Guida Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/formazione/guida/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Fri, 20 Dec 2024 22:32:31 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Guida Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/formazione/guida/ 32 32 Cosa muove il prezzo di un Certificato? https://www.investire-certificati.it/cosa-muove-il-prezzo-di-un-certificato/ Thu, 19 Dec 2024 14:15:52 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=34216 È una domanda chiave per gli investitori: Cosa muove il prezzo di un certificato? In altre parole, quali sono le variabili da considerare per capire come si muove il prezzo spot di un certificato sul mercato secondario? Procediamo con ordine, con una semplice guida per capire cosa muove il prezzo di un certificato di investimento. […]

L'articolo Cosa muove il prezzo di un Certificato? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
È una domanda chiave per gli investitori: Cosa muove il prezzo di un certificato? In altre parole, quali sono le variabili da considerare per capire come si muove il prezzo spot di un certificato sul mercato secondario? Procediamo con ordine, con una semplice guida per capire cosa muove il prezzo di un certificato di investimento.

Il prezzo di un sottostante

Vediamo i fattori che muovono il prezzo di un certificato. In primo luogo, chiaramente il prezzo del sottostante. Nel caso di un tradizionale certificato cash collect, un incremento di prezzo dell’azione, dell’indice o della materia prima sottostante determina una salita del prezzo. La quotazione del sottostante ha un peso maggiore man mano che ci si avvicina a scadenza, in quanto la vita residua (e quindi la probabilità di movimenti ampi in una direzione o nell’altra) sono inferiori.

Volatilità e vita residua

Un secondo elemento chiave è senz’altro la volatilità, ossia l’oscillazione media del sottostante. Parliamo in particolare di volatilità implicita, ossia la volatilità attesa sul prezzo del sottostante.

Di fatto, una volatilità maggiore potrebbe determinare un prezzo più basso, in quanto aumenta le possibilità di movimenti anche significativi. Un altro elemento da considerare è la vita residua.  Man mano che ci si avvicina a scadenza, se i sottostanti sono sopra barriera, il prezzo tende a salire perché sono minori le probabilità di evento barriera.

Dividendi attesi

Quando si parla di certificates, occorre anche considerare i dividendi attesi. Nel caso in cui le azioni (o gli indici sottostanti) paghino dividendi, non sono riconosciuti all’investitore. Pertanto, dividendi più elevati avvicinano di fatto la barriera, abbassando quindi il prezzo del certificato. Questo discorso non vale per i dividendi straordinari, per cui è invece prevista una rettifica del prezzo di strike.

Tassi di interesse

Non va dimenticato il tema tassi di interesse, che può essere rilevante sia per i certificati a capitale condizionatamente protetto che per quelli a capitale garantito. Di fatto, tassi più alti abbassano il prezzo dei certificates.

Nel caso di certificates a capitale garantito, con lunghe scadenze, la discesa potrà essere anche significativa, soprattutto se il sottostante dovesse trovarsi sotto strike, ma anche nel caso in cui l’indice o l’azione sottostante abbia performato bene.

Cosa muove il prezzo di un certificato? Un esempio

Certificates

Poniamo l’esempio di molti certificates emessi nel 2020-2021, con tassi a zero o anche tassi negativi. Per ipotesi, pensiamo a un prodotto con valore nominale 1000 euro, capitale protetto 100% e cedole del 2% annuo pagate a patto che il FTSE Mib si trovi sopra lo strike di 22.000 punti.

Anche se l’indice italiano si è notevolmente apprezzato, questi certificates nel 2024 quoterebbero sotto la pari (in particolare in caso di lunghe scadenze, come 2029-2030) per via di cedole più basse del rendimento offerto da un BTP.

La performance del worst of

Molti certificates sono scritti su panieri di azioni o indici. E’ chiaro che – soprattutto con l’avvicinarsi della scadenza – la performance del worst of e la volatilità di questo sottostante avranno un peso maggiore.

Poniamo per ipotesi che i sottostanti siano le azioni di Enel, Eni, Intesa Sanpaolo e Tesla. Ipotizziamo che le azioni di Enel, Eni, Intesa si trovino intorno ai prezzi di osservazione iniziale, mentre Tesla sia sotto strike del 25%, a fronte di una barriera al 60%. Chiaramente il peso di Enel, Eni e Intesa sarà decisamente inferiore, con le azioni di Tesla variabile chiave per il buon esito del certificato (anche considerando la volatilità inferiore dei tre titoli del FTSE Mib rispetto al produttore di auto elettriche).

Al tempo stesso, nel caso in cui tutti i sottostanti si trovassero sotto strike di un medesimo ammontare (in termini percentuali) la situazione sarebbe simile a quella iniziale. Occorrerebbe considerare in maniera particolare quello con la volatilità superiore, pertanto Tesla.

Certificati denominati in valuta estera

Da notare che alcuni certificati sono denominati in valuta estera, ossia diversa dall’euro. Pertanto, un apprezzamento della valuta (dollari americani, sterline, franchi svizzeri o yen) sul forex market, determinerebbe un maggiore profitto per l’investitore. Viceversa, se la valuta di denominazione si deprezzasse contro l’euro, l’investitore avrebbe un minore profitto o una perdita maggiore dall’investimento.

Capire il mondo del trading e degli investimenti

L'articolo Cosa muove il prezzo di un Certificato? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Carry Trade in Borsa https://www.investire-certificati.it/carry-trade-in-borsa/ Sat, 30 Nov 2024 14:34:07 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=34271 Negli ultimi mesi abbiamo spesso sentito parlare di carry trade, in particolare sul cambio dollaro/yen. Ma cosa è il carry trade e in cosa consiste? Quali sono i vantaggi e i rischi del carry trade? Ecco un focus su questa modalità di investimento. Cosa è il carry trade Partiamo da una definizione. Il carry trade […]

L'articolo Carry Trade in Borsa proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Negli ultimi mesi abbiamo spesso sentito parlare di carry trade, in particolare sul cambio dollaro/yen. Ma cosa è il carry trade e in cosa consiste? Quali sono i vantaggi e i rischi del carry trade? Ecco un focus su questa modalità di investimento.

Cosa è il carry trade

Partiamo da una definizione. Il carry trade è una strategia di investimento attraverso la quale l’investitore si indebita in una valuta con bassi tassi di interesse e li investe in una divisa con tassi di interesse più elevati. L’investitore mira a guadagnare sulla differenza fra i tassi di interesse.

Il profitto può essere ancora più elevato se la divisa acquistata si apprezza contro quella venduta, mentre un apprezzamento della divisa con tassi più bassi riduce il profitto o genera una perdita.

Il carry trade è una modalità di investimento diffusa sui mercati finanziari, utilizzata principalmente da investitori istituzionali come hedge fund e banche, ma anche da investitori privati. Vediamo in dettaglio come funziona, con esempi e spiegazioni più dettagliate.

Il Carry Trade contro lo yen

La valuta principe su cui applicare il carry trade è stata negli anni lo yen, anche se non è senz’altro l’unica. Di fatto si vende yen, comprando per esempio dollari americani o dollari australiani (o altre valute con un tasso interesse decisamente più alto di quello giapponese).

Lo yen negli ultimi anni ha avuto tassi negativi, per anni fermi al -0,10%. Soltanto nel 2024 la Banca centrale giapponese li ha alzati dapprima allo 0,10% e successivamente allo 0,25%. Le aspettative sono per un altro rialzo dei tassi a breve. Si è ridotto il differenziale con i tassi americani ed europei, che resta comunque ancora significativo, nell’ordine di 3-4 punti percentuali.

Come Funziona il Carry Trade?

Il carry trade richiede una fase di studio da parte dell’investitore, che deve individuare valute con tassi di interesse diversi e ipotizzare un trend favorevole che permetta l’attuazione del carry trade con profitto.

investimenti in borsa

Vediamo le varie fasi del carry trade. Dopo aver studiato i mercati, si prende a prestito una valuta con un tasso di interesse basso (per esempio lo yen). La valuta presa a prestito viene venduta contro una valuta che ha un tasso di interesse più alto. Ecco, quindi, che si costruisce una posizione con swap favorevole. Il costo di finanziamento per tenere aperta la posizione è quindi negativo, ossia a favore dell’investitore (a credito).

Per esempio, si va lunghi di dollaro australiano o dollaro americano contro lo yen giapponese (o il franco svizzero). Il carry trade è di fatto già in essere. È sufficiente che la valuta su cui si è long non si deprezzi per ottenere un profitto dal differenziale di tassi. Il tempo gioca a favore dell’investitore, che incassa quotidianamente lo swap (o rollover) generato dall’investimento.

È però possibile investire il denaro preso in prestito (nel caso in cui l’operazione sia stata fatta fisicamente) su strumenti finanziari con un rendimento aggiuntivo.

Come si guadagna?

Dove si guadagna? L’investitore guadagna dalla differenza tra il tasso di interesse pagato sul prestito e il rendimento ottenuto dagli investimenti. Se il tasso di interesse in Giappone è dello 0,5% e il rendimento sugli investimenti in dollari USA è del 5%, l’investitore guadagna una differenza del 4,5%.

