investimento Archivi - Investire-Certificati.it http://investire-cert-1419291754.eu-west-3.elb.amazonaws.com/tag/investimento/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Sat, 04 Jan 2025 20:48:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png investimento Archivi - Investire-Certificati.it http://investire-cert-1419291754.eu-west-3.elb.amazonaws.com/tag/investimento/ 32 32 Investimento a Breve, Medio e Lungo Termine: Guida per Principianti https://www.investire-certificati.it/investimento-a-breve-medio-e-lungo-termine-guida-per-principianti/ Wed, 08 Jan 2025 09:47:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=35521 Con un investimento come puoi aumentare il tuo capitale. Quanto deve durate un investimento? E soprattutto su che cosa devo investire? In generale, il ciclo economico dei mercati finanziari dura circa quattro, cinque anni. Il mondo degli investimenti può sembrare complesso e inaccessibile ai principianti. In realtà, con un po’ di studio e le giuste informazioni, […]

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Con un investimento come puoi aumentare il tuo capitale.

Quanto deve durate un investimento? E soprattutto su che cosa devo investire? In generale, il ciclo economico dei mercati finanziari dura circa quattro, cinque anni. Il mondo degli investimenti può sembrare complesso e inaccessibile ai principianti. In realtà, con un po’ di studio e le giuste informazioni, chiunque può iniziare a far fruttare il proprio capitale. 

Questa guida completa alla scelta della durata dell’investimento ti fornirà le basi per comprendere gli investimenti a breve, medio e lungo termine, aiutandoti a scegliere le strategie più adatte ai tuoi obiettivi e al tuo profilo di rischio.

Se ti rivolgi a un consulente finanziario al primo incontro ti chiederà del tuo “orizzonte temporale”, ossia per quanto tempo vuoi investire il denaro? (se non lo fa, cambia consulente!). Scoprirai che tenere i soldi in banca è più adatto al breve termine, le obbligazioni, come ad esempio molti titoli di Stato, sono adatti al medio termine e le azioni al lungo termine. Chiaramente si tratta di generalizzazioni, che variano poi in base al singolo investitore. Per esempio, un trader e ancor più uno scalper potranno usare le azioni anche nel breve o brevissimo termine. Ma questo è un altro discorso.

Cos’è un investimento?

Un investimento è l’impiego di denaro o altre risorse con l’obiettivo di ottenere un rendimento futuro. In altre parole, si tratta di mettere a disposizione il proprio capitale per farlo crescere nel tempo.

investire - portafoglio di investimento

Esistono diverse tipologie di investimento, con differenti livelli di rischio e rendimento. La scelta dell’investimento più adatto dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Obiettivi finanziari: Quali sono i tuoi obiettivi? Stai risparmiando per la pensione, per un’auto nuova o per la casa?
  • Orizzonte temporale: In quanto tempo hai bisogno di accedere al tuo capitale? Puoi permetterti di non toccare il capitale per alcuni anni o hai necessità di spese (e quindi denaro) nel breve o medio termine?
  • Tolleranza al rischio: Quanto rischio sei disposto a correre per ottenere un rendimento più elevato? Vale sempre la pena ricordare che rischio e rendimento si muovono in simbiosi.

Ma quanto durano breve medio e lungo termine?

Non ci sono definizione precise, ma di solito per breve termine si intende un periodo inferiore ai 2 – 3 anni, per medio termine un periodo dai due ai 5 o 10 anni e per lungo termine un periodo dai 5 o 10 anni in su. Per lungo periodo, un’ipotetica definizione è quindi “oltre i 7- 10 anni”, con investimenti che possono anche arrivare ad un target di 20-30 anni, come quelli di un giovane trentenne ottica pensionistica. Questo è importante perché se mantieni nel tuo portafoglio un investimento in azioni per un periodo più ampio (o se si acquista tramite PAC, piani di accumulo del capitale) si riduce il rischio di comprare al prezzo massimo del mercato e vendere al prezzo minimo, lo scenario peggiore per i tuoi risparmi!

