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Su cosa mi conviene investire 10000 euro oggi, come nel prossimo 2024 per battere l’inflazione e ottenere un buon rendimento? Quanti soldi bisogna avere per iniziare ad investire? Sono molte le domande di finanza personale che un piccolo risparmiatore si fa, prima di investire i propri sudati risparmi. Devo investire in Poste Italiane, in Banca, oppure in Btp, i titoli di Stato, devo comprare oro, o investire sulle azioni di Intesa Sanpaolo o Amazon? Le possibilità sono infinite. Forse per investire mi basta leggere IlSole24Ore? Certamente no. Il mondo della finanza è decisamente più complesso.

Una piccola guida per investire 10000 euro

Investire oggi i propri risparmi in uno di questi strumenti può essere una buona soluzione, ma a volte complicata, specie se voglio farli crescere e proteggerli dall’inflazione. Tuttavia, per chi non è esperto del settore, davanti a tante scelte può essere difficile capire come investire i propri soldi in modo efficace. In questo articolo, vedremo alcune opzioni per investire 10000 euro. Non c’è una soluzione unica per tutti. Per questo abbiamo creato questa piccola guida agli investimenti, in modo da ragionare sul da farsi con qualche informazione in più.

Per molti, è necessario investire anche somme più importanti, per esempio 50.000 euro o 100.000 euro. Rimandiamo in questo caso alla guida su come investire 50.000 euro in modo facile, limitando i rischi, che non sono mai assenti. Nel processo di investimento è possibile costruire 5 portafogli da 10.000 euro indipendenti e con diverse caratteristiche. Ciò potrebbe tuttavia aumentare le commissioni.

Come investire i propri soldi senza rischi?

Il rischio c’è sempre, ma si può controllare. Ancora prima di fare delle scelte ed investire 10000 euro con un orizzonte medio di 5 anni, è importante considerare diversi fattori per fare una scelta consapevole dei rischi che si corrono. Ecco alcuni fattori da considerare:

  • Obiettivi: prima di investire 10000 euro dei tuoi risparmi, è fondamentale stabilire gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ad esempio, si vuole proteggere i propri risparmi dall’inflazione? Oppure si vuole generare un reddito supplementare o fare un investimento a lungo termine?
  • Profilo di rischio: Rischio e rendimento – quanto siamo disposti a rischiare? Valutare il vostro profilo di rischio per scegliere gli investimenti più adatti. Ad esempio, se si ha un profilo di rischio basso, si potrebbe optare per investimenti a basso rischio come le obbligazioni, i conti correnti o i depositi a breve termine. Se invece si ha un profilo di rischio alto, si potrebbe optare per investimenti più rischiosi come le azioni.
  • Tempo: quanto tempo avete a disposizione per l’investimento? Ad esempio, se si ha un orizzonte temporale a breve termine, si potrebbe optare per investimenti a breve termine come i depositi a breve termine o titoli di Stato a 12 mesi. Se invece si ha un orizzonte temporale a lungo termine, si potrebbe optare per investimenti a lungo termine come le azioni. Un ruolo chiave possono giocarlo anche i certificati di investimento.
  • Diversificazione: per proteggere i propri risparmi dall’inflazione, è importante diversificare gli investimenti. Ciò significa investire in più prodotti diversi tra loro, come depositi, titoli di Stato, azioni e obbligazioni delle imprese, materie prime, immobili, ecc. Il tutto, chiaramente, per quanto possibile con la cifra a disposizione.
  • Costi: investire ha una costo. Valutate i costi degli investimenti, come le commissioni di gestione e le spese di transazione. Ridurre i costi può aiutare a massimizzare la performance del proprio portafoglio.
  • Rendimento: a maggiore rendimento corrisponde un maggiore rischio. L’obiettivo è chiaramente quello di massimizzare il rendimento degli investimenti, senza esporsi ad un rischio eccessivo. Ad esempio, i titoli di Stato indicizzati all’inflazione, con i prezzi che salgono, offrono un rendimento superiore a quello dei titoli di Stato tradizionali. Prima di scegliere delle obbligazioni indicizzate quindi valutate il trend dei tassi.
BTP indicizzati all'inflazione

In generale, quindi prima di investire 10000 euro, è importante valutare attentamente le opzioni di investimento disponibili e diversificare il proprio portafoglio per minimizzare i rischi. Inoltre, è doveroso ricordare che il passato non è garanzia di risultati futuri e che gli investimenti comportano sempre un certo grado di rischio. Prima del possibile guadagno è buona norma considerare il rischio. Partiamo quindi dal nostro avversario più perfido e nascosto: l’inflazione.

Quanto alta sarà l’inflazione nel 2024?

Secondo quanto afferma la Banca d’Italia gli esperti della Bce hanno lievemente rivisto al ribasso le previsioni dell’inflazione al netto della componente energetica e alimentare. La crescita dei prezzi si collocherebbe in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Previsioni queste che possono variare se interverranno nuovi eventi a rimescolare le carte. Eurostat a settembre 2023 ha rilevato una inflazione europea al 4,3% in discesa dal 5,2% di agosto.

Indice armonizzato dei prezzi: IPCA in Europa e Istat in Italia

Per controllare come sta andando l’inflazione come faccio? Vado a vedere cosa segna l’IPCA, indice dei prezzi al consumo armonizzato in tutta Europa (Harmonised Index of Consumer Prices). L’IPCA è un noto indicatore dell’inflazione supplementare elaborato sulla base di una metodologia comune dai Paesi membri dell’Unione Europea e dell’Associazione europea di libero scambio, che consente di raffrontare il rincaro registrato a livello internazionale.

Misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi in Europa. In Italia invece c’è l’ISTAT. L’Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati che si chiama FOI.

Indice dei prezzi al consumo (CPI)

L’inflazione viene calcolata sulla base dell’indice dei prezzi al consumo, che misura le variazioni dei prezzi di un paniere di beni e servizi rappresentativi delle abitudini di consumo della popolazione. Inoltre si può osservare il tasso di disoccupazione, la crescita del PIL e il trend dei tassi di interesse.

Elementi da seguire per chi ha investito 10.000 euro in un BTP indicizzato all’inflazione o in un BTp€i. Vediamo ora alcuni punti fermi e criteri da seguire nella costruzione del portafoglio.

Investire 10000 euro diversificando gli investimenti

Per proteggere i propri risparmi dall’inflazione, è importante diversificare gli investimenti. Ciò significa investire in più prodotti diversi tra loro, come depositi, titoli di Stato, azioni e obbligazioni delle imprese, materie prime, immobili, ecc. Un portafoglio equilibrato e ben diversificato ha un rendimento medio annuo atteso del 5,5%, con l’inflazione a 10 anni che è attesa mediamente poco al di sopra del 2,5% nei prossimi anni, anche se molti pensano che scenderà molto lentamente. 

Investimenti a basso rischio

In periodi di inflazione elevata, anche un investimento a basso rischio e a basso rendimento può essere sufficiente per proteggere i risparmi dall’inflazione. Ad esempio, i conti correnti e i depositi a breve termine vincolati possono essere utili per investire una parte dei propri risparmi in strumenti con scadenza a breve termine o a tasso variabile.

Obbligazioni indicizzate all’inflazione

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione sono un’alternativa per proteggere il proprio portafoglio dall’inflazione. Questi titoli di Stato sono legati all’andamento dell’inflazione e offrono un rendimento superiore a quello dei titoli di Stato tradizionali. Tuttavia se l’inflazione sta scendendo ovviamente non sono consigliati.

