Investimento Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/investimento/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Sat, 04 Jan 2025 20:48:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Investimento Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/investimento/ 32 32 Investimento a Breve, Medio e Lungo Termine: Guida per Principianti https://www.investire-certificati.it/investimento-a-breve-medio-e-lungo-termine-guida-per-principianti/ Wed, 08 Jan 2025 09:47:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=35521 Con un investimento come puoi aumentare il tuo capitale. Quanto deve durate un investimento? E soprattutto su che cosa devo investire? In generale, il ciclo economico dei mercati finanziari dura circa quattro, cinque anni. Il mondo degli investimenti può sembrare complesso e inaccessibile ai principianti. In realtà, con un po’ di studio e le giuste informazioni, […]

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Con un investimento come puoi aumentare il tuo capitale.

Quanto deve durate un investimento? E soprattutto su che cosa devo investire? In generale, il ciclo economico dei mercati finanziari dura circa quattro, cinque anni. Il mondo degli investimenti può sembrare complesso e inaccessibile ai principianti. In realtà, con un po’ di studio e le giuste informazioni, chiunque può iniziare a far fruttare il proprio capitale. 

Questa guida completa alla scelta della durata dell’investimento ti fornirà le basi per comprendere gli investimenti a breve, medio e lungo termine, aiutandoti a scegliere le strategie più adatte ai tuoi obiettivi e al tuo profilo di rischio.

Se ti rivolgi a un consulente finanziario al primo incontro ti chiederà del tuo “orizzonte temporale”, ossia per quanto tempo vuoi investire il denaro? (se non lo fa, cambia consulente!). Scoprirai che tenere i soldi in banca è più adatto al breve termine, le obbligazioni, come ad esempio molti titoli di Stato, sono adatti al medio termine e le azioni al lungo termine. Chiaramente si tratta di generalizzazioni, che variano poi in base al singolo investitore. Per esempio, un trader e ancor più uno scalper potranno usare le azioni anche nel breve o brevissimo termine. Ma questo è un altro discorso.

Cos’è un investimento?

Un investimento è l’impiego di denaro o altre risorse con l’obiettivo di ottenere un rendimento futuro. In altre parole, si tratta di mettere a disposizione il proprio capitale per farlo crescere nel tempo.

investire - portafoglio di investimento

Esistono diverse tipologie di investimento, con differenti livelli di rischio e rendimento. La scelta dell’investimento più adatto dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Obiettivi finanziari: Quali sono i tuoi obiettivi? Stai risparmiando per la pensione, per un’auto nuova o per la casa?
  • Orizzonte temporale: In quanto tempo hai bisogno di accedere al tuo capitale? Puoi permetterti di non toccare il capitale per alcuni anni o hai necessità di spese (e quindi denaro) nel breve o medio termine?
  • Tolleranza al rischio: Quanto rischio sei disposto a correre per ottenere un rendimento più elevato? Vale sempre la pena ricordare che rischio e rendimento si muovono in simbiosi.

Ma quanto durano breve medio e lungo termine?

Non ci sono definizione precise, ma di solito per breve termine si intende un periodo inferiore ai 2 – 3 anni, per medio termine un periodo dai due ai 5 o 10 anni e per lungo termine un periodo dai 5 o 10 anni in su. Per lungo periodo, un’ipotetica definizione è quindi “oltre i 7- 10 anni”, con investimenti che possono anche arrivare ad un target di 20-30 anni, come quelli di un giovane trentenne ottica pensionistica. Questo è importante perché se mantieni nel tuo portafoglio un investimento in azioni per un periodo più ampio (o se si acquista tramite PAC, piani di accumulo del capitale) si riduce il rischio di comprare al prezzo massimo del mercato e vendere al prezzo minimo, lo scenario peggiore per i tuoi risparmi!

Investimenti a Breve Termine (1-3 anni)

Gli investimenti a breve termine sono caratterizzati da un orizzonte temporale inferiore ai 3 anni. Sono generalmente considerati meno rischiosi rispetto ad altri tipi di investimento, ma offrono anche un rendimento potenziale inferiore.

Esempi di investimenti a breve termine:

  • Conto deposito
  • Buoni fruttiferi postali
  • Certificati di deposito
  • Titoli di Stato a breve scadenza
  • Fondi comuni di investimento a breve termine

Investimenti a Medio Termine (3-5 anni)

Gli investimenti a medio termine offrono un rendimento potenziale più elevato rispetto a quelli a breve termine, ma comportano anche un rischio maggiore. Sono adatti a investitori che hanno un orizzonte temporale di 3-5 anni e che sono disposti a tollerare un certo grado di rischio. L’obiettivo è quello di ottenere un rendimento complessivo più elevato. Chiaramente, come sempre nel mondo finanziario, non vi è alcuna certezza che ciò avvenga.

Esempi di investimenti a medio termine:

  • Obbligazioni corporate
  • Azioni di aziende stabili e consolidate
  • Fondi comuni di investimento a medio termine
  • ETF (Exchange Traded Funds) con focus medio termine

Investimenti a Lungo Termine (oltre 5 – 7 anni)

Gli investimenti a lungo termine sono quelli che offrono il potenziale di rendimento più elevato, ma sono anche quelli più rischiosi. Sono adatti a investitori che hanno un orizzonte temporale di oltre 5 anni e che sono disposti a tollerare un alto livello di rischio.

Esempi di investimenti a lungo termine:

  • Azioni di aziende in crescita
  • Fondi comuni di investimento a lungo termine
  • Piani di investimento pensionistico (PIP)

Perché è importante l’orizzonte temporale di un investimento?

portafoglio di investimento
Portafoglio di investimento

Potresti avere, a questo punto, già compreso che i concetti di breve, medio e lungo termine sono legati indissolubilmente a quelli di rischio finanziario. Ad esempio, se stai pensando di comprare un’auto con i tuoi risparmi fra due anni, sicuramente non vuoi correre il rischio di poterti permettere solo un catorcio perché, ad esempio, il valore delle azioni acquistate con i tuoi risparmi è diminuito: le azioni, infatti, sono molto rischiose nel breve termine. In questo caso, sarebbe opportuno investire una parte adeguata dei tuoi risparmi in strumenti poco rischiosi, come depositi e titoli di Stato a breve termine.

Diversificare il portafoglio

Una delle regole d’oro per investire è diversificare il proprio portafoglio. Questo significa investire in diverse tipologie di asset, in modo da ridurre il rischio complessivo. Si può diversificare per classe di attività, per area geografica, per settore economico. C’è anche la diversificazione temporale che è una strategia che distribuisce gli investimenti su diversi periodi di tempo. In questo modo si riduce il rischio, si rendono più stabili i rendimenti, si media meglio sui prezzi di acquisto e si beneficia della capitalizzazione composta.

Su quali ETF investire nel breve, medio e lungo periodo? 

Premesso che la performance passata di un ETF non è garanzia di risultati futuri, alcuni ETF che potrebbero essere interessanti per un investitore in questo momento, a seconda del suo orizzonte temporale:

Investimento di breve periodo (meno di 1 anno):

  • SPDR S&P 500 ETF (SPY): Questo ETF replica l’indice S&P 500, che è un paniere di 500 delle più grandi società statunitensi. È un buon modo per ottenere un’esposizione diversificata al mercato azionario statunitense (www.fool.com
  • iShares Core MSCI Emerging Markets ETF (IEMV): Questo ETF replica l’indice MSCI Emerging Markets, che è un paniere di azioni di mercati emergenti. Può essere un’opzione interessante per gli investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio e ottenere un’esposizione a mercati emergenti.

Chiaramente questi due ETF sono indicati soltanto se si hanno aspettative rialziste. In caso di discese delle borse si avrebbe una perdita. Per chi ha aspettative ribassiste conviene quindi acquistare un ETF short, in grado di generare un profitto sfruttando i ribassi delle borse.

Investimento di medio periodo (da 1 a 3 anni):

  • Vanguard Total Stock Market ETF (VTI):Questo ETF replica l’intero mercato azionario statunitense, comprese le azioni di grandi, medie e piccole capitalizzazioni. È un buon modo per ottenere un’esposizione diversificata e a basso costo al mercato azionario statunitense.
  • iShares Core International Developed Markets ETF (IDVG): Questo ETF replica l’indice MSCI Developed Markets ex-US, che è un paniere di azioni di mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti. Può essere un’opzione interessante per gli investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio e ottenere un’esposizione a mercati stabili e maturi.

Investimento di lungo periodo (più di 3 anni):

Cosa sono gli ETF
Conviene Investire sugli ETF?
  • ARK Innovation ETF (ARKK): Questo ETF investe in società innovative che operano in settori ad alta crescita, come la tecnologia sanitaria, l’automazione e l’intelligenza artificiale. Può essere un’opzione interessante per gli investitori con un orizzonte temporale di lungo periodo che sono disposti ad assumere un rischio maggiore per ottenere rendimenti potenzialmente più elevati. (ark-funds.com)
  • SPDR S&P 600 Small-Cap Value ETF (SOV).
  • Questo ETF replica l’indice S&P 600 Small-Cap Value, che è un paniere di azioni di piccole società statunitensi con un buon valore azionario. Può essere un’opzione interessante per gli investitori che desiderano diversificare il proprio portafoglio e ottenere un’esposizione a società con un potenziale di crescita a lungo termine. Attenzione, dai massimi del 2021 questo ETF ha dimezzato il suo valore. Il profilo di rischio è relativamente alto.

È importante ricordare che questi sono solo alcuni esempi e che ci sono molti altri ETF interessanti sul mercato. È importante fare le proprie ricerche e scegliere gli ETF che meglio si adattano ai propri obiettivi di investimento e al proprio profilo di rischio.

Investire nel tempo

Investire è un modo per far crescere il proprio capitale nel tempo. Con studio e con le giuste informazioni, chiunque può iniziare a investire. Questa piccola guida ti ha fornito le basi per comprendere gli investimenti a breve, medio e lungo termine. Il percorso di studio deve proseguire con altre letture (qui trovi alcuni dei libri su trading e finanza di Hoepli).

