Banca Centrale Europea Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/banca/banca-centrale/banca-centrale-europea/ I migliori certificati di investimento li trovi su investire-certificati.it Tue, 29 Jul 2025 20:19:18 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.3 https://www.investire-certificati.it/wp-content/uploads/2021/06/cropped-android-chrome-192x192-1-32x32.png Banca Centrale Europea Archivi - Investire-Certificati.it https://www.investire-certificati.it/category/banca/banca-centrale/banca-centrale-europea/ 32 32 L’Euro Digitale: il futuro dei pagamenti in Europa https://www.investire-certificati.it/leuro-digitale-il-futuro-dei-pagamenti-in-europa/ Mon, 28 Jul 2025 08:03:22 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=38111 Presto diventerà realtà: ma cosa è l’euro digitale e cosa cambia per le borse? Pagamenti elettronici, geopolitica, sicurezza informatica: focus sul tema euro digitale Le recenti tensioni commerciali e le minacce di nuovi dazi hanno riportato in primo piano il tema della sovranità monetaria europea. In questo scenario, l’euro digitale si presenterebbe come uno strumento […]

L'articolo L’Euro Digitale: il futuro dei pagamenti in Europa proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Presto diventerà realtà: ma cosa è l’euro digitale e cosa cambia per le borse? Pagamenti elettronici, geopolitica, sicurezza informatica: focus sul tema euro digitale

Le recenti tensioni commerciali e le minacce di nuovi dazi hanno riportato in primo piano il tema della sovranità monetaria europea. In questo scenario, l’euro digitale si presenterebbe come uno strumento fondamentale per proteggere la capacità del blocco di garantire pagamenti sicuri e autonomi. L’introduzione di una forma digitale del contante mirerebbe a rafforzare la sovranità monetaria e a preparare l’unione monetaria europea ad affrontare le sfide della digitalizzazione.

La diffusione del digitale nei pagamenti fisici

Secondo i dati della Banca centrale europea (BCE), nell’area dell’Euro nei punti vendita fisici la quota di pagamenti in contante è scesa dal 79% delle transazioni nel 2016 al 52% nel 2024. In Italia, la riduzione è stata dall’86% al 61% nello stesso periodo; dal 2022 i pagamenti alternativi al contante al punto vendita fisico si sono attestati al 51% del valore delle transazioni, superando quelli in contante (49%).

Pagamenti digitali: una crescente dipendenza da operatori extraeuropei

Il mercato dei pagamenti digitali al dettaglio nell’area euro rimane frammentato: tredici dei venti Paesi membri sono privi di uno schema di carte di pagamento nazionale e circa due terzi dei pagamenti con carta passano attraverso pochi grandi operatori non europei; una dipendenza aggravata dalla crescita dell’e-commerce nei pagamenti quotidiani.
Tra il 2019 e il 2024, in Europa la quota di pagamenti online (e-commerce) è salita dal 18% al 36% in valore e dal 7% al 21% nel numero; in Italia, rispettivamente dal 16% al 38% e dal 6% al 24%. Per questi pagamenti, il contante non rappresenta un’opzione e si utilizzano soprattutto sistemi non europei come PayPal, Visa e Mastercard.

bce banca centrale europea
Un’immagine suggestiva dell’Eurotower, la sede della BCE.

Perché l’Euro digitale ?

Queste due tendenze, l’aumento dei pagamenti digitali e la dipendenza da operatori extraeuropei, evidenziano la necessità di uno strumento di pagamento digitale universale, sicuro e accessibile, gestito direttamente dalla Banca Centrale Europea. L’euro digitale nascerebbe per offrire una soluzione europea utilizzabile sia online che offline, in tutti i Paesi dell’area euro, e garantirebbe la sovranità monetaria, la tutela dei diritti degli utenti e la stabilità del sistema. Non si tratterebbe di una criptovaluta, ma di una nuova forma di moneta pubblica, stabile e protetta, che affiancando banconote e monete rafforzerebbe la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa nel mercato dei pagamenti digitali.

Vantaggi e opportunità

L’euro digitale potrebbe offrire nuove funzionalità pratiche per cittadini e imprese. Si potrebbe trasferire denaro tra privati senza la necessità di un conto corrente, favorendo inclusività e semplicità. Per gli esercenti commerciali, sarebbe possibile ridurre le commissioni sui pagamenti, ottenere maggiore rapidità nell’incasso e gestire le transazioni in modo più efficiente. Inoltre, si potrebbe pagare offline in qualsiasi luogo abilitato, come mercati all’aperto, aree rurali o località montane, assicurando la fruibilità anche in assenza di connessione internet.