Per ottenere il rendimento netto vanno considerati i costi sostenuti per il cambio ed eventuali tassazioni da capital gain. Nel caso in cui si faccia trading con i CFD si ottiene un rendimento leggermente inferiore al differenziale fra i tassi, in base a quello che è il reale costo di finanziamento offerto dai liquidity provider al broker.

Pro e Contro del Carry Trade

Pro e contro: quali sono i vantaggi ed i rischi di questa strategia di investimento? Il carry trade non è certamente esente da rischi, come tutti gli investimenti. Pensiamo a chi avesse una posizione lunga sul dollaro contro lo yen. In questo caso il carry trade è funzionato molto bene fino a luglio 2024, con il cambio USD/JPY salito ai massimi da oltre 35 anni in area 162. Successivamente, però, è seguita una rapida discesa, di circa 2000 pips, portando il cambio a 140, mentre l’indice giapponese NIKKEI crollava. Di fatto un movimento contrario importante che ha spinto molti investitori a smantellare, almeno in parte, le posizioni aperte. Nelle settimane seguenti USD/JPY è tornato ad apprezzarsi dopo le rassicurazioni di Ueda e della Bank of Japan su politiche monetarie espansive, ancora in grado quindi di permettere il carry trade.

L’investitore deve quindi monitorare costantemente la posizione, ma anche le mosse delle banche centrali, come Federal Reserve e BCE in termini di tassi di interesse, modificando la propria esposizione in base alle condizioni di mercato.

I rischi del carry trade

Quali sono quindi i rischi del carry trade? Troviamo, come visto, il rischio di cambio. La valuta su cui si è short, potrebbe apprezzarsi. In questo caso si va incontro ad una potenziale perdita o quantomeno ad un profitto minore rispetto al differenziale dei tassi fra le due valute. Ad esempio, se lo yen giapponese si apprezza rispetto al dollaro australiano, l’investitore potrebbe ottenere meno yen quando riconverte i suoi dollari australiani.

Un secondo rischio è legato al tasso di interesse, elemento chiave alla base di questa operatività. Nel caso in cui la banca centrale della valuta con tassi bassi alzi i tassi, il differenziale si ridurrebbe, riducendo i margini. In altre parole, se i tassi di interesse aumentano nella valuta di prestito o diminuiscono nella valuta di investimento, i guadagni del carry trade possono ridursi (o diventare una perdita).

Nel caso in cui il denaro cambiato venga anche investito in attività finanziarie, i fondi del carry trade possono essere soggetti a rischi di mercato. Per esempio, se avessimo operato carry trade su yen giapponese e dollaro australiano, per poi investire sul mercato azionario australiano, qualora dovesse stornare, l’investitore potrebbe subire perdite sui suoi investimenti in azioni australiane.

Forex, valute: altri articoli ed approfondimenti

L'articolo Carry Trade in Borsa proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Obbligazioni – Cosa Sono? https://www.investire-certificati.it/obbligazioni-cosa-sono/ Sun, 21 Jan 2024 19:18:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=31351 Una breve guida per capire le obbligazioni: cosa sono e come funzionano i bond governativi e quelli corporate? Tassazione, durata e andamento del prezzo dei bond e del mercato obbligazionario. Cosa sono le obbligazioni? Cosa sono le obbligazioni sui mercati finanziari? Vediamo una semplice definizione. Possiamo dire che un’obbligazione è un credito verso un’azienda o […]

L'articolo Obbligazioni – Cosa Sono? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Una breve guida per capire le obbligazioni: cosa sono e come funzionano i bond governativi e quelli corporate? Tassazione, durata e andamento del prezzo dei bond e del mercato obbligazionario.

Cosa sono le obbligazioni?

Cosa sono le obbligazioni sui mercati finanziari? Vediamo una semplice definizione. Possiamo dire che un’obbligazione è un credito verso un’azienda o uno Stato sovrano, ottenuto tramite operazione di finanziamento. È contratto da un investitore a fronte della promessa di rimborso del capitale e pagamento di interessi.

Borsa Italiana spiega sul suo sito che “un’obbligazione è un titolo di credito che rappresenta una frazione, di uguale valore nominale e con i medesimi diritti, di un’operazione di finanziamento”. Sostanzialmente chi acquista l’obbligazione (in inglese “bond), diventa creditore della società emittente. A sua volta, l’emittente è obbligata a rimborsare il capitale investito a scadenza, pagando gli interessi definiti alla nascita del prodotto finanziario.

Obbligazioni Governative e Corporate

titoli di Stato, obbligazioni

Le obbligazioni possono essere governative o corporate. Nel primo caso rientrano i Titoli di Stato italiani, come i BOT (i Buoni ordinari del Tesoro, con scadenza fino a 12 mesi) ed i BTP, i Buoni del Tesoro Poliennali, con scadenze fino a 50 anni. Rimanendo in Europa, troviamo il bund tedesco, gli OAT francesi, i bonos spagnoli, per esempio. Si è parlato molto anche delle lunghe scadenze austriache, in particolare per via dei bond emessi dall’Austria con scadenza secolare. Sia il bond Austria 2117 che Austria 2120 sono crollati negli ultimi mesi per via del rialzo dei tassi. Le obbligazioni corporate sono invece quelle emesse da aziende per finanziare le loro attività.

Fra queste obbligazioni troviamo anche una distinzione di tipo fiscale: i bond governativi sono soggetti ad una tassazione agevolata del 12,50%, mentre quelli corporate al 26%. Per tanto, un BTP sarà tassato al 12,50%, un bond emesso da Enel o Eni o Unicredit Bank al 26%, giusto per fare un esempio.

Come funziona un’obbligazione?

Quali sono gli elementi chiave per analizzare un’obbligazione? Procediamo con ordine. In primo luogo, occorre conoscere il tasso di interesse pagato dall’obbligazione. Molto spesso è fisso per tutta la vita del bond, ma potrebbe anche variare in modo prefissato (per esempio in modo crescente negli anni), oppure essere collegato all’andamento di alcuni tassi di riferimento (come l’euribor a tre mesi), o ancora all’inflazione, come capita nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione.

Nel caso delle obbligazioni zero coupon (fra cui anche i CTZ) non sono previste cedole o interesse. Il profitto per l’investitore è derivante dalla differenza fra il prezzo di acquisto (per esempio 95) ed il rimborso a scadenza (solitamente 100).

Durata di un bond

Un altro fattore da analizzare con cura è la durata dell’obbligazione. I bond con scadenze brevi sono poco impattati da eventuali rialzi o ribassi dei tassi di interesse. Per contro, un’obbligazione con una vita residua elevata (come il BTP 2072), risulterà decisamente più volatile in caso di movimenti al costo del denaro. In particolare, aspettative per tassi più alti, tenderanno a deprezzare – anche in modo significativo – l’obbligazione. Per contro, se gli operatori si aspettassero tassi bassi, la quotazione spot (ossia il prezzo a pronti) del bond tenderà a salire.

Il pagamento dell’interesse solitamente avviene su base annuale o semestrale (come capita nei BTP). Ci sono alcune eccezioni, come i recenti BTP Valore, dove le cedole sono pagate su base trimestrale. Il rimborso di norma avviene a scadenza, in un’unica soluzione. Ci sono tuttavia obbligazioni con rimborso progressivo o con modalità straordinaria (rimborso anticipato oppure riacquisto sul mercato). Tutte queste caratteristiche, su cui l’emittente ha ampia libertà, fanno sì che vi siano numerose categorie di obbligazioni, con differenti profili di rendimento.

Il rendimento, poi, varia anche al grado di credito dell’emittente. Uno Stato con rating elevati pagherà interessi relativamente bassi. Per contro, un’azienda con rating più bassi (o senza rating) sarà costretta ad offrire interessi superiori per ottenere denaro sui mercati finanziari.

Quali sono i rischi per chi acquista un’obbligazione?

Cacs - Clausole collettive BTP
Cosa sono i CACs?

Anche comprando un bond si acquista un rischio. Le obbligazioni sono tendenzialmente meno rischiose di un investimento sulle azioni, ma ciò non vuol dire che non siano presenti elementi di rischio. In particolare, quando si acquista un bond si è soggetti al rischio emittente. Nel caso in cui l’azienda o lo stato che ha emesso il bond dovesse fallire, l’investitore sarebbe soggetto ad una perdita parziale o totale del capitale investito. Per quanto riguarda le emissioni europee vale la pena approfondire il tema dei CACS, ossia le clausole di azione collettiva che sono presenti nelle lunghe scadenze dal 2013 in poi. Ricordiamo, oltre all’articolo sul tema, anche quello dove sono presentati i BTP senza CACs.

Oltre al rischio emittente, c’è anche un rischio legato di prezzo, in particolare nelle lunghe scadenze. Quando i tassi di interesse salgono (come avvenuto nel 2022 e 2023) le emissioni già presenti sul mercato tendono a deprezzarsi. Ciò in particolare nelle lunghe scadenze. Il loro rendimento, infatti, è più basso di quello offerto dai prodotti di nuovo collocamento.

Per esempio, il BTP 2045 paga cedole lorde dell’1,50%, decisamente inferiori al rendimento che offre una nuova obbligazione con scadenza ventennale. Il prezzo spot sul mercato secondario è quindi sceso, allineando il rendimento. Scenario simile, come detto, per i bond secolari austriaci, arrivati a dei prezzi minimi in area 30 – 40. Qui le cedole sono ancora più basse e per ricevere il rimborso del valore nominale (100) bisogna aspettare quasi un secolo.

