Derivati Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/derivati-2/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Mon, 10 May 2021 19:55:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Derivati Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/derivati-2/ 32 32 Derivati Regolamentati https://www.investire-certificati.it/derivati-regolamentati/ Mon, 10 May 2021 12:59:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1014 Quali sono gli strumenti finanziari derivati regolamentati? Un elenco degli strumenti derivati. Cosa sono i derivati regolamentati e cosa sono i derivati OTC? Strumenti derivati – Definizione I derivati sono strumenti finanziari il cui valore è basato su una seconda attività definita “sottostante” che può avere varia natura finanziaria: per esempio un tasso di interesse […]

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Quali sono gli strumenti finanziari derivati regolamentati? Un elenco degli strumenti derivati. Cosa sono i derivati regolamentati e cosa sono i derivati OTC?

Strumenti derivati – Definizione

I derivati sono strumenti finanziari il cui valore è basato su una seconda attività definita “sottostante” che può avere varia natura finanziaria: per esempio un tasso di interesse (come l’Euribor), un tasso di cambio, un titolo azionario o un indice di Borsa.

Il sottostante di un prodotto derivato può avere anche una natura reale. Per esempio nel caso di una materia prima (pensiamo ai derivati su oro, petrolio, cacao). La lista degli strumenti derivati è lunga. Prodotti come investment certificates, Forward, Swap, futures, warrant e opzioni sono tutti strumenti finanziari derivati. In altre parole, derivano il loro valore dall’andamento di un sottostante.

Derivati regolamentati

La caratteristica centrale dei derivati regolamentati è legata al fatto che si tratta di prodotti standardizzati, i cui scambi avvengono su mercati regolamentati. Pertanto le negoziazioni di questi prodotti avverranno con modalità standard predefinite e quantitativi prefissati.

I contratti fra le parti per lo scambio dei derivati regolamentati avvengono tramite un exchange. Il mercato dei prodotti derivati presso Borsa Italiana è l’IDEM. Sono poi presenti il SeDex e l’Euro TLX, per la negoziazione di certificati di investimento e covered warrant.

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Strumenti derivati. Cosa sono

Prodotti derivati regolamentati

Futures

I contratti Futures sono contratti derivati regolamentati. Hanno una scadenza prefissata. I futures possono essere definiti come un contratto, quotato in tempo reale sui diversi mercati finanziari, attraverso cui è possibile acquistare o vendere una certa attività finanziaria ad una prefissata data futura e ad un prezzo prestabilito. La data è definita come scadenza del contratto futures.

Opzioni

Fra i prodotti derivati regolamentati troviamo le opzioni, negoziabili sull’IDEM di Borsa Italiana (e su altri mercati per azioni ed indici estere). Permettono a chi le detiene il diritto – ma non l’obbligo – di acquistare (nel caso di opzioni call) o di vendere (nel caso di opzioni put) un predeterminato quantitativo di un determinato sottostante. Il prezzo delle opzioni varia in funzione di molteplici fattori. il principale è chiaramente l’andamento del sottostante, ma fra i fattori da osservare vi è anche la durata dell’opzione e la volatilità del sottostante

Derivati regolamentati: certificates e covered warrant

I certificati di investimento sono prodotti finanziari che rientrano solitamente nella categoria dei derivati regolamentati. Si tratta di strumenti finanziari che pagano cedole o premi periodici condizionati all’andamento di uno o più sottostanti. I mercati dei certificati di investimento sono SeDex ed Euro TLX. Sempre su questi mercati sono negoziabili i warrant e covered warrant.

Derivati OTC

Cosa sono i prodotti derivati OTC? Non tutti i prodotti derivati sono scambiati sui mercati regolamentati. Ci sono anche mercati OTC. Il termine deriva dall’inglese “over-the-counter”, letteralmente sopra la scrivania. Di fatto sono i prodotti negoziati direttamente fra due parti, senza il passaggio tramite un mercato regolamentato come quello di borsa.

Gli OTC sono pertanto gli scambi che avvengono su mercati non regolamentati. Fra questi troviamo i CFD, ossia i contratti per differenza. Avvengono sui mercati OTC gli scambi del forex market. In questo caso le controparti (per esempio due traders di grandi banche) si accordano sullo scambio di un certo ammontare in una valuta per un equivalente corrispettivo in un’altra moneta.

Anche sui pronti contro termine o altri strumenti tradizionalmente negoziati come derivati regolamentati possono essere scambiati OTC. In questo caso lo scambio non avviene tramite le piattaforme di borsa ma direttamente fra le parti.

Altri prodotti derivati – Swap

Fra i principali derivati che sono scambiati OTC troviamo anche gli Swap. Con il termine swap si definisce una tipologia di strumenti derivati piuttosto ampi. Fra questi troviamo gli interest rate swap, i credit default swap, i currency swap, gli asset swap. Tecnicamente lo swap è uno strumento derivato con cui due parti si impegnano in un contratto per scambiarsi predeterminati flussi di denaro in una serie di date.

Contratti a termine forward

Fra gli strumenti finanziari derivati regolamentati abbiamo menzionato i futures. Troviamo anche contratti a termine, sempre con possono avere finalità speculative o di copertura dei rischi, negoziati OTC. Quando sono negoziati bilateralmente fra le parti si parlerà di contratti forward. Il forward è un contratto derivato simmetrico, che impegna entrambe le parti ad una prestazione alla scadenza. L’acquirente acquisterà a scadenza una data attività sottostante, mentre il venditore dovrà consegnarla. Alla nascita questi contratti forward hanno un valore nullo per entrambe le parti. Non sono quind previsti esborsi monetari immediati.

Conclusioni su derivati regolamentati e OTC

Gli strumenti derivati regolamentati possono essere utilizzati per numerose funzioni, sia in ambito di investimento e trading che di copertura del rischio. Fra i principali derivati regolamentati troviamo i contratti futures, le opzioni, i certificati di investimento ed i covered warrant.