Il sistema potrebbe facilitare l’accesso ai servizi digitali per chi non dispone di competenze o strumenti bancari e promuovere sicurezza e privacy nelle operazioni quotidiane.

Rischi e criticità

L’adozione dell’euro digitale comporterebbe alcune potenziali criticità. Un rischio riguarderebbe la stabilità finanziaria: un massiccio trasferimento di depositi dalle banche potrebbe indebolire il sistema creditizio, per questo si prevederebbero limiti alla quantità detenibile e nessun interesse sulle somme digitali.

Sul fronte della sicurezza informatica, il sistema dovrebbe essere protetto da attacchi cibernetici e tentativi di frode, mentre la privacy dei cittadini dovrebbe essere garantita, bilanciando riservatezza e prevenzione delle attività illecite. Infine, sarebbe fondamentale assicurare l’inclusione digitale di tutti gli utenti, evitando che le fasce più vulnerabili siano escluse dai nuovi strumenti di pagamento.

Conseguenze finanziarie potenziali

Cosa cambia per le borse con l’euro digitale? Difficile dirlo, possiamo soltanto provare a prevederlo. Molto probabilmente, nel breve termine, l’introduzione dell’euro digitale potrebbe avere effetti limitati sui mercati valutari. Ma nel lungo termine? Forse – in caso di buon andamento del progetto si potrebbe rafforzare il ruolo dell’Euro a livello internazionale, grazie a una minore dipendenza dai circuiti di pagamento extraeuropei e dal dollaro.

E per le stocks? Sul fronte azionario, i settori bancario e fintech sarebbero i più coinvolti: le banche dovrebbero affrontare investimenti tecnologici e adattarsi a nuove modalità operative, mentre le aziende più innovative potrebbero trarre vantaggio dalle opportunità offerte, come la crescita dei servizi digitali e dei wallet. Una riduzione delle commissioni sui pagamenti potrebbe favorire la competitività. Certo, come sempre capita, chi non saprà adeguarsi rischierà di essere penalizzato.

Per quanto riguarda i bond, l’arrivo dell’euro digitale non dovrebbe avere impatti diretti sui rendimenti, ma potrebbe facilitare l’azione della BCE nella gestione dei tassi di interesse e della liquidità, rendendo le politiche monetarie più efficienti e reattive.

L'articolo L’Euro Digitale: il futuro dei pagamenti in Europa proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Il 2024 della BCE https://www.investire-certificati.it/il-2024-della-bce/ Thu, 11 Jan 2024 17:28:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=31816 Nel 2024 la Bce dovrà abbassare i tassi di interesse: ma quando? Mentre l’inflazione della zona euro conferma le attese degli analisti, riportando un’accelerazione su base annua al 2,9%, ma anche una discesa del dato core al 3,4%, molti chiedono che nel 2024 la presidente della Banca Centrale Europea faccia al più presto scendere i […]

L'articolo Il 2024 della BCE proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Nel 2024 la Bce dovrà abbassare i tassi di interesse: ma quando? Mentre l’inflazione della zona euro conferma le attese degli analisti, riportando un’accelerazione su base annua al 2,9%, ma anche una discesa del dato core al 3,4%, molti chiedono che nel 2024 la presidente della Banca Centrale Europea faccia al più presto scendere i tassi prima che possano danneggiare l’economia.

Una voce in tal senso è arrivata da vari politici. “L’inflazione fortunatamente sta calando, adesso ci stiamo battendo anche per i tassi di interesse”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. “Sono mesi che dico che la Banca centrale europea sbagliava ad aumentare il costo del denaro, perché la nostra inflazione era provocata da una guerra e non da una crisi di crescita come in America. Ora speriamo che la Bce decida di abbassare il costo del denaro per rilanciare l’economia; altrimenti andiamo in recessione“. Il giudizio pare tuttavia in qualche modo sottostimare i rischi di un ritorno dell’inflazione, di cui ben conosciamo i danni sull’economia reale (e sul potere d’acquisto dei cittadini).