Investimenti a Breve Termine (1-3 anni)

Gli investimenti a breve termine sono caratterizzati da un orizzonte temporale inferiore ai 3 anni. Sono generalmente considerati meno rischiosi rispetto ad altri tipi di investimento, ma offrono anche un rendimento potenziale inferiore.

Esempi di investimenti a breve termine:

  • Conto deposito
  • Buoni fruttiferi postali
  • Certificati di deposito
  • Titoli di Stato a breve scadenza
  • Fondi comuni di investimento a breve termine

Investimenti a Medio Termine (3-5 anni)

Gli investimenti a medio termine offrono un rendimento potenziale più elevato rispetto a quelli a breve termine, ma comportano anche un rischio maggiore. Sono adatti a investitori che hanno un orizzonte temporale di 3-5 anni e che sono disposti a tollerare un certo grado di rischio. L’obiettivo è quello di ottenere un rendimento complessivo più elevato. Chiaramente, come sempre nel mondo finanziario, non vi è alcuna certezza che ciò avvenga.

Esempi di investimenti a medio termine:

  • Obbligazioni corporate
  • Azioni di aziende stabili e consolidate
  • Fondi comuni di investimento a medio termine
  • ETF (Exchange Traded Funds) con focus medio termine

Investimenti a Lungo Termine (oltre 5 – 7 anni)

Gli investimenti a lungo termine sono quelli che offrono il potenziale di rendimento più elevato, ma sono anche quelli più rischiosi. Sono adatti a investitori che hanno un orizzonte temporale di oltre 5 anni e che sono disposti a tollerare un alto livello di rischio.

Esempi di investimenti a lungo termine:

  • Azioni di aziende in crescita
  • Fondi comuni di investimento a lungo termine
  • Piani di investimento pensionistico (PIP)

Perché è importante l’orizzonte temporale di un investimento?

portafoglio di investimento
Portafoglio di investimento

Potresti avere, a questo punto, già compreso che i concetti di breve, medio e lungo termine sono legati indissolubilmente a quelli di rischio finanziario. Ad esempio, se stai pensando di comprare un’auto con i tuoi risparmi fra due anni, sicuramente non vuoi correre il rischio di poterti permettere solo un catorcio perché, ad esempio, il valore delle azioni acquistate con i tuoi risparmi è diminuito: le azioni, infatti, sono molto rischiose nel breve termine. In questo caso, sarebbe opportuno investire una parte adeguata dei tuoi risparmi in strumenti poco rischiosi, come depositi e titoli di Stato a breve termine.

Diversificare il portafoglio

Una delle regole d’oro per investire è diversificare il proprio portafoglio. Questo significa investire in diverse tipologie di asset, in modo da ridurre il rischio complessivo. Si può diversificare per classe di attività, per area geografica, per settore economico. C’è anche la diversificazione temporale che è una strategia che distribuisce gli investimenti su diversi periodi di tempo. In questo modo si riduce il rischio, si rendono più stabili i rendimenti, si media meglio sui prezzi di acquisto e si beneficia della capitalizzazione composta.

Su quali ETF investire nel breve, medio e lungo periodo? 

Premesso che la performance passata di un ETF non è garanzia di risultati futuri, alcuni ETF che potrebbero essere interessanti per un investitore in questo momento, a seconda del suo orizzonte temporale:

Investimento di breve periodo (meno di 1 anno):

  • SPDR S&P 500 ETF (SPY): Questo ETF replica l’indice S&P 500, che è un paniere di 500 delle più grandi società statunitensi. È un buon modo per ottenere un’esposizione diversificata al mercato azionario statunitense (www.fool.com
  • iShares Core MSCI Emerging Markets ETF (IEMV): Questo ETF replica l’indice MSCI Emerging Markets, che è un paniere di azioni di mercati emergenti. Può essere un’opzione interessante per gli investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio e ottenere un’esposizione a mercati emergenti.

