Previsioni Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/previsioni/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Wed, 30 Jul 2025 10:02:48 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Previsioni Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/previsioni/ 32 32 Previsioni per il meeting Federal Reserve https://www.investire-certificati.it/previsioni-per-il-meeting-federal-reserve/ https://www.investire-certificati.it/previsioni-per-il-meeting-federal-reserve/#respond Wed, 30 Jul 2025 10:02:44 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=38148 Quali previsioni per la Federal Reserve? I tassi di interesse rimarrano fermi? Sui mercati c’è grande attesa, anche perché siamo in una settimana chiave. Gli investitori sono in attea di conoscere i dettagli del discusso accordo commerciale fra Stati Uniti ed Europa. I dazi finali complessivi considerando le possibili esenzioni, dovrebbero attestarsi fra l’11 ed […]

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Quali previsioni per la Federal Reserve? I tassi di interesse rimarrano fermi? Sui mercati c’è grande attesa, anche perché siamo in una settimana chiave. Gli investitori sono in attea di conoscere i dettagli del discusso accordo commerciale fra Stati Uniti ed Europa. I dazi finali complessivi considerando le possibili esenzioni, dovrebbero attestarsi fra l’11 ed il 14%. Numeri elevati, che riducono però il rischio di una logorante guerra commerciale.

Ma il calendario economico di questa settimana, però, offre molto altro. Oggi alle 14:30, infatti, verrà pubblicato il PIL USA del secondo trimestre, mentre in serata arriverà la decisione del FOMC, seguita dalla tradizionale conferenza stampa. Appena due giorni e giovedì sarà la volta dell’indice PCE, forse il più seguito dalla Federal Reserve, mentre venerdì avremo i non farm payrolls, ossia le buste paga dei settori non agricoli. Il tutto mentre proseguono le trimestrali USA, con numerose aziende chiave nel comparto tecnologico che rilasceranno gli utili. Fra i colossi del NASDAQ troviamo aziende come Apple, Meta, Amazon e Microsoft. La trimestrale di NVIDIA, invece, arriverà sul finire di agosto.

Le borse restano ben impostate, mentre il dollaro sembra consolidare il tentativo di recupero, dando ormai per scontati tassi fermi da parte della Federal Reserve questa sera. Operativamente, il dollar index resta infatti a 98,7, con l’euro/dollaro a 1,1550 e USD/JPY negoziato in area 148. Vediamo le previsioni per la Federal Reserve

Federal Reserve meeting di luglio, cosa aspettarsi?

ORO FEDERAL RESERVE

Filippo Diodovich, Senior Market Strategist per il broker IG Italia spiega che per la Federal Reserve potrebbe esserci il rischio di una spaccatura interna. I membri del board Bowman e Waller sostengono le idee di Trump e vorrebbero tagliare i tassi. È chiaro che il Federal Open Market Committee, ossia il meeting FOMC, sarà uno dei meeting più delicati e potenzialmente polemici dell’anno”.

Si parte con la decisione di politica monetaria che sarà comunicata mercoledì 30 alle ore 20:00 italiane. A seguire, il presidente del Federal Reserve System, Jerome Powell, terrà la consueta conferenza stampa alle 20:30 italiane.

Previsioni per la Federal Reserve

L’economista di IG si allinea alle previsioni della gran parte degli analisti: “Le nostre attese sono fissate per nessuna variazione dei tassi di interesse, che dovrebbero restare fermi nell’attuale range 4,25%-4,50%” ha spiegato Diodovich

“Tuttavia, i riflettori saranno puntati non tanto sulla decisione in sé, quanto sul livello di consenso interno alla Fed e sulle indicazioni prospettiche che emergeranno dalla conferenza stampa. Infatti, secondo le indiscrezioni di stampa e le dichiarazioni pubbliche delle ultime settimane, almeno due membri del Board of Governors (il comitato direttivo Fed che coordina la politica monetaria e partecipa al FOMC assieme ai 5 presidenti delle FED regionali), Michelle Bowman e Christopher Waller, potrebbero votare contro il mantenimento dei tassi di interesse sui livelli correnti. Potrebbero quindi esprimere un voto a favore di un taglio immediato del costo del denaro.

Si tratterebbe di un evento senz’altro non usuale: i dissensi nel Board della Banca centrale americana sono molto rari, ma due voti contrari da parte di governatori (non presidenti regionali) sarebbero un segnale chiaro di tensioni interne sulla direzione della politica monetaria.

In sintesi, Bowman e Waller sostengono le idee del presidente Trump di avere una Fed più accomodanti, modello BCE. Entrambi i membri hanno, infatti, espresso preoccupazioni crescenti per il rallentamento della domanda interna, i segnali di allentamento nel mercato del lavoro e una dinamica dei prezzi che, seppur ancora sopra target, mostra un rallentamento costante.

BCE vs Federal Reserve

“Non è previsto nessun taglio dei tassi da parte della Federal Reserve: il mercato del lavoro è solido, anche se l’indice dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero è sceso al di sotto del livello neutro di 50” ha commentato Rhona O’Connell, Head of Market Analysis di StoneX Bullion.

“Trump continua a fare pressione sulla Fed affinché tagli i tassi ma – al momento – non parla di licenziare il presidente Powell. È anche importante ricordare che il FOMC è un comitato di 12 membri, non un solo uomo. I mercati obbligazionari continuano a prevedere due tagli dei tassi entro la fine dell’anno ed è improbabile che la Fed tagli prima di settembre, se mai lo farà”.

Spostandosi sull’Europa, difficile dire se a settembre i tassi scenderanno ancora. L’economista di StoneX Bullion ha concluso le sue previsioni economiche spiegando che “la Banca Centrale Europea non ha tagliato i tassi e ha usato un tono leggermente aggressivo. L’inflazione in UE è attualmente all’1,6% rispetto all’obiettivo del 2%, quindi al momento un taglio dei tassi a settembre è a rischio”.

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Analisi prezzo Oro – Trend ancora rialzista https://www.investire-certificati.it/analisi-prezzo-oro-trend-ancora-rialzista/ https://www.investire-certificati.it/analisi-prezzo-oro-trend-ancora-rialzista/#respond Tue, 22 Jul 2025 18:19:06 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=38048 Torna a salire il prezzo dell’oro. È bastata una nuova correzione del dollaro per spingere al rialzo il prezzo dell’oro, tornato sopra i 3.400 dollari per oncia.  In uno scenario di grande incertezza e tensioni geopolitiche l’oro resta osservato speciale, con acquisti generalizzati sia da parte delle banche centrali che da parte di altri investitori […]

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Torna a salire il prezzo dell’oro. È bastata una nuova correzione del dollaro per spingere al rialzo il prezzo dell’oro, tornato sopra i 3.400 dollari per oncia. 

In uno scenario di grande incertezza e tensioni geopolitiche l’oro resta osservato speciale, con acquisti generalizzati sia da parte delle banche centrali che da parte di altri investitori istituzionali privati. Ecco, quindi, che l’oro è salito, con un prezzo ormai vicino ai massimi storici toccati pochi mesi fa in area 3500 dollari per oncia. Sale anche il prezzo in euro, arrivato oltre o 93 euro al grammo per l’oro fino. Anche in questo caso non siamo lontani dai massimi storici.

