente questo: le azioni sono scese dell’8%, tornando sulla media mobile a 100 giorni.

Nel resto del comparto, i risultati del secondo trimestre sono stati eterogenei: Leonardo ha rivisto al rialzo le proprie previsioni, BAE Systems ha migliorato le stime su vendite ed EBIT (risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte), mentre Dassault Aviation ha deluso le aspettative.

Nonostante il quadro generale resti orientato alla crescita, i prezzi dei titoli del settore sembrano aver corso più delle reali prospettive economiche.

USA: stagflazione e attese sulla Federal Reserve

Federal Reserve

Quali previsioni per l’economia USA? Negli Stati Uniti, il clima di mercato si è mostrato più sfavorevole, con i titoli energetici in calo a causa della discesa del petrolio sotto i 65 dollari al barile. I dati macro non hanno aiutato: le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite ai massimi da novembre 2021 e le aspettative di inflazione sono in aumento, complici i nuovi dazi. Il quadro richiama i rischi di stagflazione, anche se la politica della Fed appare influenzata dalle mosse di Trump, che spinge per una leadership più accomodante e tagli dei tassi.

“Nonostante le attese di una correzione stagionale del 10-15% nei prossimi mesi, molti analisti vedono eventuali ribassi come opportunità di acquisto” ha spiegato Ipek Ozkardeskaya, Senior Analyst presso Swissquote Bank “La resilienza del mercato, in particolare dell’S&P 500 vicino ai massimi storici, è sostenuta da una fiducia diffusa nell’intelligenza artificiale e nelle prospettive tecnologiche”

Asia: la tecnologia traina i listini

In Giappone, il Nikkei e il Topix hanno segnato nuovi massimi, spinti dai solidi risultati di SoftBank e Sony, mentre Toyota ha subito un forte calo a causa dei dazi USA.

L’area tecnologica si conferma un rifugio per gli investitori: la domanda legata all’intelligenza artificiale resta solida, le aziende continuano a investire e a trasformare questi investimenti in ricavi, come dimostra il caso Meta. Negli Stati Uniti, i titoli dei produttori di semiconduttori hanno tratto vantaggio, in modo paradossale, dai dazi imposti da Trump: il mercato punta sulla crescita delle aziende che producono sul territorio nazionale, come Nvidia e AMD, che hanno mostrato una buona tenuta nonostante le fluttuazioni successive ai risultati trimestrali.

Valute: inflazione e divergenze sui tassi

Sul mercato valutario, il dollaro americano è sotto pressione a causa della volatilità commerciale e delle aspettative di una Fed accomodante, anche se si osservano rimbalzi in Asia. L’euro consolida i guadagni recenti contro il dollaro.

Scenario interessante per la sterlina. La moneta britannica si rafforza dopo la decisione della Banca di Inghilterra che ha ridotto il tasso di interesse, dopo una votazione serrata chiusasi 5-4. Dissidi all’interno della bank of England, che di fatto manterrà un atteggiamento vigile e prudente sull’inflazione, visto che la crescita dei prezzi nei prossimi mesi dovrebbe salire nuovamente al 4%.

Il ritorno dell’inflazione come fattore di forza valutaria segna una svolta rispetto alle dinamiche di inizio 2025, quando la politica accomodante era vista come propulsore della crescita. Ora, la divergenza tra le diverse banche centrali sarà cruciale per gli equilibri futuri anche sul mercato obbligazionario e su quello valutario.

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Banche Centrali – Chi taglia i tassi di interesse prima? https://www.investire-certificati.it/banche-centrali-chi-taglia-i-tassi-di-interesse-prima/ Wed, 07 Feb 2024 11:08:11 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=32354 Chi taglierà prima i tassi di interesse fra le grandi banche centrali: Federal Reserve, BCE o Bank of England? I dati macroeconomici dei prossimi mesi saranno la chiave di volta. Le tre banche centrali paiono comunque destinate a iniziare il percorso di ribasso dei tassi in rapida successione, nell’arco di pochi mesi e verosimilmente verso […]

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Chi taglierà prima i tassi di interesse fra le grandi banche centrali: Federal Reserve, BCE o Bank of England? I dati macroeconomici dei prossimi mesi saranno la chiave di volta. Le tre banche centrali paiono comunque destinate a iniziare il percorso di ribasso dei tassi in rapida successione, nell’arco di pochi mesi e verosimilmente verso metà 2024. I mercati sono saliti nel 2023 e nelle prime settimane del 2024 proprio sulle aspettative per politiche monetarie meno restrittive. La borsa prezza tagli ai tassi di interesse per oltre un punto percentuale nel corso del 2024, per un trend che potrebbe proseguire anche nel 2025.

Quando taglierà i tassi la Federal Reserve?

Banche centrali

L’inflazione è scesa notevolmente negli ultimi mesi, ma il contesto inflazionistico non è ancora del tutto sparito. La crescita dei prezzi sta tornando verso i range desiderati dalle banche centrali, ma è ancora superiore a questi livelli. L’asset management Mirabaud spiega in un report (a cura di Andrew Lake) che probabilmente saranno ancora gli Stati Uniti a tagliare per primi i tassi di interesse, grazie alla solidità dell’economia. Il PIL cresce ad un ritmo più sostenuto rispetto a Eurozona e Regno Unito. Nonostante ciò, a marzo difficilmente ci saranno tagli ai tassi di interesse, visto lo scenario macroeconomico.

“Le previsioni di un primo taglio dei tassi a marzo da parte della Fed si basano sull’analisi dell’indice dei prezzi della spesa per consumi personali, l’indicatore maggiormente utilizzato dalla Federal Reserve per valutare l’inflazione. Il dato semestrale annualizzato è sceso all’1,9% a dicembre, in linea con l’obiettivo di inflazione del 2%, contribuendo a rafforzare l’idea che la battaglia contro l’inflazione sia ormai vinta e che i tagli dei tassi dovrebbero avvenire a breve”.