Chiaramente questi due ETF sono indicati soltanto se si hanno aspettative rialziste. In caso di discese delle borse si avrebbe una perdita. Per chi ha aspettative ribassiste conviene quindi acquistare un ETF short, in grado di generare un profitto sfruttando i ribassi delle borse.

Investimento di medio periodo (da 1 a 3 anni):

  • Vanguard Total Stock Market ETF (VTI):Questo ETF replica l’intero mercato azionario statunitense, comprese le azioni di grandi, medie e piccole capitalizzazioni. È un buon modo per ottenere un’esposizione diversificata e a basso costo al mercato azionario statunitense.
  • iShares Core International Developed Markets ETF (IDVG): Questo ETF replica l’indice MSCI Developed Markets ex-US, che è un paniere di azioni di mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti. Può essere un’opzione interessante per gli investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio e ottenere un’esposizione a mercati stabili e maturi.

Investimento di lungo periodo (più di 3 anni):

Cosa sono gli ETF
Conviene Investire sugli ETF?
  • ARK Innovation ETF (ARKK): Questo ETF investe in società innovative che operano in settori ad alta crescita, come la tecnologia sanitaria, l’automazione e l’intelligenza artificiale. Può essere un’opzione interessante per gli investitori con un orizzonte temporale di lungo periodo che sono disposti ad assumere un rischio maggiore per ottenere rendimenti potenzialmente più elevati. (ark-funds.com)
  • SPDR S&P 600 Small-Cap Value ETF (SOV).
  • Questo ETF replica l’indice S&P 600 Small-Cap Value, che è un paniere di azioni di piccole società statunitensi con un buon valore azionario. Può essere un’opzione interessante per gli investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio e ottenere un’esposizione a società con un potenziale di crescita a lungo termine. Attenzione, dai massimi del 2021 questo ETF ha dimezzato il suo valore. Il profilo di rischio è relativamente alto.

È importante ricordare che questi sono solo alcuni esempi e che ci sono molti altri ETF interessanti sul mercato. È importante fare le proprie ricerche e scegliere gli ETF che meglio si adattano ai propri obiettivi di investimento e al proprio profilo di rischio.

Investire nel tempo

Investire è un modo per far crescere il proprio capitale nel tempo. Con studio e con le giuste informazioni, chiunque può iniziare a investire. Questa piccola guida ti ha fornito le basi per comprendere gli investimenti a breve, medio e lungo termine. Il percorso di studio deve proseguire con altre letture (qui trovi alcuni dei libri su trading e finanza di Hoepli).

Ora sei pronto per iniziare a costruire il tuo portafoglio di investimenti che tenga in equilibrio prezzo e tempo, creando un rapporto fra rischio e rendimento accettabile per il tuo profilo di investimento. Ma quanto puoi aspettarti di guadagnare in ciascuna categoria di investimenti?

Durata ottimale per tipo di investimento

Per ottenere rendimenti ottimali dagli investimenti, è fondamentale considerare la durata di ciascun tipo di investimento. Ecco un’analisi dettagliata delle tempistiche consigliate per vari strumenti finanziari.

Azioni

Investire in azioni è generalmente più redditizio nel lungo termine. Si consiglia di mantenere un investimento azionario per almeno 10-20 anni per ridurre il rischio di perdite e ottimizzare i rendimenti. Storicamente, solo un orizzonte temporale di 20 anni ha garantito rendimenti reali positivi nel mercato azionario statunitense. Gli investimenti a breve termine (1-5 anni) comportano rischi significativi e possono portare a risultati negativi in circa il 28% dei casi.

Obbligazioni

Le obbligazioni sono più adatte per investitori con un profilo di rischio basso e dovrebbero essere mantenute per 5-10 anni o più. Questo periodo consente di proteggere il capitale dall’inflazione e dalla svalutazione, sebbene i rendimenti siano generalmente inferiori rispetto alle azioni. In questa particolare fase di ribasso dei tassi i Btp diventano appetibili per l’incremento di valore in conto capitale.

