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Con l’arrivo del nuovo anno, UBS sta rilasciando delle interessanti novità nel mondo dei derivati, tra cui figura il Certificato per investire su azioni estere ISIN DE000UL2LKL9.

In particolare, questo prodotto derivato, acquistabile sul SeDex (Borsa Italiana), si compone dei seguenti sottostanti: EasyJet, Eni, Meta Platforms e Stellantis.

Come si può notare, solo una parte dei titoli in portfolio sono di matrice extra-italiana. La diversificazione, pur rimanendo in un perimetro di aziende di alto livello e solidità, porta evidenti benefici sul versante dei premi. Il Certificato può, inoltre, beneficiare dell’opzione chiamata comunemente “airbag”, che permette il rimborso a scadenza anche se si scendesse sotto Barriera.

Un Certificato per investire su azioni estere

Il prodotto derivato DE000UL2LKL9 è stato emesso in data 27 gennaio 2023. La valutazione degli strike, invece, è stata fatta il giorno lavorativo precedente, il 26 gennaio.

I sottostanti del Certificato riportano, quindi, i seguenti prezzi iniziali: EasyJet 5,15 GBP, Eni 14,198 Euro, Meta Platforms 147,3 USD, Stellantis 14,054 Euro.

Si tratta di aziende che sono tendenzialmente strettamente legate all’andamento del prezzo del petrolio, con la sola eccezione di Meta. Quest’ultima, tuttavia, come EasyJet e Stellantis, può essere iscritta nel novero dei settori anticiclici.

La durata del Certificato UBS per investire su azioni estere è quinquennale, pertanto la scadenza è fissata al 2 febbraio 2028.

I premi e le Barriere

Di notevole interesse sono il valore e la periodicità del tasso cedolare. Sono state, infatti, previste 20 cedole trimestrali dal valore di 3,325% cadauna, per un totale di 13,30% sull’anno.

Perché, tuttavia, vengano corrisposti i premi infra-annuali e venga rimborsato il capitale a scadenza, è necessario il verificarsi di alcune condizioni. Una su tutte il rimanere entro i limiti imposti dalle barriere: quella a Scadenza e quella a Premio.

Per la prima, perché venga rimborsato alla pari il certificato a febbraio 2028, è necessario che a scadenza il worst-of dei sottostanti abbia valore pari o superiore al 55% del suo strike.

La Barriera Premio, invece, è posta al 65% e le cedole vengono corrisposte solo se alla loro data di valutazione, il peggior titolo non risulterà sceso di oltre il 35% rispetto al prezzo iniziale.

Le cedole, comunque, possono essere recuperate, grazie all’Effetto Memoria.

L’Effetto Memoria

Effetto Memoria nei Certificates

Come anticipato, grazie all’Effetto Memoria, le cedole non corrisposte non sono del tutto perse.

Ma cosa comporta questa opzione nei certificates? L’Effetto Memoria nei certificati di investimento fornisce la possibilità di recuperare in date di osservazione future o a scadenza eventuali cedole non incassate ad una determinata data di osservazione.

I premi cedolari, non pagati perché il sottostante si trovava al di sotto della barriera cedolare, possono quindi essere recuperati in una finestra cedolare seguente.

Esempio

Facciamo un esempio estremo. Ipotizziamo che uno dei quattro titoli, subito successivamente all’acquisto del certificato al 31 gennaio, scenda sotto la Barriera del 65%. Ipotizziamo inoltre che non ritorni sopra il livello di Barriera per tutti i successivi pagamenti cedolari. Al 26 gennaio 2028, tuttavia, data di valutazione della ventesima cedola, il titolo torna sopra la Barriera. Verranno, pertanto, in questo caso, corrisposti tutti i premi dovuti. Si tratta di 20 cedole da 3,325%, ossia il 66,5%.

Altre caratteristiche

Il Certificato di UBS ISIN DE000UL2LKL9, porta in dote anche altre caratteristiche interessanti.

In primis l’opzione airbag a cui si è già accennato all’inizio dell’articolo. Grazie a questa opzione l’investitore eviterà, in caso di worst-of sotto barriera a scadenza, una perdita di pari percentuale su tutto il capitale, a meno di discesa del titolo del 100%. Si calcolerà infatti la perdita come il prodotto tra il fattore di airbag (in questo caso 1,82) e la percentuale di discesa del titolo che eccede la barriera.

Ad esempio, nel caso in cui il peggior titolo del paniere abbia performato a scadenza -56% rispetto allo strike, la perdita sarà 1,82 moltiplicata per -1% (che è quanto eccede il 55%). Il rimborso non sarà più alla pari, ma neppure -56%, e si attesterà al 98,18% del capitale.

Infine, l’ultima caratteristica è il rimborso anticipato, che potrà essere esercitato da UBS a partire dal terzo trimestre.

Il trigger dell’autocallable è che tutti i sottostanti abbiano un valore almeno pari al 100% del valore iniziale.

La scheda del Certificato per investire su azioni estere

Per tutte le ulteriori informazioni sul Certificato, è possibile consultare la pagina dedicata di DE000UL2LKL9 e scaricare il KID. Di seguito, invece, un veloce schema di riassunto.

Codice ISIN: DE000UL2LKL9

Emittente: UBS
Prezzi di osservazione iniziale dei sottostanti: EasyJet 5,15 GBP, Eni 14,198 Euro, Meta Platforms 147,3 USD, Stellantis 14,054 Euro
Cedola trimestrale: 3,325%, rendimento annuo massimo 13,30%
Barriera cedolare: 65%
Barriera capitale: 55%
Effetto memoria delle cedole: sì
Opzione quanto: sì, rischio di cambio coperto
Airbag: sì

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo
sollecito all’investimento di borsa. I certificates sono prodotti complessi.

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Guadagnare con i Certificates https://www.investire-certificati.it/guadagnare-con-i-certificates/ Tue, 16 Aug 2022 06:59:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=21819 Come guadagnare con i certificates di investimento? Quando si genera un profitto in borsa con i certificates? In quali scenario i certificati perdono valore? Chi acquista i certificati di investimento mira ad ottenere profitti che possono essere realizzati sia incassando cedole o bonus durante o alla fine della vita del certificato che con capital gain. […]

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Come guadagnare con i certificates di investimento? Quando si genera un profitto in borsa con i certificates? In quali scenario i certificati perdono valore?

Chi acquista i certificati di investimento mira ad ottenere profitti che possono essere realizzati sia incassando cedole o bonus durante o alla fine della vita del certificato che con capital gain. Si guadagna con i certificates sia rivendendoli ad un prezzo più alto che grazie alle cedole o ai bonus previsti nei certificati di investimento.

Guadagnare con le Cedole nei certificates

Prendiamo ad esempio il caso di un certificato cash collect. Durante la sua vita il certificato paga delle cedole periodiche, che possono essere fisse e garantite oppure condizionate al rispetto di un livello di prezzo definito barriera.

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Se l’investitore acquista il prodotto alla pari (ossia a 100 euro o 1000 euro in base al valore nominale del certificato) e lo porta a scadenza, o lo rivende allo stesso prezzo, il rendimento sarà equivalente al flusso generato dalle cedole del certificato. Per ottenere il rendimento netto occorrerà sottrarre i costi commissionali, l’eventuale tobin tax e la tassa sul capital gain (nel caso in cui non siano presenti minusvalenze precedenti da compensare).

