BCE Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/bce/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Fri, 08 Aug 2025 11:07:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.4 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png BCE Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/tag/bce/ 32 32 Outlook mercati globali: tra petrolio, difesa e tecnologia https://www.investire-certificati.it/outlook-mercati-globali-tra-petrolio-difesa-e-tecnologia/ Fri, 08 Aug 2025 11:07:37 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=38317 Quali previsioni per le borse? Come si muoverà il dollaro? Outlook sui mercati finanziari.L’attuale scenario dei mercati globali è segnato da forte volatilità, tra tensioni politiche e commerciali e la continua spinta della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Nonostante il rischio di correzioni stagionali, lo slancio positivo dei listini persiste, con gli investitori sempre alla ricerca […]

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Quali previsioni per le borse? Come si muoverà il dollaro? Outlook sui mercati finanziari.
L’attuale scenario dei mercati globali è segnato da forte volatilità, tra tensioni politiche e commerciali e la continua spinta della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Nonostante il rischio di correzioni stagionali, lo slancio positivo dei listini persiste, con gli investitori sempre alla ricerca di opportunità nei settori più innovativi e resilienti.
Quanto potrà durare la corsa della tecnologia? Le banche centrali resteranno pronte a sostenere la crescita o preverrà la cautela di fronte all’inflazione?
Vediamo nel dettaglio le principali dinamiche che stanno guidando petrolio, difesa, tecnologia e valute sui mercati internazionali.

Europa: tra speranze di dialogo e rischi con i dazi

Le borse europee hanno mostrato segnali di forza, sostenute dalla speranza che Donald Trump possa mediare un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Tuttavia, il leader russo non ha ancora dato disponibilità al dialogo, mantenendo alta l’incertezza geopolitica. Sul fronte delle materie prime, il petrolio statunitense è sceso sotto un livello di supporto chiave, riflettendo la possibilità di progressi diplomatici, anche se la Russia appare meno incline a porre fine al conflitto ucraino rispetto agli auspici americani.

Gli indici azionari come lo Stoxx 600 e lo SMI svizzero hanno chiuso sopra le rispettive medie mobili, ma la solidità dei rialzi rimane fragile, minacciata dai dazi USA sulle esportazioni europee. Questa pressione tariffaria alimenta speculazioni su possibili interventi delle banche centrali, con la Banca Nazionale Svizzera che potrebbe persino valutare tassi negativi nel secondo semestre.

BCE: tassi di interesse fermi a settembre? Quali previsioni per la Banca centrale europea? Sul fronte della politica monetaria, la BCE dovrebbe mantenere i tassi invariati nel prossimo incontro, pur lasciando aperta la porta a ulteriori tagli entro l’anno. L’inflazione europea resta sotto controllo, ma la crescente divergenza tra i Paesi membri rischia di complicare le scelte future. La tendenza rimane comunque accomodante, per evitare ulteriori stress sulle economie più deboli.

Difesa: rally e correzioni tra risultati misti

Il settore della difesa europea ha vissuto una seduta difficile dopo i risultati deludenti di Rheinmetall. Il nuovo governo tedesco ha ritardato l’approvazione del bilancio, e la coincidenza con il vertice NATO ha causato lo slittamento di diversi ordini al secondo semestre. Gli investitori non hanno accolto positivamente questo: le azioni sono scese dell’8%, tornando sulla media mobile a 100 giorni.

Nel resto del comparto, i risultati del secondo trimestre sono stati eterogenei: Leonardo ha rivisto al rialzo le proprie previsioni, BAE Systems ha migliorato le stime su vendite ed EBIT (risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte), mentre Dassault Aviation ha deluso le aspettative.

Nonostante il quadro generale resti orientato alla crescita, i prezzi dei titoli del settore sembrano aver corso più delle reali prospettive economiche.

USA: stagflazione e attese sulla Federal Reserve

Federal Reserve

Quali previsioni per l’economia USA? Negli Stati Uniti, il clima di mercato si è mostrato più sfavorevole, con i titoli energetici in calo a causa della discesa del petrolio sotto i 65 dollari al barile. I dati macro non hanno aiutato: le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite ai massimi da novembre 2021 e le aspettative di inflazione sono in aumento, complici i nuovi dazi. Il quadro richiama i rischi di stagflazione, anche se la politica della Fed appare influenzata dalle mosse di Trump, che spinge per una leadership più accomodante e tagli dei tassi.

“Nonostante le attese di una correzione stagionale del 10-15% nei prossimi mesi, molti analisti vedono eventuali ribassi come opportunità di acquisto” ha spiegato Ipek Ozkardeskaya, Senior Analyst presso Swissquote Bank “La resilienza del mercato, in particolare dell’S&P 500 vicino ai massimi storici, è sostenuta da una fiducia diffusa nell’intelligenza artificiale e nelle prospettive tecnologiche”

Asia: la tecnologia traina i listini

In Giappone, il Nikkei e il Topix hanno segnato nuovi massimi, spinti dai solidi risultati di SoftBank e Sony, mentre Toyota ha subito un forte calo a causa dei dazi USA.

L’area tecnologica si conferma un rifugio per gli investitori: la domanda legata all’intelligenza artificiale resta solida, le aziende continuano a investire e a trasformare questi investimenti in ricavi, come dimostra il caso Meta. Negli Stati Uniti, i titoli dei produttori di semiconduttori hanno tratto vantaggio, in modo paradossale, dai dazi imposti da Trump: il mercato punta sulla crescita delle aziende che producono sul territorio nazionale, come Nvidia e AMD, che hanno mostrato una buona tenuta nonostante le fluttuazioni successive ai risultati trimestrali.

Valute: inflazione e divergenze sui tassi

Sul mercato valutario, il dollaro americano è sotto pressione a causa della volatilità commerciale e delle aspettative di una Fed accomodante, anche se si osservano rimbalzi in Asia. L’euro consolida i guadagni recenti contro il dollaro.

Scenario interessante per la sterlina. La moneta britannica si rafforza dopo la decisione della Banca di Inghilterra che ha ridotto il tasso di interesse, dopo una votazione serrata chiusasi 5-4. Dissidi all’interno della bank of England, che di fatto manterrà un atteggiamento vigile e prudente sull’inflazione, visto che la crescita dei prezzi nei prossimi mesi dovrebbe salire nuovamente al 4%.

Il ritorno dell’inflazione come fattore di forza valutaria segna una svolta rispetto alle dinamiche di inizio 2025, quando la politica accomodante era vista come propulsore della crescita. Ora, la divergenza tra le diverse banche centrali sarà cruciale per gli equilibri futuri anche sul mercato obbligazionario e su quello valutario.

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L’Euro Digitale: il futuro dei pagamenti in Europa https://www.investire-certificati.it/leuro-digitale-il-futuro-dei-pagamenti-in-europa/ Mon, 28 Jul 2025 08:03:22 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=38111 Presto diventerà realtà: ma cosa è l’euro digitale e cosa cambia per le borse? Pagamenti elettronici, geopolitica, sicurezza informatica: focus sul tema euro digitale Le recenti tensioni commerciali e le minacce di nuovi dazi hanno riportato in primo piano il tema della sovranità monetaria europea. In questo scenario, l’euro digitale si presenterebbe come uno strumento […]

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Presto diventerà realtà: ma cosa è l’euro digitale e cosa cambia per le borse? Pagamenti elettronici, geopolitica, sicurezza informatica: focus sul tema euro digitale

Le recenti tensioni commerciali e le minacce di nuovi dazi hanno riportato in primo piano il tema della sovranità monetaria europea. In questo scenario, l’euro digitale si presenterebbe come uno strumento fondamentale per proteggere la capacità del blocco di garantire pagamenti sicuri e autonomi. L’introduzione di una forma digitale del contante mirerebbe a rafforzare la sovranità monetaria e a preparare l’unione monetaria europea ad affrontare le sfide della digitalizzazione.