Previsioni per i tassi nel 2024 e 2025

Tagli ai tassi per le banche centrali: le previsioni degli investitori erano per tagli preventivi al costo del denaro già da marzo in poi, anche considerando l’avvicinarsi delle elezioni americane. Lo scenario, però, sta cambiando. Anche le dichiarazioni dei membri della Federal Reserve fanno capire che bisognerà attendere per un taglio ai tassi di interesse.

“Monitorando i dati nel loro complesso emergono alcune criticità di questa analisi. Sebbene la tendenza a lungo termine sia quella di un rallentamento dell’economia statunitense, i dati mensili mostrano una sorprendente capacità di recupero. Le richieste di disoccupazione di gennaio hanno registrato la lettura più bassa dal settembre 2022 e le vendite al dettaglio hanno battuto le aspettative di dicembre, invece di diminuire come ci si sarebbe aspettato da un’economia in fase di rallentamento.

Complessivamente il mercato del lavoro sta reggendo bene. Poiché l’occupazione e l’inflazione sono indicatori retrospettivi, ci aspetteremmo di vedere questa solidità iniziare a deteriorarsi nei prossimi mesi. Ma con i dati attuali e il PIL ancora intorno al 2%, è improbabile che gli Stati Uniti procedano con un primo taglio prima dell’inizio dell’estate”.

Scenario economico

Lo scenario economico resta quindi complesso. Anche se gli Stati Uniti sono ancora l’economia più forte, sembra probabile che i primi tagli dei tassi di Fed, Banca Centrale Europea (BCE) e Banca d’Inghilterra (BoE) si verificheranno in rapida successione, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro.

La complessità è dovuta al fatto che non mancano i motivi che spingono le tre banche centrali ad una sforbiciata al costo del denaro. Il rischio di recessione è reale in Europa e nel Regno Unito, il che limita il principio dei tassi “più alti più a lungo”, mentre gli Stati Uniti affrontano il potenziale rischio di superare l’obiettivo di inflazione al ribasso e/o di creare un ambiente recessivo mantenendo i tassi troppo alti per troppo tempo. Elementi da non sottovalutare, sempre secondo l’analisi di Mirabaud Asset Management.

Inflazione

L’inflazione sta tornando nei ranghi. La crescita dei prezzi è rallentata, anche se nel Regno Unito è ancora vicina al 4%. Anche qui, però sta finalmente scendendo e si prevede che questa tendenza continui fino all’estate. A supporto potrebbe arrivare un rallentamento dei prezzi di petrolio e benzina e del settore energetico. L’inflazione dei prodotti alimentari si è già ridotta in modo significativo, quindi con i tagli all’energia aggiunti all’attuale scenario, probabilmente vedremo l’inflazione scendere nell’intervallo del 3% quando arriveremo all’estate. Questo scenario potrebbe quindi spingere la Banca centrale inglese a optare per il primo taglio al costo del denaro dopo tanti rialzi.

Il grafico seguente mostra invece l’inflazione americana, nettamente scesa dai massimi del 2022. Il target anche in questo caso non è ancora stato raggiunto.

grafico inflazione americana

Previsioni per i tassi di interesse

Quante volte verranno tagliati i tassi nel 2024? Per i mercati 4-5, ma non a marzo. Le aspettative prezzate dalle borse hanno visto crollare dall’85% al 30% la possibilità di un taglio ai tassi a marzo. La retorica di tutte e tre le banche centrali che ha mitigato le aspettative sulla velocità dei tagli. Federal Reserve, BCE e Banca di Inghilterra sono state chiare nel comunicare che taglieranno, ma nessuna ha fretta di farlo. Vogliono essere

Al tempo stesso il costo del denaro negli Usa a fine 2024 dovrebbe essere intorno al 4,25, secondo quando prezzato dai futures sui tassi Fed. Le previsioni di mercato sono al momento quindi di circa 4-5 tagli ai tassi nel 2024 da parte della Banca centrale americana. Il numero di tagli ai tassi potrebbe essere inferiore, ma il risultato atteso è quello di tagli per 100-125 punti base rispetto al picco del 2023 di 5,50% Nel grafico seguente, estratto dal sito del CME, si vede come ci sia oltre il 60% di possibilità che i tassi siano al 4,25% o inferiori a fine 2024.

Previsioni tassi Federal Reserve

L’analisi sulle banche centrali

Chi taglierà i tassi di interesse prima? L’analisi di Mirabaud punta sulla Federal Reserve. Questo ovviamente potrebbe avere conseguenze anche sul mercato dei bond e sul forex market.

“Il tasso di inflazione non è un fattore indipendente abbastanza forte da innescare tagli anticipati in un contesto caratterizzato da dati statunitensi solidi e messaggi costanti della Fed. Riteniamo che i primi a tagliare i tassi saranno gli Stati Uniti all’inizio dell’estate, seguiti dalla BCE a breve distanza e infine dalla Bank of England.

Va ricordato come la Banca centrale europeo e la Banca d’Inghilterra abbiano come unico parametro l’inflazione. La Federal Reserve, banca centrale americana, invece guarda sia alla stabilità dei prezzi che alla massima occupazione. L’analisi conclude quindi confermando che i tagli estivi ai tassi di interesse arriveranno anche se l’inflazione non scenderà al 2%. Questo perché gli effetti negativi di una stretta troppo prolungata iniziano a farsi sentire sull’economia. La parola, come sempre, spetta ai mercati.

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Il 2024 della BCE https://www.investire-certificati.it/il-2024-della-bce/ Thu, 11 Jan 2024 17:28:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=31816 Nel 2024 la Bce dovrà abbassare i tassi di interesse: ma quando? Mentre l’inflazione della zona euro conferma le attese degli analisti, riportando un’accelerazione su base annua al 2,9%, ma anche una discesa del dato core al 3,4%, molti chiedono che nel 2024 la presidente della Banca Centrale Europea faccia al più presto scendere i […]

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Nel 2024 la Bce dovrà abbassare i tassi di interesse: ma quando? Mentre l’inflazione della zona euro conferma le attese degli analisti, riportando un’accelerazione su base annua al 2,9%, ma anche una discesa del dato core al 3,4%, molti chiedono che nel 2024 la presidente della Banca Centrale Europea faccia al più presto scendere i tassi prima che possano danneggiare l’economia.