Prezzo di emissione dei bond

La gran parte delle obbligazioni viene emessa ad un prezzo pari a 100, definito valore nominale. Durante la vita di questi prodotti finanziari la quotazione sul mercato secondario oscilla. Sale su valori più alti se i tassi scendono. Per contro, il prezzo spot, ossia a pronti, tende a scendere, anche in maniera drastica, in caso di forti rialzi dei tassi di interesse per allinearsi ai rendimenti delle nuove emissioni.

Alla scadenza il rimborso è pari a 100 (più eventuali interessi), a patto che l’emittente non abbia problemi finanziari e riesca ad essere solvente con il creditore. Le agenzie di rating – non sempre infallibili – offrono comunque interessanti analisi sullo stato di salute delle imprese ed un giudizio sintetico sulla qualità del debito della maggior parte delle aziende che emettono obbligazioni.

L'articolo Obbligazioni – Cosa Sono? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Come Funzionano i Certificates? https://www.investire-certificati.it/come-funzionano-i-certificates/ Thu, 07 Sep 2023 07:12:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=27228 Come funzionano i certificates o certificati di investimento? Come si costruiscono? Con quali strumenti? Come investire nei certificates? Prima di tutto diciamo cosa sono sono i certificates. Sono “derivati cartolarizzati” emessi da banche o società finanziarie, che replicano passivamente il prezzo di un’azione, di un basket di azioni, di un indice finanziario, di una valuta, […]

L'articolo Come Funzionano i Certificates? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Come funzionano i certificates o certificati di investimento? Come si costruiscono? Con quali strumenti? Come investire nei certificates?

Prima di tutto diciamo cosa sono sono i certificates. Sono “derivati cartolarizzati” emessi da banche o società finanziarie, che replicano passivamente il prezzo di un’azione, di un basket di azioni, di un indice finanziario, di una valuta, di una commodity o di un tasso di interesse.

Ma cosa sono i derivati cartolarizzati?

La cartolarizzazione è una operazione finanziaria che trasforma uno strumento finanziario non trasferibili in un altro strumento trasferibile, negoziabile e liquido. In pratica i certificates sono titoli strutturati e cartolarizzati, ma differiscono dagli altri derivati più noti come futures e opzioni, perché questi ultimi sono meri contratti. Come funzionano i certificates che si possono considerare derivati buoni con profilo di rischio più prudente? Spesso i più graditi ai risparmiatori sono i certificates a capitale protetto e quelli con cedole garantite.

I rischi

L’emittente non ha rischi, perché è coperto, ha solo costi di emissione (i costi legati alla quotazione del prodotto). Anche con i certificates ci sono comunque alcuni rischi per l’acquirente, come in tutti i prodotti finanziari.

Fra i principali rischi dei certificati ricordiamo:

  • Rischio di mercato. Il prezzo del certificato varia sul mercato secondario. Può salire o scendere anche in maniera significativa. Con i certificati si può guadagnare così come perdere denaro.
  • rischio emittente. In caso di default dell’emittente, il certificato è equiparato alle obbligazioni senior non garantite e non privilegiate.
  • eventuale rischio di cambio, la valuta del Certificate può differire dalla valuta del sottostante. Nel caso in cui il certificato sia denominato in euro o se presente l’opzione quanto non vi è rischio cambio.

Profilo di rischio

certificati di investimento con airbag

Vista l’esistenza di rischio in questa tipologia di strumenti finanziari, che spesso i risparmiatori meno evoluti fanno fatica a comprendere, la regola fondamentale da rispettare è che il profilo di rischio del prodotto deve essere adeguato al profilo di rischio dell’investitore. Tuttavia le banche emittenti non hanno adottato un questionario comune per valutare il grado di preparazione di un cliente.

Ciascuna banca fa a modo proprio la profilazione del cliente e la valutazione del rischio adatto. Gli ordini sui certificati sono mediamente pesanti, con cifre cospicue. Si potrebbe pensare ad un certo l’interesse della banca a spingere la sottoscrizione dei certificati di investimento senza adottare criteri troppo restrittivi sul profilo di rischio del cliente e del prodotto. In realtà spesso non è così, perchè molte banche preferiscono spingere i clienti verso il risparmio gestito, che genera commissioni decisamente più elevate. Il tutto, in molti casi, a discapito del cliente.

Un esempio di certificato di investimento

I certificati di investimento sono generati grazie ad una serie di opzioni (call e put), collegate allo strumento in questione; quindi permettono alla società emittente di coprirsi per i certificati di investimento emessi.

Prima di spiegare in modo molto semplice come funzionano i certificates, ripartiamo dall’effetto leva. Ecco un esempio di trading con leva.

  • Si parte con un capitale di 100€
  • Si prende a prestito una somma di 900€, ottenendo così un capitale totale di 1000€
  • L’effetto leva finanziaria sarà di 10 a 1 oppure di x10
  • Si investe tutto il capitale in un unico titolo
  • Se il titolo fa un +20%, si riceveranno 1200€, meno i 900€ presi a prestito che devono essere restituiti, generando un profitto di 200€.
  • Pertanto, una prestazione di +20% ha generato una performance di +200%, portando il capitale da 100 a 300 euro (sono da togliere eventuali commissioni)

La copertura

Questo però è un esempio privo di qualsiasi copertura, caratteristica importante dei certificates. Quindi facciamo un esempio che protegga l’equity attraverso l’uso di opzioni. La struttura opzionale di una protezione dell’equity è data da:

  • acquisto di un’opzione call con strike pari a zero
  • acquisto di un’opzione put con strike pari al livello di protezione

Il prezzo della protezione sarà dato dal prodotto tra costo totale delle opzioni e un multiplo risultante dalla divisione di 100 per il valore del titolo sottostante al momento della emissione.

Cap il tetto massimo

Per non rischiare troppo e proteggere l’equity possiamo prevedere anche un “Cap”, ossia un tetto massimo al rimborso in caso di rialzo del sottostante. In questo caso, alla struttura del certificato viene aggiunta la vendita di un’opzione call con strike pari al tetto massimo che si vuole bloccare.

Stiamo vendendo una opzione e quindi l’aggiunta del Cap, se da un lato limita le possibilità di rendimento stabilendo un tetto massimo, dall’altro lato va ad aumentare il rendimento potenzialmente che si potrà ottenere dal certificato di investimento.

Come funzionano i certificates: investimento e finalità

I certificates sono uno strumento molto duttile in mano agli investitori perché ogni tipo di certificato raggiunge un diverso tipo di obbiettivo desiderato dal risparmiatore. Ecco vari tipi di certificates con alcune delle caratteristiche chiave.

  • Benchmark –> Replica passiva e lineare
  • Capitale Protetto/Capitale Garantito –> Protezione del capitale e possibilità di incassare cedole condizionate o premi fissi
  • Bonus/Cash Collect/Express –> Protezione condizionata
  • Digital/ Cash Collect / Phoenix –> Flusso cedolare
  • Express / Cash Collect –> Possibilità di richiamo anticipato del prodotto da parte dell’emittente al verificarsi di determinate condizioni di prezzo
  • Softcallable –> Possibilità di richiamo anticipato discrezionale da parte dell’emittente
  • Leva fissa –> Leva costante per tutta la vita del certificato
  • Minifuture –> Leva dinamica
  • Outperformance –> Partecipazione con leva più che proporzionale alla performance del sottostante
  • Twin win –> Guadagno bidirezionale (entro determinati livelli di ribassi)

Quando acquistiamo un certificato, acquistiamo quindi una strategia che viene strutturata servendosi di alcune opzioni che investono sul sottostante. Gli emittenti comprano, o se preferite “negoziano”, queste opzioni in un mercato OTC (Over The Counter), un mercato non regolamentato.

La strategia operativa messa in piedi da queste opzioni viene “cartolarizzata” e negoziata sul SeDeX o sul Cert-X per un rendimento a scadenza. Un Bonus Cap per esempio si costruisce comprando una opzione call ed una put e vendendo una call. Vediamo ora come si confezionano e come funzionano i certificates.

Come nascono e funzionano i certificates

Vediamo altri dettagli sulla struttura dei certificates, partendo dalla loro creazione e dalla successiva emissione.

Emittente e strutturatore

All’inizio entra in gioco l’emittente, di solito una banca che garantisce cedole e rimborsi. L’emittente procede prima di tutto all’analisi di mercato per verificare che cosa il mercato e la clientela richieda. Quando il certificato è pronto l’emittente lo può vendere direttamente agli investitori istituzionali senza immetterli nel mercato, come invece devono fare i piccoli risparmiatori che possono acquistarli nelle loro banca.

certificati di investimento

Verificata in primis la forte domanda su un tipo di sottostante, si passa alla vera e propria costruzione che è affidata ad uno “strutturatore”, cioè a colui che assembla le opzioni in una struttura solida ed efficace. Questa figura umana viene sempre più sostituita da piattaforme tecnologiche molto avanzate che selezionano rapidamente e combinano gli strumenti più adatti misurando anche i minor costi possibili. Ciò aiuta la grande produzione di certificates per ogni esigenza.