La diffusione del digitale nei pagamenti fisici

Secondo i dati della Banca centrale europea (BCE), nell’area dell’Euro nei punti vendita fisici la quota di pagamenti in contante è scesa dal 79% delle transazioni nel 2016 al 52% nel 2024. In Italia, la riduzione è stata dall’86% al 61% nello stesso periodo; dal 2022 i pagamenti alternativi al contante al punto vendita fisico si sono attestati al 51% del valore delle transazioni, superando quelli in contante (49%).

Pagamenti digitali: una crescente dipendenza da operatori extraeuropei

Il mercato dei pagamenti digitali al dettaglio nell’area euro rimane frammentato: tredici dei venti Paesi membri sono privi di uno schema di carte di pagamento nazionale e circa due terzi dei pagamenti con carta passano attraverso pochi grandi operatori non europei; una dipendenza aggravata dalla crescita dell’e-commerce nei pagamenti quotidiani.
Tra il 2019 e il 2024, in Europa la quota di pagamenti online (e-commerce) è salita dal 18% al 36% in valore e dal 7% al 21% nel numero; in Italia, rispettivamente dal 16% al 38% e dal 6% al 24%. Per questi pagamenti, il contante non rappresenta un’opzione e si utilizzano soprattutto sistemi non europei come PayPal, Visa e Mastercard.

bce banca centrale europea
Un’immagine suggestiva dell’Eurotower, la sede della BCE.

Perché l’Euro digitale ?

Queste due tendenze, l’aumento dei pagamenti digitali e la dipendenza da operatori extraeuropei, evidenziano la necessità di uno strumento di pagamento digitale universale, sicuro e accessibile, gestito direttamente dalla Banca Centrale Europea. L’euro digitale nascerebbe per offrire una soluzione europea utilizzabile sia online che offline, in tutti i Paesi dell’area euro, e garantirebbe la sovranità monetaria, la tutela dei diritti degli utenti e la stabilità del sistema. Non si tratterebbe di una criptovaluta, ma di una nuova forma di moneta pubblica, stabile e protetta, che affiancando banconote e monete rafforzerebbe la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa nel mercato dei pagamenti digitali.

Vantaggi e opportunità

L’euro digitale potrebbe offrire nuove funzionalità pratiche per cittadini e imprese. Si potrebbe trasferire denaro tra privati senza la necessità di un conto corrente, favorendo inclusività e semplicità. Per gli esercenti commerciali, sarebbe possibile ridurre le commissioni sui pagamenti, ottenere maggiore rapidità nell’incasso e gestire le transazioni in modo più efficiente. Inoltre, si potrebbe pagare offline in qualsiasi luogo abilitato, come mercati all’aperto, aree rurali o località montane, assicurando la fruibilità anche in assenza di connessione internet.

Il sistema potrebbe facilitare l’accesso ai servizi digitali per chi non dispone di competenze o strumenti bancari e promuovere sicurezza e privacy nelle operazioni quotidiane.

Rischi e criticità

L’adozione dell’euro digitale comporterebbe alcune potenziali criticità. Un rischio riguarderebbe la stabilità finanziaria: un massiccio trasferimento di depositi dalle banche potrebbe indebolire il sistema creditizio, per questo si prevederebbero limiti alla quantità detenibile e nessun interesse sulle somme digitali.

Sul fronte della sicurezza informatica, il sistema dovrebbe essere protetto da attacchi cibernetici e tentativi di frode, mentre la privacy dei cittadini dovrebbe essere garantita, bilanciando riservatezza e prevenzione delle attività illecite. Infine, sarebbe fondamentale assicurare l’inclusione digitale di tutti gli utenti, evitando che le fasce più vulnerabili siano escluse dai nuovi strumenti di pagamento.

Conseguenze finanziarie potenziali

Cosa cambia per le borse con l’euro digitale? Difficile dirlo, possiamo soltanto provare a prevederlo. Molto probabilmente, nel breve termine, l’introduzione dell’euro digitale potrebbe avere effetti limitati sui mercati valutari. Ma nel lungo termine? Forse – in caso di buon andamento del progetto si potrebbe rafforzare il ruolo dell’Euro a livello internazionale, grazie a una minore dipendenza dai circuiti di pagamento extraeuropei e dal dollaro.

E per le stocks? Sul fronte azionario, i settori bancario e fintech sarebbero i più coinvolti: le banche dovrebbero affrontare investimenti tecnologici e adattarsi a nuove modalità operative, mentre le aziende più innovative potrebbero trarre vantaggio dalle opportunità offerte, come la crescita dei servizi digitali e dei wallet. Una riduzione delle commissioni sui pagamenti potrebbe favorire la competitività. Certo, come sempre capita, chi non saprà adeguarsi rischierà di essere penalizzato.

Per quanto riguarda i bond, l’arrivo dell’euro digitale non dovrebbe avere impatti diretti sui rendimenti, ma potrebbe facilitare l’azione della BCE nella gestione dei tassi di interesse e della liquidità, rendendo le politiche monetarie più efficienti e reattive.

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Il 2024 della BCE https://www.investire-certificati.it/il-2024-della-bce/ Thu, 11 Jan 2024 17:28:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=31816 Nel 2024 la Bce dovrà abbassare i tassi di interesse: ma quando? Mentre l’inflazione della zona euro conferma le attese degli analisti, riportando un’accelerazione su base annua al 2,9%, ma anche una discesa del dato core al 3,4%, molti chiedono che nel 2024 la presidente della Banca Centrale Europea faccia al più presto scendere i […]

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Nel 2024 la Bce dovrà abbassare i tassi di interesse: ma quando? Mentre l’inflazione della zona euro conferma le attese degli analisti, riportando un’accelerazione su base annua al 2,9%, ma anche una discesa del dato core al 3,4%, molti chiedono che nel 2024 la presidente della Banca Centrale Europea faccia al più presto scendere i tassi prima che possano danneggiare l’economia.

Una voce in tal senso è arrivata da vari politici. “L’inflazione fortunatamente sta calando, adesso ci stiamo battendo anche per i tassi di interesse”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. “Sono mesi che dico che la Banca centrale europea sbagliava ad aumentare il costo del denaro, perché la nostra inflazione era provocata da una guerra e non da una crisi di crescita come in America. Ora speriamo che la Bce decida di abbassare il costo del denaro per rilanciare l’economia; altrimenti andiamo in recessione“. Il giudizio pare tuttavia in qualche modo sottostimare i rischi di un ritorno dell’inflazione, di cui ben conosciamo i danni sull’economia reale (e sul potere d’acquisto dei cittadini).

Europa

Anche secondo Carlo Cottarelli, docente dell’Università Cattolica, la situazione dell’inflazione in Eurozona permette ora un taglio dei tassi. Praticamente impossibile, però, che ciò accada nella riunione Bce del 25 gennaio. La presidente della Bce infatti ed il direttivo della banca centrale non hanno ancora discusso questo scenario, stando a quanto emerso dall’ultimo meeting del 2023: «L’inasprimento delle condizioni di finanziamento sta smorzando la domanda e questo sta contribuendo a spingere al ribasso l’inflazione». C’è da chiedersi se veramente questa inflazione sia stata provocata da eccesso di domanda come affermano dalla Bce e quanto abbiano influito le politiche monetarie espansive degli ultimi anni, peraltro necessarie per superare la crisi post pandemia.

Le previsioni sui tassi BCE

Come si muoveranno i tassi della BCE nel 2024? Al momento il costo del denaro è ai massimi storici: 4,50%. Per quanto riguarda l’inflazione, gli esperti prevedono che la componente core (che esclude il settore energia e alimentari) si attesterà in media al 2,7% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e al 2,1% nel 2026. Secondo Barclays quindi la Bce inizierà ad abbassare i tassi solo a luglio 2024. Bloomberg invece si aspetta un primo taglio già a marzo 2024. Secondo Goldman la Banca centrale europea taglierà i tassi di interesse di 25 punti base in ciascuna riunione a partire da aprile 2024.