Europa

Anche secondo Carlo Cottarelli, docente dell’Università Cattolica, la situazione dell’inflazione in Eurozona permette ora un taglio dei tassi. Praticamente impossibile, però, che ciò accada nella riunione Bce del 25 gennaio. La presidente della Bce infatti ed il direttivo della banca centrale non hanno ancora discusso questo scenario, stando a quanto emerso dall’ultimo meeting del 2023: «L’inasprimento delle condizioni di finanziamento sta smorzando la domanda e questo sta contribuendo a spingere al ribasso l’inflazione». C’è da chiedersi se veramente questa inflazione sia stata provocata da eccesso di domanda come affermano dalla Bce e quanto abbiano influito le politiche monetarie espansive degli ultimi anni, peraltro necessarie per superare la crisi post pandemia.

Le previsioni sui tassi BCE

Come si muoveranno i tassi della BCE nel 2024? Al momento il costo del denaro è ai massimi storici: 4,50%. Per quanto riguarda l’inflazione, gli esperti prevedono che la componente core (che esclude il settore energia e alimentari) si attesterà in media al 2,7% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e al 2,1% nel 2026. Secondo Barclays quindi la Bce inizierà ad abbassare i tassi solo a luglio 2024. Bloomberg invece si aspetta un primo taglio già a marzo 2024. Secondo Goldman la Banca centrale europea taglierà i tassi di interesse di 25 punti base in ciascuna riunione a partire da aprile 2024.

Quali saranno le previsioni corrette per i tassi della BCE nel 2024? Sarà il tempo a dircelo. Se la politica monetaria della Banca centrale europea dovesse rimanere troppo a lungo rigida andremo incontro ad un periodo di crescita stagnante. Tale periodo sarà tanto più pesante quanto l’inflazione scenderà rapidamente, segno evidente di una politica monetaria troppo rigida.

Appare comunque scontato che i tassi scenderanno nei prossimi mesi. Ma chi beneficerà di una prossima discesa dei tassi della Bce in Europa? Molto probabilmente i Bund tedeschi, ma anche i titoli di Stato degli altri paesi, come gli OAT francesi, I bonos spagnoli ed i BTP italiani. La discesa dei tassi è un’ottima notizia anche per chi vuole contrarre un mutuo, mentre chi ha denaro sui conti correnti e conti deposito incasserà meno interesse.

Tassi BCE grafico
Tassi di interesse nella BCE. La salita del 2022 dopo anni di tassi a zero.

Le prossime riunioni della Bce sulla politica monetaria

  • 25 gennaio 2024
  • 7 marzo 2024
  • 11 aprile 2024
  • 6 giugno 2024

Nel 2024 il calendario BCE prevede anche altri appuntamenti non strettamente di politica monetaria

  • 21 febbraio 2024
  • 8 maggio 2024
  • 22 maggio 2024
  • 19 giugno 2024

BCE: chi è il presidente Christine Lagarde

Christine Lagarde non è un ex banchiere, ma un’ex avvocata d’affari. La sua carriera legale inizia presso l’ufficio parigino dello studio legale internazionale con sede a Chicago, Baker & McKenzie, dove si è specializzata in diritto del lavoro, antitrust e fusioni e acquisizioni. Partner dello studio all’età di 31 anni e a 43 anni ne è diventata presidente. Dopo essere stata ammessa al Foro di Parigi, è passata allo studio legale internazionale Baker & McKenzie come associata nel 1981, specializzandosi in diritto del lavoro e antitrust, nonché in fusioni e acquisizioni.

Nel 2005, la troviamo a dirigere il Ministero del Commercio estero della Francia, e nel 2007 è nominata Ministra dell’Economia, dell’Industria e dell’Occupazione. Nel 2011, viene nominata Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), dove ha gestito la crisi del debito sovrano europeo. Alla scadenza è stata rieletta per un secondo mandato.
Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) dal 2019, succedendo a Mario Draghi. Da allora, ha guidato la politica monetaria dell’area dell’euro.

Le critiche al presidente della BCE

Christine Lagarde si può dire che, grazie al suo stile di leadership e per la sua capacità di ottenere consenso politico, abbia costruito una carriera invidiabile e di alto profilo. Tuttavia non sono mancate le critiche alla sua politica monetaria come Presidente della Bce. Certamente non è un’economista professionista, non ha esperienza di banca centrale e la sua carriera precedente non è strettamente legata a tematiche di politica monetaria. Inoltre, talvolta ha peccato anche nei modi (un tema non da poco quando si governa una Banca Centrale).