Fondi comuni ed ETF

I fondi comuni e gli ETF sono strumenti di investimento che offrono diversificazione e dovrebbero essere mantenuti per un periodo di almeno 5-10 anni. Questo orizzonte temporale consente di affrontare le fluttuazioni del mercato e beneficiare dell’interesse composto. Qui la scelta del settore di appartenenza migliora il rendimento del portafoglio di ETF.

Polizza vita – Unit Linked

Le polizze vita unit linked sono progettate per investimenti a lungo termine, con una durata consigliata di 10 anni o più. Questi strumenti permettono di cogliere i trend di lungo periodo e possono offrire vantaggi fiscali.

Oro

L’oro è considerato un bene rifugio e dovrebbe essere mantenuto nel portafoglio per almeno 5 – 10 anni. Sebbene in questi ultimi anni abbia generato un incremento notevole di valore, di solito non genera crescita come le azioni; un 5 – 10% di oro è utile per preservare il valore e diversificare il rischio del portafoglio. Rimandiamo a questa pagina per scoprire di più sul tema investimenti in oro.

Criptovalute

Investire in criptovalute richiede una visione a lungo termine, idealmente superiore ai 5 anni. La volatilità è alta, ma mantenendo l’investimento nel tempo si possono mitigare i rischi associati a fluttuazioni estreme. Si possono comprare ETF o società che hanno acquistato criptovalute, come bitcoin ed ethereum. I rischi, anche tenendo in portafoglio l’investimento a lungo sono comunque elevati.

Immobili

Gli investimenti immobiliari sono generalmente considerati redditizi nel lungo termine, con una durata consigliata di 10-20 anni. Questo periodo permette di affrontare le fluttuazioni del mercato immobiliare e beneficiare dell’apprezzamento del capitale. Mantenendo a lungo un investimento immobiliare si ammortizzano meglio costi notarili e imposte per l’acquisto.

In sintesi, la chiave per investire con successo è avere un orizzonte temporale adeguato che varia a seconda del tipo di investimento, con una tendenza generale verso periodi più lunghi per massimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi. 

Ricorda quindi prima di iniziare a investire, è importante: Definire i tuoi obiettivi finanziari e il tuo profilo di rischio, diversificare il tuo portafoglio è fondamentale per ridurre il rischio, non investire mai denaro che non puoi permetterti di perdere, monitora regolarmente i tuoi investimenti e apporta le modifiche necessarie.

Approfondimenti sulla formazione al trading

Avviso – Questo articolo non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa né consulenza finanziaria. Gli investimenti finanziari possono determinare perdite anche sostanziali del capitale investito. Ogni investimento comporta sempre e comunque un rischio.

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Redditi da Investimento https://www.investire-certificati.it/redditi-da-investimento/ Sat, 28 Aug 2021 07:15:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=5847 La tassazione dei redditi da investimento in Italia è un tema sul quale c’è sempre molta confusione e necessità di aggiornamento continuo. Aggiornarsi quindi per ottimizzare fiscalmente il proprio portafoglio di investimenti, ed aumentarne la efficienza. Tassazione dei redditi da investimento Ogni tipo di investimento che produca dei guadagni e quindi dei redditi, può generare […]

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La tassazione dei redditi da investimento in Italia è un tema sul quale c’è sempre molta confusione e necessità di aggiornamento continuo. Aggiornarsi quindi per ottimizzare fiscalmente il proprio portafoglio di investimenti, ed aumentarne la efficienza.

Tassazione dei redditi da investimento

Ogni tipo di investimento che produca dei guadagni e quindi dei redditi, può generare due tipi di redditi:

  • redditi da capitale ( cedole e dividendi )
  • redditi diversi ( generati da acquisto e vendita)

I primi sono redditi sono “certi”, non generano capital gain e quindi vengono tassati immediatamente; i secondi invece sono incerti, perché possono generare una plusvalenza, ma anche una minusvalenza in data incerta.