Analisi sull’oro di Vontobel

“Il suo impressionante rialzo, che ha superato le aspettative della maggior parte degli analisti per l’intero anno, implica che ci troviamo adesso in un territorio inesplorato” commentava ad aprile Kerstin Hottner, Head of Commodities presso Vontobel, in un’analisi sull’oro che resta valida anche oggi “I fattori tradizionali che un tempo influenzavano i prezzi dell’oro, come l’inflazione statunitense e i tassi di interesse, non sono più i principali motori. Al contrario, l’incertezza sui dazi e le preoccupazioni per la crescita economica globale, unite alla reazione del mercato alle critiche rivolte alla Fed, stanno alimentando la domanda di beni rifugio”.

Il target per l’economista, in questa analisi, era in area 3.700 dollari per oncia. Oro e argento in rialzo, dunque.

Analisi tecnica oro

Lo scenario tecnico per l’oro mostra un rafforzamento. Il superamento dell’area di resistenza collocata fra i 3.360-3.370 dollari per oncia ha aperto spazio per una nuova accelerazione rialzista. Il prezzo dell’oro ha rotto anche i 3.390 dollari per oncia e dopo un breve pull back ha proseguito oltre 3.400 dollari. Per l’analisi tecnica, quindi, il trend dell’oro resta saldamente rialzista.

grafico prezzo oro
Ecco il grafico del prezzo dell’oro. Si nota il trend positivo per il metallo giallo.

Argento da record 

Non c’è soltanto l’oro: anche l’argento macina record, con una quotazione sui massimi da quasi 15 anni. infatti, le quotazioni dell’argento sono balzate oltre i 39 dollari per oncia. Da inizio anno l’argento è salito di oltre 30 punti percentuali nella sua quotazione in dollari. 

Sia per l’oro che per l’argento il rally in euro è inferiore a causa del deprezzamento del dollaro. La banconota americana, infatti, ha perso da inizio anno circa il 12% contro l’euro. Proprio la discesa del dollaro ed un certo clima di sfiducia sul debito Usa sono una delle ragioni che spingono gli acquisti su oro e argento. I due metalli prezioso, in particolare l’oro, sono da sempre solido bene rifugio.

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Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta sollecito all’investimento in borsa. Performance future non sono indicative di performance future.

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Perché le azioni NVIDIA salgono? https://www.investire-certificati.it/perche-le-azioni-nvidia-salgono/ Wed, 16 Jul 2025 15:51:50 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37966 Come mai le azioni Nvidia sono arrivate a nuovi massimi? Quali previsioni per Nvidia? Nonostante uno degli scopi principali dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sia quello di limitare la crescita economica e tecnologica della Cina, Nvidia ha recentemente annunciato che farà ripartire le vendite dei propri chip nel Paese asiatico. Questo annuncio ha avuto un […]

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Come mai le azioni Nvidia sono arrivate a nuovi massimi? Quali previsioni per Nvidia? Nonostante uno degli scopi principali dei dazi imposti dall’amministrazione Trump sia quello di limitare la crescita economica e tecnologica della Cina, Nvidia ha recentemente annunciato che farà ripartire le vendite dei propri chip nel Paese asiatico.

Questo annuncio ha avuto un impatto immediato sui mercati con il titolo capace di raggiungere il suo massimo storico oltre 172 dollari e rafforzando la sua posizione di maggiore compagnia al mondo per capitalizzazione in borsa con oltre 4 trilioni di dollari (ossia 4 mila miliardi di dollari, quasi il doppio del PIL annuale dell’Italia).

La quotazione di NVIDIA in borsa

Come si vede dal grafico qui di seguito, le azioni di NVIDIA hanno più che raddoppiato il loro valore dai minimi toccati dopo l’annuncio dei dazi. Una vera corsa al titolo. C’è troppo entusiasmo nell’aria o la salita delle azioni di NVIDIA è giustificata?

grafico azioni NVIDIA

Perché le azioni di Nvidia sono salite in borsa?

Il boom di Nvidia negli ultimi anni è strettamente legato all’esplosione dell’intelligenza artificiale generativa e, in particolare, dei grandi modelli linguistici (Large Language Models LLM). Fra questi, l’ormai popolarissimo ChatGPT.

Dal lancio di ChatGPT a fine 2022, il numero di modelli LLM rilasciati è cresciuto in modo esponenziale, così come la loro diffusione tra il grande pubblico grazie a interfacce sempre più intuitive. La nuova corsa all’oro di questi strumenti è stata fulminea: basti pensare che ChatGPT ha raggiunto 100 milioni di utenti in appena due mesi, battendo i tempi di crescita di altre popolari app come TikTok (9 mesi), Instagram (2,5 anni) e Facebook (4,6 anni).

L’addestramento e l’esecuzione dei LLM richiedono enormi quantità di calcoli matematici, spesso su grandi quantità di dati (miliardi di parole o immagini). Eseguire questi calcoli con i tradizionali processori (CPU) richiederebbe tempi e costi proibitivi. Le GPU (unità di elaborazione grafica), invece, sono progettate per gestire migliaia di operazioni in parallelo, grazie ai loro numerosi core.

Il monopolio di Nvidia può essere messo in discussione?

Google Bard vs Chat GPT

NVIDIA resterà leader nel settore intelligenza artificiale? Nel breve periodo il dominio di Nvidia sembra difficile da scalfire, la sua posizione è dominante nel mercato delle GPU per l’intelligenza artificiale. La maggior parte delle GPU mondiali dedicate ai data center e per i modelli linguistici di grandi dimensioni sono prodotte dall’azienda californiana.

Tuttavia, la crescente domanda globale di AI sta attirando nuovi attori e investimenti: AMD, Intel e diverse startup stanno cercando di sviluppare soluzioni hardware  alternative, e anche giganti come lo stesso Google e aziende cinesi puntano a ridurre la dipendenza dalle tecnologie Nvidia.

Un esempio particolarmente rilevante è quello di DeepSeek, un’azienda cinese che sta emergendo come potenziale sfidante grazie allo sviluppo di chip AI avanzati progettati specificamente per l’addestramento dei grandi modelli linguistici. DeepSeek punta a offrire prestazioni analoghe (o superiori) a quelle ottenute con le GPU Nvidia, ma con costi potenzialmente inferiori e maggiore disponibilità sul mercato asiatico, contribuendo così a diversificare l’offerta globale per l’intelligenza artificiale.

Trimestrale di NVIDIA

Siamo nel pieno della stagione delle trimestrali, ossia la pubblicazione dei risultati trimestrali delle grandi aziende americane. Per NVIDIA, però, bisognerà attendere ancora oltre un mese, fino al prossimo 27 agosto. A mercati chiusi, nella serata italiana, saranno annunciati i risultati relativi al secondo trimestre 2025 di NVIDIA, che rappresentano Q2 dell’anno fiscale 2026 per il colosso dei microchips.