Per verificare la solidità dell’emittente si può valutare il giudizio delle principali agenzie di rating, cioè S&P Global Rating, Moody’s e Fitch. Quasi tutte le emittenti hanno un rating ed offrono quindi garanzie in termini di solidità patrimoniale.

Il trader specialista

Per valutare completamente il nuovo certificato c’è bisogno poi del trader che garantisce la copertura del rischio e opera come “specialista” e market maker del certificati sul mercato. Non è un compito facile, ma nel valutare ogni giorno volatilità e greche delle opzioni si avvale di sofisticati software tecnici che lo aiutano a coprire il rischi operativo e rendono sicuro il pagamento delle cedole, bonus etc..

La Rete

Il certificato pronto, strutturato e appetibile viene distribuito da una rete, un intermediario finanziario che procede alla proposta di vendita. Per questo riceve una (alta) commissione che è compresa nel prodotto strutturato e viene pagata dal cliente. Le reti più avanzate, per vendere senza problemi, selezionano i certificati e chiedono specifici prodotti strutturati a più emittenti.

Il consulente ed il risparmiatore

Siamo all’ultimo step; il consulente finanziario consiglia al risparmiatore il miglior certificato per la propria pianificazione finanziaria ed il proprio portafoglio; da parte sua il risparmiatore vorrà ottenere rendimento, un certo flusso di cedole, oppure usufruire di uno dei maggiori vantaggi dei certificati: recuperare le minusvalenze.

Abbiamo visto come funzionano i certificates, perché investire con i certificati, come nascono e come vengono immessi nel mercato. Alla fine si può considerare che molto spesso investire in un certificato permette di essere sottoposti ad un rischio inferiore ad un investimento sul sottostante.

Leggi anche:

L'articolo Come Funzionano i Certificates? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Perché investire con i Certificates? https://www.investire-certificati.it/perche-investire-con-i-certificates/ Fri, 18 Aug 2023 10:34:55 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=29085 Conviene investire con i certificati? Perché molti investitori scelgono di investire con i certificates? In questo articolo ci soffermiamo sulle ragioni per cui può essere conveniente investire con i certificati in borsa e sui loro vantaggi. Focus anche sui rischi di questi prodotti finanziari. Pro e contro dei certificati di investimento. Conviene investire con i […]

L'articolo Perché investire con i Certificates? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Conviene investire con i certificati? Perché molti investitori scelgono di investire con i certificates? In questo articolo ci soffermiamo sulle ragioni per cui può essere conveniente investire con i certificati in borsa e sui loro vantaggi. Focus anche sui rischi di questi prodotti finanziari. Pro e contro dei certificati di investimento.

Conviene investire con i certificati?

Partiamo da una definizione di certificates. I certificati di investimento, denominati anche investment certificates, sono derivati cartolarizzati quotati in borsa come normali azioni. Il loro rendimento è legato all’andamento del sottostante, solitamente un’azione o un paniere di titoli azionari. Sono emessi da grandi banche o emittenti specializzati, che si occupano anche di garantire la liquidità del prodotto.

Troviamo su Borsa Italiana numerose tipologie di certificates. I più comuni sono quelli con cedole condizionate e protezione del capitale condizionato ad un livello barriera.

Sono poi quotati i bonus cap ed i top bonus certificates, prodotti che prevedono un premio se alla scadenza i sottostanti si trovano sopra la barriera (o se non la toccano per l’intera vita del prodotto nel caso dei bonus cap). Numerosi prodotti finanziari, poi, offrono anche la protezione parziale o totale del capitale. Per esempio, l’investitore può avere la garanzia di incassare almeno il 90 o il 95% del capitale investito, a fronte di rendimenti inferiori (certificati a capitale protetto). Ci sono anche certificates a capitale interamente protetto, con la garanzia di ricevere a scadenza almeno il 100% del valore nominale del prodotto.

investire con i certificates
Investire con i certificati

Anche i certificates possono prevedere la leva finanziaria, come nel caso dei certificates turbo o dei minifutures. La loro funzione può essere speculativa o di copertura del portafoglio finanziario. Tendenzialmente sono più rischiosi, per la presenza della leva che amplifica eventuali profitti o perdita. Da notare come la leva può essere fissa o variabile, in base alla tipologia di certificates selezionata.

Ogni certificato di investimento, così come ogni altro prodotto finanziario regolamentato, è indicato con uno specifico codice ISIN distintivo.

Quanto rende investire con i certificates?

Il rendimento che si può ottenere con i certificati di investimento è decisamente variabile da prodotto a prodotto. Tendenzialmente con un profilo di rischio intermedio si può puntare ad un 10-12% annuo. Con certificates maggiormente aggressivi o prodotti comprati in fasi di maggiore volatilità si può puntare anche ad un rendimento del 12-15% annuo. Sono tuttavia molti i fattori da valutare ed il rendimento reale lo si conoscerà soltanto al termine dell’investimento. Eventuali crolli di borsa potrebbero compromettere l’intera pianificazione, determinando una perdita.

Operativamente, Nel caso dei certificati con cedola si varia da prodotti conservativi con un rendimento potenziale fra il 5 e l’8% annuo, legati a indici o sottostanti poco volatili, spesso con barriere profonde. Troviamo poi certificates con rendimenti che potremmo definire intermedi, fra il 9-10% ed il 12% annuo. Al crescere del rischio salirà anche il rendimento potenziale, con certificati ad alto rendimento potenziale, indicativamente fra il 15 ed il 30% annuo. Per esempio un certificato con cedole del 2% mensile può essere considerato ad alto rendimento potenziale. Al tempo stesso sarà legato a sottostanti decisamente più volatili rispetto ad un certificato che paga cedole mensili dello 0,5%, con un rendimento potenziale del 6%.

Con i certificati a capitale protetto il rendimento può essere determinato da una cedola condizionata o dalla partecipazione al movimento del sottostante, qualora positivo. Nel primo caso il rendimento può essere potenzialmente anche elevato (spesso fino a un cap, ossia un tetto limite), nel secondo è più contenuto. Con i turbo certificates e i minifutures si effettuano operazioni con la presenza della leva finanziaria. Rischio e rendimento potenziale sono decisamente più alti (entrambi).

Quindi, perchè investire con i certificates? In estrema sintesi per ottenere un rendimento significativo, in grado di proteggere il capitale dalla perdita di potere di acquisto derivante dall’inflazione e possibilmente anche per batterla.

I Vantaggi dei certificati di investimento

Vediamo di seguito alcuni dei vantaggi dei certificati da investimento. Fra questi vale senz’altro la pena ricordare la possibilità di diversificare il portafoglio, la molteplicità di strutture offerte e l’efficienza fiscale. Il tutto senza dimenticare un rendimento potenzialmente asimmetrico, che in taluni casi può essere positivo anche in caso di ribassi dei sottostanti.

Diversificare il portafoglio

I certificati di investimento permettono di diversificare il portafoglio. Possono essere scritti su singole azioni, così come su indici di borsa, panieri di azioni, materie prime, tassi di interesse o coppie di valute.

Permettono agli investitori di puntare su strumenti finanziari altrimenti non sempre facilmente raggiungibili, come nel caso dei tracker certificates. Con i mini futures, poi, è possibile svolgere la funzione di copertura del portafoglio (hedging).

Conviene comprare i certificates quando la borsa sale?

I certificates possono far fronte a varie logiche di investimento. Possono essere utili per chi punta sul rendimento, per chi non vuole rinunciare a cedole mensili o trimestrali, per chi vuole un’ampia protezione del capitale. Possono essere utili sia in fasi rialziste che in fasi ribassiste. Nel caso in cui il mercato salga, i certificati di investimento pagheranno le cedole dovute prima di potenzialmente andare in autocall (richiamo anticipato), qualora previsto.

In caso di moderati ribassi, a patto che questi non superino le barriere, i certificates continueranno a pagare le cedole, offrendo anche la protezione del capitale. Perché comprare i certificates? Ecco quindi un’altra risposta. In caso di moderati ribassi i certificati hanno un andamento asimmetrico rispetto a quello dei sottostanti.

Poniamo per esempio il caso in cui un certificato abbia una barriera del 50% ed il sottostante scenda del 35%. L’investitore incasserebbe le cedole ed avrebbe un rendimento positivo pur avendo puntato su un’azione o indice di borsa che ha perso.

Certificati a capitale protetto

Perchè investire con i certificates? Una ragione senz’altro interessante è presente anche per i profili di rischio più conservativi ed è la presenza di prodotti a capitale protetto. In questo caso il capitale è protetto indipendentemente dall’andamento dei sottostanti. La protezione è garantita a scadenza, salvo solvibilità dell’emittente. Il certificato permette all’investitore di ottenere premi condizionati o di partecipare ai rialzi di un determinato indice (o azione), senza essere però colpiti da eventuali perdite.

Efficienza fiscale

La tassazione sui certificates, così come per le azioni, i CFD e tutti i principali strumenti finanziari tranne i Titoli di Stato, è al 26%. Va ricordato che i certificati di investimento sono strumenti finanziari caratterizzati da un’elevata efficienza fiscale. Permettono infatti di recuperare eventuali minusvalenze pregresse.

minusvalenze
Come recuperare le minusvalenze?