Fanno eccezione le cedole dei certificates, considerate come reddito da capitale che possono quindi essere usate per compensare precedenti minusvalenze.

Caratteristiche dei redditi

Come posso distinguerli? Facciamo un esempio. Un dividendo che verrà staccato ad una data precisa per un importo preciso rientra nella prima categoria dei redditi da capitale (certi); invece la compravendita di una azione non so quando e se produrrà reddito a seguito della sua vendita. Quindi siamo in presenza di un reddito diverso, incerto nell’ammontare ed anche nella sua creazione.

Tassazione e Compensazione

Questi due tipi di redditi possono essere compensati tra loro? La risposta è negativa: redditi da capitale e redditi diversi non si possono compensare, conteggiare tra loro. Questo perché sono due categorie completamente diverse. Sarebbe come sommare le pere con le mele. Allo stesso modo anche la tassazione su questi due tipi di redditi è diversa. Questo va considerato da trader ed investitori.

Nei redditi diversi ed incerti la compensazione tra Minus e Plusvalenze è possibile? Sì, lo Stato permette la compensazione tramite lo zainetto fiscale. Facciamo un esempio. Da una compravendita di azioni nell’anno precedente ho perso 1.000 euro che costituiscono il mio zainetto fiscale, cioè la minusvalenza che potrò compensare con una plusvalenza successiva.

4 anni per recuperare le minusvalenze

Quanto tempo ho per recuperare le perdite e compensare? Per recuperare le minusvalenze maturate in ciascun anno specifico abbiamo a disposizione ben 4 anni oltre a quello in cui la minusvalenza è maturata.

Dopo questa scadenza perdiamo la possibilità di compensare questo bonus fiscale e non potremo ridurre le tasse sulle rendite finanziarie. Per ottimizzare il proprio portafoglio è quindi utile valutare attentamente il risparmio possibile con lo zainetto fiscale e la compensazione.

Tassazione nei certificates

Esaminiamo la tassazione dei certificati di investimento.

Fra i punti di forza dei certificates troviamo il loro aspetto fiscale. Infatti, sia il profitto derivante da capital gain che le cedole che essi generano sono fiscalmente compensabili. Tutti i profitti derivanti dai certifitcati di investimento rientrano nei redditi diversi. Questo li rende pertanto fiscalmente efficienti, a differenza di ETF ed obbligazioni.

investire con i certificati

Cosa non posso compensare?

La compensazione delle perdite, possibile nel caso di redditi diversi, non è possibile con i redditi da capitale che non prevedono compensazione. Non si possono compensare minusvalenze pregresse di

  • cedole obbligazionarie
  • C/C, conti di deposito e libretti
  • cedole di certificates quando sono garantite E soltanto se anche il capitale è garantito
  • gestioni patrimoniali, polizze vita (ramo 1 3 e 5)
  • dividendi di azioni fondi o ETF
  • compravendita di quote di fondi o ETF

Quest’ultima limitazione non si spiega. La attuale tassazione sul reddito prodotto da questo investimento mentre permette la compensazione delle perdite sulle azioni, non permette di recuperare le perdite su fondi ed ETF azionari.

Quindi con delle minusvalenze da recuperare non conviene un portafoglio fatto di soli fondi o ETF; le tasse sugli eventuali profitti o dividendi distribuiti sono sempre dovute e le minusvalenze non si potranno recuperare.

Vietato compensare le minusvalenze fatte su un conto con le plusvalenze fatte su un altro. Consigliabile quindi un portafoglio misto di fondi ed etf assieme a singole azioni in modo tale da poterli usare per recuperare le minus valenze sui fondi e sugli etf.