Alcuni osservatori della Bce vedono Lagarde più come un personaggio politico, che come un banchiere centrale vero e proprio. Quello che le manca certamente è l’abilità di Mario Draghi nel comunicare adeguatamente con il mercato finanziario. Clamorosa la sua gaffe sugli spread alla prima conferenza stampa, gaffe che ha fatto scendere le borse ed allargato gli spread con il Bund tedesco. Alcuni giornalisti da quel momento l’hanno scherzosamente soprannominata “Madame Lagaffe“!

Lo scoglio dei tassi

Il tema tassi di interesse è centrale anche per chi ha un mutuo. Alcuni critici sostengono che la politica di tassi di interesse negativi della Bce potrebbe avere effetti a lungo termine sulla stabilità finanziaria. Inoltre potrebbe scoraggiare il risparmio e l’investimento, il che potrebbe avere effetti a lungo termine anche sulla crescita economica.

Chi vuole contrarre un nuovo mutuo sulla casa è meno incoraggiato a farlo e chi ha un mutuo con tassi variabili si trova in seria difficoltà. La risposta sul tema dalla BCE di fatto è stata che l’obiettivo della Banca Centrale è un’inflazione al 2% in Eurozona. Il tutto ricordando agli Stati europei l’importanza di un nuovo patto di stabilità, per poter dare ordine e forma alla crescita sostenibile in termini climatico-ambientali e di conti pubblici. Forse un pò poco. Al tempo stesso, con i tassi fissi estremamente convenienti degli anni scorsi viene da chiedersi come mai in molti abbiano optato per tassi variabili. Si trattava di anni in cui i Bot e i BTP con scadenze non lunghissime erano arrivati a offrire tassi negativi, ed i mutui a tasso fisso erano decisamente vantaggiosi.

Le critiche del prof. Giulio Sapelli

“Sapelli critica Lagarde” lo avrete probabilmente letto sui giornali in questi anni. Vediamo perchè. Il Prof. Giulio Sapelli ex direttore di studi alla scuola degli Alti Studi in Scienze Sociali di Parigi e Ordinario di Storia Economica dell’Università degli Studi di Milano, è forse l’economista più fortemente critico sulla politica della Presidente della BCE. Sostiene che il presidente della Bce sia completamente scollegata dalla economia reale e che l’Europa sia priva di una vera politica monetaria.

L’inflazione, contro la quale Christine Lagarde (come anche la stessa Federal Reserve, però) si dimostra inflessibile, non è causata da un aumento dei salari, che anzi sono rimasti fermi e datati. Gli strumenti messi in atto dalla Bce secondo questa teoria sarebbero inefficaci, e potenzialmente letali per le imprese e le famiglie.

Nell’economia attuale, secondo l’economista salita della inflazione è causata da scarsità di offerta, un tipo di inflazione che si combatte non con i tassi, ma con incentivi alla produzione e con maggiori investimenti. E’ chiaro che su questa penuria di offerta ha influito l’economia di guerra che ha condizionato ogni economia nel mondo. Non abbassare i tassi prontamente significa che la Bce è guidata maldestramente e sta penalizzando imprese e famiglie europee. Chi ha ragione?

Sembra che la stessa Bce riconosca qualche errore, nella visione riportata dal giornale “La Verità”.La Bce, banca centrale europea.

BCE: una banca centrale da migliorare

Qui bisogna però riflettere su una deficienza strutturale della Bce. Alla Banca centrale europea manca probabilmente un tassello. Una banca centrale oltre alla lotta all’inflazione deve avere un secondo obiettivo: la piena occupazione della forza lavoro.

In altre parole deve tutelare il lavoro ed i livelli di occupazione stimolando gli investimenti. Chiaramente la disoccupazione ha varie tipologie, cause e medicine. Che non sia un compito facile coordinare inflazione e piena occupazione lo dimostra la politica della Fed, la banca centrale degli Stati Uniti, sempre molto attenta e veloce nell’adeguarsi all’economia reale.

La piena occupazione

Secondo la teoria classica, l’obiettivo della piena occupazione è raggiunto tramite la flessibilità dei prezzi dei fattori produttivi (in teoria capitale e lavoro) e l’uguaglianza tra la domanda di produzione e l’offerta, il che è possibile solo se gli investimenti almeno eguagliano i risparmi. Ma gli investimenti ora dipendono in sostanza dai tassi di interesse decisi dalla Bce in maniera molto rigida. Quindi in questo periodo molti politici invitano la presidente della Bce a far scendere i tassi rapidamente per liberare risorse per gli investimenti.
Le critiche del prof Sapelli non si fermano qui; dopo aver anche criticato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, definendola “inadeguata” ha sostenuto che l’unica cosa che apprezza della presidente della Bce sono i tailleur Chanel.

