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Quali sono i certificates più acquistati sui mercati? Non possiamo definire quali siano i migliori certificati di investimento. La risposta varierebbe dalla diversa propensione al rischio di ogni investitore, così come dall’orizzonte temporale e dalla view sui mercati. Possiamo però definire con certezza – grazie ai dati ufficiali di Borsa Italiana – quelli più scambiati. In questo articolo ci siamo focalizzati sui prodotti emessi da Leonteq ed EFG International, per capire quali siano quelli preferiti dagli investitori italiani.

Operativamente troviamo un’ampia varietà di sottostanti: si va da panieri azionari, con basket su titoli del FTSE Mib, a certificates legati alle materie prime, con focus sul petrolio e su indici azionari.

Per quanto riguarda i titoli di Piazza Affari la fa ancora da padrone il settore bancario, con numerosi prodotti che hanno fra i sottostanti Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM. Anche STMicroelectronics e Stellantis portano buoni rendimenti e riscuotono un certo successo.

Certificates sul petrolio

L’offerta di certificati di investimento di Leonteq ed EFG International aventi per sottostante il petrolio è decisamente ricca. Nella top ten di quelli più negoziati nell’ultima settimana di maggio ne troviamo ben due.

Il primo ha per sottostante il WTI, benchmark del greggio statunitense, l’EuroStoxx 50 e l’indice americano S&P 500. Il codice ISIN è CH1327224759 ed il certificato paga cedole mensili dello 0,75%, per un rendimento cedolare del 9% annuo.

investire sul petrolio

Ha una caratteristica che lo rende un prodotto molto difensivo: la barriera capitale (e cedolare) posizionata al 50%. Numeri veramente ampi, considerando la solidità dei tre sottostanti. Fra il resto sia l’indice Euro Stoxx 50 che l’S&P500 navigano sopra i prezzi di strike, con il solo WTI in frazionale ritardo. La distanza dalla barriera è quindi praticamente intatta, anche se il certificato si acquista leggermente a sconto, con un prezzo in lettera in area 990 a fronte di un valore nominale di 1000. Il prodotto è stato emesso da EFG International ed è un softcallable, quindi con richiamo a discrezione dell’emittente.

Sempre fra i certificati maggiormente scambiati troviamo un secondo prodotto di investimento unicamente focalizzato sul petrolio (CH1336218750). I sottostanti sono infatti WTI e Brent, i due principali benchmark relativi al prezzo dell’oro nero. Le barriere in questo certificato per investire sul petrolio sono collocate al 60%, per un rendimento cedolare che sale all’1% su base mensile.

Certificati più scambiati su basket azionari italiani

Fra i certificates più scambiati troviamo un prodotto su Banco BPM e Unicredit, con ISIN CH1336217778, emesso da EFG International. Decisamente interessante il rendimento potenziale, con cedole mensili condizionate dell’1%. Le barriere sono ampie, in quanto collocate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale. Inoltre, entrambi i sottostanti navigano sopra i prezzi di osservazione iniziale. Nonostante ciò, il certificato scambia appena sotto la pari, per un rendimento potenziale che supera di qualche decimale il 12% annuo.

Si resta su titoli italiani anche con il certificato ISIN CH1283534035, che ha per sottostanti Eni, Intesa Sanpaolo e Stellantis. Il prodotto è stato emesso da Leonteq e prevede cedole mensili condizionate allo 0,75%, a fronte di barriere nominali del 60%. Dallo strike, però, Stellantis ha guadagnato circa il 20% e Intesa il 40%. In verde anche Eni, salita del 2%, a fronte di un prezzo spot in area 990 euro.

Sale il rendimento potenziale con il certificato ISIN CH1336243212. Le azioni sottostanti sono Stellantis, STM e Unicredit. Le barriere sono collocate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale, con la sola Stellantis in ritardo di circa 12 punti percentuali, mentre gli altri due titoli sono in area strike.

Il certificato ha riscontrato un elevato successo per il suo rendimento potenziale, grazie a premi mensili condizionati dell’1,25%, con la possibilità quindi di incassare cedole annue fino al 15% lordo. Come nota ricordiamo che tutti i rendimenti indicati in questo articolo sono lordi, con tassazione al 26%.

Efficienza fiscale dei certificati di investimento

I certificati di investimento sono uno strumento fiscalmente efficiente. Producono infatti reddito che il fisco considera a tutti gli effetti come “diverso”. Pertanto, sia con capital gain da rivendita ad un prezzo superiore a quello di acquisto che tramite le cedole percepite è possibile compensare eventuali minusvalenze pregresse.