Investire in Titoli di Stato indicizzati all’inflazione

I titoli di Stato sono considerati un investimento sicuro e a basso rischio, ma offrono rendimenti che difficilmente riescono a superare il tasso d’inflazione. Tuttavia, è possibile investire in titoli di Stato indicizzati all’inflazione. Ma quali?

Ecco alcuni titoli di Stato indicizzati all’inflazione:

  • Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione italiana (BTP Italia)
  • Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i)
portafoglio di investimento
Portafoglio di investimento

I BTP Italia e i BTP€i sono titoli di Stato emessi dal Tesoro italiano che offrono una protezione contro l’inflazione. I BTP Italia sono indicizzati all’inflazione italiana, mentre i BTP€i sono indicizzati all’inflazione europea. Entrambi i titoli offrono un tasso di interesse fisso o variabile e sono studiati per gli investitori al dettaglio, cioè i risparmiatori. Sottolineiamo che la scelta di investire in questi tipi di BTP dipende dalle aspettative di inflazione future del mercato. Quindi valutate bene il trend dell’inflazione.

Quali sono i vantaggi e svantaggi dell’investire in BTP indicizzati all’inflazione?

Ecco una lista dei vantaggi e svantaggi dell’investire in questo strumento legato all’inflazione:

Vantaggi:

  • Protezione dall’inflazione: i BTP indicizzati all’inflazione offrono una protezione contro l’inflazione, in quanto la cedola e il capitale sono rivalutati sulla base di coefficienti di indicizzazione. Da valutare se meglio la copertura all’inflazione europea o a quella italiana.
  • Rendimento: queste obbligazioni indicizzate all’inflazione offrono un tasso di interesse fisso o variabile, che può essere più elevato rispetto ad altri titoli di Stato.
  • Bassa volatilità: questi titoli sono considerati titoli a bassa volatilità, in quanto il loro prezzo è meno sensibile alle fluttuazioni del mercato rispetto ad altri titoli di Stato. Le lunghe scadenze possono comunque risultare decisamente volatili.
  • Accessibilità: sono titoli facile da capire e sono studiati per i piccoli risparmiatori. Inoltre sono facilmente accessibili tramite le banche e gli intermediari finanziari.

Svantaggi:

  • Possibile variazione del tasso di interesse: i BTP indicizzati all’inflazione sono sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, che possono influire sul loro valore di mercato.
  • Rischio di credito: naturalmente sono emessi dallo Stato italiano e quindi sono soggetti al rischio di credito del Paese. Sulle lunghe scadenze ci sono anche le CACs. (presentiamo qui una lista dei BTP senza CACs)
  • Scarsa liquidità: la liquidità è importante quando poi si vanno a vendere; può rendere difficile la vendita in caso di necessità. Sui principali BTP questo problema non si presenta quasi mai.
  • Protezione non totale dall’inflazione: siamo sicuri che proteggano completamente dall’inflazione? L’indice di indicizzazione potrebbe non riflettere completamente l’aumento dei prezzi, come capitato più volte in passato.

È importante consultare un professionista fiscale per valutare le implicazioni fiscali specifiche dell’investimento in BTP indicizzati all’inflazione.

Se questi 10000 euro sono l’unico capitale disponibile è chiaro che in futuro potrà servire in parte o del tutto. Allora potrebbe essere utile la soluzione dei piani di accumulo, cioè la soluzione di versare qualcosa ogni mese.

I PAC piani di accumulo: cosa sono?

Come funziona un PAC? I piani di accumulo del capitale (PAC) sono una forma di investimento che prevede l’acquisto periodico di strumenti finanziari; acquisti a cadenza regolare, solitamente settimanale, quindicinale o mensile. Questa tecnica di investimento è studiata per accumulare risparmio a rate, adatta a chi vuole mettersi al riparo dalla volatilità dei mercati. Ecco alcuni vantaggi e svantaggi dell’investimento tramite un piano di accumulo del capitale.

Quali sono i vantaggi di investire con i PAC?

  • Diversificazione: i PAC permettono di investire in molti settori e aree geografiche, anche in piccole rate, offrendo una maggiore diversificazione del portafoglio.
  • Costo medio: l’acquisto periodico permette di comprare lo strumento nelle diverse fasi di mercato. Pertanto sia nei momenti di calo, in cui le quotazioni sono più basse e attraenti, sia nei momenti in cui sono più elevate. In questo modo si contengono le oscillazioni e il rischio del proprio investimento, evitando il rischio di allocare l’intero investimento quando i mercati stanno sui massimi.
  • Propensione al risparmio: il PAC agevola la propensione al risparmio, che, riservato per uno o più piani di accumulo, può essere orientato verso i propri obiettivi di medio/lungo termine.
  • Flessibilità: il risparmiatore al momento della sottoscrizione può decidere importo, cadenza delle rate e la durata dell’investimento.
  • Piccole rate: possono investire in un piano di accumulo anche i risparmiatori con una bassa disponibilità finanziaria.

Svantaggi dei PAC:

  • Costi: i PAC possono essere più costosi rispetto a un sistema a versamento unico, in quanto prevedono commissioni per ogni rata di acquisto, a cui vanno sommati i costi di gestione degli strumenti in cui si investe.
  • Rischio di mercato: il PAC è soggetto al rischio di mercato, che può influire sul valore degli strumenti finanziari in cui si investe. Per esempio se il PAC viene investito durante un lungo periodo di ribasso il vostro investimento perderà continuamente valore. Inoltre se arrivassero cali importanti nella parte finale dell’investimento la performance sarebbe maggiormente afflitta da ciò.
  • Impegno a lungo termine: il PAC richiede un impegno a lungo termine, ben oltre i 5 anni. che potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori.
  • Rischio di liquidità: il PAC potrebbe non essere adatto a chi ha bisogno di liquidità a breve termine, in quanto il denaro investito è bloccato per un certo periodo di tempo.

In generale, i PAC sono una forma di investimento adatta a chi vuole accumulare risparmio a rate, con un orizzonte temporale di medio/lungo termine.

Investire in materie prime

Le materie prime sono un bene tangibile, proprio come l’oro e gli immobili. Le materie prime sono banalmente mezzi di produzione. Parliamo di petrolio, gas, rame, bestiame, etc. Proprio come per gli immobili, capita che il valore di questi asset tenda a salire con l’inflazione. Specialmente gli energetici e l’oro. Quindi anche qui è importante capire quale sarà il trend dell’inflazione nel prossimo futuro. Investire in oro può fungere da bilanciamento per il proprio portafoglio, grazie alla tradizionale funzione di bene rifugio del metallo prezioso.

Come investire 10000 euro in oro? 

previsioni prezzo oro

Investire 10000 euro in oro è una scelta utile a proteggere il proprio portafoglio dall’inflazione. Lo ripetiamo, non investite tutto in oro, ma solo un massimo del 10%. Meglio comprare monete d’oro, lingotti o oro finanziario? Ci sono diverse opzioni per investire in oro, come l’acquisto di lingotti o di ETF sull’oro, meglio fisico piuttosto che finanziario. Per scendere sul concreto citiamo alcuni ETF di esempio.