Quanto guadagna Christine Lagarde?

Chiudiamo con una nota di colore: Quanto guadagna Miss Lagarde alla guida della BCE? Ha un compenso annuo di 427.560 euro, oltre 35.000 euro al mese. Il tutto è proporzionato con gli stipendi della BCE, che partono da oltre 3.800 euro netti. Il compenso base della Lagarde precede quello del vice-presidente, il portoghese de Guindos Jurado, che riceve circa 365.000 euro, seguito dagli altri quattro membri del board esecutivo. Fra questi troviamo Panetta, che riceve 305.400 euro, medesimo importo base incassato anche dal responsabile del Consiglio di Vigilanza, Andrea Enria.

Stipendi della BCE

Vale poi la pena ricordare come il presidente della Bce è nominato dal consiglio europeo a maggioranza qualificata. Il mandato di Christine Lagarde dura 8 anni e non è rinnovabile. Scadrà nel 2027.

Leggi anche:

L'articolo Il 2024 della BCE proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Il calendario BCE 2024 https://www.investire-certificati.it/calendario-bce-2024/ Thu, 28 Dec 2023 09:05:53 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=31659 Il calendario BCE 2024 è stato ufficializzato. La Banca Centrale Europea ha, infatti, pubblicato le date nelle quali, il prossimo anno, verranno effettuate le riunioni di politica monetaria e non solo. Il 2023 è stato foriero di importanti decisioni sui tassi e il 2024 si prevede non sia da meno. Penna rossa alla mano, dunque, […]

L'articolo Il calendario BCE 2024 proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
Il calendario BCE 2024 è stato ufficializzato. La Banca Centrale Europea ha, infatti, pubblicato le date nelle quali, il prossimo anno, verranno effettuate le riunioni di politica monetaria e non solo. Il 2023 è stato foriero di importanti decisioni sui tassi e il 2024 si prevede non sia da meno. Penna rossa alla mano, dunque, per cerchiare sul calendario le date più importanti.

Tassi BCE e inflazione

Con la riunione del 14 dicembre scorso, il Consiglio Direttivo della BCE, ha stabilito, oltre al nuovo calendario dei meeting BCE per il 2024, anche di mantenere invariati i tassi di interesse. Essi rimarranno, pertanto: al 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento principali, al 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale e al 4,00% sui depositi presso la banca centrale.

L’inflazione, secondo gli analisti delle BCE, pur in decrescita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a salire nel breve periodo. Gli esperti si attendono che l’inflazione si avvicini all’obiettivo del 2% nel 2025. Dopo un 2023 che si è attestato attorno al 5,4% per il 2024 ci si aspetterebbe un’inflazione al 2,7% di media per poi arrivare al 2,1% nel 2025 e quindi all’1,9% nel 2026. L’outlook di queste ultime proiezioni è in netto ribasso rispetto a quelle precedenti di settembre, segno che i passati incrementi dei tassi continuano a trasmettersi con forza all’economia. Le condizioni di finanziamento più restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.

I tassi BCE nel 2024

previsioni tassi di interesse
Quali previsioni sui tassi di interesse

Anche nel 2024, assicura la BCE, i tassi saranno lo strumento per raggiungere nel medio termine l’obiettivo dell’inflazione al 2%. Questo significa, perciò, mantenere i tassi di interesse di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché la situazione lo renda necessario.

Come cambierà, pertanto, la situazione dei tassi decisa dalla politica monetaria? Quali saranno le prospettive di inflazione del 2024? Lo scopriremo seguendo gli appuntamenti pubblicati nel calendario della Banca Centrale Europea, attualmente guidata da Christine Lagarde.

Il calendario della Banca Centrale Europea 2024

Ecco di seguito elencate le date degli appuntamenti della Banca Centrale Europea 2024, che verteranno sulla politica monetaria. Si terranno tutti nella sede di Francoforte, eccezion fatta per quello di ottobre che sarà presso la Banka Slovenije.