Una voce in tal senso è arrivata da vari politici. “L’inflazione fortunatamente sta calando, adesso ci stiamo battendo anche per i tassi di interesse”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. “Sono mesi che dico che la Banca centrale europea sbagliava ad aumentare il costo del denaro, perché la nostra inflazione era provocata da una guerra e non da una crisi di crescita come in America. Ora speriamo che la Bce decida di abbassare il costo del denaro per rilanciare l’economia; altrimenti andiamo in recessione“. Il giudizio pare tuttavia in qualche modo sottostimare i rischi di un ritorno dell’inflazione, di cui ben conosciamo i danni sull’economia reale (e sul potere d’acquisto dei cittadini).

Europa

Anche secondo Carlo Cottarelli, docente dell’Università Cattolica, la situazione dell’inflazione in Eurozona permette ora un taglio dei tassi. Praticamente impossibile, però, che ciò accada nella riunione Bce del 25 gennaio. La presidente della Bce infatti ed il direttivo della banca centrale non hanno ancora discusso questo scenario, stando a quanto emerso dall’ultimo meeting del 2023: «L’inasprimento delle condizioni di finanziamento sta smorzando la domanda e questo sta contribuendo a spingere al ribasso l’inflazione». C’è da chiedersi se veramente questa inflazione sia stata provocata da eccesso di domanda come affermano dalla Bce e quanto abbiano influito le politiche monetarie espansive degli ultimi anni, peraltro necessarie per superare la crisi post pandemia.

Le previsioni sui tassi BCE

Come si muoveranno i tassi della BCE nel 2024? Al momento il costo del denaro è ai massimi storici: 4,50%. Per quanto riguarda l’inflazione, gli esperti prevedono che la componente core (che esclude il settore energia e alimentari) si attesterà in media al 2,7% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e al 2,1% nel 2026. Secondo Barclays quindi la Bce inizierà ad abbassare i tassi solo a luglio 2024. Bloomberg invece si aspetta un primo taglio già a marzo 2024. Secondo Goldman la Banca centrale europea taglierà i tassi di interesse di 25 punti base in ciascuna riunione a partire da aprile 2024.

Quali saranno le previsioni corrette per i tassi della BCE nel 2024? Sarà il tempo a dircelo. Se la politica monetaria della Banca centrale europea dovesse rimanere troppo a lungo rigida andremo incontro ad un periodo di crescita stagnante. Tale periodo sarà tanto più pesante quanto l’inflazione scenderà rapidamente, segno evidente di una politica monetaria troppo rigida.

Appare comunque scontato che i tassi scenderanno nei prossimi mesi. Ma chi beneficerà di una prossima discesa dei tassi della Bce in Europa? Molto probabilmente i Bund tedeschi, ma anche i titoli di Stato degli altri paesi, come gli OAT francesi, I bonos spagnoli ed i BTP italiani. La discesa dei tassi è un’ottima notizia anche per chi vuole contrarre un mutuo, mentre chi ha denaro sui conti correnti e conti deposito incasserà meno interesse.

Tassi BCE grafico
Tassi di interesse nella BCE. La salita del 2022 dopo anni di tassi a zero.

Le prossime riunioni della Bce sulla politica monetaria

  • 25 gennaio 2024
  • 7 marzo 2024
  • 11 aprile 2024
  • 6 giugno 2024

Nel 2024 il calendario BCE prevede anche altri appuntamenti non strettamente di politica monetaria

  • 21 febbraio 2024
  • 8 maggio 2024
  • 22 maggio 2024
  • 19 giugno 2024

BCE: chi è il presidente Christine Lagarde

Christine Lagarde non è un ex banchiere, ma un’ex avvocata d’affari. La sua carriera legale inizia presso l’ufficio parigino dello studio legale internazionale con sede a Chicago, Baker & McKenzie, dove si è specializzata in diritto del lavoro, antitrust e fusioni e acquisizioni. Partner dello studio all’età di 31 anni e a 43 anni ne è diventata presidente. Dopo essere stata ammessa al Foro di Parigi, è passata allo studio legale internazionale Baker & McKenzie come associata nel 1981, specializzandosi in diritto del lavoro e antitrust, nonché in fusioni e acquisizioni.

Nel 2005, la troviamo a dirigere il Ministero del Commercio estero della Francia, e nel 2007 è nominata Ministra dell’Economia, dell’Industria e dell’Occupazione. Nel 2011, viene nominata Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), dove ha gestito la crisi del debito sovrano europeo. Alla scadenza è stata rieletta per un secondo mandato.
Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) dal 2019, succedendo a Mario Draghi. Da allora, ha guidato la politica monetaria dell’area dell’euro.

Le critiche al presidente della BCE

Christine Lagarde si può dire che, grazie al suo stile di leadership e per la sua capacità di ottenere consenso politico, abbia costruito una carriera invidiabile e di alto profilo. Tuttavia non sono mancate le critiche alla sua politica monetaria come Presidente della Bce. Certamente non è un’economista professionista, non ha esperienza di banca centrale e la sua carriera precedente non è strettamente legata a tematiche di politica monetaria. Inoltre, talvolta ha peccato anche nei modi (un tema non da poco quando si governa una Banca Centrale).

Alcuni osservatori della Bce vedono Lagarde più come un personaggio politico, che come un banchiere centrale vero e proprio. Quello che le manca certamente è l’abilità di Mario Draghi nel comunicare adeguatamente con il mercato finanziario. Clamorosa la sua gaffe sugli spread alla prima conferenza stampa, gaffe che ha fatto scendere le borse ed allargato gli spread con il Bund tedesco. Alcuni giornalisti da quel momento l’hanno scherzosamente soprannominata “Madame Lagaffe“!