Oltre ai derivati regolamentati troviamo quindi anche un ampio numero di scambi OTC, che avvengono al di fuori dei mercati regolamentati.

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Dividendi Sintetici: cosa sono? https://www.investire-certificati.it/dividendi-sintetici-cosa-sono/ Thu, 06 May 2021 20:17:44 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=9975 Cos’è un dividendo sintetico? Quando si parla di dividendi sintetici nel trading e negli investimenti? Vediamo come questi sono utilizzati per la costruzione di derivati strutturati, come certificati di investimento. Approfondimento a cura del trader Tony Cioli Puviani Dividendi delle azioni e dividendi sintetici Cosa si intende con dividendo sintetico? Per comprenderlo a fondo dobbiamo […]

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Cos’è un dividendo sintetico? Quando si parla di dividendi sintetici nel trading e negli investimenti? Vediamo come questi sono utilizzati per la costruzione di derivati strutturati, come certificati di investimento.

Approfondimento a cura del trader Tony Cioli Puviani

Dividendi delle azioni e dividendi sintetici

Cosa si intende con dividendo sintetico? Per comprenderlo a fondo dobbiamo fare una premessa.

In un certificato d’investimento la componente opzionale è determinante per cercare di creare quell’extra-rendimento che nell’attuale regime di tassi lo rende attraente.

Come sappiamo la componente opzionale è finanziata anche dai dividendi delle aziende sottostanti. I flussi cedolari, infatti, contribuiscono al potenziale extra rendimento. Questo sia in maniera diretta, ma anche indirettamente tramite l’acquisto di opzioni che, se verificatesi le idonee circostanze, concorrono alla redditività dell’investimento.

L’incertezza dei flussi cedolari che verranno distribuiti dalle aziende è notevole. Questo perché non si possono conoscere né gli utili futuri, né tanto meno le intenzioni che il management avrà nella destinazione di tali utili, che potranno una volta essere distribuiti, altre volte invece investiti in altre attività. La percentuale degli utili distribuiti è quindi una variabile, come appunto gli utili stessi.

Tale incertezza costringe quindi i trader strutturatori a mantenersi una percentuale di margine nella costruzione di un certificato per evitare errori che potrebbero costare caro agli emittenti. Quindi, usualmente, i dividenti presunti vengono scontati tra il 50%- 80% rispetto a quello che poi avverrà nella realtà.

A cosa serve un dividendo sintetico?

Il dividendo sintetico è prestabilito a priori. Verrà in ogni caso scontato dal valore di un indice creato appositamente. Pertanto, garantisce la certezza di un decremento percentuale dell’indice total return. È come se le società parte di detto indice avessero un dividend yield annuo medio predefinito (indipendente dai dividendi effettivamente distribuiti). L’assenza dell’incertezza sui dividendi permette all’emittente di scontare il dividendo sintetico nella pienezza del suo valore (100%). Tale metodologia rende più economiche le opzioni sull’indice. Pertanto, l’emittente potrà strutturare prodotti con una partecipazione maggiore.

Dividendi sintetici e certificati di investimento

Il dividendo sintetico viene utlizzato oggi in alcuni dei cosiddetti certificati outperformance. Si tratta di derivati strutturati che offrono una “partecipazione” ai rendimenti con percentuali (predeterminate) superiori (se superato il livello strike o fixing iniziale) a quelle del sottostante il certificato medesimo.

A titolo esemplificativo ricordiamo il certificato con capitale protetto 100% e partecipazione al 150% sul MSCI Europe ESG leaders (ISIN CH1107638533). Ma anche il certificato bonus outperformance ISIN CH1107638459. Nei due certificati è previsto un dividendo sintetico del 5% su base annua. Il certificato ISIN CH1107638533 è negoziabile sull’Euro TLX, mentre quello con ISIN CH1107638459 sul SeDex di Borsa Italiana.

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Contratti Futures https://www.investire-certificati.it/contratti-futures/ Sat, 17 Oct 2020 07:51:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=2671 Cosa sono i futures? Quali sono i vantaggi dei contratti derivati futures? Ecco i principali punti da conoscere per il trading su questi strumenti derivati finanziari. I Futures – una definizione Per esaminare i contratti futures, ripartiamo dalla definizione di prodotto derivato. I derivati sono strumenti finanziari il cui prezzo dipende dal valore di un’attività […]

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Cosa sono i futures? Quali sono i vantaggi dei contratti derivati futures? Ecco i principali punti da conoscere per il trading su questi strumenti derivati finanziari.

I Futures – una definizione

Per esaminare i contratti futures, ripartiamo dalla definizione di prodotto derivato.

I derivati sono strumenti finanziari il cui prezzo dipende dal valore di un’attività sottostante (un indice azionario, una materia prima, un cambio).

Il future appartiene alla categoria degli strumenti derivati e può essere definito come un contratto, quotato in tempo reale sui diversi mercati finanziari, che consente di acquistare o vendere una certa attività finanziaria (il sottostante) ad una certa data futura e ad un certo prezzo.

La data è definita scadenza del contratto futures. Le attività sottostanti possono avere natura finanziaria (titoli azionari, tassi di interesse, indici azionari, cambi) o reale. Fra queste ricordiamo tipicamente le materie prime come ad esempio il caffè, l’oro, il petrolio, ecc.

Dove sono quotati i Contratti Futures

Sull’Eurex, ad esempio, sono quotati il Bund future (future sull’obbligazionario tedesco a scadenza decennale), il Dax future (future sull’indice azionario Dax tedesco). Sempre sull’Eurex troviamo l’Eurostoxx50 future (future sull’indice azionario Eurostoxx50, che contiene le 50 società a maggiore capitalizzazione europee), il Btp future (future sui titoli di stato a lunga scadenza italiani).
Sul Cme sono invece quotati il Dow Jones, l’S&P500 e il Nasdaq 100 Future (future legati ai tre indici azionari più importanti di Wall Street). Ma anche il future sul cambio Euro/dollaro, il future sul petrolio (Crude Oil future) e altre materie prime (gas naturale, rame). Sul Cbot sono invece trattati i future su oro e argento (Gold e Silver future). Sull’Euronext ci sono i future sugli indici azionari Ftse100 (inglese) e sul Cac40 (il principale paniere azionario francese). Il Ftse Mib future (legato all’indice azionario Ftse Mib) è invece quotato sull’IDEM.