A tal proposito ricordiamo anche come Leonteq abbia emesso alcuni certificati maxicedola, con premi davvero importanti, fino al 40%. Fra i certificati con maxicedola che devono ancora staccare il premio ricordiamo ISIN CH1349977657 (su Banco BPM, Eni e Stellantis) e ISIN CH1336243337 (Banco BPM, Stellantis, STM e Unicredit). Entrambi si comprano sotto la pari e pagano una maxicedola del 40% a fronte di un’ampissima barriera cedolare del 35%. Nel primo certificato la barriera capitale è posizionata al 60%; nel secondo al 70%.

I certificates di Leonteq e EFG International più scambiati

Ecco la lista dei codici ISIN dei certificates più scambiati nell’ultima settimana di Maggio 2024 fra quelli emessi da Leonteq ed EFG International.

  1. CH1327224759
  2. CH1336217778
  3. CH1336218750
  4. CH1283534035
  5. CH1336243212
  6. CH1254836625
  7. CH1336220988
  8. CH1290290662
  9. CH1325427792
  10. CH1314023404

Il presente articolo è redatto a fine informativo e non rappresenta in alcun modo sollecito all’investimento in borsa con certificates o altri prodotti finanziari. 

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Certificates di Borsa Italiana https://www.investire-certificati.it/certificates-di-borsa-italiana/ Sun, 17 Sep 2023 08:00:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=26725 Su Borsa Italiana sono negoziabili oltre diecimila investment certificates. Cosa sono i certificati di investimento e quali sono i mercati su cui comprarli? Nel dettaglio i certificates sono negoziati su Borsa Italiana su SeDex ed EuroTLX. Qui si trovano le principali emissioni di grandi banche come Unicredit Bank, BNP Paribas, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Akros […]

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Su Borsa Italiana sono negoziabili oltre diecimila investment certificates. Cosa sono i certificati di investimento e quali sono i mercati su cui comprarli? Nel dettaglio i certificates sono negoziati su Borsa Italiana su SeDex ed EuroTLX. Qui si trovano le principali emissioni di grandi banche come Unicredit Bank, BNP Paribas, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Akros ed anche i certificati emessi da solidi emittenti come Vontobel, Leonteq o Marex.

Certificati di investimento

I certificati di investimento, spesso definiti investment certificates, sono derivati cartolarizzati legati all’andamento di un’attività sottostante. Il loro valore dipende quindi dall’andamento dell’azione, dell’indice azionario, della materia prima o della coppia di valute cui fanno riferimento. La maggior parte dei certificates fa riferimento a singoli titoli azionari, a panieri di titoli o a indici azionari di borsa. Inoltre, un’ampia fetta di questi prodotti è negoziabile su Borsa Italiana con i tradizionali orari di borsa.  I certificates sono emessi da un’istituzione finanziaria come una banca o un’emittente che si impegna di onorare eventuali cedole periodiche, i premi e garantisce il rimborso del certificato a scadenza.

I certificati acquistabili su Borsa Italiana sono quindi strumenti derivati negoziabili su un mercato regolamentato. L’investimento con i certificates può rappresentare un’alternativa all’investimento diretto nel sottostante. Permettono la creazione di strutture e strategie altrimenti difficilmente realizzabili per un piccolo investitore.

Valore nominale

Generalmente il valore nominale dei certificati su Borsa Italiana è pari a 100 euro o 1000 euro. Si trovano però, anche su Borsa Italiana, certificati denominati in altre valute, in particolare in dollari. In questo caso l’investitore assumerà una posizione lunga nella valuta di denominazione del certificato. Se sono presenti sottostanti esteri ma il certificato è denominato in euro non è invece presente rischio di cambio e si dice che il certificato abbia l’opzione quanto.

Scadenza dei certificates

I certificati hanno di norma una data di emissione ed una data di scadenza. Ci sono però varie eccezioni anche fra i certificates negoziati su Borsa Italiana. Per esempio, troviamo certificates “open end”, appunto senza una data di scadenza prefissata. Anche i tracker o gli strategic certificates possono essere open end, ossia senza una data di scadenza prefissata.