Ora sei pronto per iniziare a costruire il tuo portafoglio di investimenti che tenga in equilibrio prezzo e tempo, creando un rapporto fra rischio e rendimento accettabile per il tuo profilo di investimento. Ma quanto puoi aspettarti di guadagnare in ciascuna categoria di investimenti?

Durata ottimale per tipo di investimento

Per ottenere rendimenti ottimali dagli investimenti, è fondamentale considerare la durata di ciascun tipo di investimento. Ecco un’analisi dettagliata delle tempistiche consigliate per vari strumenti finanziari.

Azioni

Investire in azioni è generalmente più redditizio nel lungo termine. Si consiglia di mantenere un investimento azionario per almeno 10-20 anni per ridurre il rischio di perdite e ottimizzare i rendimenti. Storicamente, solo un orizzonte temporale di 20 anni ha garantito rendimenti reali positivi nel mercato azionario statunitense. Gli investimenti a breve termine (1-5 anni) comportano rischi significativi e possono portare a risultati negativi in circa il 28% dei casi.

Obbligazioni

Le obbligazioni sono più adatte per investitori con un profilo di rischio basso e dovrebbero essere mantenute per 5-10 anni o più. Questo periodo consente di proteggere il capitale dall’inflazione e dalla svalutazione, sebbene i rendimenti siano generalmente inferiori rispetto alle azioni. In questa particolare fase di ribasso dei tassi i Btp diventano appetibili per l’incremento di valore in conto capitale.

Fondi comuni ed ETF

I fondi comuni e gli ETF sono strumenti di investimento che offrono diversificazione e dovrebbero essere mantenuti per un periodo di almeno 5-10 anni. Questo orizzonte temporale consente di affrontare le fluttuazioni del mercato e beneficiare dell’interesse composto. Qui la scelta del settore di appartenenza migliora il rendimento del portafoglio di ETF.

Polizza vita – Unit Linked

Le polizze vita unit linked sono progettate per investimenti a lungo termine, con una durata consigliata di 10 anni o più. Questi strumenti permettono di cogliere i trend di lungo periodo e possono offrire vantaggi fiscali.

Oro

L’oro è considerato un bene rifugio e dovrebbe essere mantenuto nel portafoglio per almeno 5 – 10 anni. Sebbene in questi ultimi anni abbia generato un incremento notevole di valore, di solito non genera crescita come le azioni; un 5 – 10% di oro è utile per preservare il valore e diversificare il rischio del portafoglio. Rimandiamo a questa pagina per scoprire di più sul tema investimenti in oro.

Criptovalute

Investire in criptovalute richiede una visione a lungo termine, idealmente superiore ai 5 anni. La volatilità è alta, ma mantenendo l’investimento nel tempo si possono mitigare i rischi associati a fluttuazioni estreme. Si possono comprare ETF o società che hanno acquistato criptovalute, come bitcoin ed ethereum. I rischi, anche tenendo in portafoglio l’investimento a lungo sono comunque elevati.

Immobili

Gli investimenti immobiliari sono generalmente considerati redditizi nel lungo termine, con una durata consigliata di 10-20 anni. Questo periodo permette di affrontare le fluttuazioni del mercato immobiliare e beneficiare dell’apprezzamento del capitale. Mantenendo a lungo un investimento immobiliare si ammortizzano meglio costi notarili e imposte per l’acquisto.

In sintesi, la chiave per investire con successo è avere un orizzonte temporale adeguato che varia a seconda del tipo di investimento, con una tendenza generale verso periodi più lunghi per massimizzare i rendimenti e minimizzare i rischi. 

Ricorda quindi prima di iniziare a investire, è importante: Definire i tuoi obiettivi finanziari e il tuo profilo di rischio, diversificare il tuo portafoglio è fondamentale per ridurre il rischio, non investire mai denaro che non puoi permetterti di perdere, monitora regolarmente i tuoi investimenti e apporta le modifiche necessarie.

Approfondimenti sulla formazione al trading

Avviso – Questo articolo non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa né consulenza finanziaria. Gli investimenti finanziari possono determinare perdite anche sostanziali del capitale investito. Ogni investimento comporta sempre e comunque un rischio.

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Come Investire 100.000 euro? https://www.investire-certificati.it/come-investire-100-000-euro/ Sun, 09 Jul 2023 07:10:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28382 Come si possono investire 100.000 euro? Azioni, ETF, Certificati di investimento, oro e lingotti, ma soprattutto pianificazione strategica e diversificazione. Ecco un focus sul tema Per chi ha disponibilità di importanti somme di denaro è più che mai fondamentale una pianificazione strategica del portafoglio al fine di ottimizzare i propri investimenti. Al tempo stesso, con […]

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Come si possono investire 100.000 euro? Azioni, ETF, Certificati di investimento, oro e lingotti, ma soprattutto pianificazione strategica e diversificazione. Ecco un focus sul tema

Per chi ha disponibilità di importanti somme di denaro è più che mai fondamentale una pianificazione strategica del portafoglio al fine di ottimizzare i propri investimenti. Al tempo stesso, con un capitale da investire di 100.000 euro, oltre a puntare sul rendimento si lavorerà anche sull’aspetto di contenimento del rischio, per trovare il giusto rapporto rischio/rendimento.

Tipologie di investimento

Come investire 100.000 euro? Le tipologie di investimento sono varie, vanno ben oltre il tradizionale portafoglio 60-40. Si va dagli strumenti finanziari, a immobili. La scelta spetta all’investitore, in base all’orizzonte temporale ed alle scelte strategiche che si vogliono effettuare. Per esempio, in ottica di breve e medio termine avrebbe poco senso acquistare un immobile. Se si vuole monetizzare l’investimento dopo 1 o 2 anni, per esempio, le spese catastali, di agenzia e di registro verosimilmente sarebbero più alte di ogni eventuale profitto. In Italia, poi, su un immobile detenuto meno di 5 anni, si pagano le tasse relative al capital gain. L’acquisto di una seconda casa ha spese più alte (9% anziché 2% di imposta di registro). Tutto ciò rende una seconda casa un investimento di lungo termine e non di breve termine, anche per chi dispone di 100.000 euro o più.

Investire su immobili

Con 100.000 euro si può acquistare una casa di piccole o medie dimensioni, generalmente fuori dalle grandi città, dove i prezzi sono invece decisamente più alti. Si può anche puntare sull’acquisto di una nuda proprietà, ossia concedendo l’usufrutto per un certo periodo o fino alla morte al venditore. Nel prosieguo di questo articolo ci soffermiamo su investimenti finanziari, senza soffermarci ulteriormente sugli investimenti su case ed immobili con cui sarebbe difficile diversificare un portafoglio di 100.000 euro.

Dove investire 100.000 euro sul mercato azionario?

portafoglio di investimento
Portafoglio di investimento

Avete 100.000 euro da investire? Senz’altro una quota del vostro portafoglio può essere allocata su azioni. Il mercato azionario è da sempre il cuore pulsante degli investimenti. Gli operatori finanziari cercano di puntare su titoli azionari growth o value, ossia su azioni solide, in grado di garantire solidi dividendi, oppure su titoli più rischiosi ma con maggiore potenziale di rendimento. Qualora si abbia una visione prettamente rialzista su un titolo azionario specifico lo si può acquistare. Viceversa, si può puntare su indici azionari legati a determinati paesi o determinati comparti, con ETF generalisti o certificates tracker.

Nel caso in cui ci si attenda un apprezzamento generalizzato del mercato azionario italiano si può acquistare un ETF sul FTSE Mib. In questa maniera si ottiene un’esposizione rialzista sull’indice italiano. Parimente, nel caso in cui ci si attenda una crescita del settore intelligenza artificiale o metaverso, si potranno cercare strumenti finanziari legati a panieri che raggruppano azioni di questi settori.

Investire su ETF

Per chi ha grandi portafogli, si sente spesso il consiglio di investire in ETF. In realtà ciò significa tutto e nulla in quanto esistono migliaia di ETF differenti, che puntano su azioni, obbligazioni, valute ed altri strumenti finanziari. Pertanto, l’investitore potrà utilizzare gli ETF al fine di perseguire un’idea di investimento (per esempio long sul mercato azionario italiano, oppure short sul Nasdaq).

Il vantaggio degli ETF è legato alla loro diversificazione in un unico strumento ed anche a costi solitamente contenuti.

Certificati di investimento

Come investire 100.000 euro? Con una simile cifra una percentuale dell’investimento può ricadere sui certificati di investimento. I certificates, infatti, possono essere decisamente utili anche per diversificare il portafoglio, nonché per ottenere con un unico prodotto un’esposizione su un mix di sottostanti fra loro anche diversi.

Inoltre, i certificati di investimento, spesso definiti con certificates, hanno la caratteristica di offrire un rendimento potenzialmente asimmetrico rispetto alla performance dei sottostanti cui fanno riferimento. Un certificato cash collect con barriere al 50%, per esempio, determinerà un profitto per l’investitore sia in caso di rialzi, che di movimenti laterali o moderatamente ribassisti per l’investitore. In particolare, se i sottostanti dovessero perdere il 30 o 40%, l’investitore otterrebbe egualmente un profitto, grazie alla barriera posizionata al 50%. Per contro, potrebbero non essere particolarmente efficienti in caso di forti rialzi dei sottostanti, continuando a pagare le cedole senza però offrire la piena partecipazione ai profitti.

Per questo secondo caso, però, esistono i tracker certificates. Questi prodotti replicano l’andamento di un sottostante, solitamente un indice. Troviamo poi anche i certificati outperformance, in grado di offrire una partecipazione più che proporzionale all’andamento delle azioni o indici sottostanti.

Altre categorie di certificates

E se si volessero investire 100.000 euro in maniera difensiva? Troviamo i certificati di investimento con cedole fisse, ma anche i certificati con airbag. Ed ancora i certificati a capitale protetto o garantito, dove il rimborso minimo a scadenza è garantito (può anche esserci la protezione del 100% o addirittura di un ammontare superiore, per esempio il 105%).