Da notare come sia possibile recuperare minusvalenze sia con profitti derivanti da capital gain che con l’incasso delle cedole periodiche. In altre parole, sia rivendendoli ad un prezzo più alto di quello cui li si aveva acquistati, che tramite i premi mensili o trimestrali incassati. Ecco quindi spiegata l’efficienza fiscale dei certificates.

Tobin Tax

La Tobin Tax nei certificati di investimento è decisamente più leggera rispetto a quella dell’azionario e dei CFD su azioni italiane.  Questo è un altro vantaggio dei certificates.

Si applica solo certificates che hanno per sottostante azioni italiane quotate a Piazza Affari con capitalizzazione superiore ai 500 milioni. Nel caso di un certificato su indici, la Tobin Tax è dovuta soltanto se l’indice è italiano. La si paga quindi se il sottostante è il FTSE Mib. Non si applica invece su azioni straniere, come Amazon, Tesla o Netflix o su indici stranieri come Dax, S&P 500 o Nasdaq.

Tobin Tax su certificati legati ad azioni italiane

Ecco una tabella sintetica di quanto incide la Tobin Tax su certificati legati ad azioni con con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro. Le transazioni su mercati regolamentati, come il SeDex ed EuroTLX beneficiano di uno sconto dell’80%. Si pagano quindi in misura pari al 20%.

Controvalore dell’operazioneTobin tax dovuta
da € 0,01 – 2.500€ 0,125
€ 2.500 – 5.000€ 0,25
€ 5.000 – 10.000€ 0,5
€ 10.000 – 50.000€ 2,5
€ 50.000 – 100.000€ 5
€ 100.000 – 500.000€ 25
€ 500.000 – 1.000.000€ 50
Oltre € 1.000.000€ 100

Rischi dei certificati di investimenti

Abbiamo visto perché comprare ed investire con i certificates. Vale ovviamente la pena ricordare, se mai necessario, che i certificati di investimento non sono esenti da rischi. In primo luogo, salvo i certificati a capitale protetto, è presente un rischio di prezzo. Nel caso in cui il sottostante abbia una performance negativa, scendendo sotto barriera, l’investitore potrebbe incappare in una perdita (parziale o totale nel caso di fallimento di un’azione sottostante).

Certificates
Certificates

Ci sono alcune strutture, come i certificati con cedola fissa garantita o i certificates con airbag che mitigano questo rischio. Chiaramente rischio e rendimento andranno sempre di pari passo. Al crescere del rischio stimato salirà il rendimento. Per contro, strutture con un minore rischio offriranno un minore rendimento potenziale per l’investitore.

Rischio emittente

Inoltre, è presente anche rischio emittente. Si tratta di un fattore spesso sottovalutato, anche se la maggior parte delle aziende che emettono certificates sono decisamente solide, con ampia capitalizzazione e solidi rating. Ecco un link con la lista dei principali emittenti e dei loro rating, qualora presenti.

Nel caso in cui l’azienda, spesso una banca, che ha emesso il certificato di investimento dovesse andare incontro a ristrutturazione o fallimento, l’investitore potrebbe incorrere in una perdita. Infatti, l’emittente potrebbe non essere in grado di far fronte ai propri obblighi contrattuali.

Emittenti di certificates

Chi produce ed emette in Borsa un certificato? I certificati sono creati da grandi banche, come Unicredit, BNP Paribas, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Akros o Goldman Sachs. Troviamo poi solide società finanziarie come Vontobel, Marex e Leonteq, attive nell’emissione di prodotti quotati su Borsa Italiana.

Liquidità in borsa

Il tema liquidità nel mondo dei certificates non è da trascurare. Alcune emittenti tendono ad essere maggiormente presenti sul book e con spread decisamente competitivi. Altre, invece possono essere maggiormente assenti o offrire spread più alti. Una differenza più ampia fra domanda e offerta, ossia uno spread più alto, può significare un costo più alto per chi compra certificates. Anche questi sono fattori da considerare nella scelta del certificato di investimento e dell’emittente da prediligere.

Durata dei certificates

C’è poi anche un rischio duration, legato alla durata del prodotto. Per esempio, un certificato a capitale protetto con scadenza 8 anni potrebbe scendere sotto la pari anche in maniera significativa durante la sua vita se i tassi di interesse dovessero salire.

Un ulteriore aspetto riguarda la loro liquidità. Nel caso in cui l’emittente li mettesse in bid only la liquidità in acquisto non sarebbe garantita. Gli spread potrebbero allargarsi, anche sensibilmente.

Certificati di investimento e dividendi

Quando si acquista un certificato di investimento su un titolo azionario o su un indice di borsa non si incassano i dividendi pagati al possessore dell’azione o di un ETF sull’indice. Tramite essi l’emittente riesce a creare i margini per strutturare il prodotto finanziario e collocarlo in borsa. Certo, si rinuncia all’incasso del dividendo, ma le cedole pagate dai certificates spesso sono decisamente più alte dei potenziali dividendi (qualora pagati).

Conclusioni: Perché investire con i certificates?

Abbiamo visto perché comprare certificates, così come i loro rischi. Per una guida sui certificates riportiamo l’articolo tematico, con le FAQ sui certificates. Altri approfondimenti nel glossario dei certificati e nel libro gratuito sui certificates.

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo consulenza o sollecito all’investimento in borsa. I certificates sono prodotti complessi ed il capitale è a rischio.

L'articolo Perché investire con i Certificates? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Cedola Condizionata https://www.investire-certificati.it/cedola-condizionata/ Wed, 09 Aug 2023 08:38:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=28985 Cosa vuol dire cedola condizionata? Nei certificati di investimento ed anche nelle obbligazioni si parla spesso di cedole condizionate (o premi condizionati). Ecco un approfondimento sul tema, ripartendo dal concetto di cedola, per vedere la differenza fra una cedola fissa ed una condizionata. Cosa sono le cedole? Le cedole rappresentano la remunerazione dell’investitore nei certificati […]

L'articolo Cedola Condizionata proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Cosa vuol dire cedola condizionata? Nei certificati di investimento ed anche nelle obbligazioni si parla spesso di cedole condizionate (o premi condizionati). Ecco un approfondimento sul tema, ripartendo dal concetto di cedola, per vedere la differenza fra una cedola fissa ed una condizionata.

Cosa sono le cedole?

Le cedole rappresentano la remunerazione dell’investitore nei certificati di investimento e nelle obbligazioni. Tecnicamente per i certificates sarebbe corretto parlare di premi, lasciando il termine cedole alle obbligazioni. Oggi giorno, però, la dicitura cedola è ampiamente utilizzata anche per i certificates. Talvolta oltre a “premio”, si utilizza anche “importo bonus”.

Cedola Condizionata

Quando si parla di cedole condizionate? Da definizione una cedola è condizionata quando il suo pagamento è legato al verificarsi di determinate condizioni di prezzo.

Per esempio, nel caso in cui vi sia una barriera cedolare del 60%, il certificato pagherà la cedola del periodo a patto che il sottostante si trovi sopra tale livello. Nel caso in cui l’azione sottostante alla data di rilevazione si trovi al 55% del prezzo iniziale, la cedola condizionata non sarà pagata.

Cedole condizionate a memoria

Nell’ipotesi in cui l’azione o l’indice sottostanti si trovino sotto il livello barriera, non sarà pagato il coupon. In molti certificati, però, è presente l’effetto memoria delle cedole. Se un premio non viene pagato può essere recuperato in una successiva finestra cedolare nel caso in cui il sottostante si trovi nuovamente sopra il livello barriera. Qualora le cedole condizionate portate a memoria fossero più di una, sarebbero pagate tutte in un’unica soluzione. In sintesi, è possibile portare a memoria anche più di una cedola condizionata.

L’effetto memoria delle cedole è particolarmente utile soprattutto nei certificates con una vita lunga. Permette di assorbire al meglio eventuali turbolenze temporanee sui mercati. per esempio, dopo il crollo del marzo 2020 derivante dalla pandemia del Covid, i mercati azionari hanno messo a segno un poderoso recupero.

In molti certificates le cedole condizionate di quei mesi non erano state pagate, in quanto le azioni o gli indici sottostanti si trovavano sotto le rispettive barriere. Il successivo recupero in molti casi ha permesso agli investitori di ottenere il pagamento delle cedole precedentemente non pagate (quanto i sottostanti sono tornati sopra barriera e quando era presente l’effetto memoria).

Cedole fisse

Certificati Cedole Fisse

Cosa sono invece le cedole fisse? Si parla di cedole fisse quando il loro pagamento è slegato dall’andamento dei sottostanti cui il certificato fa riferimento. In questi prodotti le cedole sono quindi pagate incondizionatamente. Talvolta si parla anche di cedole garantite, in quanto il loro pagamento non è condizionato ad un predeterminato livello di prezzo dei titoli cui fa riferimento il certificato.

Chiaramente la garanzia di incassare le cedole previste dal certificato tenderà ad abbassare in rendimento potenziale del certificato. Al tempo stesso, qualora le cose andassero male, l’investitore avrebbe la garanzia di incassare un numero prestabilito di cedole. Le cedole fisse, a differenza delle cedole condizionate, forniscono quindi una sorta di cuscinetto protettivo per l’investitore, il tutto determinando un rendimento leggermente inferiore.