Lo scoglio dei tassi

Il tema tassi di interesse è centrale anche per chi ha un mutuo. Alcuni critici sostengono che la politica di tassi di interesse negativi della Bce potrebbe avere effetti a lungo termine sulla stabilità finanziaria. Inoltre potrebbe scoraggiare il risparmio e l’investimento, il che potrebbe avere effetti a lungo termine anche sulla crescita economica.

Chi vuole contrarre un nuovo mutuo sulla casa è meno incoraggiato a farlo e chi ha un mutuo con tassi variabili si trova in seria difficoltà. La risposta sul tema dalla BCE di fatto è stata che l’obiettivo della Banca Centrale è un’inflazione al 2% in Eurozona. Il tutto ricordando agli Stati europei l’importanza di un nuovo patto di stabilità, per poter dare ordine e forma alla crescita sostenibile in termini climatico-ambientali e di conti pubblici. Forse un pò poco. Al tempo stesso, con i tassi fissi estremamente convenienti degli anni scorsi viene da chiedersi come mai in molti abbiano optato per tassi variabili. Si trattava di anni in cui i Bot e i BTP con scadenze non lunghissime erano arrivati a offrire tassi negativi, ed i mutui a tasso fisso erano decisamente vantaggiosi.

Le critiche del prof. Giulio Sapelli

“Sapelli critica Lagarde” lo avrete probabilmente letto sui giornali in questi anni. Vediamo perchè. Il Prof. Giulio Sapelli ex direttore di studi alla scuola degli Alti Studi in Scienze Sociali di Parigi e Ordinario di Storia Economica dell’Università degli Studi di Milano, è forse l’economista più fortemente critico sulla politica della Presidente della BCE. Sostiene che il presidente della Bce sia completamente scollegata dalla economia reale e che l’Europa sia priva di una vera politica monetaria.

L’inflazione, contro la quale Christine Lagarde (come anche la stessa Federal Reserve, però) si dimostra inflessibile, non è causata da un aumento dei salari, che anzi sono rimasti fermi e datati. Gli strumenti messi in atto dalla Bce secondo questa teoria sarebbero inefficaci, e potenzialmente letali per le imprese e le famiglie.

Nell’economia attuale, secondo l’economista salita della inflazione è causata da scarsità di offerta, un tipo di inflazione che si combatte non con i tassi, ma con incentivi alla produzione e con maggiori investimenti. E’ chiaro che su questa penuria di offerta ha influito l’economia di guerra che ha condizionato ogni economia nel mondo. Non abbassare i tassi prontamente significa che la Bce è guidata maldestramente e sta penalizzando imprese e famiglie europee. Chi ha ragione?

Sembra che la stessa Bce riconosca qualche errore, nella visione riportata dal giornale “La Verità”.La Bce, banca centrale europea.

BCE: una banca centrale da migliorare

Qui bisogna però riflettere su una deficienza strutturale della Bce. Alla Banca centrale europea manca probabilmente un tassello. Una banca centrale oltre alla lotta all’inflazione deve avere un secondo obiettivo: la piena occupazione della forza lavoro.

In altre parole deve tutelare il lavoro ed i livelli di occupazione stimolando gli investimenti. Chiaramente la disoccupazione ha varie tipologie, cause e medicine. Che non sia un compito facile coordinare inflazione e piena occupazione lo dimostra la politica della Fed, la banca centrale degli Stati Uniti, sempre molto attenta e veloce nell’adeguarsi all’economia reale.

La piena occupazione

Secondo la teoria classica, l’obiettivo della piena occupazione è raggiunto tramite la flessibilità dei prezzi dei fattori produttivi (in teoria capitale e lavoro) e l’uguaglianza tra la domanda di produzione e l’offerta, il che è possibile solo se gli investimenti almeno eguagliano i risparmi. Ma gli investimenti ora dipendono in sostanza dai tassi di interesse decisi dalla Bce in maniera molto rigida. Quindi in questo periodo molti politici invitano la presidente della Bce a far scendere i tassi rapidamente per liberare risorse per gli investimenti.
Le critiche del prof Sapelli non si fermano qui; dopo aver anche criticato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, definendola “inadeguata” ha sostenuto che l’unica cosa che apprezza della presidente della Bce sono i tailleur Chanel.

Quanto guadagna Christine Lagarde?

Chiudiamo con una nota di colore: Quanto guadagna Miss Lagarde alla guida della BCE? Ha un compenso annuo di 427.560 euro, oltre 35.000 euro al mese. Il tutto è proporzionato con gli stipendi della BCE, che partono da oltre 3.800 euro netti. Il compenso base della Lagarde precede quello del vice-presidente, il portoghese de Guindos Jurado, che riceve circa 365.000 euro, seguito dagli altri quattro membri del board esecutivo. Fra questi troviamo Panetta, che riceve 305.400 euro, medesimo importo base incassato anche dal responsabile del Consiglio di Vigilanza, Andrea Enria.

Stipendi della BCE

Vale poi la pena ricordare come il presidente della Bce è nominato dal consiglio europeo a maggioranza qualificata. Il mandato di Christine Lagarde dura 8 anni e non è rinnovabile. Scadrà nel 2027.

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Previsioni per i Tassi della Federal Reserve https://www.investire-certificati.it/previsioni-per-i-tassi-della-federal-reserve-2/ Wed, 03 May 2023 09:39:37 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28157 Previsioni sui tassi e sulle mosse della Federal Reserve. Le banche centrali sono arrivate agli ultimi rialzi dei tassi? Sono in molti a chiederselo. I mercati sembrano aver assorbito il ciclo di rialzi più rapido degli ultimi decenni. Quali previsioni per i tassi? Per Mirabaud la Fed è pronta per l’ultima stretta monetaria. Ma per […]

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Previsioni sui tassi e sulle mosse della Federal Reserve. Le banche centrali sono arrivate agli ultimi rialzi dei tassi? Sono in molti a chiederselo. I mercati sembrano aver assorbito il ciclo di rialzi più rapido degli ultimi decenni.