Sono qui estremamente numerose le categorie di certificates. Inoltre, i certificates possono avere per sottostante ogni classe di asset finanziario: azioni, indici di borsa, valute, obbligazioni ed anche materie prime. Ecco dunque spiegata la ragione per cui negli ultimi anni i loro volumi siano cresciuti significativamente. Ed anche come mai in un portafoglio di 100.000 euro possa esservi senz’altro spazio per questi strumenti. Ovviamente sempre valutando il rischio emittente.

BTP e obbligazioni

I BTP sono tornati in questi ultimi mesi a offrire rendimenti interessanti, anche nell’ordine del 5% per le lunghe scadenze. Anche i BTP hanno dei rischi. Infatti, non mancano le incognite: i rendimenti elevati sono associati a durate elevate (10-20-30 o anche 50 anni). Pertanto, l’investitore potrebbe trovarsi incastrato in un prodotto che garantisce sì un ritorno importante, ma in un arco temporale molto elevato. Se i tassi salissero ancora, ci sarebbe il rischio di veder scendere il valore dell’investimento. Viceversa, se i tassi scendessero, il valore del BTP o dell’obbligazione salirebbe. Avete 100.000 euro da investire? Il consiglio è quello di utilizzare le obbligazioni ed i BTP, ma non come unico strumento. Ed ancora, variare le scadenze in portafoglio. Per esempio, si potrebbero acquistare bond con scadenza 2-3 anni, uniti con altri con scadenze più lunghe.

Investire 100.000 euro: oro

Conviene acquistare oro per il proprio portafoglio finanziario? La risposta è sì. L’oro svolge un ruolo centrale di bene rifugio per eccellenza. In caso di collassi finanziari o shock valutari avere una piccola percentuale di oro in portafoglio può aiutare l’investitore, bilanciando il portafoglio. La percentuale consigliata varia fra il 2-3 ed il 10% del portafoglio, in base alle previsioni che l’investitore ha sull’andamento dei mercati e del prezzo dell’oro.

Sul tema investimenti in oro ricordiamo il libro pubblicato da De Casa con Hoepli (“I Segreti per Investire con l’oro”), con una serie di approfondimenti sul tema.

Conviene acquistare oro fisico o finanziario?

Come investire in Oro
Come investire in Oro

Meglio monete o lingotti? O ancora, conviene acquistare oro tramite ETF, CFD e altri strumenti finanziari? Chiaramente chi deve investire 100.000 euro può puntare anche sull’oro. La scelta fra oro fisico e oro cartaceo non è indifferente, con costi decisamente più alti per gli investimenti in oro fisico.

Acquistare monete o lingotti ha senz’altro un grande fascino. I costi sono più elevati e si ha anche la questione della custodia (cassetta in banca, caveau o società specializzate?). per contro, acquistare un ETF sull’oro ha costi decisamente inferiori. Chiaramente si rinuncia alla possibilità di detenere fisicamente il lingotto, ma il rendimento dell’operazione sarà il medesimo.

Investire 100.000 euro: liquidità

Una frazione del capitale può essere tenuta liquida per le spese correnti. Anche per la quota di capitale non investita si possono trovare conti correnti e conti deposito a breve termine in grado di offrire rendimenti interessanti.

Come investire 100.000 euro? Le opportunità sono molteplici, con differenti profili di rischio e rendimento. La scelta spetta ovviamente all’investitore.

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Portafoglio 60/40 https://www.investire-certificati.it/portafoglio-60-40-investimenti/ Mon, 26 Jun 2023 17:00:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28623 Il portafoglio 60/40 conviene? Questa allocazione finanziaria può ancora funzionare? Nel 2022 le performance del portafoglio 60-40 sono state decisamente negative, con ribassi sia sull’azionario che sull’obbligazionario. Ma cosa è il portafoglio 60/40? Solitamente si intende un’allocazione al 60% sull’azionario ed al 40% sull’obbligazionario. Il tutto con ulteriore diversificazione sia sotto il profilo delle azioni […]

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Il portafoglio 60/40 conviene? Questa allocazione finanziaria può ancora funzionare? Nel 2022 le performance del portafoglio 60-40 sono state decisamente negative, con ribassi sia sull’azionario che sull’obbligazionario.

Ma cosa è il portafoglio 60/40? Solitamente si intende un’allocazione al 60% sull’azionario ed al 40% sull’obbligazionario. Il tutto con ulteriore diversificazione sia sotto il profilo delle azioni scelte che della componente obbligazionaria.

Qual è l’obiettivo di questo portafoglio? La parte obbligazionaria del portafoglio 60/40 mira a fornire una certa stabilità, mentre quella azionaria dovrebbe offrire un maggiore rendimento, almeno in linea teorica. Chiaramente annate come il 2022, in cui sia i listini azionari che le obbligazioni scendono, mettono in crisi molti approcci di portafoglio, fra cui anche il 60/40.

Portafogli e Banche centrali

Le banche centrali sono state additate come una delle cause della crisi del portafoglio 60/40. Qual è lo scenario attuale? Siamo vicini al picco dei tassi, che non è però ancora stato raggiunto. Infatti, quasi tutte le banche centrali continuano ad alzare i tassi di interesse. A giugno la Federal Reserve è rimasta ferma al 5,25%, ma Jerome Powell, governatore della banca centrale americana ha già lasciato intendere che i tassi saliranno ancora nei prossimi mesi. Li ha alzati – addirittura dello 0,50% – la Bank of England. I mercati si attendevano un rialzo dello 0,25%, la banca di Inghilterra li ha sorpresi con un rialzo doppio, portando i tassi al 5,00%.

Anche la Banca centrale europea sta proseguendo con i rialzi al costo del denaro. Non è rimasta a guardare nemmeno la banca centrale svizzera, con un rialzo a 1,75%. In sintesi, con la sola eccezione della Bank of Japan tutte le banche centrali stanno alzando i tassi.

Report su portafoglio 60/40

Presentiamo sul tema portafoglio 60-40, ma anche su tassi di interesse, politica della banca centrale americana ed investimenti un report di Saira Malik, CFA, Chief Investment Officer di Nuveen. In sintesi, il vecchio portafoglio 60/40, può tornare interessante in questo scenario?

Conviene il portafoglio 60/40?

Quando arriverà il momento in cui l’inflazione statunitense sarà abbastanza bassa da giustificare un taglio dei tassi? È probabile che i cambiamenti strutturali manterranno il tasso di inflazione al di sopra dell’obiettivo della Fed del 2% nel breve-medio periodo. Ciò significa che la strada per un’inversione di rotta della politica monetaria è ancora lunga.

Nonostante ciò, gli investitori possono stare tranquilli: i confronti su base annua dovrebbero esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sui prezzi.

Inflazione e politica della banca centrale americana

portafoglio di investimento

I dati sull’inflazione di giugno, che saranno rilasciati a luglio 2023, potrebbero rappresentare un importante punto di svolta. In particolare, il ritmo degli aumenti dei prezzi delle componenti “persistenti” dell’inflazione, come le abitazioni, potrebbe rallentare sostanzialmente nei prossimi 12 mesi. E a giugno inizierà probabilmente la deflazione del settore delle auto usate. Questo potrebbe comportare un primo calo dei prezzi, non solo aumenti più lenti. Tutto ciò potrebbe influenzare il modo in cui gli investitori si approcciano alla costruzione del portafoglio.

La frenata dell’inflazione sarà abbastanza per cambiare nel breve la politica monetaria della banca centrale? Vediamo le considerazioni di Nuveen, anche sul tema portafoglio 60/40.

Considerazioni sul portafoglio di investimento

In passato si è già dibattuto sulla sostenibilità del tradizionale portafoglio 60/40, ma nel 2022 questo tipo di allocazione di portafoglio ha sofferto l’anno peggiore dalla Crisi finanziaria globale. Questo a causa di un mercato azionario negativo e di un forte aumento dei tassi d’interesse. Con le condizioni economiche e di mercato in continuo mutamento, non ci aspettiamo che nel 2023 si ripeta una performance così negativa.

Ma gli investitori 60/40, che l’anno scorso sono rimasti scottati dall’inflazione troppo alta e dai tassi troppo elevati, potrebbero giungere alla stessa conclusione a cui siamo giunti noi molto prima dell’inizio del ciclo di inasprimento aggressivo della Federal Reserve, la banca centrale americana.

L’incorporazione di investimenti alternativi e l’allocazione in vari settori del credito possono offrire una migliore protezione dai ribassi. Inoltre, possono produrre rendimenti più elevati e creare fonti di rischio più diversificate rispetto al tipico portafoglio 60/40.

Profili di investimento

Sebbene ogni investitore – sia individuale o istituzionale – abbia obiettivi d’investimento e tolleranze al rischio diversi, ci sono alcuni punti di convergenza.

Un’inflazione alta per lungo tempo potrebbe esercitare un notevole freno sui mercati azionari e obbligazionari tradizionali. A nostro avviso, questo è un elemento a favore dell’inclusione in un portafoglio diversificato di asset come le infrastrutture globali e gli immobili privati. Questa considerazione parte dal fatto che entrambe le asset class hanno storicamente fornito un cuscinetto contro l’inflazione. Allo stesso modo, l’allocazione in credito privato e private equity potrebbe potenzialmente migliorare il profilo rischio/rendimento complessivo di un portafoglio, dati i rendimenti storici relativamente elevati e le correlazioni relativamente basse con l’azionario e l’obbligazionario pubblici.

Per quel che riguarda un’allocazione che vada oltre il tradizionale approccio 60/40, potrebbe essere interessante un ipotetico portafoglio 50/30/20 che investa il 50% in azioni, il 30% in obbligazioni e il 20% in strumenti finanziari alternativi per sfruttare i vantaggi che ciascuna asset class offre.

L’inclusione di ulteriori asset class comporta ulteriori rischi specifici (come il rischio di liquidità per molti investimenti privati). Al tempo stesso riteniamo che l’esposizione a più fonti di rischio e a più potenziali fonti di rendimento sia vantaggiosa per la maggior parte degli investitori.

Ecco quindi un focus sulla situazione legata alle bance centrali ed anche al portafoglio di investimento 60/40.