Cedole condizionate e cedole fisse

In un certificato possono essere presenti sia cedole condizionate che cedole fisse. Capita questo scenario a volte nei certificati con maxicedola, dove il premio iniziale è garantito, mentre le successive cedole sono condizionate. Altre volte troviamo le prime 3 o 6 cedole fisse garantite, seguite da cedole condizionate ad un determinato livello barriera.

Da notare come il livello barriera cedolare possa essere diverso dalla barriera capitale. Per esempio potremmo avere una barriera capitale del 50% ed una barriera per le cedole condizionate posizionata al 60%.

Periodicità

Le cedole possono avere varie periodicità. Solitamente sono mensili o trimestrali, ma non mancano i certificates con cedole semestrali o annuali. Recentemente Leonteq ha introdotto certificates con cedola settimanale. Per quanto riguarda le obbligazioni, invece, le cedole sono di norma pagate su base semestrale (come nel caso dei BTP, i buoni del Tesoro Poliennali) o su base annuale. In alcuni casi troviamo cedole trimestrali, come nelle recenti obbligazioni di BNP Paribas.

L'articolo Cedola Condizionata proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Le Cedole nei Certificati di Investimento https://www.investire-certificati.it/le-cedole-nei-certificati-di-investimento/ Sat, 23 Jan 2021 15:29:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=3501 Come funzionano le cedole nei certificati di investimento? Come si calcolano le cedole negli investment certificates? Cosa è l’effetto airbag e quando si attiva l’autocallable di un certificato di investimento? Come funzionano le cedole fisse e quelle condizionate? Domande e risposte sui certificati di investimento, una guida per capire come funzionano. In questo articolo esamineremo […]

L'articolo Le Cedole nei Certificati di Investimento proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Come funzionano le cedole nei certificati di investimento? Come si calcolano le cedole negli investment certificates? Cosa è l’effetto airbag e quando si attiva l’autocallable di un certificato di investimento? Come funzionano le cedole fisse e quelle condizionate?

Domande e risposte sui certificati di investimento, una guida per capire come funzionano. In questo articolo esamineremo queste tematiche ed altri aspetti legati alle cedole nei certificati di investimento.

Cedole nei certificati di Investimento

Come funzionano le cedole nei certificati di investimento? Le cedole sono un premio periodico che viene pagato come retribuzione al possessore del certificato. La maggior parte degli investment certificates stacca delle cedole periodiche che possono essere pagate su base mensile, trimestrale o annuale.

In ogni data di rilevazione si osserva l’andamento del sottostante e se questo si trova al di sopra della barriera l’investitore riceve il premio spettante per quel periodo. Le cedole possono anche essere garantite o incondizionate, ossia pagate indipendentemente dall’andamento del sottostante.

Come si calcolano le Cedole dei Certificati di Investimento?

Le cedole si calcolano partendo dal valore nominale del certificato. non si considera il prezzo spot ma bensì il prezzo nominale.
Per esempio, se un certificato stacca cedole del 12% annuo ed ha un valore nominale pari a 1.000 euro, staccherà sempre cedole pari a 10 euro al mese, indipendentemente dal suo prezzo di mercato. L’ammontare delle cedole non cambierebbe sia nel caso di una discesa del certificato a 800 che di una salita a 1.050 euro. Resterebbe sempre pari a 10 euro in ogni finestra mensile.

Che differenza c’è fra Cedole Garantite e Cedole Condizionate?

Le cedole garantite, anche dette cedole incondizionate, sono pagate dall’emittente al possessore del certificato indipendentemente dalla performance del sottostante. Verranno quindi pagate sia nel caso di un apprezzamento che di una discesa del sottostante cui fa riferimento il certificato. A differenza delle cedole condizionate, non serve alcuna condizione per far sì che vengano pagate.Nel caso di cedole garantite, queste possono compensare precedenti minusvalenze a patto che il rimborso alla scadenza non sia anch’esso interamente garantito.

Cosa sono le Cedole condizionate nei Certificates?

Le cedole condizionate sono pagate soltanto nel caso in cui si verifichi una determinata condizione di prezzo del sottostante. Vi è in questo caso una barriera cedolare e la cedola sarà staccata a patto che il sottostante non si trovi nel momento della rilevazione cedolare al di sotto di tale barriera.
A titolo esemplificativo, se la barriera è posta al 60% e il valore osservazione del sottostante è pari a 10 euro, la cedola sarà staccata a patto che il sottostante si trovi ad almeno 6 euro nella data di rilevazione cedolare.

Come funzionano le cedole nei reverse certificates?

Nel caso in cui si parli di certificates reverse o inverse certificates la barriera si trova al di sopra del prezzo di osservazione iniziale. Per esempio, potrebbe trovarsi al 130 o al 150% rispetto al valore di osservazione iniziale. La cedola sarà pagata all’investitore a patto che il sottostante (o il paniere di sottostanti) cui fa riferimento il certificato non si sia apprezzato salendo oltre tale soglia.
Anche i reverse certificates possono avere cedole mensili, trimestrali o annuali. Possono altresì prevedere un pagamento finale “bonus” a patto che tale barriera non sia stata superata nel corso della vita del prodotto o soltanto a scadenza, in base alla tipologia di barriera impostata.

Che differenza c’è fra barriera continua e barriera discreta?

Per sapere se le cedole nei certificati di investimento sono pagate o meno spesso occorre esaminare la barriera del certificato. Può essere continua (all’americana) o discreta, ossia osservata solo a scadenza (all’europea). Approfondiamo il tema in questo paragrafo.

La barriera continua viene osservata durante l’intera vita del prodotto. Sarà dunque sufficiente una discesa (o salita) al di sopra di tale soglia per considerare l’evento barriera verificato. Viceversa, nel caso di una barriera discreta, tale valore verrà osservato soltanto alla scadenza del certificato. Temporanee discese (o salite) oltre il livello barriera non pregiudicherebbero il successo del certificato di investimento.

Che frequenza hanno le cedole nei certificati di investimento?

I certificati di investimento possono pagare cedole mensili, trimestrali o annuali. La cadenza delle cedole è nota all’investitore in quanto predefinita all’origine del certificato ed illustrata chiaramente nel contratto.
Le cedole sono staccate se il sottostante si trova su un prezzo superiore a quello della barriera cedolare alla chiusura delle contrattazioni nel giorno in cui avviene l’osservazione cedolare.

le cedole nei certificati di investimento
Le cedole nei certificati di investimento – Come Funzionano?

Cos’è l’Effetto Memoria delle Cedole?

Non sempre le cedole vengono pagate. Il sottostante potrebbe infatti trovarsi al di sotto del valore della barriera cedolare. Se è presente l’effetto memoria, tale cedola potrebbe essere recuperata in una successiva data di osservazione nel caso in cui il sottostante tornasse al di sopra della barriera cedolare. Viceversa, se non è presente l’effetto memoria, una cedola non staccata sarebbe definitivamente persa.

Cosa è l’Opzione Autocallable nei Certificates?

L’opzione autocallable determina il richiamo anticipato del certificato di investimento. Si attiva nel caso in cui i sottostanti si trovino in una certa data di osservazione al di sopra di predeterminati valori. La soglia per il richiamo del prodotto finanziario può essere pari al 100% ma può anche trovarsi su valori inferiori (come il 95 o il 90%). In tal caso il derivato strutturato in questione viene rimborsato all’investitore pagando l’intero valore nominale e la cedola o le cedole dovute fino a quel momento.

Come si calcola il Valore di Rimborso dei certificates?

In questa Guida sui certificates, vediamo ora come si calcola il valore di rimborso di questi prodotti derivati strutturati.

I certificati di investimento possono avere un valore di rimborso predeterminato minimo nel caso in cui si tratti di certificates con capitale protetto o garantito. Viceversa, la protezione del capitale risulta condizionata al mantenimento di predeterminate barriera.
Il capitale dell’investitore viene garantito a patto che il sottostante non si trovi su valori inferiori alla barriera alla scadenza del prodotto.

Poniamo il caso di un certificato di investimento con valore nominale 1.000 euro avente come sottostante le azioni Eni. Sempre per ipotesi, il prezzo di osservazione iniziale è pari a 10 euro. Se la barriera è discreta e posizionata al 60%, il rimborso sarà pari a 1.000 euro nel caso in cui a scadenza le azioni di Eni si trovassero su valori pari o superiori a 6 euro. Viceversa, l’investitore parteciperebbe alla perdita del titolo in modo lineare. Se le azioni Eni scendessero a 4,5 euro, l’investitore riceverebbe un rimborso pari a 450 euro. Questo sarebbe pari al valore nominale del certificato (1.000 euro), decurtato della perdita delle azioni Eni (-55%).

Se fossero presenti altri elementi come l’effetto airbag, il rimborso potrebbe essere più elevato.

Investire con i certificates
I certificati di investimento sono scambiati su Sedex ed EuroTLX

Cosa è l’Effetto Airbag nei Certificates?

L’effetto airbag permette offre all’investitore una protezione aggiuntiva rispetto ai tradizionali certificati, grazie a degli strike posizionati su valori inferiori rispetto ai prezzi di osservazione iniziale. In tale maniera vi è una sorta di cuscinetto, in grado di attutire le perdite nel caso in cui il valore del sottostante dovesse scendere al di sotto del livello di strike. Ecco dunque il nome airbag certificates.