Contratti futures – trading e copertura

Le principali finalità associate alla negoziazione in future sono sostanzialmente due e sono legate alla copertura ed al trading.

Con l’attività di copertura (hedging), con la quale l’investitore vuole proteggere una posizione da variazioni indesiderate dei prezzi di mercato.

Con finalità speculativa si parla invece di trading, volto a sfruttare i movimenti di breve/brevissimo termine dei prezzi di mercato. Nella maggior parte dei casi il contratto future si utilizza per questa seconda finalità ossia speculare, sia a livello giornaliero (daily) ma anche a livello intraday, sull’andamento del sottostante. Gli investitori cercano quindi di sfruttare la possibilità di utilizzare la leva finanziaria. In questo modo cercano di realizzare profitti sfruttando i movimenti del sottostante cui fa riferimento il contratto future.

certificati e derivati finanziari
Gli strumenti derivati. Come funzionano i futures e dove sono scambiati? Guida per conosce i contratti futures

La leva finanziaria nei futures

La caratteristica più importante di un contratto future è proprio il cosiddetto “effetto leva” grazie al quale è possibile amplificare il rendimento (in positivo ma anche in negativo) che si potrebbe ottenere investendo direttamente nell’attività sottostante. Ciò dipende dal fatto che per l’operatività in future viene richiesto (da parte del proprio broker) il deposito di margine ossia di una frazione (di circa il 10%) del controvalore totale della posizione che si intente aprire.

Per operare su questi strumenti finanziari derivati è necessario conoscere, oltre al loro ticker, la dimensione del contratto e il valore del tick. Sulla base di queste informazioni vengono infatti calcolati sia il margine iniziale sia il margine di variazione. Il primo è la somma richiesta per poter operare su un certo future e solitamente si aggira attorno al 10% del valore totale del contratto.
Il secondo, invece, si applica solo alle posizioni che rimangono aperte overnight (ossia che non vengono chiuse in giornata). Riguarda l’accredito (per le posizioni che sono in utile) o l’addebito (per le posizioni in perdita) necessario per adeguare il margine iniziale al nuovo valore del contratto. Ogni giorno, quindi, vengono liquidati le perdite o i profitti ottenuti dall’investitore con il trading sui futures.

Futures e CFD

Fanno riferimento ai prezzi dei futures numerosi contratti CFD, che rispecchiano l’andamento del prezzo deil future cui fanno riferimento. Vi sono numerose differenze fra questi strumenti. In primis i CFD sono strumenti OTC, non regolamentati. Offrono però alcuni vantaggi, fra cui la possibilità di spezzettare il contratto future. Questo può essere un vantaggio – anche significativo – per la gestione del money management per il piccolo investitore.

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Dove si comprano i Certificates https://www.investire-certificati.it/dove-si-comprano-i-certificates/ Sat, 01 Aug 2020 07:50:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1797 Dove si comprano i certificati di investimento?

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Dove si comprano i certificati di investimento? Come si acquistano gli investment certificates? Ecco alcuni dei punti che tratteremo in questa guida per l’investitore che vuole acquistare prodotti finanziari, nel dettaglio certificati.

Dove si comprano i Certificates

Gli investment certificates sono prodotti finanziari derivati. Sono titoli di debito, emessi da una banca o da un intermediario finanziario, definito l’emittente, che solitamente svolge il ruolo di market maker, garantendo la liquidità del prodotto in questione.

I certificati di investimento sono negoziati sul SeDex di Borsa Italiana e sull’Euro TLX. Possono anche essere scambiati su altre piattaforme, come nel caso di Spectrum, che consente la negoziazione dei Certificati turbo24 di IG.

Per comprare certificati di investimento online è necessario avere accesso ad un conto titoli con una banca o un intermediario finanziario. Ogni prodotto è contraddistinto da un codice ISIN che lo identifica e differenzia rispetto ad ogni altro certificato o strumento finanziario in circolazione. Un’alternativa, meno utilizzata oggigiorno, è legata a l’acquisto di prodotti derivati cartolarizzati direttamente allo sportello bancario.

Comprare e vendere certificati di investimento

Dove si comprano i certificates? Comprare certificates online è semplice, una volta aperto un conto di trading con abilitazione al trading su prodotti derivati e certificati di investimento.

Chiaramente il primo passo è legato alla scelta del prodotto su cui si intende investire. Alla base di questo deve esserci un massiccio lavoro di studio ed analisi del certificato e dei suoi sottostanti, così come l’analisi della solidità dell’emittente.

Una volta scelto il certificato (o lo strumento finanziario) che si vuole acquistare, occorrerà inserire il codice ISIN corrispondente sulla piattaforma, al fine di trovarlo.

L’acquisto di un certificato: prezzo e quantità

Dove si comprano i certificates? Sul mercato attraverso una banca, ma per comprare il certificato, poi, è necessario aprire la mascherina per l’acquisto sulla piattaforma di trading.  A questo punto occorre scegliere ACQUISTA ed il numero di pezzi del certificato che si desiderano comprare. La voce acquista potrebbe variare in base alla piattaforma, divenendo “compra” oppure “buy”.

Sarà anche necessario indicare il prezzo limite, ossia il prezzo per singolo certificato che si è disposti a pagare per comprarlo. Si potrà dunque scegliere di acquistarlo al prezzo ask, oppure mettersi ad un prezzo leggermente più basso attendendo ordini in vendita o una leggera correzione del mercato.

In ottemperanza con le normative Mifid, sarà necessario leggere il prospetto informativo del prodotto prima di procedere a l’acquisto di certificates. Le banche e società emittenti forniscono Kid ed altri prospetti informativi in grado di fornire tutti gli elementi necessari per la piena comprensione del prodotto, elemento fondamentale in ogni tipologia di investimento.