Uno degli ETF in euro che permette di investire in oro fisico è l’Invesco Physical Gold EUR Hedged ETC (ISIN XS2183935274). Questo ETF mira a fornire la performance del prezzo dell’oro spot attraverso certificati garantiti da oro fisico. Altre opzioni di ETF che investono in oro fisico sono:

Il rischio: serve una strategia bilanciata

Nessuno può prevedere con certezza l’andamento futuro del mercato e dell’inflazione. Nell‘investire i propri 10000 euro ognuno vuole comunque evitare forti oscillazioni di portafoglio. Quindi bisogna bilanciare i rischi con un 70 – 80 % investito in strumenti poco rischiosi e poco remunerativi, ed un 20 – 30% investito più a lungo in strumenti più rischiosi e quindi più redditizi. Non mi riferisco certo ai derivati o a prodotti strutturati di difficile comprensione e più volatili.

La parte più importante e meno rischiosa può essere investita in pura liquidità con duration corta (cioè su un conto corrente vincolato o titoli di stato fino a 12 mesi); oppure in obbligazioni di società poco rischiose ed alto rating creditizio, oro e valute difensive come dollaro usa e yen.

Quali obbligazioni scegliere?

In questo caso, come esempio, ecco due affidabili obbligazioni che fanno al caso nostro, oltre ai vari BTP menzionati in precedenza. Da valutare i prezzi spot dei titoli nel momento in cui si decide di acquistarli.

  • Eib/Bei: obbligazione con tasso dell’8% e scadenza il 27 giugno 2027.
  • Italgas: obbligazione con tasso del 5,9% e scadenza il 15 giugno 2027.

Invece la parte più piccola e più rischiosa e quindi più redditizia la possiamo investire con duration lunga in azioni del settore più forte e promettente della borsa americana: il settore tecnologico del Nasdaq. Direttamente? No, con alcuni ETF del settore, meno rischiosi.

Quali ETF scegliere?

Per diversificare e abbassare il rischio delle azioni useremo però un ETF ad accumulazione dei dividendi quotato in euro che troviamo a Milano in Borsa Italiana: Invesco EQQQ NASDAQ-100 UCITS ETF EUR Hgd Acc (EQEU); contiene tutti i maggiori titoli tecnologici americani. Il costo di gestione (il TER) è del 0,35%.

Se preferite sfruttare la forza del dollaro, potete investire in un altro ETF: Xtrackers NASDAQ 100 UCITS ETF 1C (XNAS) quotato a Milano in dollari, costa 0,20% di gestione, contiene titoli della tecnologia beni di consumo e sanità, cioè dei settori più promettenti.

Investire 10000 euro con un portafoglio bilanciato

In questo semplice modo abbiamo bilanciato il rapporto rischio/rendimento del nostro piccolo portafoglio. Abbiamo adottato in parte la tecnica Barbell (barbel è il bilanciere dei pesi) che difende il portafoglio da cambiamenti improvvisi del trend di mercato con duration e rischio differenziati.

Prima di investire 10000 euro, è quindi importante valutare attentamente i propri obiettivi, il proprio profilo di rischio e il tempo a disposizione per l’investimento. Inoltre, è importante diversificare il proprio portafoglio per minimizzare i rischi.

Nota per gli investitori – Tutte le informazioni qui pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento. Non sono raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza, ma informazione standardizzata. Le notizie sono raccolta da un giornalista che non possiede i titoli citati come esempio, informazioni rivolte al pubblico indistinto con lo scopo di offrire un supporto informativo ai lettori. Le informazioni espresse devono intendersi unicamente come opinioni personali e non possono considerarsi un servizio di consulenza “ad personam”. Tutti gli investimenti finanziari comportano un certo livello di rischio. Consultate un consulente e promotore finanziario, oppure la vostra banca.

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Previsioni per l’Inflazione nel lungo Termine https://www.investire-certificati.it/previsioni-per-linflazione-nel-lungo-termine/ Thu, 23 Mar 2023 10:22:12 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=27808 Quali previsioni per l’Inflazione nel lungo termine? Secondo Carmignac è improbabile che l’inflazione raggiunga e si fermi a circa il 2,5%. La decarbonizzazione e il cambiamento del nostro rapporto con il lavoro stanno indebolendo l’offerta e favorendo l’inflazione. Di fatto ci troviamo dinanzi a una vera e propria sfida per le banche centrali. La resilienza […]

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Quali previsioni per l’Inflazione nel lungo termine? Secondo Carmignac è improbabile che l’inflazione raggiunga e si fermi a circa il 2,5%. La decarbonizzazione e il cambiamento del nostro rapporto con il lavoro stanno indebolendo l’offerta e favorendo l’inflazione. Di fatto ci troviamo dinanzi a una vera e propria sfida per le banche centrali. La resilienza dell’inflazione e il ritorno indotto del ciclo economico creano molteplici opportunità per gli investitori attivi.

Inflazione e mercati azionari

Il calo dell’inflazione negli Stati Uniti dallo scorso giugno ha innescato una forte ripresa dei mercati azionari negli ultimi mesi. Le aspettative di inflazione, così come è possibile dedurle dal prezzo delle obbligazioni indicizzate all’inflazione, lasciano intravedere un ritorno a circa il 2,5% a partire dal prossimo mese di giugno. Le previsioni per l’inflazione di lungo termine sono per una successiva stabilizzazione nel corso degli anni seguenti.

La prospettiva è quella di un ritorno duraturo al contesto di mercato del decennio 2010, con rendimenti netti corretti in base all’inflazione ampiamente favorevoli agli asset finanziari e immobiliari, e facilmente replicabili dalle gestioni passive. Da parte nostra, non prevediamo uno scenario di questo tipo.

Previsioni inflazione lungo termine

Le economie avanzate stanno entrando in una fase inflazionistica del ciclo economico a lungo termine, dove l’offerta non sempre riesce a tenere il passo con la domanda. Il rapido susseguirsi di periodi di crescita dell’inflazione, alimentata dalle pressioni strutturali, e di rallentamenti disinflazionistici, orchestrati dalle Banche Centrali, ripristina una ciclicità economica che penalizza le gestioni passive a favore di gestioni più dinamiche e di tematiche che hanno risentito della scomparsa del ciclo economico.

Fattori che possono limitare l’offerta di beni e servizi

Oltre ai fattori strutturali, quali il contesto demografico o il minore dinamismo dell’attività commerciale globale, l’inflazione di lungo termine è alimentata da altri due fattori: la decarbonizzazione delle economie e il cambiamento del rapporto con il lavoro.

La transizione energetica, con la decarbonizzazione delle economie determina un drastico calo degli investimenti nei combustibili fossili, e quindi una flessione strutturale delle riserve e un aumento dei prezzi dell’energia. Negli ultimi dieci anni, sono state investite diverse migliaia di miliardi di dollari a favore della transizione energetica. Nonostante ciò, la quota di combustibili fossili nei consumi di energia a livello globale è diminuita soltanto di poco più di 1 punto, attestandosi all’81%.

Questa situazione racchiude in sé gli ingredienti di una crisi energetica della stessa portata di quella che ha contribuito all’ultima grande fase inflazionistica, dal 1965 al 1980, alimentata dallo shock petrolifero del 1973.

Previsioni di mercato

L’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) ritiene, non a caso, che annualmente e fino al 2045 si dovrebbero investire 1.500 miliardi di dollari nello sviluppo dei combustibili fossili, rispetto ai 1.000 miliardi attuali, per garantire la sicurezza energetica. La verità è probabilmente a metà strada tra questi due dati. Non dobbiamo però permettere che la guerra in Ucraina nasconda ai nostri occhi il tema più ampio del deficit energetico strutturale, che stiamo aggravando.

Inflazione e manodopera

Allo stesso tempo, il profondo cambiamento del rapporto con il lavoro, che determina il calo delle ore lavorate, la diminuzione del numero di lavoratori e la mobilità molto elevata della manodopera, e quindi la perdita di produttività, rischia fortemente di portare anche a una mancanza di offerta sostenibile.