Discorso analogo per i turbo certificates, che una volta emessi possono proseguire la loro vita senza scadenza, salvo venga raggiunto il livello di knock out che azzererebbe il loro valore. Da segnalare, poi, per i certificati di investimento, la presenza in molti prodotti dell’opzione autocallable. Di fatto, al verificarsi di determinate condizioni di prezzo, il derivato strutturato viene richiamato anticipatamente dalla banca o dall’emittente. L’investitore ricevere l’intero valore nominale e tutte le cedole dovute fino a quel momento.

Caratteristiche dei certificati di investimento

Una caratteristica dei certificati di investimento è la molteplicità di possibili strutture su cui sono basati. Troviamo in primis certificati a capitale garantito (a volte al 100%, altre volte su percentuali inferiori, come per esempio il 95% o il 90%). L’investitore con acquistando questi prodotti ha la garanzia del rimborso del capitale (o di una parte del capitale) a scadenza indipendentemente dall’andamento dei sottostanti cui fanno riferimento. Questo limita chiaramente il rendimento potenziale di questi derivati strutturati.

certificates

Ci sono poi i certificati di investimento con capitale condizionatamente protetto. L’investitore è protetto a patto che il sottostante (o il worst of in un paniere di sottostanti) non perdano oltre il 40 o il 50% dai prezzi di osservazione iniziale. Ci sono poi certificates a leva, così come prodotti che replicano l’andamento di un indice, come i tracker certificates o gli strategic certificates.

Sono poi molteplici le opzioni che possono essere contenute nei certificati negoziati su Borsa Italiana. Oltre ai certificati a capitale protetto, per chi volesse limitare il rischio troviamo i certificati con airbag o quelli con cedola fissa garantita. Chiaramente l’elemento centrale è la scelta dei sottostanti: anche la presenza dell’airbag servirebbe a poco nel caso in cui uno o più sottostanti perdessero il 90% del proprio valore durante la vita del certificato.

Fiscalità dei certificates su Borsa Italiana

Uno dei punti chiave dei certificati presenti su Borsa Italiana è l’aspetto fiscale. Perché i certificati sono efficienti fiscalmente? Si dice che i certificates siano fiscalmente efficienti perché generano reddito diverso, pertanto in grado di compensare eventuali precedenti minusvalenze. Sia il capital gain che eventuali cedole percepite da questi prodotti possono alleggerire lo zainetto fiscale dell’investitore, compensando minusvalenze. Fanno eccezione soltanto i certificati a capitale protetto con cedole garantite.

 A tal proposito, soprattutto verso fine anno, sono spesso di moda i certificati maxicedola. Si tratta di prodotti finanziari caratterizzati da una ghiotta maxicedola iniziale (spesso fra il 10 ed il 20%). Il valore del certificato scende dopo lo stacco della cedola ed il payoff successivo è generalmente misero, avendo il certificato già staccato la maxicedola iniziale. Da ricordare come il coupon iniziale possa essere garantito o condizionato ad una barriera.

Market Maker su Borsa Italiana

La banca o l’emittente che lista un certificato di investimento su Borsa Italiana si impegna a mantenere la liquidità. Pertanto, dovrà quindi offrire la possibilità di acquistare o vendere i certificati agli investitori garantendo uno spread contenuto sul book di borsa. È quindi compito della banca o dell’emittente esporre prezzi in denaro (bid) e lettera (ask) al fine di facilitare la negoziazione su Borsa Italiana dei certificates.

Nel caso in cui un certificato vada in “bid only” sarà possibile venderlo ma l’emittente non ne vende altri pezzi. Lo si potrà acquistare soltanto se si trovano investitori privati che si pongono sul book di negoziazione di borsa in vendita.

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Come Funzionano i Certificates? https://www.investire-certificati.it/come-funzionano-i-certificates/ Thu, 07 Sep 2023 07:12:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=27228 Come funzionano i certificates o certificati di investimento? Come si costruiscono? Con quali strumenti? Come investire nei certificates? Prima di tutto diciamo cosa sono sono i certificates. Sono “derivati cartolarizzati” emessi da banche o società finanziarie, che replicano passivamente il prezzo di un’azione, di un basket di azioni, di un indice finanziario, di una valuta, […]

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Come funzionano i certificates o certificati di investimento? Come si costruiscono? Con quali strumenti? Come investire nei certificates?

Prima di tutto diciamo cosa sono sono i certificates. Sono “derivati cartolarizzati” emessi da banche o società finanziarie, che replicano passivamente il prezzo di un’azione, di un basket di azioni, di un indice finanziario, di una valuta, di una commodity o di un tasso di interesse.

Ma cosa sono i derivati cartolarizzati?