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Investire su Azioni Estere https://www.investire-certificati.it/investire-su-azioni-estere/ Tue, 31 Jan 2023 08:52:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=27246 Con l’arrivo del nuovo anno, UBS sta rilasciando delle interessanti novità nel mondo dei derivati, tra cui figura il Certificato per investire su azioni estere ISIN DE000UL2LKL9. In particolare, questo prodotto derivato, acquistabile sul SeDex (Borsa Italiana), si compone dei seguenti sottostanti: EasyJet, Eni, Meta Platforms e Stellantis. Come si può notare, solo una parte […]

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Con l’arrivo del nuovo anno, UBS sta rilasciando delle interessanti novità nel mondo dei derivati, tra cui figura il Certificato per investire su azioni estere ISIN DE000UL2LKL9.

In particolare, questo prodotto derivato, acquistabile sul SeDex (Borsa Italiana), si compone dei seguenti sottostanti: EasyJet, Eni, Meta Platforms e Stellantis.

Come si può notare, solo una parte dei titoli in portfolio sono di matrice extra-italiana. La diversificazione, pur rimanendo in un perimetro di aziende di alto livello e solidità, porta evidenti benefici sul versante dei premi. Il Certificato può, inoltre, beneficiare dell’opzione chiamata comunemente “airbag”, che permette il rimborso a scadenza anche se si scendesse sotto Barriera.

Un Certificato per investire su azioni estere

Il prodotto derivato DE000UL2LKL9 è stato emesso in data 27 gennaio 2023. La valutazione degli strike, invece, è stata fatta il giorno lavorativo precedente, il 26 gennaio.

I sottostanti del Certificato riportano, quindi, i seguenti prezzi iniziali: EasyJet 5,15 GBP, Eni 14,198 Euro, Meta Platforms 147,3 USD, Stellantis 14,054 Euro.

Si tratta di aziende che sono tendenzialmente strettamente legate all’andamento del prezzo del petrolio, con la sola eccezione di Meta. Quest’ultima, tuttavia, come EasyJet e Stellantis, può essere iscritta nel novero dei settori anticiclici.

La durata del Certificato UBS per investire su azioni estere è quinquennale, pertanto la scadenza è fissata al 2 febbraio 2028.

I premi e le Barriere

Di notevole interesse sono il valore e la periodicità del tasso cedolare. Sono state, infatti, previste 20 cedole trimestrali dal valore di 3,325% cadauna, per un totale di 13,30% sull’anno.

Perché, tuttavia, vengano corrisposti i premi infra-annuali e venga rimborsato il capitale a scadenza, è necessario il verificarsi di alcune condizioni. Una su tutte il rimanere entro i limiti imposti dalle barriere: quella a Scadenza e quella a Premio.

Per la prima, perché venga rimborsato alla pari il certificato a febbraio 2028, è necessario che a scadenza il worst-of dei sottostanti abbia valore pari o superiore al 55% del suo strike.

La Barriera Premio, invece, è posta al 65% e le cedole vengono corrisposte solo se alla loro data di valutazione, il peggior titolo non risulterà sceso di oltre il 35% rispetto al prezzo iniziale.

Le cedole, comunque, possono essere recuperate, grazie all’Effetto Memoria.

L’Effetto Memoria

Effetto Memoria nei Certificates

Come anticipato, grazie all’Effetto Memoria, le cedole non corrisposte non sono del tutto perse.

Ma cosa comporta questa opzione nei certificates? L’Effetto Memoria nei certificati di investimento fornisce la possibilità di recuperare in date di osservazione future o a scadenza eventuali cedole non incassate ad una determinata data di osservazione.

I premi cedolari, non pagati perché il sottostante si trovava al di sotto della barriera cedolare, possono quindi essere recuperati in una finestra cedolare seguente.

Esempio

Facciamo un esempio estremo. Ipotizziamo che uno dei quattro titoli, subito successivamente all’acquisto del certificato al 31 gennaio, scenda sotto la Barriera del 65%. Ipotizziamo inoltre che non ritorni sopra il livello di Barriera per tutti i successivi pagamenti cedolari. Al 26 gennaio 2028, tuttavia, data di valutazione della ventesima cedola, il titolo torna sopra la Barriera. Verranno, pertanto, in questo caso, corrisposti tutti i premi dovuti. Si tratta di 20 cedole da 3,325%, ossia il 66,5%.

Altre caratteristiche

Il Certificato di UBS ISIN DE000UL2LKL9, porta in dote anche altre caratteristiche interessanti.

In primis l’opzione airbag a cui si è già accennato all’inizio dell’articolo. Grazie a questa opzione l’investitore eviterà, in caso di worst-of sotto barriera a scadenza, una perdita di pari percentuale su tutto il capitale, a meno di discesa del titolo del 100%. Si calcolerà infatti la perdita come il prodotto tra il fattore di airbag (in questo caso 1,82) e la percentuale di discesa del titolo che eccede la barriera.

Ad esempio, nel caso in cui il peggior titolo del paniere abbia performato a scadenza -56% rispetto allo strike, la perdita sarà 1,82 moltiplicata per -1% (che è quanto eccede il 55%). Il rimborso non sarà più alla pari, ma neppure -56%, e si attesterà al 98,18% del capitale.

Infine, l’ultima caratteristica è il rimborso anticipato, che potrà essere esercitato da UBS a partire dal terzo trimestre.

Il trigger dell’autocallable è che tutti i sottostanti abbiano un valore almeno pari al 100% del valore iniziale.

La scheda del Certificato per investire su azioni estere

Per tutte le ulteriori informazioni sul Certificato, è possibile consultare la pagina dedicata di DE000UL2LKL9 e scaricare il KID. Di seguito, invece, un veloce schema di riassunto.

Codice ISIN: DE000UL2LKL9

Emittente: UBS
Prezzi di osservazione iniziale dei sottostanti: EasyJet 5,15 GBP, Eni 14,198 Euro, Meta Platforms 147,3 USD, Stellantis 14,054 Euro
Cedola trimestrale: 3,325%, rendimento annuo massimo 13,30%
Barriera cedolare: 65%
Barriera capitale: 55%
Effetto memoria delle cedole: sì
Opzione quanto: sì, rischio di cambio coperto
Airbag: sì

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo
sollecito all’investimento di borsa. I certificates sono prodotti complessi.

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Guadagnare con i Certificates https://www.investire-certificati.it/guadagnare-con-i-certificates/ Tue, 16 Aug 2022 06:59:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=21819 Come guadagnare con i certificates di investimento? Quando si genera un profitto in borsa con i certificates? In quali scenario i certificati perdono valore? Chi acquista i certificati di investimento mira ad ottenere profitti che possono essere realizzati sia incassando cedole o bonus durante o alla fine della vita del certificato che con capital gain. […]

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Come guadagnare con i certificates di investimento? Quando si genera un profitto in borsa con i certificates? In quali scenario i certificati perdono valore?

Chi acquista i certificati di investimento mira ad ottenere profitti che possono essere realizzati sia incassando cedole o bonus durante o alla fine della vita del certificato che con capital gain. Si guadagna con i certificates sia rivendendoli ad un prezzo più alto che grazie alle cedole o ai bonus previsti nei certificati di investimento.

Guadagnare con le Cedole nei certificates

Prendiamo ad esempio il caso di un certificato cash collect. Durante la sua vita il certificato paga delle cedole periodiche, che possono essere fisse e garantite oppure condizionate al rispetto di un livello di prezzo definito barriera.

certificates investire

Se l’investitore acquista il prodotto alla pari (ossia a 100 euro o 1000 euro in base al valore nominale del certificato) e lo porta a scadenza, o lo rivende allo stesso prezzo, il rendimento sarà equivalente al flusso generato dalle cedole del certificato. Per ottenere il rendimento netto occorrerà sottrarre i costi commissionali, l’eventuale tobin tax e la tassa sul capital gain (nel caso in cui non siano presenti minusvalenze precedenti da compensare).

Pertanto, oltre all’eventuale differenza di prezzo fra acquisto e vendita dei certificates, per conteggiare se si è ottenuto un profitto, vanno inserite nel computo anche le cedole generate del derivato strutturato detenuto in portafoglio.

Esempio

A titolo di esempio, poniamo il caso di un prodotto comprato 1000 euro e rivenduto allo stesso prezzo cui lo si era acquistato dopo sei mesi. Se non sono state pagate cedole in questo arco temporale, l’investitore di fatto chiuderà la posizione in pareggio, senza né guadagno né perdita. Vanno ovviamente considerate le commissioni e la tobin tax se il certificato fa riferimento al FTSE Mib o a titoli azionari italiani a larga capitalizzazione (sopra i 500 milioni di euro di market cap).

Nel caso in cui il certificato abbia pagato 6 cedole mensili dell’1%, l’investitore complessivamente avrà ottenuto un guadagno del 6%, pari a 60 euro. Su questa cifra, decurtata delle commissioni, pagherà il capital gain al 26%. Il tutto salvo siano presenze minusvalenze nello zainetto fiscale.

Come detto, la tassazione sui profitti non si calcolerà su 60 euro, ma su 60 euro meno i costi commissionali. Non va invece scalata l’eventuale tobin tax.

Profitti da capital gain nei certificates

Come guadagnare in borsa con i certificates? Nel precedente paragrafo ci siamo soffermati sul rendimento cedolare di un certificato. L’investitore, però, può anche ottenere un profitto rivendendo il certificato ad un prezzo superiore a quello che è stato pagato. Si genera in questo caso un capital gain.

Se il certificato sarà rivenduto ad un prezzo superiore vi sarà un capital gain, ossia un profitto, mentre se il prezzo di vendita è inferiore a quello di acquisto l’investitore genera una perdita.

Prendiamo per ipotesi un certificato legato ad Eni. Il prezzo di osservazione iniziale di Eni era pari a 13 euro. L’investitore acquista il certificato che era stato emesso a 100 euro quando Eni ha una quotazione di 11,2 euro. Il certificato, nel nostro esempio, ha un prezzo a pronti pari a 92 euro. È quindi scambiato sotto la pari.

Se le azioni di Eni salissero a 12 euro, sarebbe lecito attendersi una salta del certificato, che per ipotesi stimiamo a 95 euro. Sempre a titolo esemplificativo, un ritorno delle quotazioni delle azioni di Eni a 13 euro potrebbe portare il certificato vicino alla parità (ossia in area 100 euro).