Poniamo ancora il caso di un certificato legato ad Eni, con prezzo di osservazione iniziale pari a 10. Ipotizziamo si tratti di un low strike, ossia certificato con airbag. Poniamo l’ipotesi di uno strike al 50%, ossia a 5 euro. L’investitore sarà tutelato sino a cali pari al 50%. La perdita, però se anche Eni scendesse sotto tale soglia, non si calcolerebbe partendo dal prezzo di 10, ma bensì dallo strike di 5 euro.

Possono esistere Certificates senza Cedole periodiche?

Certamente, non tutti i certificati di investimento pagano cedole periodiche. I certificates possono anche non pagare cedole periodiche ma corrispondere un unico bonus finale legato alla performance dei certificates. Pensiamo per esempio ai bonus certificates oppure ai top bonus certificates. In questo caso durante la vita del prodotto non sono pagate cedole, ma vi è invece un rimborso che può superare il valore nominale (con un bonus appunto).
Un altro caso in cui il certificato potrebbe non pagare cedole periodiche è quello dei certificati con maxicedola. Alcuni offrono un maxicoupon iniziale e delle cedole durante la loro vita, altri soltanto una maxicedola iniziale.

Le Cedole dei Certificati di Investimento possono compensare Minusvalenze?

Le cedole dei Certificati di Investimento possono essere usate per compensare le minusvalenze. Questo è uno dei punti di forza dei certificates, che sono definiti fiscalmente efficienti. Infatti, a differenza di ETF ed obbligazioni consentono la compensazione di precedenti minusvalenze, sia per quanto riguarda le plusvalenze da capital gain che quelle derivanti dai flussi cedolari. I certificati possono quindi essere molto utili per recuperare minusvalenze.

L'articolo Le Cedole nei Certificati di Investimento proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Consigli per gli investimenti https://www.investire-certificati.it/consigli-per-gli-investimenti/ Tue, 29 Sep 2020 13:36:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=2352 Quali i consigli per gli investimenti nei mercati finanziari? Come investire il proprio denaro in maniera responsabile e profittevole? Quando un investimento conviene in base al rapporto fra rischio e rendimento? Investimento e Trading Online Un investimento può essere definito come l’impiego di una certa quantità di denaro con l’obiettivo di ottenerne un beneficio futuro. […]

L'articolo Consigli per gli investimenti proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Quali i consigli per gli investimenti nei mercati finanziari? Come investire il proprio denaro in maniera responsabile e profittevole? Quando un investimento conviene in base al rapporto fra rischio e rendimento?

Investimento e Trading Online

Un investimento può essere definito come l’impiego di una certa quantità di denaro con l’obiettivo di ottenerne un beneficio futuro. Si sacrifica quindi qualcosa al tempo 0 (t 0) con l’attesa di conseguire qualcosa di maggior valore al tempo 1 (t 1).
Una delle principali differenze tra il trading e l’investimento è proprio il fattore temporale. Nel trading online si parla di ore/giorni (al massimo settimane), con l’investimento si parla invece di mesi (o addirittura anni).

In entrambi i casi, tuttavia, si impiegano delle risorse finanziarie e si rinuncia, implicitamente e inevitabilmente, ad altre opportunità che si potrebbero sfruttare con le stesse risorse. L’investitore ha sempre di fronte a sé diverse possibilità ma purtroppo non dispone di un criterio oggettivo in grado di individuare quale sia quella migliore.

In particolare, pochi investitori sono in grado di porsi la seguente domanda: “quanto posso ragionevolmente attendermi di guadagnare dato il livello di rischio al quale mi espongo?”. Ecco dunque alcuni punti da cui partire prima di vedere vari consigli per gli investitori ed i trader che si avvicinano ai mercati finanziari.

investire

Consigli per gli investimenti

I buoni consigli per gli investimenti possono essere molteplici. Quello che non va mai dimenticato è che “ un investimento (e quindi anche il trading) è sempre una questione di rischio e di rendimento. La valutazione e la stima del rapporto rischio/rendimento è il concetto primario da cui partire: non conta soltanto da dove si parte e dove si spera di arrivare ma anche come si arriva al punto finale. L’andamento nel corso del tempo di un certo investimento è infatti importante quanto il suo risultato finale.

Rischio e rendimento negli investimenti

Più che un consiglio per l’investitore, questa è proprio una regola basilare. Occorre ricordare che “ dove c’è un rendimento c’è anche un rischio”: in assenza di rischio, quindi, non può esserci alcuna aspettativa di rendimento. In condizioni di mercato normale rischio e rendimento sono sostanzialmente proporzionali:
– se si vuole guadagnare di più si deve essere disposti a rischiare di più;
– se il rischio aumenta deve aumentare anche l’aspettativa reddituale.
Il consiglio per l’investitore è quello di ricordarsi che in finanza non esistono pasti gratis, quindi un investimento troppo allettante non sarà mai risk free, ossia privo di rischio.
Il problema è che nel momento in cui si effettua un investimento i livelli di rischio e di rendimento sono difficilmente prevedibili. E questo vale sia quando si effettua un investimento per il medio termine sia quando si opera su orizzonti temporali di breve termine.

Con quale rischio conviene investire?

Quale livello di rischio conviene per gli investimenti? È difficile consigliare all’investitore uno specifico livello di rischio. La risposta è chiaramente soggettiva, in quanto ogni investitore ha un suo livello di propensione al rischio. Le aspettative reddituali possono variare e cambia anche il livello di rischio che conviene scegliere pertanto.
Il livello di rischio, in particolare, non è lo stesso per tutti gli investitori: alcuni operatori hanno un rischio medio-basso, altri investitori preferiscono un rischio medio, altri medio-alto e altri ancora molto alto. Per qualcuno, ad esempio, il rischio di perdere il 10/15% del proprio capitale è tollerabile, per qualcun altro non lo è. Non solo: a fronte di un certo livello rischio i vari investitori hanno aspettative di rendimento assai diverse. Ecco perché il livello di rischio da scegliere per gli investimenti cambia da investitore a investitore.

Errori nel trading

Oltre ai consigli per gli investitori vediamo anche alcuni sbagli da evitare nel mondo degli investimenti. Uno degli errori commessi da chi pensa di arricchirsi in poco tempo è che si possano fare profitti elevati con rischi contenuti e con capitali modesti. La verità è che per riuscire ad ottenere dei rendimenti positivi in modo costante e sistematico sui mercati finanziari è necessaria competenza e professionalità.
Per brevi periodi di tempo è possibile (almeno teoricamente) ottenere rendimenti elevati (sempre a fronte di rischi consistenti) ma ciò che va sempre considerato è anche il modo con il quale quei profitti sono stati ottenuti.

Alcuni esempi

In particolare:
– un conto è guadagnare il 10% ogni mese per tre mesi di fila; un altro è guadagnare il 5% il primo mese, il 10% il secondo e il 20% il terzo. Il rendimento finale è simile ma è evidente come nel secondo caso i risultati parziali siano decisamente più variabili;
– un conto poi è ottenere un rendimento annuo del 12% guadagnando costantemente l’1% al mese; un altro è guadagnare sempre il 12% ma alternando mesi in cui si è perso il 6% e altri in cui si è guadagnato il 10%.
Questi semplici esempi mostrano come la variabilità/volatilità dei risultati/rendimento costituisca un importante elemento di valutazione per i propri investimenti.
I consigli migliori per gli investimenti più sicuri sono quindi quelli che analizzano anche questi elementi per valutare se un investimento conviene e se il livello di rischio è adeguato per il singolo investitore.

L'articolo Consigli per gli investimenti proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Come Funzionano i Certificati Turbo 24? https://www.investire-certificati.it/come-funzionano-i-certificati/ Sat, 12 Sep 2020 11:48:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=2069 Come funzionano i Certificati Turbo 24 si chiedono in molti? Per i trader italiani sono disponibili i Turbo 24 di IG, un interessante strumento con leva variabile che permette agli investitori di poter operare su numerosi asset finanziari.  Con i Turbo 24 di IG è possibile sia un’operatività long (ossia l’apertura di posizioni rialziste) sia un’operatività […]

L'articolo Come Funzionano i Certificati Turbo 24? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Come funzionano i Certificati Turbo 24 si chiedono in molti? Per i trader italiani sono disponibili i Turbo 24 di IG, un interessante strumento con leva variabile che permette agli investitori di poter operare su numerosi asset finanziari. 

Con i Turbo 24 di IG è possibile sia un’operatività long (ossia l’apertura di posizioni rialziste) sia un’operatività short, nel caso si volesse puntare ad un ribasso del sottostante.

Nei Turbo 24 la liquidità è garantita da IG, broker con mezzo secolo di storia alle spalle. L’operatività è consentita ininterrottamente per cinque giorni a settimana, 24 ore al giorno, come lascia intendere il nome Turbo 24. Questo è un elemento che caratterizza i Turbo certificates emessi da IG rispetto a quelli di tutti gli altri emittenti.

Trading Competition sui Turbo24

Dal 21 al 30 settembre 2020 è IG ha organizzato la Trading Competition, che permetterà agli investitori di sfidarsi gratuitamente con conti demo ossia con denaro virtuale. E’ prevista anche una categoria osservatore per chi volesse visionare l’operatività degli altri trader senza prendervi parte direttamente.