Quali saranno le previsioni corrette per i tassi della BCE nel 2024? Sarà il tempo a dircelo. Se la politica monetaria della Banca centrale europea dovesse rimanere troppo a lungo rigida andremo incontro ad un periodo di crescita stagnante. Tale periodo sarà tanto più pesante quanto l’inflazione scenderà rapidamente, segno evidente di una politica monetaria troppo rigida.

Appare comunque scontato che i tassi scenderanno nei prossimi mesi. Ma chi beneficerà di una prossima discesa dei tassi della Bce in Europa? Molto probabilmente i Bund tedeschi, ma anche i titoli di Stato degli altri paesi, come gli OAT francesi, I bonos spagnoli ed i BTP italiani. La discesa dei tassi è un’ottima notizia anche per chi vuole contrarre un mutuo, mentre chi ha denaro sui conti correnti e conti deposito incasserà meno interesse.

Tassi BCE grafico
Tassi di interesse nella BCE. La salita del 2022 dopo anni di tassi a zero.

Le prossime riunioni della Bce sulla politica monetaria

  • 25 gennaio 2024
  • 7 marzo 2024
  • 11 aprile 2024
  • 6 giugno 2024

Nel 2024 il calendario BCE prevede anche altri appuntamenti non strettamente di politica monetaria

  • 21 febbraio 2024
  • 8 maggio 2024
  • 22 maggio 2024
  • 19 giugno 2024

BCE: chi è il presidente Christine Lagarde

Christine Lagarde non è un ex banchiere, ma un’ex avvocata d’affari. La sua carriera legale inizia presso l’ufficio parigino dello studio legale internazionale con sede a Chicago, Baker & McKenzie, dove si è specializzata in diritto del lavoro, antitrust e fusioni e acquisizioni. Partner dello studio all’età di 31 anni e a 43 anni ne è diventata presidente. Dopo essere stata ammessa al Foro di Parigi, è passata allo studio legale internazionale Baker & McKenzie come associata nel 1981, specializzandosi in diritto del lavoro e antitrust, nonché in fusioni e acquisizioni.

Nel 2005, la troviamo a dirigere il Ministero del Commercio estero della Francia, e nel 2007 è nominata Ministra dell’Economia, dell’Industria e dell’Occupazione. Nel 2011, viene nominata Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), dove ha gestito la crisi del debito sovrano europeo. Alla scadenza è stata rieletta per un secondo mandato.
Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) dal 2019, succedendo a Mario Draghi. Da allora, ha guidato la politica monetaria dell’area dell’euro.

Le critiche al presidente della BCE

Christine Lagarde si può dire che, grazie al suo stile di leadership e per la sua capacità di ottenere consenso politico, abbia costruito una carriera invidiabile e di alto profilo. Tuttavia non sono mancate le critiche alla sua politica monetaria come Presidente della Bce. Certamente non è un’economista professionista, non ha esperienza di banca centrale e la sua carriera precedente non è strettamente legata a tematiche di politica monetaria. Inoltre, talvolta ha peccato anche nei modi (un tema non da poco quando si governa una Banca Centrale).

Alcuni osservatori della Bce vedono Lagarde più come un personaggio politico, che come un banchiere centrale vero e proprio. Quello che le manca certamente è l’abilità di Mario Draghi nel comunicare adeguatamente con il mercato finanziario. Clamorosa la sua gaffe sugli spread alla prima conferenza stampa, gaffe che ha fatto scendere le borse ed allargato gli spread con il Bund tedesco. Alcuni giornalisti da quel momento l’hanno scherzosamente soprannominata “Madame Lagaffe“!

Lo scoglio dei tassi

Il tema tassi di interesse è centrale anche per chi ha un mutuo. Alcuni critici sostengono che la politica di tassi di interesse negativi della Bce potrebbe avere effetti a lungo termine sulla stabilità finanziaria. Inoltre potrebbe scoraggiare il risparmio e l’investimento, il che potrebbe avere effetti a lungo termine anche sulla crescita economica.

Chi vuole contrarre un nuovo mutuo sulla casa è meno incoraggiato a farlo e chi ha un mutuo con tassi variabili si trova in seria difficoltà. La risposta sul tema dalla BCE di fatto è stata che l’obiettivo della Banca Centrale è un’inflazione al 2% in Eurozona. Il tutto ricordando agli Stati europei l’importanza di un nuovo patto di stabilità, per poter dare ordine e forma alla crescita sostenibile in termini climatico-ambientali e di conti pubblici. Forse un pò poco. Al tempo stesso, con i tassi fissi estremamente convenienti degli anni scorsi viene da chiedersi come mai in molti abbiano optato per tassi variabili. Si trattava di anni in cui i Bot e i BTP con scadenze non lunghissime erano arrivati a offrire tassi negativi, ed i mutui a tasso fisso erano decisamente vantaggiosi.

Le critiche del prof. Giulio Sapelli

“Sapelli critica Lagarde” lo avrete probabilmente letto sui giornali in questi anni. Vediamo perchè. Il Prof. Giulio Sapelli ex direttore di studi alla scuola degli Alti Studi in Scienze Sociali di Parigi e Ordinario di Storia Economica dell’Università degli Studi di Milano, è forse l’economista più fortemente critico sulla politica della Presidente della BCE. Sostiene che il presidente della Bce sia completamente scollegata dalla economia reale e che l’Europa sia priva di una vera politica monetaria.

L’inflazione, contro la quale Christine Lagarde (come anche la stessa Federal Reserve, però) si dimostra inflessibile, non è causata da un aumento dei salari, che anzi sono rimasti fermi e datati. Gli strumenti messi in atto dalla Bce secondo questa teoria sarebbero inefficaci, e potenzialmente letali per le imprese e le famiglie.

Nell’economia attuale, secondo l’economista salita della inflazione è causata da scarsità di offerta, un tipo di inflazione che si combatte non con i tassi, ma con incentivi alla produzione e con maggiori investimenti. E’ chiaro che su questa penuria di offerta ha influito l’economia di guerra che ha condizionato ogni economia nel mondo. Non abbassare i tassi prontamente significa che la Bce è guidata maldestramente e sta penalizzando imprese e famiglie europee. Chi ha ragione?

Sembra che la stessa Bce riconosca qualche errore, nella visione riportata dal giornale “La Verità”.La Bce, banca centrale europea.

BCE: una banca centrale da migliorare

Qui bisogna però riflettere su una deficienza strutturale della Bce. Alla Banca centrale europea manca probabilmente un tassello. Una banca centrale oltre alla lotta all’inflazione deve avere un secondo obiettivo: la piena occupazione della forza lavoro.

In altre parole deve tutelare il lavoro ed i livelli di occupazione stimolando gli investimenti. Chiaramente la disoccupazione ha varie tipologie, cause e medicine. Che non sia un compito facile coordinare inflazione e piena occupazione lo dimostra la politica della Fed, la banca centrale degli Stati Uniti, sempre molto attenta e veloce nell’adeguarsi all’economia reale.

La piena occupazione

Secondo la teoria classica, l’obiettivo della piena occupazione è raggiunto tramite la flessibilità dei prezzi dei fattori produttivi (in teoria capitale e lavoro) e l’uguaglianza tra la domanda di produzione e l’offerta, il che è possibile solo se gli investimenti almeno eguagliano i risparmi. Ma gli investimenti ora dipendono in sostanza dai tassi di interesse decisi dalla Bce in maniera molto rigida. Quindi in questo periodo molti politici invitano la presidente della Bce a far scendere i tassi rapidamente per liberare risorse per gli investimenti.
Le critiche del prof Sapelli non si fermano qui; dopo aver anche criticato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, definendola “inadeguata” ha sostenuto che l’unica cosa che apprezza della presidente della Bce sono i tailleur Chanel.

Quanto guadagna Christine Lagarde?