  • 25 gennaio 2024
  • 7 marzo 2024
  • 11 aprile 2024
  • 6 giugno 2024
  • 18 luglio 2024
  • 12 settembre 2024
  • 17 ottobre 2024
  • 12 dicembre 2024

Gli altri appuntamenti del calendario BCE 2024

Il calendario BCE prevede ogni anno anche altri appuntamenti non strettamente di politica monetaria. Queste riunioni, pur non avendo come obiettivo i tassi di interesse, sono fondamentali per altre tematiche cruciali della Banca Centrale Europea. Ad esempio, il monitoraggio del sistema bancario europeo, la gestione delle riserve valutarie e auree o ancora valutazioni statistiche.

  • 21 febbraio 2024
  • 8 maggio 2024
  • 22 maggio 2024
  • 19 giugno 2024
  • 1° luglio 2024
  • 25 settembre 2024
  • 13 novembre 2024
  • 27 novembre 2024

La Banca Centrale Europea prevede anche quattro “General Council meeting”, sempre a Francoforte, a cadenza trimestrale.

  • 21 marzo 2024
  • 20 giugno 2024
  • 26 settembre 2024
  • 28 novembre 2024.

Il calendario delle riunioni della BCE, così come le date dei meeting della Federal Reserve, sono fondamentali per gli investitori. Le decisioni dei banchieri centrali determinano spesso elevati picchi di volatilità su euro e dollaro, ma anche sugli indici azionari di borsa e sulle obbligazioni. Ecco quindi spiegata l’importanza nel calendario degli investitori delle riunioni delle banche centrali.

L'articolo Il calendario BCE 2024 proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
BCE – La Banca Centrale Europea https://www.investire-certificati.it/bce-la-banca-centrale-europea/ Tue, 07 Nov 2023 20:50:00 +0000 https://www.investire-certificati.it/?p=29642 BCE - Cosa significa? Cos'è, cosa fa, chi la governa? Gli strumenti e gli obiettivi, la storia e che effetto ha sui mutui la Banca Centrale Europea? Perché la BCE decide di alzare i tassi di interessi?

L'articolo BCE – La Banca Centrale Europea proviene da Investire-Certificati.it.

]]>
BCE – Cosa è la BCE, cosa fa e chi governa la BCE? Gli strumenti e gli obiettivi, la storia. Che effetto ha sui mutui la Banca Centrale Europea? Perché la BCE decide di alzare i tassi di interessi?

Cosa significa BCE

L’acronimo BCE (in inglese ECB) indica letteralmente la Banca Centrale Europea. La BCE è una delle maggiori banche centrali a livello mondiale, con la Federal Reserve, la Banca Centrale giapponese, la Banca Popolare cinese e la Bank of England. Attualmente è governata dalla francese Christine Lagarde, che è succeduta a Mario Draghi il 1 novembre 2019. La sede centrale della BCE è a Francoforte, in Germania, nel grattacielo chiamato Eurotower.

La struttura della BCE – la Banca Centrale Europea

La Banca Centrale Europea è dotata di tre organi decisionali: il Comitato esecutivo, il Comitato direttivo ed il Consiglio generale. Andiamo ora ad approfondirli nel dettaglio, esaminando le loro funzioni.

Il comitato esecutivo

Il Comitato esecutivo, che è formato dal Presidente e dal Vicepresidente della BCE e da altri quattro membri nominati dalle più alte cariche degli stati dell’eurozona. Il mandato è di otto anni e non è rinnovabile. Il Comitato esecutivo ha il compito di governare il mercato al fine di raggiungere gli obiettivi della BCE (che approfondiremo in seguito). Decide inoltre sulla politica monetaria e quindi anche sui tassi di interesse e sulle riserve monetarie dell’eurozona. Solitamente il Comitato esecutivo si riunisce ogni quindici giorni e ogni sei settimane valuta le politiche monetarie ed economiche da effettuare.

Il Consiglio direttivo

Il Consiglio direttivo, che è formato dai presidenti delle Banche Centrali dell’eurozona e dai sei membri del comitato esecutivo. I suoi compiti consistono nella preparazione degli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio esecutivo; dell’attuazione delle politiche monetarie (in base a quanto stabilito dal Consiglio esecutivo); nella gestione delle pratiche correnti della BCE e altri poteri minori. I membri del Consiglio direttivi sono eletti dalla maggioranza qualificata del Consiglio europeo.

