Focus Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/notizie/focus/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Wed, 09 Oct 2024 09:23:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Focus Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/notizie/focus/ 32 32 Previsioni per Nvidia https://www.investire-certificati.it/previsioni-nvidia/ Wed, 09 Oct 2024 08:28:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=34499 Quali previsioni per NVIDIA? Per capire il tema ripartiamo dalle basi: chi è e che cosa produce Nvidia? Cosa è successo recentemente al titolo del colosso tecnologico americano in borsa? Quali previsioni dobbiamo aspettarci per le azioni di Nvidia? Focus sul tema in questo articolo Cosa produce Nvidia Nvidia è una azienda americana che è […]

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Quali previsioni per NVIDIA? Per capire il tema ripartiamo dalle basi: chi è e che cosa produce Nvidia? Cosa è successo recentemente al titolo del colosso tecnologico americano in borsa? Quali previsioni dobbiamo aspettarci per le azioni di Nvidia? Focus sul tema in questo articolo

Cosa produce Nvidia

Nvidia

Nvidia è una azienda americana che è nata nel 1993 dal genio dei tre fondatori: Jen-Hsun Huang, Chris Malachowsky e Curtis Priem. Attraverso un percorso ambizioso quanto virtuoso, Nvidia è riuscita ad imporsi nel mercato dei processori grafici (GPU), utilizzabili sia per i videogiochi, che per attività professionali. Inoltre, tra le varie aree di sviluppo, negli ultimi periodi si è imposto come uno dei leader mondiali nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Questo ultimo successo ha ulteriormente apprezzato le sue azioni. Per chi volesse approfondire la storia di Nvidia vi rimandiamo al sito aziendale, che trovate al seguente link.

Nvidia è un membro del gruppo dei “Magnifici Sette di Wall Street: ovvero è una delle le sette aziende più influenti dell’indice S&P 500.

Previsioni per Nvidia: dati storici

Gli ultimi anni di Nvidia

Come visibile nel grafico, dopo aver toccato i valori di minimo a fine 2022 (tra i 10 e gli 11 USD) il titolo di Nvidia ha iniziato una corsa frenetica in borsa. NVIDIA ha nettamente sovraperformato il mercato azionario USA, con un rally che l’ha portata in meno di due anni a ottenere risultati incredibili, arrivando a dei massimi in area 140 dollari per azione.

Chiaramente, con questi numeri, NVIDIA è stato uno dei titoli più performanti dell’intero mercato. Nei primi nove mesi del 2024 l’azione NVIDIA è salita del 180%, mentre negli ultimi 5 anni si è apprezzata del 2700%. Numeri da capogiro, che hanno portato il titolo ad una market cap di 3.000 miliardi di dollari.

Quali previsioni per le azioni di NVIDIA nel 2025? Dal punto di vista tecnico il titolo appare ancora ben impostato e potrebbe essere favorito da politiche monetarie accomodanti da parte della Federal Reserve. L’eventuale rottura dei precedenti massimi in area 140 dollari aprirebbe spazio per altri rialzi per l’analisi tecnica. Attenzione però, parliamo di una market cap già impressionante, frutto di una serie di trimestrali nettamente migliori delle attese. L’analisi fondamentale va quindi tenuta in debita considerazione, soprattutto nel medio e lungo termine.

Grafico azioni NVIDIA

grafico azioni NVIDIA

Il 2024 di Nvidia

Il 2024 è sicuramente stato un anno importante per Nvidia nel mercato azionario. Infatti il 18 luglio di quest’anno è diventata la società col maggiore capitalizzazione al mondo superando Microsoft e Apple, per poi essere sì riscavalcata, ma rimanendo stabilmente sul podio. Questo importante risultato è stato ottenuto anche grazie ai forti investimenti effettuati nel mondo dell’intelligenza artificiale.

Inoltre nel corso di quest’anno Nvidia, ha effettuato un frazionamento dell’azionariato in base ad un rapporto di 1 a 10 azioni.

Il frazionamento azionario del 2024

Gli azionisti di Nvidia hanno ricevuto 10 azioni per ciascuna azione che si possedeva dopo la chiusura del 7 giugno 2024. Questo non ha depauperato il valore complessivo degli investitori, ma ha favorito la circolazione delle azioni, ora negoziate con valori unitari più bassi.

Le azioni di NVIDIA, infatti, si erano apprezzate notevolmente (avendo anche superato la quota di 1.000 dollari per azione). Attraverso questa operazione di borsa si è permesso di attrarre un maggior numero di investitori (anche piccoli investitori) senza di fatto modificare gli indici fondamentali e la capitalizzazione dell’azienda. Per approfondire ulteriormente il tema dello split azionario rimandiamo alla scheda specifica.

Quali previsioni per Nvidia

Quali previsioni per le azioni di NVIDIA? Chiaramente tutto passa dai numeri che l’azienda sarà in grado di fare nei prossimi anni, oltre ovviamente al contesto generale (tassi di interesse in calo potrebbero chiaramente favorire il titolo). Come abbiamo visto nel precedente grafico, attualmente sembra che la crescita forsennata degli ultimi mesi si stia leggermente affievolendo. Quindi quali previsioni per Nvidia? Vediamo i pro e i contro per l’azienda.

Previsioni per Nvidia: possibili pro

Alcuni player del mercato reputano che i massimi non siano ancora stati raggiunti, anche grazie agli ottimi risultati anche in termini di ricavi ottenuti negli ultimi periodi, con trimestrali di NVIDIA sopra le attese. Prevedono nuovi record di vendita anche nel Q2 del 2025, come visibile nel report diffusi a fine agosto dalla stessa Nvidia. Per approfondire fai clic qui.

Un ulteriore punto di forza di Nvidia è la capacità di sfruttare le proprie GPU, nate inizialmente per i videogiochi, al mondo dell’AI, ossia l’intelligenza artificiale. L’azienda americana può inoltre sfruttare una posizione dominante sul mercato, una richiesta in crescita e la capacità di aver saputo mostrare, negli anni, un’ottima capacità di innovazione e di consolidamento delle nuove scoperte. Chiaramente bisogna vedere quanto a lungo durerà questo scenario di leadership.

Previsioni per Nvidia: possibili contro

Tuttavia i rischi, soprattutto nel settore tecnologico, sono presenti. Ad esempio basti pensare banalmente a una possibile bolla sull’intelligenza artificiale, ad un competitor che possa sfruttare meglio o creare una nuova tecnologia più performante. Ci sono inoltre anche alcune variabili di geopolitica. Un nuovo presidente USA potrebbe ad esempio instaurare relazioni meno amichevoli col mondo cinese e taiwanese e questo potrebbe interferire sulle importazioni di chip fondamentali per Nvidia e non solo. La stragrande percentuale di chip è infatti concentrato tra Taiwan, Cina e sud est asiatico.

Inoltre, nonostante il piano sia stato concordato da mesi con la società, l’attuale CEO di Nvidia Huang in questi ultimi mesi ha venduto azioni per milioni di dollari.

Per approfondire

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa o consulenza finanziaria.

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Elezioni francesi – Previsioni economiche https://www.investire-certificati.it/elezioni-francesi-previsioni-economiche/ Tue, 25 Jun 2024 13:21:32 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=33885 Cosa cambia per i mercati finanziari dopo il voto europeo e con le nuove elezioni francesi? Quali conseguenze sulle borse europee con la crescita dei partiti di destra? Ecco il tema di un report realizzato da Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée (UBP), con un focus sul voto francese e sulle previsioni di borsa […]

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Cosa cambia per i mercati finanziari dopo il voto europeo e con le nuove elezioni francesi? Quali conseguenze sulle borse europee con la crescita dei partiti di destra? Ecco il tema di un report realizzato da Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée (UBP), con un focus sul voto francese e sulle previsioni di borsa post elettorali.