Chiudiamo con una nota di colore: Quanto guadagna Miss Lagarde alla guida della BCE? Ha un compenso annuo di 427.560 euro, oltre 35.000 euro al mese. Il tutto è proporzionato con gli stipendi della BCE, che partono da oltre 3.800 euro netti. Il compenso base della Lagarde precede quello del vice-presidente, il portoghese de Guindos Jurado, che riceve circa 365.000 euro, seguito dagli altri quattro membri del board esecutivo. Fra questi troviamo Panetta, che riceve 305.400 euro, medesimo importo base incassato anche dal responsabile del Consiglio di Vigilanza, Andrea Enria.

Stipendi della BCE

Vale poi la pena ricordare come il presidente della Bce è nominato dal consiglio europeo a maggioranza qualificata. Il mandato di Christine Lagarde dura 8 anni e non è rinnovabile. Scadrà nel 2027.

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BCE – La Banca Centrale Europea https://www.investire-certificati.it/bce-la-banca-centrale-europea/ Tue, 07 Nov 2023 20:50:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=29642 BCE - Cosa significa? Cos'è, cosa fa, chi la governa? Gli strumenti e gli obiettivi, la storia e che effetto ha sui mutui la Banca Centrale Europea? Perché la BCE decide di alzare i tassi di interessi?

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BCE – Cosa è la BCE, cosa fa e chi governa la BCE? Gli strumenti e gli obiettivi, la storia. Che effetto ha sui mutui la Banca Centrale Europea? Perché la BCE decide di alzare i tassi di interessi?

Cosa significa BCE

L’acronimo BCE (in inglese ECB) indica letteralmente la Banca Centrale Europea. La BCE è una delle maggiori banche centrali a livello mondiale, con la Federal Reserve, la Banca Centrale giapponese, la Banca Popolare cinese e la Bank of England. Attualmente è governata dalla francese Christine Lagarde, che è succeduta a Mario Draghi il 1 novembre 2019. La sede centrale della BCE è a Francoforte, in Germania, nel grattacielo chiamato Eurotower.

La struttura della BCE – la Banca Centrale Europea

La Banca Centrale Europea è dotata di tre organi decisionali: il Comitato esecutivo, il Comitato direttivo ed il Consiglio generale. Andiamo ora ad approfondirli nel dettaglio, esaminando le loro funzioni.

Il comitato esecutivo

Il Comitato esecutivo, che è formato dal Presidente e dal Vicepresidente della BCE e da altri quattro membri nominati dalle più alte cariche degli stati dell’eurozona. Il mandato è di otto anni e non è rinnovabile. Il Comitato esecutivo ha il compito di governare il mercato al fine di raggiungere gli obiettivi della BCE (che approfondiremo in seguito). Decide inoltre sulla politica monetaria e quindi anche sui tassi di interesse e sulle riserve monetarie dell’eurozona. Solitamente il Comitato esecutivo si riunisce ogni quindici giorni e ogni sei settimane valuta le politiche monetarie ed economiche da effettuare.

Il Consiglio direttivo

Il Consiglio direttivo, che è formato dai presidenti delle Banche Centrali dell’eurozona e dai sei membri del comitato esecutivo. I suoi compiti consistono nella preparazione degli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio esecutivo; dell’attuazione delle politiche monetarie (in base a quanto stabilito dal Consiglio esecutivo); nella gestione delle pratiche correnti della BCE e altri poteri minori. I membri del Consiglio direttivi sono eletti dalla maggioranza qualificata del Consiglio europeo.

Il Consiglio generale

Il Consiglio generale, a cui partecipano tutti i governatori di tutte le Banche Centrali dell’Unione Europea, oltre al Presidente ed al Vicepresidente della BCE. Possono inoltre partecipare anche il Presidente del Consiglio UE ed un membro della Commissione Europea, ma senza diritto di voto. I suoi compiti sono svariati: dalle funzioni consultive al fornire dati statistici, dalla redazione del rapporto annuale della BCE alla fissazione del tasso di cambio di conversione delle valute dei vari stati che stanno per entrare nell’eurozona. Inoltre, come previsto dallo statuto, il Consiglio generale quando tutte le nazioni dell’UE avranno adottato l’euro sarà sciolto.

Chi governa la Banca Centrale Europea?

Come detto in precedenza, l’attuale presidente della BCE è la francese Christine Lagarde. La dottoressa Lagarde è la quarta governatrice della Banca Centrale Europea e la prima donna a sedere sulla poltrona più importante dell’Eurotower. Il primo presidente è stato l’olandese Wim Duisenberg che ha ricoperto l’incarico dal 1° giugno 1998 al 31 ottobre 2003. A succedergli è stato il francese Jean-Claude Trichet governatore dal 1° novembre 2003 al 31 ottobre 2011. L’ultimo governatore è stato l’italiano Mario Draghi dal 1° novembre 2011 al 31 ottobre 2019.

Gli obiettivi della BCE – la Banca Centrale Europea

La stabilità dei prezzi

bce, eurotower
L’Eurotower di Francoforte, la sede della BCE

L’obiettivo primario della Banca Centrale Europea è il mantenimento della stabilità dei prezzi dei paesi dell’eurozona. La stabilità dei prezzi dovrebbe essere un fattore di crescita, in linea teorica, per l’occupazione e lo sviluppo economico. Nello specifico, l’obiettivo dichiarato dalla BCE è storicamente pari ad un’inflazione del 2%.

Sostenimento delle politiche economiche

In secondo luogo, la BCE, interviene per sostenere le politiche economiche dell’eurozona sostenendo i Paesi. Questo viene fatto per ottemperare all’articolo 3 del Trattato sull’Unione Europea. Questo articolo, al terzo comma prevede infatti che “L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente.”

Vigilanza sugli enti creditizi

Coordinandosi con le varie Banche Centrali nazionali la BCE si occupa di vigilare sui mercati finanziari ed inoltre di vigilare sulla stabilità delle istituzioni autorizzate all’erogazione creditizia. Questo viene fatto per accertare la sicurezza e la stabilità del sistema economico. La Banca Centrale Europea verifica inoltre sul regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.

Gli strumenti della BCE – la Banca Centrale Europea

Dopo aver approfondito i principali obiettivi a disposizione della Banca Centrale Europea, è naturale chiedersi di che strumenti la politica abbia dotato la BCE.

Gli strumenti principali sono questi:

  • gestione dei tre tassi di riferimento, il principale mezzo per intervenire sul costo del denaro. Nel dettagli i tre tassi sono:
    • il tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali;
    • tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale;
    • tasso sui depositi presso la banca centrale.
bce euro la banca centrale europea
  • operazioni di mercato aperto (attraverso le quali la BCE stabilisce la quantità di moneta presente nel sistema);
  • operazioni attivabili su iniziativa delle controparti;
  • detenzione di riserve obbligatorie (che a seconda dei casi sono minime o richieste);
  • programmi di acquisto di attività;
  • operazioni definitive monetarie;
  • strumento di protezione del meccanismo di trasmissione;
  • “forward guidance” ovvero delle indicazioni prospettiche riguardanti le intenzioni future di manipolazione dei tassi di interesse;
  • operazioni di rifinanziamento a più lungo termine.

Bisogna inoltre ricordare che la BCE è l’unico soggetto abilitato ad autorizzare l’emissione di euro e che detiene le riserve ufficiali degli stati membri. Per chi volesse approfondire vi rimandiamo al punto C di questo articolo sul sito del Parlamento Europeo.

La storia della BCE e dell’area euro

La Banca Centrale Europea è un’istituzione piuttosto recente. Infatti è stata istituita solamente nel 1998. Per comprendere al meglio le dinamiche che hanno portato alla fondazione della BCE bisogna ricordare alcune tappe fondamentali della storia dell’Unione Europea.

Prima della BCE

Nel secondo dopoguerra sei nazioni decisero intraprendere un percorso di crescita condivisa ed amicizia. Italia, Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi infatti col Trattato di Parigi del 18 aprile 1951 danno vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). Questo è il primo passo che porta, col passare degli anni, alla Comunità Economica Europea, all’ingresso di nuovi paesi all’interno della Comunità ed all’idea del mercato unico europeo e della libera circolazione di merci e persone.