Quali previsioni per i tassi? Per Mirabaud la Fed è pronta per l’ultima stretta monetaria. Ma per il taglio dei tassi di interesse bisognerà attendere il 2024.

Gli analisti di Nuveen, invece, parlano di una scalata alpina ormai quasi finita. Tutti d’accordo, di fatto, sulla fine dei rialzi dei tassi. Ma quando inizieranno le banche centrali a tagliarli ancora non si sa

Previsioni sui tassi di interesse della Federal Reserve

Analisi di Mirabaud AM. La Federal Reserve si muove l’ultima stretta da 25 punti base, ma nessun taglio dei tassi è in vista nel 2023. Ecco commento e previsioni sui tassi a cura di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud.

Quali previsioni per la Federal Reserve? Prevediamo che la Federal Reserve alzerà il suo tasso d’interesse di riferimento di altri 25 punti base nella prossima riunione, segnalando una pausa ma anche chiarendo che non sono probabili tagli dei tassi di interesse nel corso dell’anno.

Contrariamente alle aspettative del mercato, non prevediamo tagli significativi dei tassi nella seconda metà dell’anno. Uno dei motivi principali è che le pressioni sui prezzi rimangono elevate e l’inflazione persistente. La scorsa settimana, il dato sull’inflazione PCE, pur mostrando alcuni segnali di disinflazione, ha suggerito che i progressi sono lenti e richiederanno tempo. Inoltre, questa statistica è di gran lunga superiore all’obiettivo della Fed del 2% e alla proiezione mediana del FOMC per l’ultimo trimestre dell’anno (3,6% t/t). Inoltre, le dinamiche salariali sono forti e suggeriscono che il surriscaldamento del mercato del lavoro statunitense continua. Infatti, la misura più completa della retribuzione del lavoro, l’indice del costo dell’occupazione, ha registrato un’accelerazione nello scorso trimestre.

Previsioni per le borse

Ci spostiamo ora presso l’asset management Nuveen. Ecco le previsioni per i tassi della Federal Reserve. Gli analisti spiegano che “la scalata alla montagna dei tassi è quasi finita”, per poi esaminare le possibili conseguenze per i portafogli. Previsioni di borsa a cura di Saira Malik, CIO di Nuveen.

Tassi Federal Reserve

La Federal Reserve statunitense si prepara a quello che pensiamo sarà l’ultimo passo della sua scalata alla montagna dei rialzi dei tassi. Nel frattempo, gli investitori hanno già messo da parte gli scarponi da trekking per indossare calzature più comode. Guardano a un percorso che sperano sia in discesa da qui in poi.

previsioni di borsa

Mentre scriviamo, mancano poche ore alla riunione di maggio della Fed, con tutti gli occhi puntati sulla prossima decisione sui tassi e su eventuali indicazioni sulla politica futura. Sebbene la lettura di marzo abbia mostrato che l’indice PCE core della spesa per consumi personali – la misura di inflazione preferita dalla Fed – rimane più alto di quanto la banca centrale vorrebbe, riteniamo che potremmo essere vicini al picco dei tassi.

Di conseguenza, ci aspettiamo che il presidente della Fed Jerome Powell annunci un aumento dei tassi di 25 punti base questa settimana. A ciò, però, dovrebbe far seguito una pausa nella campagna di inasprimento anti-inflazione della Fed, che dura da 13 mesi.

Possibilità di recessione?

Prevediamo una lieve recessione, causata da questo ciclo aggressivo di rialzi, ma rifiutiamo il vecchio mantra del mercato: “Sell in May and go away”. Continuiamo invece a raccomandare di “rimanere investiti”, sulla base della forza relativa degli utili societari e dell’economia sottostante, unita a dati storici incoraggianti sulla performance degli investimenti dopo una pausa della Fed.

Previsioni per gli utili aziendali

Sebbene le previsioni sugli utili per il 2023 siano state riviste modestamente al ribasso, le valutazioni azionarie stanno rimbalzando grazie ai potenziali cambiamenti di politica monetaria spinti da quella che potrebbe essere la recessione più pronosticata di tutti i tempi. Gli investitori azionari fanno il tifo per un taglio dei tassi entro la fine dell’anno. Nonostante ciò, la stabilità dei tassi potrebbe rivelarsi il più forte catalizzatore di rendimenti positivi per un’ampia gamma di asset class.

Considerazioni di portafoglio

Le previsioni di borsa proseguono poi con un focus sulla gestione dei portafogli. Questo atteso contesto di stabilità dei tassi d’interesse potrebbe creare interessanti opportunità nell’ambito dell’obbligazionario. In particolare, privilegiamo i settori a spread che offrono rendimenti interessanti e che dovrebbero evitare un allargamento eccessivo degli spread, anche durante la lieve recessione che prevediamo si verificherà nel 2023.

Obbligazioni high yield 

Grandi speranze per l’high yield. Le obbligazioni societarie high yield statunitensi rendono oggi in media l’8,5% con una duration inferiore ai quattro anni, il che le rende meno sensibili all’allargamento degli spread rispetto ad altri investimenti a reddito fisso. Anche se la storia potrebbe non ripetersi, pensiamo che la fine dell’attuale ciclo di inasprimento della Fed possa essere un’altra “pausa che reca sollievo”.

Preferire i titoli privilegiati. Un altro settore interessante di titoli da mettere in watchlist è quello dei titoli privilegiati. Questa preferenza si basa meno sulla stabilità dei tassi e più sui recenti movimenti di mercato, che hanno creato valore nel segmento. Le turbolenze del settore bancario di marzo hanno portato gli spread dei titoli preferiti ad allargarsi di 90 punti base. Tuttavia, i rischi di contagio che molti temevano inizialmente non si sono materializzati, e gli spread hanno ritracciato solo un terzo di quell’allargamento.