Dopo le Elezioni europee: verso le elezioni francesi

Le elezioni parlamentari europee tenutesi il 9 giugno hanno visto una sorprendente ascesa dei partiti di destra, con il Rassemblement National (RN) francese che ha guadagnato un numero significativo di seggi. I risultati delle elezioni hanno scosso i mercati europei, ma quali sono le reali implicazioni di questi cambiamenti? Il nuovo voto francese cambierà le previsioni di borsa?

Equilibri di potere invariati a livello europeo

Nonostante questo risultato inatteso, gli equilibri di potere a livello europeo rimangono sostanzialmente invariati. Prevediamo che continuerà a esservi stabilità, dato che a rimanere alla guida del Parlamento europeo è ancora il Partito Popolare Europeo (PPE). Tuttavia, il nuovo panorama dovrebbe indurre la prossima Commissione europea a modificare le proprie priorità, con un allontanamento dalle iniziative relative agli investimenti verdi e dal processo di allargamento dell’UE. Le politiche di difesa e di immigrazione dovrebbero invece passare in cima all’agenda.

Le elezioni lampo in Francia suscitano incertezze economiche

A seguito dei risultati delle elezioni europee, il Presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni legislative lampo. Cosa cambia per i mercati finanziari e le borse? Gli investitori hanno rapidamente reindirizzato la loro attenzione sul panorama politico francese, provocando un forte calo del CAC 40 e una maggiore pressione sui titoli sovrani francesi. Le banche francesi hanno perso in media il 9,3%, le società di infrastrutture l’8,5%, i servizi di pubblica utilità il 5,0% e il lusso il 3,1%.

La reazione iniziale dei mercati evidenzia la preoccupazione per l’ascesa del RN e per le sue politiche economiche meno favorevoli al mercato.

elezioni francesi
elezioni francesi

Gli scenari politici francesi che spaventano i mercati finanziari

Quali previsioni spaventano gli investitori con le elezioni francesi? Per gli investitori i due scenari più preoccupanti rimangono una maggioranza assoluta del Rassemblement National in Francia (potenzialmente raggiungibile attraverso una coalizione con altri partiti di destra). Ma anche una maggioranza assoluta del Front Populaire a sinistra dello spettro politico potrebbe spaventare le borse. Va detto, però, che tra i maggiori partiti politici francesi un’uscita dell’Unione Europea sembra fuori discussione.

Tuttavia, i costi associati alle varie misure proposte potrebbero riaccendere l’inflazione, attualmente al 2,7% (a fine maggio), e ritardare il ritorno alla disciplina fiscale per l’economia francese, con il deficit e il debito pubblico in aumento.

Prospettive per settori

Poiché si prevede che la volatilità rimarrà elevata fino ai risultati del secondo turno delle elezioni legislative francesi, acquistare azioni francesi a seguito del sell-off del CAC sembra prematuro. I settori sensibili alla macroeconomia, ai tassi d’interesse, alle normative e ai contratti pubblici restano particolarmente a rischio. Ad esempio, gli investitori sono preoccupati per il comparto industriale a causa delle potenziali riduzioni dei sussidi verdi e del rallentamento dell’economia. Ci sono preoccupazioni anche per i settori delle infrastrutture e dei media a causa dei rischi associati alla nazionalizzazione.

Le agenzie di rating hanno messo in guardia sulla capacità del futuro governo francese di contenere il deficit di bilancio e di gestire il debito a medio termine, con il rischio di un potenziale declassamento del debito francese. Hanno avvertito che la manovrabilità fiscale è limitata e che, in assenza di ulteriori slittamenti fiscali, le misure proposte potrebbero richiedere ulteriori tasse. Tuttavia, il rischio di un declassamento del rating non è imminente, in quanto, se si concretizzerà, richiederà tra i 12 e i 18 mesi.

Elezioni francesi ed il cambio Euro Dollaro

Cosa cambia con le elezioni francesi per il cambio euro dollaro? Sul fronte valutario, l’annuncio delle imminenti elezioni francesi ha portato a un modesto calo dell’euro rispetto al dollaro statunitense, che ora si aggira appena sopra 1,07. Lo possiamo vedere come un segnale che il rapporto tra le due valute rimarrà probabilmente sotto pressione fino a quando non saranno chiari i risultati delle elezioni.

Sondaggi elezioni francesi

Una nota finale relativa ai sondaggi. Al momento è ancora in testa il Rassemblement National, ma le sinistre sono vicine. Più staccato Macron, che potrebbe quindi arrivare terzo. Le elezioni francesi porteranno quindi nuova volatilità sui mercati. Da notare come saranno seguite dalle elezioni britanniche – dove il centro sinistra è in vantaggio – e a novembre dalle elezioni americane, con una nuova sfida fra Trump e Biden.

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Mid Point Order https://www.investire-certificati.it/mid-point-order/ Sun, 10 Mar 2024 13:14:20 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=32761 Regolamenti di Borsa Italiana e focus sul tema “mid-point order”. In data 26 febbraio 2024 Borsa Italiana ha pubblicato gli avvisi n. 7572 e 7574 contenenti le modifiche al Regolamento dei Mercati e alle relative Istruzioni precedentemente approvate dalla Consob che entreranno in vigore l’8 aprile 2024. Da tale data, in armonizzazione all’offerta del Gruppo […]

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Regolamenti di Borsa Italiana e focus sul tema “mid-point order”. In data 26 febbraio 2024 Borsa Italiana ha pubblicato gli avvisi n. 7572 e 7574 contenenti le modifiche al Regolamento dei Mercati e alle relative Istruzioni precedentemente approvate dalla Consob che entreranno in vigore l’8 aprile 2024.

Da tale data, in armonizzazione all’offerta del Gruppo Euronext, vengono introdotti i c.d. “mid-point order” per i mercati Euronext Milan ed Euronext Growth Milan (non sono ammessi nei mercati ETFPlus e Euronext MIV Milan).  

Cosa è il mid-point order?

Cosa si intende con “mid-point order” in borsa? La nuova tipologia di ordine rappresenta uno strumento che consente agli operatori di ottenere l’esecuzione delle proprie proposte di negoziazione al valore medio dello spread denaro – lettera visibile nel book di negoziazione trasparente. Il mid-point order, originariamente invisibile ai partecipanti, può essere inviato con o senza un limite di prezzo che funge da prezzo di esecuzione minimo per un ordine di vendita o massimo per un ordine di acquisto.

Gli ordini mid-point interagiscono tra loro solo in un apposito book di ordini non visualizzati (c.d. “Midpoint Dark Order Book” o “Non-Displayed Order Book”) e vengono eseguiti in base a una priorità dimensionale e temporale. 

Al momento dell’inserimento dell’ordine, l’operatore può inoltre richiedere che la propria proposta di negoziazione, qualora non trovi esecuzione completa all’interno del Midpoint Dark Order Book, venga inoltrata per l’eventuale quantità rimanete al book di negoziazione trasparente (c.d “funzionalità Dark-to-Lit Sweep”). In questo caso l’ordine mid-point, per la quantità che non ha trovato esecuzione nel Midpoint Dark Order Book, viene convertito in un ordine trasparente a cui si applicano tutte le normali regole del book di negoziazione. 