Le imprese non riescono più ad assumere per far fronte a condizioni soddisfacenti alla domanda a cui vengono sottoposte. È quindi normale che si inizino a registrare conseguenti aumenti salariali. Ad esempio, Inditex (proprietaria di Zara) e Uniqlo hanno effettuato aumenti salariali compresi tra il 20% e il 40%.

Fattori di inflazione nel lungo termine

Il rallentamento legato a un’offerta insufficiente è un fattore inflazionistico, che rende più complessa la gestione delle contromisure monetarie da parte delle Banche Centrali. Pertanto, la serie di rialzi dei tassi di riferimento decisa dalla Federal Reserve, di portata e rapidità senza precedenti (475 punti base in 10 mesi), si combina paradossalmente con un tasso di disoccupazione negli Stati Uniti ai minimi dal 1969.

inflazione

La battaglia contro l’inflazione sarà presumibilmente vinta nel breve periodo attraverso qualche altro aumento dei tassi di interesse, i quali probabilmente innescheranno la recessione necessaria a indurre un calo dei prezzi, indebolendo i consumi ma senza risolvere il problema legato al deficit dell’offerta. La minore disponibilità di manodopera e l’aumento dei prezzi dell’energia saranno contrastati solo sporadicamente dalle politiche monetarie e fiscali, considerato quanto la soglia di tolleranza del dolore nei paesi economicamente avanzati si sia abbassata. Le recessioni orchestrate dalle politiche economiche e monetarie per ridurre l’inflazione saranno quindi brevi e poco incisive; insufficienti per sconfiggere l’inflazione in modo duraturo.

Opportunità di investimento

Non bisogna temere l’inflazione, che offre numerose opportunità di investimento. La capacità della nostra gestione obbligazionaria di trarre vantaggio dai rendimenti delle obbligazioni pubbliche e corporate in un contesto di tassi di interesse più alti, nell’individuare le situazioni asimmetriche nell’universo emergente, o nel gestire l’esposizione ai tassi di interesse rappresenta un importante punto di forza in questo contesto economico.

La previsione di indebolimento dei tassi reali dovrebbe sostenere i mercati azionari. Questa prospettiva giustifica anche un’esposizione significativa all’oro. Per quanto riguarda la Cina, l’assenza di inflazione in questa fase le conferisce caratteristiche di forte diversificazione.

Previsioni inflazione lungo termine: Conclusioni

L’introduzione di una strategia inflazionistica all’interno della nostra gestione consente di sfruttare al meglio le numerose opportunità che il ciclo economico offrirà, fornendo al tempo stesso possibilità di diversificazione. Non dobbiamo temere l’inflazione, ma renderla nostra alleata.

Approfondimenti

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Inflazione e Banche Centrali https://www.investire-certificati.it/inflazione-e-banche-centrali/ Wed, 23 Nov 2022 08:53:02 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=25127 Banche centrali ed inflazione: Commento sulle strategie di investimento azionario in una fase di alta inflazione e volatilità. Analisi e previsioni di Borsa a cura di UBP. Recessione, inflazione: quali le migliori strategie di investimento? Rischi di recessione e inflazione devono riportare a guardare fondamentali su azionario. Come muoversi in questa fase di rialzo dei tassi […]

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Banche centrali ed inflazione: Commento sulle strategie di investimento azionario in una fase di alta inflazione e volatilità. Analisi e previsioni di Borsa a cura di UBP.

Recessione, inflazione: quali le migliori strategie di investimento?

Rischi di recessione e inflazione devono riportare a guardare fondamentali su azionario. Come muoversi in questa fase di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali? Analisi a cura di Martin Moeller e Ariane Kesrewani, analisti presso UBP.

Banche centrali e inflazione

previsioni inflazione
previsioni inflazione

Il rapido aumento dell’inflazione globale ha costretto le banche centrali ad abbandonare il loro posizionamento pro-ciclico. Le banche centrali hanno dovuto adottare una politica monetaria restrittiva, anche se il contesto macroeconomico e geopolitico ha continuato a deteriorarsi. L’inasprimento monetario ha provocato ampie correzioni sui mercati. Ciò in particolare sugli asset di lunga durata come i titoli azionari growth.

A differenza dei precedenti periodi di crisi, il peggioramento del quadro economico non è stato finora accompagnato da una revisione delle aspettative di crescita degli utili. I principali mercati azionari ora scambiano al di sotto o nei pressi dei multipli di valutazione medi storici. Pertanto, vediamo un minor rischio di un ulteriore declassamento. Tuttavia, potrebbe essere necessario rivedere al ribasso le aspettative sugli utili. Ciò in particolare per tenere conto del rallentamento della crescita globale e i prezzi degli asset dovrebbero infine correggere a favore dei segmenti di mercato più difensivi e di qualità.

Estendere l’orizzonte d’investimento

L’analisi dei grandi cali nel mercato azionari della storia recente rivela che approfittare di punti d’ingresso interessanti è vantaggioso nel medio-lungo termine. Le performance a 5 o 10 anni registrate dopo i minimi di mercato sono state in genere superiori alla media. I mercati azionari hanno dimostrato di essere guidati, nell’arco dell’intero ciclo, dai fondamentali e dalla sopravvivenza delle società più forti, piuttosto che da rotazioni settoriali di breve durata. Da qui la necessità di individuare le società che offrono rendimenti reali interessanti nel medio-lungo periodo. Il tutto considerando anche inflazione e rialzi dei tassi delle banche centrali.

Banche centrali e inflazione: Analisi dei prezzi

Banche centrali
Banche centrali e tassi di interesse

In periodi di inflazione, i costi operativi delle aziende aumentano di solito più rapidamente e su scala maggiore di quanto possano essere trasferiti ai clienti. È quindi importante valutare l’elasticità della domanda di prodotti e servizi in diversi settori per valutare il potere di determinazione dei prezzi di un’azienda. Con l’aumento dei tassi di interesse, aumenta anche il costo del capitale delle aziende, in quanto aumentano i pagamenti degli interessi sui prestiti a tasso variabile e diventa più costoso il rifinanziamento del debito a lungo termine a tasso fisso.

Flussi di cassa

L’inflazione determina costi maggiori. Se un’azienda riesce a trasferire i costi più elevati ai propri clienti senza perdere volume di vendite e senza compromettere la propria capacità produttiva e la qualità, i suoi flussi di cassa non dovrebbero essere divorati dall’inflazione. Pertanto, possono offrire agli investitori un potenziale di rendimento reale interessante. Da questo punto di vista, la qualità del bilancio di un’azienda e la sua capacità di generare flussi di cassa forniscono un’indicazione importante. Spesso anche migliore della sua competitività e della sostenibilità dei suoi rendimenti in contesti di mercato avversi rispetto al confronto di multipli basati sugli utili per azione.

Fondamentali aziendali

Un processo di investimento coerente e disciplinato alla ricerca di società che creano valore in tutte le condizioni di mercato rimane fondamentale, e non si deve assecondare il sentiment di mercato di breve termine. Tentare di indovinare i tempi dei trend inflazionistici e le rotazioni settoriali potrebbero rivelarsi inefficaci per gli investitori di medio-lungo termine. Questo perché, nell’arco di un intero ciclo, i mercati azionari rimangono guidati dai fondamentali.