Il Consiglio generale

Il Consiglio generale, a cui partecipano tutti i governatori di tutte le Banche Centrali dell’Unione Europea, oltre al Presidente ed al Vicepresidente della BCE. Possono inoltre partecipare anche il Presidente del Consiglio UE ed un membro della Commissione Europea, ma senza diritto di voto. I suoi compiti sono svariati: dalle funzioni consultive al fornire dati statistici, dalla redazione del rapporto annuale della BCE alla fissazione del tasso di cambio di conversione delle valute dei vari stati che stanno per entrare nell’eurozona. Inoltre, come previsto dallo statuto, il Consiglio generale quando tutte le nazioni dell’UE avranno adottato l’euro sarà sciolto.

Chi governa la Banca Centrale Europea?

Come detto in precedenza, l’attuale presidente della BCE è la francese Christine Lagarde. La dottoressa Lagarde è la quarta governatrice della Banca Centrale Europea e la prima donna a sedere sulla poltrona più importante dell’Eurotower. Il primo presidente è stato l’olandese Wim Duisenberg che ha ricoperto l’incarico dal 1° giugno 1998 al 31 ottobre 2003. A succedergli è stato il francese Jean-Claude Trichet governatore dal 1° novembre 2003 al 31 ottobre 2011. L’ultimo governatore è stato l’italiano Mario Draghi dal 1° novembre 2011 al 31 ottobre 2019.

Gli obiettivi della BCE – la Banca Centrale Europea

La stabilità dei prezzi

bce, eurotower
L’Eurotower di Francoforte, la sede della BCE

L’obiettivo primario della Banca Centrale Europea è il mantenimento della stabilità dei prezzi dei paesi dell’eurozona. La stabilità dei prezzi dovrebbe essere un fattore di crescita, in linea teorica, per l’occupazione e lo sviluppo economico. Nello specifico, l’obiettivo dichiarato dalla BCE è storicamente pari ad un’inflazione del 2%.

Sostenimento delle politiche economiche

In secondo luogo, la BCE, interviene per sostenere le politiche economiche dell’eurozona sostenendo i Paesi. Questo viene fatto per ottemperare all’articolo 3 del Trattato sull’Unione Europea. Questo articolo, al terzo comma prevede infatti che “L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente.”

Vigilanza sugli enti creditizi

Coordinandosi con le varie Banche Centrali nazionali la BCE si occupa di vigilare sui mercati finanziari ed inoltre di vigilare sulla stabilità delle istituzioni autorizzate all’erogazione creditizia. Questo viene fatto per accertare la sicurezza e la stabilità del sistema economico. La Banca Centrale Europea verifica inoltre sul regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.

Gli strumenti della BCE – la Banca Centrale Europea

Dopo aver approfondito i principali obiettivi a disposizione della Banca Centrale Europea, è naturale chiedersi di che strumenti la politica abbia dotato la BCE.

Gli strumenti principali sono questi:

  • gestione dei tre tassi di riferimento, il principale mezzo per intervenire sul costo del denaro. Nel dettagli i tre tassi sono:
    • il tasso d’interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali;
    • tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale;
    • tasso sui depositi presso la banca centrale.
bce euro la banca centrale europea
  • operazioni di mercato aperto (attraverso le quali la BCE stabilisce la quantità di moneta presente nel sistema);
  • operazioni attivabili su iniziativa delle controparti;
  • detenzione di riserve obbligatorie (che a seconda dei casi sono minime o richieste);
  • programmi di acquisto di attività;
  • operazioni definitive monetarie;
  • strumento di protezione del meccanismo di trasmissione;
  • “forward guidance” ovvero delle indicazioni prospettiche riguardanti le intenzioni future di manipolazione dei tassi di interesse;
  • operazioni di rifinanziamento a più lungo termine.

Bisogna inoltre ricordare che la BCE è l’unico soggetto abilitato ad autorizzare l’emissione di euro e che detiene le riserve ufficiali degli stati membri. Per chi volesse approfondire vi rimandiamo al punto C di questo articolo sul sito del Parlamento Europeo.

La storia della BCE e dell’area euro

La Banca Centrale Europea è un’istituzione piuttosto recente. Infatti è stata istituita solamente nel 1998. Per comprendere al meglio le dinamiche che hanno portato alla fondazione della BCE bisogna ricordare alcune tappe fondamentali della storia dell’Unione Europea.

Prima della BCE

Nel secondo dopoguerra sei nazioni decisero intraprendere un percorso di crescita condivisa ed amicizia. Italia, Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi infatti col Trattato di Parigi del 18 aprile 1951 danno vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). Questo è il primo passo che porta, col passare degli anni, alla Comunità Economica Europea, all’ingresso di nuovi paesi all’interno della Comunità ed all’idea del mercato unico europeo e della libera circolazione di merci e persone.