Le stime degli analisti vedono i ricavi in area 45 miliardi, con un range di errore di più o meno 2%. A trainare i ricavi dovrebbe ancora essere il settore Data Center. 

C’è quindi grande attesa per la trimestrale di NVIDIA, infatti la crescita del colosso dei microchips è un elemento chiave per capire la velocità della crescita dei ricavi generati nell’intero comparto dell’intelligenza artificiale, senza dimenticare il peso del titolo, ormai enorme, sull’intero listino.

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Quali previsioni per oro e argento? https://www.investire-certificati.it/quali-previsioni-per-oro-e-argento/ Wed, 25 Jun 2025 12:08:49 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37759 Tensioni geopolitiche, venti di guerra e banche centrali: come si muoveranno le quotazioni di oro e argento nella seconda parte del 2025? Di seguito riprendiamo alcuni punti di un report realizzato da Rhona O’Connell, Head of Market Analysis di StoneX Bullion, piattaforma per la compravendita di metalli preziosi, per vedere le previsioni per oro e […]

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Tensioni geopolitiche, venti di guerra e banche centrali: come si muoveranno le quotazioni di oro e argento nella seconda parte del 2025? Di seguito riprendiamo alcuni punti di un report realizzato da Rhona O’Connell, Head of Market Analysis di StoneX Bullion, piattaforma per la compravendita di metalli preziosi, per vedere le previsioni per oro e argento.

Dazi, le previsioni per l’oro

Si torna a parlare di dazi, uno dei temi chiave anche per le previsioni del prezzo dell’oro. “Il 9 luglio scadrà la “pausa” di 90 giorni nell’applicazione dei dazi statunitensi e i recenti dati economici degli Stati Uniti tenderebbero a confermare l’evidenza aneddotica di un pre-stoccaggio” ha spiegato l’analista di StoneX Bullion. “Il mese scorso le vendite al dettaglio sono state deboli e particolare debolezza è stata registrata sulle vendite di auto”.

A luglio, poi, è in programma anche il nuovo meeting della Federal Reserve, da sempre un market driver importante per il prezzo dell’oro. “Le proiezioni economiche speciali mostrano come il FOMC abbia cambiato lievemente rotta e sia contro un imminente taglio dei tassi (anche se Powell non lo ha categoricamente escluso, n.d.r.). I mercati continuano a prezzare due tagli dei tassi entro la fine dell’anno, ma i nostri strategist sono più cauti e ne prevedono al massimo uno. Tutto rimane in un certo grado di immobilità fino al 9 luglio. Molto probabilmente anche oltre, dato che non abbiamo ancora alcuna chiarezza su come verranno prezzati i dazi e su dove saranno diretti”

Quali previsioni per il prezzo di oro e argento?

Come si muoverà il prezzo di oro e argento in questo scenario? “Anche per l’oro e l’argento si registra un’analoga situazione di torpore, sia nei mercati professionali che in quelli retail. I prezzi elevati continuano a scoraggiare l’acquisto di gioielli, nonostante vi sia ancora un interesse di fondo per i prodotti d’investimento in oro”.

ETF su oro e argento

L’unico settore vivace, almeno per ora, è quello degli ETF. “Gli ETF sull’oro e sull’argento continuano infatti a registrare nuovi afflussi, con buoni volumi negli ultimi giorni. Sottolineiamo che circa la metà dei guadagni netti degli ETF sull’argento di quest’anno si è verificato a giugno. Al momento, l’argento (come gli altri metalli bianchi) rincorre l’oro ma il suo rialzo è limitato, in attesa del raddoppio dei dazi “sezione 232”, quelli cioè che il Presidente americano può imporre alle importazioni che minacciano la sicurezza nazionale. I “lingotti” sono esenti da dazi ma i mercati restano nervosi; si aspetta la scadenza del 9 luglio e i mercati attendono anche di vedere se i metalli del gruppo del platino si qualificano come lingotti a questi fini”.

Grafico oro da Piattaforma Swissquote

Si nota la salita del prezzo, il rally post annuncio dazi e la successiva lateralizzazione della quotazione dell’oro, fra 3.250 e 3.450 dollari per oncia. Nel frattempo, invece, l’argento ha raggiunto i massimi degli ultimi tredici anni, arrivando anche oltre quote 37 dollari per oncia.

grafico oro

La domanda di oro ed ETF aurei

Gli ultimi dati del World Gold Council mostrano un aumento di 21,7 tonnellate a livello globale, con piccoli incrementi in ogni regione. L’attuale ripartizione geografica è: Nord America, 1,832 tonnellate; Europa, 1,353 tonnellate; Asia. 31tonnellate, altre aree geografiche 71 tonnellate.

Questi aumenti sono stati generalmente pari allo 0,7% del totale, anche se l’Europa ha registrato un incremento solo dello 0,5%. L’oro detenuto a livello globale è a 3.572 tonnellate rispetto a una produzione mondiale mineraria aurifera di 3.661 tonnellate (dati Metals Focus).

Meglio comprare oro o argento? “Le nostre prospettive restano invariate” ha spiegato l’economista “Il rapporto oro/argento, ossia la ratio gold/silver, si sta stabilizzando tra 91 e 95, dopo essere salita nei mesi scorsi anche oltre 100. In sintesi, le accresciute tensioni politiche favoriscono l’oro e penalizzano l’argento nel caso in cui si verifichino ulteriori difficoltà per l’economia.

Nel lungo periodo l’argento ha prospettive fondamentali solide ma per il momento ha completato un ritracciamento rispetto al guadagno registrato nella prima metà di giugno. Le reazioni dell’oro a sviluppi teoricamente favorevoli sono sempre più caute e ciò conferma la nostra idea che il premio al rischio sia pienamente prezzato nelle circostanze attuali”. Ha aggiunto l’analista di StoneX Bullion.

Come si comporteranno le banche centrali?

ORO FEDERAL RESERVE

Il sondaggio annuale del World Gold Council sulle banche centrali pubblicato indica una direzione chiara: gli acquisti di oro dovrebbero continuare. Su 73 banche centrali che hanno risposto all’indagine (58 dei mercati emergenti, 15 delle economie avanzate), il 48% dei Paesi emergenti prevede di aumentare le proprie riserve nei prossimi 12 mesi. Nel caso delle economie avanzate, il dato è al 29%.

Il 95% degli intervistati prevede un aumento delle riserve auree complessive nel corso del prossimo anno (lo scorso anno era l’81%) mentre nessuno ha intenzione di ridurre le proprie riserve.

“Forse uno dei risultati più interessanti è che il 62% prevede un maggiore peso del renminbi nei prossimi cinque anni” ha concluso l’analista “Solo il 10% prevede un aumento della ponderazione del dollaro, mentre il 73% ne anticipa una riduzione. Ciò è confermato dai dati del FMI che mostrano un calo del peso del dollaro all’interno delle riserve valutarie”.