Tassazione redditi da ETF ed ETC

La tassazione sui redditi prodotti da un investimento in ETF ed ETC è diversa. Sono redditi da capitale solo le i guadagni generati dalla compravendita di ETF, mentre invece sono redditi diversi le plusvalenze generate dalla compravendita di ETC (materie prime) e di ETN (titoli di debito cartolarizzati).

Tassazione redditi da capitale

La tassazione dei redditi da capitale è del 26 per cento. Anche i redditi diversi sono tutti tassati al 26 per cento, ma con delle eccezioni:

  • titoli di stato presenti nella white list ad esempio il bund e btp
  • titoli sovranazionali ad esempio le obbligazioni della world bank
  • buoni fruttiferi postali

Può capitare che l’investimento sia fatto su un ETF, oppure in un fondo che contenga titoli di stato in white list e con tassazione al 12,5 per cento; sul rimanente la tassazione sarà del 26 per cento sugli investimenti fatti.

Fisco e tassazione redditi da investimento
Fisco e tassazione redditi da investimento e certificates

Imposta di Bollo

L’imposta di Bollo è una piccola patrimoniale. Sono 34 euro l’anno per c/c e libretti di risparmio postali o bancari se la giacenza media supera i 5mila euro; zero se è inferiore. L’imposta di bollo è quindi pari a 34 euro indipendentemente dall’importo sul conto se questo super mediamente i 5.000 euro.

In ogni altro caso l’imposta di bollo è dello 0,2 per cento l’anno. Anche i conti correnti vincolati, conti di deposito, i buoni fruttiferi postali pagano l’imposta di bollo pari allo 0,2 per cento.

Esenti da imposta di bollo le polizze vita ramo 1. L’imposta di bollo è dovuta anche per un conto all’estero; cambia solo il nome: IVAFE e la percentuale dovuta è sempre la stessa.

Redditi e regimi fiscali

I regimi fiscali sono tre: dichiarativo, amministrato e gestito. Quali sono le differenze tra questi tipi di regime fiscale?

  • Dichiarativo: si porta il rendiconto dal commercialista che calcolerà le tasse.
  • Amministrato: l’intermediario, il broker esegue tutti gli adempimenti fiscali come sostituto d’imposta.
  • Gestito: delega all’intermediario sia la gestione che l’adempimento fiscale.

Quale dei tre consigliare? La scelta è personale, tuttavia il regime dichiarativo è quello più elastico; infatti se si hanno più conti si può sempre compensare minus e plus ottenute su conti diversi.

La scelta del regime fiscale dei redditi prodotti da un investimento e della relativa tassazione dipende anche dal broker. In generale gli intermediari italiani ed europei fanno anche da sostituto d’imposta in regime amministrato, mentre gli intermediari non europei sono per il regime dichiarativo nel quale è la banca ad occuparsi di tutto.

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Opzione “Out-Of-The-Money”, Opzione “In-The-Money” https://www.investire-certificati.it/opzione-in-the-money-opzione-out-of-the-money-cosa-vuole-dire/ Tue, 20 Aug 2019 21:32:22 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=248 Opzione in-the-money, Out-of-the-money Nel dettaglio il valore di un’opzione può essere: in, at oppure out the money Il secondo tipo, “opzione at-the-money“: viene utilizzata per definire un’opzione che ha un prezzo di esercizio uguale al prezzo dell’attività sottostante cui fa riferimento Quando un’opzione si dice in-the-money? Opzione Call Opzione Put At-the-money-forward

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Opzione “out-of-the-money” o “in-the-money“: cosa vuole dire? Quando un’opzione viene definita “at-the-money”? Ecco una piccola guida per comprendere le opzioni ed altri strumenti derivati.

Un’opzione può essere in-the-money, out-of-the-money, oppure at-the-money. Questa terminologia legata alla moneyness delle opzioni permette di ottenere una misura del valore monetario dell’opzione stessa, definendo se questo è positivo, negativo o nullo. Questa nomenclatura, oltre che per le opzioni, può essere utilizzata anche per definire il valore monetario di altri strumenti derivati.