La cartolarizzazione è una operazione finanziaria che trasforma uno strumento finanziario non trasferibili in un altro strumento trasferibile, negoziabile e liquido. In pratica i certificates sono titoli strutturati e cartolarizzati, ma differiscono dagli altri derivati più noti come futures e opzioni, perché questi ultimi sono meri contratti. Come funzionano i certificates che si possono considerare derivati buoni con profilo di rischio più prudente? Spesso i più graditi ai risparmiatori sono i certificates a capitale protetto e quelli con cedole garantite.

I rischi

L’emittente non ha rischi, perché è coperto, ha solo costi di emissione (i costi legati alla quotazione del prodotto). Anche con i certificates ci sono comunque alcuni rischi per l’acquirente, come in tutti i prodotti finanziari.

Fra i principali rischi dei certificati ricordiamo:

  • Rischio di mercato. Il prezzo del certificato varia sul mercato secondario. Può salire o scendere anche in maniera significativa. Con i certificati si può guadagnare così come perdere denaro.
  • rischio emittente. In caso di default dell’emittente, il certificato è equiparato alle obbligazioni senior non garantite e non privilegiate.
  • eventuale rischio di cambio, la valuta del Certificate può differire dalla valuta del sottostante. Nel caso in cui il certificato sia denominato in euro o se presente l’opzione quanto non vi è rischio cambio.

Profilo di rischio

certificati di investimento con airbag

Vista l’esistenza di rischio in questa tipologia di strumenti finanziari, che spesso i risparmiatori meno evoluti fanno fatica a comprendere, la regola fondamentale da rispettare è che il profilo di rischio del prodotto deve essere adeguato al profilo di rischio dell’investitore. Tuttavia le banche emittenti non hanno adottato un questionario comune per valutare il grado di preparazione di un cliente.

Ciascuna banca fa a modo proprio la profilazione del cliente e la valutazione del rischio adatto. Gli ordini sui certificati sono mediamente pesanti, con cifre cospicue. Si potrebbe pensare ad un certo l’interesse della banca a spingere la sottoscrizione dei certificati di investimento senza adottare criteri troppo restrittivi sul profilo di rischio del cliente e del prodotto. In realtà spesso non è così, perchè molte banche preferiscono spingere i clienti verso il risparmio gestito, che genera commissioni decisamente più elevate. Il tutto, in molti casi, a discapito del cliente.

Un esempio di certificato di investimento

I certificati di investimento sono generati grazie ad una serie di opzioni (call e put), collegate allo strumento in questione; quindi permettono alla società emittente di coprirsi per i certificati di investimento emessi.

Prima di spiegare in modo molto semplice come funzionano i certificates, ripartiamo dall’effetto leva. Ecco un esempio di trading con leva.

  • Si parte con un capitale di 100€
  • Si prende a prestito una somma di 900€, ottenendo così un capitale totale di 1000€
  • L’effetto leva finanziaria sarà di 10 a 1 oppure di x10
  • Si investe tutto il capitale in un unico titolo
  • Se il titolo fa un +20%, si riceveranno 1200€, meno i 900€ presi a prestito che devono essere restituiti, generando un profitto di 200€.
  • Pertanto, una prestazione di +20% ha generato una performance di +200%, portando il capitale da 100 a 300 euro (sono da togliere eventuali commissioni)

La copertura

Questo però è un esempio privo di qualsiasi copertura, caratteristica importante dei certificates. Quindi facciamo un esempio che protegga l’equity attraverso l’uso di opzioni. La struttura opzionale di una protezione dell’equity è data da:

  • acquisto di un’opzione call con strike pari a zero
  • acquisto di un’opzione put con strike pari al livello di protezione

Il prezzo della protezione sarà dato dal prodotto tra costo totale delle opzioni e un multiplo risultante dalla divisione di 100 per il valore del titolo sottostante al momento della emissione.

Cap il tetto massimo

Per non rischiare troppo e proteggere l’equity possiamo prevedere anche un “Cap”, ossia un tetto massimo al rimborso in caso di rialzo del sottostante. In questo caso, alla struttura del certificato viene aggiunta la vendita di un’opzione call con strike pari al tetto massimo che si vuole bloccare.

Stiamo vendendo una opzione e quindi l’aggiunta del Cap, se da un lato limita le possibilità di rendimento stabilendo un tetto massimo, dall’altro lato va ad aumentare il rendimento potenzialmente che si potrà ottenere dal certificato di investimento.