Ordini invisibili?

Praticamente ordini invisibili che confluiscono in un book invisibile (dove potranno essere eseguiti in tutto o in parte al prezzo medio fra denaro lettera presente nel book trasparente) con possibilità, qualora non totalmente eseguiti, di essere trasferiti per la quantità rimanente nel book trasparente e diventare visibili.

trading

Cerchiamo di capire il possibile utilizzo di tali ordini. Generalmente il loro impiego potrebbe riguardare in misura minore i titoli liquidi ma più che altro i titoli sottili. Per questi ultimi, infatti, la distanza fra il miglior denaro e la migliore lettera a volte può risultare ampia e, riuscire ad avere un eseguito al valore medio dello spread denaro lettera, può rappresentare un vantaggio.

Un altro utilizzo potrebbe essere relativo a proposte di negoziazione con size elevate specie su titoli poco liquidi che, se esposte sul book trasparente, potrebbero influenzarne l’andamento.

Cross Order

Per questi ordini esistono già soluzioni quali cross order e icerberg order. Il primo (cross order) prevedere l’abbinamento in fase di negoziazione di due proposte di segno contrario e di pari quantità, ad un prezzo compreso tra il prezzo medio ponderato per i volumi della migliore proposta in acquisto e della migliore proposta in vendita presenti sul mercato. In tal caso però occorre che l’intermediario abbia “in mano” i due ordini di segno opposto perfettamente combacianti o concordi con un altro intermedio la “seconda gamba” dell’operazione.

Iceberg Order

Il secondo (icerberg order) permette di inserire una proposta di negoziazione con limite di prezzo e visualizzazione parziale della quantità. A parte che sono previste quantità minime sia dell’ordine totale che della quantità visualizzata, succede che questi ordini possano essere comunque individuati. Infatti, se dopo l’esecuzione dell’intera quantità visualizzata si genera automaticamente una nuova proposta visualizzata con la medesima quantità (o residua rispetto al quantitativo totale) il mercato “mangia la foglia” e può reagire di conseguenza.

Mid-point order: pro e contro per i trader

Il nostro mid-point order potrebbe sopperire a diverse criticità sia del cross che dell’iceberg order. Può essere infatti eseguito anche parzialmente (non occorre che le quantità in acquisto ed in vendita combacino perfettamente), il matching può avvenire anche fra controparti inconsapevoli e sono difficilmente individuabili dal mercato.

D’altro canto, inserire ordini invisibili che stazionino all’interno del Midpoint Dark Order Book può avere anche aspetti negativi. Potrebbe succedere infatti che questi ultimi stazionino nel book “nero” senza essere visti ed eseguiti mentre nel book trasparente avvengono scambi a prezzi fattibili con quegli ordini stessi. 

Cosa cambia per gli investitori?

Per l’investitore retail di medio lungo periodo la nuova funzionalità, se ben utilizzata, potrebbe rappresentare un vantaggio. Dall’8 aprile, piuttosto che passare un ordine “normale” senza limite di prezzo o con limite superiore al prezzo medio fra denaro lettera del book, credo sia utile trasmettere un mid-point order munito della funzionalità Dark-to-Lit Sweep che faccia un passaggio preventivo all’interno del Midpoint Dark Order Book ed eventualmente trovi un’esecuzione totale o parziale.

Per lo “scalper” sui titoli sottili invece la questione è più controversa. Da un lato alcuni ordini potrebbero stazionare o essere eseguiti nel book “nero” non raggiungendo il book trasparente ed impedendo al trader di applicarli o di essere applicato. Dall’altro lato se dovesse essere eseguito in denaro o in lettera potrebbe trasmettere un mid-point order limitato per cercare di chiudere in tutto o in parte l’operazione all’interno del Mid point Dark Order Book.

Analisi a cura di Fabrizio Fiorani, trader indipendente. Ricordiamo, sempre a cura dello stesso autore, la rubrica Storia della Borsa – Dalla Borsa alle grida ai giorni nostri. Per chi invece cerca un focus sulle varie tipologie di ordini su Borsa Italiana, rimandiamo alla pagina specifica sul sito dell’exchange. Buon trading a tutti!

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Focus Oro – Certificati https://www.investire-certificati.it/focus-oro/ Thu, 21 Sep 2023 11:18:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=29570 Focus sul prezzo dell’oro. Analisi e previsioni per il metallo giallo. Come investire sull’oro con i Turbo24 certificates? Analisi prezzo oro Nelle ultime settimane la volatilità sull’oro è scesa, con le quotazioni spot, ossia a pronti, che si sono mosse in un ristretto range di appena 3,5 punti percentuali. Il tutto in una fase caratterizzata […]

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Focus sul prezzo dell’oro. Analisi e previsioni per il metallo giallo. Come investire sull’oro con i Turbo24 certificates?

Analisi prezzo oro

Nelle ultime settimane la volatilità sull’oro è scesa, con le quotazioni spot, ossia a pronti, che si sono mosse in un ristretto range di appena 3,5 punti percentuali. Il tutto in una fase caratterizzata da decisioni importanti da parte delle banche centrali. Pochi giorni fa, infatti, la BCE che ha alzato i tassi ai massimi storici, portandoli al 4,50%, mentre i tassi della Fed sono al 5,50%. La Banca centrale americana non prevede tagli dei tassi a breve, anzi, si attende un altro rialzo entro fine anno.

Quali previsioni per il prezzo dell’oro? Operativamente il prezzo dell’oro resta in una fase di trading range, con i mercati che aspettano le decisioni della Fed di questa settimana (dove non sono attesi rialzi dei tassi) e soprattutto del 1° novembre. Al momento, stando ai dati del CME FedWatch Tool oltre il 30% degli investitori si attende un rialzo dei tassi. Il picco del costo del denaro è vicino, ma non ancora raggiunto.

Analisi tecnica oro

Operativamente l’oro ha mostrato una certa resilienza, creando un solido supporto in area 1.890-1.900 dollari per oncia. Negli ultimi due mesi le quotazioni ogni qualvolta sono arrivate su questi valori sono sempre rimbalzate. Al tempo stesso, l’area 1.950 dollari si è rivelata una valida resistenza, ossia un livello chiave che ha frenato i tentativi di apprezzamento del metallo giallo. Sinora la visione da falco della Federal Reserve ha fermato ogni tentativo di rimonta dell’oro, confermando la resistenza collocata in area 1.950 dollari per oncia.

grafico prezzo oro
Grafico Oro con timeframe 4 ore da Piattaforma IG

Per quanto riguarda l’analisi fondamentale, la domanda complessiva di oro resta tuttavia solida. Infatti, le banche centrali continuano a comprare metallo prezioso, anche al fine di diversificare le proprie riserve (riducendo la quota in dollari). Inoltre, anche il comparto di ETF aurei e domanda per investimento resta ben impostato.

Come investire sull’oro con i Turbo24 certificates?

Per chi volesse investire sull’oro i Turbo certificates di IG rappresentano un’interessante soluzione nell’attuale scenario. Permettono infatti all’investitore di assumere un’esposizione rialzista o ribassista con un capitale decisamente inferiore rispetto al controvalore mosso. Il tutto grazie alla presenza dell’effetto leva.

Inoltre, la perdita massima è limitata al capitale investita. Nel caso in cui il prezzo dell’oro raggiunga il knock-out del certificato, il prodotto si estingue anticipatamente, perdendo valore. Di fatto si tratta di uno stop loss automatico e garantito.