La nascita della BCE

In questo contesto, verso la fine della Guerra Fredda, nel giugno del 1988, il Consiglio Europeo decise di dare mandato ad un comitato guidato dal Presidente della Commissione Europea di allora, Jacques Delors, per studiare un programma per il conseguimento dell’Unione Economica e Monetaria.

I lavori del comitato portarono ad un piano a tre fasi:

euro, bce, banca centrale europea
  • il 1 luglio 1990 furono via via eliminate le restrizioni riguardanti la libera circolazioni dei capitali tra i vari paesi dell’accordo;
  • dal 1 gennaio 1994 fu creato l’Istituto Monetario Europeo (IME). Venne inoltre stabilito il divieto di finanziamento del settore pubblico dalle banche centrali nazionali. Nel 1995 venne stabilito il nome della nuova valuta: l’euro. Negli anni seguenti vennero decisi i criteri, i tassi di cambio e i disegni raffigurati sui vari tagli degli euro. Nel 1997 venne inoltre siglato il Patto di stabilità. Fu in questa fase, nel 1998, che venne creata la BCE ed i suoi organi dirigenti. I primi 11 paesi che soddisfacevano le condizioni per aderire all’euro (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia) si riunirono il 25 maggio 1998 e diedero vita alla BCE con effetto dal 1 giugno del medesimo anno (che sostituì l’IME).
  • a partire dal 1 gennaio 1999 si sono fissati i tassi di cambio e l’euro è entrato effettivamente in circolo, sostituendo le vecchie valute, a partire dal 1 gennaio 2002.

I primi anni della Banca Centrale Europea

Durante i primi anni 2000 si sono uniti alcuni altri paesi alla zona euro: Grecia (2001), Slovenia (2007), Cipro e Malta (2008), Slovacchia (2009), Estonia (2011), Lettonia (2014), Lituania (2015) ed infine Croazia (2023).

Con la crisi del 2007-2008 la Banca Centrale Europea ha dovuto dotarsi di alcuni strumenti non convenzionali per sostenere le economie martoriate del Vecchio Continente. Vennero così creati, tra gli altri, i tassi negativi, lo strumento del “forward guidance” (giugno 2013), il programma di acquisto di asset OMT (per scongiurare l’uscita dall’Eurozona di alcuni paesi, che non fu mai applicato). Celebre fu anche il programma del Quantitative easing (QE) che sostenne le economie a partire dal 2015.

Superata la crisi, agli inizi della presidenza Lagarde, sopraggiunse il Coronavirus. Dopo alcune dichiarazioni iniziali quanto minimo disastrose della neo-governatrice che turbarono notevolmente il mercato (la Borsa Italiana chiuse quel 12 marzo 2020 con un -16,92%) la BCE si assunse le sue responsabilità e istituì, assieme alla politica, delle importanti manovre a supporto dell’economia.

Durante la crisi causata dal Coronavirus è sopraggiunta la guerra tra Russia ed Ucraina che sommata ad altre problematiche, tra cui il notevole aumento dei costi energetici, ha causato una forte bolla inflattiva a livello globale.

La BCE alza i tassi di interesse

Perchè la BCE alza i tassi? Ormai da tempo, la BCE sta rientrando dalle politiche espansionistiche per cercare di ridurre la forte inflazione. Con i nuovi aumenti di settembre 2023 (il decimo consecutivo), la BCE ha portato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 4,50%: il massimo della sua storia.

Gli aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE mirano principalmente a limitare l’inflazione, anche a costo di penalizzare la crescita economica.

Cosa capita quando la BCE alza i tassi? Chiaramente salgono i tassi dei mutui. In particolare, chi ha contratto un mutuo a tasso variabile vede le sue rate salire. Al tempo stesso chi contrae un mutuo paga tassi più alti. Se la BCE alza i tassi salgono anche i rendimenti per chi investire su titoli di Stato, come i BTP, altri prodotti obbligazionari o conti deposito. Ecco quindi le conseguenze dei rialzi dei tassi della BCE.

Grafico tassi BCE

Tassi BCE

Per approfondire

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La BCE alza i tassi al 4,25% – Previsioni Tassi di IG Italia https://www.investire-certificati.it/bce-tassi-interesse-rialzo/ Thu, 27 Jul 2023 14:42:16 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28916 Dopo la Federal Reserve, che ha alzato i tassi portandoli ai massimi da oltre 20 anni, toccava alla BCE, la Banca Centrale Europea: quali previsioni per i tassi della BCE? Ecco di seguito il commento di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. La BCE alza i tassi BCE conferma attese e alza tassi […]

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Dopo la Federal Reserve, che ha alzato i tassi portandoli ai massimi da oltre 20 anni, toccava alla BCE, la Banca Centrale Europea: quali previsioni per i tassi della BCE? Ecco di seguito il commento di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

La BCE alza i tassi

BCE conferma attese e alza tassi di 25 punti base, con il nono rialzo consecutivo. Toni non “hawkish” in conferenza stampa. Sul Forex market il cambio EUR/USD crolla sotto 1,10.

Europa

Come ampiamente previsto la Banca Centrale Europea ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale è salito dal 4% al 4,25%,  quelli sui depositi dal 3,50% al 3,75%. Nel comunicato unica sorpresa è stata la decisione di non remunerare (tasso allo 0%) le riserve minime obbligatorie che le banche devono lasciare nelle casse dell’istituto di Francoforte, scelta presa per preservare l’efficacia della politica monetaria. Tale decisione ha avuto un impatto immediato su tutte le banche ma soprattutto su quelle tedesche (Deutsche Bank -3% e Commerzbank -2%).

Quali previsioni per i tassi della BCE?

Non sono chiare le prossime decisioni della BCE, difficile fare previsioni. Il comunicato non ha lasciato alcuna indicazione sulle prossime mosse nel meeting di settembre. Anche in conferenza stampa il governatore Lagarde non è caduto nelle richieste insistenti dei giornalisti su quali saranno le prossime scelte sui tassi. Lagarde ha dichiarato l’ovvio (non ci sarà un taglio dei tassi) e mantenuto un posizionamento dipendente dall’andamento dei dati macroeconomici in particolar modo inflazione headline e inflazione core. Come espressamente detto dalla numero uno dell’istituto di Francoforte ci saranno 2 dati sulle pressioni inflazionistiche prima della riunione del Consiglio Direttivo del 14 settembre che saranno fondamentali nrel processo di decision making.

I toni e la comunicazione in conferenza stampa non sono stati particolarmente “hawkish”. Lagarde ha ricordato come l’outlook delle economie europee di breve è peggiorato a causa di un indebolimento della domanda interna e come il mercato del credito ha mostrato chiari segnali di contrazione (report della BCE sui prestiti alle imprese). Questi elementi hanno lasciato intendere come nelle discussioni del Consiglio ci sia stato qualche pressione sul fare una pausa il prima possibile per evitare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche.

Le previsioni di IG sulle prossime azioni della BCE

Vediamo le previsioni di IG per le prossime mosse della BCE. Manteniamo, nonostante le parole della Lagarde, una view restrittiva sulla politica monetaria della BCE. Le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono su livelli troppo elevati e ben superiori ai limiti di tolleranza della banca centrale. Ci aspettiamo almeno un ulteriore rialzo del costo del denaro nei meeting del 14 settembre o del 26 ottobre. E’ evidente che la comunicazione della Lagarde ha lasciato intendere che una pausa nel ciclo di rialzi dei tassi è molto vicina.

Cambio Euro / Dollaro

Reazione Euro/Dollaro -150 pips da 1,1140 a 1,0990 sul forex market: la reazione più sorprendente è quella della coppia valutaria EUR/USD che scende notevolmente per due ragioni:

  1. Toni non hawkish da parte della Lagarde che non svela le prossime azioni della Bce a settembre;
  2. Dati macroeconomici molto positivi pubblicati negli Stati Uniti (ordini di beni durevoli e PIL ben superiori alle attese, richieste di sussidi di disoccupazione inferiori alle aspettative e in calo rispetto alla settimana precedente.