Infine, i Paesi emergenti e quelli sviluppati divergono sugli elementi che influenzano la gestione delle riserve: se l’84% dei Paesi emergenti considera l’inflazione e l’81% vede la geopolitica come fattori chiave, tra le economie avanzate questi dati scendono rispettivamente al 67% e al 60%. I Paesi avanzati sono meno interessati ai conflitti commerciali e ai dazi (40%) rispetto ai Paesi emergenti (64%). Per quanto riguarda la sostenibilità, il 67% delle economie avanzate ne tiene conto mentre negli emergenti il dato si ferma al 41%. È quindi chiaro che le considerazioni economiche e geopolitiche restano in primo piano nelle decisioni di gestione delle riserve, in uno scenario in cui l’oro continua a giocare un ruolo chiave.

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Oro in calo dopo la Fed: le tensioni geopolitiche terranno il metallo prezioso sui massimi? https://www.investire-certificati.it/oro-in-calo-dopo-la-fed-le-tensioni-geopolitiche-terranno-il-metallo-prezioso-sui-massimi/ Thu, 19 Jun 2025 21:37:55 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37715 Oro e Federal Reserve: cosa capita sui mercati? Dopo settimane di attenzione costante, i mercati finanziari hanno reagito con decisione all’ultimo annuncio della Federal Reserve. Il prezzo dell’oro ha accusato il colpo, scendendo ai livelli più bassi degli ultimi sette giorni, anche le quotazioni nelle ore successive sono tornate sopra i 3.350 dollari, confermando la […]

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Oro e Federal Reserve: cosa capita sui mercati? Dopo settimane di attenzione costante, i mercati finanziari hanno reagito con decisione all’ultimo annuncio della Federal Reserve. Il prezzo dell’oro ha accusato il colpo, scendendo ai livelli più bassi degli ultimi sette giorni, anche le quotazioni nelle ore successive sono tornate sopra i 3.350 dollari, confermando la solidità dell’oro. Nel frattempo, il dollaro forte è tornato sui mercati, almeno per qualche ora, guadagnando slancio sulla scia di un messaggio più rigido del previsto da parte della banca centrale americana. Numeri alla mano, il cambio fra euro e dollaro è sceso, almeno per qualche ora, sotto quota 1,15.

Questa dinamica ha riportato l’attenzione su un tema ricorrente tra investitori e analisti: quanto contano oggi i tassi d’interesse, l’inflazione USA e la direzione della politica monetaria della Fed per determinare il valore del metallo giallo? Chi cerca online “previsioni sul prezzo dell’oro dopo la Fed” o “impatto della politica monetaria sull’oro” è interessato non solo all’analisi tecnica ma anche alle forze macroeconomiche che guidano il trend. Comprendere queste connessioni è essenziale per chi vuole prendere decisioni di investimento fondate, evitando mosse dettate dall’emotività.

La Federal Reserve raffredda i mercati: cosa significa per l’oro

Durante l’ultima riunione, la Federal Reserve ha confermato i tassi di riferimento ai livelli attuali, ma ciò che ha colpito i mercati è stata la prospettiva di un rallentamento nel ritmo dei tagli futuri. Il tono è risultato più intransigente rispetto alle attese, con l’intento di mantenere il controllo su un’inflazione che, pur in fase discendente, non è ancora tornata stabilmente al target del 2%.

Questo messaggio ha rafforzato il dollaro USA, spingendo gli investitori a spostarsi verso asset remunerativi, come le obbligazioni sovrane a breve scadenza, a scapito di strumenti come l’oro, che non offre cedole o interessi. Per chi cerca “perché l’oro scende quando il dollaro sale”, la risposta è proprio nel confronto tra rendimento atteso e sicurezza percepita.

Il dollaro forte ha così influito negativamente sul prezzo dell’oro, che continua a risentire di ogni ipotesi legata a una politica monetaria più restrittiva.

L’inflazione USA al centro della scena

L’andamento dell’inflazione USA resta il punto nevralgico per qualsiasi strategia della Federal Reserve. Gli ultimi dati mostrano segnali misti: da un lato, la crescita dei prezzi sembra essersi stabilizzata su livelli più contenuti rispetto al 2022; dall’altro, alcuni indicatori core segnalano una certa persistenza nelle pressioni inflazionistiche.

Sul tema rapporto tra inflazione e prezzo dell’oro, è utile ricordare che l’oro tende a performare meglio quando i timori sull’inflazione aumentano, poiché è percepito come una copertura contro la perdita del potere d’acquisto. Tuttavia, quando la Fed si mostra decisa a combattere l’inflazione mantenendo i tassi elevati, il mercato si orienta verso altri strumenti finanziari.

Se i prossimi dati sull’inflazione si discostassero dalle previsioni, potrebbero modificare drasticamente le aspettative sulla politica monetaria USA, con effetti diretti sull’andamento del prezzo dell’oro.

Geopolitica e oro: una combinazione che resta rilevante

Come investire in Oro
Come investire in Oro

Nonostante la pressione esercitata dal dollaro forte e dai tassi d’interesse alti, l’oro continua a ricevere supporto da un altro elemento chiave: le tensioni geopolitiche internazionali. La situazione in Medio Oriente e il conflitto persistente in Ucraina mantengono elevata la domanda di beni rifugio, alimentando il posizionamento strategico sull’oro da parte degli investitori più prudenti.

Le recenti dichiarazioni di Donald Trump, che ha accennato alla possibilità di un intervento americano nella regione mediorientale, hanno alimentato una nuova ondata di volatilità nei mercati. Questo tipo di incertezza aumenta l’attrattiva dell’oro, che in questi scenari torna a essere percepito come un “bene rifugio” tradizionale.

Chi effettua ricerche come “l’oro sale in caso di guerra?” o “investire in oro in caso di tensioni internazionali” trova in queste dinamiche geopolitiche una motivazione concreta per mantenere posizioni sull’asset, soprattutto in un periodo in cui l’azionario mostra segni di instabilità.

Cosa analizzare per le previsioni sul prezzo dell’oro

Oro e Federal Reserve: il mercato dei metalli preziosi è guidato da molteplici fattori, ma in questo momento tre variabili principali stanno influenzando in modo diretto la direzione dell’oro:

  • La traiettoria dell’inflazione USA, con il focus su PCE core e indice CPI, relativo all’inflazione americana
  • Le comunicazioni ufficiali della Federal Reserve, in particolare i toni usati da Powell e i verbali FOMC;
  • Gli sviluppi geopolitici in Medio Oriente ed Europa dell’Est.

Chi investe in oro dovrebbe mantenere alta l’attenzione su questi elementi, cercando conferme o segnali di inversione nei dati macro e nella price action. Al tempo stesso, i livelli tecnici di supporto e resistenza possono offrire spunti operativi per posizionamenti tattici a breve termine.

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Perché il prezzo del petrolio sta scendendo? https://www.investire-certificati.it/perche-il-prezzo-del-petrolio-sta-scendendo-wti-brent/ Sun, 01 Jun 2025 06:34:45 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37611 Perché il prezzo del petrolio scende? Focus sulla lunga discesa del greggio: la quotazione di un barile di WTI, prezzo di riferimento del petrolio americano, nel 2022 era arrivata anche a toccare i 120 dollari al barile ed ancora nel 2024 navigava intorno agli 80 dollari al barile. Scenario simile sul Brent, il petrolio estratto […]

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Perché il prezzo del petrolio scende? Focus sulla lunga discesa del greggio: la quotazione di un barile di WTI, prezzo di riferimento del petrolio americano, nel 2022 era arrivata anche a toccare i 120 dollari al barile ed ancora nel 2024 navigava intorno agli 80 dollari al barile. Scenario simile sul Brent, il petrolio estratto nel Mare del Nord europeo, che solitamente vale qualche dollaro in più rispetto al petrolio americano, per la sua maggiore trasportabilità.

