certificati fiscalmente efficienti Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/certificati-fiscalmente-efficienti/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Wed, 26 Nov 2025 15:12:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.4 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png certificati fiscalmente efficienti Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/certificati-fiscalmente-efficienti/ 32 32 BNP Paribas: Natale con maxi premio https://www.investire-certificati.it/bnp-paribas-natale-con-maxi-premio/ Wed, 26 Nov 2025 15:12:19 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=40033 Sono 14 i nuovi certificati “Maxi Cash Collect” di BNP Paribas quotati dal 12 novembre sul mercato SeDeX di Borsa Italiana. Questi strumenti si distinguono per il pagamento di un maxi premio fisso pochi giorni prima di Natale, precisamente il 22 dicembre. Analizziamo nel dettaglio il funzionamento di questa nuova emissione, particolarmente utile per chi […]

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Sono 14 i nuovi certificati “Maxi Cash Collect” di BNP Paribas quotati dal 12 novembre sul mercato SeDeX di Borsa Italiana. Questi strumenti si distinguono per il pagamento di un maxi premio fisso pochi giorni prima di Natale, precisamente il 22 dicembre.

Analizziamo nel dettaglio il funzionamento di questa nuova emissione, particolarmente utile per chi ha necessità di compensare minusvalenze pregresse.

Maxi premio fisso a dicembre

Questi certificati con maxicedola prevedono, a un mese dall’emissione, l’erogazione di un maxi premio lordo compreso tra il 18% e il 20% dell’importo nominale, a seconda del prodotto scelto, indipendentemente dall’andamento dei sottostanti.

Premi in doppia cifra, con una possibile utilità doppia. Infatti, questo primo pagamento è pensato per offrire agli investitori la possibilità di sfruttare l’efficienza fiscale dei certificati d’investimento, posticipando così la scadenza delle eventuali minusvalenze realizzate nei precedenti quattro anni (ricordiamo che a fine anno scadono quelle maturate nel 2021). Il tutto a condizione di avere un intermediario che opera a compensazione immediata.

Premio condizionato ogni tre mesi

Dopo il pagamento iniziale incondizionato, nelle successive date di rilevazione trimestrali, a partire da maggio 2026, il riconoscimento del premio diventa subordinato all’andamento dei sottostanti. In particolare, conta la posizione del peggiore tra i sottostanti (worst of) rispetto al livello della barriera premio, che deve essere pari o superiore a una soglia compresa, a seconda del certificato, tra il 35% e il 60% del prezzo di riferimento.
In questo modo, è possibile ottenere un bonus trimestrale fino all’1% del nominale, per un potenziale rendimento annuo lordo del 4%.

Effetto memoria per non perdere i premi

Le barriere cedolari, relativamente profonde, consentono il pagamento del premio anche in caso di andamento negativo dei sottostanti, purché il calo non superi il livello barriera. Qualora, in una data di rilevazione, non si verifichino le condizioni per la distribuzione del premio, questo non viene perso ma viene accumulato (effetto memoria) e potrà essere recuperato se, in una successiva rilevazione, il sottostante “peggiore” torna sopra il livello della barriera.

Autocall a partire dal primo anno

certificati di investimento

Dal quarto trimestre in poi, a ogni data di valutazione, i certificati possono essere richiamati automaticamente (autocall) se la quotazione di ciascun sottostante è pari o superiore al rispettivo livello di richiamo automatico. In tal caso, l’investitore riceve, oltre al premio trimestrale, l’importo nominale e gli eventuali premi non pagati, grazie all’effetto memoria.

Il livello di autocall è inizialmente fissato al 100% del valore iniziale e diminuisce del 5% ogni anno (step-down), fino a raggiungere, nell’ultimo anno, il 90%.

Capitale condizionatamente protetto a scadenza

A scadenza, salvo il caso di scadenza anticipata per effetto dell’autocall, gli scenari possibili sono due poiché la barriera sul capitale coincide con quella del premio :

  • Se tutti i sottostanti sono pari o superiori alla barriera: l’investitore riceve il valore nominale (100 euro), oltre al premio del periodo ed agli eventuali premi in memoria.
  • Se almeno uno dei sottostanti è al di sotto della barriera: l’investitore riceve un importo commisurato alla performance negativa del sottostante con la peggiore performance, con relativa perdita sul capitale investito.

Le nuove emissioni

Le nuove emissioni di certificati si concentrano su un ampio ventaglio di sottostanti, che spazia dai principali titoli del settore bancario italiano fino ai grandi gruppi industriali e tecnologici internazionali. Tra i titoli del FTSE MIB troviamo Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM, Monte dei Paschi, Leonardo e Stellantis, spesso combinati per offrire premi interessanti mantenendo una buona distanza dalla barriera.