Per vendere un certificato il procedimento sarà opposto rispetto a quello effettuato in fase di acquisto. Anziché “compra”, sulla mascherina si cliccherà su VENDI (oppure su “vendita” o su “sell” per vendere i certificates precedentemente acquistati.

investire certificati
I certificati di investimento possono essere acquistati con le piattaforme di trading online

Acquisto di certificates in collocamento e sul mercato secondario

I certificati di investimento possono essere acquistati durante la loro fase di collocamento. Questo determina alcuni costi impliciti, solitamente denominati come commissione di distribuzione da parte dell’emittente. Al termine della fase di collocamento, i certificates sono di norma negoziati sul mercato secondario, spesso ad un prezzo decurtato della commissione che spetta a l’emittente. Può pertanto (anche se non sempre lo è) essere conveniente acquistare questi prodotti sul mercato secondario anziché direttamente a l’emissione.

L’investitore che vuole comprare (o vendere) certificates dovrà anche considerare le commissioni che sono praticate dal broker o dall’intermediario per la negoziazione di questi strumenti derivati.

Orari di negoziazione dei certificates

Gli orari di negoziazione di Sedex ed EuroTLX sono simili a quelli di Borsa Italiana, dalle 9 alle 17:30. Non sono previste aste di apertura o aste di chiusura. Con i Turbo24 di IG la negoziazione è invece consentita 24 ore al giorno, dalla domenica sera al venerdì.

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Certificati e Derivati https://www.investire-certificati.it/certificati-e-derivati/ Thu, 09 Jul 2020 01:46:49 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1502 “Certificati e Derivati“ è il sito leader del settore certificati di investimento. Il suo fondatore è un personaggio tra i più attivi e più importanti di un settore in piena espansione, con volumi in continua crescita. Anche grazie a Lui. Stiamo parlando di Pierpaolo Scandurra, il cui nome viene subito collegato al sito. Chi è […]

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Certificati e Derivati è il sito leader del settore certificati di investimento. Il suo fondatore è un personaggio tra i più attivi e più importanti di un settore in piena espansione, con volumi in continua crescita. Anche grazie a Lui. Stiamo parlando di Pierpaolo Scandurra, il cui nome viene subito collegato al sito.

Chi è Pierpaolo Scandurra

Pierpaolo Scandurra è un esperto finanziario attivo sui mercati finanziari dal 1998; dal 2006 è Managing Director di Certificati e Derivati; nello stesso tempo Direttore del Certificate Journal, la prima rivista settimanale italiana dedicata interamente all’universo dei certificati di investimento. Ha anche pubblicato un libro nel febbraio 2007: “Come investire con i certificati”.

Il Logo di “Certificati e Derivati”

Collaboratore di numerose testate di informazione finanziaria via web, Pierpaolo Scandurra ha partecipato più volte come ospite della trasmissione televisiva “Soldi”; relatore anche di eventi didattici e roadshow (tra cui il Certificate Village all’ITF di Rimini e alla Trading Online Expo di Borsa Italiana).

Certificati e Derivati: Award

A partire dal mese di maggio 2007 organizza con Certificati e Derivati gli “Italian Certificate Awards“. Questa rassegna annuale è volta a premiare il lavoro svolto dalle emittenti di certificati sul mercato italiano. Gli Italian Certificate Award sono suddivisi in categorie. Premiano quelle che sono giudicate da investitori e da una giuria di professionisti le migliori emissioni di certificates dell’anno.

Scandurra presiede l’ufficio studi del CedLAB, la prima piattaforma operativa dedicata ai certificati di investimento. Spesso è presente in webinar e seminari formativi con le principali società emittenti operative sul panorama italiano nel mondo dei certificates.

Certificati e Derivati: altri progetti

Certificati e Derivati ospita anche Club Certificates, un progetto ideato in collaborazione con Unicredit Corporate & Investment Banking. Questo progetto è volto ad investitori professionisti per investitori professionisti che intendono migliorare le loro conoscenze nel settore dei certificati di investimento.

Il sito web

Il sito web “Certificati e Derivati” si può senza dubbio qualificare come il primo sito web di informazione finanziaria sui Certificates; inoltre altamente specializzato e facilmente comprensibile, interamente dedicato al mondo dei certificati di investimento e dei prodotti strutturati.

Certo il sito nasce con l’obiettivo di sfruttare al massimo il potenziale del settore certificati di investimento. Tramite analisi e valutazioni assolutamente indipendenti, sul mercato e sui singoli prodotti, crea trasparenza e performance per l’investitore.
Certificati e Derivati, attraverso i suoi principali mezzi di informazione contribuisce fattivamente alla crescita formativa degli investitori. Inoltre fornisce agli emittenti e ai professionisti del settore (private banker, promotori finanziari e consulenti) uno strumento essenziale di lavoro day-by-day.

Educazione finanziaria

Molto intensa anche l’attività di Pierpaolo Scandurra e del suo sito nell’ambito dell’educazione finanziaria; svolge corsi di formazione e webinar on-line sul panorama dei certificati d’investimento.

Pierpaolo Scandurra, CEO di Certificati e Derivati, in un evento formativo organizzato con l’ITForum di Rimini che lo vedeva protagonista con Marco Occhetti, Managing Director di Leonteq.

La divisione CEDLAB ha costruito una ottima piattaforma analitica. E’ in grado di offrire con dati end of day un’analisi completa di rischio-rendimento per ogni strutturato quotato. Disponibili liste di analisi per ogni tipologia di payoff. (www.cedlab.it)

La squadra del sito produce molte elaborazioni utili agli operatori e investitori. Analisi, statistiche, newsletter, short list giornaliere che sono a disposizione di tutti gli investitori dei certificates.

Certificati e derivati certamente si può definire come il sito web leader. Ottima informazione e formazione degli investitori nel settore dei certificates.