La principale fonte di generazione di alfa nel medio-lungo termine per tutte le strategie gestite dal nostro team resta la selezione dei titoli. Ciò è preferito rispetto al posizionamento settoriale, regionale o di stile. L’attuale fase del ciclo economico potrebbe rappresentare un punto di ingresso interessante. Questo in quanto gli investitori dovrebbero tornare ad apprezzare livelli di creazione di valore prevedibili e sostenibili se la recessione economica globale dovesse continuare.

Ecco, dunque, alcuni spunti di analisi per investire in un’epoca in cui le banche centrali sono grandi protagoniste con rialzi dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione.

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Analisi sull’Inflazione https://www.investire-certificati.it/analisi-sullinflazione/ Wed, 12 Oct 2022 14:27:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=24669 Analisi sull’inflazione: la crescita dei prezzi sta entrando sempre di più nella vita di tutti i giorni. Secondo un nuovo report di Carmignac (con titolo: “Dobbiamo abituarci all’inflazione) la crescita dei prezzi potrebbe diventare un trend duraturo. Ecco un focus sul tema, con l’analisi sull’inflazione di Carmignac (Frederic Leroux) Analisi e previsioni sull’inflazione Lo stupore […]

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Analisi sull’inflazione: la crescita dei prezzi sta entrando sempre di più nella vita di tutti i giorni. Secondo un nuovo report di Carmignac (con titolo: “Dobbiamo abituarci all’inflazione) la crescita dei prezzi potrebbe diventare un trend duraturo.

Ecco un focus sul tema, con l’analisi sull’inflazione di Carmignac (Frederic Leroux)

Analisi e previsioni sull’inflazione

Lo stupore continuo dei mercati di fronte alla resilienza dell’inflazione e la considerazione insufficiente dei cambiamenti strutturali alla base dell’aumento dei prezzi sul lungo periodo costituiscono gli elementi di un trend duraturo. Questo contesto, sconosciuto a molti operatori di mercato, è destinato a favorire le gestioni attive.

inflazione

Per chi ancora crede che il passato possa aiutare a comprendere il presente e prevedere il futuro, ci sono alcune importanti lezioni da trarre dal periodo che va dal 1965 al 1980. La crisi petrolifera di quegli anni pose fine a un lungo periodo di crescita contenuta dei prezzi, inaugurando un’era di inflazione sostenuta. Uno scenario molto simile a quello che stiamo vivendo ora.

Ma non tutti gli operatori finanziari intendano considerare l’impennata dei prezzi post-Covid come preludio a un vero e proprio ciclo inflazionistico. Le loro aspettative di inflazione negli Stati Uniti prevedono infatti un calo al 2,75% a metà del 2023. Le previsioni sono per una successiva stabilizzazione a circa il 3% negli anni successivi, alla stregua quindi di un rialzo dei prezzi fine a sé stesso. Se vogliamo, come si è registrato due o tre volte negli ultimi quattro decenni.

Inflazione strutturale: analisi

Questa prospettiva non tiene in considerazione i fattori inflazionistici strutturali:

  • aspetti demografici (meno risparmiatori a livello globale, una fetta minora di popolazione cinese da inserire nel mondo del lavoro), 
  • commercio (calo del peso del commercio globale nel PIL e sua disinflazione competitiva, possibile fine della flessione dei prezzi nel commercio online),
  • aspetti sociologici (preferenza per l’etica a scapito dell’efficienza immediata), 
  • la transizione energetica.

Quali previsioni per l’inflazione? Queste forti inversioni di tendenza tenderanno a rendere l’inflazione resiliente. Alla luce di questo, i rialzi dei tassi di riferimento da parte delle Banche Centrali consentiranno realmente di abbattere l’inflazione?

Analisi inflazione

L’esempio degli Stati Uniti del 1980 non può essere replicato. Ad oggi, è inverosimile che si possano prendere decisioni analoghe negli Stati Uniti. In quell’anno, Paul Volcker, all’epoca Presidente della Federal Reserve (Fed), rialzò i tassi di riferimento al 20% in un momento in cui l’inflazione stava scendendo a circa il 10%.

In quello stesso anno, il Presidente Ronald Reagan pose fine alla spirale prezzi/salari licenziando 11.400 controllori di volo dal servizio pubblico, a causa di uno sciopero illegale proclamato per ottenere un aumento salariale. Infine, a seguito dello shock petrolifero del 1973, il settore petrolifero statunitense intraprese sforzi enormi in termini di investimenti per sviluppare la produzione locale. Ad oggi tutto questo sarebbe impensabile.

Guerra Ucraina Russia

previsioni inflazione
previsioni inflazione

La fine del conflitto in Ucraina potrebbe non esercitare un impatto rilevante sui prezzi dell’energia in tempi brevi. Oggi, molti operatori di mercato ritengono che la cessazione delle ostilità in Ucraina porrebbe rapidamente termine all’aumento dei prezzi dell’energia. Tuttavia, a meno che si possa prevedere l’uscita di scena di Vladimir Putin, non è certo che le fonti di approvvigionamento precedenti possano tornare disponibili in tempi brevi.

Energie alternative

Per quanto riguarda le soluzioni alternative, non sono ancora pronte per essere impiegate. Inoltre, allo stesso tempo il calo degli investimenti nei combustibili fossili da quasi dieci anni a questa parte ne sta necessariamente aumentando il costo.

Gli aumenti dei salari reali negli Stati Uniti porranno un freno alla disinflazione. La conclusione della crisi sanitaria è stata il catalizzatore dell’inflazione, con la domanda fortemente alimentata dai massicci sostegni fiscali negli Stati Uniti e l’offerta ostacolata dal blocco delle catene di produzione.

Durante la crisi, il consumatore statunitense è riuscito ad accumulare un surplus di risparmi pari al 12% del PIL americano. Questo lo pone in posizione di forza nelle trattative salariali con i datori di lavoro (+7% di incremento medio annuo). Quando l’inflazione inizierà a diminuire, la crescita dei salari si ridurrà più lentamente. Pertanto, questo genererà guadagni salariali reali che sosterranno la crescita ma ridurranno la disinflazione.

La recessione, necessaria per riassorbire l’aumento dei prezzi non è quindi un obiettivo immediato. Il Presidente della Fed, Jerome Powell, non ha probabilmente terminato di stupire i mercati con la sua politica restrittiva.

Le componenti di un’inflazione duratura

Cosa ci dicono le previsioni sull’inflazione? Il continuo stupore dei mercati per la resilienza dell’inflazione, inizialmente ritenuta ” transitoria “, e la considerazione insufficiente dei fattori alla base dell’aumento dei prezzi sul lungo periodo, rappresentano le componenti di un trend duraturo.

Inoltre, considerato l’attuale livello di tolleranza delle Banche Centrali alle criticità, si può essere quasi certi che queste si affretteranno a tagliare i tassi di interesse non appena l’inflazione core inizierà a diminuire. Il rischio è quello di un intervento troppo prematuro.

Gli interventi delle Banche Centrali in risposta al ritorno dell’inflazione sono il principale fattore che influisce sul ciclo economico attuale. La sua natura duratura è un’ipotesi grave. Ciò ci induce a strutturare i nostri portafogli diversificati in linea con il ciclo economico. Questo contesto sconosciuto a molti operatori di mercati è destinato a favorire le gestioni attive, comprese quelle obbligazionarie.