Una combo di parole e dati che ha portato a un forte ribasso delle quotazioni del cambio euro dollari (EUR/USD) sulla scia della debolezza della moneta unica e della forza del biglietto verde.

Grafico EURUSD
Grafico euro dollaro dalla Piattaforma di IG

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Politica Monetaria della BCE https://www.investire-certificati.it/politica-monetaria-della-bce/ Thu, 04 May 2023 15:01:58 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28161 Previsioni sulla Politica Monetaria della BCE e sui tassi di interesse. Report a cura di HSBC. Come a marzo, la BCE ha affermato che l’inflazione dovrebbe rimanere “troppo elevata per un periodo troppo lungo”. Non ha fornito alcuna indicazione esplicita di politica monetaria, se non quella di ribadire l’importanza di un approccio basato sui dati. […]

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Previsioni sulla Politica Monetaria della BCE e sui tassi di interesse. Report a cura di HSBC.

Come a marzo, la BCE ha affermato che l’inflazione dovrebbe rimanere “troppo elevata per un periodo troppo lungo”. Non ha fornito alcuna indicazione esplicita di politica monetaria, se non quella di ribadire l’importanza di un approccio basato sui dati. Tuttavia, il fatto che la Banca Centrale abbia dichiarato che assicurerà che i tassi di policy “saranno” ricondotti a livelli sufficientemente restrittivi lascia intendere che la traiettoria di rialzo dei tassi non è ancora giunta al termine. Questa view di politica monetaria è in linea con la nostra previsione secondo cui il mese prossimo ci sarà un altro rialzo dei tassi di 25 punti base. Vi è il rischio che i rialzi proseguano fino a luglio.

Sembra inoltre probabile l’annuncio di un’accelerazione del ritmo del QT. Le richieste di una più rapida riduzione del bilancio della BCE si sono fatte più pressanti. Isabel Schnabel ha affermato (27 marzo) che un tale riduzione è necessaria per tre motivi:

  • ripristinare lo spazio di manovra della BCE;
  • mitigare gli effetti collaterali indesiderati;
  • eliminare la politica accomodante.

Politica Monetaria della BCE

Quale politica monetaria da parte della BCE? L’accelerazione del QT, che fornisce un certo grado di inasprimento monetario, è stata senza dubbio un altro fattore che ha rallentato il ritmo dei rialzi dei tassi. Infatti, i falchi del Consiglio Direttivo che avrebbero preferito un altro rialzo di 50 punti base potrebbero essere scesi a compromessi pur di aumentare il QT.

Europa

Inoltre, l’impatto restrittivo della riduzione del bilancio potrebbe essere notevole. In un discorso del 16 febbraio, il Chief Economist Philip Lane ha affermato che una riduzione del bilancio pari a 1 trilione di euro nell’arco di tre anni potrebbe ridurre l’inflazione di 0,3 punti percentuali. Si tratta quindi di un’entità più o meno pari all’impatto inflazionistico che avrebbe un aumento dei tassi di 100 punti base. In altre parole, l’analisi di Lane suggerisce che l’impatto totale sull’inflazione della riduzione del bilancio per 1 trilione di euro potrebbe essere pari a quello di quattro aumenti dei tassi di interesse di 25 punti base ciascuno.

Riduzione bilancio della BCE

L’annuncio dell’interruzione del reinvestimento del Programma di Acquisto di Asset partire da luglio comporta una riduzione del bilancio di circa 0,5 miliardi di euro entro la fine del 2024 solo grazie al Programma di Acquisto di Asset. Ma se si considerano anche i TLTRO della BCE, per i quali è prevista una scadenza di 1,1 miliardi di euro tra giugno 2023 e dicembre 2024, la riduzione totale del bilancio della BCE tra marzo 2023 e la fine del prossimo anno potrebbe aggirarsi intorno a 1,5 miliardi di euro.

Questo a meno che una parte dei fondi TLTRO non venga ritirata – e su questo punto la BCE sta chiaramente lasciandosi più opzioni aperte – questa scelta presuppone un ulteriore significativo inasprimento secondo i calcoli di Lane (fattore che implicherebbe una riduzione dell’inflazione di 0,5 punti base, a parità di altre condizioni).

Ecco dunque un focus con previsioni sui tassi e politica monetaria della BCE.

Ancora sul tema banche centrali, ricordiamo il Calendario riunioni Banca Centrale Europea 2023 e quello della Federal Reserve.

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Aumento Tassi BCE: e il Mutuo Casa? https://www.investire-certificati.it/aumento-tassi-bce-e-il-mutuo-casa/ Tue, 14 Jun 2022 08:06:23 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=23285 Dopo l’aumento dei tassi da parte BCE, la Banca Centrale Europea, cosa succede al mio mutuo casa? Questa è la domande che si fanno molti proprietari di case che hanno acceso mutui in un periodo più favorevole. Quanto può aumentare il mio mutuo casa a tasso variabile? Dopo questo primo aumento dei tassi da parte […]

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Dopo l’aumento dei tassi da parte BCE, la Banca Centrale Europea, cosa succede al mio mutuo casa? Questa è la domande che si fanno molti proprietari di case che hanno acceso mutui in un periodo più favorevole. Quanto può aumentare il mio mutuo casa a tasso variabile? Dopo questo primo aumento dei tassi da parte della BCE di 0,25% ci saranno altri aumenti dei tassi?

Quale mutuo prima casa casa conviene: fisso o variabile?

L’aumento dei tassi Bce di 25 punti base ad iniziare da luglio, anche se atteso da tempo, provocherà un aumento del mutuo casa. Ma il mutuo casa può essere fisso ed ha come riferimento l’IRS, oppure variabili basati sul Euribor. Per fortuna più del 90 per cento dei mutui casa degli negli ultimi anni ha scelto il tasso fisso. Non solo. Molti risparmiatori che avevano sottoscritto tassi variabili con la surroga si sono spostati gratis sul mutuo a tasso fisso. Alla luce delle recenti news di politica monetaria e di tassi di interesse della BCE un’ottima decisione.

Quanto costa in più un mutuo a tasso variabile?

Questo primo aumento dei tassi BCE, secondo Codacons, su un mutuo casa a tasso variabile a 30 anni da 200mila euro a 30 anni causerà un maggiore costo del mutuo di 552 euro all’anno; sono circa 46 euro in più a rata mensile. Viceversa un mutuo a tasso fisso può aumentare dello spread che viene aggiunto all’IRS (gli swap che servono di copertura del rischio). Di solito le banche si fanno carico di parte dello spread per tenere fisse le rate, ma tuttavia potrebbero cambiare politica e scaricarlo in parte o interamente sui clienti.

Aumento dell’inflazione e dei mutui

L’aumento dell’inflazione ed il notevole debito pubblico italiano fanno presagire in futuro un aumento dei tassi BCE. Alcune previsioni vedono i tassi della BCE già intorno all’1% verso fine 2022, per salire poi all’1,50% nel 2023. Probabilmente quindi anche il costo del mutuo fisso per la casa è destinato a salire.

L’aumento di un mutuo prima casa in ogni caso non avviene all’improvviso; anzi è già iniziato da tempo. infatti i tassi fissi sono già saliti ed attualmente un mutuo medio non costa meno del 2,4% (TAN, tasso annuo nominale). Invece un mutuo casa variabile può essere finanziato al 0,65%; ovviamente il costo è destinato a salire.

Ci sarà un nuovo aumento dei tassi BCE?

Vista l’attuale crescita dell’inflazione la presidente della BCE Christine Lagarde si è riservata di decidere in autunno un nuovo aumento di 0,25 o nella peggiore ipotesi di 0,50%. In questo caso il mutuo casa a tasso variabile, farebbe lievitare di 10.800 euro il mutuo casa a 20 anni, di 12.600 euro il mutuo casa a 25 anni. Quale impatto invece su un mutuo casa a 30 anni? In questo caso il mutuo salirebbe mediamente di 16.560 euro (sui 30 anni).