Certificati Turbo24 sull’oro

L’offerta di Turbo24 certificates di IG è decisamente ampia, offrendo prodotti per puntare sia al rialzo che al ribasso. Si può quindi assumere un’esposizione rialzista così come ribassista.

Partendo dall’ipotesi di un prosieguo del trading range, vediamo alcuni prodotti potenzialmente interessanti nella vasta offerta di IG.

certificati oro

Turbo24 Long

Partiamo dall’analisi tecnica e dai prezzi registrati negli ultimi mesi. Le quotazioni dell’oro hanno fatto registrare dei minimi significativi in area 1.885 e 1.810.

Come investire sull’oro con i turbo24 certificates di IG? Per chi volesse puntare su un rialzo con un certificato con livello knock-out proprio sotto questi valori, troviamo il Turbo24 long con barriera a 1870,352. La leva al momento è di 36. In caso di rialzi del prezzo dell’oro, sono amplificati di 36 volte. Pertanto sarebbe sufficiente un apprezzamento del prezzo dell’oro di meno del 3% per raddoppiare il capitale investito. Al tempo stesso un calo di pari ammontare porterebbe a zero il valore del certificato.

Le opzioni di investimento sono molteplici, con numerosi certificates per vari livelli di leva. In ottica maggiormente prudenziale troviamo un certificato long con livello knock out posizionato a 1805,598. La leva è pari a 17, permettendo quindi all’investitore di amplificare eventuali profitti, ma con un livello di protezione più ampio, grazie alla maggiore distanza dalla barriera knock-out. Cifra tonda, poi, con una leva 10 che ha barriera a 1726 dollari per oncia.

Turbo short certificati per scommettere su un ribasso dell’oro

Fra i Turbo24 certificati sull’oro ne troviamo molti che permettono di trarre profitto da un’eventuale correzione dell’oro. Fra i più interessanti troviamo quello che ha livello knock-out a 2001,285 dollari per oncia. La leva è ancora decisamente importante, in quanto pari a 24. Al tempo stesso il prezzo spot dista oltre 70 dollari da questi valori, garantendo quindi un cuscinetto all’investitore (a patto che il prezzo dell’oro non torni sopra quota 2.000 dollari).

Per chi avesse un’esposizione rialzista, i turbo potrebbero anche rappresentare un’opzione per hedging e copertura. In questo caso sono interessanti quelli con leva più bassa, come il Turbo24 che ha leva 10 e livello knock-out in area 2.116,5, ossia circa 40 dollari sopra i massimi storici del prezzo dell’oro.

certificati oro short

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento. I Turbo24 sono prodotti speculativi ed il capitale è a rischio di perdita parziale o totale.

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Focus sull’Euro https://www.investire-certificati.it/focus-sulleuro/ Mon, 18 Sep 2023 05:19:08 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=29522 I tassi di interesse sui depositi in Europa salgono dal 4,25 al 4,50%, muovendo anche l’euro. La Banca Centrale Europea ha, infatti, alzato i tassi di interesse di 25 punti base, come previsto dagli analisti finanziari. Vi proponiamo di seguito un approfondimento sull’euro e sulla situazione ad oggi presente sui mercati finanziari. Questo focus è presente nel […]

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I tassi di interesse sui depositi in Europa salgono dal 4,25 al 4,50%, muovendo anche l’euro. La Banca Centrale Europea ha, infatti, alzato i tassi di interesse di 25 punti base, come previsto dagli analisti finanziari. Vi proponiamo di seguito un approfondimento sull’euro e sulla situazione ad oggi presente sui mercati finanziari. Questo focus è presente nel video Fast & Forex, realizzato da Stefano Gianti, analista presso Swissquote.

L’euro

Come si è mosso l’Euro dopo la BCE? La reazione dell’euro, al momento, è quella di un deprezzamento. Come mai un deprezzamento e non il contrario? Sembra essere controintuitivo che, nel momento in cui i tassi si apprezzino e convenga avere un’attività in euro, il cambio si deprezzi. In realtà il movimento a ribasso ha radici più profonde. L’approdo in area 1,066 rispetto all’1,07 prima del rialzo dei tassi è funzione anche del rallentamento macroeconomico. Inoltre i mercati vedono come ormai vicino – se non raggiunto – il picco dei tassi per l’Eurozona.

Europa vs Stati Uniti

La liquidità sta migrando verso gli Stati Uniti, che stanno pubblicando dati più rassicuranti e hanno un differenziale positivo verso il Bund. Si prenda per esempio l’indice IPP (indice dei prezzi alla produzione), che aumenta dello 0,7% rispetto a una previsione dello 0,4%. Come anticipato, anche il differenziale gioca un ruolo rilevante nel deflusso di investimenti nel vecchio continente. Lo Spread Usa-Germania ad oggi è di circa 166 bps e significa vedere remunerati meglio i propri investimenti. Questo, avendo un rischio percepito minore derivante da una situazione macro in miglioramento negli USA.

Perché l’innalzamento dei tassi

Potrebbe venire da chiedersi come mai un innalzamento dei tassi proprio in questa congiuntura economica? Certamente Christine Lagarde avrà avuto un occhio di riguardo per obiettivo principe della BCE: ossia il mantenimento dell’inflazione intorno al famoso valore del 2%. Questo valore gli analisti prevedono che venga raggiunto entro la fine 2025. Per contro, nel 2024 l’inflazione potrebbe rimanere oltre il 4%.

Le previsioni per il 2023 sull’inflazione, infatti, erano state di recente ritoccate a rialzo, attorno il 5,6%, con una corrispondente decrescita del Pil. Quest’ultimo fattore, in particolare, è un segnale particolarmente forte, essendo nell’intorno di mezzo punto percentuale. Il raffreddamento del ciclo economico con una combinazione di innalzamento dell’inflazione e ribasso della crescita, ha certamente allarmato la BCE, che ha preso le sue contromisure.

Analisi tecnica sull’euro

Guardando all’analisi tecnica dell’euro/dollaro, ampiamente spiegata nei webinar di Swissquote, si possono notare alcuni indicatori. L’analisi tecnica, se effettuata insieme a quella fondamentale, serve per cercare di “indovinare” il timing giusto dell’investimento e la direzionalità. Ipotizzato un trend in rialzo o in ribasso con l’analisi macroeconomica, quella tecnica ti riferisce quale possa essere la tempistica per entrare sul mercato.

In questo caso, sull’euro/dollaro, nel video vengono individuati due importanti target: uno intorno a quota 1,052 e l’altro a 1,030. Molto dipenderà da cosa succederà nei prossimi giorni, quindi fari puntati sulle dichiarazioni della Fed del 20 settembre. Non dovrebbero esserci sorprese. I tassi potrebbero restare fermi, con possibilità di salir nel successivo incontro del primo Novembre. Non sono previsti tagli dei tassi i interesse fino al 2024, tuttavia quando si riuniscono le Banche Centrali l’effetto “sell on the news” è sempre rilevante.

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Taper Tantrum https://www.investire-certificati.it/taper-tantrum/ Thu, 25 May 2023 07:38:01 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28391 Cosa è il Taper Tantrum? Focus sullo shock del 2013, quando i mercati non si attendevano le mosse restrittive di Ben Bernanke, Governatore della Federal Reserve Cosa è il taper tantrum? Alla fine di maggio 2013, i mercati finanziari hanno vissuto un periodo di turbolenza noto come Taper Tantrum. Si è trattato di un periodo […]

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Cosa è il Taper Tantrum? Focus sullo shock del 2013, quando i mercati non si attendevano le mosse restrittive di Ben Bernanke, Governatore della Federal Reserve

Cosa è il taper tantrum?