Grafico del petrolio WTI

Come si vede dal grafico, un barile di WTI vale ora circa 60 dollari al barile. Le quotazioni sono scese ai minimi da 4 anni, con una lenta ma progressiva discesa che ha dimezzato il valore del petrolio dai massimi del 2022.

grafico WTI petrolio

Ma perché il prezzo del petrolio scende? Le ragioni dietro al calo del prezzo del petrolio sono molteplici, in ultimo senz’altro l’aumento della produzione deciso dall’OPEC+, il cartello dei paesi produttori di petrolio.

OPEC: produzione di petrolio in aumento

Sulla carta, l’OPEC sta progressivamente aumentando la produzione a fronte di una domanda in crescita, incurante dei rischi di sovrapproduzione (ossia di eccesso di offerta, a fronte di una domanda di petrolio stabile o che potrebbe addirittura scendere causa dazi e guerra commerciale). Sta di fatto che dopo gli aumenti di maggio e giugno decidi dall’OPEC, da luglio 2025 arriveranno sul mercato oltre 400.000 barili in più ogni giorno, circa l’1% in più.

In molti, però, pensano possano esserci altre ragioni non dichiarate, ma altrettanto importanti, dietro alla decisione dell’OPEC di aumentare la produzione di petrolio. Fra queste, l’intento di dare un segnale punitivo ai paesi meno rispettosi delle quote produttive di greggio (come Kazakistan e Iran, accusati di aver superato le quote di petrolio concordate).

La mossa dell’Arabia, leader indiscusso dell’OPEC, potrebbe anche essere mirata a soddisfare le richieste di Trump che chiede prezzi più bassi per il comparto degli idrocarburi. Uno scenario che potrebbe favorire l’economia USA e quella globale nel suo complesso, frenando anche i rischi di inflazione. Ma al tempo stesso, una decisione che rischierebbe anche di tagliare fuori dal mercato una fetta delle aziende produttrici americane, che hanno costi estrattivi ben superiori a quelli arabi.

Quali previsioni per il prezzo del petrolio?

L’oro nero è sceso nelle ultime settimane in area 60 dollari al barile, per quanto riguarda la quotazione WTI, benchmark del petrolio USA. Costa invece qualche dollaro in più un barile di Brent, il petrolio del Mare del Nord Europa. Le quotazioni sono sui minimi da 4 anni, dopo il rally del prezzo del petrolio nel post pandemia che aveva spinto le quotazioni a dei massimi in area 120 dollari al barile quando scoppiò la guerra fra Russia e Ucraina nel 2022.

La discesa del prezzo del petrolio rappresenta un elemento positivo per le banche centrali, allontanando i rischi di nuove fiammate dell’inflazione. Al tempo stesso, però, dietro alla discesa dei prezzi i mercati vedono anche i rischi di produzione e pesano i timori derivanti dalla guerra commerciale. I dazi di Trump, ancora tutti da definire, potrebbero infatti frenare l’economia globale rallentando la domanda di petrolio.

La discesa del prezzo del petrolio ha frenato le azioni di Eni, scese in queste settimane in area 13 dollari. Resta invece ben impostata l’azione Saipem, che si conferma sopra quota 2 euro.

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Quali sono le valute rifugio? https://www.investire-certificati.it/quali-sono-le-valute-rifugio/ Tue, 22 Apr 2025 13:35:23 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37200 Dollaro, Yen, franco svizzero: quali valute sono ancora considerate bene rifugio? Lo scenario attuale e le valute rifugio Dazi, guerra commerciale e tensioni geopolitiche sono state uno dei temi chiave di questo avvio di 2025, che ha visto il dollaro perdere oltre il 12% dai massimi di pochi mesi fa. La discesa della moneta americana […]

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Dollaro, Yen, franco svizzero: quali valute sono ancora considerate bene rifugio?

Lo scenario attuale e le valute rifugio

Dazi, guerra commerciale e tensioni geopolitiche sono state uno dei temi chiave di questo avvio di 2025, che ha visto il dollaro perdere oltre il 12% dai massimi di pochi mesi fa. La discesa della moneta americana è stata significativa sia contro l’euro che contro la sterlina e lo yen. Partendo da queste considerazioni, quali valute possono essere ancora considerate un rifugio sicuro?

Forex trading

“Per decenni, il dollaro statunitense (USD), il franco svizzero (CHF) e lo yen giapponese (JPY) sono stati considerati tali, ma ora il contesto globale sta cambiando” ha spiegato Gianni Piazzoli CIO di Vontobel Wealth Management SIM. Il dollaro, in particolare, sta affrontando crescenti venti contrari. Le politiche tariffarie hanno pesato sulla crescita economica e sull’inflazione, erodendo al contempo la fiducia nell’indipendenza delle istituzioni statunitensi. Allo stesso tempo, aumentano i dubbi sull’affidabilità del paese come partner strategico e alleato”.

Per i mercati finanziari, la conseguenza è una sola: il dollaro sta faticando a mantenere il suo status di bene rifugio. “Questo cambiamento è visibile nei mercati dei capitali. I detentori stranieri, tra cui la Cina, hanno gradualmente ridotto la loro esposizione ai titoli di stato statunitensi, una tendenza che negli ultimi anni è diventata sempre più evidente” ha proseguito Piazzoli.

Non finisce qui, il processo di de-dollarizzazione, si vede anche dai dati relativi alle riserve delle banche centrali che confermano questa tendenza. Infatti, dal 2015 in poi la quota del dollaro è diminuita lentamente, ma costantemente. Il rally dell’oro, salito ormai ampiamente sopra i 3.000 dollari per oncia, è legato anche alla perdita di fiducia dei mercati nel dollaro. La forza dell’oro emerge anche dall’apprezzamento contro l’argento, con la ratio gold to silver oltre quota 100. I cambi, però, sono ampi e coinvolgono anche altre valute, fra cui lo yen, al centro del carry trade in questi ultimi anni.

Conviene investire sullo yen?

La Bank of Japan dopo anni di tassi negativi ha alzato il costo del denaro, che è ora allo 0,50%. Un quarto di punto in più rispetto al costo della Banca centrale svizzera, anche se siamo su valori nettamente inferiori rispetto alla Federal Reserve ed alla BCE.

Ma lo yen è ancora un bene rifugio dopo la discesa di questi anni che la ha portata a dei minimi ultratrentennali contro il dollaro? “Non è un mistero, anche lo yen ha perso parte del suo tradizionale fascino come bene rifugio” ha spiegato l’economista di Vontobel “La Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto bassi i tassi di interesse e ha conservato il controllo sulla curva dei rendimenti, mentre altre banche centrali hanno aumentato i tassi.