Dividendi

previsioni tassi di interesse
previsioni tassi di interesse

Aumentare la crescita dei dividendi e le infrastrutture. Al di fuori delle obbligazioni, mentre le azioni hanno storicamente registrato una ripresa dopo una pausa della Fed, continuiamo a privilegiare un’esposizione difensiva e settori che dovrebbero essere relativamente resistenti se l’inflazione rimane persistente. Diamo risalto alla crescita dei dividendi e alle azioni nel settore delle infrastrutture, che tendono a registrare performance relativamente positive durante i rallentamenti economici e le recessioni. Inoltre, le infrastrutture dovrebbero essere ben isolate dai costi elevati del debito e dall’inflazione.

Privilegiare il credito privato e il settore immobiliare. Nei mercati dei capitali privati, preferiamo allocare i nostri investimenti in asset class che producono reddito e che sono potenzialmente in grado di proteggere dai ribassi. In particolare, vediamo opportunità interessanti in aree selezionate del credito privato e del real estate.

Ecco quindi le previsioni di borsa e sui tassi di interesse della Federal Reserve di Mirabaud e Nuveen.

Focus: Previsioni su Tassi e Borse

Analisi di borsa e previsioni per i mercati finanziari: approfondimenti economici.

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Previsioni sui Tassi di Interesse https://www.investire-certificati.it/previsioni-sui-tassi-di-interesse-2/ Thu, 27 Apr 2023 08:51:42 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28102 Quali previsioni sui tassi di interesse? La stretta sui tassi da parte delle banche centrali è quasi finita ma la recessione incombe. Quali conseguenze sull’obbligazionario? Previsioni sui tassi di interesse e sul mercato delle obbligazioni. Analisi a cura di Anders Persson, CIO of Global Fixed Income e Tony Rodriguez, Head of Fixed Income Strategy di Nuveen. Previsioni tassi […]

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Quali previsioni sui tassi di interesse? La stretta sui tassi da parte delle banche centrali è quasi finita ma la recessione incombe. Quali conseguenze sull’obbligazionario? Previsioni sui tassi di interesse e sul mercato delle obbligazioni. Analisi a cura di Anders Persson, CIO of Global Fixed Income e Tony Rodriguez, Head of Fixed Income Strategy di Nuveen.

Previsioni tassi di interesse

Il Ciclo di rialzi dei tassi di interesse è quasi concluso. La Federal Reserve statunitense ha proseguito l’inasprimento con altri due aumenti di 25 punti base nel corso del primo trimestre 2023. Questo ha portato l’intervallo di riferimento per il tasso sui Fed Funds al 4,75%-5,00%. Sono i tassi di interesse più alti da 16 anni.

previsioni tassi di interesse
previsioni tassi di interesse

Prevediamo un ulteriore aumento di 25 punti base nel 2023 prima della conclusione del ciclo. Rispetto ai precedenti storici, la Fed si è mossa molto più rapidamente e con incrementi maggiori per combattere l’inflazione persistentemente elevata. Sebbene la proiezione della Fed sul livello finale sia ancora più alta, le previsioni sono per un calo dei tassi di interesse nel prossimo anno.

Rischi sul settore bancario

Il rapido aumento dei tassi di interesse ha avuto un risultato inaspettato: uno stress nei bilanci bancari. Le banche investono molto in titoli a reddito fisso e il forte aumento dei tassi ha provocato un calo dei prezzi di questi asset (quando i tassi d’interesse aumentano, i prezzi delle obbligazioni scendono).

Questa tendenza, insieme ai forti ritiri di depositi, ha portato alcuni istituti statunitensi con modelli di business peculiari e la già travagliata Credit Suisse a necessitare di nuovo capitale.

Previsioni settore bancario

Riteniamo che i rischi di un contagio su più ampia scala appaiano per ora bassi. Ciò in particolare grazie alla reazione rapida e decisa dei responsabili politici. Rimaniamo inoltre costruttivi sul settore bancario statunitense, comprese le banche regionali.

Quali previsioni sul settore bancario? Manteniamo una visione positiva anche sul settore bancario europeo, perché questi istituti sono ben capitalizzati sia in termini assoluti che relativi rispetto alle loro controparti statunitensi. Nel lungo periodo, è probabile che il livello di supervisione normativa per tutte le banche aumenti.

Tassi di interesse e rendimenti obbligazionari

I rendimenti obbligazionari sono ancora positivi. Nonostante i titoli bancari abbiano agitato i mercati alla fine di marzo, i rendimenti del primo trimestre del reddito fisso sono rimasti positivi nella maggior parte dei settori, anche in quello delle obbligazioni privilegiate, che è molto importante per le banche statunitensi. Solo il settore dei titoli a capitale contingente, che contiene oltre il 90% di titoli bancari europei, ha chiuso il trimestre con rendimenti negativi.

Questi rendimenti positivi riflettono il beneficio combinato del calo dei rendimenti di mercato (quando i rendimenti scendono, i prezzi delle obbligazioni aumentano) e del reddito più elevato. Il rendimento del T-Note USA a 10 anni è sceso del -0,40% nel corso del trimestre, grazie all’afflusso di investitori avversi al rischio verso i Treasury statunitensi. Il mercato obbligazionario nel suo complesso, come rappresentato dall’indice Bloomberg U.S. Aggregate Bond, rende attualmente il 4,40%. Nel tempo, il reddito ha rappresentato oltre il 95% del rendimento del mercato obbligazionario. Riteniamo che questo reddito più elevato renda le obbligazioni interessanti.

Previsioni sui tassi di interesse

tassi di interesse americani
Tassi di interesse americani. Salita dei tassi della Federal Reserve. Fonte: trading economics

Il rischio di recessione nel corso di quest’anno è aumentato negli Stati Uniti e in Europa, anche se l’entità del rallentamento dovrebbe essere lieve rispetto agli standard storici. La crescita dell’occupazione, che è rimasta forte, probabilmente si indebolirà nei prossimi trimestri. L’inflazione sembra aver raggiunto il picco, ma rimarrà con ogni probabilità “troppo alta” rispetto agli obiettivi delle banche centrali fino alla fine del 2023. Ciò dovrebbe frenare la spesa dei consumatori e sollecitare un’ulteriore stretta da parte delle banche centrali.