Se l’investitore decidesse di liquidare la propria posizione, otterrebbe un profitto slegato dal flusso cedolare. Questo guadagno sarebbe infatti legato all’apprezzamento di valore registrato dal certificato.

La tassazione sui profitti ottenuti con i certificati è al 26%. E’ possibile compensare precedenti minusvalenze ottenute anche con altri strumenti finanziari come CFD, ETF, obbligazioni, azioni o altri derivati finanziari come per esempio i futures.

Quando un certificato perde valore?

Il prezzo a pronti di un certificato generalmente scende se la quotazione del sottostante cui fa riferimento (o dei sottostanti se più di uno) scendono, avvicinandosi o infrangendo la barriera. Chiaramente nel caso di un certificato reverse o inverse il derivato strutturato perderà valore nel caso di un apprezzamento dell’azione o dello strumento finanziario sottostante.

certificati di investimento

In linea di massima possiamo dire che il certificato perde valore quando i sottostanti si avvicinano alla barriera.

Nel caso di presenza dell’effetto airbag nei certificates, in caso di discesa tenderanno a deprezzarsi minormente.

Un secondo elemento che spesso determina una perdita di valore del certificato è un aumento della volatilità. Infatti, a parità di condizioni di prezzo, un aumento della volatilità tende a generare un calo del prezzo a pronti del certificato. Possono tuttavia esserci eccezioni in particolari situazioni di prezzo.

Un altro elemento da monitorare con attenzione per stimare il prezzo di un prodotto finanziario è la vita residua, ossia quanto manca alla scadenza del certificato di investimento.

La distanza del sottostante dalla barriera va ovviamente considerata in funzione del tempo mancante e della volatilità media del sottostante. Un esempio? Un certificato con un sottostante distante 20 punti percentuali dalla barriera ed una vita residua di 4,5 anni avrà più probabilità che la barriera venga raggiunta rispetto ad un certificato la cui barriera dista soltanto 8 punti percentuali ma con una settimana di vita residua.

Al tempo stesso, nel caso in cui un sottostante si trovi sotto barriera, il prezzo potrebbe essere più alto se la vita residua fosse ancora lunga. Infatti ci sarebbero maggiori margini per un recupero e quindi per guadagnare con i certificates. Viceversa, nel caso di un sottostante ampiamente sotto la barriera ed una vita breve le chance di recupero sarebbe ridotte.

Cosa è la barriera nei certificates?

La barriera nei certificati rappresenta un livello chiave il cui superamento può determinare il venire meno della protezione del capitale per l’investitore. Se il sottostante si avvicina alla barriera il certificato tende quindi a perdere valore.

Tecnicamente dobbiamo distinguere fra barriere discrete, ossia barriere all’europea, e barriere continue, anche dette all’americana. Nel caso di barriere discrete, si ha un’osservazione soltanto a scadenza. Se la barriera è invece continua viene osservata durante l’intera vita del certificato.

Da notare, poi, come si debba distinguere fra barriera capitale e barriera cedolare. La barriera capitale è il livello da monitorare per la garanzia del capitale dell’investitore. Per contro la barriera cedolare è il livello di prezzo che garantisce il pagamento delle cedole. La barriera cedolare può essere corrispondente alla barriera capitale, ma non necessariamente lo è. Potremo per esempio avere certificates con barriera cedolare al 70% e barriera capitale al 60%. In questo caso è garantita una protezione del capitale più ampia. Inoltre, la barriera cedolare potrebbe variare nel tempo, per esempio scendendo progressivamente. Un esempio in tal senso è rappresentato dai certificati step down di BNP Paribas.

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Come proteggere il Portafoglio? https://www.investire-certificati.it/come-proteggere-il-portafoglio/ Thu, 10 Mar 2022 10:10:37 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=22604 Prima regola, non perdere: come proteggere il portafoglio di investimento? E’ questa una delle domande centrali che si pongono gli investitori di questi tempi. Ecco un’analisi di scenario dopo l’invasione delll’Ucraina da parte della Russia. A cura di Francesco Lomartire, Head of SPDR ETFs Southern Europe Come proteggere il portafoglio? Quali strategie per la gestione […]

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Prima regola, non perdere: come proteggere il portafoglio di investimento? E’ questa una delle domande centrali che si pongono gli investitori di questi tempi. Ecco un’analisi di scenario dopo l’invasione delll’Ucraina da parte della Russia. A cura di Francesco Lomartire, Head of SPDR ETFs Southern Europe

Come proteggere il portafoglio?

Quali strategie per la gestione del portafoglio? A seguito dell’inaspettata invasione dell’Ucraina da parte della Russia, crediamo che gli investitori debbano ora proteggere i loro portafogli da altri imprevisti e da un ulteriore aumento dell’inflazione. Gli investitori hanno a disposizione una gamma di investimenti difensivi che include esposizioni obbligazionarie a breve termine e debito governativo cinese, indici azionari e settori meno impattati dal conflitto, e Dividend Aristocrats dei mercati emergenti.

In questo contesto, vediamo quattro aree in cui gli investitori possono trovare esposizioni difensive o ripararsi da una potenziale tempesta, per proteggere il proprio portafoglio

Fixed Income: Considerare la Cina e le strategie con bassa duration

Sembra che l’onda d’urto iniziale si sia esaurita, ma è probabile che gli investitori rimangano diffidenti verso gli asset rischiosi, data l’incertezza su come evolverà la situazione. Quindi potrebbe esserci un po’ di cautela sul credito in generale e sulle obbligazioni high yield in particolare. Allo stesso modo, indici esposti al debito dei mercati emergenti in valuta locale potrebbero incontrare difficoltà non solo se esposti all’Europa dell’Est, ma anche perché il dollaro USA di solito si rivaluta in questo tipo di ambiente. Tuttavia, esposizioni più mirate, come i titoli di stato cinesi, hanno tenuto bene.

Le strategie a breve termine restano le più difensive. I mercati monetari prezzano ancora una politica monetaria molto restrittiva della banca centrale USA, che dovrebbe fungere da cuscinetto. Se la guerra si trascinerà, è probabile che le banche centrali intraprenderanno un percorso più basato sui dati per aumentare i tassi. Anche la parte breve della curva è meno a rischio di un improvviso rimbalzo della propensione al rischio e dalla trasmissione di pressioni inflazionistiche più elevate.

Proteggere il portafoglio: settore azionario

Come proteggere il portafoglio sull’azionario? Probabilmente cercando i paesi meno colpiti. Le azioni statunitensi e giapponesi potrebbero fornire un certo grado di protezione data la loro minore vicinanza all’epicentro dell’invasione russa. Inoltre, Stati Uniti e Giappone dipendono meno dalle materie prime russe.

Negli Stati Uniti, riteniamo che l’S&P MidCap 400 sia meglio posizionato nel contesto attuale, dato il suo profilo più domestico rispetto alle large cap. Inoltre, le valutazioni delle società a media capitalizzazione offrono un cuscinetto, essendo scambiate a un P/E a 12 mesi di 14,6x mentre l’S&P 500 è scambiato a un P/E di 18,8x (Dati: Bloomberg Finance L.P. alla chiusura del mercato del 24 febbraio 2022).

Anche la diversificazione geografica può essere una maniera per proteggere il portafoglio di investimento. Il Giappone potrebbe essere meno colpito dalle conseguenze dell’invasione. Inoltre, come per le mid cap statunitensi, i multipli del MSCI Japan non sono troppo tirati, con il P/E a 12 mesi a 12,3x. Le valutazioni non troppo elevate possono essere un fattore importante in entrambi i casi, poiché le esposizioni con multipli P/E elevati sono ora messe in discussione non solo dal previsto inasprimento delle politiche monetarie, ma anche dal deterioramento del sentiment. Sia il dollaro che lo yen potrebbero servire come valute rifugio e quindi incontrare una domanda più sostenuta.

Settori: l’Energy ed health per una protezione del portafoglio

investire su azioni americane

La protezione del portafoglio passa anche da una corretta scelta dei settori su cui investire. La gestione del portafoglio è quindi fondamentale.

Abbiamo visto flussi elevati negli ETF sull’energia nell’ultima settimana, ma non è una sorpresa, data l’importanza del prezzo del petrolio e del gas in questo conflitto. Il nuovo massimo da sette anni del prezzo del greggio contiene chiaramente un premio di rischio, ma potrebbe essere sostenuto dal significativo squilibrio tra domanda e offerta.

Questo squilibrio sembra destinato a crescere, con l’attività post-pandemica che si riprende in contemporanea con la possibile interruzione delle forniture dalla Russia. Il nuovo prezzo minimo per il Brent potrebbe diventare 100 dollari al barile.

Per mesi i prezzi delle azioni del settore energetico hanno reagito in ritardo rispetto all’incremento del prezzo del petrolio e il divario si è ampliato la scorsa settimana. Anche i prezzi del gas sono in aumento. Ciò data la posizione dominante della Russia nella fornitura di gas in Europa e l’arresto del progetto Nord Stream 2. Nonostante la forte performance per più di un anno, la valutazione del settore energetico è ancora al di sotto della sua media a lungo termine.

Analisi dei dati di investimento

Quali le posizioni dei portafogli di investimento degli istituzionali? Dai dati in custodia presso State Street notiamo che gli investitori istituzionali stanno aggiungendo esposizione sull’healthcare nei loro portafogli, in seconda posizione dopo il settore energetico. Tuttavia, in media, il settore sanitario è ancora estremamente sottopesato. Una delle principali preoccupazioni degli investitori è stata l’introduzione di limiti ai prezzi dei farmaci con prescrizione negli Stati Uniti, ma con questa crisi che va ad aggiungersi all’agenda politica di Biden, il risultato è diventato meno scontato per l’attuale amministrazione.