Il sito web mostra una visione completa della gamma di tutti i certificati emessi dai vari emittenti operanti in Italia. Facile la ricerca e la selezione di leverage e investment, quotati e non quotati, per numero di strumenti censiti. In due semplici mosse si ottengono sia dati analitici, che la didattica di ciascun certificato di investimento.

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Cosa Sono i Prodotti Strutturati https://www.investire-certificati.it/cosa-sono-i-prodotti-strutturati/ Fri, 03 Jul 2020 02:02:39 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1534 Cosa sono i prodotti derivati strutturati? Quali sono le caratteristiche principali dei prodotti strutturati? Ecco una guida relativa a questi strumenti derivati, partendo dalla definizione e dalle componenti (obbligazioni ed opzioni) che compongono i prodotti strutturati. Prodotti strutturati: definizione Con il termine di “prodotto strutturato” si identificano alcuni strumenti finanziari; hanno la caratteristica di combinare […]

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Cosa sono i prodotti derivati strutturati? Quali sono le caratteristiche principali dei prodotti strutturati? Ecco una guida relativa a questi strumenti derivati, partendo dalla definizione e dalle componenti (obbligazioni ed opzioni) che compongono i prodotti strutturati.

Prodotti strutturati: definizione

Con il termine di “prodotto strutturato” si identificano alcuni strumenti finanziari; hanno la caratteristica di combinare l’investimento in obbligazioni con una componente di tipo derivato, che solitamente coincide con una o più opzioni.

Tale combinazione permette di salvaguardare il capitale investito. Come? Traendo beneficio da un determinato andamento delle attività finanziarie (tassi d’interesse, indici azionari, azioni, cambi, materie prime) a cui sono riferite le opzioni.

La parte obbligazionaria del prodotto strutturato può essere costituita sia da titoli con una cedola sia da titoli zero coupon, è la più rilevante all’interno della struttura del prodotto ed è quella che consente all’emittente di garantire il capitale a scadenza e di fornire un rendimento minimo garantito.

Le categorie dei prodotti strutturati

I prodotti strutturati nel mondo finanziario sono di solito classificati in quattro categorie, con un potenziale di rendimento crescente a cui è associato ad un rischio crescente:

1) Copertura (a protezione del capitale): con questi prodotti strutturati viene offerta agli investitori la possibilità di proteggere in tutto o in parte il capitale investito e di beneficiare della performance del sottostante, ma solo fino a un certo limite.

2) Ottimizzazione (del rendimento): sono prodotti strutturati che consentono di beneficiare (tramite una cedola o con uno sconto sull’acquisto del sottostante) di mercati con tendenza laterale, in cambio della rinuncia alla piena partecipazione ad un eventuale aumento del prezzo del sottostante.

3) Partecipazione: questi prodotti strutturati consentono agli investitori di beneficiare pienamente dei movimenti di prezzo del sottostante. Alcuni prodotti partecipano in modo proporzionale alla performance 1:1 del sottostante (ad es. tracker certificate) mentre altri prodotti partecipano alla performance più del 100% (outperformance certificate).

Esistono anche prodotti a partecipazione che aggiungono una protezione condizionale per limitare la partecipazione al ribasso nel caso in cui il prezzo del sottostante diminuisca durante la vita del prodotto, almeno fino a quando il sottostante non scende al di sotto di uno specifico livello (chiamata barriera).

4) Leva finanziaria): sono prodotti strutturati che offrono agli investitori una partecipazione alle variazioni del sottostante in misura decisamente superiore al 100%. Poiché la partecipazione è in leva anche in caso di performance negative, questi prodotti derivati strutturati richiedono un’elevata propensione al rischio (proprio perché aumenta il rischio di subire delle perdite).

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Prodotti derivati strutturati: obbligazioni strutturate

Le obbligazioni strutturate possono essere suddivise in due grosse tipologie:

1) obbligazioni con un’unica cedola finale calcolata in base all’andamento di indici di borsa, panieri di azioni e panieri di indici (index, equity, basket linked);

2) obbligazioni con un flusso cedolare minimo garantito e con una cedola finale calcolata in base all’andamento delle attività finanziarie a cui sono legati.

La prima categoria consente di valutare distintamente le due componenti che compongono il prodotto strutturato: l’obbligazione è infatti costituita da uno zero coupon mentre la parte relativa alle opzioni è legata alle caratteristiche del suo pay off.

La seconda categoria si distingue dalla prima per la presenza di un rendimento minimo garantito che viene generato dal flusso cedolare. Pertanto la parte obbligazionaria è costituita da un bond a tasso fisso mentre la parte relativa alle opzioni è quindi valutata in modo identico alla categoria precedente.

Il profilo rischio rendimento dei prodotti strutturati

Il profilo di rischio-rendimento dei prodotti derivati strutturati dipende dalla complessità dell’ingegneria finanziaria sottostante alle opzioni incorporate.
Inoltre, le categorie di opzioni utilizzate più di frequente nella progettazione delle obbligazioni strutturate sono:

1 – opzioni plain vanilla

Le opzioni plain vanilla prevedono il diritto per il sottoscrittore di ricevere la differenza tra il prezzo strike e il prezzo finale delle azioni o dell’indice. Di conseguenza il titolare del prodotto strutturato riceverà tale differenza espressa in termini percentuali come rivalutazione del capitale;

2 – opzioni asiatiche

Le opzioni asiatiche legano la differenza tra il prezzo strike e il prezzo finale delle azioni o degli indici a una media dei valori registrati dalle stesse o dagli stessi nel corso di certo arco temporale. Sono pertanto opzioni meno care delle precedenti e consentono di esporsi su azioni e indici ad alta volatilità;

3 – opzioni look back

Le opzioni look back consentono di attribuire all’investitore il maggior rendimento registrato dalle azioni o dall’indice nel corso di un certo arco temporale.