Pertanto, oltre all’eventuale differenza di prezzo fra acquisto e vendita dei certificates, per conteggiare se si è ottenuto un profitto, vanno inserite nel computo anche le cedole generate del derivato strutturato detenuto in portafoglio.

Esempio

A titolo di esempio, poniamo il caso di un prodotto comprato 1000 euro e rivenduto allo stesso prezzo cui lo si era acquistato dopo sei mesi. Se non sono state pagate cedole in questo arco temporale, l’investitore di fatto chiuderà la posizione in pareggio, senza né guadagno né perdita. Vanno ovviamente considerate le commissioni e la tobin tax se il certificato fa riferimento al FTSE Mib o a titoli azionari italiani a larga capitalizzazione (sopra i 500 milioni di euro di market cap).

Nel caso in cui il certificato abbia pagato 6 cedole mensili dell’1%, l’investitore complessivamente avrà ottenuto un guadagno del 6%, pari a 60 euro. Su questa cifra, decurtata delle commissioni, pagherà il capital gain al 26%. Il tutto salvo siano presenze minusvalenze nello zainetto fiscale.

Come detto, la tassazione sui profitti non si calcolerà su 60 euro, ma su 60 euro meno i costi commissionali. Non va invece scalata l’eventuale tobin tax.

Profitti da capital gain nei certificates

Come guadagnare in borsa con i certificates? Nel precedente paragrafo ci siamo soffermati sul rendimento cedolare di un certificato. L’investitore, però, può anche ottenere un profitto rivendendo il certificato ad un prezzo superiore a quello che è stato pagato. Si genera in questo caso un capital gain.

Se il certificato sarà rivenduto ad un prezzo superiore vi sarà un capital gain, ossia un profitto, mentre se il prezzo di vendita è inferiore a quello di acquisto l’investitore genera una perdita.

Prendiamo per ipotesi un certificato legato ad Eni. Il prezzo di osservazione iniziale di Eni era pari a 13 euro. L’investitore acquista il certificato che era stato emesso a 100 euro quando Eni ha una quotazione di 11,2 euro. Il certificato, nel nostro esempio, ha un prezzo a pronti pari a 92 euro. È quindi scambiato sotto la pari.

Se le azioni di Eni salissero a 12 euro, sarebbe lecito attendersi una salta del certificato, che per ipotesi stimiamo a 95 euro. Sempre a titolo esemplificativo, un ritorno delle quotazioni delle azioni di Eni a 13 euro potrebbe portare il certificato vicino alla parità (ossia in area 100 euro).

Se l’investitore decidesse di liquidare la propria posizione, otterrebbe un profitto slegato dal flusso cedolare. Questo guadagno sarebbe infatti legato all’apprezzamento di valore registrato dal certificato.

La tassazione sui profitti ottenuti con i certificati è al 26%. E’ possibile compensare precedenti minusvalenze ottenute anche con altri strumenti finanziari come CFD, ETF, obbligazioni, azioni o altri derivati finanziari come per esempio i futures.

Quando un certificato perde valore?

Il prezzo a pronti di un certificato generalmente scende se la quotazione del sottostante cui fa riferimento (o dei sottostanti se più di uno) scendono, avvicinandosi o infrangendo la barriera. Chiaramente nel caso di un certificato reverse o inverse il derivato strutturato perderà valore nel caso di un apprezzamento dell’azione o dello strumento finanziario sottostante.

certificati di investimento

In linea di massima possiamo dire che il certificato perde valore quando i sottostanti si avvicinano alla barriera.

Nel caso di presenza dell’effetto airbag nei certificates, in caso di discesa tenderanno a deprezzarsi minormente.

Un secondo elemento che spesso determina una perdita di valore del certificato è un aumento della volatilità. Infatti, a parità di condizioni di prezzo, un aumento della volatilità tende a generare un calo del prezzo a pronti del certificato. Possono tuttavia esserci eccezioni in particolari situazioni di prezzo.

Un altro elemento da monitorare con attenzione per stimare il prezzo di un prodotto finanziario è la vita residua, ossia quanto manca alla scadenza del certificato di investimento.

La distanza del sottostante dalla barriera va ovviamente considerata in funzione del tempo mancante e della volatilità media del sottostante. Un esempio? Un certificato con un sottostante distante 20 punti percentuali dalla barriera ed una vita residua di 4,5 anni avrà più probabilità che la barriera venga raggiunta rispetto ad un certificato la cui barriera dista soltanto 8 punti percentuali ma con una settimana di vita residua.

Al tempo stesso, nel caso in cui un sottostante si trovi sotto barriera, il prezzo potrebbe essere più alto se la vita residua fosse ancora lunga. Infatti ci sarebbero maggiori margini per un recupero e quindi per guadagnare con i certificates. Viceversa, nel caso di un sottostante ampiamente sotto la barriera ed una vita breve le chance di recupero sarebbe ridotte.

Cosa è la barriera nei certificates?

La barriera nei certificati rappresenta un livello chiave il cui superamento può determinare il venire meno della protezione del capitale per l’investitore. Se il sottostante si avvicina alla barriera il certificato tende quindi a perdere valore.

Tecnicamente dobbiamo distinguere fra barriere discrete, ossia barriere all’europea, e barriere continue, anche dette all’americana. Nel caso di barriere discrete, si ha un’osservazione soltanto a scadenza. Se la barriera è invece continua viene osservata durante l’intera vita del certificato.

Da notare, poi, come si debba distinguere fra barriera capitale e barriera cedolare. La barriera capitale è il livello da monitorare per la garanzia del capitale dell’investitore. Per contro la barriera cedolare è il livello di prezzo che garantisce il pagamento delle cedole. La barriera cedolare può essere corrispondente alla barriera capitale, ma non necessariamente lo è. Potremo per esempio avere certificates con barriera cedolare al 70% e barriera capitale al 60%. In questo caso è garantita una protezione del capitale più ampia. Inoltre, la barriera cedolare potrebbe variare nel tempo, per esempio scendendo progressivamente. Un esempio in tal senso è rappresentato dai certificati step down di BNP Paribas.

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La Gestione del Consulente https://www.investire-certificati.it/la-gestione-del-consulente/ Sun, 27 Jun 2021 06:28:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=11474 La gestione da parte di un consulente finanziario di un portafoglio di certificati di investimento come deve essere fatta? Il consulente finanziario, indipendente o di qualche banca, come può consigliare di investire e poi gestire un portafoglio di certificates? Come diversificare il portafoglio dei certificates e come programmare le cedole? Chi è il consulente finanziario […]

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La gestione da parte di un consulente finanziario di un portafoglio di certificati di investimento come deve essere fatta? Il consulente finanziario, indipendente o di qualche banca, come può consigliare di investire e poi gestire un portafoglio di certificates? Come diversificare il portafoglio dei certificates e come programmare le cedole?

Chi è il consulente finanziario

Il Consulente Finanziario (in inglese, Financial Advisor) è un professionista esperto di finanza e dei connessi aspetti giuridici e fiscali, con particolare riferimento alla materia dei servizi d’investimento e alle operazioni di gestione capitali di aziende, istituzioni o privati (Asset Management).
Per la gestione del denaro dei suoi clienti e consigliargli futuri investimenti, il consulente finanziario deve trasmettergli sicurezza e affidabilità. Buona capacità di negoziazione e di comunicazione, forte capacità di problem solving e carisma sono caratteristiche fondamentali per esercitare questa professione.
La possibilità con i certificates di costruire dei portafogli a cedola, quindi con dei premi periodici, è una possibilità interessante da valutare.