Proteggere il portafoglio: dividendi

Stabilità dei dividendi: Andare verso i mercati emergenti durante l’instabilità geopolitica. Cercare la stabilità dei dividendi nelle azioni dei mercati emergenti potrebbe fornire una certa protezione contro l’emergere dell’instabilità geopolitica. Prima dell’escalation del conflitto in Europa orientale, i mercati azionari globali stavano già considerando l’impatto che un cambiamento nel regime di tassi di interesse avrebbe avuto su titoli Growth rispetto a quelli Value. La convergenza dell’instabilità geopolitica con un ambiente pro-crescita meno attraente crea un contesto interessante per gli investitori ad implementare un approccio più difensivo, nella loro esposizione azionaria sui mercati emergenti.

Ecco, dunque, l’analisi di SPDR per strategie di investimento, gestione e protezione del portafoglio. Clicca qui per visionare invece le previsioni sulle borse di UBP.

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Diamanti da Investimento https://www.investire-certificati.it/diamanti-da-investimento/ Sat, 17 Jul 2021 05:09:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=2540 Conviene investire in diamanti da investimento certificati in banca, oppure conviene piuttosto guardare la quotazione dell’oro? Qual è l’investimento più sicuro? Come funziona il mercato dei diamanti? Investire in banca con i diamanti è un buon investimento? Ecco i dettagli su come funzionava la truffa dei diamanti di investimento. Diamanti da investimento ed oro Quale […]

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Conviene investire in diamanti da investimento certificati in banca, oppure conviene piuttosto guardare la quotazione dell’oro? Qual è l’investimento più sicuro? Come funziona il mercato dei diamanti? Investire in banca con i diamanti è un buon investimento? Ecco i dettagli su come funzionava la truffa dei diamanti di investimento.

Diamanti da investimento ed oro

Quale è la differenza tra un investimento in diamanti ed uno in oro? La principale è che l’oro è quotato in un mercato ufficiale, che stabilisce ogni giorno il prezzo di ogni grammo d’oro in tutto il mondo. I diamanti invece no.

Per uniformare il prezzo dei diamanti il signor Rapaport commerciante all’ingrosso di New York, dopo aver raccolto i prezzi dei grossisti di diamanti in tutto il mondo pubblica il “Rapaport report” che è un punto di riferimento per tutti i grossisti. Non è una quotazione ufficiale, ma solo un riferimento.

Investire sui diamanti conviene?
Investire sui diamanti o in oro?

Diamanti: prezzi Rapaport

I negozi al dettaglio quindi comprano a prezzi Rapaport, e poi aggiungono la loro parte in base ad una miriade di parametri. Quali? La mancanza di intrusioni, la purezza, il colore, il taglio, i carati. Tutte queste differenze tra i diamanti dimostrano ampiamente che nel mondo non c’è un diamante perfettamente uguale ad un altro. Per questo motivo una quotazione ufficiale e mondiale dei diamanti è praticamente impossibile, anche se ci sono stati nel passato dei tentativi andati a vuoto.

Quindi acquistare un diamante non è un vero investimento, anche se questo è “blisterato” e certificato. Cosa significa? Per certificare le caratteristiche ed il valore di un diamante, quest’ultimo viene chiuso in un contenitore trasparente sigillato con tanto di certificato di autenticità rilasciato da qualche istituto gemmologico di rilevanza mondiale. Salvo scoprire poi che spesso non è proprio del tutto indipendente.

Dove acquistare diamanti

Un diamante quindi si compera in gioielleria e si indossa. Ma quando è incastonato in un gioiello non è più un diamante classificato e con un valore certo. In questo caso stiamo parlando di diamanti con caratura fino a 2 – 4 carati, quelli che di solito si vendono in gioielleria e possono essere correttamente valutati da un gemmologo.

Diamanti da investimento

Quando un diamante diventa un vero investimento dal quale aspettarsi una rivalutazione nel tempo? Quando la caratura diventa importante. Infatti più il diamante è grosso, più incrementa il proprio prezzo sul mercato nel tempo. Grosso è il diamante che ha più di 4 carati. Infatti un diamante da 10 carati può anche raddoppiare in un anno, specialmente se si tratta di un fancy, un diamante colorato naturale. “Naturale”, perché ci sono anche modi per colorarlo artificialmente. Tra i fancy diamond il più pregiato e raro è certamente il diamante blu. Non si tratta certo di un piccolo investimento.

investire sui diamanti

Il diamante è illiquido

Un investimento per essere tale deve anche essere facilmente liquidabile per poter realizzare un guadagno sull’investimento. Ma il problema è proprio qui: mentre comprare un diamante è relativamente facile, venderlo non sempre lo è. Ci sono alcune aziende che acquistano diamanti, ma deprezzano pesantemente i prezzi. Così pure il negoziante dal quale lo avete comprato, se lo riprende ad un prezzo molto basso perché è un diamante usato.

Se avete un diamante di fascia alta, si può cercare di vendere il diamante attraverso le case d’asta, come Christie’s e Sotheby’s che attirano molti investitori di diamanti e collezionisti. Avete quindi capito che un investimento in oro è più liquido, tendenzialmente più sicuro e trasparente.

Investire in società estrattive?

Completamente diverso il discorso sull’investimento in azioni delle società che estraggono diamanti ed hanno quotazioni in borsa. Il 70% dell’industria estrattiva di diamanti è in mano a quattro grandi società: De Beers (a maggioranza detenuta da British Anglo American), Alrosa (la cui maggioranza è patrimonio del governo russo), Rio Tinto e BHP Billiton.

Ma le cose non vanno bene: lo scorso anno  i profitti di De Beers sono crollati dell’87% ad appena 47 milioni di dollari. I produttori di diamanti hanno sofferto prima per i dazi americani, poi per il covid e per la grande produzione di diamanti sintetici, praticamente uguali a quelli naturali. Infine la crisi di liquidità dell’industria del taglio dei diamanti grezzi. Molto meglio sono andati i metalli preziosi come Oro, Palladio e Rodio.

Banche: la truffa dei diamanti

Le banche ed alcune società che vendevano diamanti da investimenti certificati sono state protagoniste di una grande truffa che ha colpito chi voleva investire nei diamanti. Banche come Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banca Aletti sono state coinvolte in un processo per aver venduto ai propri clienti diamanti che tutto erano meno che un investimento trasparente. Le “quotazioni” erano dei semplici listini.

La proposta fatta ai clienti dalle banche nella loro sede, veniva poi conclusa da società di intermediazione Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI) con una retrocessione alle banche di circa il 20%, un guadagno che ha spinto molte banche a proporre diamanti con una sopravalutazione fino al 50%. I prezzi dei diamanti venivano presentati ai clienti come ‘quotazioni’, mentre venivano fissati autonomamente dai due broker IDB e DPI. Erano dei listini prezzi gonfiati del 100%.

Questi fatti di cronaca hanno per molto tempo fatto i titoli dei giornali e screditato l’investimento in diamanti. Tra i vantaggi dell’investire in diamanti sono stati citati i prezzi sempre in rialzo e la lotta all’inflazione. Entrambe le cose si sono dimostrate alla lunga prive di fondamento.

Truffa dei Diamanti: Banche coinvolte

La vendita di diamanti da investimento è stata una truffa che ha portato a processo a Milano 105 persone, quattro banche e un broker. Le imputazioni: truffa, auto riciclaggio e corruzione fra privati, per un presunto ingiusto profitto ai danni dei piccoli investitori che hanno visto volatilizzarsi i risparmi. Imputati: Banco Bpm (MI:BAMI), la sua controllata Banca Aletti, UniCredit (MI:CRDI), Banca Mps (MI:BMPS) e Idb. Intesa Sanpaolo (MI:ISP) e Dpi (Diamond Private Investment) hanno patteggiato. Tutti i principali istituti di credito qui menzionati risultano aver rimborsato i clienti vittima della truffa dei diamanti.

Le banche incassavano commissioni sulla vendita dei diamanti da un minimo del 12% fino a un massimo del 24,5%. Qualunque altro prodotto finanziario frutta generalmente fra l’1 ed il 3%. In questo caso i diamanti per il malcapitato risparmiatore non erano senz’altro un buon investimento.

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La Gestione del Consulente https://www.investire-certificati.it/la-gestione-del-consulente/ Sun, 27 Jun 2021 06:28:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=11474 La gestione da parte di un consulente finanziario di un portafoglio di certificati di investimento come deve essere fatta? Il consulente finanziario, indipendente o di qualche banca, come può consigliare di investire e poi gestire un portafoglio di certificates? Come diversificare il portafoglio dei certificates e come programmare le cedole? Chi è il consulente finanziario […]

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La gestione da parte di un consulente finanziario di un portafoglio di certificati di investimento come deve essere fatta? Il consulente finanziario, indipendente o di qualche banca, come può consigliare di investire e poi gestire un portafoglio di certificates? Come diversificare il portafoglio dei certificates e come programmare le cedole?

Chi è il consulente finanziario

Il Consulente Finanziario (in inglese, Financial Advisor) è un professionista esperto di finanza e dei connessi aspetti giuridici e fiscali, con particolare riferimento alla materia dei servizi d’investimento e alle operazioni di gestione capitali di aziende, istituzioni o privati (Asset Management).
Per la gestione del denaro dei suoi clienti e consigliargli futuri investimenti, il consulente finanziario deve trasmettergli sicurezza e affidabilità. Buona capacità di negoziazione e di comunicazione, forte capacità di problem solving e carisma sono caratteristiche fondamentali per esercitare questa professione.
La possibilità con i certificates di costruire dei portafogli a cedola, quindi con dei premi periodici, è una possibilità interessante da valutare.

Il compito del consulente

Il consulente finanziario che riceve incarico di gestione di un portafoglio ha il compito di valutare prima di tutto la conoscenza del cliente in materia di prodotti finanziari, analizzare i suoi obiettivi di investimento, la sua tolleranza al rischio e il suo orizzonte temporale e consigliare al cliente quali strumenti sono più adatti per raggiungere i suoi scopi.

Poi gli obbiettivi sono:

  • incassare le cedole ed i flussi di cassa periodici che maturano sui Certificates;
  • recuperare perdite, minusvalenze (eventuali titoli in perdita nel dossier titoli)
  • controllo rigoroso del rischio e giusto orizzonte temporale (solitamente massimo 3 anni)

A proposito del tempo la gestione del consulente deve osservare che mediamente i certificati che vengono acquistati a 18 mesi dalla scadenza hanno statisticamente molte più possibilità di andare a segno. Il motivo è che il tempo lavora a favore del certificato, non lo deprezza. A 18 mesi dalla scadenza un certificato che non ha violato le condizioni e la barriera, ha statisticamente buone possibilità di finire positivamente. Il tutto ovviamente poi dipende dalle condizioni di mercato. Eventi esogeni come la pandemia del Covid o simili possono determinare movimenti anche drastici dei sottostanti.