Conclusioni dell’analisi

In conclusione a questa analisi sui prodotti derivati strutturati, giova ricordare che il prezzo delle opzioni (premio) viene calcolato utilizzando dei modelli matematici che considerano:
– il valore intrinseco dell’opzione (che dipende dal prezzo del sottostante e dal prezzo di esercizio);
– la volatilità implicita;
– il valore temporale;
– i tassi di interesse;
– eventuali dividendi.

Per migliorare l’asset allocation

I prodotti strutturati possono permettere all’investitore di ampliare gli strumenti di investimento e di migliorare l’asset allocation. Non sono semplici, ma danno una maggiore diversificazione del portafoglio di investimento.

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Certificati e Derivati Finanziari https://www.investire-certificati.it/certificati-e-derivati-finanziari/ Sun, 17 May 2020 06:54:58 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1238 Cosa sono i certificati e derivati finanziari? E quali fattori incidono sul prezzo di un derivato? Ecco un esempio su un certificato di investimento I certificati di investimento sono degli strumenti derivati. Spesso la parola “derivato finanziario” è vista in maniera negativa, mentre invece significa soltanto che il prodotto finanziario in questione “deriva” il suo […]

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Cosa sono i certificati e derivati finanziari? E quali fattori incidono sul prezzo di un derivato? Ecco un esempio su un certificato di investimento

I certificati di investimento sono degli strumenti derivati. Spesso la parola “derivato finanziario” è vista in maniera negativa, mentre invece significa soltanto che il prodotto finanziario in questione “deriva” il suo valore dall’andamento di un altro asset finanziario o da un paniere, che rappresenta il sottostante del prodotto derivato.

Questo vale per i futures per esempio, il cui valore deriva dallo strumento sottostante cui fanno riferimento, così come per le opzioni o per gli swap. Il discorso è analogo per i certificati di investimento. L’accezione negativa di derivato finanziario è pertanto quasi sempre fuori luogo in quanto si tratta di strumenti con rischio variabile (talvolta elevato, talvolta basso o molto basso).

Come si calcola il prezzo di un derivato?

Come si determina il prezzo di uno strumento derivato? Chiaramente l’andamento del prezzo del sottostante è l’elemento centrale, ma va tuttavia ricordato come questo non sia di norma l’unico fattore da considerare per prezzare il derivato in questione.

Vi sono infatti altri elementi come la vita residua del prodotto, il tasso di interesse di mercato, la volatilità media. Non sono poi da dimenticare eventuali dividendi attesi nel caso di derivati su azioni o indici azionari.

Il prezzo di un derivato – Esempio con un Certificato

Sono numerosi i fattori da analizzare per prezzare uno strumento derivato. Vediamo con un semplice esempio legato ad un certificato di investimento, volutamente semplicistico, alcune possibili casistiche di movimenti di prezzi nei derivati.

Prendiamo per esempio un certificato di investimento legato ad Intesa Sanpaolo ed ipotizziamo che abbia una vita residua di quattro anni, a fronte di un prezzo di mercato di Intesa pari a 1,50 euro per azione. Sempre a titolo esemplificativo ipotizziamo che il certificato sia stato emesso quando intesa valeva 2,00 euro (con un prezzo di fixing iniziale pertanto pari a 2 euro) ed una barriera a 1,00 euro, ossia al 50%.

Il prezzo spot di mercato del certificato verosimilmente sarà nettamente inferiore alla pari, in quanto il sottostante di questo derivato ha perso il 25% rispetto al valore di fixing iniziale. Se la volatilità di mercato dovesse crescere, probabilmente il certificato di investimento tenderebbe a perdere valore nella sua quotazione di mercato (prezzo spot), in quanto crescerebbero le possibilità di movimenti più ampi e quindi anche di una discesa sotto quota 1 euro. Un calo della volatilità, invece, sarebbe positivo per la quotazione spot del certificato di investimento.

Eventuali dividendi – se già scontati nel prezzo dell’azione – tenderebbero ad abbassare ulteriormente il prezzo, in quanto il mercato avrebbe già prezzato una contestuale discesa del titolo dopo lo stacco del dividendo o dei dividendi.

Cosa sono i prodotti derivati? Come funziona un certificato di investimento? Ecco alcuni esempi sul tema

Certificati, derivati e vita residua

Chiaramente se mancassero soltanto pochi giorni alla scadenza del certificato, il valore di mercato sarebbe prossimo alla pari, perché il mercato riterrebbe improbabile una discesa di un ulteriore 33,3% (da 1,50 a 1 euro). Viceversa, nel caso menzionato di un certificato con una vita residua di quattro anni, il prezzo sarebbe sotto la pari perché il mercato riterrebbe maggiormente probabile una discesa sotto l’euro di Intesa, sottostante di questo prodotto derivato.

Ovviamente sarebbe poi da considerare il flusso cedolare del prodotto e le reali possibilità di incassare le cedole definite all’inizio della vita del derivato. Se il coupon venisse staccato soltanto con prezzi del sottostante sopra l’80% del fixing iniziale (1,60 euro), il valore di mercato sarebbe chiaramente inferiore rispetto ad un certificato dove il trigger per le cedole fosse al 50% (1,00 euro per azione) oppure al 60% (1,20 euro).

Sarebbe poi da considerarsi anche l’effetto memoria, che permette all’investitore di recuperare eventuali cedole non incassate nel caso in cui il sottostante cui fa riferimento il certificato di investimento dovesse tornare al di sopra della barriera cedolare in una successiva data di osservazione. Tramite questi semplici esempi è quindi chiaro come il prezzo del sottostante sia il principale fattore da considerare per la prezzatura del derivato, ma certamente non l’unico.

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Cosa Sono i Contratti Derivati Futures? https://www.investire-certificati.it/cosa-sono-i-contratti-derivati-futures/ Thu, 07 May 2020 17:01:47 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1225 Cosa sono i contratti derivati futures e come nascono? I futures traggono il loro nome dall’inglese Future Contracts e sono dei contratti finanziari derivati a termine standardizzati, ossia con caratteristiche predefinite, come la merce negoziata, il quantitativo e la scadenza. Futures: merce, quantità, scadenza Con il contratto future due parti, il compratore ed il venditore, […]

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Cosa sono i contratti derivati futures e come nascono? I futures traggono il loro nome dall’inglese Future Contracts e sono dei contratti finanziari derivati a termine standardizzati, ossia con caratteristiche predefinite, come la merce negoziata, il quantitativo e la scadenza.