Approfondimenti

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Previsioni sull’Inflazione e sull’Economia https://www.investire-certificati.it/previsioni-sullinflazione-e-sulleconomia/ Mon, 21 Mar 2022 16:13:55 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=22672 Quali previsioni sull’inflazione? Quali consigli per gli investitori in questo complesso scenario di mercato? Previsioni sui mercati a cura di Carlos Casanova, senior economist, Union Bancaire Privée (UBP) Previsioni sull’inflazione La guerra fra Russia e Ucraina avrà un impatto pesante sull’inflazione, le previsioni sono chiare.Le conseguenze della guerra e delle sanzioni contro la Russia hanno […]

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Quali previsioni sull’inflazione? Quali consigli per gli investitori in questo complesso scenario di mercato? Previsioni sui mercati a cura di Carlos Casanova, senior economist, Union Bancaire Privée (UBP)

Previsioni sull’inflazione

La guerra fra Russia e Ucraina avrà un impatto pesante sull’inflazione, le previsioni sono chiare.Le conseguenze della guerra e delle sanzioni contro la Russia hanno aumentato di molto il sentiment globale di avversione al rischio e innescato un sell-off sui mercati azionari globali. Nel frattempo, le materie prime e altre asset class considerati beni rifugio sono saliti, generando quindi altra inflazione.

Anche se ci aspettiamo che i mercati finanziari globali si calmino, non è chiaro quanto tempo ci vorrà prima che i prezzi delle materie prime calino. Questo perché, nelle catene globali delle materie prime, gli squilibri dell’offerta possono muoversi con una certa lentezza. La situazione in Ucraina si evolverà nei prossimi mesi, ma è sicuro che i prezzi rimarranno più alti più a lungo, con i costi dell’energia sempre in primo piano. Ecco dunque spiegate le previsioni per un’inflazione ancora alata

Inflazione: Chi è più a rischio in Asia?

Le previsioni sull’economia di Banca UBP si soffermano anche sull’Asia, che subirà gli effetti della situazione attuale principalmente in tre ambiti:

  1. Risk-sentiment: L’avversione globale al rischio avrà implicazioni negative per le asset class dei mercati emergenti, Asia inclusa. Il tempismo degli eventi ucraini è piuttosto pericoloso, poiché coincide con l’inizio del tapering della Fed a marzo. Unitamente alle pressioni al rialzo sui rendimenti USA a lungo termine, queste condizioni hanno storicamente portato a deflussi di portafoglio per l’Asia.
  2. Scambi con la Russia: A parte la Cina e la Corea del Sud, la maggior parte delle economie asiatiche non intrattiene relazioni commerciali rilevanti con la Russia. Per la Cina, il commercio con Mosca valeva solo l’1% del PIL. Per contro per la Corea del Sud il dato era leggermente più alto, dell’1,7%. A livello di settori, petrolio e gas sono di gran lunga le maggiori importazioni delle economie asiatiche dalla Russia. Tuttavia, l’impatto indiretto, attraverso le supply chain, può essere significativo e difficile da quantificare.
  3. L’aumento delle attese sull’inflazione: l’impatto più significativo si avrà in quest’ambito. Ci aspettiamo che le sanzioni sulle esportazioni russe eserciteranno pressioni al rialzo sui prezzi globali di energia e altre materie prime, traducendosi in un aumento dell’inflazione importata in Asia.

Previsioni inflazione

Quali sono le previsioni per l’inflazione? Si tratta di un punto che non dovrebbe essere sottovalutato. Quattro dei cinque maggiori importatori di energia al mondo sono asiatici. Tuttavia, non tutte le economie del continente saranno colpite allo stesso modo. Gli investitori dovrebbero evitare che l’estrapolazione dei volumi di scambio si traduca in una maggiore esposizione all’aumento dei prezzi.

Crescita del Pil

Come proteggersi dall'inflazione?

In termini di PIL (prodotto interno lordo), l’impatto sarà maggiore in Corea (1,2% del PIL), Singapore (0,9%), Pakistan (0,9%) e Thailandia (0,8%). Un indicatore ancor più significativo è quello sulle importazioni nette di energia in percentuale del consumo totale – un livello positivo indica gli importatori netti, mentre un livello negativo indica gli esportatori netti.

Secondo questo parametro, Hong Kong (99% del consumo netto di energia), Singapore (98%), Corea del Sud (82%) e Thailandia (42%) sono i più esposti all’aumento dei prezzi. Tuttavia, l’indicatore è utile a identificare gli esportatori, che dovrebbero beneficiare di un contesto di crescita dei prezzi dell’energia.

Impatti economici

Questo non vuol dire che l’impatto sulle altre economie asiatiche sarà trascurabile. Ad esempio, l’India dipende ancora dalle importazioni di energia per il 34% della domanda interna. Tuttavia, l’India ha un’economia di grandi dimensioni e il peso del costo del cibo grava notevolmente sull’inflazione. Allo stesso modo, la Cina possiede vaste riserve di carbone, ma dipende ancora dalle importazioni di prodotti energetici per il 15% della domanda interna. In ogni caso, queste pesano sul PIL per meno dello 0,5%, e pertanto l’impatto dovrebbe comunque essere gestibile. Infine, l’aumento dei prezzi potrebbe non essere una cattiva notizia per tutti: l’Australia e l’Indonesia sono grandi esportatori netti di energia e beneficeranno del contesto attuale.

Consigli per gli investitori

rischio inflazione

In conseguenza di questi fattori, ci aspettiamo che il quadro macroeconomico rimanga impegnativo nel primo semestre, per poi farsi meno complesso nel secondo. Oltre a dover affrontare una contrazione della liquidità, i mercati asiatici dovranno fare i conti anche con una riduzione della domanda derivante dall’aumento dei prezzi e dalle interruzioni alle supply chain.

Sebbene siano i maggiori importatori del continente asiatico, Cina, Giappone, Corea e India non sono i più colpiti.  In termini relativi l’impatto verrà avvertito maggiormente in Corea, Singapore, Hong Kong e Thailandia. Logicamente, tutto ciò si rifletterà sui mercati. Le valute come il dollaro australiano e lo yuan cinese stanno performando meglio del won sudcoreano e della rupia indiana.

Borsa e inflazione

Operativamente, ecco dunque alcuni consigli per gli investitori legati anche alle previsioni per l’inflazione e per le borse.

In questo contesto, ecco tre accortezze che gli investitori dovrebbero adottare:

  1. Ridurre il rischio rimanendo concentrati su utili di alta qualità;
  2. Diversificare con materie prime e altre asset class che beneficiano dell’aumento dell’inflazione;
  3. Difendersi da potenziali rischi al ribasso attraverso posizioni asimmetriche e soluzioni alternative.

Altri link utili

Per leggere previsioni sui tassi di interesse clicca qui. Dove leggere altre previsioni sull’inflazione? Al link seguente è invece presente un articolo legato a previsioni e conseguenze dell’inflazione rilasciate da Carmignac.

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Previsioni Inflazione e Conseguenze https://www.investire-certificati.it/previsioni-inflazione-e-conseguenze/ Mon, 08 Nov 2021 15:44:03 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=21136 Previsioni Inflazione e Conseguenze. Secondo gli analisti le probabilità basse ma le potenziali conseguenze rilevanti. Analisi di Carmignac su Previsioni su Inflazione Previsioni Inflazione – Quali Conseguenze? Oggi lo scenario di un’inflazione persistente non viene ritenuto probabile ma, se dovesse materializzarsi a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e degli stipendi, potrebbe stravolgere radicalmente le attuali […]

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Previsioni Inflazione e Conseguenze. Secondo gli analisti le probabilità basse ma le potenziali conseguenze rilevanti. Analisi di Carmignac su Previsioni su Inflazione

Previsioni Inflazione – Quali Conseguenze?