La nascita della BCE

In questo contesto, verso la fine della Guerra Fredda, nel giugno del 1988, il Consiglio Europeo decise di dare mandato ad un comitato guidato dal Presidente della Commissione Europea di allora, Jacques Delors, per studiare un programma per il conseguimento dell’Unione Economica e Monetaria.

I lavori del comitato portarono ad un piano a tre fasi:

euro, bce, banca centrale europea
  • il 1 luglio 1990 furono via via eliminate le restrizioni riguardanti la libera circolazioni dei capitali tra i vari paesi dell’accordo;
  • dal 1 gennaio 1994 fu creato l’Istituto Monetario Europeo (IME). Venne inoltre stabilito il divieto di finanziamento del settore pubblico dalle banche centrali nazionali. Nel 1995 venne stabilito il nome della nuova valuta: l’euro. Negli anni seguenti vennero decisi i criteri, i tassi di cambio e i disegni raffigurati sui vari tagli degli euro. Nel 1997 venne inoltre siglato il Patto di stabilità. Fu in questa fase, nel 1998, che venne creata la BCE ed i suoi organi dirigenti. I primi 11 paesi che soddisfacevano le condizioni per aderire all’euro (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia) si riunirono il 25 maggio 1998 e diedero vita alla BCE con effetto dal 1 giugno del medesimo anno (che sostituì l’IME).
  • a partire dal 1 gennaio 1999 si sono fissati i tassi di cambio e l’euro è entrato effettivamente in circolo, sostituendo le vecchie valute, a partire dal 1 gennaio 2002.

I primi anni della Banca Centrale Europea

Durante i primi anni 2000 si sono uniti alcuni altri paesi alla zona euro: Grecia (2001), Slovenia (2007), Cipro e Malta (2008), Slovacchia (2009), Estonia (2011), Lettonia (2014), Lituania (2015) ed infine Croazia (2023).

Con la crisi del 2007-2008 la Banca Centrale Europea ha dovuto dotarsi di alcuni strumenti non convenzionali per sostenere le economie martoriate del Vecchio Continente. Vennero così creati, tra gli altri, i tassi negativi, lo strumento del “forward guidance” (giugno 2013), il programma di acquisto di asset OMT (per scongiurare l’uscita dall’Eurozona di alcuni paesi, che non fu mai applicato). Celebre fu anche il programma del Quantitative easing (QE) che sostenne le economie a partire dal 2015.

Superata la crisi, agli inizi della presidenza Lagarde, sopraggiunse il Coronavirus. Dopo alcune dichiarazioni iniziali quanto minimo disastrose della neo-governatrice che turbarono notevolmente il mercato (la Borsa Italiana chiuse quel 12 marzo 2020 con un -16,92%) la BCE si assunse le sue responsabilità e istituì, assieme alla politica, delle importanti manovre a supporto dell’economia.

Durante la crisi causata dal Coronavirus è sopraggiunta la guerra tra Russia ed Ucraina che sommata ad altre problematiche, tra cui il notevole aumento dei costi energetici, ha causato una forte bolla inflattiva a livello globale.

La BCE alza i tassi di interesse

Perchè la BCE alza i tassi? Ormai da tempo, la BCE sta rientrando dalle politiche espansionistiche per cercare di ridurre la forte inflazione. Con i nuovi aumenti di settembre 2023 (il decimo consecutivo), la BCE ha portato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 4,50%: il massimo della sua storia.

Gli aumenti dei tassi di interesse da parte della BCE mirano principalmente a limitare l’inflazione, anche a costo di penalizzare la crescita economica.

Cosa capita quando la BCE alza i tassi? Chiaramente salgono i tassi dei mutui. In particolare, chi ha contratto un mutuo a tasso variabile vede le sue rate salire. Al tempo stesso chi contrae un mutuo paga tassi più alti. Se la BCE alza i tassi salgono anche i rendimenti per chi investire su titoli di Stato, come i BTP, altri prodotti obbligazionari o conti deposito. Ecco quindi le conseguenze dei rialzi dei tassi della BCE.

Grafico tassi BCE

Tassi BCE

Per approfondire

L'articolo BCE – La Banca Centrale Europea proviene da Investire-Certificati.it.

]]>