Questo scenario, conseguentemente, ha ampliato gli spread tra i tassi di interesse (a sfavore dello yen). Di fatto ciò ha ridotto l’attrattiva dello yen, anche durante i periodi di incertezza globale e di crescente avversione al rischio. Il quadro, tuttavia, sta iniziando a cambiare. I rischi di deflazione in Giappone stanno svanendo e la crescita dei salari sta prendendo slancio. Di conseguenza, la BoJ ha iniziato a normalizzare la sua politica monetaria”.

Ecco, quindi, che questo cambiamento di tendenza sta aiutando lo yen a riconquistare la sua posizione di bene rifugio. Da notare come il cambio USD/JPY, dai massimi oltre quota 160 dell’estate scorsa sia sceso verso 140, confermando la ripresa di interesse verso la divisa giapponese.

Il franco svizzero è la valuta rifugio per eccellenza?

Il franco svizzero, al contrario, continua a essere percepito come un bene rifugio su scala globale. “Il basso debito pubblico, la stabilità politica, la solidità delle istituzioni e la resilienza economica svizzera continuano ad attrarre afflussi di capitali. Inoltre, tradizionalmente le autorità elvetiche hanno mantenuto l’inflazione al di sotto di quella dei loro principali partner commerciali. Questo ha portato ad un incremento del potere d’acquisto e a una pressione rialzista che è proseguita nel tempo. Sebbene il franco svizzero si sia apprezzato verso il fair value (ossia il suo valore reale), non lo consideriamo significativamente sopravvalutato né rispetto al dollaro statunitense né all’euro.

Investire sulla borsa di Zurigo

Non finisce qui, l’economista di Vontobel spiega che – oltre al franco svizzero – anche l’azionario elvetico è potenzialmente interessante, ovviamente scegliendo le azioni giuste.

“Negli ultimi 20 anni, il mercato azionario svizzero è stato uno dei più performanti al mondo, secondo solo a quello statunitense. Uno dei motivi principali è l’elevata qualità delle società quotate. Molte aziende svizzere soddisfano i criteri del “fattore qualità”, una caratteristica che ha garantito una sovraperformance costante su scala globale per oltre 30 anni. A nostro avviso, gli asset svizzeri di qualità, inclusi i titoli azionari, rimangono interessanti per gli investitori stranieri, soprattutto alle attuali valutazioni valutarie “eque”.

Ecco, quindi, una panoramica fra dollaro, yen giapponese e franco svizzero alla ricerca di valute rifugio nell’attuale contesto di mercato.

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Oro – Argento: la Gold to Silver ratio sopra quota 100! https://www.investire-certificati.it/oro-argento-la-gold-to-silver-ratio-sopra-quota-100/ Fri, 11 Apr 2025 16:40:10 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=37163 Focus sulla ratio gold silver: per la terza volta nella storia il rapporto fra oro e argento è a quota 100. Argento a buon mercato, oro troppo caro oppure siamo di fronte ad un nuovo paradigma? Cosa è la ratio gold silver ratio La Gold Silver ratio rappresenta il numero di once di argento che […]

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Focus sulla ratio gold silver: per la terza volta nella storia il rapporto fra oro e argento è a quota 100. Argento a buon mercato, oro troppo caro oppure siamo di fronte ad un nuovo paradigma?

Cosa è la ratio gold silver ratio

La Gold Silver ratio rappresenta il numero di once di argento che possono essere acquistate con un’oncia d’oro. In altre parole, la Gold to Silver ratio è un numero che si ottiene semplicemente dividendo il prezzo dell’oro per quello dell’argento.

Il grafico del rapporto fra oro e argento

Se analizziamo il grafico di lungo termine della Gold to Silver ratio vediamo che si è perlopiù mossa fra 40-50 e 100, arrivando nel 2020, durante la pandemia, anche a 120. In quel frangente, infatti, l’argento fu oggetto di una vera e propria “svendita”, con la quotazione che arrivò a dei minimi di circa 12 dollari per oncia. Successivamente, però, il prezzo dell’argento è rimbalzato, tornando nei range “storici”, fra 65 e 95.

gold to silver ratio - oro argento
L’oro corre più dell’argento. Grafico da Tradingview relativo al rapporto fra oro e argento.

Con un’oncia d’oro se ne comprano 100 di argento

Nelle ultime settimane, complici i timori per i dazi, l’argento è sceso verso i 30 dollari, mentre l’oro è rimasto sopra quota 3.000 dollari per oncia. Dopo una breve incertezza l’oro ha ripreso la sua corsa, arrivando oltre i 3.200 dollari per oncia, mentre l’argento è negoziato poco sotto quota 32$. In altre parole, siamo sopra quota 100, nella parte alta – o anche oltre – del tradizionale range di oscillazione della gold to silver ratio.

Certo, il clima di risk off, la scarsa fiducia nel dollaro e la domanda delle banche centrali di lingotti per le loro riserve auree hanno spinto le quotazioni del metallo giallo. Nei mesi scorsi i BRICS hanno ancora parlato di una moneta legata all’oro (alternativa al dollaro?). Un’ipotesi forse suggestiva, ma estremamente difficile da mettere in piedi.

Non dimentichiamo, però, che la produzione di argento è “soltanto” sette volte superiore rispetto a quella dell’oro, con una domanda che negli ultimi anni tende stabilmente a superare l’offerta.

L’argento costa poco? Non è detto…

L’argento, sotto vari punti di vista, appare quindi relativamente economico rispetto all’oro. A patto che l’economia regga. Infatti – in caso di recessione – è molto più esposto a rischi di ribasso rispetto all’oro. La domanda di argento in arrivo dall’industria sfiora il 50%, contro quella del metallo giallo, che è inferiore al 10%. Pertanto, anche in caso di storni non è assolutamente detto che l’argento sia più resiliente rispetto all’oro. Anzi, tradizionalmente la volatilità di questo metallo è nettamente superiore.

La domanda di argento è legata al settore fotovoltaico, alla tecnologia 5G ed alle auto elettriche. Qualora vi fosse un rallentamento in queste nicchie – in particolare il fotovoltaico – il prezzo spot dell’argento ne risentirebbe notevolmente. La domanda da gioielleria e da investimento non sarebbe sufficiente a coprire l’offerta.

Al tempo stesso, visto che i dati storici hanno un loro peso, la corsa dell’oro appare notevole se confrontata con quella dell’argento. A patto di credere ancora nel dollaro.

domanda di argento grafico
La domanda di argento in questi ultimi anni. Fonte: Silver Institute e Metal Focus.

Articolo a cura di Carlo Alberto De Casa

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Oro e Argento: conviene comprare ed investire? https://www.investire-certificati.it/oro-e-argento-conviene-comprare-ed-investire/ Wed, 12 Mar 2025 20:39:01 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=36778 E’ ancora un buon momento momento di investire su oro e argento? Per capire se conviene comprare oro partiamo dallo scenario per il comparto dei metalli preziosi. L’oro continua a macinare nuovi record. La quotazione del metallo prezioso in questo avvio di 2025 è arrivata a superare i 2.900 dollari per oncia, con la soglia […]

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E’ ancora un buon momento momento di investire su oro e argento? Per capire se conviene comprare oro partiamo dallo scenario per il comparto dei metalli preziosi.