Oggi lo scenario di un’inflazione persistente non viene ritenuto probabile ma, se dovesse materializzarsi a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e degli stipendi, potrebbe stravolgere radicalmente le attuali priorità di risparmiatori e investitori

A cura di Frédéric Leroux, membro del comitato strategico di investimento, Carmignac

Il tema dell’inflazione è ormai sulla bocca di tutti. È solo un fenomeno temporaneo, come ripete a iosa Jerome Powell, presidente della FED, o potrebbe dimostrarsi resiliente? Quali sono le conseguenze dell’inflazione?

I banchieri centrali da molti anni sostengono l’economia mondiale con tassi di interesse fermi a livelli eccezionalmente bassi. Riusciranno a mantenere questa politica accomodante? O dopo oltre un decennio di politica interventista antidepressione avvieranno una graduale normalizzazione della politica monetaria?

Dal picco d’inflazione registrato nel 1980, i paesi sviluppati hanno vissuto 40 anni di calo dell’inflazione e dei tassi d’interesse. A volte, l’inflazione è quasi diventata negativa e l’Europa ha sperimentato per diversi anni i tassi d’interesse negativi, una situazione impensabile in passato. È vero che ci sono stati periodi di rialzo dei prezzi, come nel 2011 o nel 2018, ma sono stati di breve durata.

La disinflazione degli ultimi quarant’anni si spiega con la concorrenza salariale molto accesa del mondo emergente, la maggiore specializzazione geografica delle produzioni e gli effetti del progresso tecnologico sui posti di lavoro meno qualificati nei paesi sviluppati. Questi fattori hanno impedito agli stipendi di entrare, insieme ai prezzi dei beni e dei servizi, nel circolo vizioso dell’inflazione autoalimentata.

Deflazione

C’è il rischio deflazione? Sempre presenti, le forze deflazionistiche, insieme all’invecchiamento della popolazione e all’indebitamento dell’economia mondiale (senza precedenti in tempo di pace) sono i motivi generalmente addotti per convincersi del carattere puramente transitorio dell’attuale inflazione.

inflazione previsioni, rischi e conseguenze

La riapertura dell’economia mondiale dopo la pandemia ha favorito il rialzo dei prezzi, innescato dalla penuria di semiconduttori e di manodopera e dalla disorganizzazione dei sistemi di trasporto. Tuttavia il previsto superamento di queste strozzature ha rafforzato l’idea che l’attuale inflazione fosse solo transitoria. Tant’è che oggi questo scenario è considerato il più probabile. Ci sono tuttavia alcune varianti sulla durata della transizione.

Eppure esiste anche uno scenario alternativo. Osserviamo due dinamiche indipendenti che potrebbero condurre a un’inflazione più resiliente.

Previsioni Inflazione e Conseguenze

La prima dinamica è quella dei prezzi dell’energia e dell’elettricità. La transizione energetica a ritmo forzato ha determinato la riduzione degli investimenti nelle energie fossili. Anche se la loro sostituzione appare meno ovvia e semplice del previsto. Questo ha amplificato l’aumento dei prezzi del petrolio, gas e carbone. Il tutto è dovuto anche agli eventi climatici recenti che hanno impattato la loro produzione. Un inverno rigido potrebbe accentuare e prolungare questa inflazione dei prezzi dell’energia, che potrebbe ripercuotersi sull’intera economia mondiale.

La seconda dinamica si osserva attualmente sul mercato del lavoro statunitense. Grazie ai programmi sociali attuati durante la crisi sanitaria, le famiglie americane hanno accumulato 2 000 miliardi di dollari di risparmio in eccesso, pari all’11% del PIL. Questo permette ai lavoratori di prendersi tutto il tempo necessario per negoziare al meglio il loro ritorno al lavoro. Per la prima volta da oltre 40 anni, i lavoratori sono in posizione di forza nella contrattazione salariale, mentre le aziende hanno urgente bisogno di manodopera per evadere gli ordini.

In media, gli stipendi del settore privato sono aumentati del 5,5 % negli ultimi 12 mesi, il maggiore aumento dal 1982. Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro della popolazione attiva cala, mentre le offerte di lavoro non sono mai state così numerose. Si tratta di un fenomeno momentaneo o più duraturo? La fine dei programmi sociali, la ripresa della scuola in presenza (che libera il genitore dall’obbligo di accudire i figli a casa) e l’allontanarsi della minaccia del Covid negli Stati Uniti ci forniranno una risposta nei mesi a venire.

Quali conseguenze da un’inflazione duratura?

Quali previsioni per l’inflazione? Sebbene lo scenario di un’inflazione duratura sia un’ipotesi ancora improbabile, merita l’attenzione dei banchieri centrali. Questi appaiono ancora convinti che la decisione di aprire o chiudere i rubinetti della liquidità spetti esclusivamente a loro.

Se dovesse dimostrarsi resiliente, sarebbe l’inflazione a dettare di nuovo il livello dei tassi di interesse. Ai banchieri centrali non rimarrebbe che ottemperare. E l’epoca delle banche centrali che accorrono in nostro soccorso al minimo rallentamento economico sarebbe finita. Contrariamente a quello che vediamo da anni, l’inflazione impedirebbe gli eccessi ai quali le banche centrali ci hanno abituati.

investimenti in borsa

Potremmo quindi assistere a un vero cambiamento di paradigma. I Fed watchers, gli esperti che seguono con grande attenzione la comunicazione e le decisioni della banca centrale statunitense potrebbero perdere il loro prestigio e magari anche il lavoro. Questo perchè l’inflazione s’imporrebbe a tutti, con la sua inequivocabile verità. E visto che la probabilità, seppure tenue, di un tale ritorno alle origini esiste, la possibilità di un’inflazione duratura, con tutto ciò che comporta per noi risparmiatori e investitori, merita tutta la nostra attenzione.

Come si comporterebbero i contratti di assicurazione vita in euro in un contesto di rialzo dei tassi obbligazionari? I prodotti monetari come i libretti di risparmio o bancari non farebbero forse concorrenza agli investimenti obbligazionari? 

I titoli growth – ovvero le società che riescono ad aumentare gli utili indipendentemente dal tasso di crescita economica e che spesso costituiscono il cuore dei portafogli di investimento – riuscirebbero a mantenere elevate le loro quotazioni? E che ne sarebbe dell’oro o del mercato immobiliare? Sì, è decisamente opportuno che esaminiamo le varie previsioni sull’inflazione e riflettiamo sulla possibilità di un’inflazione duratura. Anche se sembra ancora lontana.

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Previsioni sull’Inflazione https://www.investire-certificati.it/previsioni-sullinflazione/ Tue, 29 Jun 2021 08:34:53 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=14110 Quali previsioni sull’inflazione? La crescita dei prezzi può essere un rischio permanente per l’economia? Previsioni sull’Inflazione successiva alla riapertura. Analisi sull’inflazione a cura di Samy Chaar, Chief Economist – Banca Lombard Odier Previsioni sull’inflazione Con quale rapidità sono cambiate le narrazioni economiche e di mercato. All’inizio di quest’anno, l’incertezza era diffusa con molta preoccupazione in […]

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Quali previsioni sull’inflazione? La crescita dei prezzi può essere un rischio permanente per l’economia? Previsioni sull’Inflazione successiva alla riapertura.