Futures: merce, quantità, scadenza

Con il contratto future due parti, il compratore ed il venditore, si impegnano a scambiarsi una predeterminata quantità di un bene (come petrolio oppure oro) oppure un indice (come il Ftse Mib o il Dax, in questo caso con regolazione in contanti) ad un prezzo prefissato. La liquidazione del contratto è differita in una data futura, anch’essa definita all’origine del future.

Durante la loro vita i contratti future vengono negoziati esattamente come dei titoli azionari. Il loro prezzo deriva da quello che è l’andamento del sottostante cui fanno riferimento, ecco quindi il nome di “derivato finanziario“. Per esempio, il valore del contrato future relativo al petrolio salirà contestualmente ad una salita del prezzo del greggio, scendendo nel caso opposto.

L’operatore che compra il future si impegna ad acquistare alla scadenza del contratto il bene in questione. Di fatto l’acquirente assume una posizione lunga, ossia rialzista, sul bene acquistato. Al tempo medesimo, il venditore del future assume una posizione corta (ossia trae un vantaggio da un eventuale discesa dei prezzi).

Future per fare trading ed hedging

I contratti futures permettono di trasferire il rischio da un produttore di materie prime ai mercati finanziari, ossia agli speculatori, garantendo al produttore un flusso di cassa predeterminato in una data futura. Il produttore potrà quindi fare hedging, ossia coprirsi dal rischio di un deprezzamento della materia prima prodotta (rinunciando in tal caso ad un eventuale apprezzamento della medesima).

L’investitore farà invece trading sul sottostante. In base a come il contratto future è stato impostato, la risoluzione finale del medesimo può avvenire con una consegna fisica (quindi con la consegna di un certo numero di barili di petrolio o lingotti di oro, in base ai termini prestabiliti) oppure con una risoluzione in contanti del contratto.

Trading e investimenti

Il contratto future – la dimensione

Il contratto future può avere varie “sizes”, ossia dimensioni, anch’esse prestabilite all’origine del contratto, che variano in base al sottostante. Per esempio, tradizionalmente il future sull’oro aveva una dimensione di 100 once, anche se negli ultimi anni sono stati inseriti nuovi contratti da 50 e 10 once, rendendo quindi questo mercato accessibile ad un più ampio pubblico.

Il futures sul petrolio fa di norma riferimento ad una size di 100 barili, quello sull’argento a 5000 once. Per quanto riguarda gli indici, per il FTSE Mib italiano il moltiplicatore è 1 per il contratto mini e 5 per il contratto standard future. In altre parole, sul mini future un movimento di un punto equivale ad un euro, mentre un movimento di un punto equivale a 5 euro.

Trading sui futures con i CFD

Il trading con i CFD può rappresentare un’alternativa al trading con i futures. Infatti, tramite i contratti per differenza (dal cui nome inglese contract for difference arriva l’acronimo CFD) è possibile scambiare prodotti che replicano l’andamento del future. Fra i principali vantaggi vi è quello di poter spezzettare i contratti, assumendo quindi posizioni anche di dimensioni minori (fino a un centesimo del contratto future standard), elemento utile anche nella gestione del money management.

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IDEM – Il Mercato dei Derivati https://www.investire-certificati.it/idem-il-mercato-dei-derivati/ Mon, 16 Mar 2020 07:43:52 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1012 L’IDEM è il mercato dei prodotti derivati standardizzati per l’Italia ed è controllato da BorsaItaliana. Il mercato IDEM è stato istituito nel 1994 ed è l’acronimo di Italian Derivatives Market. Non si tratta ovviamente di un mercato fisico, ma di una piazza finanziaria telematica che è stata creata al fine di permettere agli investitori di […]

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L’IDEM è il mercato dei prodotti derivati standardizzati per l’Italia ed è controllato da BorsaItaliana. Il mercato IDEM è stato istituito nel 1994 ed è l’acronimo di Italian Derivatives Market.

Non si tratta ovviamente di un mercato fisico, ma di una piazza finanziaria telematica che è stata creata al fine di permettere agli investitori di scambiare strumenti finanziari derivati standardizzati. Sull’IDEM sono pertanto trattati futures e opzioni.

Investire sul mercato IDEM

Chi investe sul mercato IDEM? Risparmiatori, aziende e speculatori si possono approcciare a questo mercato con differenti finalità. Infatti, tramite i derivati offerti sul mercato IDEM di BorsaItaliana è possibile effettuare operazioni di hedging, cioè di copertura da un determinato rischio (spesso utili per aziende), così come è possibile effettuare attività speculativa, cercando di acquistare un prodotto per rivenderlo in un secondo momento ad un prezzo superiore.

Va sottolineato come la durata temporale delle operazioni ivi effettuate con prodotti finanziari derivati possa variare notevolmente. Si va dal trading nell’arco di pochi decimi di secondo nel caso di attività di scalping, ad un’attività intraday (ossia comprando un prodotto per rivenderlo qualche ora più tardi, nella medesima giornata), sino ad arrivare al trading multiday ed all’attività di copertura o hedging che può avere una durata ben più ampia.

prodotti derivati finanziari

Le transazioni sul mercato IDEM

L’investitore può decidere di portare il contratto derivato a scadenza oppure di liquidarlo senza attendere la fine del medesimo. In tal caso dovrà vendere i contratti futures o le opzioni che ha in portafoglio al prezzo di mercato. Questo valore è determinato da domanda ed offerta, esattamente come capita nel mercato azionario, con la creazione di un “book” di borsa dove confluiscono le proposte di acquisto e le proposte di vendita in arrivo sul mercato.