Il compito del consulente

Il consulente finanziario che riceve incarico di gestione di un portafoglio ha il compito di valutare prima di tutto la conoscenza del cliente in materia di prodotti finanziari, analizzare i suoi obiettivi di investimento, la sua tolleranza al rischio e il suo orizzonte temporale e consigliare al cliente quali strumenti sono più adatti per raggiungere i suoi scopi.

Poi gli obbiettivi sono:

  • incassare le cedole ed i flussi di cassa periodici che maturano sui Certificates;
  • recuperare perdite, minusvalenze (eventuali titoli in perdita nel dossier titoli)
  • controllo rigoroso del rischio e giusto orizzonte temporale (solitamente massimo 3 anni)

A proposito del tempo la gestione del consulente deve osservare che mediamente i certificati che vengono acquistati a 18 mesi dalla scadenza hanno statisticamente molte più possibilità di andare a segno. Il motivo è che il tempo lavora a favore del certificato, non lo deprezza. A 18 mesi dalla scadenza un certificato che non ha violato le condizioni e la barriera, ha statisticamente buone possibilità di finire positivamente. Il tutto ovviamente poi dipende dalle condizioni di mercato. Eventi esogeni come la pandemia del Covid o simili possono determinare movimenti anche drastici dei sottostanti.

La diversificazione nella gestione

Nella gestione del consulente di un portafoglio con i certificates si può raggiungere la diversificazione di portafoglio, data anche la grande ampiezza dell’offerta dei certificati con cedola.
Permettere la costruzione di portafogli che siano in grado di generare dei flussi periodici è
un’esigenza particolarmente sentita dai consulenti. L’offerta avara di rendimenti del fronte obbligazionario, dove da molto tempo sappiamo che non ci sono rendimenti, ci convince a condividere qualche idea nel settore certificati di investimento.

nuove emissioni certificates

Presupposto

Come può la gestione di un consulente costruire un portafoglio che sia in grado di generare un flusso cedolare?
Gran parte dei certificati di investimento prevedono delle opzioni che permettono di incassare dei premi periodici; cedole condizionate, o incondizionate; cedole quindi totalmente slegate dall’andamento del sottostante.
Nel primo caso bisogna far sì che il titolo o l’indice azionario su cui implicitamente si va ad investire, rispetti una determinata condizione. Le opzioni legate al sottostante vengono acquistate per pagare poi le cedole, cioè vengono acquistate dall’emittente per far sì che il certificato possa pagare cedole, con diverse caratteristiche; cioè essere pagate mensilmente trimestralmente semestralmente o annualmente.

Criteri di selezione

La gestione di un consulente oculato, prima di arrivare a scegliere alcuni prodotti, deve valutare i criteri di selezione. Una sorta di percorso mentale che un consulente dovrebbe sempre fare.
Innanzitutto il consulente deve individuare quale potrà essere il rendimento si cerca di ottenere da questo portafoglio.

Quale rendimento

Quindi quanti certificati inserire in portafoglio in modo che la gestione generi un flusso cedolare annuo del 3 per cento con un grado di protezione il più alto possibile, oppure un flusso cedolare del 10 per cento annuo? Serve una soluzione in grado di generare un rendimento simile ad un portafoglio azionario.
Poi alla fine l’input viene comunque sempre dal rapporto con il proprio cliente; perché in base a quello che lui cerca, il consulente va poi a costruire questo portafoglio.

Pianificazione finanziaria

Si parte naturalmente dalla pianificazione finanziaria e una volta che si è trovato un punto d’incontro tra la richiesta del cliente e quello che sul mercato si vanno a fare le selezioni. Ovviamente il cliente chiede sempre il massimo rendimento possibile; sappiamo che questo non è fattibile sul mercato; pertanto bisogna accettare dei rischi,
quindi definire innanzitutto cosa si cerca dal portafoglio.

Il flusso cedolare

Anche il flusso cedolare atteso in quali termini di frequenza deve essere pagato?
il cliente richiede un’entrata mensile perché deve sostenere una serie di spese.
Oppure si può andare su certificati che paghino più in là nel tempo quindi ogni tre mesi, o anche annualmente. Una scelta in base alla situazione.

Rischio / Rendimento

Cosa si intende con rischio e rendimento negli investimenti? Una volta che il consulente ha definito quale può essere il ritorno, dovrà capire a quel punto che grado di rischio il cliente è in grado di sopportare; perché proprio in quel trade off tra il rischio il rendimento ci deve passare poi la giusta analisi da parte del consulente. Quindi vuoi puntare su un rendimento annuo del 8 per cento? Benissimo quale tipo di pay off, cioè quale certificato andiamo a cercare? Un certificato che abbia una protezione più ampia, un meccanismo di protezione conosciuto sul mercato come airbag. Quindi il payoff della struttura, dopo il quale il consulente sceglie a quel punto i sottostanti. Per esempio un profilo rischio / rendimento interessante si potrebbe ottenere con certificati:

  • Bonus su Eurostoxx 50
  • Reverse Bonus Cap su Eurostoxx 50
  • Equity Protection Cap su Eurostoxx 50
  • Bonus Cap su basket worst of di indici
investimenti rapporto rischio rendimento

Scelta del sottostante

Il sottostante è quella quell’attività finanziaria sulla base della quale il certificato poi si muove e quindi genera i flussi cedolari, protegge o non protegge il capitale. Anche in questo caso il consulente finanziario deve essere in grado di fare una valutazione e condividerla poi con il cliente sulla base di quelle che sono le caratteristiche dei sottostanti.

Se il portafoglio o il certificato che andiamo a ricercare deve generare un flusso cedolare di modesta entità, quindi un 2 e 3 per cento annuo, allora possiamo guardare anche a dei sottostanti con bassa volatilità; tecnicamente il rischio è minore e di conseguenza il premio atteso sarà minore.

Se il cliente che ho di fronte mi chiede di guadagnare il 15 20 per cento annuo è evidente che io debba andare poi a trovare delle soluzioni legate a titoli molto più volatili. Quindi anche la ricerca dei sottostanti deve passare attraverso la consapevolezza che più cerco rendimento più devo essere disposto a rischiare.

Infatti la selezione è prevalentemente incentrata su certificati che investono implicitamente su dei basket e non sul singolo titolo. In quel caso poi c’è un altro meccanismo un po più tecnico che è quello della correlazione. Invece è importante stabilire poi la scadenza del certificato che deve andare a unirsi con altri certificati. Ovviamente se l’orizzonte temporale preso in considerazione dal consulente è di tre anni non cercherà strumenti che scadano fra sei mesi. Evidentemente il consulente poi sarà costretto a reinvestire e comunque le caratteristiche sarebbero diverse.

Costruzione del portafoglio

Esaurita questa prima fase di selezione vediamo poi come si può arrivare alla costruzione di un portafoglio. Procediamo con una ipotesi di esempio.