Mutuo casa: quale conviene?

Mutuo casa

Il mutuo casa quindi, con l’inflazione che sale verso il 7%, si farà sempre più costoso e difficile. Rispetto alle condizioni di una decina di anni fa il tasso di interesse per il mutuo casa non si può considerare alto; in fondo siamo al primo rialzo dei tassi dopo molti anni. Ma la tendenza é destinata a continuare.

Per i nuovi contratti da gennaio il mutuo casa a tasso fisso é aumentato, in media, da 1,32% a 2,34% e punta al 3%. Tuttavia rimane ancora distante dal tasso variabile che parte ora da 0,65%. La differenza è notevole, ma l’Euribor al quale è legato il tasso variabile è destinato ad aumentare. La Bce stima che salirà all’1,3 per cento nel 2023, e all’1,6 per cento nel 2024. Ci sono poi altri tipi di mutuo casa.

Quale mutuo scegliere dopo l’aumento dei tassi BCE?

Non c’è dubbio che il mutuo a tasso fisso si a attualmente più sicuro anche se più costoso; ma ci sono molte altre tipologie di mutuo che possono incontrare le esigenze più personalizzate.

Per esempio vista l’incertezza, può essere utile la procedura di surroga.

Che cosa è la “surroga” ?

La surroga è la portabilità del mutuo, ovvero il passaggio del proprio mutuo a un altro istituto che offre condizioni più vantaggiose. Come si trasferisce questo tipo di mutuo casa? Il trasferimento ad altra banca ha luogo dopo la sottoscrizione di un atto notarile ( a carico della nuova banca) che sposta la ipoteca, cioè la garanzia, alla nuova banca senza ulteriori costi per il cliente.

La surroga si può fare sempre?

Si in ogni momento. Tuttavia ogni banca preferisce aspettare almeno un anno per valutare meglio la solvibilità del cliente. In alternativa il cliente potrebbe rinegoziare il mutuo con la propria banca gratuitamente e più velocemente.

Oltre al tasso fisso e al tasso variabile ci sono altri tipi di muto per chi vuole acquistare casa. A seconda delle esigenze ci sono altri tipi di mutuo.

Tipologie di mutuo casa

Ma potrebbero essere utili altri tipi di mutuo oltre il tasso variabile in base ai tassi di mercato o il mutuo a tasso fisso che però ha tassi più alti. Poi ci si può tutelare con:

  • un mutuo con CAP, che ha tasso variabile e interessi più elevati; ma c’è la garanzia che il tasso prescelto non possa superare una certa soglia.
  • il cosi detto mutuo risparmio a tasso fisso o variabile, riduce gli interessi bancari se si tengono delle somme sul conto corrente.
  • il mutuo a rata costante e durata variabile, con importo della rata fisso nel tempo ma durata originaria del mutuo che può aumentare o diminuire a seconda delle condizioni del mercato.
  • con il mutuo casa a tasso misto o bilanciato il tasso di interesse può cambiare da fisso a variabile o viceversa a scadenze fisse e/o a determinate condizioni indicate nel contratto. Questo comporta maggiori costi dovuti allo spread bancario.
  • interessante il mutuo a tasso doppio invece è quello suddiviso in due parti: una con il tasso fisso, una con il tasso variabile. In questo modo si pareggiano vantaggi e svantaggi.

Ogni banca propone dei mutui con formule diverse e quindi è importante vagliare i singoli prodotti e fare delle comparazioni in base alle proprie esigenze.

Quale banca conviene per il mutuo casa?

Il consiglio migliore è quello di chiedere una offerta personalizzata ad un buon numero di banche per poter fare dei confronti. Poi online ci sono dei comparatori che permettono online di confrontare le condizioni della varie banche per il tipo di mutuo casa a cui siamo interessati.

Come fare un Mutuo Casa online?

mutuo casa e tassi di interesse

MutuiOnline è uno di questi; con aggiornamenti giornalieri consente di fare una prima scrematura per scegliere la miglior banca per un mutuo casa. Considerando anche che le previsioni danno un probabile prossimo aumento dei tassi della BCE.

Non dimenticare di confrontare lo spread, che costituisce il guadagno della banca. Varia con il tipo e durata del mutuo e fa la differenza tra banca e banca.

Il recente aumento dei tassi Bce, che probabilmente sarà seguito da una secondo aumento in autunno, ci deve preoccupare se abbiamo un tasso variabile? I tassi sia fissi che variabili sono ancora bassi; lo confermano i circa 750 mila nuovi proprietari di casa nel 2021. Quando ci dovremo preoccupare? Quando i tassi supereranno il 5%. Il mutuo casa è ancora molto conveniente.

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Tassi di interesse della BCE https://www.investire-certificati.it/tassi-di-interesse-della-bce/ Thu, 10 Feb 2022 11:35:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=21994 Quali sono i tassi di interesse della BCE? Cosa sono i tassi di rifinanziamento e tassi di deposito della Banca Centrale europea? Ecco i dettagli sui tassi bancari Tassi di interesse della Banca Centrale europea In questi ultimi anni abbiamo spesso sentito ripetere che i tassi della Banca centrale europea fossero a zero o anche […]

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Quali sono i tassi di interesse della BCE? Cosa sono i tassi di rifinanziamento e tassi di deposito della Banca Centrale europea? Ecco i dettagli sui tassi bancari

Tassi di interesse della Banca Centrale europea

In questi ultimi anni abbiamo spesso sentito ripetere che i tassi della Banca centrale europea fossero a zero o anche negativi. In realtà, la BCE definisce in ciascun meeting tre diversi livelli di tassi di interesse. Si tratta del tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale, del tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento principale e del tasso di tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale (BCE).

Vediamo nel dettaglio cosa significano i vari tassi di interesse della Banca centrale europea, che poi si ripercuotono sui tassi bancari.

Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale

Un primo tasso definito dalla banca centrale europea è il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale.

Banca centrale Europea

Ma cosa sono i tassi di interesse sul rifinanziamento marginale fra una banca e la BCE?

E’ il tasso di interesse che viene corrisposto dalle banche quando contraggono dei prestiti dalla BCE portandoli alla giornata lavorativa successiva, tecnicamente “prestiti overnight”.

La banca deve corrispondere altri strumenti finanziari, per esempio titoli, come garanzia, per il prestito ricevuto dalla banca centrale.

Hanno un costo superiore ai tassi di interesse legati al rifinanziamento principale delle banche con la BCE.

Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali

Il secondo tasso che viene definito dalla BCE ogni sei settimane nei suoi meeting è il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (ORP). Nel dettaglio si tratta del tasso di interesse che corrisposto dalle banche quando sono stipulati prestiti con la Banca Centrale europea per una durata pari ad una settimana.

Anche in questo caso sono necessarie garanzie, come titoli o altri strumenti finanziari, per l’apertura del prestito.

Tasso di interesse della BCE sui depositi

Cosa si intende quando si parla del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale?

Il tasso di interesse sui depositi è fissato ogni sei settimane nei meeting della BCE ed è l’interesse che le banche incassano (o pagano in caso di tassi di interesse negativi) prestando il loro denaro alla Banca centrale europea. È stato costantemente negativo dal 2014 in poi, al fine di incoraggiare le banche a prestare denaro per stimolare l’economia dell’Eurozona.