L’oro continua a macinare nuovi record. La quotazione del metallo prezioso in questo avvio di 2025 è arrivata a superare i 2.900 dollari per oncia, con la soglia psicologica dei 3.000 dollari che sembra nel mirino. Il rally rialzista coinvolge anche l’argento, negoziato sopra i 32 dollari per oncia. E l’aria del temporale che si respira sui mercati azionari – in particolare quelli americani – non sembra scalfire i metalli preziosi, da sempre uno dei beni rifugio per eccellenza.

Vediamo un’analisi dello scenario per oro e argento e le previsioni per silver e gold, i due principali metalli preziosiche possono essere negoziati anche tramite i CFD di Swissquote.

Chi sta comprando oro?

Partiamo da una domanda: chi sta comprando oro? Fra i maggiori acquirenti troviamo le banche centrali. Non è certo una novità, ma i dati ufficiali pubblicati a inizio febbraio dal World Gold Council lo confermano. Anche nel 2024 gli acquisti delle banche centrali sono arrivati a superare le mille tonnellate, con un rally nella parte finale dell’anno.

Fra le banche centrali più attive troviamo Polonia, Turchia, India e Cina, portando, con un valore complessivo per il 2024 di 1048 tonnellate, non lontano da record dei due anni precedenti. Un altro dato positivo arriva dal settore ETF: negli ultimi mesi non si sono registrati altri afflussi di capitale, anzi, gli investitori (in particolare europei) sono tornati a comprare ETF sul gold. Inoltre, la domanda di oro tramite monete e lingotti che resta elevata. Se partiamo da questo scenario, per poi considerare l’attuale incertezza globale, ecco che la salita dell’oro verso i tremila dollari ha le sue basi.

Ecco di seguito il grafico dell’oro tratto dalla piattaforma di Swissquote. Si vede la spinta dell’ultimo anno, con il prezzo salito da 2000 dollari per oncia sino a sfiorare i 3000 dollari.

Cosa muove il prezzo dell’argento?

Sale il prezzo dell’oro, ma non è da meno l’argento. Spesso considerato metallo secondario, ha comunque guadagnato oltre il 20% nel 2024. Ora il trend rialzista sembra ripresa, con le quotazioni tornate sopra i 32 dollari per oncia.

Certamente, il buon momento dell’oro ha il suo peso. Ma la salita dell’argento trova anche solide basi nell’analisi fondamentale, in particolare grazie alla crescente domanda in arrivo dal settore industriale, con un crescente deficit fra domanda ed offerta. A differenza dell’oro, dove la componente industria pesa meno del 10% – per l’argento questi valori sono decisamente più elevati, arrivando al 40-45%.

Fra i comparti industriali che utilizzano i maggiori quantitativi di argento troviamo fotovoltaico, componentistica per autoveicoli e tecnologica 5G. Le possibilità di rivedere l’argento in area 35 dollari, sui massimi dei mesi scorsi, non sono così basse. In sintesi, l’oro è sui massimi storici, l’argento pochi mesi fa ha raggiunto i massimi dell’ultimo decennio.

Come investire su oro e argento?

Quali sono le principali modalità per chi vuole investire su oro e argento? Certamente, l’acquisto di lingotti o monete d’oro o monete d’argento ha il suo fascino. Ma è una modalità estremamente costosa in termini di spread, soprattutto per chi vuole fare trading o comunque investire nel breve termine.

CFD, i contratti per differenza, rappresentano un’interessante modalità, permettendo all’investitore di acquisire una posizione rialzista o ribassista, con l’utilizzo della leva finanziaria. Il tutto con pochi click, tramite le piattaforme di trading. Da notare, poi, gli spread decisamente ridotti che permettono all’investitore di comprare e vendere oro e argento anche nel giro di pochi minuti, senza consegna fisica del sottostante.

Approfondimenti sul trading nei metalli preziosi con CFD

Messaggio promozionale – Il trading comporta rischi di perdita sostanziale del capitale investito. La leva finanziaria espone l’investitore a notevoli rischi. I rendimenti passati non sono garanzia di rendimenti futuro. Il presente articolo è redatto a fine informativo e non è da intendersi in alcuna maniera come sollecito all’investimento in borsa.

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Azioni Palantir – Previsioni https://www.investire-certificati.it/azioni-palantir-previsioni/ Sat, 25 Jan 2025 19:50:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=36129 Previsioni per le azioni di Palantir – Cosa fa Palantir? Cosa si nasconde dietro la corsa galoppante degli ultimi mesi di Palantir? Quali previsioni per le azioni di Palantir in borsa? Previsioni Palantir: introduzione Palantir è una società quotata fondata nel 2003 da Peter Thiel (cofondatore anche di Paypal), Joe Lonsdale, Stephen Cohen, Nathan Gettings e Alex […]

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Previsioni per le azioni di Palantir – Cosa fa Palantir? Cosa si nasconde dietro la corsa galoppante degli ultimi mesi di Palantir? Quali previsioni per le azioni di Palantir in borsa?

Previsioni Palantir: introduzione

BIG DATA Palantir

Palantir è una società quotata fondata nel 2003 da Peter Thiel (cofondatore anche di Paypal), Joe Lonsdale, Stephen Cohen, Nathan Gettings e Alex Karp. Quest’ultimo è anche il Ceo dell’azienda. La società è basata a Denver, in Colorado. Si occupa dello sviluppo di software, incentrando la propria attività principalmente nel data analytics, data integration, data protection e data engineering e attualmente ha aperto profondamente anche all’intelligenza artificiale.

Durante la crisi causata dal Covid 19 ha anche fornito il suo contributo nello studio della pandemia.

Attraverso i suoi programmi facilita l’adozione di scelte basate sui dati raccolti sia da agenzie governative che da società commerciali. I prodotti più famosi di Palantir sono:

  • Apollo (un software molto potente che alimenta piattaforme Saas),
  • Foundry (che usa algoritmi per creare processi di machine learning, utilizzando anche l’intelligenza artificiale)
  • Gotham (usato principalmente da forze dell’ordine e agenzie governative per tracciare comportamenti anomali). Ultimamente, anche grazie alle ottime performance della propria intelligenza artificiale (AIP, piattaforma di intelligenza artificiale) sta migliorando drasticamente la propria capitalizzazione in borsa.

Inoltre Palantir è stata abile nel sottoscrivere numerose partnership importanti. Un percorso di crescita che ha aperto mercati nuovi: sia con agenzie governative, sia con società terze, che stanno sostenendo il suo fatturato. Al momento, però, i multipli con cui quota in borsa sono pazzeschi, con un price earning oltre quota 300! Conviene ancora investire nell’azione oppure il titolo è salito troppo?

Certificates su Palantir

Prima di proseguire l’analisi su Palantir, ricordiamo un certificato di investimento (con una barriera capitale molto difensiva, al 35%) che ha per sottostanti le azioni di Palantir, Tesla e NVIDIA (ISIN XS2938789273). Un prodotto tematico emesso da Barclays con barriera capitale molto profonda, come detto, al 35% e barriera cedolare al 50%.