  • un capitale a disposizione di 150 mila euro
  • un cliente con profilo evidentemente dinamico;
  • un orizzonte temporale di almeno 5 anni
  • una richiesta del cliente di un rendimento annuo di circa 8%
  • un rischio medio alto sul capitale

Il consulente può creare e proporre la gestione di un portafoglio composto da dieci certificati a capitale protetto condizionato; quindi vuol dire che andiamo ad attribuire un peso del 10 per cento a ciascun certificato. Perciò il consulente attribuisce 15mila euro per ogni certificato. Alcuni sottostanti possono andar meglio, altri possono andar peggio; parte di questi sono dotati di un opzione airbag, perché?

Un certificato con airbag è in grado di attutire meglio i colpi negativi di un eventuale ribasso dei mercati, elemento cruciale nella pianificazione del rischio effettuata dal consulente finanziario. Poi anche perché durante la vita del certificato l’airbag renderà il delta della struttura e un poco più basso. L’airbag oltre che proteggere alla scadenza ha la capacità di generare minore volatilità nel portafoglio del certificato stesso.

Le strategie

Le strategie operative sono un altro tassello del lavoro del consulente finanziario.

Cosa si riesce a fare con un portafoglio costruito con tali caratteristiche? Si possono creare delle strategie; quindi nel portafoglio gli asset possono generare un flusso cedolare di circa l’otto per cento, in questo caso il 7,65%. Una considerazione: quindi un 7,65 anno sia che i sottostanti salgano, sia che rimangano esattamente sui valori attuali, sia che perdano fino ed oltre un 30 per cento dei valori correnti del mercato.

Quindi è un portafoglio a scadenza; questa è un’analisi di scenario alla scadenza del portafoglio, cinque anni di tempo. Quindi naturalmente uno dei certificati potrà essere sostituito nel tempo o rimborsato anticipatamente. A scadenza noi non potremo sapere dove si troverà il mercato, ma possiamo fare delle simulazioni sui titoli azionari sottostanti; se questi titoli saranno cresciuti di prezzo o per nulla, o se avranno perso anche fino ed oltre un 30 per cento, il portafoglio genererà il rendimento che abbiamo cercato.

Questo perché la struttura dei certificati ti fa guadagnare in misura limitata, ma controllando il rischio e questo è positivo in una gestione di portafoglio..

In caso di ribassi

Altra ipotesi: se nello scenario peggiore tutti i titoli azionari sottostanti, dopo cinque anni si troveranno al 50 per cento del valore di partenza, quindi si saranno dimezzati tutti, cosa succederà al nostro portafoglio?

Naturalmente avremmo perso l’opzione di protezione del capitale, perché la barriera è stata violata, ma comunque perderemo meno; se il consulente ci chiede un portafoglio a basso rischio ci si può coprire fino a ribassi del mercato del 55 – 60 per cento.

Sapendo costruire nella maniera corretta un portafoglio di certificati si riesce a capire esattamente sin da subito quale potrebbe essere il massimo guadagno e la massima perdita. In questo caso a fronte di un più 50 con un 34 per cento, se invece va male quindi uno scenario meno 50, si perde il 29%.

Gestione passiva

I certificati naturalmente sono strumenti a gestione passiva, il che vuol dire che non c’è nessuno che gestisca nulla, pertanto le ipotesi che noi facciamo è che quello che vedremo verrà rispettato al centesimo, perché i certificati sono dei prodotti a formula.

La seconda considerazione è che dobbiamo considerare il rendimento lordo, ma attenzione perché trattandosi di rendimenti da certificati, i redditi sono da considerarsi redditi diversi; quindi compensano le minusvalenze e questo è utile per chi ha minusvalenze, una cosa non difficile da trovare nei portafogli gestiti.

La fiscalità italiana penalizza strumenti come i fondi comuni e gli Etf: quando perdono creano minusvalenze, ma tutte le volte che guadagnano dobbiamo pagare sempre e comunque l’imposta sul capital gain del 26%. I certificati invece permettono di compensare le perdite con i guadagni. La gestione di un consulente finanziario preparato deve tenerne conto.

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Turbo24 Certificates di IG https://www.investire-certificati.it/turbo-24-certificates-di-ig/ Thu, 01 Oct 2020 02:06:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1696 Che cosa sono i turbo certificates? Quali sono i punti di forza ed i vantaggi dei turbo24 presentati ai trader italiani da IG? Ecco alcuni punti che sono trattati in questo articolo su questa tipologia di certificates a leva variabile Cosa sono i turbo certificates I certificati turbo sono dei prodotti derivati appartenenti alla categoria […]

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Che cosa sono i turbo certificates? Quali sono i punti di forza ed i vantaggi dei turbo24 presentati ai trader italiani da IG? Ecco alcuni punti che sono trattati in questo articolo su questa tipologia di certificates a leva variabile

Cosa sono i turbo certificates

I certificati turbo sono dei prodotti derivati appartenenti alla categoria degli investment certificates con leva variabile. Il valore della leva presente nel certificato varia in funzione del prezzo del sottostante, crescendo quando il sottostante del certificato turbo si avvicina al livello knock-out e diminuendo all’allontanarsi del sottostante da tale valore.

I vantaggi dei certificati Turbo24 di IG

Fra i punti di forza dei certificati Turbo24 di IG troviamo la possibilità di andare long o short, così come quello di trovarsi di fronte a prodotti liquidi, senza commissioni aggiuntive. Inoltre, i Turbo24 di IG sono esenti dal rischio di cambio ed offrono all’investitore la possibilità di operare 24 ore al giorno dalla domenica sera al venerdì sera, elemento che contraddistingue i turbo24 di IG dai certificates emessi da altre emittenti.

Turbo24: certificates quotati

I turbo24 di IG sono investment certificates quotati scambiati all’interno della Multilateral Trading Facility (MTF) Spectrum, che è stata creata appositamente con il fine di garantire liquidità ai piccoli investitori, offrendo un elevato livello di liquidità. L’investitore non deve pertanto preoccuparsi di non trovare un prezzo a cui chiudere la propria posizione, in quanto IG si pone nel ruolo di controparte garantendo la liquidità al mercato.

È possibile tramite la piattaforma visionare un book degli ordini, dove viene visualizzato il sentiment degli altri operatori, elemento che talvolta può essere utile per coordinare la propria strategia di trading ed investimento anche con i certificates.

Tutti i costi sono inclusi nel prezzo di apertura della posizione, non sono presenti altre commissioni. I turbo24 di IG sono regolamentati dalla BaFin, l’organo tedesco competente in materia di vigilanza sui mercati finanziari (l’equivalente della Consob in Italia).

Investire sui turbo 24: conto demo

I turbo24 sono disponibili sulla piattaforma demo di IG con denaro virtuale. Sul conto demo l’investitore ha un conto con 30.000 euro virtuale per poter sperimentare i turbo 24 senza rischiare denaro reale. Con il conto demo di IG è quindi possibile provare le funzionalità della piattaforma per meglio comprendere il loro funzionamento e valutare quando si è pronti per passare all’apertura di un conto reale di trading.

Attraverso questo link è possibile provare gratuitamente una demo sui turbo24 di IG.