Il prezzo

Il prezzo di vendita (per la chiusura della transazione) può ovviamente essere superiore o inferiore rispetto a quello inizialmente pagato dall’acquirente del prodotto derivato in questione. Il contratto viene in questo caso regolato cash fra le due controparti.

Come detto, il prezzo è determinato dalle proposte di acquisto e vendita che arrivano, che a loro volta variano in funzione del sottostante cui il prodotto derivato fa riferimento. Ci sono poi altri parametri da considerare per prezzare gli strumenti sul mercato IDEM, fra cui la vita residua del prodotto, la volatilità del sottostante, la volatilità complessiva dei mercati.

Quali derivati sono negoziati sull’IDEM?

Sul mercato IDEM sono negoziate alcune categorie di derivati, precisamente quelli standardizzati con una scadenza dove non si negozia direttamente il sottostante. Sono scambiati sull’IDEM futures e opzioni, mentre invece certificati di investimento (ossia investment certificates) e covered warrant sono negoziati sul mercato Sedex (Mercato Telematico dei Securitised Derivatives) o sulla piattaforma multilaterale Euro TLX, entrambi gestiti da Borsa Italiana.

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Investire in Derivati https://www.investire-certificati.it/investire-in-derivati/ Sat, 01 Feb 2020 09:06:11 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=1009 Come si può investire in strumenti derivati? Cosa sono i derivati? Ecco come funzionano questi prodotti finanziari, sempre più richiesti dagli investitori. I derivati finanziari: definizione I derivati finanziari sono strumenti che appunto “derivano” il loro valore da un altro strumento, che viene definito sottostante. I derivati finanziari possono avere come sottostante un’azione, un paniere […]

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Come si può investire in strumenti derivati? Cosa sono i derivati? Ecco come funzionano questi prodotti finanziari, sempre più richiesti dagli investitori.

I derivati finanziari: definizione

I derivati finanziari sono strumenti che appunto “derivano” il loro valore da un altro strumento, che viene definito sottostante. I derivati finanziari possono avere come sottostante un’azione, un paniere di azioni, uno o più indici, una coppia di valute, dei tassi di interesse, così come una o più materie prime (commodities). Il loro valore intrinseco dipende pertanto dall’andamento del sottostante, variando in funzione dei suoi movimenti e dei parametri che caratterizzano il derivato (eventuale scadenza, la volatilità dei mercati nel caso di un’opzione,

Fra i principali strumenti derivati troviamo i futures, gli swap, in particolare currency swap ed interest rate agreement, le opzioni, i forward rates agreement, i covered warrant ed i certificati di investimento (o certificates, nella versione inglese). I prodotti derivati sono negoziati in numerose borse regolamentate ma anche nei mercati al di fuori dai tradizionali centri borsistici, i cosiddetti mercati over the counter, spesso definiti con l’acronimo “OTC”.

prodotti derivati finanziari
I prodotti derivati sono divisi in varie categorie fra cui Futures, Forward, Swap e Opzioni. Tramite le opzioni sono costruiti i certificati di investimento

Il prezzo dei derivati

Una questione legata al prezzo dei derivati finanziari è quella del loro corretto “pricing”, ossia di riuscire a definire quello che è il loro corretto prezzo di mercato, cosa che può risultare spesso complessa e deve essere calcolata in base ai parametri con cui il prodotto derivato è stato calcolato, fra cui la scadenza, ma anche alle condizioni di mercato, come la volatilità complessiva dei mercati finanziari e dello strumento sottostante cui fanno riferimento.

Va ricordato come, nonostante la nomea poco lusinghiera di cui godano, i prodotti derivati sono fondamentali per il sistema finanziario. Ad essere rischioso non è il loro possesso a priori, ma un loro utilizzo sconsiderato che talvolta può implicare un uso dilettantesco della leva finanziaria.

Perché si investe sui derivati finanziari?

I derivati finanziari possono essere detenuti in portafoglio dagli investitori per differenti finalità.

In primo luogo, possono essere utilizzati dagli investitori per finalità di copertura, andando a ridurre o eliminare un rischio in un portafoglio già esistente o di nuova creazione.

I derivati finanziari possono essere utilizzati per finalità di speculazione, anche grazie alla presenza dell’effetto leva in molti di loro. In questo caso l’investitore si espone ad un rischio cercando di trarre profitto dal movimento del sottostante che ovviamente si riflette sul prezzo del sottostante medesimo. Tramite l’effetto leva è possibile amplificare notevolmente il proprio risultato, sia nel caso di un profitto, che nel caso di una perdita. Entrambi risulteranno maggiori grazie al trading in marginazione, ossia alla leva finanziaria.

Un terzo utilizzo dei derivati è quello dell’ arbitraggio. L’investitore, in questo caso, mira a trarre un guadagno con una serie di transazioni combinate, sfruttando eventuali inefficienze dei mercati. in sintesi, possiamo dire che l’investitore cerca di acquistare il prodotto derivato e rivendere il medesimo o altri strumenti legati allo stesso sottostante immediatamente o in un arco temporale molto breve ad un prezzo superiore, ottenendo pertanto un profitto.

La storia dei derivati finanziari

La crescita dei prodotti derivati avvenne nella seconda metà del XX secolo. In particolare, dopo la caduta degli accordi di Bretton Woods (1971), emersero maggiori rischi legati ai cambi. Pochi anni più tardi vi furono una serie di shock petroliferi, con bruschi aumenti del prezzo del petrolio, che determinarono una maggiore esigenza di copertura da parte degli investitori. Anche negli Anni Novanta e soprattutto nei primi anni Duemila il mercato dei prodotti derivati ha continuato a crescere, seppur con alcune fasi di temporaneo rallentamento (come nel 1993/1995, dopo le forti perdite accusate con prodotti derivati da aziende quali la Metalgesellschaft o la Procter & Gamble). I prodotti derivati furono al centro della crisi dei mutui subprime sul finire del primo decennio degli Anni Duemila.

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