Alla fine di maggio 2013, i mercati finanziari hanno vissuto un periodo di turbolenza noto come Taper Tantrum. Si è trattato di un periodo di notevole volatilità e incertezza. A generarlo è stata l’intenzione della Federal Reserve di ridurre il suo programma di acquisto di obbligazioni (ossia il “Quantitative Easing”) che ha colto di sorpresa i mercati. Le ripercussioni sono state notevoli sa sul mercato obbligazionario che sulle materie prime (per esempio con il calo del prezzo dell’oro, che nel 2013 perse il 29%).

Proseguiamo con una serie di analisi e riflessioni sul Taper Tantrum a cura di Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, nel decimo anniversario di questi eventi.

Le origini del Taper tantrum

crollo di borsa 1987

Il Taper Tantrum è stato innescato dalle dichiarazioni dell’allora presidente della Fed Ben Bernanke nel maggio 2013, che indicavano l’intenzione della banca centrale di ridurre gli acquisti di bond. Ciò ha sorpreso i mercati finanziari, che avevano ignorato i segnali precedenti e si erano affidati alle misure straordinarie di stimolo della Fed per sostenere la ripresa economica all’indomani della crisi finanziaria globale.

La prospettiva di una riduzione della liquidità, di un potenziale aumento dei tassi d’interesse e, più in generale, di un’ulteriore stretta, ha provocato un brusco sell-off nei mercati obbligazionari. Ma anche un’impennata della volatilità in varie asset class.

Taper Tantrum e turbolenze sui mercati globali

L’impatto del Taper Tantrum è stato avvertito a livello globale e in particolare nei mercati emergenti. Con il ritiro dei capitali dagli asset più rischiosi, le valute e i bond di paesi emergenti hanno subito un notevole deprezzamento e un aumento dei rendimenti. I Paesi con ampi deficit nelle partite correnti e alti livelli di debito estero sono stati particolarmente vulnerabili agli improvvisi deflussi di capitale

Cosa hanno imparato le borse?

Il Taper Tantrum ha rappresentato una lezione preziosa per le banche centrali e i policymaker di tutto il mondo. Ha evidenziato la necessità di una migliore comunicazione e di una più chiara forward guidance per gestire le aspettative del mercato. I banchieri centrali sono diventati più consapevoli dei potenziali effetti di spillover delle proprie decisioni politiche sui mercati finanziari globali e hanno cercato di adottare un approccio più cauto e trasparente.

Somiglianze e differenze

Ci sono analogie fra il taper tantrum del 2013 e la situazione attuale del 2023? Vediamo le considerazioni e previsioni di borsa di Carmignac, sempre focalizzate sul taper tantrum.

Oggi i mercati emergenti devono affrontare uno shock esterno molto più brusco. Questa volta non solo la Federal Reserve, ma tutte le banche centrali del G10 (escluso il Giappone ancora con tassi negativi – qui previsioni per dollaro yen) stanno inasprendo le politiche. Le banche centrali non stanno semplicemente riducendo gli acquisti di obbligazioni, ma stanno effettivamente diminuendo i propri bilanci attraverso il roll-off passivo delle obbligazioni esistenti, una politica nota come Quantitative Tightening. Stanno inoltre aumentando i tassi di interesse a un ritmo che non si vedeva dai primi anni Ottanta. Lo shock ha persino innescato una crisi tra le banche regionali statunitensi.

Mercati emergenti

Nonostante ciò, si sono verificati pochissimi imprevisti nei mercati emergenti. Lo stress finanziario si è concentrato negli anelli più deboli dell’universo dei “mercati di frontiera”. Fra questi Ghana, Sri Lanka o Tunisia. Le principali parti coinvolte nel Taper Tantrum del 2013, i “Fragile Five” (Brasile, India, Indonesia, Turchia, Sudafrica), si sono dimostrate resistenti grazie a fondamentali nettamente migliori rispetto a 10 anni fa.

Inoltre hanno iniziato il proprio ciclo di rialzi molto prima dei Paesi del G10. Questo ha riportato l’inflazione sotto controllo prima che nei Paesi del G10. Ciò ha significato una crescita contenuta della domanda aggregata. Quando i rialzi della Fed hanno colpito, le loro partite correnti si erano già stabilizzate verso l’equilibrio. Inoltre, l’inflazione era già in netto rallentamento e le curve dei tassi di interesse stavano già prezzando adeguatamente un potenziale allentamento monetario. I deflussi di capitale sono stati minimi, poiché gli asset EM erano detenuti da investitori esteri in misura minore.

Aspettative per Federal Reserve: si rischia un altro Taper Tantrum?

Aspettative e Previsioni Tassi Federal Reserve
Aspettative dei mercati per i Tassi Federal Reserve Giugno 2024

Il divario tra le aspettative del mercato e le azioni della Fed è significativo. Un altro parallelo con il 2013 è l’apparente divario tra la forward guidance della Fed e le aspettative del mercato in termini di politica monetaria futura. Dieci anni fa, infatti, i mercati ignoravano i segnali che la Fed inviava già da gennaio. Quando il 22 maggio tali intenzioni si sono fatte evidenti, il Taper Tantrum ha avuto inizio. Analogamente, oggi la Fed segnala l’intenzione di mantenere gli attuali tassi di policy, mentre i mercati si aspettano una riduzione del 2,5% nei prossimi due anni.

Possiamo riflettere su cosa accadrebbe se i mercati passassero dal prevedere tagli di 250 punti base nei prossimi 24 mesi a tagli di soli 150 punti base. I rendimenti dei Treasury potrebbero effettivamente salire, ma i tassi dei mercati emergenti cederebbero e probabilmente assisteremmo anche a una forte riduzione dei titoli growth più costosi.

Dot Plot della Federal Reserve

Dal 2013, però, sono stati messi in atto alcuni meccanismi per evitare esiti potenzialmente gravi legati a un simile gap tra le intenzioni della Fed e le aspettative dei mercati. Il primo è l’ormai famoso “dot plot”. Questo grafico fornisce indicazioni sulle intenzioni del FOMC su un orizzonte di due anni, sebbene sia stato introdotto nel 2012, prima del Taper Tantrum.

Il secondo è il potenziamento dei sondaggi condotti prima delle riunioni del FOMC, aggiunti all’indomani del Taper Tantrum. L’obiettivo è di consentire un migliore monitoraggio delle potenziali discrepanze che minacciano la stabilità. In questo modo, se necessario, si può adeguare meglio la comunicazione della Fed sulla traiettoria futura della politica monetaria. Il tutto per ridurre il rischio di fraintendimenti.

Rischi della politica monetaria attuale

Sebbene gli insegnamenti del passato suggeriscano che le probabilità di un grave errore di politica monetaria, e quindi di un nuovo taper tantrum, siano molto limitate. Lo scenario principale rimane quello di un rallentamento delle politiche di inasprimento da parte della Fed nel caso in cui si ripresenti una situazione analoga a quella del 2013. È però ancora troppo presto per riflettere sulle implicazioni internazionali di questo shock a livello di politica monetaria.