Con IG Markets è possibile negoziate i Turbo24 Certificates

Mercati aperti 24 ore al giorno

Con i turbo 24 è possibile fare trading a qualsiasi ora del giorno. I sottostanti disponibili sono numerosi, coprendo indici finanziari, valute (ossia il forex market), ma anche materie prime come oro e petrolio. È pertanto possibile gestire le proprie posizioni di investimento 24 ore al giorno sui turbo 24 di IG.

Sono offerti certificates con numerosi livelli di knock-out, in modo da poter offrire differenti leve all’investitore. Ad un livello knock-out più vicino ai prezzi di mercato spot del sottostante corrisponderà una leva finanziaria superiore sul certificato turbo24.

Con la piattaforma di IG l’investitore ha accesso ad un flusso di notizie finanziarie realizzato da Reuters ed a numerosi indicatori di analisi tecnica, che possono essere applicati sulla piattaforma per ottimizzare il proprio trading.

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Certificates – Pro e Contro https://www.investire-certificati.it/certificates-pro-e-contro/ Sun, 23 Aug 2020 09:00:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1972 Quali sono i pro e i contro dei certificates? Quali i vantaggi e quali gli svantaggi per chi investe con i certificati di investimento? Quando si guadagna con i certificates? Pro e Contro i certificati di investimento I certificati di investimento hanno fatto registrare una notevole crescita in questi ultimi anni. È salito esponenzialmente il […]

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Quali sono i pro e i contro dei certificates? Quali i vantaggi e quali gli svantaggi per chi investe con i certificati di investimento? Quando si guadagna con i certificates?

Pro e Contro i certificati di investimento

I certificati di investimento hanno fatto registrare una notevole crescita in questi ultimi anni. È salito esponenzialmente il volume, così come il numero di operatori attivi nel settore, migliorando la liquidità complessiva sugli investment certificates. Cosa spinge un numero sempre maggiore di traders e investitori a utilizzare i certificates e quali sono i loro punti di forza? Insomma, quali sono i pro e i contro dei certificates? Vediamo nel dettaglio lo scenario.

Tra i pro dei certificates troviamo numerosi vantaggi. La possibilità per esempio di guadagnare anche se il sottostante si muove moderatamente nella direzione opposta a quella ipotizzata, ma anche quello di poter creare strumenti su panieri di strumenti altrimenti difficilmente combinabili. Va poi sottolineata la flessibilità dei certificates, con numerose strutture disponibili e tante opzioni, come l’effetto airbag, l’opzione autocallable, l’effetto quanto.

I certificates, però, hanno anche degli elementi di rischio, come il rischio emittente. Il capitale è solitamente condizionatamente garantito, ossia se la barriera del certificato non viene infranta.

Vantaggi dei Certificates

I pro dei certificates, ossia i vantaggi, sono numerosi. Con gli investment certificates infatti è possibile investire su un ampio range di strumenti finanziari. Potenzialmente è possibile creare posizioni di investimento diversamente non costruibili.

Con i certificates l’investitore può guadagnare anche se i sottostanti cui fa riferimento subiscono delle perdite. Ebbene sì, è proprio così. Se i sottostanti non scendono sotto il livello barriera, l’investitore ottiene un profitto anche se la sua idea di investimento era moderatamente sbagliata.

Un esempio

Per esempio, un certificato con prezzo di osservazione a 12 euro su Eni e barriera al 50%, determinerebbe un flusso di cassa positivo per l’investitore anche a fronte di una discesa di Eni a 7 o 8 euro. In altre parole, nonostante una discesa del 30-40% del sottostante del certificate, l’investitore otterrebbe un profitto. Al tempo stesso l’investimento sarebbe profittevole se il sottostante salisse o rimanesse stabile.

Un pro dei certificates è che sono fiscalmente efficienti. Con le loro cedole è possibile compensare precedenti minusvalenze, così come con eventuali capital gain ottenuti da vendite di certificati di investimento a prezzi superiori a quelli di acquisto.

Le commissioni sono di norma ridotte, anche occorre sempre esaminare con attenzione i prodotti e le loro schede informative. Non vanno poi dimenticate le commissioni applicate dal broker o dalla banca utilizzato per acquistare i certificates.

certificati cedola
Vantaggi e svantaggi dei certificates. Fra i principali punti di forza vi è il fatto che si tratta di prodotti finanziari fiscalmente efficienti

La liquidità

La liquidità sui certificati di investimento è di norma garantita dall’emittente, che si pone nel ruolo di market maker. Spesso sul SeDex e sull’EuroTLX possiamo notare posizioni rilevanti (per esempio blocchi di ordini da 100 o 1000 pezzi sia in bid che in ask). È appunto l’emittente che si pone da controparte per garantire la liquidità agli investitori che vogliano comprare o vendere certificates.

Anche sotto questo punto possiamo dunque dire che il mercato dei certificates sia migliorato notevolmente. Va però ammesso che talvolta vi sono ancora eccezioni, con emittenti che di tanto in tanto allargano lo spread anche a parecchi punti percentuali, sfavorendo gli investitori.

Rischi dei certificates

Se vogliamo analizzare i rischi (o i “contro”) dei certificates, dobbiamo senz’altro menzionare il rischio emittente. Infatti, se un emittente dovesse risultare insolvente, l’investitore che ha acquistato i certificates potrebbe perdere l’intero capitale, indipendentemente dalla performance dei sottostanti cui fa riferimento il certificato.

Anche nei certificates è possibile incappare in perdite economiche, generando quindi minusvalenze. Con l’eccezione dei certificati a capitale protetto (anche detti certificati a capitale garantito), il rimborso a scadenza può anche essere inferiore rispetto a quanto pagato per acquistare il prodotto.

certificati maxi cedola
Quali sono i rischi e quali i punti di forza dei certificates?

Certificates: un esempio

Prendiamo il caso del certificato menzionato nel precedente paragrafo su Eni con strike a 12 euro e barriera al 50%. Se Eni dovesse scendere a 4 euro, l’investitore si troverebbe di fronte ad una perdita del 66%, che rispecchierebbe la performance dell’azione. Non incasserebbe eventuali dividendi staccati dal titolo azionario, altro elemento da considerare.

Il tetto massimo

Va poi sottolineato che i certificates spesso hanno dei cap, ossia dei tetti massimi, alla partecipazione al profitto del sottostante. in altre parole, acquistando un certificato di investimento su Tesla con prezzo iniziale a 250 dollari, barriera a 125 dollari e cedola del 12% annuo, l’investitore avrebbe ottenuto un rendimento pari all’1% mensile per un lauto 12% annuo.

Chiaramente chi avesse acquistato l’azione, che ha messo a segno un rialzo superiore al 500% fra la fine del 2019 ed il 2020, avrebbe ottenuto profitti nettamente superiore. Questo discorso non vale invece per i certificati che replicano linearmente la performance del sottostante, a patto che non vi sia un tetto massimo di partecipazione ai profitti da parte dei detentori dei certificates.

La liquidità sui certificates è migliorata notevolmente negli ultimi anni. Si tratta tuttavia di un mercato ancora relativamente sottile. È quindi fondamentale studiare l’emittente ed il suo comportamento, anche in sede di market making. Sono poi da monitorare con attenzione costi impliciti ed espliciti dei certificates.