Analisi sull’inflazione a cura di Samy Chaar, Chief Economist – Banca Lombard Odier

Previsioni sull’inflazione

Con quale rapidità sono cambiate le narrazioni economiche e di mercato. All’inizio di quest’anno, l’incertezza era diffusa con molta preoccupazione in particolare per i danni causati dal terremoto del Covid. Questo sia in termini di posti di lavoro che di imprese fallite.

Oggi, la ripresa è vista come garantita grazie a vaccini disponibili (almeno in Occidente) ed efficienti (anche contro le varianti conosciute). Questo al residuo di eccesso di risparmio privato (si veda grafico sotto) e a un sostegno politico, sia monetario sia fiscale, ancora consistente.

risparmio netto ed inflazione

In effetti, la forza della ripresa in atto sta generando un intenso dibattito sui rischidi “surriscaldamento”. L’inflazione, sia prevista che reale, è in forte aumento (si veda grafico seguente sull’inflazione, CPI Usa e ISM Manifatturiero). Questo fa sorgere una domanda importante. Queste pressioni inflazionistiche sui prezzi sono solo transitorie? Oppure le banche centrali saranno costrette ad adeguare la loro funzione di reazione?

CPI inflazione Usa previsioni

Previsioni sull’inflazione: cosa attendersi?

Quali sono le previsioni sull’inflazione? Analizziamo il tutto. Non siamo eccessivamente preoccupati per l’inflazione persistente, per tre ragioni fondamentali. Anzitutto, dopo una tendenza al ribasso così grande e improvvisa come quella causata dalla pandemia, una normalizzazione dei prezzi era destinata a verificarsi  (si veda grafico seguente sull’inflazione e previsioni dell’inflazione).

grafico inflazione

In secondo luogo, la fiammata non è né ampia né globale. L’inflazione  rimane contenuta  in Cina e Israele, nonostante la ripresa economica più matura, e comunque al di sotto dell’obiettivo in Giappone, Europa e Svizzera. Negli Stati Uniti, ciò deriva principalmente da componenti come le tariffe aeree, le tariffe alberghiere e i prezzi delle auto usate, settori molto sensibili alla riapertura dell’economia o in sofferenza per carenze negli approvvigionamenti. Per la loro stessa natura, è improbabile che sia possibile sostenere questi aumenti di prezzo.

Con la normalizzazione dei modelli di domanda e la risoluzione dei fattori limitanti dell’offerta, i prezzi dovrebbero stabilizzarsi e alcuni dei recenti forti rincari dovrebbero invertire la rotta.

Domanda e offerta – scenari inflazionistici

A proposito dei citati fattori limitanti, con la ripresa che ora si estende all’area dell’euro (seguendo le orme degli Stati Uniti) è molto chiaro che in Occidente l’offerta ha difficoltà a rispondere alla domanda. Ciò è in parte una conseguenza del fatto che le aziende hanno fatto ampio affidamento sulle scorte durante lo shock del Covid . La necessaria ricostruzione delle scorte richiederà del tempo e nei prossimi trimestri porterà a un surplus di attività, ma queste tensioni sull’offerta interna dovrebbero diminuire nel corso dell’anno. Inoltre, in altre parti del mondo, specialmente in Asia, c’è una certa capacità disponibile per riempire il vuoto. (segnaliamo qui un’analisi sulla borsa cinese, n.d.r.)

Le autorità cinesi hanno fornito solo un sostegno marginale al reddito delle famiglie. Di fatto hanno reso il consumo interno persistentemente debole, lasciando così una certa capacità di riserva per rispondere alla domanda estera. Infatti, per compensare la propria auto-imposta frugalità sul fronte politico, Pechino ha necessità della domanda estera. Anche i produttori cinesi devono affrontare dei vincoli. Ma anche pressioni inflazionistiche sui costi (specialmente su materie prime come rame, acciaio, cobalto e litio). I sondaggi sui tempi di consegna suggeriscono che questi vincoli sono molto meno stringenti che in Occidente.

L’inflazione arriva ma non è quindi un problema almeno per ora. le previsioni sull’inflazione lasciano ben sperare

inflazione e previsioni sull'inflazione 2021 - 2022

Lavoro e inflazione

Vediamo come sono collegati mercato del lavoro e previsioni sull’inflazione

Sul fronte del mercato del lavoro, nonostante i benefici della riapertura, è improbabile che il processo di recupero sia lineare. Ciò probabilmente giustifica l’impegno della Federal Reserve (Fed) a rimanere paziente e mantenere una politica accomodante per molto tempo. Ossia fino a quando non saranno visibili dei progressi sostanziali nell’economia reale. La fiacchezza del mercato del lavoro statunitense potrebbe diminuire rapidamente, ma rimane comunque significativa.

Anche il differenziale fra il tasso di disoccupazione della popolazione bianca e di quella di colore  è un’ulteriore prova che l’economia non ha ancora raggiunto il livello atteso dalla Fed. Finché questa eccessiva fiacchezza non sarà superata, i salari organici rimarranno abbastanza deboli. Peraltro, è difficile immaginare un’inflazione persistente senza una crescita sostanziale e sostenuta del reddito.

La Fed e l’inflazione

Alla luce del nuovo regime d’inflazione medio obiettivo della Fed, che tollera un periodo di inflazione prima di passare alla stretta, ci aspettiamo quindi in futuro questo tipo di politica progressiva. Dapprima un annuncio di tapering tra agosto 2021 (Jackson Hole Economic Symposium) e la fine dell’anno. Questo sarebbe da attuare nel corso del 2022 a un ritmo mensile di 10 miliardi di dollari. Vi è un programma di acquisto mensile di 120 miliardi di dollari da rilasciare, che richiederà tempo dal punto di vista procedurale. Poi un primo rialzo dei tassi entro metà del 2023. A nostro avviso, le attuali aspettative del mercato di un rialzo già nel 2022 sono estremamente conservative.

Conclusioni

Detto questo, e nonostante quello che crediamo essere un forte scenario di base, è sempre importante riflettere su come la situazione potrebbe evolvere diversamente. in altre parole verso un’inflazione elevata.

Mentre gli effetti dei prezzi di base e le interruzioni della catena delle forniture non sono, per definizione, durevoli, la carenza generalizzata di manodopera nel contesto di un mercato del lavoro in rapida contrazione, coniugata a un eccesso di domanda sostenuta da un forte stimolo monetario e fiscale, potrebbe avere un effetto completamente diverso.

Come leggere questo in merito alle previsioni sull’inflazione? Se le imprese, incoraggiate dal forte contesto di crescita, scaricassero l’aumento dei propri costi salariali sui consumatori, potrebbe innescarsi una spirale di aumento salari-prezzi. A sua volta, questo potrebbe portare a un aumento delle aspettative di inflazione in tutta l’economia. Il tutto potenzialmente incoraggiato dall’impegno della Fed a consentire all’inflazione di “andare oltre” per qualche tempo. Anche se in passato le banche centrali si sono dimostrate in grado di riportare l’inflazione sotto controllo attraverso una politica più restrittiva, non sempre si tratta di un percorso agevole; probabilmente, si rivelerà ancora più difficile se le aspettative di inflazione si sbloccano.

Per il momento, tuttavia, i costanti progressi sui due fronti delle vaccinazioni e delle riaperture confermano la nostra prospettiva di forte crescita nel 2021-2022. Questo vale per la maggior parte delle grandi economie. L’inflazione potrebbe normalizzarsi senza salire su livelli più alti. La persistenza del sostegno politico assicura la ripresa e dovrebbe prevenire una grande ricaduta, a meno ovviamente di uno shock esterno inaspettato.

L'articolo Previsioni sull’Inflazione proviene da Investire-Certificati.it.

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