Calendario della Banca Centrale Europea 2022

Ripresentiamo di seguito le date degli otto meeting di politica monetaria della BCE per il 2022, con il calendario dei meeting della Banca Centrale europea per il 2022

  • 3 febbraio 2022
  • 10 marzo 2022
  • 14 aprile 2022
  • 9 giugno 2022
  • 21 luglio 2022
  • 8 settembre 2022
  • 27 ottobre 2022
  • 15 dicembre 2022

Altri link utili per gli investitori

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Le Banche Centrali https://www.investire-certificati.it/le-banche-centrali/ Sun, 03 Jan 2021 11:26:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=3382 Cosa sono le banche centrali? Cosa fanno le banche centrali? Vediamo in questo articolo le funzioni di una banca centrale ed il ruolo di coordinamento dei tassi di interesse dei vari paesi. Cosa sono le Banche Centrali Le Banche Centrali si occupano di gestire la politica monetaria delle aree economiche che rappresentano, definendo anche il […]

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Cosa sono le banche centrali? Cosa fanno le banche centrali? Vediamo in questo articolo le funzioni di una banca centrale ed il ruolo di coordinamento dei tassi di interesse dei vari paesi.

Cosa sono le Banche Centrali

Le Banche Centrali si occupano di gestire la politica monetaria delle aree economiche che rappresentano, definendo anche il tasso di interesse base. Le Banche Centrali sono di norma indipendenti. Mirano a garantire una crescita del potere di acquisto dei redditi tramite una certa stabilità dei prezzi e favorendo la crescita economica.

Inoltre, le banche centrali emettono denaro. Sono pertanto enti di emissione di diritto pubblico. La loro storia ha radici antiche, partendo dalla Bank of England, che sul finire del Seicento iniziò ad emettere cartamoneta.

Fra le principali ricordiamo la Federal Reserve (Stati Uniti), la Banca Centrale Europea (Area Euro), la Bank of England (Regno Unito), la Swiss National Bank (Svizzera). Per quanto riguarda l’Oceania troviamo la Reserve Bank of Australia (Australia), la Reserve Bank of New Zealand (Nuova Zelanda). Ricordiamo poi la Bank of Canada (Canada), la Bank of Japan (Giappone) e la Banca popolare cinese (Cina).

Banche centrali e tassi di interesse

Le banche centrali sono fortemente collegate con l’andamento dei tassi di interesse di riferimento dei vari paesi.

Al tempo stesso, i tassi di interesse costituiscono uno degli elementi più importanti da valutare per poter comprendere l’andamento macroeconomico generale e analizzare il trend seguito dai mercati finanziari.

L’interesse, in economia finanziaria, è la somma dovuta come compenso per avere in prestito una somma di denaro per un certo periodo di tempo. Il tasso di interesse esprime quindi, in modo sintetico e immediato, il costo del denaro. All’interno dell’Eurozona, la Banca centrale europea fissa in particolare il “tasso di riferimento”. Questo è il tasso guida da utilizzare per le principali operazioni di rifinanziamento. È il tasso quindi che determina il costo del denaro. Attraverso le banche, questo tasso si ripercuote poi sui prestiti concesse alle famiglie e sui mutui erogati alle imprese.

Negli ultimi anni i tassi di interesse delle banche centrali sono crollati a zero (ed in alcuni casi anche in territorio negativo) per far fronte ai rischi di recessione.

Cosa fanno le Banche Centrali

La Banca Centrale, in particolare, aumenta o diminuisce il tasso di riferimento in base alle condizioni economiche.

Quando la banca centrale alza o abbassa i tassi di riferimento? Se l’economia cresce rapidamente oppure se l’inflazione registra un improvviso aumento, la banca centrale può alzare i tassi d’interesse. Come conseguenza, le banche ordinarie aumentano i tassi applicati ai prestiti concessi a famiglie e imprese. Contestualmente aumentano anche i tassi di deposito, al fine di invogliare gli investitori a depositare la loro liquidità.

Se, al contrario, l’economia dovesse rallentare, la Banca Centrale potrebbe invece intervenire e tagliare il tasso di riferimento: di conseguenza anche le banche ordinarie riducono i tassi applicati, incentivando l’assunzione di prestiti e favorendo una ripresa degli investimenti e dei consumi.

La Federal Reserve

La Federal Reserve (“Fed”) è la banca centrale più importante del mondo. Governa il dollaro USA, la valuta di riserva mondiale. La Fed, il cui obiettivo primario è quello di massimizzare l’occupazione, mantenendo al tempo stesso i prezzi stabili, si riunisce 8 volte l’anno (ogni 6 settimane) per analizzare l’andamento economico generale e fissare i tassi di interesse.  Questa riunione si chiama Federal Open Market Committee (FOMC). Sfocia nelle Dichiarazione FOMC, il documento che viene rilasciato alla fine di ogni riunione (di mercoledì sera, attorno alle ore 20.30 italiane). Ogni due o tre incontri, la Fed tiene anche una conferenza stampa per fornire agli investitori ulteriori informazioni relative alla propria politica monetaria. 

La Federal Reserve è la Banca Centrale Americana
La Federal Reserve è la Banca Centrale Americana

Il FOMC della Banca Centrale Americana

Il FOMC (Federal Open Market Committee) è l’organismo del Federal Reserve System che elabora le politiche monetarie e interviene sui livelli dei tassi di interesse a breve termine. Il Federal Open Market Committee ha 12 membri: 7 sono i membri del Board of Governors del Federal Reserve System mentre i restanti 5 sono i presidenti della Federal Reserve Bank. Per convenzione il presidente del consiglio dei governatori è il presidente del FOMC. Il presidente della Federal Reserve Bank di New York ricopre la carica di vicepresidente del FOMC.

Nelle riunioni del FOMC assumono particolare rilevanza i “dots” ossia i “puntini” con cui i membri del Fomc esprimono le loro attese relative al futuro andamento dei tassi di interesse. Ogni membro del Fomc indica i suoi «dots» in maniera anonima mentre la media indica le previsioni che i membri Fed fanno sui tassi futuri.

Politica Monetaria della Fed

La Federal Reserve, tramite i vari strumenti di politica monetaria (il tasso di sconto, i requisiti di riserva e le operazioni di mercato aperto) influenza la domanda e l’offerta di liquidità all’interno del sistema economico. Le decisioni del FOMC sui tassi di interesse, in particolare, hanno un effetto significativo sul dollaro USA. 

Per questo motivo occorre prestare particolare attenzione alle date in cui avvengono le riunioni e, soprattutto, conoscere quali sono le aspettative del mercato. In particolare, occorre sapere se la Fed intende adottare una posizione dovish (colomba) e quindi favorevole al mantenimento di un basso livello dei tassi di interesse al fine di stimolare una ripresa economica. I alternativa, potrebbe avere una posizione hawkish (falco) ossia di irrigidimento della politica monetaria. In tal caso queste decisioni della banca centrale sarebbero volte ad aumentare i tassi di interesse al fine di raffreddare l’economica e ridurre eventuali pressioni inflazionistiche. Nel primo caso il dollaro potrebbe indebolirsi, nel secondo caso il biglietto verde potrebbe rafforzarsi.

La Banca Centrale Europea

La BCE (acronimo di Banca Centrale Europea) è la banca centrale dei 19 paesi dell’Unione Europea che utilizzano l’euro come valuta. Questi 19 paesi costituiscono l’Eurozona, una delle più grandi regioni monetarie del mondo. L’obiettivo primario della BCE è quello di mantenere la stabilità dei prezzi (ossia mantenere l’inflazione al di sotto del 2% annuo). Il Consiglio direttivo della BCE, che ha il compito di attuare la politica monetaria, è composto da 25 membri. Sei dei quali sono membri del Comitato esecutivo, mentre i restanti 19 sono i Governatori della Banca centrale nazionale di ciascun paese membro dell’Eurozona.

Banca Centrale Europa. La Sede della BCE a Francoforte
Banca Centrale Europa. La Sede della BCE a Francoforte

La Banca Centrale Europea si riunisce ogni 6 settimane di giovedì. Ogni riunione è seguita da una conferenza stampa nel corso della quale il presidente della BCE prima legge la dichiarazione di politica monetaria e poi risponde alle domande dei giornalisti. Alle 13.15, 45 minuti prima dell’inizio della conferenza stampa, viene comunicato il livello del tasso di interesse della Banca Centrale Europea.

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