Uno sviluppo attualmente in corso è la potenziale ricaduta delle tensioni sulla liquidità legate al dibattito sul tetto del debito statunitense. Una volta innalzato il tetto del debito, il Tesoro dovrà emettere una quantità significativa di nuove obbligazioni, tra cui 1.400 miliardi di dollari di T-bills a scadenza corta (o a breve termine). Ma può il mercato assorbirle senza scosse?

I fondi del mercato monetario, che investono in strumenti altamente liquidi a breve termine, potrebbero scegliere di mantenere le proprie riserve attuali presso la Fed (attualmente pari a 2200 miliardi di dollari), soprattutto se il mercato obbligazionario continuerà a prezzare tagli anticipati dei tassi. Ciò porrebbe le premesse per una replica della crisi del mercato repo del settembre 2019. Questo shock sul mercato del funding in dollari a breve termine potrebbe provocare scosse nel mercato offshore. Il rischio è quello di un’impennata del biglietto verde rispetto alle valute dei paesi emergenti. 

Conclusione

Quali conclusioni in questa analisi sul taper tantrum? In occasione del decimo anniversario del Taper Tantrum, riconosciamo l’impatto significativo che esso ha avuto sui mercati finanziari globali. Ma anche i successivi adeguamenti da parte dei policymaker.

Persino il quadro di comunicazione più trasparente non può proteggere i mercati dalla volatilità quando le banche centrali commettono un grave errore di politica monetaria e devono correggere la rotta in poco tempo. Questa è la situazione attuale, dopo che nel 2021 le banche centrali hanno ingannato i mercati con la teoria dell’inflazione “transitoria”. In questa brusca inversione di rotta, potrebbe emergere un’altra situazione di vulnerabilità, come hanno dimostrato le inaspettate tensioni bancarie verificatesi in primavera negli USA. Le banche centrali e i policymaker continuano a navigare in un contesto economico complesso e in evoluzione. L’obiettivo è ovviamente quello di promuovere una crescita economica sostenibile mantenendo la stabilità finanziaria. Un gioco di equilibri sempre più difficile.

Focus sul Taper Tantrum a cura di Kevin Thozet di Carmignac.

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Previsioni Mercato obbligazionario https://www.investire-certificati.it/previsioni-mercato-obbligazionario/ Wed, 26 Apr 2023 09:07:47 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28082 Focus: analisi e previsioni sul mercato obbligazionario. Secondo UBP nel mercato dei bond occorre guardare al credito di qualità. Analisi sul mercato obbligazionario a cura di Norman Villamin, Chief Investment Officer Wealth Management di UBP Previsioni mercato obbligazionario I rendimenti dei titoli di Stato sono stati molto volatili nell’ultimo mese. La crisi delle piccole banche statunitensi […]

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Focus: analisi e previsioni sul mercato obbligazionario. Secondo UBP nel mercato dei bond occorre guardare al credito di qualità. Analisi sul mercato obbligazionario a cura di Norman Villamin, Chief Investment Officer Wealth Management di UBP

Previsioni mercato obbligazionario

I rendimenti dei titoli di Stato sono stati molto volatili nell’ultimo mese. La crisi delle piccole banche statunitensi e il crollo di Credit Suisse hanno alimentato i timori di una crisi finanziaria sistemica. Inoltre, i flussi sui mercati hanno favorito gli asset risk-off e i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi bruscamente, con tagli aggressivi dei tassi da parte delle banche centrali prezzati parallelamente dai mercati monetari.

Bond e banche centrali

obbligazioni

Le banche centrali hanno reagito rapidamente, aprendo vari canali di liquidità per le banche sottoposte a stress con deflussi di depositi. In Svizzera e nel caso di una delle banche regionali negli USA si è proceduto a una rapida operazione di fusione nel tentativo di evitare un contagio simile a quello avvenuto nel 2008-2009.

Rendimenti obbligazioni statali

I rendimenti dei titoli di Stato si sono stabilizzati appena al di sotto dei minimi di marzo, evidenziando le continue incertezze economiche prezzate dalle obbligazioni. La Banca d’Inghilterra, la Banca Nazionale Svizzera e la Federal Reserve stanno inquadrando le recenti iniezioni di liquidità come qualcosa di sostanzialmente diverso dai precedenti programmi di quantitative easing. Ciò dato il loro impiego temporaneo e più mirato. In effetti, poiché l’inflazione core resta un problema, ci aspettiamo che la Fed decida un ultimo rialzo dei tassi a maggio, mentre la BCE potrebbe andare avanti sui rialzi.

Previsioni tassi di interesse

Proseguiamo l’analisi sul mercato obbligazionario con un focus sulle previsioni per i tassi di interesse delle banche centrali.

I tagli dei tassi previsti dai mercati monetari appaiono troppo aggressivi in assenza di una recessione globale. Il dibattito sul tetto del debito degli Stati Uniti continua a pesare sui mercati dei titoli governativi USA. I rendimenti delle obbligazioni a lungo termine potrebbero restare volatili con l’accelerazione delle trattative nei prossimi mesi. Continuiamo a preferire obbligazioni societarie investment grade, con una maggiore attenzione alla qualità del credito.

Le turbolenze di marzo hanno spinto gli spread a livelli vicini a quelli delle recessioni del 1990 e del 2001, creando opportunità sui bond anche per gli investitori avversi al rischio. Gli spread nei titoli high yield sono aumentati. Rimangono ancora al di sotto dei livelli visti nelle grandi crisi del passato. Di fatto non offrono quindi un premio per il rischio interessante alla luce dei continui rischi di recessione e delle condizioni finanziarie più rigide. Di conseguenza, riteniamo che le strategie di hedge fund possano beneficiare di questo contesto di volatilità dei tassi d’interesse e della maggiore dispersione delle performance che ci aspettiamo tra i settori e i segmenti del credito.

Focus e approfondimenti

Oltre alle previsioni sul mercato obbligazionario, segnaliamo altri approfondimenti finanziari nel sito.

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Rischi Economici https://www.investire-certificati.it/rischi-economici/ Mon, 07 Nov 2022 20:35:35 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=24944 Quali sono i principali rischi economici? Focus sul tema. Di seguito una sintesi relativa all’ultima edizione dell’Executive Opinion Survey, condotta dal World Economic Forum’s Centre in partnership con Zurich e Marsh. Lo studio analizza le principali minacce economiche secondo oltre 12.000 business leader in 122 Paesi (inclusa l’Italia). In particolare, l’analisi rileva come i rischi economici […]

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Quali sono i principali rischi economici? Focus sul tema. Di seguito una sintesi relativa all’ultima edizione dell’Executive Opinion Survey, condotta dal World Economic Forum’s Centre in partnership con Zurich e Marsh. Lo studio analizza le principali minacce economiche secondo oltre 12.000 business leader in 122 Paesi (inclusa l’Italia).

In particolare, l’analisi rileva come i rischi economici immediati abbiano superato le preoccupazioni informatiche e ambientali, rispetto alla precedente edizione.

Quali sono i principali rischi economici?

I rischi ambientali e informatici sono messi in ombra dalle preoccupazioni economiche a breve termine dei business leader del G20. L’inflazione, la crisi del debito e il crescente costo della vita sono le principali minacce per il business nei prossimi due anni nei Paesi del G20. Ecco la sintesi dei nuovi dati del World Economic Forum. I risultati della Executive Opinion Survey di quest’anno, che ha raccolto il parere di oltre 12.000 business leader di 122 Paesi tra aprile e agosto 2022, precedono la COP27 in Egitto e il vertice del G20 previsto in novembre in  Indonesia. Secondo i risultati dell’indagine, i rischi economici, geopolitici e sociali, tra loro interconnessi, dominano il panorama dei rischi tra i business leader del G20, che continuano a nutrire preoccupazioni immediate per le forti turbolenze dei mercati e l’intensificarsi delle tensioni a livello politico.