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Certificati sotto la pari https://www.investire-certificati.it/certificati-sotto-la-pari/ Wed, 19 Aug 2020 07:00:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1916 Certificati sotto la pari: cosa vuol dire? Quando un certificato scende sotto i mille e quando è a sconto? Cosa cambia per l’investitore se si acquista un certificato sotto la pari? Ecco alcuni dei temi analizzati in questo articolo dedicato ai certificates sotto la pari, dove presentiamo anche la rubrica “sotto i 1000” dell’emittente Exane. […]

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Certificati sotto la pari: cosa vuol dire? Quando un certificato scende sotto i mille e quando è a sconto? Cosa cambia per l’investitore se si acquista un certificato sotto la pari?

Ecco alcuni dei temi analizzati in questo articolo dedicato ai certificates sotto la pari, dove presentiamo anche la rubrica “sotto i 1000” dell’emittente Exane.

Certificates sotto la pari

Un certificato si definisce sotto la pari quando il suo prezzo di mercato è inferiore al valore nominale di emissione, rendendolo quindi a sconto.

Quando il prezzo di un certificato scende sotto la pari vi sono alcune considerazioni da fare. Tecnicamente sale il rendimento del prodotto, a fronte di un rischio maggiore, che determina appunto la discesa del prezzo sotto la pari. Il rendimento sale in quanto il certificato non è stato acquistato a mille euro (o cento, o dieci se il prezzo di emissione era su multipli minori), ma ad un valore inferiore, appunto sotto la pari.

Quando un certificato scende sotto la pari?

Le ragioni principali di una discesa sotto la pari sono di norma legate alla discesa del prezzo di uno o più sottostanti che determinano il prezzo del certificato. Ma l’eventuale calo dei prodotti cui fa riferimento non è l’unica ragione. Un certificato può scendere sotto la pari anche nel caso di un aumento della volatilità, così come se fosse staccata una maxicedola, che ne decurterebbe conseguentemente il valore.

Possono scendere sotto la pari anche i certificati a capitale protetto (anche detti a capitale garantito). Questo può capitare anche nel caso in cui vi sia la protezione del 100% del capitale a scadenza. Se i sottostanti cui fa riferimento il prodotto dovessero essere in negativo, diventerebbe difficile immaginare un rimborso sopra la pari e di fatto il certificato si tramuterebbe in un’obbligazione a sconto, ossia sotto la pari. Il rimborso alla scadenza sarebbe pari a mille, ma durante la vita il prodotto potrebbe con rimborso alla scadenz

Il rendimento di un certificato sotto la pari

Come accennato il rendimento potenziale sale, in quanto l’investitore paga il certificato meno di quello che era il suo valore nominale.

Per ipotesi, se un certificato ha un prezzo nominale di 1.000 euro ed un rendimento cedolare pari al 12%, con cedole mensili dell’1%. Se acquista il certificato alla pari, ossia a 1.000 euro il rendimento sarà pari al 12%. Questo valore è calcolabile dividendo 1.120 euro (valore di rimborso * cedole del certificato) per il prezzo pagato dall’investitore, ossia 1.000 euro.

Se invece l’investitore acquistasse il certificato a sconto, ossia sotto la pari, il rendimento potenziale salirebbe. Poniamo per ipotesi di acquistare il certificato a 900 euro.

Poniamo che il certificato paghi le 12 cedole mensili pari all’1% prima di essere richiamato (o comunque di arrivare a scadenza). In tal caso l’investitore riceverà la medesima cifra di 1.120 euro, che non sarà da dividere per 1.000, ma soltanto per 900. Il rendimento salirà pertanto al 24,44%.

investire in borsa
I certificates acquistati sotto la pari, ossia sotto i mille, hanno maggiori potenziali di rendimento. Contestualmente sale anche il rischio per l’investitore

Certificati acquistati a sconto: esempi

Anche nel caso in cui il certificato dovesse avere un esito negativo, il risultato per l’investitore sarà migliore nel caso in cui il prodotto sia stato acquistato al di sotto della pari, ossia sotto i mille.

Poniamo per esempio di acquistare un certificato sul mercato secondario (Euro TLX o SeDex) a 800 euro, con valore nominale e barriera al 65%.

Se il peggior sottostante fra quelli cui fa riferimento il certificato dovesse trovarsi a scadenza a al 60% del valore nominale, il certificato rimborserebbe 600 euro. Se questo prodotto fosse stato acquistato al valore nominale di 1.000 euro, l’investitore incapperebbe in una perdita pari al 40%. Viceversa, nel nostro esempio, l’investment certificate è stato comprato sotto la pari, ossia a sconto a 800 euro. La perdita in questo caso, al lordo di eventuali cedole, è soltanto pari al 25%.

“Certificati sotto i mille” – Exane

L’emittente Exane tiene regolarmente aggiornata una rubrica sul suo sito che tratta appunto il tema dei certificati sotto i mille, ossia dei certificati sotto la pari. Si tratta di prodotti negoziati a sconto, che offrono quindi un rendimento superiore rispetto a quello prodotto dal certificato se acquistato valore nominale di mille.

Exane ha un’interessante rubrica sul sito in cui presenta i certificates che navigano sotto la pari. I questo caso il rendimento potenziale di questi prodotti è superiore rispetto a quello delle sole cedole

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Dove si comprano i Certificates https://www.investire-certificati.it/dove-si-comprano-i-certificates/ Sat, 01 Aug 2020 07:50:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1797 Dove si comprano i certificati di investimento?

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Dove si comprano i certificati di investimento? Come si acquistano gli investment certificates? Ecco alcuni dei punti che tratteremo in questa guida per l’investitore che vuole acquistare prodotti finanziari, nel dettaglio certificati.

Dove si comprano i Certificates

Gli investment certificates sono prodotti finanziari derivati. Sono titoli di debito, emessi da una banca o da un intermediario finanziario, definito l’emittente, che solitamente svolge il ruolo di market maker, garantendo la liquidità del prodotto in questione.

I certificati di investimento sono negoziati sul SeDex di Borsa Italiana e sull’Euro TLX. Possono anche essere scambiati su altre piattaforme, come nel caso di Spectrum, che consente la negoziazione dei Certificati turbo24 di IG.

Per comprare certificati di investimento online è necessario avere accesso ad un conto titoli con una banca o un intermediario finanziario. Ogni prodotto è contraddistinto da un codice ISIN che lo identifica e differenzia rispetto ad ogni altro certificato o strumento finanziario in circolazione. Un’alternativa, meno utilizzata oggigiorno, è legata a l’acquisto di prodotti derivati cartolarizzati direttamente allo sportello bancario.

Comprare e vendere certificati di investimento

Dove si comprano i certificates? Comprare certificates online è semplice, una volta aperto un conto di trading con abilitazione al trading su prodotti derivati e certificati di investimento.

Chiaramente il primo passo è legato alla scelta del prodotto su cui si intende investire. Alla base di questo deve esserci un massiccio lavoro di studio ed analisi del certificato e dei suoi sottostanti, così come l’analisi della solidità dell’emittente.

Una volta scelto il certificato (o lo strumento finanziario) che si vuole acquistare, occorrerà inserire il codice ISIN corrispondente sulla piattaforma, al fine di trovarlo.

L’acquisto di un certificato: prezzo e quantità

Dove si comprano i certificates? Sul mercato attraverso una banca, ma per comprare il certificato, poi, è necessario aprire la mascherina per l’acquisto sulla piattaforma di trading.  A questo punto occorre scegliere ACQUISTA ed il numero di pezzi del certificato che si desiderano comprare. La voce acquista potrebbe variare in base alla piattaforma, divenendo “compra” oppure “buy”.