IG ha inoltre organizzato un percorso formativo per chi volesse imparare a fare trading con i turbo24. Sono previsti numerosi webinar, con relatori di spicco come Pierpaolo Scandurra, Stefano Fanton, Giovanni Lapidari e Gabriele Bellelli. Per altre informazioni sulla Trading Competition rimandiamo a questo articolo dettagliato o al sito della Trading Competition.

trading competition
Trading Competition con i Turbo 24 di IG

Come funzionano i Certificates Turbo 24 di IG? 

Come si muove il prezzo dei turbo 24 di IG? Il prezzo dei turbo certificates riflette l’andamento del sottostante, che può essere una coppia valutaria, una materia prima, un’azione o un indice azionario. Nel caso dell’apertura di una posizione long, al crescere del valore del sottostante crescerà anche il valore dello strumento. Il prezzo del certificato sarà invece in declino nel caso di una flessione del sottostante.

Va ricordato come la leva cresca proporzionalmente all’avvicinarsi del livello di know-out. In sintesi: minore è il prezzo del turbo certificate e maggiore sarà la leva finanziaria utilizzata dall’investitore. Una leva elevata implica un effetto moltiplicativo più consistente dei profitti o delle perdite a ogni movimento del sottostante.

Esempio di trading con i turbo 24 di IG

Come si fa trading con i turbo 24 di IG?

In questo articolo vedremo alcuni esempi. Poniamo si scelga un turbo certificate relativo a uno strumento che quota 100 euro. Questo potrebbe essere una materia prima, una coppia valutaria o un indice di borsa. Se l’investitore crede che il sottostante sia destinato a salire, acquisterà il Turbo 24 Long relativo a questo strumento.

Per proteggersi da un eventuale discesa del sottostante, si fissa un livello di knock-out a 95 euro. Il prezzo del turbo24, senza considerare costi aggiuntivi e altri aggiustamenti, viene calcolato in questa maniera:

100 – 95 = €5

L’investimento iniziale sarà pari a 5 euro e costituisce la perdita massima in cui può incorrere l’investitore. Se il sottostante salirà del 5%, il valore del turbo 24 di IG crescerà da 5 a 10 euro, con un profitto che per l’investitore sarà pari al 100% rispetto al capitale impiegato, al lordo eventuali commissioni e del capital gain.

Trading con i Turbo certificates

Proseguiamo negli esempi di trading con i turbo certificates di IG. Se il sottostante dovesse salire del 15%, il valore del Turbo certificate di IG balzerebbe a 15 euro, con un profitto del 200%. Grazie all’effetto leva il profitto sarebbe quindi nettamente superiore al movimento fatto registrare dal sottostante.

Nello scenario sfavorevole ossia in caso di una discesa del sottostante sotto quota 95, il certificato si azzererebbe (garantendo quindi uno stop loss per il trader). In nessun caso, tuttavia, è possibile perdere più del capitale investito con questi prodotti finanziari. 

Nelle immagini seguenti, tratte dal sito del broker IG, vediamo invece il funzionamento di un Turbo certificato con livello di knock-out a 90 e prezzo iniziale pari a 10 euro. Il livello di knock-out funge anche da stop loss per il trader. Nel caso in cui il sottostante dovesse scendere a 90, il certificato si azzererebbe mentre una salita a 110 euro, determinerebbe un profitto pari al 100% del capitale impiegato.

Operazione con i turbo24
Come funzionano i turbo 24 di IG? Ecco un esempio grafico con i turbo certificates. In questo caso il livello di knock-out è posizionato a 90. Sostanzialmente si tratta di uno stop loss automatico
Profitti con i turbo24
In questo esempio di turbo certificate, il sottostante sale del 10% mentre il valore del certificato raddoppia (+100%), grazie alla presenza dell’effetto leva. Questi esempi sono tratti dal sito di IG.com

Turbo Calculator  

Con i turbo di IG è possibile visualizzare il livello della leva attraverso il ticket di negoziazione, selezionando il certificato maggiormente adatto alle proprie esigenze di trading o investimento. Con il Turbo calculator è possibile pianificare le operazioni: l’investitore può infatti inserire un livello desiderato, visualizzando contestualmente il prezzo del certificato turbo 24.

Conto demo con IG per i turbo certificates

Il consiglio è quello di partire con calma e prudenza. A tal proposito è disponibile un conto demo gratuito con IG, che consente al trader di esercitarsi ed impratichirsi con i Turbo certificates. Il conto demo offerto da IG ha un saldo di 30.000 euro virtuali e può essere richiesto contattando direttamente il team di IG.

(messaggio promozionale)

IG Markets turbo 24 certificates
Come fare trading con i turbo certificates (turbo 24) di IG? Ecco alcuni esempi sul funzionamento

L'articolo Come Funzionano i Certificati Turbo 24? proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Un Libro di Analisi Tecnica per i Traders https://www.investire-certificati.it/un-libro-di-analisi-tecnica-per-i-traders/ Sat, 05 Sep 2020 07:10:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=2131 Quali le migliori strategie di trading sui mercati finanziari? E’ questo il tema di un libro sul trading realizzato da Gianluca Defendi e pubblicato dalla Hoepli, casa editrice che negli ultimi anni ha sviluppato un’intera collana dedicata a libri sulla finanza, fra cui anche una guida per gli investimenti in oro. Il libro scritto da […]

L'articolo Un Libro di Analisi Tecnica per i Traders proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Quali le migliori strategie di trading sui mercati finanziari? E’ questo il tema di un libro sul trading realizzato da Gianluca Defendi e pubblicato dalla Hoepli, casa editrice che negli ultimi anni ha sviluppato un’intera collana dedicata a libri sulla finanza, fra cui anche una guida per gli investimenti in oro.

Il libro scritto da Defendi, storico analista di Milano Finanza, è reperibile su Amazon.

Gli argomenti del libro

Il volume analizza il movimento ciclico seguito dai diversi mercati finanziari, ricercando le situazioni operative per il trading più interessanti, le tecniche di swing trading combinate con l’analisi dei volumi.

Questi sono i principali argomenti che vengono descritti all’interno di un libro che esamina le quattro fasi cicliche di riferimento dei mercati finanziari (accumulazione, trend rialzista, distribuzione, trend ribassista). Per il trader e per l’investitore è pertanto fondamentale l’individuazione delle varie fasi, al fine di poter costruire valide strategie operative per il trading di breve termine in borsa.

Le varie fasi dei mercati finanziari sono accuratamente analizzate nel libro sul trading di Gianluca Defendi

Un libro per capire la borsa

Il libro illustra le basi dello swing trading ed i fattori che incidono sulla struttura grafica dell’attività finanziaria oggetto di analisi (la velocità con la quale i prezzi stanno salendo/scendendo, la distanza tra i prezzi massimi/minimi registrati nel corso di un certo arco temporale, la durata temporale dei vari movimenti).
La parte quantitativa consente invece di individuare eventuali compressioni di volatilità (situazione che spesso anticipa l’inizio di un movimento impulsivo) e misurare la forza del trend seguito dai prezzi.

Trading e volumi

I capitoli finali del libro esaminano le tecniche operative per il trading basate sullo studio dei volumi (Volume Profile), volte a individuare le più importanti aree di supporto e di resistenza. Si prosegue poi con la descrizione di alcuni screening automatici che consentono di analizzare il quadro tecnico delle varie attività finanziarie.
Alla fine dei capitoli più importanti del libro sono poi riportati diversi esempi operativi tratti dai diversi mercati finanziari (azionari, valutari, materie prime, obbligazionari) per permettere ai trader di visualizzare operativamente le modalità operative sui mercati.

Analisi tecnica avanzata e studio dei volumi: ecco alcuni dei punti centrali del libro di Gianluca Defendi

L’Analisi Tecnica di Defendi in un libro

Questo libro sul trading online rappresenta di fatto il prosieguo degli studi di Defendi in materia di analisi tecnica. L’autore nel 2017 aveva infatti pubblicato un libro interamente dedicato all’analisi tecnica di base.

Il volume ha riscontrato un ottimo successo di pubblico, come si nota dalle recensioni dei lettori che compaiono su Amazon:

Recensioni

“Libri di analisi tecnica ne ho letti tanti e devo dire che oggettivamente di questo “spessore” non ne ho mai trovati. Questo è la naturale prosecuzione del primo volume, dove l’autore spiega in modo esauriente e completo le diverse strategie operative nelle diverse situazioni di mercato. La presenza di esempi, grafici e immagini rende la lettura scorrevole e di facile comprensione (e questo è un grande merito dell’autore)”.

“Ottimo libro sul trading molto di aiuto a chi come me vuole imparare ed approfondire sempre di più. Libro da studiare e tenere continuamente a portata di mano per gli ottimi spunti operativi sul trading”.

Sempre a cura di Gianluca Defendi segnaliamo un altro valido libro sul trading online, di cui i lettori possono trovare la scheda riassuntiva.

libro trading defendi
“Guida pratica al Trading” è il titolo di un libro sul Trading online scritto da Gianluca Defendi e pubblicato dalla casa editrice Hoepli

L'articolo Un Libro di Analisi Tecnica per i Traders proviene da Investire-Certificati.it.

]]>