La diversificazione nella gestione

Nella gestione del consulente di un portafoglio con i certificates si può raggiungere la diversificazione di portafoglio, data anche la grande ampiezza dell’offerta dei certificati con cedola.
Permettere la costruzione di portafogli che siano in grado di generare dei flussi periodici è
un’esigenza particolarmente sentita dai consulenti. L’offerta avara di rendimenti del fronte obbligazionario, dove da molto tempo sappiamo che non ci sono rendimenti, ci convince a condividere qualche idea nel settore certificati di investimento.

nuove emissioni certificates

Presupposto

Come può la gestione di un consulente costruire un portafoglio che sia in grado di generare un flusso cedolare?
Gran parte dei certificati di investimento prevedono delle opzioni che permettono di incassare dei premi periodici; cedole condizionate, o incondizionate; cedole quindi totalmente slegate dall’andamento del sottostante.
Nel primo caso bisogna far sì che il titolo o l’indice azionario su cui implicitamente si va ad investire, rispetti una determinata condizione. Le opzioni legate al sottostante vengono acquistate per pagare poi le cedole, cioè vengono acquistate dall’emittente per far sì che il certificato possa pagare cedole, con diverse caratteristiche; cioè essere pagate mensilmente trimestralmente semestralmente o annualmente.

Criteri di selezione

La gestione di un consulente oculato, prima di arrivare a scegliere alcuni prodotti, deve valutare i criteri di selezione. Una sorta di percorso mentale che un consulente dovrebbe sempre fare.
Innanzitutto il consulente deve individuare quale potrà essere il rendimento si cerca di ottenere da questo portafoglio.

Quale rendimento

Quindi quanti certificati inserire in portafoglio in modo che la gestione generi un flusso cedolare annuo del 3 per cento con un grado di protezione il più alto possibile, oppure un flusso cedolare del 10 per cento annuo? Serve una soluzione in grado di generare un rendimento simile ad un portafoglio azionario.
Poi alla fine l’input viene comunque sempre dal rapporto con il proprio cliente; perché in base a quello che lui cerca, il consulente va poi a costruire questo portafoglio.

Pianificazione finanziaria

Si parte naturalmente dalla pianificazione finanziaria e una volta che si è trovato un punto d’incontro tra la richiesta del cliente e quello che sul mercato si vanno a fare le selezioni. Ovviamente il cliente chiede sempre il massimo rendimento possibile; sappiamo che questo non è fattibile sul mercato; pertanto bisogna accettare dei rischi,
quindi definire innanzitutto cosa si cerca dal portafoglio.

Il flusso cedolare

Anche il flusso cedolare atteso in quali termini di frequenza deve essere pagato?
il cliente richiede un’entrata mensile perché deve sostenere una serie di spese.
Oppure si può andare su certificati che paghino più in là nel tempo quindi ogni tre mesi, o anche annualmente. Una scelta in base alla situazione.

Rischio / Rendimento

Cosa si intende con rischio e rendimento negli investimenti? Una volta che il consulente ha definito quale può essere il ritorno, dovrà capire a quel punto che grado di rischio il cliente è in grado di sopportare; perché proprio in quel trade off tra il rischio il rendimento ci deve passare poi la giusta analisi da parte del consulente. Quindi vuoi puntare su un rendimento annuo del 8 per cento? Benissimo quale tipo di pay off, cioè quale certificato andiamo a cercare? Un certificato che abbia una protezione più ampia, un meccanismo di protezione conosciuto sul mercato come airbag. Quindi il payoff della struttura, dopo il quale il consulente sceglie a quel punto i sottostanti. Per esempio un profilo rischio / rendimento interessante si potrebbe ottenere con certificati:

  • Bonus su Eurostoxx 50
  • Reverse Bonus Cap su Eurostoxx 50
  • Equity Protection Cap su Eurostoxx 50
  • Bonus Cap su basket worst of di indici
investimenti rapporto rischio rendimento

Scelta del sottostante

Il sottostante è quella quell’attività finanziaria sulla base della quale il certificato poi si muove e quindi genera i flussi cedolari, protegge o non protegge il capitale. Anche in questo caso il consulente finanziario deve essere in grado di fare una valutazione e condividerla poi con il cliente sulla base di quelle che sono le caratteristiche dei sottostanti.

Se il portafoglio o il certificato che andiamo a ricercare deve generare un flusso cedolare di modesta entità, quindi un 2 e 3 per cento annuo, allora possiamo guardare anche a dei sottostanti con bassa volatilità; tecnicamente il rischio è minore e di conseguenza il premio atteso sarà minore.

Se il cliente che ho di fronte mi chiede di guadagnare il 15 20 per cento annuo è evidente che io debba andare poi a trovare delle soluzioni legate a titoli molto più volatili. Quindi anche la ricerca dei sottostanti deve passare attraverso la consapevolezza che più cerco rendimento più devo essere disposto a rischiare.

Infatti la selezione è prevalentemente incentrata su certificati che investono implicitamente su dei basket e non sul singolo titolo. In quel caso poi c’è un altro meccanismo un po più tecnico che è quello della correlazione. Invece è importante stabilire poi la scadenza del certificato che deve andare a unirsi con altri certificati. Ovviamente se l’orizzonte temporale preso in considerazione dal consulente è di tre anni non cercherà strumenti che scadano fra sei mesi. Evidentemente il consulente poi sarà costretto a reinvestire e comunque le caratteristiche sarebbero diverse.

Costruzione del portafoglio

Esaurita questa prima fase di selezione vediamo poi come si può arrivare alla costruzione di un portafoglio. Procediamo con una ipotesi di esempio.

  • un capitale a disposizione di 150 mila euro
  • un cliente con profilo evidentemente dinamico;
  • un orizzonte temporale di almeno 5 anni
  • una richiesta del cliente di un rendimento annuo di circa 8%
  • un rischio medio alto sul capitale

Il consulente può creare e proporre la gestione di un portafoglio composto da dieci certificati a capitale protetto condizionato; quindi vuol dire che andiamo ad attribuire un peso del 10 per cento a ciascun certificato. Perciò il consulente attribuisce 15mila euro per ogni certificato. Alcuni sottostanti possono andar meglio, altri possono andar peggio; parte di questi sono dotati di un opzione airbag, perché?

Un certificato con airbag è in grado di attutire meglio i colpi negativi di un eventuale ribasso dei mercati, elemento cruciale nella pianificazione del rischio effettuata dal consulente finanziario. Poi anche perché durante la vita del certificato l’airbag renderà il delta della struttura e un poco più basso. L’airbag oltre che proteggere alla scadenza ha la capacità di generare minore volatilità nel portafoglio del certificato stesso.

Le strategie

Le strategie operative sono un altro tassello del lavoro del consulente finanziario.

Cosa si riesce a fare con un portafoglio costruito con tali caratteristiche? Si possono creare delle strategie; quindi nel portafoglio gli asset possono generare un flusso cedolare di circa l’otto per cento, in questo caso il 7,65%. Una considerazione: quindi un 7,65 anno sia che i sottostanti salgano, sia che rimangano esattamente sui valori attuali, sia che perdano fino ed oltre un 30 per cento dei valori correnti del mercato.

Quindi è un portafoglio a scadenza; questa è un’analisi di scenario alla scadenza del portafoglio, cinque anni di tempo. Quindi naturalmente uno dei certificati potrà essere sostituito nel tempo o rimborsato anticipatamente. A scadenza noi non potremo sapere dove si troverà il mercato, ma possiamo fare delle simulazioni sui titoli azionari sottostanti; se questi titoli saranno cresciuti di prezzo o per nulla, o se avranno perso anche fino ed oltre un 30 per cento, il portafoglio genererà il rendimento che abbiamo cercato.

Questo perché la struttura dei certificati ti fa guadagnare in misura limitata, ma controllando il rischio e questo è positivo in una gestione di portafoglio..

In caso di ribassi

Altra ipotesi: se nello scenario peggiore tutti i titoli azionari sottostanti, dopo cinque anni si troveranno al 50 per cento del valore di partenza, quindi si saranno dimezzati tutti, cosa succederà al nostro portafoglio?

Naturalmente avremmo perso l’opzione di protezione del capitale, perché la barriera è stata violata, ma comunque perderemo meno; se il consulente ci chiede un portafoglio a basso rischio ci si può coprire fino a ribassi del mercato del 55 – 60 per cento.

Sapendo costruire nella maniera corretta un portafoglio di certificati si riesce a capire esattamente sin da subito quale potrebbe essere il massimo guadagno e la massima perdita. In questo caso a fronte di un più 50 con un 34 per cento, se invece va male quindi uno scenario meno 50, si perde il 29%.

Gestione passiva

I certificati naturalmente sono strumenti a gestione passiva, il che vuol dire che non c’è nessuno che gestisca nulla, pertanto le ipotesi che noi facciamo è che quello che vedremo verrà rispettato al centesimo, perché i certificati sono dei prodotti a formula.

La seconda considerazione è che dobbiamo considerare il rendimento lordo, ma attenzione perché trattandosi di rendimenti da certificati, i redditi sono da considerarsi redditi diversi; quindi compensano le minusvalenze e questo è utile per chi ha minusvalenze, una cosa non difficile da trovare nei portafogli gestiti.

La fiscalità italiana penalizza strumenti come i fondi comuni e gli Etf: quando perdono creano minusvalenze, ma tutte le volte che guadagnano dobbiamo pagare sempre e comunque l’imposta sul capital gain del 26%. I certificati invece permettono di compensare le perdite con i guadagni. La gestione di un consulente finanziario preparato deve tenerne conto.