Prima di vendere nel dettaglio le varie categorie per definire il valore monetario di un’opzione ricordiamo la definizione del prezzo di esercizio (in inglese “strike price”), definibile come il livello dell’attività sottostante definito all’origine del contratto. Per l’opzione  è il prezzo cui potrà essere acquistato il sottostante in questione esercitando un’opzione call, oppure venderlo esercitando un’opzione put.

Opzione in-the-money, Out-of-the-money

Nel dettaglio il valore di un’opzione può essere: in, at oppure out the money

Opzione in-the-money”: quando l’opzione potrebbe essere esercitata con profitto, ossia ad un prezzo inferiore rispetto a quello del sottostante (qualora si stia parlando di un’opzione call), mentre invece si parla di “in the money” per una opzione put con un prezzo di esercizio superiore al valore corrente dell’attività sottostante.

Il secondo tipo, “opzione at-the-money“: viene utilizzata per definire un’opzione che ha un prezzo di esercizio uguale al prezzo dell’attività sottostante cui fa riferimento

Nel caso in cui invece una opzione è “out-of-the-money” significa che si tratta di  un’opzione con un prezzo di esercizio inferiore al valore corrente del sottostante (nel caso di opzione call) o di una con prezzo di esercizio superiore al valore attuale del sottostante nel caso di opzione put. Il suo esercizio sarebbe quindi non conveniente dati questi prezzi di mercato.

Un interessante esempio realizzato da Money-zine.come relativamente alla Moneyness di un’opzione call, che diventa positivo al di sopra del valore strike, mentre diviene invece out-of-the-money se il sottostante cui fa riferimento l’opzione scende al di sotto dello strike.

Quando un’opzione si dice in-the-money?

Per esemplificare il concetto di opzione “in-the-money” (ed anche “out-of-the-money” o “at-the-money“) ipotizziamo due opzioni, rispettivamente call e put, con prezzo di esercizio pari a 50 euro su un sottostante quotato a 50 euro. A questi valori, avremo un’ opzione at-the-money (ossia con prezzo di esercizio dell’opzione e valore del sottostante corrispondenti). Non vi sarebbe beneficio alcuno nell’esercizio dell’opzione o del derivato. Questo, però, non genererebbe una perdita, salvo eventuali commissioni.

Opzione Call

L’opzione call diventerebbe out-the-money, nel caso in cui il valore del sottostante scendesse a 40 euro, in quanto sarebbe sconveniente utilizzarla. Parimente, l’opzione put diventerebbe in-the-money, ossia sarebbe conveniente (in quanto si potrebbe vendere a 50 euro un sottostante che ne vale al momento 40 grazie all’esercizio dell’opzione).

Opzione Put

L’opzione put non sarebbe più conveniente viceversa, se il valore del sottostante salisse a 60 euro. Non si avrebbe alcun interesse ad esercitarla vendendo il sottostante a 50 euro. Sarebbe dunque un’opzione out-of-the money. Mentre si avrebbe invece un profitto nell’utilizzare l’opzione call ad un prezzo di esercizio di 50, inferiore di 10 euro rispetto al valore di mercato del sottostante cui fa riferimento l’opzione, che sarebbe appunto definibile in questo particolare contesto come un’opzione in-the-money.

At-the-money-forward

“At-the-money-forward”, è una definizione utilizzata per definire un’opzione con moneyness pari a zero. Questo se il prezzo atteso (futuro) del sottostante risulta pari al prezzo di esercizio attualizzato del tasso di un investimento considerato risk free. Ecco dunque questa variabile, rispetto al concetto standard di opzione-in-the-money e opzione-out-the-money.

Ecco dunque alcuni punti cardine per avvicinarsi al trading su opzioni e comprendere i processi fondamentali di come si muovano i prezzi di questi strumenti finanziari derivati.

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