Sarà anche necessario indicare il prezzo limite, ossia il prezzo per singolo certificato che si è disposti a pagare per comprarlo. Si potrà dunque scegliere di acquistarlo al prezzo ask, oppure mettersi ad un prezzo leggermente più basso attendendo ordini in vendita o una leggera correzione del mercato.

In ottemperanza con le normative Mifid, sarà necessario leggere il prospetto informativo del prodotto prima di procedere a l’acquisto di certificates. Le banche e società emittenti forniscono Kid ed altri prospetti informativi in grado di fornire tutti gli elementi necessari per la piena comprensione del prodotto, elemento fondamentale in ogni tipologia di investimento.

Per vendere un certificato il procedimento sarà opposto rispetto a quello effettuato in fase di acquisto. Anziché “compra”, sulla mascherina si cliccherà su VENDI (oppure su “vendita” o su “sell” per vendere i certificates precedentemente acquistati.

investire certificati
I certificati di investimento possono essere acquistati con le piattaforme di trading online

Acquisto di certificates in collocamento e sul mercato secondario

I certificati di investimento possono essere acquistati durante la loro fase di collocamento. Questo determina alcuni costi impliciti, solitamente denominati come commissione di distribuzione da parte dell’emittente. Al termine della fase di collocamento, i certificates sono di norma negoziati sul mercato secondario, spesso ad un prezzo decurtato della commissione che spetta a l’emittente. Può pertanto (anche se non sempre lo è) essere conveniente acquistare questi prodotti sul mercato secondario anziché direttamente a l’emissione.

L’investitore che vuole comprare (o vendere) certificates dovrà anche considerare le commissioni che sono praticate dal broker o dall’intermediario per la negoziazione di questi strumenti derivati.

Orari di negoziazione dei certificates

Gli orari di negoziazione di Sedex ed EuroTLX sono simili a quelli di Borsa Italiana, dalle 9 alle 17:30. Non sono previste aste di apertura o aste di chiusura. Con i Turbo24 di IG la negoziazione è invece consentita 24 ore al giorno, dalla domenica sera al venerdì.

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Certificati Reverse su Tesla https://www.investire-certificati.it/certificati-reverse-su-tesla/ Thu, 23 Jul 2020 09:03:50 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1737 I certificati Reverse su Tesla sono interessanti. È possibile investire al ribasso sul titolo azionario Tesla con un certificato reverse? Abbiamo ipotizzato un esempio di certificato reverse (basato su Tesla) per spiegare come si può operare con certificates reverse out of the money. Ripartiamo rivedendo brevemente come funziona un certificato reverse. Certificates reverse Con i […]

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I certificati Reverse su Tesla sono interessanti. È possibile investire al ribasso sul titolo azionario Tesla con un certificato reverse? Abbiamo ipotizzato un esempio di certificato reverse (basato su Tesla) per spiegare come si può operare con certificates reverse out of the money. Ripartiamo rivedendo brevemente come funziona un certificato reverse.

Certificates reverse

Con i certificates reverse è possibile trarre profitto da un movimento ribassista del sottostante cui fanno riferimento, ma anche da una fase di lateralità. Uno dei punti di forza degli investment certificates è quello di offrire una protezione anche nel caso di un moderato movimento nella direzione opposta.

Anche i reverse certificates rispecchiano tale caratteristica, offrendo una protezione del capitale che sarà fissata al di sopra del 100%. Per esempio, il capitale potrebbe essere protetto fino ad un apprezzamento del sottostante pari al 130 o al 150%. Nel caso di un superamento di tale soglia l’investitore sarebbe esposto ai movimenti del sottostante, non ricevendo le cedole o i premi previsti dal certificato reverse.

Un certificate reverse su Tesla – Esempio

C’è una ulteriore tecnica di investimento con i certificates reverse; può essere legata a l’acquisto di prodotti ormai ampiamente out of the money; sono quei certificates in cui il sottostante si è apprezzato notevolmente, superando la barriera. Il loro prezzo di mercato sarà basso o molto basso; ma i certificates reverse potrebbero recuperare nel caso di un crollo del sottostante cui fanno riferimento.

Se il sottostante si trovasse ampiamente al di sopra della barriera, con un apprezzamento superiore al 100% rispetto al fixing iniziale, il valore del certificato sarebbe molto basso. Costruiamo un esempio con un reverse certificates su Tesla, per vedere come sarebbe possibile investire scommettendo su un ribasso delle azioni di Tesla.

Certificates reverse su Tesla

Proviamo ad esemplificare questo concetto, prendendo come caso di studio Tesla ed un certificato reverse avente come sottostante le azioni di quello che da molti è visto come il colosso dai piedi d’argilla delle auto elettriche.

Se un investitore avesse una view di lungo termine fortemente ribassista su Tesla, potrebbe prendere un certificato reverse su Tesla, puntando su un futuro ribasso delle azioni di Tesla.

Ipotizziamo che sia stato emesso un certificato reverse su Tesla con prezzo di fixing di 600 dollari; la barriera al 150%, ossia 900 dollari per azione. Ponendo un prezzo di mercato delle azioni di Tesla pari a 1.500 dollari, il certificato avrebbe un valore ridotto. Infatti il suo valore di rimborso sarebbe nullo con un fixing finale di Tesla sopra quota 1.200 dollari; ossia il 200% rispetto al fixing iniziale del certificato reverse). Poniamo per ipotesi che questo certificato reverse su Tesla, a fronte di un valore nominale pari a 1.000 euro, sia scambiato sul mercato secondario a 100 euro; sarebbe il 10% del valore nominale originario.

Se a scadenza le azioni di Tesla fossero ad un valore superiore rispetto a 1.200 dollari, l’investitore incasserebbe 0, perdendo l’intero investimento. Con un prezzo di Tesla inferiore ai 1.200 dollari il valore del certificato crescerebbe progressivamente. Per pareggiare sarebbe necessaria una discesa al 190% del prezzo iniziale, ossia 1.140 dollari; rimborso del certificato reverse su Tesla: 100 dollari. Mentre se Tesla scendesse a 960 dollari il certificato rimborserebbe 400, ossia quattro volte l’investimento iniziale.

Come investire su Tesla con i certificates Reverse? Ecco un possibile esempio con certificates reverse con sottostanti che sono saliti molto rispetto allo strike iniziale, come capitato appunto a Tesla.

Certificate reverse su Tesla – rimborso a scadenza

Lo scenario cambierebbe se Tesla dovesse tornare al di sotto del livello barriera dei 900 dollari. In tal caso, infatti, l’investitore riceverebbe l’intero valore nominale del certificato, pari a 1.000 euro, con l’aggiunta della cedola o del premio dovuto. In questo esempio di certificato reverse su Tesla se l’azione dell’azienda delle auto elettriche scendesse sotto quota 900 dollari il rimborso sarebbe pari a 10 volte il valore pagato, a cui andrebbe a sommarsi la cedola (o le cedole se vi è l’effetto memoria nel certificato) previste dal prodotto derivato in questione.

Chiaramente strutture simili sono costruibili anche con le opzioni, che poi sono la base da cui partono le emittenti per strutturare i certificates sui vari sottostanti.