Il rendimento lordo può arrivare fino al 15% lordo su base annua, con un certificato di investimento che offre protezione del capitale a patto che nessuna delle tre azioni perda il 65% o più dai prezzi iniziali. Si incassano premi dell’1,25% al mese a condizione che nessuna azione perda il 50% dai prezzi iniziali. Tutti i dettagli sono riportati sul sito dell’emittente.

Il ruolo dell’AI in Palantir

Torniamo a parlare di Palantir e della crescita di questa azione. Come sopra accennato, alla base del successo riscontrato in borsa dalle azioni di Palantir c’è anche sicuramente l’intelligenza artificiale sviluppata dall’azienda nota con il nome di AIP. Questa infatti permette delle ottime integrazioni nei processi aziendali e permette di efficientare i costi e gli sforzi necessari all’adozione di una tecnologia rivoluzionaria come l’AI, ossia l’intelligenza artificiale.

Palantir sembra essere così in grado di soddisfare le richieste del mercato e si candida a diventare uno dei principali player del settore. In un mondo sempre più digitalizzato sia l’intelligenza artificiale, sia la sicurezza e la difesa dei dati diventano ogni giorno più strategici e quindi apprezzati dal mercato borsistico. Serve chiaramente un riscontro reale ai numeri attuali, con il titolo arrivato vicino agli 80 dollari per azione.

Previsioni Azioni Palantir: le partnership strategiche

Quali previsioni per Palantir? Come visibile dal sito della società le partnership strategiche firmate da Palantir sono numerose. Si va da Accenture a big della consulenza come Accenture, KPMG, PWC e Deloitte, da giganti del mondo del cloud e dei servizi digitali come Amazon Web Services (AWS) e Google Cloud a Microsoft, da Oracle a Fujitsu.

Un possibile business che potrebbe rivelarsi molto importante per il futuro di Palantir è anche quello militare. Il supporto al Dipartimento della Difesa Americano arriverebbe tramite un consorzio di imprese, che potrebbe coinvolgere numerosi competitor ed anche altre big del mondo tech come SpaceX e OpenAI. In questo periodo di scenari multinazionali purtroppo particolarmente complessi (con numerose guerre economiche e non solo) gli investimenti nel settore sicuramente difficilmente verranno a mancare, favorendo quindi ottime performance.

Le azioni Palantir in borsa: conviene ancora investire?

Nel corso dell’ultimo anno il valore in borsa di Palantir è cresciuto di oltre il 300%, passando da un valore medio inferiore a 20 USD per azione ad oltre i 75 USD (dollari americani). Questo può essere espresso meglio con una rappresentazione grafica, ripresa dal sito Investing.

grafico azioni palantir
Andamento degli ultimi 12 mesi del titolo di Palantir

Questo aumento è stato causato sia dai buoni risultati raggiunti sia da un punto di vista economico, che finanziario, che dallo sviluppo di prodotti strettamente legati all’intelligenza artificiale come AIP, la piattaforma di intelligenza artificiale. Pesano poi le aspettative, che sono anche il vero punto di domanda per quanto riguarda Palantir.

Un ulteriore elemento di crescita della capitalizzazione è sicuramente stato raggiunto nel corso di settembre 2024 quando Palantir ha raggiunto un importante traguardo: l’azienda è infatti stata inserita nell’indice S&P 500. Per riuscire ad ottenere questo risultato ha dovuto soddisfare requisiti di capitalizzazione, liquidità e redditività. Questo ha obbligato i vari fondi che replicano l’indice ad acquisire le azioni aziendali, fornendo inoltre notorietà al titolo e di conseguenza alla società. Per approfondire vi rimandiamo a questo articolo di IG. Resta più che mai attuale la domanda relativa al reale valore di Palantir: gli attuali 180 miliardi di dollari di market cap non saranno più del valore reale?

Quali sono i target price per Palantir degli analisti? La maggioranza degli analisti consiglia di tenere le azioni in portafoglio (holding), anche se il target price medio è inferiore ai 50 dollari. I valori oscillano fra gli 11 e i 90 dollari, in parte anche a causa della repentina salita del titolo in questi ultimi mesi. Di fatto alcuni analisti non hanno ancora aggiornato le previsioni per Palantir. Ma al tempo stesso i valori attuali sono decisamente elevati. Troppo? Sarà il tempo a dircelo.

Previsioni Palantir: le prossime sfide

Il mercato più in cui opera Palantir è sicuramente molto competitivo, soggetto a continue innovazioni e quindi bisogna essere capaci a scegliere le migliori strategie nell’investire le proprie risorse. Questo comporta inevitabilmente dei rischi: puntare su un settore sbagliato potrebbe produrre danni importanti. Anche perché queste innovazioni sono caratterizzate da importantissime richieste di capitale investito in ricerca e sviluppo.

Intelligenza artificiale PALANTIR

Un ulteriore problema potrebbe essere la regolamentazione che coinvolgerà le varie intelligenze artificiali. Bisognerà farsi trovare pronti a eventuali normative pubbliche.

Infine bisognerà capire come è strutturato l’apprezzamento del mercato per il titolo: alcuni operatori segnalano che l’attuale valore rispecchi anche delle forti aspettative per i risultati futuri attesi. Alcuni indici sembrano evidenziare che l’azienda potrebbe essere sovrapprezzata (come ad esempio il price-earning ratio).

Importanti riscontri si potranno già ottenere dall’ultima trimestrale del 2024 che sarà rilasciata il 3 febbraio 2025, dove l’azienda è chiamata a confermare gli ottimi risultati dell’ultimo periodo.

Conclusioni

Durante questa analisi abbiamo potuto analizzare i punti e di debolezza di forza di Palantir. Tra i primi dobbiamo ricordare, oltre al mercato “tradizionale” un’ottima opportunità fornita dall’intelligenza artificiale prodotta dalla società e degli importanti contratti firmati sia con società pubbliche che private. Come punti di debolezza bisogna ricordare i rischi intrinsechi dei mercati in cui Palantir opera. Tracciare una previsione per Palantir risulta quindi particolarmente complicato, anche alla luce della corsa forsennata dell’ultimo anno. Numerosi analisti sono convinti di un possibile ulteriore aumento del valore dei titoli, ma l’opinione non è condivisa da tutti gli esperti di mercato.

Molto dipenderà da dei corretti investimenti nel settore dell’AI, da un’abile commercializzazione di AIP che è chiamata a diventare il business trainante dell’azienda, consolidando e migliorando le proprie posizioni nel mercato.

Come sopra ricordato, i primi dati che potrebbero tracciare un nuovo trend saranno forniti con l’ultima trimestrale del 2024 che verranno pubblicati il prossimo 3 febbraio. In base anche a questi dati sarà più facile comprendere gli attuali scenari di questa importante società del mondo tech e dell’intelligenza artificiale. Una conferma di una crescita ulteriore dei ricavi e degli altri indici potrebbe favorire un’ulteriore crescita della capitalizzazione.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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