Sul fronte internazionale emergono società tecnologiche e industriali di rilievo globale, con titoli del Nasdaq come Amazon, Google, Microsoft, AMD, oltre a società legate all’energia e alle rinnovabili. Completano il quadro comparti più difensivi, come la farmaceutica (AbbVie, Eli Lilly, Sanofi), le utilities europee e le aziende del lusso.

Le combinazioni di queste azioni comportano premi e barriere differenti, a seconda del livello di rischio che l’investitore desidera assumere.

CODICE ISINSottostantePremio fissoPotenziale premio lordo annuoBarriera
NLBNPIT2XP70MPS, INTESA SANPAOLO, UNICREDIT18%8,25%50%
NLBNPIT2XP88MPS, BANCO BPM, BPER Banca, FINECO20%8,75%50%
NLBNPIT2XP96AZIMUT, BANCO BPM, INTESA SANPAOLO, UNICREDIT20%8,75%55%
NLBNPIT2XPA9BANCO BPM, BBVA, COMMERZBANK, RAIFFEISEN BANK INTERNATIONAL20%8,75%45%
NLBNPIT2XPB7BARCLAYS, COMMERZBANK, SOCIETE GENERALE, UBS20%8,75%50%
NLBNPIT2XPC5ENI, LEONARDO, STELLANTIS, STM 20%8,75%40%
NLBNPIT2XPD3BRUNELLO CUCINELLI, KERING, STELLANTIS20%8,75%45%
NLBNPIT2XPE1GENERALI, MONCLER, POSTE ITALIANE SPA, SNAM 18%8,25%60%
NLBNPIT2XPF8CONSTELLATION ENERGY, ENEL, EXELON, VEOLIA ENVIRONNEMENT20%8,75%50%
NLBNPIT2XPG6AMAZON, GOOGLE, MICROSOFT, SPOTIFY18,50%8,38%60%
NLBNPIT2XPH4DEUTSCHE POST, POSTE ITALIANE SPA, UBER, UPS20%8,75%55%
NLBNPIT2XPJ0AMD, ASM INT, ASML, TSM20%8,75%40%
NLBNPIT2XPK8ABBVIE INC, BAYER, ELI LILLY, SANOFI20%8,75%60%
NLBNPIT2XPL6C3.AI, Meta Platforms Inc, PALANTIR TECHNOLOGIES20%8,75%35%

Messaggio promozionale – I certificati sono prodotti complessi. Il capitale investito è a rischio. Tutti i rendimenti indicati sono lordi, con tassazione al 26%Verificare di aver compreso il funzionamento dei certificati e i rischi associati all’investimento. Ricordiamo anche che con i certificates l’investitore è esposto al rischio emittente.

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La Fiscalità nei Certificates https://www.investire-certificati.it/la-fiscalita-nei-certificates/ Mon, 03 Aug 2020 12:45:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1801 Come funziona la fiscalità nei certificates? I certificati di investimento sono definiti fiscalmente efficienti. Ma quando è effettivamente possibile la compensazione con precedenti minusvalenze? Ecco i dettagli della tassazione nei certificates e quando per l’investitore i profitti o le cedole sono considerate dal fisco come reddito diverso. La tassazione nei certificates I redditi derivanti da certificati di […]

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Come funziona la fiscalità nei certificates? I certificati di investimento sono definiti fiscalmente efficienti. Ma quando è effettivamente possibile la compensazione con precedenti minusvalenze? Ecco i dettagli della tassazione nei certificates e quando per l’investitore i profitti o le cedole sono considerate dal fisco come reddito diverso.

La tassazione nei certificates

I redditi derivanti da certificati di investimento sono soggetti ad una tassazione pari al 26%. Questo valore vale sia per i profitti derivanti da vendita (o rimborso) del certificato ad un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto che per le cedole eventualmente staccate dal prodotto finanziario durante la sua vita.

Vediamo un esempio per meglio capire l’aspetto fiscale dei certificati di investimento. Per ipotesi, poniamo che un investitore acquisti un certificato a 700 euro e lo rivenda a 900. Il profitto sarà pari a 200 euro e la tassazione su questa operazione di trading (o investimento) sarebbe pari a 52 euro, appunto il 26% di tale ammontare.

Va ricordato che sono da sottrarre a questo calcolo relativo alla tassazione nei certificates eventuali commissioni applicate dal broker o dalla banca per l’acquisto e la vendita del prodotto finanziario. La tassazione si calcola dunque sul profitto netto e non su quello lordo. Non si detrae invece l’eventuale Tobin tax, che comunque sui certificates ha un impatto particolarmente modesto.

Come funziona la fiscalità nei certificates? Quando è ammessa la compensazione delle minusvalenze?