Come funzionano i certificates: investimento e finalità

I certificates sono uno strumento molto duttile in mano agli investitori perché ogni tipo di certificato raggiunge un diverso tipo di obbiettivo desiderato dal risparmiatore. Ecco vari tipi di certificates con alcune delle caratteristiche chiave.

  • Benchmark –> Replica passiva e lineare
  • Capitale Protetto/Capitale Garantito –> Protezione del capitale e possibilità di incassare cedole condizionate o premi fissi
  • Bonus/Cash Collect/Express –> Protezione condizionata
  • Digital/ Cash Collect / Phoenix –> Flusso cedolare
  • Express / Cash Collect –> Possibilità di richiamo anticipato del prodotto da parte dell’emittente al verificarsi di determinate condizioni di prezzo
  • Softcallable –> Possibilità di richiamo anticipato discrezionale da parte dell’emittente
  • Leva fissa –> Leva costante per tutta la vita del certificato
  • Minifuture –> Leva dinamica
  • Outperformance –> Partecipazione con leva più che proporzionale alla performance del sottostante
  • Twin win –> Guadagno bidirezionale (entro determinati livelli di ribassi)

Quando acquistiamo un certificato, acquistiamo quindi una strategia che viene strutturata servendosi di alcune opzioni che investono sul sottostante. Gli emittenti comprano, o se preferite “negoziano”, queste opzioni in un mercato OTC (Over The Counter), un mercato non regolamentato.

La strategia operativa messa in piedi da queste opzioni viene “cartolarizzata” e negoziata sul SeDeX o sul Cert-X per un rendimento a scadenza. Un Bonus Cap per esempio si costruisce comprando una opzione call ed una put e vendendo una call. Vediamo ora come si confezionano e come funzionano i certificates.

Come nascono e funzionano i certificates

Vediamo altri dettagli sulla struttura dei certificates, partendo dalla loro creazione e dalla successiva emissione.

Emittente e strutturatore

All’inizio entra in gioco l’emittente, di solito una banca che garantisce cedole e rimborsi. L’emittente procede prima di tutto all’analisi di mercato per verificare che cosa il mercato e la clientela richieda. Quando il certificato è pronto l’emittente lo può vendere direttamente agli investitori istituzionali senza immetterli nel mercato, come invece devono fare i piccoli risparmiatori che possono acquistarli nelle loro banca.

certificati di investimento

Verificata in primis la forte domanda su un tipo di sottostante, si passa alla vera e propria costruzione che è affidata ad uno “strutturatore”, cioè a colui che assembla le opzioni in una struttura solida ed efficace. Questa figura umana viene sempre più sostituita da piattaforme tecnologiche molto avanzate che selezionano rapidamente e combinano gli strumenti più adatti misurando anche i minor costi possibili. Ciò aiuta la grande produzione di certificates per ogni esigenza.

Per verificare la solidità dell’emittente si può valutare il giudizio delle principali agenzie di rating, cioè S&P Global Rating, Moody’s e Fitch. Quasi tutte le emittenti hanno un rating ed offrono quindi garanzie in termini di solidità patrimoniale.

Il trader specialista

Per valutare completamente il nuovo certificato c’è bisogno poi del trader che garantisce la copertura del rischio e opera come “specialista” e market maker del certificati sul mercato. Non è un compito facile, ma nel valutare ogni giorno volatilità e greche delle opzioni si avvale di sofisticati software tecnici che lo aiutano a coprire il rischi operativo e rendono sicuro il pagamento delle cedole, bonus etc..

La Rete

Il certificato pronto, strutturato e appetibile viene distribuito da una rete, un intermediario finanziario che procede alla proposta di vendita. Per questo riceve una (alta) commissione che è compresa nel prodotto strutturato e viene pagata dal cliente. Le reti più avanzate, per vendere senza problemi, selezionano i certificati e chiedono specifici prodotti strutturati a più emittenti.

Il consulente ed il risparmiatore

Siamo all’ultimo step; il consulente finanziario consiglia al risparmiatore il miglior certificato per la propria pianificazione finanziaria ed il proprio portafoglio; da parte sua il risparmiatore vorrà ottenere rendimento, un certo flusso di cedole, oppure usufruire di uno dei maggiori vantaggi dei certificati: recuperare le minusvalenze.

Abbiamo visto come funzionano i certificates, perché investire con i certificati, come nascono e come vengono immessi nel mercato. Alla fine si può considerare che molto spesso investire in un certificato permette di essere sottoposti ad un rischio inferiore ad un investimento sul sottostante.

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