Rischi di mercato: inflazione

inflazione

La crescita rapida dell’inflazione è il rischio principale più comunemente citato nei Paesi del G20 intervistati quest’anno, con oltre un terzo (37%) di essi che lo identifica come una delle principali preoccupazioni, seguito dalla crisi del debito e dalla crisi del costo della vita (entrambi al 21%). Le tensioni geoeconomiche sono state identificate come il rischio di mercato principale da due Paesi del G20. Altri intervistati hanno indicato come principali rischi il potenziale collasso dello Stato, la mancanza di servizi digitali diffusi e la disuguaglianza digitale.

I risultati di quest’anno sono in netto contrasto con quelli del 2021. Questo in particolare in aree chiave come il rischio tecnologico e ambientale. Nonostante le crescenti pressioni e l’aumento della regolamentazione negli ultimi 12 mesi – e tenendo conto degli aggiustamenti apportati all’elenco dei rischi analizzati quest’anno in risposta all’evoluzione delle tendenze economiche, geopolitiche e ambientali – le questioni ambientali risultano – tra i primi cinque rischi per i Paesi del G20.

Di fatto sono decisamente meno sentite nel rapporto di quest’anno rispetto a quello del 2021. Inoltre, nonostante la crescente minaccia di attacchi informatici alle infrastrutture critiche, i rischi cyber ed altri rischi tecnologici si sono classificati tra i primi cinque rischi meno citati quest’anno.

Rischi economici

Oltre ai rischi di inflazione, quali altri rischi economici troviamo nel sistema economico? Più in generale, i risultati evidenziano anche marcate variazioni regionali tra le economie avanzate e i mercati emergenti. I rischi economici associati all’inflazione sono stati identificati come il rischio principale dagli intervistati in Europa, America Latina e Caraibi, Asia orientale e Pacifico.

Le preoccupazioni sociali associate alla crisi del costo della vita hanno dominato in Medio Oriente e Africa e nell’Africa subsahariana. In Asia Centrale e in Asia Meridionale, i conflitti interstatali e le crisi del debito sono stati rispettivamente i principali fattori di preoccupazione.

Carolina Klint del team di analisti di Marsh, ha spiegato: “I business leader del G20 sono giustamente concentrati sui rischi economici e geopolitici immediati e urgenti che stanno affrontando nell’immediato. Tuttavia, se stanno trascurando i principali rischi tecnologici, potrebbero creare in futuro degli “angoli morti”. Ciò con il rischio di lasciare le loro organizzazioni esposte a gravi minacce informatiche che potrebbero avere un impatto importante nel lungo termine”.

Ambiente e decarbonizzazione 

Ambiente, investimenti ESG e decarbonizzazione restano temi centrali per gli investitori ed anche per il mondo politico. Peter Giger, manager di Zurich Insurance Group, ha dichiarato: “Dopo un balzo di 2 miliardi di tonnellate nel 2021, l’aumento delle emissioni globali di CO2 quest’anno è molto più contenuto – circa 300 milioni di tonnellate. Questo grazie alla transizione energetica, ossia il crescente uso delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici.

transizione energetica

Eppure, nonostante questi sviluppi positivi, non siamo ancora in grado di raggiungere l’obiettivo di contenere l’aumento entro 1,5°C. La transizione verso il “net zero” è scesa troppo in basso nelle agende a breve termine di molti leader. Tuttavia, gli impatti del cambiamento climatico sono sia a breve che a lungo termine. Anche nel difficile contesto geopolitico ed economico attuale, dobbiamo concentrarci sulla costruzione di un sistema energetico più pulito, più accessibile e più sicuro. In particolare se vogliamo mantenere un futuro a zero emissioni a portata di mano”.

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Transizione Energetica https://www.investire-certificati.it/transizione-energetica/ Wed, 21 Sep 2022 17:42:55 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=24292 La transizione energetica è ora necessità anche nel breve termine. Ecco le implicazioni per il mercato azionario. Analisi e Focus sul tema di Marc Elliott, specialista sulle tematiche di transizione energetica presso UBP. Transizione energetica Finora la transizione energetica è stata guidata da motivazioni ambientali di lungo termine. Tuttavia, la recente crisi energetica ha dimostrato […]

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La transizione energetica è ora necessità anche nel breve termine. Ecco le implicazioni per il mercato azionario. Analisi e Focus sul tema di Marc Elliott, specialista sulle tematiche di transizione energetica presso UBP.

Transizione energetica

Finora la transizione energetica è stata guidata da motivazioni ambientali di lungo termine. Tuttavia, la recente crisi energetica ha dimostrato la nostra dipendenza dai combustibili fossili e le sofferenze economiche che gli improvvisi shock di approvvigionamento (ad esempio di gas russo) possono causare.

Di conseguenza, l’imperativo di passare alle energie rinnovabili è passato dall’essere un obiettivo a lungo termine a una necessità economica a breve termine. Questo è particolarmente importante per le regioni che sono a corto di risorse nazionali di combustibili fossili. Fra queste troviamo l’UE, il Giappone, la Corea del Sud e, in parte, la Cina. 

Energie rinnovabili

La transizione energetica coinvolge anche le energie rinnovabili. Infatti, il costo dei combustibili fossili ha inoltre reso più interessante il passaggio alle energie rinnovabili. Secondo alcune stime la nuova energia eolica e solare su terraferma costa circa il 40% in meno rispetto al carbone o al gas. Le energie rinnovabili hanno anche costi variabili trascurabili. Un chiaro vantaggio in un contesto inflazionistico.

Il nuovo eolico onshore costa circa 46 dollari/MWh e il solare su larga scala 45 dollari/MWh, rispetto ai 74 dollari/MWh del nuovo carbone e agli 81 dollari/MWh del nuovo gas.Inoltre, le economie sviluppate hanno bisogno di rivedere i loro sistemi energetici perché le infrastrutture stanno raggiungendo la fine del loro ciclo di vita. Ad esempio, le reti statunitensi hanno spesso 40-50 anni, mentre la Francia sta cercando di trovare il modo di prolungare l’utilizzabilità delle sue centrali nucleari.

Inoltre, la Germania sta riportando in funzione vecchi impianti a carbone inefficienti per garantire la sicurezza energetica. Di conseguenza, la politica si sta muovendo per sostenere gli investimenti nelle infrastrutture energetiche. La recente legge statunitense sulla riduzione dell’inflazione, ad esempio, ha stanziato 369 miliardi di dollari per affrontare il cambiamento climatico e lanciare programmi legati all’energia ed alla transizione energetica.

Transizione energetica: una grande sfida da 100 trilioni di dollari

Il raggiungimento degli obiettivi di emissioni nette a zero richiederà grandi investimenti e una volontà politica concertata. Bloomberg stima tali investimenti fra i 92 ed i 173 trilioni di dollari nei prossimi tre decenni. Di questi fra 33 e 57 trilioni di dollari dovrebbero essere investiti in impianti di generazione di energia e batterie.

Investimenti ESG
Gli Investimenti per l’ambiente

L’energia solare, l’energia eolica e le soluzioni di accumulo di energia come le batterie sono tra le principali tecnologie di decarbonizzazione. Sono ora economicamente interessanti e spesso più economiche dei combustibili termici convenzionali.