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I Migliori Certificati di Investimento https://www.investire-certificati.it/i-migliori-certificati-di-investimento/ Thu, 09 Jul 2020 18:37:48 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1451 Quali sono i migliori certificati di investimento in circolazione? Quali i migliori certificates a capitale protetto e quali invece le migliori emissioni con un rendimento elevato, a fronte ovviamente di un maggiore rischio? È senz’altro difficile stilare una classifica fra i vari prodotti strutturati in circolazione, basti pensare che il numero totale di certificates in […]

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Quali sono i migliori certificati di investimento in circolazione? Quali i migliori certificates a capitale protetto e quali invece le migliori emissioni con un rendimento elevato, a fronte ovviamente di un maggiore rischio? È senz’altro difficile stilare una classifica fra i vari prodotti strutturati in circolazione, basti pensare che il numero totale di certificates in circolazione supera i 7.000 prodotti, divisi fra SeDex ed Euro TLX.

Un’analisi sui migliori certificates

In questa analisi segnaliamo alcune delle migliori emissioni di certificates, fermo restando che tutti i prodotti (con l’eccezione di quelli a capitale protetto al 100%) presentano un rischio sostanziale per il capitale, con il rischio di incappare in perdite nel caso in cui i sottostanti dovessero infrangere le barriere del certificato. Tutti i certificates sono poi soggetti al rischio emittente, ossia al rischio insolvenza da parte della banca o del broker che hanno emesso il prodotto. Spetta quindi al lettore l’analisi ulteriore dei sottostanti che compongono il certificato e della solidità dell’emittente.

I migliori certificati di investimento – difensivo

Fra le migliori emissioni in ottica “prudente” segnaliamo un certificato di Leonteq legato a tre dei maggiori indici europei: il FTSE Mib, il Cac e l’IBEX. Fra le particolarità di questo interessante prodotto che ha codice ISIN CH0528264580 vi è quella della presenza dell’airbag. Il prodotto è infatti un low strike, al 60%. L’investitore incassa la cedola mensile, pari allo 0,50%, per un rendimento potenziale annuo del 6%, a patto che i sottostanti non abbiano perso oltre il 40% rispetto ai livelli di fixing iniziale.

Va segnalato come tutti e tre gli indici sul finire di giugno 2020 si trovassero ampiamente sopra i prezzi di osservazione iniziale, mentre il certificato quota soltanto alla pari. È presente l’opzione autocallable, che potrebbe determinarne il richiamo del certificato partire da settembre. L’investitore incasserebbe 1.015 se il certificato fosse acquistato a luglio, con tre cedole mensili rimanenti.

Il rendimento potenziale, anche nel caso del richiamo sarebbe del 2% in meno di tre mesi a fronte di una notevole protezione del capitale, basti pensare che tutti i sottostanti sono ampiamente sopra il fixing iniziale, fattore che amplia la protezione dal 40 al 45% circa. Inoltre è presente l’airbag, che riduce notevolmente le perdite nel caso di forti discese dell’indice.

I migliori certificates per il 2020 (con airbag)

Sempre fra i migliori certificati sul mercato, in un’ottica relativamente prudente ma senza rinunciare ad un rendimento interessante, troviamo quello avente come sottostanti Enel, RWE ed EDF, il terzetto delle società di gestione dell’energia elettrica in Italia, Germania e Francia. Si tratta di aziende ad alta capitalizzazione ed anche in questo caso è presente l’airbag, al 60%. Il certificato naviga alla pari e l’investitore può contare su cedole mensili condizionate allo 0,67%, per un rendimento potenziale annuo dell’8%. E’ fra i migliori certificates sul mercato anche perché i sottostanti navigano ampiamente sopra la pari. Ha codice ISIN CH0528263897

investimenti rapporto rischio rendimento
Anche nei certificati di investimento il rapporto rischio rendimento è un elemento fondamentale

I migliori certificates a capitale protetto

Fra i migliori certificati a capitale protetto segnaliamo quello con protezione al 100% sul Ftse Mib appena lanciato da Banca Imi. Questo certificato ha una vita lunga, pari a ben 7 anni, quindi il prodotto potrebbe anche temporaneamente quotare sotto la pari, divenendo in tal caso maggiormente appetibile, vista la lunga scadenza.

Questo prodotto strutturato è negoziato sul SeDex di Borsa Italiana e fra gli elementi di maggior spicco ha una partecipazione integrale ai rialzi del sottostante. Si tratta dunque di un certificato interessante per chi crede che il FTSE Mib sia destinato ad ulteriori rimonte nel tempo, ma vuole proteggere (con una garanzia del capitale pari al 100%) il suo investimento. Il codice ISIN di questo certificato a capitale protetto emesso da Banca Imi è  XS2181463097.

Un certificato di investimento ad alto rendimento (ed alto rischio)

Fra i migliori certificates per chi cerca rendimento ed è pronto ad accettare un rischio elevato segnaliamo un prodotto di Credit Suisse: un certificato con cedola fino al 25% (CODICE ISIN XS1973491076).

risk reward, profit and loss

Rischio e rendimento, come ben sappiamo, vanno sempre a braccetto. In questo caso sono ben cinque i sottostanti e sono particolarmente volatili: Domino’s Pizza, Zoom Video, Slack Tecnologies e Beyond Meat. Il fattore che rende interessante il certificato, oltre alla cedola pari al 6,3% a trimestre, è legato ad una barriera capitale ampissima, pari al 45%. E’ raro infatti trovare certificati con barriere inferiori al 50%, questo prodotto è però un’eccezione, che ci spinge a inserirlo fra i migliori certificates del 2020, senz’altro nella categoria di quelli ad alto rischio.

Va anche segnalato che se il prodotto a scadenza avesse uno dei titoli molto vicino a barriera potrebbe esserci un “digitale” enorme. Se il titolo peggiore, ossia il worst of del certificato oscillasse fra una perdita del 54,9% (che determinerebbe un rimborso di 1000 + cedole) ed una perdita del 55,1% (che determinerebbe un rimborso di 449 euro), il valore del certificato potrebbe essere altamente incerto fino a scadenza.

Il capitale è condizionatamente protetto: pertanto se nessun sottostante dovesse aver perso oltre il 55% rispetto al fixing iniziale l’investitore riceverebbe tutte le cedole ed il rimborso del nominale di 1.000 euro. Il meccanismo alla base di questo certificato di investimento è quello del worst of, ossia il prezzo sarà determinato dall’andamento del peggiore dei cinque sottostanti. Basterebbe il fallimento di uno di questi titoli per mandare a zero il valore del certificato di investimento. Viceversa, se tutti fossero sopra la barriera cedolare del 65%, il rendimento sarebbe superiore al 25% annuo.

SCHEDA DEL CERTIFICATO di INVESTIMENTO XS1973491076

  • Emittente: Credit Suisse
  • Barriera cedolare: 65%
  • Barriera capitale: 45%
  • Cedole trimestrali del 6,3% a partire dal 9/9/2020
  • Rischio di cambio: no (è presente l’effetto quanto in questo investment certificates)
  • Data di valutazione finale del certificato: 9/6/2025.

Ecco dunque una breve rassegna di alcuni dei migliori certificati di investimento presenti sul mercato italiano. Ne avete trovati altri? Scrivetecelo!

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