Prevediamo che la Fed aumenterà i tassi di 25 punti base ancora una volta prima di terminare il ciclo di inasprimento a metà anno. Anche la Banca Centrale Europea probabilmente continuerà ad alzare i tassi, anche se il livello complessivo in Europa dovrebbe rimanere inferiore a quello degli Stati Uniti. In Cina, è probabile che i responsabili politici continuino a puntare sulla “riapertura” e sul sostegno alla politica economica.

Gestione del portafoglio

Dopo le previsioni per i tassi di interesse ci focalizziamo sulla gestione del portafoglio. Nell’asset allocation continuiamo a privilegiare i settori a spread e il rischio di credito, con un orientamento al rialzo della qualità all’interno delle asset class. Riteniamo probabile che gli spread creditizi si allarghino nei prossimi mesi, presentando probabilmente punti di ingresso più interessanti per assumere rischio. Detto questo, esistono opportunità interessanti nel mercato delle obbligazioni preferred e nei prestiti high yield e senior con rating ‘BB’. Non vediamo ulteriori rialzi per i rendimenti a lungo termine.

Ecco le previsioni sui tassi di interesse di Nuveen, con l’outlook sulle mosse delle banche centrali e sul mercato obbligazionario.

Altri approfondimenti e previsioni di borsa

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La Federal Reserve Rimanda il Tapering https://www.investire-certificati.it/la-federal-reserve-rimanda-il-tapering/ Thu, 29 Jul 2021 06:41:45 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=16573 Federal Reserve – niente tapering per ora: Powell colomba rinvia tutte le decisioni al prossimo meeting di settembre I timori sull’espansione della variante delta e il possibile rallentamento della crescita economica spingono il presidente del Federal Reserve System a prendere altro tempo e a rimanere colomba Analisi su politica monetaria e tassi di interesse a […]

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Federal Reserve – niente tapering per ora: Powell colomba rinvia tutte le decisioni al prossimo meeting di settembre

I timori sull’espansione della variante delta e il possibile rallentamento della crescita economica spingono il presidente del Federal Reserve System a prendere altro tempo e a rimanere colomba

IG Group
IG Group

Analisi su politica monetaria e tassi di interesse a cura di Filippo Diodovich, Senior Strategist di IG Italia

Federal Reserve – Tapering ancora rimandato

Alla fine del meeting del FOMC del 27/28 luglio il presidente del Federal Reserve System Jerome Powell ha annunciato di aver lasciato le strategie monetarie invariate. La politica monetaria rimarrà accomodante fino a che gli obiettivi di stabilità dei prezzi e di piena occupazione non saranno raggiunti. Nelle parole di Powell l’inflazione elevata non è preoccupante perché legata a fattori temporanei e i target sul mondo del lavoro sono ancora lontani nonostante i recenti miglioramenti sul fronte occupazionale.

Le decisioni di FED e FOMC

Powell lascia i tassi di interesse nel range 0-0,25% e il piano di quantitative easing a 120 miliardi di dollari (acquisti mensili per 80 miliardi di dollari in di Treasuries e 40 miliardi di mortgage backed securities).

Poche novità da parte di Powell che ha confermato per l’ennesima volta che la politica monetaria continuerà ad essere accomodante. La FED mantiene così un approccio data-driven valutando i prossimi dati macroeconomici. Powell cambierà la politica monetaria solamente in caso di miglioramenti nel mondo del lavoro o in caso di una inflazione ben superiore ai target prefissati dalla banca centrale. Il presidente della FED decide di rimanere colomba ancora per un po’ di tempo per valutare i possibili effetti dell’espansione della variante delta sulla crescita economica e l’andamento dell’inflazione.

Banche centrali
Banche centrali: il costo del denaro resta ai minimi storici

Previsioni tassi di interesse e politica monetaria

Quali previsioni per tassi di interesse e tapering? Nonostante le dichiarazioni del presidente della FED manteniamo la view che l’annuncio sulla riduzione degli stimoli monetari possa essere fatto presto. Probabilmente si aspetterà ulteriormente e anche nel forum di Jackson Hole nel Wyoming (26-28 agosto) Powell e gli altri banchieri centrali statunitensi potrebbero ripetere le dichiarazioni odierne.

A nostro avviso lo scenario più probabile diventa ora un annuncio dell’inizio del processo di tapering nel prossimo meeting di settembre (21-22 settembre). In tal data saranno pubblicate anche le nuove stime su PIL, inflazione e disoccupazione degli esperti della FED. Riteniamo che l’avvio del processo a fine dicembre e colpirà maggiormente gli acquisti di MBS che saranno ridotti notevolmente per sgonfiare la bolla che si è creata sul settore immobiliare USA.

Successivamente la Federal Reserve potrà anche alzare i tassi, ma occorrerà altro tempo.

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BTP Futura – Tassi e Rendimento https://www.investire-certificati.it/btp-futura-tassi-e-rendimento/ Sun, 18 Apr 2021 06:32:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=7836 BTP Futura 2037 – ISIN IT0005442089: quali sono i tassi cedolari minimi garantiti? Come calcolo il rendimento del BTP Futura?  Il BTP Futura 2037 conviene? Qual è l’ISIN? Ecco alcuni punti chiave che analizzeremo in questo articolo, legato alle nuove emissioni di titoli di Stato italiani. Rendimento e Cedole del BTP Futura Partiamo dai tassi […]

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BTP Futura 2037 – ISIN IT0005442089: quali sono i tassi cedolari minimi garantiti? Come calcolo il rendimento del BTP Futura?  Il BTP Futura 2037 conviene? Qual è l’ISIN? Ecco alcuni punti chiave che analizzeremo in questo articolo, legato alle nuove emissioni di titoli di Stato italiani.