Tuttavia, il solare e l’eolico rappresentano ancora oggi meno del 4% del consumo finale di energia a livello globale. Si calcola che ogni anno, fino al 2030, saranno necessarie in media 3,2 volte più installazioni solari. Ma anche 5,2 volte più installazioni eoliche rispetto alle installazioni del 2020. Ciò significa che gli investimenti dovranno accelerare da circa 300 miliardi di dollari a 760 – 1.800 miliardi di dollari all’anno.

Settore energetico ed implicazioni per il mercato azionario

La recente crisi energetica sottolinea l’importanza dell’energia per le economie globali. Quando manca, la crescita non è possibile. Nell’attuale contesto vediamo come la crescita sia influenzata dalla carenza di energia (in particolare in Europa). Questo a sua volta porta a un aumento dei costi.

Le transizioni energetiche sono dirompenti e di conseguenza hanno un forte impatto sulle economie e sugli investimenti. Inoltre, non sono lineari. In questo contesto, alcuni titoli azionari sono ben posizionati, mentre altri sono destinati a soffrire. Le società che offrono soluzioni proattive alle sfide sottostanti (ad esempio, gli operatori delle energie rinnovabili e le tecnologie pulite) offrono un potenziale promettente di valore in quanto hanno percorsi di crescita solidi davanti a sé. Per contro, chi si subisce l’impatto dei prezzi dell’energia senza avere piani di emergenza è destinato a soffrire.

Decarbonizzazione

Sostenibilità ed investimenti ESG

Transizione energetica e decarbonizzazione sono fortemente correlate. Anche la disponibilità di capitale sarà influenzata dai programmi di decarbonizzazione. I green bond stanno diventando un’importante fonte di finanziamento che beneficia di una forte domanda.Come sottolineato in precedenza, i governi stanno fornendo sempre più incentivi agli investimenti.

Al contrario, per le industrie inquinanti è sempre più difficile raccogliere capitali. Questo vale sia sui mercati azionari sia su quello del debito. Ciò favorirà ulteriormente le aziende più attente a tematiche ESG e di transizione energetica.

Gli inquinatori dovranno inoltre far fronte a costi crescenti. Infatti, le politiche governative si muoveranno sempre più verso la penalizzazione. Ad esempio, imposte a pioggia sulle industrie inquinanti che realizzano profitti eccezionali, come quelle del petrolio e del gas, ma anche l’inasprimento delle normative ambientali. Ciò eserciterà così una pressione sul valore delle aziende che non stanno effettuando la transizione energetica.

Analisi e previsioni sulla transizione energetica a cura di UBP.

Altri articoli sul tema

Certificates sul settore energetico

Per chi volesse conoscere di più su come investire con i certificate sul settore energetico ricordiamo l’articolo relativo al certificato ISIN DE000VV342J6. Questo prodotto ha per sottostanti le azioni delle due maggiori aziende del settore energetico italiano, Enel ed Eni. Le barriere sono ampie, collocate al 50% dei prezzi di osservazioni. Le cedole sono pari allo 0,633 su base mensile, per un rendimento potenziale del 7,60% su base annua. Il certificato è negoziato su Borsa Italiana ed è stato emesso da Vontobel.

Il presente articolo non costituisce in alcun modo sollecito di investimento.

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Previsioni Prezzo Carbonio https://www.investire-certificati.it/previsioni-prezzo-carbonio/ Tue, 09 Aug 2022 11:09:38 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=23846 Previsioni sul Prezzo del carbonio: Conviene investire sul carbonio? Economia green, emissioni zero, possono far salire il prezzo del carbonio? Ecco le previsioni di S&P in questo focus sul settore del carbonio e del costo per inquinare per imprese e cittadini. Economia Green e Prezzo del Carbonio Le politiche governative volte alla transizione delle economie […]

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Previsioni sul Prezzo del carbonio: Conviene investire sul carbonio? Economia green, emissioni zero, possono far salire il prezzo del carbonio? Ecco le previsioni di S&P in questo focus sul settore del carbonio e del costo per inquinare per imprese e cittadini.

Economia Green e Prezzo del Carbonio

Le politiche governative volte alla transizione delle economie verso emissioni nette zero sono destinate ad aumentare a livello globale, vista l’urgenza di mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. È probabile che queste includano una forma di regolamentazione del prezzo del carbonio, una delle leve politiche utilizzate da alcuni governi per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Molti economisti sostengono che le politiche legate al prezzo del carbonio (carbon pricing) siano una delle leve politiche più efficienti per incoraggiare la riduzione delle emissioni di gas serra. Da un punto di vista economico, forniscono incentivi diretti alle famiglie e alle imprese affinché considerino il costo ambientale delle emissioni di carbonio.

Normative sul prezzo del carbonio

La crescente attenzione a tematiche ambientali sta spingendo al rialzo il prezzo del carbonio.

Attualmente sono in vigore relativamente poche normative sul prezzo del carbonio, che coprono meno di un quarto delle emissioni globali di gas serra. I mercati di carbonio più grandi per estensione delle emissioni si trovano nell’UE e in Cina. Altri riguardano il Regno Unito, Canada, alcuni Stati degli USA e l’Asia.

Il prezzo del carbonio nell’UE è oggi di circa 80 euro/tCO2e. E’ sostenuto dal pacchetto ambientale Fit for 55 e dalla spinta generata dal conflitto Russia-Ucraina e dalla relativa crisi energetica.

Conviene investire sul carbonio? Quali previsioni per il prezzo del carbonio? S&P prevede che il prezzo delle quote di carbonio dell’UE supererà i 100 euro/tCO2e a partire dal 2025, man mano che l’UE accelererà la sua transizione verso l’azzeramento delle emissioni. Le considerazioni politiche ed economiche, come l’accessibilità economica, sono più orientate verso un’applicazione graduale e localizzata delle politiche di carbon pricing, piuttosto che verso un prezzo globale unico del carbonio.

Servizi che utilizzano carbonio

Settori come quello dei servizi pubblici, dei materiali, dell’energia e dei trasporti sono tra quelli a più alta intensità di carbonio in termini di emissioni dirette. Le aziende meglio preparate ad affrontare un aumento dei prezzi del carbonio possono godere di una maggiore possibilità di adeguamento delle proprie attività. Inoltre, hanno anche una posizione competitiva più solida.

Per il resto del 2022, gli ulteriori sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina avranno probabilmente un impatto sulle emissioni del settore energetico dell’UE. Questo in quanto gli Stati membri cercheranno di ampliare la capacità di produzione a carbone e le importazioni di GNL, più inquinanti, per soddisfare la domanda a breve termine, in risposta alle potenziali restrizioni delle importazioni di petrolio e gas dalla Russia. Per i Paesi dell’UE, in particolare, gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione continueranno a essere gestiti a fronte di altre priorità, come la sicurezza energetica e l’accessibilità economica.

Conclusioni

Le previsioni sul prezzo del carbonio di S&P sono dunque positive. Secondo gli analisti dell’agenzia di rating il prezzo del carbonio è destinato a crescere con la transizione a zero emissioni. Da notare come anche il mondo dei certificates abbia in questi anni iniziato a offrire soluzioni di investimento su questa tematica, com il certificato tracker di Leonteq sui costi delle emissioni per le aziende europee, nonchè vari tracker e strategic certificates di Vontobel, i prodotti di BNP Paribas e Unicredit legati a megatrend.

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