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Turbo24 Certificates di IG https://www.investire-certificati.it/turbo-24-certificates-di-ig/ Thu, 01 Oct 2020 02:06:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1696 Che cosa sono i turbo certificates? Quali sono i punti di forza ed i vantaggi dei turbo24 presentati ai trader italiani da IG? Ecco alcuni punti che sono trattati in questo articolo su questa tipologia di certificates a leva variabile Cosa sono i turbo certificates I certificati turbo sono dei prodotti derivati appartenenti alla categoria […]

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Che cosa sono i turbo certificates? Quali sono i punti di forza ed i vantaggi dei turbo24 presentati ai trader italiani da IG? Ecco alcuni punti che sono trattati in questo articolo su questa tipologia di certificates a leva variabile

Cosa sono i turbo certificates

I certificati turbo sono dei prodotti derivati appartenenti alla categoria degli investment certificates con leva variabile. Il valore della leva presente nel certificato varia in funzione del prezzo del sottostante, crescendo quando il sottostante del certificato turbo si avvicina al livello knock-out e diminuendo all’allontanarsi del sottostante da tale valore.

I vantaggi dei certificati Turbo24 di IG

Fra i punti di forza dei certificati Turbo24 di IG troviamo la possibilità di andare long o short, così come quello di trovarsi di fronte a prodotti liquidi, senza commissioni aggiuntive. Inoltre, i Turbo24 di IG sono esenti dal rischio di cambio ed offrono all’investitore la possibilità di operare 24 ore al giorno dalla domenica sera al venerdì sera, elemento che contraddistingue i turbo24 di IG dai certificates emessi da altre emittenti.

Turbo24: certificates quotati

I turbo24 di IG sono investment certificates quotati scambiati all’interno della Multilateral Trading Facility (MTF) Spectrum, che è stata creata appositamente con il fine di garantire liquidità ai piccoli investitori, offrendo un elevato livello di liquidità. L’investitore non deve pertanto preoccuparsi di non trovare un prezzo a cui chiudere la propria posizione, in quanto IG si pone nel ruolo di controparte garantendo la liquidità al mercato.

È possibile tramite la piattaforma visionare un book degli ordini, dove viene visualizzato il sentiment degli altri operatori, elemento che talvolta può essere utile per coordinare la propria strategia di trading ed investimento anche con i certificates.

Tutti i costi sono inclusi nel prezzo di apertura della posizione, non sono presenti altre commissioni. I turbo24 di IG sono regolamentati dalla BaFin, l’organo tedesco competente in materia di vigilanza sui mercati finanziari (l’equivalente della Consob in Italia).

Investire sui turbo 24: conto demo

I turbo24 sono disponibili sulla piattaforma demo di IG con denaro virtuale. Sul conto demo l’investitore ha un conto con 30.000 euro virtuale per poter sperimentare i turbo 24 senza rischiare denaro reale. Con il conto demo di IG è quindi possibile provare le funzionalità della piattaforma per meglio comprendere il loro funzionamento e valutare quando si è pronti per passare all’apertura di un conto reale di trading.

Attraverso questo link è possibile provare gratuitamente una demo sui turbo24 di IG.

Con IG Markets è possibile negoziate i Turbo24 Certificates

Mercati aperti 24 ore al giorno

Con i turbo 24 è possibile fare trading a qualsiasi ora del giorno. I sottostanti disponibili sono numerosi, coprendo indici finanziari, valute (ossia il forex market), ma anche materie prime come oro e petrolio. È pertanto possibile gestire le proprie posizioni di investimento 24 ore al giorno sui turbo 24 di IG.

Sono offerti certificates con numerosi livelli di knock-out, in modo da poter offrire differenti leve all’investitore. Ad un livello knock-out più vicino ai prezzi di mercato spot del sottostante corrisponderà una leva finanziaria superiore sul certificato turbo24.

Con la piattaforma di IG l’investitore ha accesso ad un flusso di notizie finanziarie realizzato da Reuters ed a numerosi indicatori di analisi tecnica, che possono essere applicati sulla piattaforma per ottimizzare il proprio trading.

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Certificates – Pro e Contro https://www.investire-certificati.it/certificates-pro-e-contro/ Sun, 23 Aug 2020 09:00:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1972 Quali sono i pro e i contro dei certificates? Quali i vantaggi e quali gli svantaggi per chi investe con i certificati di investimento? Quando si guadagna con i certificates? Pro e Contro i certificati di investimento I certificati di investimento hanno fatto registrare una notevole crescita in questi ultimi anni. È salito esponenzialmente il […]

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Quali sono i pro e i contro dei certificates? Quali i vantaggi e quali gli svantaggi per chi investe con i certificati di investimento? Quando si guadagna con i certificates?

Pro e Contro i certificati di investimento

I certificati di investimento hanno fatto registrare una notevole crescita in questi ultimi anni. È salito esponenzialmente il volume, così come il numero di operatori attivi nel settore, migliorando la liquidità complessiva sugli investment certificates. Cosa spinge un numero sempre maggiore di traders e investitori a utilizzare i certificates e quali sono i loro punti di forza? Insomma, quali sono i pro e i contro dei certificates? Vediamo nel dettaglio lo scenario.

Tra i pro dei certificates troviamo numerosi vantaggi. La possibilità per esempio di guadagnare anche se il sottostante si muove moderatamente nella direzione opposta a quella ipotizzata, ma anche quello di poter creare strumenti su panieri di strumenti altrimenti difficilmente combinabili. Va poi sottolineata la flessibilità dei certificates, con numerose strutture disponibili e tante opzioni, come l’effetto airbag, l’opzione autocallable, l’effetto quanto.

I certificates, però, hanno anche degli elementi di rischio, come il rischio emittente. Il capitale è solitamente condizionatamente garantito, ossia se la barriera del certificato non viene infranta.

Vantaggi dei Certificates

I pro dei certificates, ossia i vantaggi, sono numerosi. Con gli investment certificates infatti è possibile investire su un ampio range di strumenti finanziari. Potenzialmente è possibile creare posizioni di investimento diversamente non costruibili.

Con i certificates l’investitore può guadagnare anche se i sottostanti cui fa riferimento subiscono delle perdite. Ebbene sì, è proprio così. Se i sottostanti non scendono sotto il livello barriera, l’investitore ottiene un profitto anche se la sua idea di investimento era moderatamente sbagliata.

Un esempio

Per esempio, un certificato con prezzo di osservazione a 12 euro su Eni e barriera al 50%, determinerebbe un flusso di cassa positivo per l’investitore anche a fronte di una discesa di Eni a 7 o 8 euro. In altre parole, nonostante una discesa del 30-40% del sottostante del certificate, l’investitore otterrebbe un profitto. Al tempo stesso l’investimento sarebbe profittevole se il sottostante salisse o rimanesse stabile.

Un pro dei certificates è che sono fiscalmente efficienti. Con le loro cedole è possibile compensare precedenti minusvalenze, così come con eventuali capital gain ottenuti da vendite di certificati di investimento a prezzi superiori a quelli di acquisto.

Le commissioni sono di norma ridotte, anche occorre sempre esaminare con attenzione i prodotti e le loro schede informative. Non vanno poi dimenticate le commissioni applicate dal broker o dalla banca utilizzato per acquistare i certificates.

certificati cedola
Vantaggi e svantaggi dei certificates. Fra i principali punti di forza vi è il fatto che si tratta di prodotti finanziari fiscalmente efficienti

La liquidità

La liquidità sui certificati di investimento è di norma garantita dall’emittente, che si pone nel ruolo di market maker. Spesso sul SeDex e sull’EuroTLX possiamo notare posizioni rilevanti (per esempio blocchi di ordini da 100 o 1000 pezzi sia in bid che in ask). È appunto l’emittente che si pone da controparte per garantire la liquidità agli investitori che vogliano comprare o vendere certificates.

Anche sotto questo punto possiamo dunque dire che il mercato dei certificates sia migliorato notevolmente. Va però ammesso che talvolta vi sono ancora eccezioni, con emittenti che di tanto in tanto allargano lo spread anche a parecchi punti percentuali, sfavorendo gli investitori.

Rischi dei certificates

Se vogliamo analizzare i rischi (o i “contro”) dei certificates, dobbiamo senz’altro menzionare il rischio emittente. Infatti, se un emittente dovesse risultare insolvente, l’investitore che ha acquistato i certificates potrebbe perdere l’intero capitale, indipendentemente dalla performance dei sottostanti cui fa riferimento il certificato.

Anche nei certificates è possibile incappare in perdite economiche, generando quindi minusvalenze. Con l’eccezione dei certificati a capitale protetto (anche detti certificati a capitale garantito), il rimborso a scadenza può anche essere inferiore rispetto a quanto pagato per acquistare il prodotto.

certificati maxi cedola
Quali sono i rischi e quali i punti di forza dei certificates?

Certificates: un esempio

Prendiamo il caso del certificato menzionato nel precedente paragrafo su Eni con strike a 12 euro e barriera al 50%. Se Eni dovesse scendere a 4 euro, l’investitore si troverebbe di fronte ad una perdita del 66%, che rispecchierebbe la performance dell’azione. Non incasserebbe eventuali dividendi staccati dal titolo azionario, altro elemento da considerare.

Il tetto massimo

Va poi sottolineato che i certificates spesso hanno dei cap, ossia dei tetti massimi, alla partecipazione al profitto del sottostante. in altre parole, acquistando un certificato di investimento su Tesla con prezzo iniziale a 250 dollari, barriera a 125 dollari e cedola del 12% annuo, l’investitore avrebbe ottenuto un rendimento pari all’1% mensile per un lauto 12% annuo.

Chiaramente chi avesse acquistato l’azione, che ha messo a segno un rialzo superiore al 500% fra la fine del 2019 ed il 2020, avrebbe ottenuto profitti nettamente superiore. Questo discorso non vale invece per i certificati che replicano linearmente la performance del sottostante, a patto che non vi sia un tetto massimo di partecipazione ai profitti da parte dei detentori dei certificates.

La liquidità sui certificates è migliorata notevolmente negli ultimi anni. Si tratta tuttavia di un mercato ancora relativamente sottile. È quindi fondamentale studiare l’emittente ed il suo comportamento, anche in sede di market making. Sono poi da monitorare con attenzione costi impliciti ed espliciti dei certificates.

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