Rendimento e Cedole del BTP Futura

Partiamo dai tassi cedolari minimi garantiti dallo Stato per la nuova emissione del BTP Futura con scadenza 2037. Le cedole saranno progressive, con un meccanismo crescente su base quadriennale. Il BTP Futura 2037 parte da cedole dello 0,75%, per poi avere incrementi dei tassi cedolari dello 0,45%, 0,45% e 0,35% ogni quattro anni.

Il rendimento è interessante: le cedole sono sono pagate su base semestrale. Per esempio, nei primi quattro anni, quando il rendimento lordo è dello 0,75%, l’investitore incassa cedole semestrali lorde dello 0,375%. Queste sono le cedole minime garantite. Al termine del collocamento lo Stato potrà confermarle o incrementare i tassi minimi. Non possono però essere rivisti al ribasso. Il Ministero dell’Economia e della Finanza ha anche specificato che le cedole del BTP Futura dei primi quattro anni non verranno modificate. L’eventuale revisione dei tassi – in ogni caso minima – potrebbe riguardare soltanto le cedole dal quinto al sedicesimo anno.

Come vedremo in seguito, oltre alle cedole, nel BTP Futura è presente un premio fedeltà per chi detiene il prodotto almeno 8 anni. Per chi lo tenesse in portafoglio per l’intera durata, il premio è doppio e può arrivare fino ad un massimo del 6%.

BTP Futura 2037
Quali cedole e tassi per il BTP Futura 2037?

Rendimento crescente e cedole BTP Futura

Analizziamo le cedole minime garantite del BTP Futura 2037 ed i tassi corrisposti. Il rendimento del BTP Futura cresce nel tempo, con cedole che aumentano di valore ogni quattro anni. Nel dettaglio le cedole annuali lorde del BTP Futura sono pari ad un tasso 0,75% nei primi quattro anni.

I tassi del BTP Futura 2037 salgono poi dello 0,45%, posizionandosi all’1,20% dal 5° all’8° anno. In questa fase, quindi, le cedole semestrali lorde salgono allo 0,60%. Il tasso cresce ancora dello 0,45%, salendo all’1,65% fra il 9° ed il 12° anno, per arrivare al 2% lordo negli ultimi quattro anni di vita del prodotto, quando l’investitore riceverà cedole semestrali pari all’1%.

Come si calcola il rendimento netto del BTP Futura?

La tassazione nelle obbligazioni statali è pari al 12,5%. Pertanto, prendendo a titolo di esempio le cedole degli ultimi quattro anni, pari al 2% lordo, il rendimento netto in quel periodo sarà dell’1,75%. Tale valore è il risultato di 2,00 x 0,875%. Nei primi quattro anni del BTP Futura, invece, il flusso cedolare lordo dello 0,75% corrisponderà allo 0,656%.

Oltre alla tassazione agevolata al 12,5%, va ricordata anche l’esenzione dalle imposte di successione. Questa non è una novità ma è comune anche a tutti i Buoni del Tesoro Poliennali.

Cedole BTP
Il prezzo dei BTP. Quale rendimento?

Premio Fedeltà

Il premio fedeltà nel BTP Futura è doppio, vista la lunga scadenza del prodotto. Complessivamente, questo extra rendimento può arrivare fino ad un 6% aggiuntivo per chi deterrà il prodotto per l’intera vita del BTP, ossia per 16 anni.

Ecco nel dettaglio il funzionamento del premio fedeltà del BTP Futura IT0005442089.

  • Dopo otto anni si ha diritto ad una cedola extra variabile fra lo 0,40% e l’1,20%, determinata in base all’andamento medio del PIL nominale italiano nei primi otto anni.

Alla scadenza, ossia dopo 16 anni, si ha diritto ad un ulteriore premio, calcolato secondo due parametri.

  • Un premio fra lo 0,6% e l’1,8% calcolato sulla base dell’andamento del PIL italiano nominale nei primi otto anni di vita del BTP Futura
  • Un secondo premio, di proporzioni maggiori, fra l’1% ed il 3%, determinato dall’andamento del PIL fra il nono ed il sedicesimo anno di vita del prodotto.

Chi scegliesse di detenere l’obbligazione per l’intera durata, ossia fino al 2037, incasserebbe quindi una premio cedolare aggiuntivo variabile fra il 2 ed il 6% Chiaramente il premio è maggiore per chi conserva in portafogli il BTP 2037 fino a scadenza, ma 16 anni sono un periodo assai lungo.

Opinioni e rischi del BTP Futura

I principali rischi di un’obbligazione di questo genere sono legati all’elevata durata. Se durante la vita del prodotto i tassi di mercato dovessero salire, il prezzo di mercato del BTP Futura potrebbe scendere anche significativamente, per poi riavvicinarsi al valore nominale di 100 in prossimità della scadenza del 2037.

Come detto, però, 16 anni rappresentano una durata particolarmente lunga. Viceversa, se i tassi dovessero rimanere bassi per tutta la vita dell’obbligazione – o scendere ancora – il prodotto potrebbe salire sopra la pari. Difficile, però, pensare che da qui al 2037 non arrivino ondate di inflazione con tassi in crescita. Inoltre, c’è anche un rischio potenziale legato alla solvibilità dell’emittente. In questo caso lo Stato italiano.

BTP Futura 2037

Codice ISIN del BTP Futura 2037 – IT0005442089

Il codice ISIN del BTP Futura 2037 è IT0005442089. Può essere acquistato in collocamento fra il 19 ed il 23 aprile sia in banca che alla posta. Oltre ai tradizionali circuiti bancari da sportello, per chi ha l’home banking è possibile acquistare il BTP Futura 2037 anche telematicamente. È sufficiente cercare fra le obbligazioni l’ISIN IT0005442089 ed inserire la quantità desiderata. Il minimo acquistabile è pari a 1.000 euro, anche se il prezzo nominale in collocamento è di 100.

Successivamente il BTP Futura 2037 sarà acquistabile sul mercato secondario, a prezzi di mercato variabili in base ai tassi delle nuove emissioni, che potrebbero far scendere o salire il prezzo di questo BTP.

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