La fiscalità dei certificati di investimento

I certificati di investimento, anche detti certificates, sono spesso definiti come fiscalmente vantaggiosi. Questo perché il loro rendimento aleatorio e non garantito, appartiene alla famiglia dei redditi diversi. Fanno eccezione soltanto i certificates a capitale protetto con cedole incondizionate, in quanto manca l’aleatorietà del rendimento.

Per l’investitore sorge dunque la possibilità di poter compensare precedenti minusvalenze in una duplice maniera. In primis con eventuali profitti derivanti dalla vendita di certificates ad un prezzo superiore al loro acquisto. Di fatto quello che viene denominato “capital gain”. Lo stesso discorso vale nel caso di un rimborso a scadenza ad un prezzo superiore rispetto a quello di acquisto del certificato. In secondo luogo, anche tramite lo stacco di cedole condizionate ad una barriera. Questo vale anche per le cedole incondizionate, a patto che non vi sia la garanzia di protezione del capitale, in caso contrario il prodotto sarebbe di fatto un’obbligazione (bond).

La compensazione delle minusvalenze nei certificates

Come funziona la fiscalità sui certificates con la compensazione delle minusvalenze? Per ipotesi, se vi fosse una precedente minusvalenza pari a 1.000 euro, questa potrebbe essere utilizzata per compensare eventuali profitti.

Vediamo un esempio su certificates e tassazione per meglio comprendere la loro fiscalità. Un investitore compra 10 certificati di investimento a 950 euro, per un totale di 9.500 euro (incluse le commissioni). Dopo un mese, questo certificato paga l’1% di cedole, ossia 10×10 = 100 euro. Questo ammontare non sarà tassato, in quanto vi era una precedente minusvalenza pari a 1.000 euro, che scenderà a 900 euro.

Ipotizziamo che il certificato paghi un altro punto percentuale di cedola condizionata per i 7 mesi seguenti. Il possessore del certificato incasserà altri 700 euro. Anche in questo caso non dovrà pagare tasse grazie alla precedente minusvalenza. Contestualmente la minusvalenza scenderà a 200 euro (grazie ad un totale di 8 cedole per complessivi 800 euro). Ecco dunque l’efficiente fiscalità dei certificates.

Tassazione al rimborso del certificato

Proseguiamo nel nostro esempio in merito alla fiscalità dei certificates. Ipotizziamo che al mese numero 9 il certificato sia richiamato ad un prezzo di 1.000 euro. L’investitore deve pagare tasse su questo profitto?

La tassazione in Italia nei certificates è al 26%, così come nel trading online

Esaminiamo il tutto. Il certificato era stato acquistato a 950 euro, quindi vi è un profitto (capital gain) di 50 euro x 10 certificates, ossia di 500 euro. Come detto vi era una precedente minusvalenza pari a 200 euro. L’investitore ottiene un profitto pari a 500 euro. Dovrà pertanto pagare una tassa sul capital gain residuo di 300 euro, ossia 78 euro.

La vantaggiosa fiscalità dei certificates ha evitato la tassazione sui precedenti 800 euro di cedole, a differenza di quanto sarebbe avvenuto con una cedola obbligazionaria o con il dividendo di un’azione.

Altri aspetti fiscali dei certificati

Va però segnalato che alcuni intermediari al momento stiano applicando la compensazione delle minusvalenze in maniera differente. Con alcune banche, infatti, la compensazione delle minusvalenze con i certificati non avviene immediatamente, ma soltanto alla scadenza del certificato o quando questo viene liquidato dall’investitore ed è
possibile calcolare prezzo di carico e di vendita (o di chiusura).

Ogni volta in cui il certificato paga una cedola con questa modalità la banca rettifica il prezzo di carico, rimandando alla scadenza calcoli definitivi. Questo potrebbe rendere più complesso il recupero delle minusvalenze. E’ pertanto necessario verificare con attenzione anche la scelta dell’intermediario scelto per gli investimenti con i certificati.

Conclusioni sulla fiscalità nei certificates

I profitti derivanti dagli investimenti con certificates sono soggetti ad una tassazione pari al 26%. Va però sottolineato come la fiscalità nei certificates sia efficiente. Sia le cedole che profitti per plusvalenze da vendita dei prodotti sono considerati “reddito diverso”.

E’ possibile la compensazione delle minusvalenze. Questo a patto che non si tratti di cedole incondizionate in un certificato a capitale protetto. Anche le cedole incondizionate rientrano dunque in tale categoria a patto che vi sia aleatorietà sul rimborso del capitale. In questo caso l’investitore le può dunque compensare con precedenti minusvalenze.

Per chi ricorre al regime amministrato i calcoli in merito alla tassazione sono svolti in automatico dalla banca. Per l’investitore che sceglie il regime dichiarativo il consiglio è quello di ricorrere ad un commercialista al fine di evitare inconvenienti in merito alla tassazione ed all’aspetto fiscale dei certificates.

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